Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi di Jonathan Safran Foer, Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche.
Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro consigliato da Maurizio Cavazz...
Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro presentato da Marinella De Simone: "Possiamo salvare il mondo"
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LA SCHEDA DEL “LIBRO CONSIGLIATO”:
POSSIAMO SALVARE IL MONDO, PRIMA DI CENA
Dalla Lettrice: Marinella De Simone
1. TITOLO: Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi
EVENTUALE TITOLO EDIZIONE ORIGINALE: We are the Weather. Saving the Planet begins at
Breakfast
2. AUTORE: Jonathan Safran Foer
EVENTUALI NOTE SULL’AUTORE: Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a New
York. Ha esordito a 25 anni con “Ogni cosa è illuminata” (2002), best seller internazionale e
vincitore del National Jewish Book Award e del Guardian First Book Award.
3. CASA EDITRICE: Guanda
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2019
EVENTUALE ANNO EDIZIONE ORIGINALE: 2019
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”:
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è
ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà
incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di
conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia
facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non
coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o
paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karski, il «testimone inascolta-to», quando cercò di
svelare l’orrore dell’Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di
contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c’è la
nostra sopravvivenza, o la -sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie,
adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto?
Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per
raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra
capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ri-cordi personali,
episodi biblici, dati scienti-fici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro unico, che parte dalla
volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai
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figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a
insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso
la vita».
6. INDICE DEI CAPITOLI PRINCIPALI:
I. Incredibile
II. Come evitare la morìa suprema
III. Solo casa
IV. Disputa con l’anima
V. Più vita
Appendice: 14,5%/51%
Note
Bibliografia
Ringraziamenti
7. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO (max 300 parole):
Perché è un libro “speciale”, diverso da quelli che tradizionalmente affrontano, sotto forma di saggi,
il tema del cambiamento climatico e degli scenari drammatici che ci attendono. L’Autore riesce a
coniugare con maestria i dati scientifici con una scrittura narrativa, che sposta il baricentro
dell’analisi dall’esterno all’interno di ognuno di noi ed al modo in cui decidiamo di rapportarci alla
vita e alla morte, nostra e degli altri.
I temi angoscianti della crisi in cui siamo immersi e che sta cominciando a manifestarsi con sempre
maggiore evidenza non sono solo ambientali ma, soprattutto, umani. Foer si interroga, e ci
interroga, sulla nostra inerzia, sulla nostra cecità, sul nostro non voler affrontare problemi che
paiono più grandi di noi e che, proprio per questo, non siamo disposti a credere fino in fondo che
siano veri. Ci incita, ed incita sé stesso, a cominciare ad agire su ogni fronte possibile per ridurre gli
impatti di ciò che attende noi e le generazioni che ci seguiranno. Ed indica una via privilegiata da
scegliere (anche se non l’unica, ovviamente), particolarmente potente nell’impatto che potrebbe
avere sulla Terra che abitiamo: ridurre il consumo della carne, che innescherebbe riduzioni a catena
su diversi piani di criticità con effetti esponenziali di miglioramento. È una scelta che è
completamente nelle nostre possibilità, non ci sono scuse a riguardo, se non l’incredulità e la
passività che ci spinge a non farlo.