5. La religione ha una funzione positiva autonoma, quella di rispondere al bisogno umano di fronteggiare le situazioni di crisi sparse lungo l'arco dell'esistenza individuale e collettiva. Tra le crisi la più inquietante è quella connessa alla morte, l'evento che sconvolge calcoli e progetti umani. La religione interviene con varie modalità, che vanno dall'affermazione della non realtà della morte all'elaborazione di teorie come quella dell'immortalità dell'anima umana. In ogni caso la religione interviene sulle situazioni di crisi al fine di modificarle secondo paradigmi sociali sanciti dalla tradizione. La religione manipola gli accadimenti critici assumendoli, in modo da eliminare i fattori di squilibrio e di disintegrazione, operando a favore della coesione sociale.
6. Anche la magia ha una sua funzione. Malinowski rifiuta la teoria di Frazer secondo la quale la magia era una forma primitiva e distorta di conoscenza scientifica, una pseudo-scienza. Per Malinowski il ricorso al magico è funzionale a far fronte a quei rischi che dipendono da fattori derivanti dal caso (e sono perciò imprevedibili) rispetto ai quali il peso della scienza è irrilevante. Il sapere scientifico e la tradizione magica sono per Malinowski strumenti per sottoporre a controllo umano la realtà esterna nella totalità dei suoi aspetti. Il senso ultimo della magia è quello di far sì che l'uomo non desista dall'operare, offrendogli una via d'uscita là dove si profila il rischio dell'impasse.
7. L'approccio etnografico di Malinowski, venato dal sospetto che le interpretazioni dell'antropologo siano continuamente influenzate dalle interpretazioni degli informatori, è una teoria che, come egli stesso ebbe a scrivere, "nata sul campo, conduce ancora nuovamente sul campo". I suoi libri più famosi e importanti sono quelli in cui l'antropologo polacco ha organizzato e interpretato i dati raccolti sul "terreno”.