Una metodologia innovativa: un ambiente di Social Learning in cui il docente è attivatore e gli studenti acquisiscono il ruolo di "costruttori" dei contenuti e del percorso formativo.
Il progetto del 2011 ha coinvolto circa 160 studenti del Corso di Turismatica della Facoltà di Sociologia dell'Università Milano Bicocca.
“Social Education Environment: riprogettare la formazione” intende:
1. rispondere alle esigenze di adeguamento della formazione alle trasformazioni in corso, per superare l’impostazione erogativi e ricomporre la frattura tra il mondo dell’esperienza cognitiva di studenti e docenti e il modus operandi della scuola e delle istituzioni formative
2. dotare gli studenti della metodologia e della strumentazione necessarie a sfruttare le opportunità della rete e dei processi formativi in cui sono coinvolti
L’avvento dei nuovi media e la moltiplicazione delle opportunità di conoscenza che caratterizzano l’esperienza di chi apprende stanno trasformando i processi di apprendimento.
La separazione tra ruoli si sta sempre più assottigliando e, pur nella considerazione delle diverse competenze i processi formativi sono caratterizzati da costante osmosi tra i soggetti.
Le istituzioni formative ripropongono i loro modelli anche a fronte dello scollamento tra le modalità di erogazione e l’esperienza cognitiva degli attori del processo formativo.
Ne è una testimonianza particolarmente significativa la scarsa attenzione a quanto deriva dall’apprendimento "informale", l’apprendimento in contesti relazionali e in auto-formazione, che viene sistematicamente escluso dai processi formativi, a causa dell’incapacità di gestire forme di apprendimento che, seppur rilevanti (Jay Cross 2003 sostiene che l’80% delle conoscenze utili deriva da opportunità di questo tipo), non rientrano tra i processi che le organizzazioni sono in grado di monitorare e governare.
Le sollecitazioni per un adeguamento del sistema formativo e delle metodologie ai nuovi contesti non trovano riscontro nella programmazione e le singole esperienze realizzate considerano spesso l’innovazione come introduzione di strumenti digitali lasciando del tutto inalterate le metodologie consolidate.
La funzione erogativa delle istituzioni formative non è incrinata dall’introduzione delle tecnologie informatiche: la maggioranza dei progetti di e-learning che non hanno saputo trasformare la struttura metodologica tradizionale, ne sono la testimonianza.
Gli studenti, che sono esperti nelle loro “interazioni in rete”, sono travolti dall’overload informativo e non riescono a trasformare le informazioni che ricevono in conoscenza consolidata e spendibile per la loro formazione e il loro futuro.
L'incalzante sviluppo lineare del mainstream informativo non consente di apprendere come fissare, organizzare e interconnettere le diverse informazioni che scorrono, generando un “effetto bacheca” in cui solo gli ultimi contenuti sono fruibili.
Un progetto per rispondere agli obiettivi di Lisboma e alla dichiarazione di Copenhagen.
Intervento al seminario MPI-Direzione Generale per la Lombardia, Desenzano, dicembre 2006
Nicole Valentina Colombo, Tesi di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione, Università di Milano Bicocca (marzo 2010).
Realizzata presso TangoLab.
Relatore: R.Polillo
Un progetto per rispondere agli obiettivi di Lisboma e alla dichiarazione di Copenhagen.
Intervento al seminario MPI-Direzione Generale per la Lombardia, Desenzano, dicembre 2006
Nicole Valentina Colombo, Tesi di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione, Università di Milano Bicocca (marzo 2010).
Realizzata presso TangoLab.
Relatore: R.Polillo
PRESENTAZIONE
Il corso in “International Negotiations in the Context of UN: Italy Model United Nations” ha lo
scopo di introdurre i partecipanti ai meccanismi di negoziazione operanti a livello
sovranazionale, con particolare attenzione alle procedure decisionali dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite. L’analisi del sistema operativo ONU verrà affiancato dallo studio delle
principali tematiche che interessano l’attuale Agenda internazionale e dall’apprendimento
delle soft-skills necessarie per operare attivamente quale mediatore e decision-maker
sovranazionale. Lo studio teorico, infatti, viene affiancato dall’implementazione pratica,
mediante il workshop: “Italy Model United Nations” (Italy MUN).
L'innovazione digitale nella didattica: il ruolo del docente e la progettazione di nuovi ambienti di apprendimento. Presentazione di Cristiana Pivetta, Docente di Lettere dell'istituto Comprensivo Don Milani di Carbonia, nell'ambito del secondo incontro territoriale di Scuola+,
Click Anti Incendio: formazione a distanza per detenutivincenzo de simone
E-learning cross-media platform for detainees. Includes english, computer science and graphic\'s lessons. The final task is the creation of a graphic layout for an environmental campaign, as prevention against forest fires.
L'innovative Design thinking per insegnanti è lo strumento ideale per progettare una didattica per competenze efficace. Creato dagli insegnanti per gli insegnanti, è il risultato di tre anni di lavoro e sperimentazione sul campo. Per scuole di ogni ordine e grado.
ASOC protagonista del seminario "La narrativa dei dati - dagli Open Data al M...A Scuola di OpenCoesione
Seminario web del 17 aprile 2020 promosso nell'ambito del corso universitario "Politiche di Coesione Europee e strategie di comunicazione dei territori" dell'Università degli Studi di Torino
Silvia Segatori
Biblioteca Universitaria Interdipartimentale di Reggio Emilia
Università di Modena e Reggio Emilia sede di Reggio Emilia
Intervento al workshop GIDIF-RBM a Bibliostar 2018: "Piattaforme eLearning a confronto: ruolo delle biblioteche nella scelta e nella promozione dei progetti di apprendimento ed aggiornamento online".
Milano, Palazzo delle Stelline
16 marzo 2018
Uffizi Virtual Experience è la prima mostra virtuale interattiva e immersiva realizzata in Italia, che ha portato a Milano i capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi grazie alle digitalizzazioni ad altissima risoluzione di oltre 1150 opere (Milano, Fabbrica del Vapore, dal 22 gennaio al 13 marzo 2016)
PRESENTAZIONE
Il corso in “International Negotiations in the Context of UN: Italy Model United Nations” ha lo
scopo di introdurre i partecipanti ai meccanismi di negoziazione operanti a livello
sovranazionale, con particolare attenzione alle procedure decisionali dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite. L’analisi del sistema operativo ONU verrà affiancato dallo studio delle
principali tematiche che interessano l’attuale Agenda internazionale e dall’apprendimento
delle soft-skills necessarie per operare attivamente quale mediatore e decision-maker
sovranazionale. Lo studio teorico, infatti, viene affiancato dall’implementazione pratica,
mediante il workshop: “Italy Model United Nations” (Italy MUN).
L'innovazione digitale nella didattica: il ruolo del docente e la progettazione di nuovi ambienti di apprendimento. Presentazione di Cristiana Pivetta, Docente di Lettere dell'istituto Comprensivo Don Milani di Carbonia, nell'ambito del secondo incontro territoriale di Scuola+,
Click Anti Incendio: formazione a distanza per detenutivincenzo de simone
E-learning cross-media platform for detainees. Includes english, computer science and graphic\'s lessons. The final task is the creation of a graphic layout for an environmental campaign, as prevention against forest fires.
L'innovative Design thinking per insegnanti è lo strumento ideale per progettare una didattica per competenze efficace. Creato dagli insegnanti per gli insegnanti, è il risultato di tre anni di lavoro e sperimentazione sul campo. Per scuole di ogni ordine e grado.
ASOC protagonista del seminario "La narrativa dei dati - dagli Open Data al M...A Scuola di OpenCoesione
Seminario web del 17 aprile 2020 promosso nell'ambito del corso universitario "Politiche di Coesione Europee e strategie di comunicazione dei territori" dell'Università degli Studi di Torino
Silvia Segatori
Biblioteca Universitaria Interdipartimentale di Reggio Emilia
Università di Modena e Reggio Emilia sede di Reggio Emilia
Intervento al workshop GIDIF-RBM a Bibliostar 2018: "Piattaforme eLearning a confronto: ruolo delle biblioteche nella scelta e nella promozione dei progetti di apprendimento ed aggiornamento online".
Milano, Palazzo delle Stelline
16 marzo 2018
Uffizi Virtual Experience è la prima mostra virtuale interattiva e immersiva realizzata in Italia, che ha portato a Milano i capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi grazie alle digitalizzazioni ad altissima risoluzione di oltre 1150 opere (Milano, Fabbrica del Vapore, dal 22 gennaio al 13 marzo 2016)
Le Comunità di pratica (CdP) sono sistemi emergenti all’interno dei quali si gestisce la conoscenza che deriva dalle pratiche di rete dei singoli componenti. Dall’antichità ai giorni nostri, organizzarsi in comunità costituisce un fenomeno sociale di interesse che rivela il bisogno di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo e di conseguente autorealizzazione.
Le Comunità di pratica sono “gruppi di persone che condividono un interesse, un insieme di problemi, una passione rispetto a una tematica e che approfondiscono la loro conoscenza ed esperienza in quest’area mediante interazioni continue.” (Wenger E., McDermott, R., Snyder, W. M.; 2007).
C’è qualcosa nella pratica di ogni persona che la rende universale. La propria identità è legata all’interazione, alla competenza sociale. L’identità si costruisce facendo esperienza, la pratica non è qualcosa di stabile ma è qualcosa in continuo divenire.
Gli individui che appartengono a una Comunità di pratica non necessariamente lavorano insieme, ma sicuramente condividono interessi, bisogni, aspirazioni e idee che le fanno sentire unite e motivate nell’ambito di una stessa comunità. All’interno delle comunità, a poco a poco, la collaborazione e il dialogo, l’interazione e lo scambio reciproco di esperienza consentono di costruire una conoscenza condivisa e preziose relazioni personali.
Il punto di partenza è l’abilità di riconoscere gli altri come eventuali partner per dare forma a delle comunità. Le persone possono riconoscersi l’un l’altra in base alla propria esperienza e al fatto che c’è un interesse reciproco per l’esperienza dell’altro (“Io sono interessato alla tua esperienza”). Il focus delle comunità risiede nella pratica e nel saper riconoscere l’altro.
Le Comunità sono paragonabili a esseri viventi, dunque a ecologie. Nella fase di progettazione di una Comunità di pratica occorre considerare la complessità dell’organismo che si intende formare. Si inizia con la creazione di un elemento che cresca di vita propria. Ci sono esempi di comunità considerate marginali che nel processo di evoluzione diventano strategiche per l’organizzazione o il territorio di appartenenza. Le comunità di pratica, come gli organismi viventi, durante la fase di crescita mutano, come anche durante la fase di maturità.
La collaborazione, il dialogo, l’interazione e lo scambio di esperienze che avvengono all’interno di una Comunità di pratica consentono di costruire relazioni personali e di accumulare conoscenza in riferimento a settori specifici e strategici. Rendere la conoscenza accessibile e fruibile nelle organizzazioni complesse è una problematica sentita che ha portato a investimenti in tecnologie e sistemi informatici. Tuttavia, nulla è più accessibile, vivo e vibrante di una comunità che dibatte, discute, si confronta e sviluppa soluzioni in merito a tematiche rilevanti. La comunità stessa e i suoi membri sono uno strumento per conservare e sviluppare la conoscenza delle organizzazioni, oltre a consentire lo sviluppo di competenze nelle persone e a valorizzarne i talenti.
“La tendenza per il terzo millennio è l’affermarsi di nuove forme di socialità tenute insieme dalla condivisione di emozioni. All’orizzonte c’è un “ideale comunitario” ancora non del tutto definito ma di cui ci sono tracce nelle manifestazioni più recenti dell’immaginario collettivo” (Maffesoli, 2004).
Il Web, oltre a essere un fenomeno sociale che aggrega tribù eterogenee di cittadini appartenenti a contesti e a fasce d’età differenti, è anche una risorsa strategica per le Comunità di pratica che in questo humus traggono nutrimento per costruire apprendimenti di tipo informale.
Présentation de quelques outils pouvant aider les travailleurs autonomes et microentreprises à mieux organiser leur information et gagner en productivité.
Atelier offert lors du Forum des travailleurs autonomes et microentreprises de Vaudreuil-Dorion en octobre 2015 (Prezi, ce qui rend dans le format PDF certaines informations plus difficiles à lire).
E-Learning, podcasting e Wikipedia per una didattica costruttivistica in retealfiobonfi
Tesi di laurea sui nuovi strumenti disponibili in rete per realizzare un nuovo tipo di didattica "costruttivistica" che rompe con il tradizionale approccio ex-cathedra per dare spazio nella formazione, all'attivita' e alla consapevolezza del discente e alla riconfigurazione del ruolo di facilitatore del docente.
Apprendimento attivo secondo la filosofia PROFILES
(Professional Reflection-Oriented Focus on Inquiry-based Learning and Education through Science)
Il partner Italiano del progetto PROFILES è la Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche. Coordinatore Italiano del progetto è il Prof. Liberato Cardellini (libero@univpm.it)
AAA Futuro Cercasi: un progetto di orientamento nelle Scuole Secondarie Super...CKBGShare
Stefania Cucchiara–Università di Roma “Tor Vergata” –cucchiara.stefania@gmail.com
Nadia Sansone–Università degli studi di Bari “Aldo Moro” –nadiasansone@gmail.comIII
Un viaggio nel mondo dell'e-learning universitario:
1. Il mondo dell'e-learning
2. I Virtual Learning Environment
3. I Personal Learning Environment
4. Un case-study: il Politecnico di Milano
5. Il futuro dell'e-learning
Il mondo universitario, nell'era digitale, può e deve cambiare. In queste slide si analizzano alcuni trend (tecnologici e non solo) che potenzialmente potrebbero rivoluzionare il modo di "fare università".
Strategie di promozione di un evento sui social network e consigli di scrittura per il primo approccio alla comunicazione social. Il progetto InnovAttivi è stato presentato come case history durante ‘il seminario ’Scritture digitali e seminari musicali sul web’’ presso Dipartimento Di Scienze Comunicazione, Psicologia Bari 16/4/2014
Social network - A scuola di GuggenheimGermano Paini
La presentazione del Social Network : A scuola di Guggenheim. Il progetto è dedicato agli insegnanti e agli studenti che parteciperanno alla Community 2011/2012 organizzata da "A scuola di Gugenheim". L'iniziativa didattica organizzata dalla Peggy Guggenhei Collection con la Regione del Veneto
Progettazione di un intervento formativo: utilizzare i social software nella ...irenegiacomazzi
Il seguente lavoro descrive le fasi di un intervento formativo atto ad educare all'uso e all'applicazione dei social software nell'ambito della didattica scolastica.
Percorsi di me 2.0 a scuola emanuela fanelliMED Lazio
Presentazione del workshop "Percorsi di ME 2.0 a scuola" a cura di Emanuela Fanelli, media educator e insegnante. Master in Multimedia Education presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza di Roma. Esperta Ict e Web 2.0, si occupa di attività di progettazione e tutoring per corsi di alta formazione e laboratori di Media education nelle scuole di Roma e provincia.
1. Social Learning Environment
Progetto di formazione
innovativa attivato all'Università
di Milano Bicocca
germano paini - Università Milano Bicocca
2. invito
Questa presentazione illustra il percorso
operativo che ha portato all'attivazione di un
Social Learning Environment
Nelle ultime slide troverai un invito ad adottare
la metodologia e partecipare al progetto con i
tuoi percorsi formativi universitari e professionali
Buona lettura e ti aspettiamo!
germano paini - Università Milano Bicocca
3. il valore della rete
la rete è una grande opportunità
I nativi digital sono avvantaggiati
Dobbiamo valorizzare le nuove opportunità
Dobbiamo ribaltare il nostro paradigma
....
germano paini - Università Milano Bicocca
4. ribaltare il paradigma
partiamo da una domanda...
...e da un'ipotesi
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6. ipotesi
gli utenti digitali (nativi o
immigrati) usano la rete
fondamentalmente per
"chiacchierare"
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7. fare conversazione
(è vero la rete è "conversazione" ... ma non solo)
germano paini - Università Milano Bicocca
8. serve una riflessione
metodologica
sulle caratteristiche del
"modello conversazionale"
germano paini - Università Milano Bicocca
9. conversazioni ...
... i nativi digitali sono i
"maghi" del multitasking.
fanno tante cose insieme ma
tendenzialmente "parallele" e
"separate"
germano paini - Università Milano Bicocca
10. effetto "bacheca"
il flusso continuo delle informazioni
genera overload informativo.
di quel che accade ora, tra poco non
ci sarà né traccia né memoria
germano paini - Università Milano Bicocca
12. è nelle cose ...
... assistiamo allo sviluppo di contraddizioni:
sequenzialitá-parallelismo
protagonismo-passività
padronanza-disorientamento
...
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13. Che fare?
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14. il nostro compito è..
supportare la gestione
di queste
contraddizioni
cominciando da ...
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15. ... dare organizzazione
alle conversazioni
partire dalle logiche del web 2.0 per
supportare gli studenti a qualificare
le "conversazioni" nell'ottica della
costruzione di un percorso di
conoscenza
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16. Social learning Environment
portare le potenzialità del web 2.0
all'interno del percorso formativo
per supportare l'azione degli
studenti offrendo loro una
metodologia di lavoro
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17. obiettivi /1
supportare l’adozione di modalità didattiche
più vicine agli attuali processi di sviluppo della
conoscenza
far evolvere l'approccio allo studio nella
direzione del coinvolgimento degli studenti
nella creazione, gestione, organizzazione dei
contenuti
assicurare una sempre maggiore consapevolezza
e governo di quanto appreso
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18. obiettivi /2
superare gli approcci strettamente
individualistici allo studio, valorizzando
l’interazione e la collaborazione nell’ambito
della Comunità di apprendimento
integrare l'apprendimento formale e
apprendimento informale
sperimentare metodologie e strumenti di
governo e monitoraggio dell’apprendimento
informale
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19. obiettivi /3
ottenere feedback formalizzati sui risultati del
processo di acquisizione delle conoscenze e
dell’intero processo formativo
favorire una “riconversione formativa” delle
opportunità dei nuovi media sociali e del
social networking
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21. guidare gli studenti a:
non ricercare modelli di formazione
meramente erogativi
co-costruire i contenuti sulla base delle
lezioni e delle attività di approfondimento
organizzare il proprio percorso formativo
presentare i materiali organizzati per
l’esame di profitto.
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22. la proposta operativa
Il progetto si propone come
metodologia per l’organizzazione
cooperativa del sistema di
conoscenza disciplinare ed
interdisciplinare di un percorso
formativo universitario
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23. percorso operativo
(in sei passi)
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24. Per ogni lezione gli studenti:
aggiungono commenti
creano nuove risorse
aggiungono TAG
creano connessioni reticolari
creano
- dossier individuali
- dossier di community
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25. il percorso 1/6
Rendiamo disponibili schede
senza contenuti per ognuna
delle lezioni del corso
vedi l'esempio nella immagine della prossima slide
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26.
27. il percorso 2/6
Gli studenti aggiungono
spiegazioni e "taggano" le
schede delle lezioni in forma
personale e in forma condivisa
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28. il percorso 3/6
Gli studenti approfondiscono i
temi delle lezioni e pubblicano
contenuti creando nuove risorse
dedicati ai temi approfonditi
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29. il percorso 4/6
Gli studenti creano legami
(connessioni) tra la scheda
della lezione e le schede di
approfondimento che hanno
aggiunto sulla piattaforma
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30. il percorso 5/6
Gli studenti organizzano le
informazioni e i documenti in
“dossier tematici" individuali e
di community
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31. il percorso 6/6
Il docente il tutor valutano il
dossier come elaborato per
l'esame di profitto
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32. risultati
(maggio-settembre 2011)
156 studenti attivi (su 198)
2585 commenti aggiunti alle risorse
1671 risorse create
193 scaffali creati
1486 risorse inserite in scaffali
2853 connessioni tra risorse
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33. invito
Vuoi sperimentare con noi?
Vuoi adottare la metodologia?
Partecipa con il tuo corso al
Social learning Environment ...
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34. ... Thinking in the Cloud
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germano.paini@unimib.it
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