Scheda del libro consigliato da Giuseppe Zollo: "Al Caffé degli Esistenzialisti. Libertà, Essere e Cocktail" - presentato al Complexity Literacy Meeting Nazionale 2017 organizzato dal Complexity Institute
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3Natascia Rimondi
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Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro consigliato da Giuseppe Zollo: "Al Caffé degli Esistenzialisti. Libertà, Essere e Cocktail"
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LA SCHEDA DEL “LIBRO CONSIGLIATO”
Dal Lettore: Giuseppe Zollo
1. TITOLO : AL CAFFE’ DEGLI ESISTENZIALISTI: LIBERTA’, ESSERE E COCKTAIL
EVENTUALE TITOLO EDIZIONE ORIGINALE: At the Existentialist Café. Freedom, Being and Apricot Cocktails
2. AUTORE/I: SARAH BAKEWELL
EVENTUALI NOTE SULL’AUTORE: Sarak Bakewell ha riconosciuto in sé l’anelito esistenzialista fin da adolescente quando,
sedicenne, lesse La nausea. È l’autrice di Montaigne. L’arte di vivere, pubblicato da Fazi Editore nel 2011, vincitore
del Duff Cooper Prize per la non-fiction e del National Book Critics Circle Award nella sezione biografia. Attualmente
insegna scrittura creativa al Kellogg College, a Oxford.
3. CASA EDITRICE: Fazi Editore
EVENTUALE CASA EDIZIONE ORIGINALE: Other Press, London
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2016
EVENTUALE ANNO EDIZIONE ORIGINALE: 2016
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”
Siamo a cavallo tra il 1932 e il 1933. Al Bec-de-Graz, un caffè di Parigi la cui specialità sono i
cocktail all’albicocca, si incontrano tre giovani amici: Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e il loro
compagno di scuola Raymond Aron. È lui a introdurre Sartre e la de Beauvoir alla fenomenologia,
una nuova corrente di pensiero così radicale che, dice indicando i bicchieri, «Se sei un
fenomenologo puoi parlare di questo cocktail ed è filosofia!».
Questa stringata argomentazione dà a Sartre l’ispirazione di cui era in cerca da anni, e gli offre lo
spunto per creare la propria filosofia basata sull’esperienza della vita reale, sull’amore e il
desiderio, sulla libertà e l’essere, sui caffè e i camerieri, sull’amicizia e il fervore rivoluzionario.
Sono idee che ammalieranno Parigi, avranno rapida diffusione in tutto il mondo e lasceranno un
marchio indelebile sulla cultura giovanile degli anni Sessanta, dai movimenti per i diritti civili a
quelli studenteschi fino alle rivendicazioni del femminismo.
Sarah Bakewell, grazie a uno stile che con la stessa elegante disinvoltura affronta concetti
metafisici e aneddotica, dilemmi morali e faide ideologiche, racconta la storia dell’esistenzialismo
moderno come un sorprendente e felice incontro di idee, menti e persone.
Al caffè degli esistenzialisti è un viaggio originale in una delle filosofie più affascinanti del XX
secolo, abitata da personaggi che hanno impresso una traccia indelebile nella storia del pensiero
contemporaneo, da Sartre e la de Beauvoir, “il re e la regina dell’esistenzialismo”, fino ai loro amici
e fieri avversari come Camus, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas. Attraverso l’intreccio di
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biografia e pensiero, Bakewell ci conduce al cuore di una filosofia talmente influente da aver
cambiato letteralmente il corso di numerose vite e che è riuscita ad affrontare la più grande di
tutte le questioni: chi siamo e come dovremmo vivere?
6. INDICE DEI CAPITOLI PRINCIPALI
1. Signore, che orrore l’esistenzialismo
2. Alle cose stesse
3. Il mago di Messkirk
4. Il Si, la Chiamata
5. Pascolare nei mandorli in fiore
6. Non voglio mangiare i miei manoscritti
7. Occupazione, Liberazione
8. Devastazione
9. Studi di vita
10. Il filosofo danzante
11. Croises comme sa
12. Gli occhi dei meno privilegiati
13. Una volta assaporata la fenomenologia
14. L’imponderabile splendore
7. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO (max 300 parole)
Leggo sulla bandella del libro: “Sarah Bakewell ha riconosciuto in sé l’anelito
esistenzialista fin da adolescente quando, sedicenne, lesse La nausea”. Scatta
immediatamente l’effet madeleine di Proust. Anch’io nel 1965 a quindici anni ho
letto La nausea di Sartre, Oscar Mondadori n. 3, lire 350, appena uscito in edicola.
Immediatamente leggo, rileggo e annoto il libro della Bakewell in un furioso corpo a
corpo che dura un mese.
Centrale per gli esistenzialisti è la nozione di libertà. Passato e presente configurano
in modo incompleto le condizioni dell’esistenza. L’indeterminatezza genera la libertà
che l’individuo usa nelle scelte di ogni giorno per determinare quello che sarà. La
libertà dell’esistere ci consegna una responsabilità insopportabile. Comincia così
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un’avventura intellettuale che oggi è possibile rileggere e comprendere alla luce
della Complexity Science.
Ormai siamo vaccinati nei confronti delle angosce esistenziali che hanno turbato due
adolescenti. Psicologi, neurologi, scienziati, filosofi e sociologi ci hanno spiegato che
la complessità dell’ambiente è sempre eccedente rispetto alle capacità biologiche e
culturali utilizzate per decodificare l’esperienza. E che, tuttavia, i processi biologici,
culturali e sociali ci hanno dotato di barriere che ci difendono dalla catastrofe della
complessità dell’esperienza. Schermi che organizzano e danno forma ai dati
dell’esperienza. Ma anche filtrano, selezionano e, sostanzialmente, accecano.
Gli esistenzialisti ci spiegano che il nostro mondo ‘sensato’ è un mondo arbitrario.
Risultato di uno scontro tra esigenze conflittuali. E che gli schemi culturali
dominanti, che forniscono il senso collettivo dell’esperienza, sono il risultato di una
feroce lotta di potere tra gruppi sociali.
Gli esistenzialisti impegnano buona parte delle proprie energie nella
demistificazione delle costruzioni sociali che legittimano posizioni di potere che
bloccano il cammino degli individui alla piena realizzazione della propria umanità.
Emblematica è l’analisi della costruzione sociale del ruolo subalterno della donna -
sposa, madre, amante, prostituta - operata da Simone di Beauvoir nel suo “Il
secondo sesso”. Significativo è il ruolo di intellettuale di riferimento assunto da
Sartre nelle contestazioni parigine del maggio ‘68.
Rileggere l’avventura degli esistenzialisti ci fa scoprire l’origine intellettuale, sociale
e politica del pensiero complesso. Ci fornisce gli strumenti per identificare e forare
le barriere culturali che ci impediscono di cogliere la ricchezza celata nella
complessità dell’esperienza.