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L’osservazione peer to peer:
modalità e strumenti
Rossella D’Ugo
Dipartimento di Scienze dell’Uomo
Università di Urbino Carlo Bo
DM 850 del 27 ottobre 2015
I punti sui quali rifletteremo insieme
 La voce delle insegnanti
 Peer to peer = atteggiamento scientifico
 Il paradigma dell’Educational evaluation
 Brevi punti sugli aspetti metodologici dell’Osservazione
 Uno strumento di osservazione: una proposta
 Restituiamo…
La voce degli insegnanti
Che cosa dicono i veri protagonisti del
del peer to peer?
Come ha vissuto l’esperienza di
peer to peer?
5
«Voglia di farsi vedere, voglia di far vedere le proprie
competenze, avere la possibilità di far tornare alla teoria tutto
ciò che era diventato pratica e di riscoprire tutto ciò che era la
teoria rivoltandolo alla pratica».
« (...) è stato interessante e utile per mettersi in gioco per
osservarsi meglio, per vedersi da fuori (…) Lo strumento è
molto utile, perché ti può indicare anche la via, mettendosi in
discussione e in prospettiva della programmazione del nuovo
anno può essere molto utile tenerlo affianco e andare a
vedere, confrontando sempre quello che si sta
programmando. Molto interessante avere avuto un confronto
con voi che facevate le osservazioni».
6
«Sicuramente la possibilità di rimettersi in gioco.
La scala a mio parere è molto ben divisa nei livelli, perché
rileggendola, anche in autocritica riuscivo a dire “si qua ci sono,
invece qua no perché obiettivamente questa cosa non la faccio” e
quindi è molto utile anche per le insegnanti che vogliono cercare
di attuare nel loro possibile le miglior pratiche e migliorarsi dove
si rendono conto di avere carenze».
«Il punto di forza è il confronto, il confronto con se stessi e il
confronto per poter dare quel punto in più, per poter dare
quell’attenzione in più, quella specialità in più verso le prassi
quotidiane. Lo strumento te le fa vedere, perché tu sai benissimo
che lo puoi fare, allora devi togliere via le variabili negative che ti
impediscono di farlo per il bene dei bambini, e questo porta ad
soddisfazione che ti viene restituita».
Punti di forza del peer to peer?
Come giudica questo percorso?
7
«Io positivo, a me è piaciuto, infatti quando ci è stato comunicato che ci
sarebbe stato questo progetto con osservazioni e tutto il resto, dentro di me
c’era la curiosità e l’idea di voler dare il meglio di me stessa, quindi è stato un
vero e proprio stimolo, un’esperienza che ripeterei, in quanto è un rimettersi
in discussione che ti fa rileggere sotto un'altra chiave ciò che molto spesso la
quotidianità ti fa dare per scontato. Naturalmente il nostro lavoro è sempre in
evoluzione perché i bambini ti impongono di cambiare e rinnovarti
costantemente però questa esperienza mi ha dato degli input e delle
sollecitazioni ancora maggiori».
«Positivo, sarebbe interessante a livello professionale potersi ritrovare con lo
stesso team e questo strumento in mano, in luce di quello che è stato fatto a
fare una programmazione annuale in luce dell’anno prossimo, però sarà un
po’ una parte che mancherà. Speriamo solo che l’insegnante che arriverà
sarà un insegnante che arriva da questo tipo di percorso perché altrimenti gli
mancherebbe tutta la condivisione, la restituzione e il ritorno che è stato
fatto».
Crede che questo strumento possa essere utile? E se si
da chi e in che modo pensa possa essere usato?
8
«Può sicuramente essere utile, e potrebbe essere utilizzato,
secondo me, all’inizio di ogni anno scolastico per riconsiderare
le proprie prassi e trovare gli standard a cui ambire o dove
potersi migliorare, con magari una verifica intermedia a metà
anno, per un autovalutazione, ed in seguito a fine anno per un
resoconto finale».
Peer to peer
=
atteggiamento scientifico
Peer to peer Vs Teorie ingenue
Chi opera nel nostro settore di ricerca deve
costantemente affrontare la seguente difficoltà:
essendo l’educazione un’esperienza diffusa
universalmente, e di cui tutti hanno conoscenza
diretta, ciascuno si sente autorizzato, o comunque
parte in causa, a commentare le decisioni educative
senza che gli esperti abbiano la possibilità di far
valere il senso del loro lavoro di accumulazione di
informazioni.
Il peer to peer promuove un atteggiamento
scientifico
 necessità del rifiuto costante di ogni scorciatoia irrazionale
 pericolo del dogmatismo scientifico
 abbiamo sempre a che fare con ipotesi e mai con certezze!
 non vi è nulla che si possa considerare verità assoluta!
Impostazione scientifica
della ricerca educativa
Il peer to peer rende l’insegnante un AGENTE
DECISIONALE consapevole
Il punto di partenza della ricerca in educazione – e in
particolare della ricerca sperimentale – è la volontà di
comprendere i fenomeni educativi al fine di assumere decisioni
educative che abbiano, in tal senso, maggiori probabilità di
essere efficaci.
atteggiamento
critico
atteggiamento
problematico
atteggiamento
pragmatico
Il paradigma dell’Educational
Evaluation
Valutare – Restituire – Riflettere –
Innovare – Valutare
assunto di questo modello
Valutazione come processo condiviso
in cui tutti gli attori hanno parte attiva
Un percorso di peer to peer condotto secondo questo
modello ha l’obiettivo di…
 avviare un processo di valutazione delle prassi didattiche in cui
si collocano gli interventi educativi e didattici degli insegnanti;
 disegnare il “profilo” delle prassi degli insegnanti osservati
sulla base di parametri chiaramente definiti e condivisi;
 decidere di incentivare una costante riflessione critica degli
operatori in merito alle situazioni didattiche progettate (e da
riprogettare).
Nel modello del valutare-restituire-riflettere–innovare-valutare
La valutazione…
- è raccolta sistematica di dati
- promuove una attribuzione di valore che mira all’azione
- ha come principale finalità cambiamento/innovazione/miglioramento
- punta a rendere consapevoli i soggetti (in merito a problemi, soluzioni)
- è stimolo per una revisione continua del lavoro (e quindi di una
riprogettazione)
- è un evento sociale: partecipazione, negoziazione di obiettivi, valori,
significati in tutte le fasi del processo
Gli strumenti di osservazione - valutazione
1. definiscono le prassi didattiche da «valutare» degli insegnanti dichiarandone
esplicitamente i diversi oggetti di osservazione;
2. definiscono un modello di pratiche didattiche «eccellenti» : poggiano perciò su
assunti pedagogici e valoriali di fondo che sono propri di chi lo ha costruito
(dietro ad ogni strumento vi è una sua “filosofia”);
3. sono filtri che guidano l’evaluation
Permettono di valutare lo scarto tra lo stato di fatto della realtà da valutare e gli
espliciti livelli considerati ottimali dal gruppo di riferimento.
Confronto tra “essere” e “dover essere”, tra livelli di qualità percepiti e livelli di
qualità auspicati.
Validità e attendibilità degli strumenti e quindi delle rilevazioni
La validità esprime il grado di corrispondenza tra una rilevazione
(una misura o un giudizio) e l’oggetto a cui questa si riferisce.
Una rilevazione è attendibile quando la sua accuratezza è tale da
risultare costante, chiunque sia il soggetto che esegue la
rilevazione e che l’esito di successive misurazioni risulti lo
stesso.
Gli STEPS fondamentali per la somministrazione degli
strumenti
 chiarire le modalità d’uso dello strumento e le sue finalità
formative;
 somministrare lo strumento/raccogliere i dati (validità e
attendibilità);
 analisi e confronto dei dati con gli insegnanti osservati;
 messa in discussione dei criteri di qualità dello stesso
strumento;
 condivisione delle criticità e progettazione di interventi di
miglioramento.
Brevi punti sugli aspetti metodologici
dell’Osservazione
Coordinate dell’osservazione
1. la presenza di un osservatore adeguatamente formato;
2. un contesto di osservazione scelto con molta attenzione e
ben definito;
3. un oggetto da osservare che sia ben delimitato (nel nostro
caso il fare didattico dell’insegnante);
4. degli strumenti (validi e attendibili) adeguati e coerenti
con le finalità di ricerca e con l’oggetto da osservare.
Elementi dell’osservazione
Chi
Soggetto
osservato
Osservatore
Che Cosa
Attività
Punto di vista
Scopo
Finalità
dell’osservazione
Quando/Dove
In modo
periodico
occasionale
In aula
In laboratorio
In che modo
Strumenti
tecniche
Minacce di mancata validità e attendibilità
 allontanarsi dalla finalità iniziale;
 basarsi sulle proprie interpretazioni, confondendole
con i fatti;
 assumere un atteggiamento pregiudiziale e farsi
contagiare dalle proprie aspettative;
 non annotare in modo accurato quello che accade
durante l’osservazione;
 non utilizzare correttamente gli strumenti e le
tecniche di rilevazione.
Uno strumento di osservazione
una proposta
Pra.D.I.L.E
Un possibile strumento finalizzato al peer to peer
Ordine di
scuola
Strumento Oggetti di
osservazione
Tipologia
di
osservazi
one
Stato
Tutti gli altri
ordini di
scuole
 Strumenti di
osservazione
relativi alle
competenze
professionali
Competenza
didattica
Competenza
progettuale
curricolare
Competenza
legata alla
valutazione
strutturata - In fase di
sperimentazione
Due questioni principali
1. L’intenzionalità pedagogico-didattica dello
strumento
2. La sua funzione formativa
PraDILE
Che cosa: - messa a punto di una rating scale per l’osservazione delle prassi didattiche
degli insegnanti all’interno delle sezioni/classi
Obiettivi: - entrare all’interno dei processi didattici dei contesti per osservarli sulla base
di specifici indicatori di qualità
- condurre gli insegnanti verso una maggiore consapevolezza e intenzionalità
progettuale, a partire da dati osservativi rilevati in modo valido e affidabili
- riflettere su un buon insegnamento definito sulla base di scelte valoriali “a
priori”
Intenzioni
dello
strumento:
- conoscere i processi didattici che si svolgono in classe
- analizzarli in modo peculiare
- discuterli con gli insegnanti che sono stati osservati
Strumento di osservazione sulle competenze
professionali di tipo trasversale: il Pra.D.I.L.E.
 Competenza didattica
 Competenza progettuale curricolare
 Competenza legata alla valutazione
- intercetta, isolandole, alcune competenze professionali forti;
- monitora le azioni didattiche che esprimono una scelta
precedentemente compiuta dall’insegnante.
Il Pra.D.I.L.E.
Lo strumento è costruito nella cornice di riferimento delle
relazioni del sistema didattico allievo/insegnante/sapere (per ciò
che davvero avviene al suo interno e tra i diversi poli) (Damiano, 2013;
Chevalard; Martini 2011, 2014)
allievo insegnante
Sapere
La trasposizione didattica
29
La trasposizione didattica consiste nell’estrarre un elemento di sapere dal suo
contesto (universitario, sociale eccetera) per riambientarlo nel contesto sempre
singolare, sempre unico, dell’ aula.
In questo lavoro, l’insegnante non è mai un individuo isolato. È di fatto il collettivo,
l’istituzione che oggettivizza e definisce nella sua specificità il sapere scolare, i suoi
metodi, la sua razionalità.
Il concetto di trasposizione didattica è inteso come il lavoro di adattamento, di
trasformazione del sapere in oggetto di insegnamento, in funzione del luogo, del
pubblico e delle finalità didattiche che ci si pone.
savoir savant
forme
scientifiche
savoir à
enseigner
forme
didattiche
savoir
enseigné
Il «PraDILE»: indicatori e aspetti procedurali
Aree di interesse Item
Unità1.
La fase di preparazione
1. chiarezza dell’obiettivo da conseguire
2. predisposizione della presentazione
3. previsione delle criticità
Unità 2.
La fase di avvio
4. predisposizione dell’ambiente
5. focalizzazione dell’attenzione
6. attivazione delle preconoscenze degli allievi
7. comunicazione esplicita dell’obiettivo da conseguire
Unità 3.
La fase di svolgimento:
aspetto comunicativo
8. presentazione delle informazioni attraverso differenti codici comunicativi
9. presentazione delle informazioni attraverso facilitatori
10. messa in evidenza delle conoscenze di maggior rilievo, evitando il sovraccarico
cognitivo
Unità 4.
La fase di svolgimento:
aspetto cognitivo e
strategico
11. previsione dei cambiamenti che subentrano nella mente degli alunni sotto forma di
processi cognitivi
12. utilizzo di strategie orientate a mantenere la curiosità, promuovendo un carattere
aperto e sfidante dell’apprendimento
13. utilizzo del contenuto in modo da saperlo adattare/destrutturare in gradi di
complessità diversa per poi riapplicarlo in contesti svariati
Il PraDILE: indicatori e aspetti procedurali
Aree di interesse Item
Unità 5.
La fase di svolgimento:
aspetto gestionale e
interattivo
14. comunicazione e mantenimento di regole chiare e condivise
15. controllo costante su tutto quanto accade nella classe
16. applicazione di strategie dissuasive verso comportamenti di disturbo
Unità 6.
La fase di svolgimento:
aspetto partecipativo
17. gestione costante del feedback (valutazione formativa)
18. gestione delle diverse tipologie di attività e della partecipazione collettiva
19. sviluppo di abilità per un’efficace interazione tra pari
Unità 7.
La conclusione
20. messa a fuoco degli aspetti essenziali della lezione
21. controllo della modifica delle preconoscenze degli allievi
22. capacità di fornire indicazioni per consolidare gli apprendimenti e promuovere
l’autonomia e le strategie di studio
Indicatori e aspetti procedurali
 struttura di ciascun item è quella di una rating scale con tre
descrittori espliciti relativi all’agire dell’insegnante;
 ogni item propone categorie comportamentali non
elementaristiche, ma osservabili in relazione al contesto
descritto: si tratta di micro-situazioni “esemplari”;
 in ciascuna descrizione sono inserite due o tre modalità
comportamentali ed elementi contestuali tra loro coerenti e
rispondenti a livelli di qualità minima (10), buona (30),
eccellente (50).
La funzione formativa di questo strumento
L’opportunità dell’osservazione delle pratiche didattiche in classe si rileva
una metodologia molto utile in quanto determina:
1. l’opportunità per gli insegnanti di decentrarsi, di attivare una “presa di
distanza” dalle azioni didattiche compiute;
2. l’innestarsi di processi di riflessione all’interno delle scuole (a livello
collegiale) e delle classi/sezioni (a coppie/gruppi di insegnanti);
3. la presa di coscienza dell’esigenza di “entrare” dettagliatamente nel merito
delle prassi didattiche per poter assumere decisioni consapevoli di
riprogettazione e miglioramento della didattica stessa all’interno delle
scuole, con il supporto di formazione in servizio;
4. la necessità di una rigorosa eterovalutazione (anche tra colleghi) in grado
di promuovere supporto e accompagnamento nei processi di riflessione e
di riprogettazione.
Restituiamo….
L’osservazione e la restituzione
IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE
Ciascun insegnante ha il compito di osservare il
proprio collega di sezione, creando in tal modo
coppie reciproche di osservatore – osservato,
che costituiranno l’unità di riferimento per la fase di
restituzione.
Ciascun insegnante prenderà parte a due incontri finali di restituzione: in qualità di
eterovalutatore, in un caso, e in qualità di insegnante osservato, nell’altro caso.
L’incontro, in ambo i casi, avrà come obiettivo quello di:
1. riflettere insieme sui dati raccolti al duplice fine di ri-progettare le prassi didattiche
degli insegnanti osservati;
2. ipotizzare il curricolo scolastico dell’anno successivo;
L’INCONTRO DI RESTITUZIONE
La restituzione: prima, durante, dopo
Tappe della
restituzione
Attori e ruoli
Prima della
restituzione
insegnanti osservatori e insegnanti osservati compilano le schede:
1. i valori della mia professione
2. le schede di percorso
3. le competenze che mi rappresentano
Durante la
restituzione
insegnanti osservatori, insegnanti osservati, pedagogista, dirigente,
ecc, riflettono sui dati raccolti col supporto di:
1. le schede compilate nella fase «prima della restituzione»
2. assumendo specifici ruoli (facilitatore, guida, promotore, ecc)
Dopo la
restituzione
insegnanti osservatori, insegnanti osservati, pedagogista, dirigente,
ecc.:
1. riprogettano le proprie prassi didattiche con l’ausilio di specifici
format
2. analizzano punti di forza e di criticità del percorso di formazione
3. archiviano i documenti prodotti = documentano
La restituzione: prima
Le schede di percorso
Obiettivo:
aumentare i dati sui quali discutere durante la restituzione e “incrociare” quanto raccolto
per mezzo della somministrazione PraD.I.L.E. con una dettagliata forma di
autovalutazione degli insegnanti.
Svolgimento: diamo a ciascuno degli insegnanti coinvolti nel peer to peer, alcune griglie
per completarle, individualmente, nel periodo in cui a scuola avverranno le osservazioni
al fine di discuterne, poi, durante il momento della restituzione.
Istruzioni per l’insegnante:
“Caro/a Insegnante,
ti chiediamo di completare, con gli elementi che ritieni opportuno sottolineare, le schede di percorso seguenti.
Procedere in questo modo, nei mesi in cui verranno condotte le osservazioni sulle prassi didattiche, significa
prestare attenzione alle azioni che quotidianamente metti in pista, riflettendo “su quello che fai, mentre lo fai”.
Impegno, quest’ultimo, fondamentale per lo sviluppo del pensiero dei professionisti impegnati in mestieri
costantemente orientati alla qualità come il tuo.
Al termine del peer to peer raccoglieremo le schede per poter riflettere insieme sul tuo punto di vista in merito
alle pratiche didattiche osservate.
Indica solo i relativi punti di forza e di criticità su ciò che ritieni davvero saliente, degno di essere evidenziato.
Se credi, infine, indica anche eventuali problemi e annotazioni. Buon lavoro!”
La restituzione: prima
Le schede di percorso
Strumento:
Area di svolgimento: aspetto cognitivo e strategico
Riflessioni sulla propria azione didattica
Punti di forza (+) Punti di criticità (-)
Eventuali problemi
Annotazioni
La restituzione: prima
I valori della mia professione
Svolgimento: diamo a ciascuno dei due insegnanti della stessa sezione/classe, la tabella
e la seguente consegna:
“Caro/a Insegnante,
ti chiediamo di completare la scheda gerarchia di valori: basterà attribuire i valori da 1 a
7 (senza mai ripetere due volte lo stesso numero) alle prassi didattiche declinate nella
tabella. Dovrai attribuire il valore 7 alla prassi che a tuo giudizio conta di più tra quelle
indicate, sino ad attribuire 1 a quella che reputi meno importante delle altre. Inserisci, se
vuoi, anche la motivazione.
Grazie e Buon lavoro!”
Prassi didattiche Valore Motivazione
Definire gli obiettivi da
raggiungere
Programmare le attività
Valutare gli apprendimenti
Riflettere sul mio agire
didattico
Confrontarmi con le collega
Assicurare un bel clima
Documentare le attività
La restituzione: prima
I valori della mia professione
Obiettivo: una volta completate tutte le voci, la coppia di insegnanti della
sezione si scambia i rispettivi fogli e si confronta per almeno 10 minuti con il
supporto dell’osservatore.
I valori corrisponderanno alla risposta “cosa è importante per me”. L’elenco
che ne scaturisce è diverso da insegnante a insegnante e, anche se dovesse
contenere gli stessi valori, avrebbe quasi certamente un ordine diverso di
importanza per ciascuna.
Il confronto con la collega e con il gruppo presente permette di allargare la
visuale e comprendere che ci può essere arricchimento dalla diversità di
pensiero.
La restituzione: prima
Le competenze che mi rappresentano
Svolgimento: a ciascuna insegnante viene consegnata la tabella seguente chiedendo di
descrivere le proprie competenze più solide. Dopo 10/15 minuti, chi conduce raccoglie le
tabelle e le legge ad alta voce, evitando di dire il nome dell’insegnante. Le colleghe
dovranno capire a chi si riferisce quella descrizione.
I risultati attesi sono sintetizzabili in:
 apertura al dibattito e al confronto tra insegnanti di una stessa scuola;
 esplicitazione della propria immagine di sé;
 riflessione sull’importanza di collaborare e di mettere “in circolo” le proprie competenze, per la
qualità della didattica della scuola;
 riflessione sulla ri-progettazione da attuare;
 riflessione su possibile impostazione della didattica laboratoriale.
Nome del partecipante
Le competenze che mi
rappresentano
Motivazione
La restituzione: prima
Le competenze che mi rappresentano
Obiettivo: aumentare la conoscenza che ogni insegnante (anche quelle/i che non hanno
partecipato direttamente al percorso di formazione) ha dell’altra e rafforzare il gruppo di
insegnanti.
Il meccanismo che scatta in questo gioco è che ogni insegnante pensa di doversi adattare
all’immagine che ritiene gli altri (colleghe/i, genitori, bambini) abbiano di lei/lui – pur non
essendo quella che sente di appartenergli. Oppure può capitare che scelga di fornire
l’immagine che ha di sé perché convinta/o al 100% che sia coincidente con quella che gli
altri hanno di lei/lui.
Il conduttore (formatore, osservatore, pedagogista) dovrà cercare di indurre gli
insegnanti a non pensare ciò che pensano gli altri, ma a fornire una rappresentazione di
loro stesse al gruppo che sia la più onesta possibile.
La finalità è quella di rintracciare nelle insegnanti i rispettivi punti di forza, così da poter
innescare una ri-progettazione a partire da questi (emergeranno vissuti in merito alle
proprie competenze...ecc.).
Potenzialità e condizioni d’uso di questi strumenti
Potenzialità Condizioni d’uso
• analisi di situazioni didattiche attraverso
punti di vista differenti: pedagogisti,
insegnanti tutor, insegnanti neoassunti,
ricercatori, ecc;
• pensiero riflessivo dell’insegnante;
• riprogettazione della didattica;
• atteggiamento scientifico orientato ad
una scuola del progetto e del curricolo;
• cura della propria professionalità
attraverso l’analisi della propria pratica.
• non si osserva per classificare
o selezionare!
• complementarietà con
strumenti differenti - di
osservazione del contesto, ad
esempio – in modo tale da
avere uno sguardo più ricco e
valido sulle realtà studiate.
Grazie per l’attenzione….
…e buona osservazione a tutti!
rossella.dugo@uniurb.it
Università di Urbino

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  • 1. L’osservazione peer to peer: modalità e strumenti Rossella D’Ugo Dipartimento di Scienze dell’Uomo Università di Urbino Carlo Bo
  • 2. DM 850 del 27 ottobre 2015
  • 3. I punti sui quali rifletteremo insieme  La voce delle insegnanti  Peer to peer = atteggiamento scientifico  Il paradigma dell’Educational evaluation  Brevi punti sugli aspetti metodologici dell’Osservazione  Uno strumento di osservazione: una proposta  Restituiamo…
  • 4. La voce degli insegnanti Che cosa dicono i veri protagonisti del del peer to peer?
  • 5. Come ha vissuto l’esperienza di peer to peer? 5 «Voglia di farsi vedere, voglia di far vedere le proprie competenze, avere la possibilità di far tornare alla teoria tutto ciò che era diventato pratica e di riscoprire tutto ciò che era la teoria rivoltandolo alla pratica». « (...) è stato interessante e utile per mettersi in gioco per osservarsi meglio, per vedersi da fuori (…) Lo strumento è molto utile, perché ti può indicare anche la via, mettendosi in discussione e in prospettiva della programmazione del nuovo anno può essere molto utile tenerlo affianco e andare a vedere, confrontando sempre quello che si sta programmando. Molto interessante avere avuto un confronto con voi che facevate le osservazioni».
  • 6. 6 «Sicuramente la possibilità di rimettersi in gioco. La scala a mio parere è molto ben divisa nei livelli, perché rileggendola, anche in autocritica riuscivo a dire “si qua ci sono, invece qua no perché obiettivamente questa cosa non la faccio” e quindi è molto utile anche per le insegnanti che vogliono cercare di attuare nel loro possibile le miglior pratiche e migliorarsi dove si rendono conto di avere carenze». «Il punto di forza è il confronto, il confronto con se stessi e il confronto per poter dare quel punto in più, per poter dare quell’attenzione in più, quella specialità in più verso le prassi quotidiane. Lo strumento te le fa vedere, perché tu sai benissimo che lo puoi fare, allora devi togliere via le variabili negative che ti impediscono di farlo per il bene dei bambini, e questo porta ad soddisfazione che ti viene restituita». Punti di forza del peer to peer?
  • 7. Come giudica questo percorso? 7 «Io positivo, a me è piaciuto, infatti quando ci è stato comunicato che ci sarebbe stato questo progetto con osservazioni e tutto il resto, dentro di me c’era la curiosità e l’idea di voler dare il meglio di me stessa, quindi è stato un vero e proprio stimolo, un’esperienza che ripeterei, in quanto è un rimettersi in discussione che ti fa rileggere sotto un'altra chiave ciò che molto spesso la quotidianità ti fa dare per scontato. Naturalmente il nostro lavoro è sempre in evoluzione perché i bambini ti impongono di cambiare e rinnovarti costantemente però questa esperienza mi ha dato degli input e delle sollecitazioni ancora maggiori». «Positivo, sarebbe interessante a livello professionale potersi ritrovare con lo stesso team e questo strumento in mano, in luce di quello che è stato fatto a fare una programmazione annuale in luce dell’anno prossimo, però sarà un po’ una parte che mancherà. Speriamo solo che l’insegnante che arriverà sarà un insegnante che arriva da questo tipo di percorso perché altrimenti gli mancherebbe tutta la condivisione, la restituzione e il ritorno che è stato fatto».
  • 8. Crede che questo strumento possa essere utile? E se si da chi e in che modo pensa possa essere usato? 8 «Può sicuramente essere utile, e potrebbe essere utilizzato, secondo me, all’inizio di ogni anno scolastico per riconsiderare le proprie prassi e trovare gli standard a cui ambire o dove potersi migliorare, con magari una verifica intermedia a metà anno, per un autovalutazione, ed in seguito a fine anno per un resoconto finale».
  • 10. Peer to peer Vs Teorie ingenue Chi opera nel nostro settore di ricerca deve costantemente affrontare la seguente difficoltà: essendo l’educazione un’esperienza diffusa universalmente, e di cui tutti hanno conoscenza diretta, ciascuno si sente autorizzato, o comunque parte in causa, a commentare le decisioni educative senza che gli esperti abbiano la possibilità di far valere il senso del loro lavoro di accumulazione di informazioni.
  • 11. Il peer to peer promuove un atteggiamento scientifico  necessità del rifiuto costante di ogni scorciatoia irrazionale  pericolo del dogmatismo scientifico  abbiamo sempre a che fare con ipotesi e mai con certezze!  non vi è nulla che si possa considerare verità assoluta! Impostazione scientifica della ricerca educativa
  • 12. Il peer to peer rende l’insegnante un AGENTE DECISIONALE consapevole Il punto di partenza della ricerca in educazione – e in particolare della ricerca sperimentale – è la volontà di comprendere i fenomeni educativi al fine di assumere decisioni educative che abbiano, in tal senso, maggiori probabilità di essere efficaci. atteggiamento critico atteggiamento problematico atteggiamento pragmatico
  • 13. Il paradigma dell’Educational Evaluation Valutare – Restituire – Riflettere – Innovare – Valutare assunto di questo modello Valutazione come processo condiviso in cui tutti gli attori hanno parte attiva
  • 14. Un percorso di peer to peer condotto secondo questo modello ha l’obiettivo di…  avviare un processo di valutazione delle prassi didattiche in cui si collocano gli interventi educativi e didattici degli insegnanti;  disegnare il “profilo” delle prassi degli insegnanti osservati sulla base di parametri chiaramente definiti e condivisi;  decidere di incentivare una costante riflessione critica degli operatori in merito alle situazioni didattiche progettate (e da riprogettare).
  • 15. Nel modello del valutare-restituire-riflettere–innovare-valutare La valutazione… - è raccolta sistematica di dati - promuove una attribuzione di valore che mira all’azione - ha come principale finalità cambiamento/innovazione/miglioramento - punta a rendere consapevoli i soggetti (in merito a problemi, soluzioni) - è stimolo per una revisione continua del lavoro (e quindi di una riprogettazione) - è un evento sociale: partecipazione, negoziazione di obiettivi, valori, significati in tutte le fasi del processo
  • 16. Gli strumenti di osservazione - valutazione 1. definiscono le prassi didattiche da «valutare» degli insegnanti dichiarandone esplicitamente i diversi oggetti di osservazione; 2. definiscono un modello di pratiche didattiche «eccellenti» : poggiano perciò su assunti pedagogici e valoriali di fondo che sono propri di chi lo ha costruito (dietro ad ogni strumento vi è una sua “filosofia”); 3. sono filtri che guidano l’evaluation Permettono di valutare lo scarto tra lo stato di fatto della realtà da valutare e gli espliciti livelli considerati ottimali dal gruppo di riferimento. Confronto tra “essere” e “dover essere”, tra livelli di qualità percepiti e livelli di qualità auspicati.
  • 17. Validità e attendibilità degli strumenti e quindi delle rilevazioni La validità esprime il grado di corrispondenza tra una rilevazione (una misura o un giudizio) e l’oggetto a cui questa si riferisce. Una rilevazione è attendibile quando la sua accuratezza è tale da risultare costante, chiunque sia il soggetto che esegue la rilevazione e che l’esito di successive misurazioni risulti lo stesso.
  • 18. Gli STEPS fondamentali per la somministrazione degli strumenti  chiarire le modalità d’uso dello strumento e le sue finalità formative;  somministrare lo strumento/raccogliere i dati (validità e attendibilità);  analisi e confronto dei dati con gli insegnanti osservati;  messa in discussione dei criteri di qualità dello stesso strumento;  condivisione delle criticità e progettazione di interventi di miglioramento.
  • 19. Brevi punti sugli aspetti metodologici dell’Osservazione
  • 20. Coordinate dell’osservazione 1. la presenza di un osservatore adeguatamente formato; 2. un contesto di osservazione scelto con molta attenzione e ben definito; 3. un oggetto da osservare che sia ben delimitato (nel nostro caso il fare didattico dell’insegnante); 4. degli strumenti (validi e attendibili) adeguati e coerenti con le finalità di ricerca e con l’oggetto da osservare.
  • 21. Elementi dell’osservazione Chi Soggetto osservato Osservatore Che Cosa Attività Punto di vista Scopo Finalità dell’osservazione Quando/Dove In modo periodico occasionale In aula In laboratorio In che modo Strumenti tecniche
  • 22. Minacce di mancata validità e attendibilità  allontanarsi dalla finalità iniziale;  basarsi sulle proprie interpretazioni, confondendole con i fatti;  assumere un atteggiamento pregiudiziale e farsi contagiare dalle proprie aspettative;  non annotare in modo accurato quello che accade durante l’osservazione;  non utilizzare correttamente gli strumenti e le tecniche di rilevazione.
  • 23. Uno strumento di osservazione una proposta Pra.D.I.L.E
  • 24. Un possibile strumento finalizzato al peer to peer Ordine di scuola Strumento Oggetti di osservazione Tipologia di osservazi one Stato Tutti gli altri ordini di scuole  Strumenti di osservazione relativi alle competenze professionali Competenza didattica Competenza progettuale curricolare Competenza legata alla valutazione strutturata - In fase di sperimentazione
  • 25. Due questioni principali 1. L’intenzionalità pedagogico-didattica dello strumento 2. La sua funzione formativa
  • 26. PraDILE Che cosa: - messa a punto di una rating scale per l’osservazione delle prassi didattiche degli insegnanti all’interno delle sezioni/classi Obiettivi: - entrare all’interno dei processi didattici dei contesti per osservarli sulla base di specifici indicatori di qualità - condurre gli insegnanti verso una maggiore consapevolezza e intenzionalità progettuale, a partire da dati osservativi rilevati in modo valido e affidabili - riflettere su un buon insegnamento definito sulla base di scelte valoriali “a priori” Intenzioni dello strumento: - conoscere i processi didattici che si svolgono in classe - analizzarli in modo peculiare - discuterli con gli insegnanti che sono stati osservati
  • 27. Strumento di osservazione sulle competenze professionali di tipo trasversale: il Pra.D.I.L.E.  Competenza didattica  Competenza progettuale curricolare  Competenza legata alla valutazione - intercetta, isolandole, alcune competenze professionali forti; - monitora le azioni didattiche che esprimono una scelta precedentemente compiuta dall’insegnante.
  • 28. Il Pra.D.I.L.E. Lo strumento è costruito nella cornice di riferimento delle relazioni del sistema didattico allievo/insegnante/sapere (per ciò che davvero avviene al suo interno e tra i diversi poli) (Damiano, 2013; Chevalard; Martini 2011, 2014) allievo insegnante Sapere
  • 29. La trasposizione didattica 29 La trasposizione didattica consiste nell’estrarre un elemento di sapere dal suo contesto (universitario, sociale eccetera) per riambientarlo nel contesto sempre singolare, sempre unico, dell’ aula. In questo lavoro, l’insegnante non è mai un individuo isolato. È di fatto il collettivo, l’istituzione che oggettivizza e definisce nella sua specificità il sapere scolare, i suoi metodi, la sua razionalità. Il concetto di trasposizione didattica è inteso come il lavoro di adattamento, di trasformazione del sapere in oggetto di insegnamento, in funzione del luogo, del pubblico e delle finalità didattiche che ci si pone. savoir savant forme scientifiche savoir à enseigner forme didattiche savoir enseigné
  • 30. Il «PraDILE»: indicatori e aspetti procedurali Aree di interesse Item Unità1. La fase di preparazione 1. chiarezza dell’obiettivo da conseguire 2. predisposizione della presentazione 3. previsione delle criticità Unità 2. La fase di avvio 4. predisposizione dell’ambiente 5. focalizzazione dell’attenzione 6. attivazione delle preconoscenze degli allievi 7. comunicazione esplicita dell’obiettivo da conseguire Unità 3. La fase di svolgimento: aspetto comunicativo 8. presentazione delle informazioni attraverso differenti codici comunicativi 9. presentazione delle informazioni attraverso facilitatori 10. messa in evidenza delle conoscenze di maggior rilievo, evitando il sovraccarico cognitivo Unità 4. La fase di svolgimento: aspetto cognitivo e strategico 11. previsione dei cambiamenti che subentrano nella mente degli alunni sotto forma di processi cognitivi 12. utilizzo di strategie orientate a mantenere la curiosità, promuovendo un carattere aperto e sfidante dell’apprendimento 13. utilizzo del contenuto in modo da saperlo adattare/destrutturare in gradi di complessità diversa per poi riapplicarlo in contesti svariati
  • 31. Il PraDILE: indicatori e aspetti procedurali Aree di interesse Item Unità 5. La fase di svolgimento: aspetto gestionale e interattivo 14. comunicazione e mantenimento di regole chiare e condivise 15. controllo costante su tutto quanto accade nella classe 16. applicazione di strategie dissuasive verso comportamenti di disturbo Unità 6. La fase di svolgimento: aspetto partecipativo 17. gestione costante del feedback (valutazione formativa) 18. gestione delle diverse tipologie di attività e della partecipazione collettiva 19. sviluppo di abilità per un’efficace interazione tra pari Unità 7. La conclusione 20. messa a fuoco degli aspetti essenziali della lezione 21. controllo della modifica delle preconoscenze degli allievi 22. capacità di fornire indicazioni per consolidare gli apprendimenti e promuovere l’autonomia e le strategie di studio
  • 32. Indicatori e aspetti procedurali  struttura di ciascun item è quella di una rating scale con tre descrittori espliciti relativi all’agire dell’insegnante;  ogni item propone categorie comportamentali non elementaristiche, ma osservabili in relazione al contesto descritto: si tratta di micro-situazioni “esemplari”;  in ciascuna descrizione sono inserite due o tre modalità comportamentali ed elementi contestuali tra loro coerenti e rispondenti a livelli di qualità minima (10), buona (30), eccellente (50).
  • 33.
  • 34.
  • 35. La funzione formativa di questo strumento L’opportunità dell’osservazione delle pratiche didattiche in classe si rileva una metodologia molto utile in quanto determina: 1. l’opportunità per gli insegnanti di decentrarsi, di attivare una “presa di distanza” dalle azioni didattiche compiute; 2. l’innestarsi di processi di riflessione all’interno delle scuole (a livello collegiale) e delle classi/sezioni (a coppie/gruppi di insegnanti); 3. la presa di coscienza dell’esigenza di “entrare” dettagliatamente nel merito delle prassi didattiche per poter assumere decisioni consapevoli di riprogettazione e miglioramento della didattica stessa all’interno delle scuole, con il supporto di formazione in servizio; 4. la necessità di una rigorosa eterovalutazione (anche tra colleghi) in grado di promuovere supporto e accompagnamento nei processi di riflessione e di riprogettazione.
  • 37. L’osservazione e la restituzione IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE Ciascun insegnante ha il compito di osservare il proprio collega di sezione, creando in tal modo coppie reciproche di osservatore – osservato, che costituiranno l’unità di riferimento per la fase di restituzione. Ciascun insegnante prenderà parte a due incontri finali di restituzione: in qualità di eterovalutatore, in un caso, e in qualità di insegnante osservato, nell’altro caso. L’incontro, in ambo i casi, avrà come obiettivo quello di: 1. riflettere insieme sui dati raccolti al duplice fine di ri-progettare le prassi didattiche degli insegnanti osservati; 2. ipotizzare il curricolo scolastico dell’anno successivo; L’INCONTRO DI RESTITUZIONE
  • 38. La restituzione: prima, durante, dopo Tappe della restituzione Attori e ruoli Prima della restituzione insegnanti osservatori e insegnanti osservati compilano le schede: 1. i valori della mia professione 2. le schede di percorso 3. le competenze che mi rappresentano Durante la restituzione insegnanti osservatori, insegnanti osservati, pedagogista, dirigente, ecc, riflettono sui dati raccolti col supporto di: 1. le schede compilate nella fase «prima della restituzione» 2. assumendo specifici ruoli (facilitatore, guida, promotore, ecc) Dopo la restituzione insegnanti osservatori, insegnanti osservati, pedagogista, dirigente, ecc.: 1. riprogettano le proprie prassi didattiche con l’ausilio di specifici format 2. analizzano punti di forza e di criticità del percorso di formazione 3. archiviano i documenti prodotti = documentano
  • 39. La restituzione: prima Le schede di percorso Obiettivo: aumentare i dati sui quali discutere durante la restituzione e “incrociare” quanto raccolto per mezzo della somministrazione PraD.I.L.E. con una dettagliata forma di autovalutazione degli insegnanti. Svolgimento: diamo a ciascuno degli insegnanti coinvolti nel peer to peer, alcune griglie per completarle, individualmente, nel periodo in cui a scuola avverranno le osservazioni al fine di discuterne, poi, durante il momento della restituzione. Istruzioni per l’insegnante: “Caro/a Insegnante, ti chiediamo di completare, con gli elementi che ritieni opportuno sottolineare, le schede di percorso seguenti. Procedere in questo modo, nei mesi in cui verranno condotte le osservazioni sulle prassi didattiche, significa prestare attenzione alle azioni che quotidianamente metti in pista, riflettendo “su quello che fai, mentre lo fai”. Impegno, quest’ultimo, fondamentale per lo sviluppo del pensiero dei professionisti impegnati in mestieri costantemente orientati alla qualità come il tuo. Al termine del peer to peer raccoglieremo le schede per poter riflettere insieme sul tuo punto di vista in merito alle pratiche didattiche osservate. Indica solo i relativi punti di forza e di criticità su ciò che ritieni davvero saliente, degno di essere evidenziato. Se credi, infine, indica anche eventuali problemi e annotazioni. Buon lavoro!”
  • 40. La restituzione: prima Le schede di percorso Strumento: Area di svolgimento: aspetto cognitivo e strategico Riflessioni sulla propria azione didattica Punti di forza (+) Punti di criticità (-) Eventuali problemi Annotazioni
  • 41. La restituzione: prima I valori della mia professione Svolgimento: diamo a ciascuno dei due insegnanti della stessa sezione/classe, la tabella e la seguente consegna: “Caro/a Insegnante, ti chiediamo di completare la scheda gerarchia di valori: basterà attribuire i valori da 1 a 7 (senza mai ripetere due volte lo stesso numero) alle prassi didattiche declinate nella tabella. Dovrai attribuire il valore 7 alla prassi che a tuo giudizio conta di più tra quelle indicate, sino ad attribuire 1 a quella che reputi meno importante delle altre. Inserisci, se vuoi, anche la motivazione. Grazie e Buon lavoro!” Prassi didattiche Valore Motivazione Definire gli obiettivi da raggiungere Programmare le attività Valutare gli apprendimenti Riflettere sul mio agire didattico Confrontarmi con le collega Assicurare un bel clima Documentare le attività
  • 42. La restituzione: prima I valori della mia professione Obiettivo: una volta completate tutte le voci, la coppia di insegnanti della sezione si scambia i rispettivi fogli e si confronta per almeno 10 minuti con il supporto dell’osservatore. I valori corrisponderanno alla risposta “cosa è importante per me”. L’elenco che ne scaturisce è diverso da insegnante a insegnante e, anche se dovesse contenere gli stessi valori, avrebbe quasi certamente un ordine diverso di importanza per ciascuna. Il confronto con la collega e con il gruppo presente permette di allargare la visuale e comprendere che ci può essere arricchimento dalla diversità di pensiero.
  • 43. La restituzione: prima Le competenze che mi rappresentano Svolgimento: a ciascuna insegnante viene consegnata la tabella seguente chiedendo di descrivere le proprie competenze più solide. Dopo 10/15 minuti, chi conduce raccoglie le tabelle e le legge ad alta voce, evitando di dire il nome dell’insegnante. Le colleghe dovranno capire a chi si riferisce quella descrizione. I risultati attesi sono sintetizzabili in:  apertura al dibattito e al confronto tra insegnanti di una stessa scuola;  esplicitazione della propria immagine di sé;  riflessione sull’importanza di collaborare e di mettere “in circolo” le proprie competenze, per la qualità della didattica della scuola;  riflessione sulla ri-progettazione da attuare;  riflessione su possibile impostazione della didattica laboratoriale. Nome del partecipante Le competenze che mi rappresentano Motivazione
  • 44. La restituzione: prima Le competenze che mi rappresentano Obiettivo: aumentare la conoscenza che ogni insegnante (anche quelle/i che non hanno partecipato direttamente al percorso di formazione) ha dell’altra e rafforzare il gruppo di insegnanti. Il meccanismo che scatta in questo gioco è che ogni insegnante pensa di doversi adattare all’immagine che ritiene gli altri (colleghe/i, genitori, bambini) abbiano di lei/lui – pur non essendo quella che sente di appartenergli. Oppure può capitare che scelga di fornire l’immagine che ha di sé perché convinta/o al 100% che sia coincidente con quella che gli altri hanno di lei/lui. Il conduttore (formatore, osservatore, pedagogista) dovrà cercare di indurre gli insegnanti a non pensare ciò che pensano gli altri, ma a fornire una rappresentazione di loro stesse al gruppo che sia la più onesta possibile. La finalità è quella di rintracciare nelle insegnanti i rispettivi punti di forza, così da poter innescare una ri-progettazione a partire da questi (emergeranno vissuti in merito alle proprie competenze...ecc.).
  • 45. Potenzialità e condizioni d’uso di questi strumenti Potenzialità Condizioni d’uso • analisi di situazioni didattiche attraverso punti di vista differenti: pedagogisti, insegnanti tutor, insegnanti neoassunti, ricercatori, ecc; • pensiero riflessivo dell’insegnante; • riprogettazione della didattica; • atteggiamento scientifico orientato ad una scuola del progetto e del curricolo; • cura della propria professionalità attraverso l’analisi della propria pratica. • non si osserva per classificare o selezionare! • complementarietà con strumenti differenti - di osservazione del contesto, ad esempio – in modo tale da avere uno sguardo più ricco e valido sulle realtà studiate.
  • 46. Grazie per l’attenzione…. …e buona osservazione a tutti! rossella.dugo@uniurb.it Università di Urbino