1. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari
Iglesias, 6 novembre 2015
«Per una didattica a bassa direttività»
Flipped classroom:
Ribaltare la lezione ma non il risultato
Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari
2. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Just another buzzword?
«flipped classroom»
3. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Invertire cosa si fa a casa e cosa si fa a scuola
Sequenza
tradizionale
Flipped
sequenza capovolta
Spiegazione Esercizi
Spiegazione Esercizi
4. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
L’assunto di fondo
• Il valore dello stare in classe è la presenza fisica,
non sprecarlo per «trasmettere informazioni»
• I “pionieri” del movimento Aaron Sams e Jon Bergmann
sottolineano l’esigenza di riflettere sull’uso del tempo e dello spazio
• Ripensare il modo di proporre i contenuti agli studenti e di articolare
i tempi di apprendimento.
https://youtu.be/BfsLbGgUMDU
http://flippedclassroom.org/
5. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Attenzione!
• Non è in discussione l’importanza delle conoscenze formali…
• La «spiegazione» di fatti, concetti e procedure deve essere fatta…
• … ma non in classe
6. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Due fattori propulsivi
evoluzione delle tecnologie avvento della filosofia «open»
7. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Area più interessata: formazione superiore
8. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
La spiegazione
il rischio è quello di
«raggiungere» solo alcuni
in agguato ci sono:
- difficoltà specifiche
- noia
- oppositività
- distrazione
- …
«verba volant…» quello che è perso, è perso…
9. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Stop, play, rewind. Ovvero fruizione personalizzata
a me va
bene vedere
una volta
Uffa! non ho
capito devo
riguardarlo
Devo saltare le
cose che soIo Lo
faccio
dopo
10. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Alta progettualità (più che bassa direttività)
• Accurata pianificazione sul modello del Mastery Learning
(apprendimento per la padronanza)
• Tutti possano raggiungere gli obiettivi se vengono create le condizioni:
– percorsi e fasi di lavoro attentamente progettati
– sequenze modulari gradualmente orientate al risultato
– ritmi e modalità di lavoro individualizzate
– accompagnamento con feedback, verifiche e pratica
Trovare o
costruire
• video
• esercizi
Risorse
Assegnare
• video
• esercizi di
verifica
Compiti
a casa
• Verifiche
• Applicazioni
• Discussione
Lavoro
a
scuola
11. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
I compiti a casa…
• sono vissuti come faticosi, frustranti, punitivi, inutili…
• alcuni hanno il terrore di non farli, altri non li fanno sistematicamente
• alcuni hanno i genitori a supporto, mentre tanti no…
• chi non è stato attento in classe non si ricorda cosa è stato spiegato
ed ha maggiori difficoltà a farli…
Il desiderio sarebbe di:
• non trovarli inutili
• non sentirsi soli
• potersi confrontare con i compagni
e discutere le difficoltà assieme
• avere l’insegnante a fianco (o qualcuno a
cui rivolgersi) nel momento del bisogno
12. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Flipped: lo studio inizia prima, a casa…
… e non a scuola. Questo consente allo studente di:
• non percepire l’impegno come una ripetizione, ma una come novità
• scegliersi il tempo, il luogo e il modo migliore
• adattare il lavoro al proprio ritmo di studio
• poter vedere, rivedere, rivedere… senza l’ansia di perdere qualcosa
13. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
I compiti: in classe…
A scuola si usa il tempo per approfondire, verificare, attuare una didattica
laboratoriale sfidante, socializzante e personalizzata
L’allievo:
• applica attivamente quanto appreso
• risolve problemi e svolge esercizi pratici
• discute e si confronta con i pari
Il docente:
• verifica, incoraggia, corregge
• fornisce supporto
• favorisce l’autonomia
• si pone come guida esperta
a fianco degli studenti
14. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Un interessante connubio: risponditori, tablet, smartphone
il prof. pone le
domande
gli studenti usano
“risponditori”
I risultati sono
trasferiti al
computer del prof.
le risposte sono
visualizzate e
discusse
Verifica e potenzialento degli apprendimenti
15. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
… e poi: pratica, pratica e ancora pratica!
16. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Un luogo adatto ad ogni «azione cognitiva» …
Anderson, L.W., Krathwohl, D.R. (Eds.)
A Taxonomy for Learning, Teaching and Assessing. A Revision of Bloom’s
Taxonomy of Educational Objectives, New York, Allyn & Bacon, 2001
Tassonomia di Bloom (rivista)
18. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Vantaggi
• Curiosità e interesse da parte degli studenti
• Uso ottimale degli spazi e dei tempi
• Valorizzazione dell’aula: luogo per la pratica e lo sviluppo di competenze
• Possibilità di ritmi e percorsi individualizzati
• Maggiore tempo da dedicare agli studenti in difficoltà
• Possibilità di differenziare (fare esercitare gli alunni più dotati su attività
diversificate e complesse)
• Uso delle tecnologie (con il beneficio dell’attrattiva esercitata)
• Riconciliazione di istruzionismo (a casa)
e costruttivismo (a scuola)
19. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Svantaggi
Il docente deve rivedere il metodo di lavoro. Sono necessarie:
• una discreta padronanza informatica
• capacità di progettare i moduli, realizzare o reperire i materiali (video)
• impegno nel gestire e verificare che il lavoro (a casa) sia stato svolto
e nell’ideare attività «avanzate» da svolgere in aula
Gli studenti devono imparare ad autoregolarsi:
• accogliere l’idea di studiare da soli
• rispettare i tempi e le consegne
Sono possibili perplessità, timori e contrarietà
da parte delle famiglie
20. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
La scelta dei video per insegnare
Se il video ha il compito di «insegnare»,
allora dovrebbe rispettare i principi dell’istruzione:
• Attirare l'attenzione, interessare
• Esplicitare l’obiettivo
• Attivare le preconoscenze
• Usare un linguaggio adeguato (anche visivo: immagini chiare,
ben focalizzate, secondo i principi del multimedia learning)
• Collocare gli argomenti lungo un continuum
• Essere graduale nell’esposizione
• Fare una sintesi finale e ri-attraversare
i contenuti prima della chiusura
21. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Rendere più attivo il momento della fruizione
BernardinoAndreocci
DottoratoinTelematicaeSocietàdell’informazione-XXIIICiclo
Con uno strumento di «video annotazione» VideoANT
http://ant.umn.edu/
22. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
… annotare, riflettere (rispondere), discutere
Vialogues
http://www.vialogues.com
23. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Ma… funziona davvero?
Come saperlo?
24. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Il ruolo della ricerca
- osservazione iniziale
- formulazione ipotesi
- verifica sperimentale
- enunciazione
individuazione delle variabili, scelta dei metodi
e degli strumenti di rilevazione
esperimenti ripetuti, controllo dell’errore
Comparare, valutare, analizzare...
Traditionale
flipped
vs.
25. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Le conoscenze della didattica
Meta
analisi
Systematic
Reviews
Randomized
Controlled Trial
Ricerche quasi-sperimentali,
metodi correlazionali
Ricerca qualitativa
(con controllo dell’affidabilità)
Ricerca qualitativa
(resoconti, diari, interviste, studi di caso)
Report e opinione degli esperti, «buone pratiche»
Informazioni acquisite sul campo
(pareri, opinioni, racconti, testimonianze…)
risultati filtrati
presenti nei database
(SCOPUS, ISI, ERIC…)
26. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Effect Size (ES)
• misura la differenza tra i risultati di due gruppi (sperimentale/controllo)
o dei risultati ottenuti dagli stessi in più ricerche (meta-analisi)
• più altro è il suo valore, più la variabile indipendente impiegata nel
gruppo sperimentale (es. la strategia didattica) è risultata efficace:
– tra 0.2 a 0.3 è piccolo, fino a 0,5 medio, oltre 0,8 grande (Cohen)
– se supera 0,40 vale la pena prendere in considerazione il dato (Hattie)
27. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Hattie, in indagini svolte su oltre 800 meta-analisi, riporta:
Not Effective
• Gender class ES = 0,12
• Making children repeat a grade ES = 0,16
Little effect
• Homework ES = 0,29
Effective
• Small group learning ES = 0,49
• Play programs ES = 0,50
• Parental involvement ES = 0,51
Highly effective
• Teacher professional development ES = 0,62
• Teacher/student relationships ES = 0,72
• Formative evaluation ES = 0,90
Hattie J. (2009), Visible Learning: A Synthesis of over 800 Meta-Analyses
Relating to Achievement, Routledge, New York.
28. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
… e i dati sulla flipped classroom?
• il metodo è piuttosto recente non ci sono ancora studi sufficienti
• inoltre è applicato in modi diversi e in contesti molto differenziati
• Lewell e colleghi (2013) analizzano 24 studi i cui risultati sono coerenti
– le opinioni tendono ad essere positive (ma con pochi studenti molto contrari)
– sono preferiti video brevi piuttosto che lunghi
– gli studenti guardano i video anche quelli non assegnati
– le video lezioni opzionali sono più efficaci di letture opzionali
– le letture (testuali) spesso non vengono (da tutti) completate
– le spiegazioni in presenza sono comunque preferite ai video (anche se gli
studenti preferiscono lavorare in classe piuttosto che assistere a spiegazioni)
– solo uno studio (Day & Foley, 2006) porta risultati attendibili (positivi)
sull’apprendimento, ma è effettivamente insufficiente
Lowell, J., Utah, B., Verleger, M. a, & Beach, D. (2013). The
Flipped Classroom : A Survey of the Research. In Proceedings of
the Annual Conference of the American Society for Engineering
Education (pp. 1–18).
29. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Gli studi analizzati
in Lewell et al., 2013
solo uno nel contesto
«high school» il resto
al college level
(undergraduate)
altri studi (singoli) più
recenti non
aggiungono ancora
molto
30. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Decodificare il «cosa funziona»
• In attesa di nuove e più incisive ricerche
• è utile concentrarsi su quello che sappiamo essere efficace:
– feedback* ES = 0,73
– preconoscenze** ES = 0,59
– direct instruction* ES = 0,59
– mastery learning* ES = 0,58
– mappe concettuali e organizzatori grafici* ES = 0,57
– esplicitazione degli obiettivi* ES = 0,56
– esempi guidati (worked example)* ES = 0,53
– video interattivi* ES = 0,52
– peer tutoring*** ES = 0,75
– reciprocal teaching* ES = 0,74
Dati da: *Hattie, 2009; **Marzano, 2000; Bowman-Perrott et al., 2013
31. Giovanni Bonaiuti, Università di Cagliari, Dipartimento Pedagogia, Psicologia, Filosofia
Riferimenti bibliografici
• Anderson LW and Krathwohl D (2001). A taxonomy for learning, teaching, and assessing: a revision of Bloom’s taxonomy of
educational objectives. New York: Longman.
• Bennett, B., Kern, J., Gudenrath, A., McIntosh, P. (2011). The Flipped Class Revealed. In The Daily Riff, in rete:
http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-what-does-a-good-one-look-like-692.php
• Bergmann, J., Overmyer, J., Wilie, B. (2011). The Flipped Class: Myths vs. Reality. In The Daily Riff, in rete:
http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-conversation-689.php.
• Bergmann, J., Sams, A. (2011). How the Flipped Classroom Is Radically Transforming Learning. In The Daily Riff, in rete:
http://www.thedailyriff.com/articles/how-the-flipped-classroom-is-radically-transforming-learning-536.php.
• Demetry, C. (2010). Work in Progress – An Innovation Merging “Classroom Flip” and Team-Based Learning. 40th ASEE/IEEE
Frontiers in Education Conference, October 2010, Washington, DC.
• Hattie J. (2009), Visible Learning: A Synthesis of over 800 Meta-Analyses Relating to Achievement, Routledge, New York.
• Lage, M. J., Platt, G. J., & Treglia, M. (2000). Inverting the classroom: A gateway to creating an inclusive learning environment.
Journal of Economic Education, 31, 30-43.
• Lowell, J., Utah, B., Verleger, M. a, & Beach, D. (2013). The Flipped Classroom : A Survey of the Research. In Proceedings of the
Annual Conference of the American Society for Engineering Education (pp. 1–18).
• Marzano R. J. (2000), A New Era of School Reform: Going where the Research Takes Us, mcrel, Aurora (co).
• Sams, A. (2011). The Flipped Class: Shedding light on the confusion, critique, and hype. In The Daily Riff, in rete:
http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-shedding-light-on-the-confusion-critique-and-hype-801.php
• Toto, R., Nguyen, T.H. (2009). Flipping the Work Design in an industrial engineering course, in Frontiers in Education
Conference, 2009. FIE ’09. 39th IEEE.
• Zappe, S., Leicht, R., Messner, J., Litzinger, T., and Lee, H.W. (2009). ’Flipping’ the Classroom to Explore Active Learning in a
Large Undergraduate Course, Proceedings, American Society for Engineering Education Annual Conference & Exhibition, 2009.