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ALDO MORO EXPRESS
EDITORIALE
Cellulare sì/cellulare no?
Abbiamo deciso di dedicare l’editoriale
di questo 2° numero ad un problema che
è emerso nelle ultime settimane, qui alla
Aldo Moro. Infatti, un po’ di tempo fa, è
stata dettata un circolare che vietava di
utilizzare, o anche solo introdurre, i
telefonini a scuola. Questo è anche
quanto dice il regolamento: ma per voi è
giusto o sbagliato? Ovviamente ci sono
sia pro che contro: ad esempio i pro sono
che davanti ad un imprevisto può essere
comodo disporre di un telefono sempre
a portata di mano, mentre i contro sono
che il telefonino ti si può rompere o te
lo possono rubare e che normalmente un
utilizzo improprio può essere causa di
disturbo o distrazione. Del resto,
diciamo noi (forse anche andando contro
corrente), siamo in un paese libero: chi
può vietarci di tenere in tasca (e in
piena osservanza del regolamento) un
oggetto che sta sempre più diventando
di uso comune? Vietarlo, tra l’altro,
rischia di produrre due effetti: o lo si
porta di nascosto, oppure non lo si porta
per timore della punizione, ma senza
aver capito fino in fondo cosa ci sia di
male nell’averlo, come dimostrano le
discussioni emerse nelle varie classi a
tale proposito. E dunque ci si chiede
quanto possa essere educativo porre un
divieto di questo genere. Non è meglio,
invece insegnare i limiti dell’uso? E voi
che ne pensate del cellulare a scuola?
Per farvi rispondere manderemo nei
prossimi giorni degli inviati con delle
schede per esprimere il vostro parere e
poi, in base alle risposte, vedremo se è il
caso di proporre al dirigente una
opportuna modifica al regolamento. La
risposta giungerà nel prossimo numero!
A CURA DI RANIERI 1^C
Il 22 gennaio, come da programma, i ragazzi di 1^ e 3^ media si sono
dati da fare per rendere la nostra scuola il più accogliente possibile
per gli alunni di 5^elementare. Noi di 1^ media abbiamo realizzato dei
cartelloni con scritto “Benvenuti” in inglese, francese, italiano e india-
no. Appena arrivati i ragazzi di 5^, li abbiamo fatti accomodare e
spiegato come funziona la nostra scuola, poi li abbiamo divisi in gruppi.
I ragazzi di terza
hanno fatto far
loro un tour della
nostra scuola e li
hanno accompa-
gnati nei laborato-
ri dove alcuni alun-
ni di 1^ avrebbero
spiegato il funzio-
namento del laboratorio di inglese, di giornalino, di informatica e di
ludolinguistica. Nel laboratorio di giornalino abbiamo spiegato come
realizziamo la nostra pubblicazione. Nel laboratorio di inglese abbiamo
fatto vedere i mini video che abbiamo girato con il Professor Piazza.
Nel laboratorio di informatica abbiamo mostrato come scriviamo i
nostri articoli. E infine, per il laboratorio di ludolinguistica, abbiamo
spiegato come realizzare alcuni giochi linguistici. In conclusione, tutte
le classi hanno messo un po’ del loro impegno perché questo open day
avesse successo. Speriamo che agli alunni di 5^ sia piaciuto!
A CURA DI PEZZOTTA 1^B
SOMMARIO:
- Open Day: pag.1
- Attività scolastiche:
pag.2
- Progetti della scuola:
pag.2-3-4-5
- Poesie, racconti: pag.6-7
- Vignette: pag.8
- Cultura e Culture: pag.9
- Ludolinguistica: pag.10
- Dipendenze: pag.1-11
- San Valentino: pag.12
MONDO SCUOLA
I GIOVANI E LE DIPENDENZE
QUEI GIOVANI CHE
VANNO “IN LOCANDA”
Uno dei locali preferiti dai
ragazzi è la famigerata
“Locanda del Santo Bevitore”
di Cavernago, dove ogni sera
si recano, da tutta la
provincia, moltissimi giovani,
poiché in quel luogo si
sentono liberi di fare ciò che
vogliono,senza essere
continuamente sorvegliati
dagli adulti. Visto che, come
locale, non parrebbe avere
nulla di speciale, una delle
r a g i o n i p r i n c i p a l i è
probabilmente il fatto di
andarci insieme al gruppo;
infatti molti ragazzi sono
continuamente condizionati
dalle scelte altrui, perciò
decidono di frequentare
questo locale solo per moda.
Altri invece vi si recano
banalmente perché circolano
alcol e droghe, perché infine
è questo quel che si fa
durante le lunghe notti in
Locanda… Ci si dà alla pazza
gioia in compagnia di varie
sostanze. Questa “moda” di
andare in Locanda sta
diventando sempre più un
“bisogno”, perché sempre più
ragazzi ci tornano, incuriositi
dallo stile di vita che questi
luoghi “di perdizione”
propongono.
Continua a pag 11
BREAKING NEWS
OPEN DAY ALDO MORO
Aldo Moro EXPRESS
Data: APRILE 2016
Anno 1. Numero 2. a cura della
classe 1^ B e 1 ^ C.
ISTITUTO
COMPRENSIVO
A. MORO
DI CALCINATE
PROSSIMI
APPUNTAMENTI
- Metti a fuoco l’accoglienza
- Festa di fine anno
ALDO MORO EXPRESS
INTERVISTA hai ragazzi della scuola
secondaria di Mornico sul CCR:…….
In che anno è nato questo proget-
to? Chi avuto l’idea?
Dopo due anni di preparazione (2005/06 e
2006/07 - primo anno: conoscenza del conte-
sto; secondo anno: attività pratiche (sviluppo
di varie proposte relative al miglioramento
del territorio), il primo sindaco del CCR è
stato eletto nell’anno scolastico 2007/2008.
L’ idea è nata dalla collaborazione tra alunni,
professori e il vero Consiglio Comunale del
paese: è stato il vero Consiglio Comunale a
proporre alla scuola secondaria questo pro-
getto, che è stata accolto dalla scuola secon-
daria con entusiasmo.
Come funziona?
Viene eletto il baby sindaco, che insieme ai
consiglieri, propone dei progetti di migliora-
mento nell’ambito del “TEMPO LIBERO,
SCUOLA E AMBIENTE” (operiamo soltanto
nell’ambito di queste tematiche, perché vicine
a noi ragazzi) , che vengono poi sviluppati da
tutte le classi.
Come avviene l’ elezione del Sinda-
co del Consiglio Comunale dei Ra-
gazzi?
Con delle votazioni in piena regola, viene
eletto il baby sindaco con i consiglieri (13
elementi, su proposta degli alunni più intra-
prendenti), dopo aver analizzato i programmi
di lista di due/tre candidati (con logo, slogan,
presentazione del candidato sindaco, i pro-
getti proposti: il tutto preparato da due/tre
gruppi di lavoro, che coinvolge tutti gli alunni
della scuola), che fanno capo ai due/tre can-
didati. Prima delle votazioni vengono presen-
tati dai rispettivi candidati sindaco i power
point, realizzati dalle varie liste con le diver-
se proposte a tutta la scuola media, in pre-
senza dell’Assessore all’Istruzione. Ovvia-
mente, come nelle vere elezioni, vengono
preparati i manifesti elettorali, le schede per
votare, le urne, i cartelloni con le modalità di
voto. Infine si procede alla votazione alla
presenza di un docente e di due alunni. Termi-
nata la votazione un docente e tre alunni pro-
cedono allo spoglio elettorale e alla stesura
del verbale. Quindi, dopo qualche giorno dalle
elezioni, si ha l’insediamento del neo-sindaco
dei ragazzi, con la sua giunta, in sede Consilia-
re davanti al vero CC e si procede
all’approvazione delle varie proposte. In sin-
tesi:
1° momento: i ragazzi (divisi per classi)
realizzano il loro progetto elettorale con
foto e slogan.
2° momento: condivisione e confronto
dei programmi con le classi e con un rap-
presentante dell’Amministrazione Comu-
nale (Assessore all’Istruzione)
3° momento: elezioni con designazione
del sindaco vincitore
4° momento: prima seduta consigliare in
presenza del vero CC, in sede consiliare.
Quanto dura il mandato?
Il mandato dura 2 o 3 anni (a seconda che il
sindaco eletto frequenti la prima o la secon-
da media: dal momento delle elezioni fino
alla rielezione di un altro sindaco che avvie-
ne quando quello precedente ha concluso la
scuola media). Come detto prima, nel primo
anno, con delle votazioni in piena regola,
viene eletto il baby sindaco con i consiglieri,
il cui insediamento avviene in sala consiliare
alla presenza del vero Sindaco e
dell’Assessore all’Istruzione. Nel secondo/
terzo anno tutte le classi sviluppano i pro-
getti della lista vincitrice sotto forma di
PowerPoint, che successivamente, vengono
presentati a tutti gli alunni della scuola
media e al vero Consiglio Comunale, in sede
consiliare, per la delibera.
Che compito ha il Sindaco?
Il sindaco ha il compito di rappresentare
tutti gli alunni.
Quante volte incontrate il vero
Consiglio Comunale? Che cosa av-
viene durante queste riunioni?
L’incontro con il vero Sindaco avviene una
volta all’anno: una per l’insediamento del
sindaco e per l’illustrazione delle proposte
della lista vincitrice e l’altra/e per
l’approvazione o meno dei progetti, una volta
sviluppati. Ovviamente per ogni seduta viene
redatto un verbale da un membro del CCR,
che funge da segretario.
Il Consiglio Comunale dei Ragazzi
ha gli stessi ruoli di quello degli
adulti?
Il CCR è un po’ diverso da quello degli adul-
ti, perché, come già detto, agisce solo in tre
ambiti (scuola, ambiente, tempo libero), ma
la finalità è uguale: agire per il bene della
comunità
Che classe devono frequentare i
componenti del Consiglio Comunale
dei Ragazzi?
I componenti del CCR possono essere stu-
denti delle classi prime, seconde, terze (di
quest’ultima classe solo due elementi, che
verranno sostituiti nell’anno successivo dai
primi due non eletti).
Questi componenti quali caratte-
ristiche devono avere?
I componenti del CCR devono essere attenti
e sensibili ai problemi della comunità e,
soprattutto, molto intraprendenti.
Ogni quanto si devono riunire?
Si devono riunire in presenza del vero CC
una volta all’anno. Prima di questo incontro il
CCR si riunisce da solo un paio di volte per
rivedere e riflettere sui lavori svolti.
Continua…
Pagina 2 Aldo Moro EXPRESS
NOTIZIE DA ALTRI PLESSI
IL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI DI MORNICO
ALDO MORO EXPRESS
INTERVISTA hai Docenti della scuola se-
condaria di Mornico sul CCR:
E’ un percorso di cittadinanza attiva, che
permette ai ragazzi di toccare con mano cosa
vuol dire lavorare per il bene della comunità.
Sono coinvolte tutte le classi. Nell’ambito di
questo progetto i ragazzi eleggono il baby
sindaco e i suoi collaboratori, dopo un’attenta
analisi dei vari programmi elettorali, presen-
tati nelle diverse liste dai vari gruppi. Le
proposte della lista vincitrice vengono poi
sviluppate e, quando possibile, realizzate. Il
tutto con la collaborazione del vero CC, alla
cui presenza ogni anno viene convocato il CCR.
Ovviamente i ragazzi articolano i programmi
elettorali in relazione a tematiche a loro vici-
ne (Ambiente, Scuola, Tempo libero
Che finalità ha il progetto?
La finalità è quella di promuovere la cittadi-
nanza attiva, partecipativa, rappresentativa,
consapevole e solidale come formazione della
persona, secondo i principi e i valori della
Costituzione italiana, dei Trattati e della
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea e delle Carte internazionali dei dirit-
ti, in contesti multiculturali e ricercare nei
curricula di alcune aree disciplinari contenuti,
metodologie e forme di relazione e valutazio-
ne degli apprendimenti che maggiormente
favoriscono la partecipazione e il coinvolgi-
mento degli alunni, la percezione di star bene
a scuola, la consapevolezza di essere in una
comunità che accoglie, che mette in pratica le
regole del vivere civile e sociale, la salvaguar-
dia dell’ambiente, che promuove la cultura
dell’eco-sostenibilità, che dialoga con le isti-
tuzioni e con la società civile organizzata, che
sa apprendere. In sintesi tale progetto con-
sente di favorire la crescita socio-culturale
dei ragazzi, nella piena consapevolezza dei
diritti e dei doveri verso le istituzioni e la
comunità.
In concreto il C.C.R. ha finalità educative e
formative molto importanti, in quanto avvici-
nai ragazzi alle istituzioni e stimola in loro
una partecipazione attiva alla vita sociale del
paese, aumentando così il senso di respon-
sabilità nei confronti della comunità locale.
Quali competenze intende pro-
muovere?
Lavorando a stretto contatto con
l’amministrazione comunale, i ragazzi hanno
la possibilità di partecipare concretamente
al suo funzionamento e di potenziare la
capacità di formulare proposte, organizzare
e progettare. Partendo dal fatto che è com-
pito specifico della scuola promuovere que-
gli interventi educativi capaci di far sì che
le capacità personali di ogni alunno si tradu-
cano nelle otto competenze chiave di citta-
dinanza previste a conclusione dell’obbligo
di istruzione, ossia di quelle competenze di
cui ogni persona ha bisogno per la realizza-
zione e lo sviluppo personali, per la cittadi-
nanza attiva, per l’inclusione sociale e
l’occupazione, la Scuola Secondaria di primo
grado di Mornico, consapevole del fatto che
“dimmi e dimenticherò, mostrami e forse
ricorderò, coinvolgimi e capirò” (Confucio),
ha deciso di intraprendere un percorso di
cittadinanza attiva per permettere ai ra-
gazzi di “toccare con mano” cosa significa
“collaborare per il bene comune”. Ecco nello
specifico le competenze che si promuovono:
- Comunicazione nella madre lingua
- Competenza digitale
- Imparare a imparare
- Competenze sociali e civiche
- Spirito di iniziativa e imprenditorialità
- Competenze nelle lingue straniere
- Competenza matematica e competenze di
base in scienze e tecnologia.
Quali sono stati i maggiori suc-
cessi? Quali invece i limiti ri-
scontrati e le eventuali soluzioni?
I maggiori successi sono stati:
 il coinvolgimento attivo ed entusia-
sta dei ragazzi
 l’interdisciplinarietà che talvolta
manca nella scuola secondaria
 la possibilità di far emergere le
competenze dei ragazzi su campi
d’esperienza concreti, partendo
dalle loro conoscenze nelle varie
discipline.
 Il senso di appartenenza al territo-
rio, anche nell’ottica del trovare
strategie adeguate per migliorar
qualità della vita del territorio.
I limiti sono:
 la richiesta di un maggior impegno
da parte di tutti, docenti e alunni
 la necessità di impiegare talvolta le
o r e c u r r i c o l a r i p e r l o
sviluppo/realizzazione dei progetti,
in quanto le ore di gruppo non basta-
no.
Eventuali soluzioni:
 imparare ad essere più flessibili
nell’organizzazione di spazi e tempi
 rendersi conto che il tempo impiega-
to non è “tempo perso”, ma guada-
gnato, in quanto si acquisiscono le
competenze chiave di cittadinanza.
Qual è il punto di forza di que-
sto progetto?
Gli studenti che vivono l'esperienza del CCR
hanno modo di entrare nel merito di alcune
questioni che li riguardano direttamente,
incontrandosi, dialogando e confrontandosi
tra pari e con gli adulti, informandosi e
documentandosi per giungere a formulare
proposte, suggerimenti e ad elaborare pro-
getti secondo il loro punto di vista. Questo
consente la crescita di un rapporto di fidu-
cia e cooperazione tra generazioni, promuo-
vendo la partecipazione dei giovani cittadini
alla vita della città.
Vi divertite anche voi o a volte
può diventare un impegno?
Noi docenti abbiamo il compito di coordina-
re i diversi momenti organizzativi e gestio-
nali, sostenendo e valorizzando l’attività
partecipativa dei ragazzi, garantendo loro
uno spazio d’incontro, d’informazione e di
confronto. Non è sempre facile, nella prati-
ca quotidiana, trovare tali momenti, ma
l’entusiasmo dei ragazzi può essere, talvol-
ta, molto coinvolgente.
Continua…
Pagina 3 Aldo Moro EXPRESS
ALDO MORO EXPRESS
Quali sono le vostre proposte?
Sono mai state accolte dal vero
consiglio comunale?
Le proposte della lista vincitrice (lista n° 2)
delle elezioni del 2015 sono:
TEMPO LIBERO:
MARATONA DEL CCR: consiste in una
maratona a Mornico, per conoscere, median-
te delle soste strategiche, i luoghi più signi-
ficativi e le tradizioni del nostro paese,
attraverso il racconto di noi ragazzi del
CCR. Per rendere più coinvolgente questa
iniziativa abbiamo pensato di raccontare la
storia di Mornico in versi. Questo progetto
mira ad un nuovo modo di comunicare la
cultura.
SE IL CINE-SCUOLA APRIRETE, NUO-
VI ORIZZONTI DARETE: consiste
nell’organizzazione di un cineforum, adatto
a noi ragazzi, in Auditorium, per aprire la
mente a nuove tematiche, divertendoci.
RIPERCORRERE LE STRADE DEL GIOCO:
consiste nella riscoperta dei giochi antichi,
attraverso il racconto popolare degli anzia-
ni, per rivalutare la creatività dei giochi
inventati con materiale di recupero e ap-
prezzare lo stile di vita più sano, meno se-
dentario, all’aria aperta, insieme agli amici.
SCUOLA:
NON SOLO SPAZIO COMPITI: consiste
nell’apertura di un momento pomeridiano
extra- scolastico da parte dei compagni più
capaci ai ragazzi in difficoltà, per aiutarli
nello svolgimento dei compiti e socializzare
con essi.
GEMELLAGGIO CON UNA SCUOLA DEL-
LA COMUNITA’ EUROPEA: consiste
nell'entrare in contatto, attraverso e-mail,
con una scuola della comunità europea
(anglofona o francofona), per favorire uno
scambio linguistico e culturale e approfondi-
re in tal modo le lingue.
SE QUALCUNO VUOI INFORMARE, IL
BLOG DELLA SCUOLA DEVI AGGIORNA-
RE: consiste nell’ideazione di un blog della
scuola, dove inserire articoli riguardanti i
vari progetti della scuola, esercizi di ripas-
so per tutte le classi, per ogni livello di
apprendimento, mappe concettuali di vari
argomenti affrontati... Ovviamente verran-
no coinvolte tutte le classi.
AMBIENTE:
QUANDO LA SCUOLA ESCE DALLE AU-
LE: consiste nell’adozione di un parco degra-
dato di Mornico, nel nostro caso il parco
“Giardini”, e progettare, dopo un’attenta
ricognizione, una riqualificazione di questo
splendido spazio, per renderlo accogliente,
funzionale e sicuro.
CERCASI SPAZI DISPERATAMENTE:
consiste nell’organizzare un corso per la
realizzazione di murales, perché abbiamo
notato che nel nostro paese ci sono muri
sporchi o addirittura privi di tinteggiatura.
In questo modo, con la supervisione di adul-
ti, potremmo realizzare dei murales e con
un pizzico di fantasia e di spirito critico,
abbellire Il nostro paese.
IL GIARDINO CHE VORREI: consiste nel
creare alcuni gruppi di lavoro organizzati
per “interessi”, che si occupino di alcuni
spazi verdi di Mornico dal punto di vista
ecologico (pulizia dell’ambiente), naturalisti-
co (manutenzione della vegetazione), cura
degli arredi (giochi, panchine, fontanelle...)
Negli anni passati diversi progetti sono
stati accolti e realizzati grazie alla collabo-
razione del vero Consiglio Comunale: l'asse-
gnazione di armadietti per singoli alunni in
ogni classe, la ristrutturazione
dell’Auditorium, la sostituzione del citofono
della scuola con un videocitofono... Ci ren-
diamo conto che la realizzazione di alcuni
progetti non è sempre possibile dal punto di
vista economico.
A CURA DEI RAGAZZI DEL CCR DI MORNICO (E DEI
LORO PROFESSORI)
vremmo fatto. Nel laboratorio abbiamo
svolto vari tipi di esperimenti: noi alunni
delle classi prime, come primo esperimento,
abbiamo usato due lastre, una di legno e
l’altra di metallo, e con il palmo della mano
dovevamo sentire come variavano le tempe-
rature.
In un altro esperimento, abbiamo usato una
provetta che conteneva del colorante rosso
alimentare, due contagocce e due bicchieri
colmi d’acqua fredda e calda: questo esperi-
mento consisteva nel capire che il colorante
si mescolava più velocemente nell’acqua
Siete degli appassionati di scienza e roboti-
ca? Una visita al Paleocapa dove è organiz-
zato il progetto Esplora non sarà male! Il
Paleocapa è un istituto tecnico industriale
dove ogni anno siamo invitati a partecipare
ad alcuni laboratori, com’è successo lo scor-
so 11 gennaio.
All’entrata del laboratorio di chimica siamo
stati accolti da Floriana con molto entusia-
smo, lei ci ha spiegato un po‘ com’era strut-
turato il laboratorio e anticipato cosa a-
calda perché le sue molecole si muovevano
più rapidamente rispetto alle molecole
dell’acqua fredda.
Dopo il laboratorio di chimica abbiamo visi-
tato quello di robotica dove abbiamo incon-
trato Marco, che ci ha spiegato le caratte-
ristiche dei robot e ci ha insegnato a pro-
grammarne uno.
Quest’avventura “ai limiti della conoscenza”
ci ha appassionati e divertiti.
A CURA DI GREWAL 1^C
PROGETTO ESPLORA:
Pagina 4 Aldo Moro EXPRESS
ALDO MORO EXPRESS
Le Life Skills sono una serie di attività che
si svolgono in classe con diversi professori.
Che cosa significa Life Skills? Life Skills
significa “abilità di vita”. Il progetto delle
serve infatti a imparare a gestire le emo-
zioni come la rabbia, l’ansia, la paura e la
frustrazione che ci rendono deboli, in-
fluenzabili e quindi più facilmente preda
delle dipendenze! Ci mettono anche in
guardia dalle pubblicità, dal fumo, dall’alcol
e soprattutto dalla pressione esercitata
dal gruppo dei coetanei che spesso spingo-
no ad adottare certi comportamenti anche
dannosi, cui non ci può sottrarre. Anche
per questo ci si deve mettere in cerchio,
perché ci rende tutti uguali e stimola la
partecipazione. Questa infatti è la prima
regola base delle Life Skills
Le altre sono:
 Dare la parola a tutti.
 Parlare uno alla volta per alzata di ma-
no.
 Stare Attenti che le opinioni dei com-
pagni non superino le pareti della clas-
se.
 non forzare nessuno a partecipare
contro la sua voglia.
 dare a ciascuno la possibilità di espri-
mersi.
TORNEO DI LETTURA
LIFE SKILLS
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 5
Il 21 dicembre scorso le classi prime, nelle
ultime due ore, hanno partecipato al torneo
di lettura.
Siamo andati in palestra e le professoresse
Cecchini e Pievani ci hanno spiegato i giochi
e il regolamento, poi abbiamo iniziato.
Il primo gioco consisteva in una specie di
staffetta: praticamente le professoresse
tenevano una ciotola di ovetti con dentro
degli indizi che dovevamo collegare alle
varie parti dell’identikit del nostro libro e
questa prima parte della prima gara è stata
vinta dalla 1° C.
Nella seconda parte occorreva ricostruire
l’identikit di ogni libro ed è stata vinta dalla
1°B.
La seconda gara consisteva in un cruciverba
con domande riguardanti i personaggi dei
libri e si è conclusa con un pareggio.
La terza ed ultima gara si rifaceva al gioco
alla domanda e se la risposta era corretta il punto
andava alla propria squadra altrimenti andava agli
avversari. Quest’ultima gara è finita con un pareg-
gio perché una ragazza di 1^C è stata scoperta a
suggerire e la squadra è stata penalizzata. Lo spa-
reggio si farà nella seconda manche per vedere chi
gareggerà contro Cavernago e i risultati li conosce-
rete nel prossimo numero, ma intanto vi anticipiamo
la lista dei nuovi libri:
 Cappuccetto rosso a Manhattan
 Il fantasma dell’università
 Per sempre insieme, amen
 Cookie
 Obbligo o verità
 Filo da torcere
 Magia a metà
 Hank Zipzer e le cascate del Niagara
A CURA DI RANIERI
In generale tutte le unità delle Life Skills
funzionano così: dalla pratica all’insegnamento.
A noi piacciono perché, in primo luogo, perché
ti fanno capire che se scegli quella strada
sarai nei guai e naturalmente anche perché la
materia che devi fare in quell’ora la salti...
A CURA DI GREWAL E NDOME 1^C
Per capire l’utilità del progetto, pensiamo ad
esempio all’Unità 9, che si occupa della ge-
stione dell’ansia. Infatti spesso durante le
verifiche o interrogazioni, quando bisogna
parlare davanti a un pubblico o davanti alla
classe a noi alunni sale l’ansia. Per insegnarli
a gestirla il nostro docente di musica, il
professore Tenti, ci ha fatto sperimentare
alternativamente l’ansia e la serenità: come
prima cosa ci ha avvisati che sarebbe venu-
to il dirigente ad assistere
all’interrogazione sulle Life Skills e magari
farci qualche domanda. Subito abbiamo
iniziato ad agitarci e l’ansia si è fatta sem-
pre più insostenibile. Poi, quando ci ha rive-
lato che era solo un modo per farci innervo-
sire e che non dovevamo aspettarci una
visita dal dirigente, è passato alla seconda
fase: ha chiuso le finestre, le tapparelle e la
porta, ci ha detto di metterci in una posi-
zione comoda, chiudere gli occhi e immagi-
nare un luogo bello, sereno dicendoci che
chi aveva voglia poteva pure dormire. In
questo modo abbiamo sperimentato una
sensazione di serenità.
ALDO MORO EXPRESS
C’è chi…
C’è chi dice e chi spera
Ma per me l’amore è una cosa vera;
c’è chi dice mai e poi mai
ma come fai a dirlo se ancora non lo
sai?
c’è chi dice sempre di no
anche se alla fine lo attende uno
shock.
A CURA DI RANIERI 1^C
POESIE, RACCONTI, RECENSIONI E SOCIAL NETWORK
Questo è ciò che può spaventare il mondo
adulto, che immagina frotte di adolescenti
fare e ricevere insulti attraverso un social
media… E tuttavia posso garantirvi che su
instagram gli atti di cyber bullismo sono
molto più rari che su altri social, perché
se non metti tu stesso una tua foto, non
puoi nemmeno scrivere commenti su altri
(al contrario di quanto avviene su facebo-
ok). Quindi per “giocare” devi accettare
anche di metterti in gioco. È ovvio che si
tratta di uno “sport duro”, una specie di
“palestra di sopravvivenza” in cui non si può
sempre prendere tutto sul serio o accoglie-
re qualsiasi commento come se fosse oro
colato.
Certo sarebbe meglio che le persone molto
sensibili o suscettibili si astenessero per-
ché ormai i social fanno parte della nostra
vita e censurarli è inutile: il mio consiglio è
imparare a usarli e difendersi da chi invece
se ne serve come un’arma.
A CURA DI MARENZI 1^C
Cari genitori e insegnanti, spesso vi chiedete
perché i vostri ragazzi passano molto tempo
chiusi in camera a guardare il telefono, per-
ché sono sempre su facebook, instagram ecc...
Addirittura una ragazza a Pordenone si e
buttata dal balcone, per colpa di questi social,
ed ecco che tutti ricominciano a interrogarsi
sul fenomeno. Voglio provare a chiarirvi le
idee.
Instagram è il mio social preferito: usandolo
mi sento molto più sicura che su facebook
perché non sono controllata dai miei genitori.
Anche loro infatti preferiscono che utilizzi
instagram piuttosto che facebook, in quanto
su facebook sembra più facile che tutti guar-
dino ciò che metto, tipo foto ecc… Così mia
mamma mi ha inculcato nella testa l’idea che
facebook sia pericoloso. Instagram è un social
in cui puoi mettere invece tutte le foto che
vuoi e i commenti. Puoi mettere like alle foto
dei tuoi amici. Puoi scegliere se caricare le
tue foto per farle vedere a tutti oppure bloc-
care il profilo. Puoi scegliere se accettare le
richieste di amicizia. Poi il bello di instagram
è che si può messaggiare in privato e che
nessuno lo può vedere. Alcuni trovano diver-
tente, ad esempio, commentare le immagini di
altri, anche con apprezzamenti o giudizi pe-
santi, che talvolta però possono diventare
offensivi.
SOCIAL NETWORK
Pagina 6 Aldo Moro EXPRESS
POESIE
Lo guardi e…
Lo guardi e…
Piangi, ridi, sorridi, ti senti mancare…
Allora sei proprio innamorata!
A chi lo sa
L’amore che effetto fa.
A CURA DI RANIERI 1^C
Piove
Fuori piove la natura
È impazzita
Vedo frammenti di gocce cadere
Sento gemiti di animali
Piangenti
Sento la brace che arde
Il borgo che triste lui è...
Madre natura ispira timore
A chiunque volesse sfidarla.
Gli animali nelle tane sono cupi.
La pioggia battente non cessa.
A CURA DI CAPOFERRI 1^B
ALDO MORO EXPRESS
La persona di cui vi voglio parlare oggi, è
una vera e propria leggenda vivente, cioè
Checco Zalone.
Checco Zalone è il nome d’arte di Luca Pa-
squale Medici, nato a Bari nel 1977. Checco
è il classico artista tuttofare: attore, co-
mico, musicista, cantautore, imitatore, ca-
barettista, conduttore televisivo e sceneg-
giatore; quindi in poche parole è una di quel-
le poche persone che possiede il multi
talent.
Checco ha diretto ed interpretato quattro
film che sono stati tutti grandi successi:
 2009: Cado dalle nubi
 2011: Che bella giornata
 2013: Sole a catinelle
 2016: Quo vado?
Con il nuovo film “Quo vado?” Checco ha
fatto il sold out al cinema, come ad ogni suo
film, sfiorando i 92 milioni di incassi. Tale
successo si deve al suo modo di ironizzare
su fatti reali, come in “quo vado?” dove il
“posto fisso”, da sempre considerato un
“must” nella mentalità tipica italiana (cioè
qualcosa per cui lottare e da conseguire ad
ogni costo), diventa per Checco una specie
di condanna. Tra disavventure esilaranti
riuscirà a difenderlo fino a quando non capi-
rà che… Ma ve lo devo dire io?!
Andate a vederlo, e vedrete che non reste-
rete delusi.
Opinione personale: imperdibile
A CURA DI RANIERI 1^C
RECENSIONI
sumo della carne. Paradossalmente, quindi,
trarrebbe il nome dal suo opposto giacché il
periodo di Carnevale si caratterizza proprio
dall’accentuato o addirittura sregolato consu-
mo dei beni materiali come cibi, bevande,
almeno nelle sue origini e radici storiche. Le
origini sembrano collocarsi lontane nel tempo:
gli studiosi fanno risalire la nascita del Carne-
vale ai Saturnali latini. In quei giorni i romani
nel celebrare l'anniversario della costruzione
del Tempio dedicato al dio Saturno, si riversa-
vano nelle strade cantando ed osannando il
padre degli Dei. Durante quei festeggiamenti
si verificava un capovolgimento dei rapporti
gerarchici ed in genere delle norme costituite
della società, sicché i plebei potevano confon-
dersi con i nobili e viceversa grazie ad un tra-
vestimento. Più tardi venne introdotto l'uso
delle maschere, preso in prestito dai Baccana-
li, festeggiamenti in onore di Bacco (si pensa
allo scopo di non essere riconosciuti durante le
pratiche licenziose festaiole, di cui i latini
erano maestri). Il Cristianesimo fece ordine
nel complicato panorama delle festività romane
e cercò di moderare quelle più smodate e tra-
sgressive. Fu così che i Saturnali divennero
Carnevale. Nel Medioevo, poi, la festa subì
una trasformazione diventando fondamen-
talmente un rito di purificazione, come è
provato dalla scena culminante della festa
che consiste nel “funerale di Re Carnevale”.
Questo senza però perdere il momento
trasgressivo di abbandono ai piaceri mate-
riali come viene rappresentato perfetta-
mente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi
vuol esser lieto sia, di doman non v'è cer-
tezza...." (versi tratti appunto dai "CANTI
CARNASCIALESCHI", cioè propri del car-
nevale). Oggi, dopo alterne vicende di gloria
e decadenza, le manifestazioni carnevale-
sche sono riprese con forte vigore. Per un
certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il
frutto di un sincero recupero di tradizioni
popolari, da lungo tempo dimenticate, spes-
so volutamente, come una operazione di
rimozione da un senso di colpa collettivo per
essere esse stesse fortemente paganeg-
gianti e quindi quasi mai condivise dalla
autorità religiosa. Per un altro aspetto esse
sono il risultato di un sapiente lavoro im-
prenditoriale che ne ha fatto una festa
“commerciale” o anche un rilancio per inizia-
tive turistiche e di valorizzazione di aree
geografiche trascurate, con importanti
ricadute sui livelli occupazionali e sul benes-
sere della Comunità, che si impegna a orga-
nizzare manifestazioni il cui fascino è indi-
scutibile (pensiamo al carnevale di Viareggio
o a quello più famoso ancora di Venezia…).
(Fonte: “Storia del Carnevale italiano” a
cura di Giuseppe Emanuele)
A CURA DI BASRA GITIKA 1^B
La parola “Carnevale” deriva dal latino
“carnem levare”, che in italiano significa
“eliminare carne” oppure “carne addio”.
Carnevale è un’occasione per divertirsi ed è
un momento di allegria, gioia. A carnevale si
mettono maschere e costumi che spesso
richiamano ruoli e personaggi tipici della
fiaba o della commedia, ad esempio: la fata,
la principessa, Arlecchino, l’eroe preferi-
to...Per i più piccoli ci sono anche gli animali
(api, coccinelle, gatto …). Uno dei piatti che
si mangiano in occasione di questa festa
sono le chiacchiere o le frittelle. Il carne-
vale si festeggia lanciando i coriandoli e le
stelle filanti, o spruzzando schiume e fila-
menti colorati con le bombolette. Nelle
città e nei paesi si svolge la sfilata, ma
quest’anno a Calcinate non si è tenuta per-
ché pioveva. Un vero peccato perché i bam-
bini l’aspettano con ansia, in quanto spesso
possono salire nel carro facendo un giro ed i
genitori devono seguirli. Insomma il Carne-
vale è una festa divertente per tutti!!!
La storia del carnevale: Il Carnevale ha un
significato difficile da interpretare.
Di certo è un periodo magico di baldoria,
durante il quale ci si dimentica dei problemi
che la vita ogni giorno propone. Esso è un
intervallo che nel calendario liturgico- cri-
stiano si colloca tra l'Epifania e la Quaresi-
ma. Riguardo alla etimologia della parola
l'ipotesi più attendibile ricollega Carnevale
al latino "carnem levare", cioè alla prescri-
zione ecclesiastica dell'astensione dal con-
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C.
ALDO MORO EXPRESS
VIGNETTE: IL MONDO DI TOBY
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 8
A CURA DI SARA VECCHI 1^C
ALDO MORO EXPRESS
PIATTO 1:
il riso con pesce (THIEBU DJEUN) del Senegal è come
la pasta per gli Italiani. Si prepara ogni giorno per pran-
zo. Per farlo bisogna avere del pesce fresco, del riso e
verdure
varie
come
carota,
cipolla,
pomodo-
ro, me-
lanzane,
cavolo,
patate
ameri-
cana.
In Senegal ogni donna deve essere capace di prepararlo,
altrimenti sarà presa in giro da tutti.
Come si prepara il THIEBO DJEUN ? Prima si deve frig-
gere per 2 minuti il pesce, poi si aggiunge il pomodoro e
dopo 3 minuti si aggiunge l’acqua. Quando l’acqua bolle, si
uniscono le verdure tagliate a pezzetti. Si aggiungono
quindi cipolla, sale, peperoncino e il riso.
Dopo 40 minuti il piatto è pronto e possiamo servirlo.
A CURA DI NDOME 1^C
LA CULTURA IN UN PIATTO
Pagina 9 Aldo Moro EXPRESS
PIATTO 2:
Il mio piatto tipico è “PANIR PACORA”.
Ogni domenica la mia mamma prepara
“PANIR PACORA”, un piatto che si
prepara in genere quando c’è la “festa
delle luci “(detta ”Diwali”). “PANIR
PACORA” è il piatto preferito di mia
mamma e anche il mio.
Per cucinarlo bisogna prendere : un piatto dove si mette della
farina di mais, si aggiunge l’acqua, si mescola e si accende il fuo-
co. Nel frattempo si scalda dell’olio in una pentola,si taglia la
mozzarella e si mettono i pezzetti in un piatto dentro la farina di
mais, si mescola e si mette a friggere nell’olio caldo, dopo di che
si mette in un piatto e “PANIR PACORA” ed è pronto.
BUON DIWALI A TUTTI!!!
Storia del Diwali: è una delle più importanti feste indiane e si
festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria
del bene sul male ed è chiamata "festa delle luci", durante la
festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradi-
zionali chiamate diya). In molte aree dell'India i festeggiamenti
prevedono spettacoli pirotecnici. Fonte: Wikipedia]
A CURA DI KAUR 1 ^B
Il mio piatto tipico è “gnocchetti sardi
con il ragù di cinghiale.
Ogni 12 agosto, nella piazza del comune
sassarese di S.ta Maria Coghinas, per la
festa dell’Assunzione di Maria celebrata il
15, tutti i sardi hanno la tradizione comu-
ne di festeggiare la “sagra del cinghiale”.
Nella festa si offrono dei cibi a base di
cinghiale, come gli gnocchetti sardi con il
ragù di cinghiale alla cacciatora.
RICETTA
Cinghiale – coscia – 1kg
Olive nere – 100 gr
Spicchio d’aglio -2 pezzi
Prezzemolo-1 ciuffo
Cipolle – 1 pezzo
Vino rosso – 1,5 bicchieri
Peperoncino rosso piccante -1
Olio extra vergine d’oliva -4 cucchiai da
tavola
Sale
ATTREZZATURE
Casseruola: è come un mestolo
Setaccio: per setacciare la farina
PREPARAZIONE Spezzate la polpa di
cinghiale e metterla a marinare per 2 ore
circa in un vino rosso asciutto, aggiungete
2 picchi d’aglio schiacciati e una manciata
di prezzemolo. Tritate a pezzettini una
cipolla a fatela soffriggere con 3 cucchiai
d’olio di oliva; in una casseruola di terra-
cotta, aggiungere il cinghiale con il vino
della sua marinata. Fate cuocere a fuoco
lento finché il vino non sarà evaporato,
poi insaporite con peperoncini e una man-
ciata di sale.
A CURA DI VECCHI 1^C
PIATTO 3:
La Bastila è un piatto tipico della cucina
marocchina dolce e salato che è stato
creato alla caduta di Granada, quando gli
ultimi abitanti di religione islamica fuggi-
rono nel Maghrib. Gli ingredienti principa-
li sono la salsa con uova, pollo e pesce; si
prende una teglia e all’interno si spalma il
burro in modo che la pasta sfoglia non si
attacchi e non si bruci, poi si mettono la
frutta secca e la salsa, si ripete la stessa
cosa per 4 o 5 volte in modo da ottenere
una specie di torta. Prima di cuocerlo si
deve lasciare una notte a riposare in mo-
do che assorba il burro e si secchi. Dopo
la notte si deve infornare almeno per
un’ora e mezza e dopo averlo tirato fuori
si lascia raffreddare e si deve spargere
lo zucchero in modo che non si sciolga.
Questo piatto si fa per le grandi occasio-
ni, per esempio l’Hid, una festa che si
celebra dopo il Ramadan. L’Hid, nella cul-
tura araba, è il momento in qui si condivi-
de il cibo con i poveri, perché uno dei
pilastri dell’islam è condividere ciò che
ci viene da Dio con chi è meno fortunato
A CURA DI MOUHSINE 1^C
PIATTO 4:
ALDO MORO EXPRESS
IL MOSTRO DEL PIANETA DANIELITO:
Il mostro Lottatore proviene dal Pianeta
Danielito ed ha il muso di un leone, il corpo
di una tartaruga e sembra un alieno. Parla il
senegalese e dice sempre: “Io sono giappo-
nese!”. A pensarci bene assomiglia ad un
lottatore di WWF. Un giorno ha incontrato
uno Spongeboob e la gente ha pensato che
fosse uno scherzo della natura. Infine, è
andato al porto ed è partito per la Nuova
Zelanda.
UNA VOLTA IN PARADISO
C'era una volta in Paradiso un mostro
col viso di goblin e il corpo di un'aqui-
la. Aveva sei piedi e sei braccia e
parlava il marocchino. Mangiava galli-
ne e pensava spesso di dover fare la
doccia. Assomigliava tanto ad un to-
po. Un giorno incontrò un drago, poi
sprofondò in una pozzanghera di
fango.
LUDOLINGUISTICA
IL “MOSTRO FANTASTICO”
Si delinea il ritratto di un mostro rispondendo alle domande guida:
1. Da dove proviene? 6. Che cosa dice?
2. Ha il viso di? 7. A chi/cosa assomiglia?
3. Ha il corpo di? 8. Chi ha incontrato un giorno?
4. Ha le gambe di? 9. Cosa pensa di lui la gente?
5. Che lingua parla? 10. Com'è andata a finire?
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 10
ACROSTICO
Per realizzare un acrostico scelgo una parola, la scrivo verticalmente in stampatello, poi compongo una frase usando parole che
comincino con le lettere incolonnate.
In ciascun gruppo si creino gli acrostici dei nomi degli alunni.
AMORE
LENTO
E
SAGGIAMENTE
SENTIMENTALE
ANCHE
NOIOSO
DOPO
RIUNIONE
ODIOSE
GRANDE
AMICO
BALLA
RAP
IN
EUROPA
LENTAMENTE
EVVIVA
OGNI
MATTINA
ARRIVERA’
RICCHEZZA
ANATROCCOLO
BALLA
DONDOLANDO
OVUNQUE
IL MOSTRO ARGHIRO'
Il mostro Arghirò viveva in un cimitero.
Aveva il viso di mummia e il corpo di gallina,
due zampe da mucca e parlava il giapponese.
Il mostro Arghirò mangiava ossi rosicchiati
dai cani e sbuffava sempre dicendo: “Che
puzza!”.
Arghirò assomigliava proprio ad un extra-
terrestre...
Un giorno incontrò un aliena e si sposarono .
A CURA DI GREWAL 1^C
ALDO MORO EXPRESS
Si tratta certo di giovani deboli di caratte-
re e con una bassa autostima, in pratica il
classico tipo di persona che è facilmente
preda delle dipendenze. Le dipendenze
riempiono il vuoto dei giovani, quel vuoto
che è in tutti noi, il vuoto di vere, autenti-
che amicizie e di affetti, come l’amico che
ti aiuta a rialzarti quando gli altri non sape-
vano nemmeno che eri caduto! Il vuoto di
obbiettivi da raggiungere, di valori e di
responsabilità. Un vuoto che in genere si
accompagna alla noia, ovvero l’incapacità di
impiegare il tempo in modo produttivo, che
li renderà sempre schiavi, anche di altre
dipendenze per poter “riempire” quel vuoto.
Per dipendenza si intende “un’ alterazione
del comportamento che da semplice o comu-
ne abitudine diventa una ricerca esagerata
e patologica del piacere attraverso mezzi,
sostanze o comportamenti. L'individuo di-
pendente tende a perdere la capacità di un
controllo sull'abitudine”. Questa è la defini-
zione che possiamo trovare su un buon di-
zionario della lingua italiana. Ma cosa vuole
dire nella pratica? “alterazione del compor-
tamento” significa che la persona non è più
la stessa, che cambia il suo modo di esse-
re. Questo comporta “una ricerca esagerata
e patologica del piacere“ e cosa c’è di male a
cercare il piacere? Tutti lo cercano …
l’errore è in quell’esagerata e patologica,
che è poi ciò che sta alla base della parola
“dipendenza”. In poi la cosa si aggrava quan-
do a generare tale dipendenza sono “mezzi,
sostanze o comportamenti”. In questi casi,
infatti, si perde il controllo sulle proprie
abitudini: vuol dire non fare più una cosa
liberamente, ma perché ce lo detta la di-
pendenza. Ma come, e soprattutto perché
si diventa dipendenti? Questa parola inoltre
significa: soggezione, subordinazione, sot-
tomissione, schiavitù; tutte queste parole
sono accumunate dal fatto che le dipenden-
ze ti rendono schiavo, sono piacevoli ma
dannose, secondo i giovani procurano ammi-
razione e chi li assume è una persona debo-
le, insicura, indecisa. Ma soprattutto le
dipendenze riempiono il vuoto dei giovani.
ADOLESCENZA E DIPENDENZE
Pagina 11 Aldo Moro EXPRESS
ALCOOL TRA I GIOVANI: L’alcool è una sostanza psicoattiva, cioè agisse sul cervello, una droga a tutti gli effetti, ma legalizza-
ta. È altamente sottovalutata la sua pericolosità. Toglie solo momentaneamente la sensazione di
fatica; può solo “artificialmente” far dimenticare la timidezza e i disagi personali per un breve peri-
odo, aggravando il problema successivamente. Nell’immediato l’alcol può dare un senso di euforia o di
riposo e cancella i brutti pensieri. Ma l’alcol altera la capacità di concentrazione e crea ansia, confu-
sione, sonnolenza e allucinazioni. E’ la causa principale di incidenti stradali tra i giovani. Tralasciando
gli effetti dannosi sul fisico, che tutti ormai dovremmo conoscere, tra i minorenni è particolarmente
pericoloso, perché è assente la capacità fisica di metabolizzarlo ovvero di assorbirlo. Bevendo, molti
giovani acquisiscono abitudini che possono portare a sviluppare una dipendenza mista (alcol, fumo,
psicofarmaci, droghe). Tra i 15 e i 24 anni sono in aumento i casi di ubriachezza ripetuta, guida in stato di ebbrezza e contemporanea as-
NEKNOMINATION: I GIOCHI ALCOLICI SUI SOCIAL NETWORK: La nuova tendenza che sta divampando tra i
più giovani la chiamano Neknomination. Basta dell’alcol, una telecamera, un social network e il gioco alcolico è fatto, pronto per essere con-
diviso sulle bacheche di Facebook. La Neknomination consiste infatti nel bere un alcolico, filmarsi mentre lo si beve e mentre si vaneggia
sotto gli effluvi dell’alcol appena bevuto, postarlo sulla propria bacheca e nominare altre persone che nel giro di 24 ore possono accettare
la sfida e rilanciare a loro volta la tendenza alcolica. Chiamarsi fuori dal gioco equivale a rinunciare a quella visibilità che sui social network
fa sentire le persone, ed in particolar modo i più giovani, più accettate e benvolute, parte di un gruppo. Oltre ai like sono anche aumentate
BALCONING: VOLO D’ANGELO NEL VUOTO: C’è chi preferisce altri tipi di sballo e si diverte nei salti da finestre,
balconi e tutto ciò che è alto o pericoloso. Molti si schiantano al suolo e muoiono sul colpo o semplicemente riscontrano lesioni gravi agli
organi interni e alle ossa, un rischio che i giovani corrono soprattutto per poter caricare i video della bravata sulla rete e vantarsi con gli
amici di essere riusciti a sfidare le leggi di gravità, la minoranza di essi, però sopravvive e perciò può vantarsi, ma la maggioranza muore,
RIEMPIRE QUEL VUOTO: Cos’ hanno in comune una serata etilica, un video realizzato al solo scopo di mostrare le proprie bra-
vate e il tentativo continuo di superare ogni limite (soprattutto se proibito)? Evidentemente se crediamo che il problema sia l’alcool, il fumo
o le droghe, ci siamo fermati al sintomo. Il male è ciò che provoca le ricerche di queste cose: ovvero il bisogno di riempire il vuoto che or-
mai nei giovani si fa sempre più divorante.
A CURA DI MANCORI 1^B
ALDO MORO EXPRESS
A san Valentino i grandi vanno fuori a cena e si regalano sorprese speciali, per esempio dichiarandosi il loro amore e i sentimenti che
provano, i ragazzi si scambiano bigliettini d’amore, cioccolatini e sms speciali. L’amore per i giovani è una cosa bella, ma solo un po’….
Perché c’è un po’ di gelosia, perché quando scopri che il ragazzo che ti piace è fidanzato con un’altra il cuore ti si squarcia e il cer-
vello va in pappa, perché per gli adulti “tanto non è mai una cosa
seria”, e quello che ti ha spezzato il cuore “è sempre un cretino!”, e
poi “il mare è pieno di pesci”, e per loro saranno sempre sciocchez-
ze, “ tu pensa a studiare”,
tanto loro lo sanno, “ci sono
passati” e tu no e quindi devi
ancora imparare. E imparare
vuol dire, come sempre, devi
tanto cadere. e cadere fa
male. Ci sono quelli, poi, che
“boh non l’ho mai vissuto
l’amore”, e quindi noi giovani siamo divisi tra quelli che provano a ignorarlo e quelli che provano
in ogni modo a viverlo. Ai primi fa rabbi perfino san Valentino, non lo capiscono, mentre i se-
condi vivono solo per il momento in cui i
loro occhi si posano sul volto dell’amato.
Quindi c’è una gran voglia d’amore tra i
giovani, ma anche una gran confusione,
ed è inutile che gli adulti provino a mini-
mizzare, dicendo che siamo piccoli, che
chi ci piace è uno stupido, che dovrem-
mo pensare a cose più importanti, per-
ché ciò che è importante per noi e per
loro non sempre coincide. E per i giovani, oggi, è importante l’amore!!!
A CURA DI BENTI 1^B
I GIOVANI E SAN VALENTINO
che, in seguito, le abbia inviato il seguente
messaggio d’addio: “dal vostro Valentino“,
una frase che visse lungamente anche dopo
la morte del suo autore.
Ecco perché alla fine del biglietto scriviamo
“dal vostro Valentino” e spero che, adesso,
abbiate capito sia la leggenda che il perché
delle tradizioni che da secoli si tramandano
San Valentino è la festa di tutti gli innamo-
rati e da tradizione le persone si scambiano
bigliettini romantici e adesso vi spiegherò il
perché. A Roma, nel 270 d. C., il vescovo
Valentino di Interamma, amico di giovani
amanti, fu invitato dall’imperatore Claudio ll
ad interrompere questa strana iniziativa di
provare a convertire la gente al cristianesi-
mo e ricevette l’ordine di tornare alle prati-
che del paganesimo. Valentino, con dignità,
rifiutò di rinunciare alla sua fede e, impru-
dentemente, tentò di convertire Claudio ll
al cristianesimo.
Il 14 febbraio del 273 fu lapidato e poi
decapitato. Una leggenda inoltre racconta
che mentre Valentino era in attesa
dell’esecuzione, si sia innamorato perduta-
mente della figlia cieca del guardiano Aste-
rius, e che con la sua fede abbia ridato
miracolosamente la vista alla fanciulla e
LA STORIA DI SAN VALENTINO
Pagina 12 Aldo Moro EXPRESS
A CURA DI RANIERI 1^C
ALDO MORO EXPRESS
La pallacanestro è uno sport di squadra dove 2 formazioni composte da 5
giocatori devono segnare in un canestro fatto di ferro e con una retina
che scende a finestrella. Per giocare servono: 2 tabelloni, 2 canestri e
una palla. Il pallone è a sfera di cuoio-pelle ruvida.
Questo sport è nato a Springfield nel 1891, dall’ idea di James Naishmit,
medico e insegnante di educazione fisica, in cerca di uno sport adatto per
la stagione invernale da praticare al posto del football. Il 15 gennaio 1891
Naishmit pubblicò le regole ufficiali. A quei tempo come canestro usava-
no un cesto di vimini e quando la palla entrava si usava una scala per ri-
prenderla.
Il basket è poco diffuso in Italia a livello giovanile, tanto che nel mio
paese non c’ è nessuno che lo pratica della classe 2004 e mi sono dovuto
spostare in un altro paese .
Secondo me il basket è meglio del calcio perché:
 Sei in palestra e non ti sporchi.
 Devi procurarti meno materiale.
 Nelle mie partite c‘è poca gente e questo è positivo perché mi dà
tranquillità.
 C‘ è molto fair play.
 Le azioni sono rapide e veloci.
 Ci sono 4 tempi di gioco con una durata inferiore al calcio; nelle
partite degli esordienti sono 4 tempi da 8 minuti.
A CURA DI CAPOFERRI 1^B
SPORT
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 13
BASKET CALCIO
Continuano i guai della Calcinatese...
La partita con il Cologno è andata male. Siamo partiti da Cal-
cinate alle 13:30 e siamo andati a Cologno dove si svolgeva
un triangolare tra le seguenti squadre: Calcinatese, Grumel-
lese e Cologno.
Appena arrivati siamo entrati in campo contro la Grumellese
per il primo incontro della durata di 30 minuti. Noi portieri
dovevamo giocare 15 minuti a testa. Il primo portiere ad
entrare in campo per la Calcinatese è stato il Volpi, poi sono
entrato io (Bryan); a 5 minuti dalla fine hanno dato il rigore
al Cologno e io l’ho parato sulla destra con la mano sinistra
così la prima partita è finita con il punteggio di 4-0 per il
Cologno. Io avevo preso 2 gol e il Volpi 2, però il Mister mi
ha detto che sono stato bravo a parare il rigore!
PS: siamo sempre in cerca di una buona difesa...
A CURA DI BASSANI 1^B
ALDO MORO EXPRESS
La pallavolo è uno sport interessante e bello da praticare con
le tue compagne di scuola. Ogni squadra di pallavolo indossa
pantaloncini e magliette di vari colori, per esempio il blu,
l’arancio e rosso sono i colori della mia squadra; infatti viene
chiamata Volley 2C Arancio. Le partite di pallavolo si svolgono
durante il weekend di mattina o di pomeriggio. La mia squadra
è composta dalle mie amiche di Calcinate e altre vengono dal
comune di Cavernago. Io pratico questo sport da quattro anni
con la Polisportiva Volley 2C di Cavernago. Faccio parte del
Volley 2C Arancio da quattro anni: in squadra siamo in 12 atle-
te delle quali 4 vengono dal comune di Cavernago. Gli allena-
menti si tengono a Calcinate nella palestra della vecchio scuo-
la media nei giorni di mercoledì e venerdì, dalle 14:30 alle
16:30 del pomeriggio. Io e le mie amiche nella squadra non
abbiamo ancora un ruolo preciso. Durante le partite io indosso
la maglietta con il numero 17. L’anno scorso abbiamo vinto il
campionato provinciale ed abbiamo partecipato al campionato
regionale svolto a Trescore, classificandoci al secondo posto.
SPORT
Le ragazze del Volley
Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 14
Pallavolo: Cassarino 1C Pallavolo: Manzoni 1C
Anch’io faccio parte del Volley 2C Arancio. Al suo interno siamo tutte
amiche, ci rispettiamo, nessuno si sente superiore a nessuno, quando
qualcuna di noi sbaglia siamo sempre pronte a supportarci anche se non
mancano i litigi. Insomma, siamo come una grande
famiglia: tra sorelle e fratelli si litiga però alla
fine, prima o dopo, ci si perdona. Il nostro allena-
tore ci fa sempre ridere, ma quando si fa sul
serio è pronto a bacchettare la prima che si di-
strae…Siamo una squadra molto unita, formata da
elementi tutti diversi, c’è chi è più brava a
schiacciare, chi a difendere, chi a battere, chi ad
alzare. All’inizio dell’allenamento, lo devo ammettere, siamo tutte un
po’ distratte e chiacchieriamo, poi, però andando avanti, non ci di-
straiamo e ci alleniamo con impegno. La pallavolo è la nostra passione,
c’è chi la ama di più e chi meno, ma alla fine piace a tutti… Durante il
campionato dell’anno scorso siamo state abbastanza brave, ci impegna-
vamo tantissimo, cercavamo sempre di passarci la palla, ci aiutavamo,
se qualcuno sbagliava ci incoraggiavamo. Alla fine del campionato era-
vamo felicissime, perché eravamo arrivate seconde, tutti i nostri sfor-
zi erano stati ripagati. La pallavolo, si basa soprattutto sul gioco di
squadra, si vince tutti o si perde tutti, ecco perché tutti gli elementi
della squadra si devono impegnare. Quest’anno si sono aggiunte nuove
ragazze alla squadra, abbiamo fatto subito amicizia e sono simpaticis-
sime! Il campionato è iniziato il 17 gennaio, infatti abbiamo giocato la
nostra prima partita del 2016; l’abbiamo vinta, e non è solo per questo
che siamo felici, ma soprattutto per come abbiamo giocato… Sabato 13
febbraio abbiamo giocato il derby contro il Volley 2C Rosso, che sa-
rebbero delle ragazze della nostra età solo che si allenano a Cavernago
con un altro allenatore; le abbiamo stracciate tre a zero! Era diventata
per noi una tradizione vincere due set e perderne uno, ma ora ci siamo
liberate dal maleficio. Non vediamo l’ora di continuare a giocare altre
partite!
.
IL PARAPENDIO
La storia del parapendio incomincia del 1965 grazie a Dave Barish. Egli chiamò questa
disciplina slope sloaring. Nel 1978 tre paracadutisti francesi si lanciarono con il paraca-
dute rettangolare dal monte Pertuiset. Laurent de kalbermaaten inventò nel 1985 il
randonneuse, il primo parapendio concepito per il volo. Il primo campionato di parapendio
si svolse nel 1987 a Verbier. L’ attrezzatura necessaria al volo è composta da un ala
(generalmente chiamata vela dai parapendisti), alla quale è sospesa la selletta del pilota
tramite un sistema di “fasci funicolari”. Il pilota controlla il volo tramite due comandi, i
freni aerodinamici. Tutte le vele sono dotate di un dispositivo di accelerazione da con-
trollare con i piedi, detto comunemente “acceleratore” che, agendo in modo diversificato
lungo il profilo alare, consente una migliore performance di velocità o efficienza a secon-
da delle regolazioni e comunque in base alle condizioni aereo logiche (Esempio: migliore
“penetrazione” del profilo dell‘ala rispetto all‘aria nel caso in cui vi sia la necessità di avanzamento più rapido con vento contrario for-
te). Agendo sulla pedalina, comunemente chiamata SPEED, si va a variare incidenza dell’ala. Tale variazione comporta un aumento della
velocità. Curiosamente in Italia non è obbligatorio per legge il paracadute d’emergenza. Nonostante non ve ne sia l’obbligo, questo è co-
munque adottato dalla totalità dei praticanti ed è normalmente integrato nella selletta. Si tratta di un paracadute “ a calotta” estraibile
mediante una maniglia di estrazione.
A CURA DI MARCHETTI 1 ^B
ALDO MORO EXPRESS
Avete mai sentito parlare del parkour? Se non vi è capitato, ecco a voi la spiegazione su
come si pratica e la sua storia! Questo sport richiama tutto ciò che può essere usato in
una situazione di fuga, per arrivare nel punto scelto superando qualsiasi tipo di ostacolo
senza mai fermarsi. Il Parkour è praticato dagli anni 90, ma la sua storia risale addirittu-
ra alla fine dell’Ottocento. Un giorno un addestratore militare di nome George Hebert
ha avuto un’idea, ossia che il metodo migliore per formare fisicamente e psicologicamen-
te i suoi uomini fosse lavorare sui movimenti “naturali” che vengono loro spontanei nelle
situazioni che la natura o il bisogno richiedono. Il suo motto era “essere forti per essere
utili”. Questo sistema venne poi ripreso dal figlio di un pompiere, David Belle, che lavorò
su percorsi e tracciati: questo tipo di movimento gli piacque così tanto da trasformarlo
in una vera e propria disciplina, aiutato in questo anche dal “freerunner” Sebastian Fau-
can (che rende il parkour una vera e propria arte funzionale a dare spettacolo, valorizzando al massimo la bellezza e fluidità dei movimenti).
Con l’avvento di internet, l’idea del parkour ha avuto una diffusione pressoché globale grazie ai video postati in rete. Questo sport è costi-
tuito da salti, capriole e soprattutto comporta molto rischio... Uno degli obbiettivi è proprio saper attraversare qualsiasi terreno alla mas-
sima velocità. Se praticato tanto e con impegno, aiuta il corpo a far sviluppare in fretta la muscolatura, soprattutto gli addominali. Natural-
mente per arrivare a lanciarsi da un tetto bisogna iniziare con salti bassi, per gradi, superando così la paura, e lavorare molto sull’equilibrio.
Questo sport ha molte caratteristiche in comune con la breakdance e le arti marziali. Con la breakdance ha in comune i movimenti, ad e-
sempio le capriole e i volteggi, mentre con le arti marziali condivide il principio secondo cui il movimento non va pensato ma “sentito” come
necessario. Se si pensa, si esita. Invece, come dice Bruce Lee parlando delle arti marziali, “l’esitazione causa paura” e questo non è funzio-
nale alla filosofia del parkour… Infatti, se nelle arti marziali l’esitazione causa il venire colpito (e dunque perdere la sfida), nel parkour può
causare addirittura la morte! Quelli che sostengono che il Parkour sia un passatempo molto facile, infatti, si sbagliano di grosso, perché
esso richiede sicurezza, agilità, equilibrio e molto allenamento, persino i professionisti possono sbagliare, e se non si è attenti si rischia di
fratturarsi varie parti del corpo. Il Parkour può essere diviso in “crew” cioè squadre. Per realizzarlo è importante essere forti ed allenarsi
duramente anche tantissimi anni. Il Parkour piace ai più giovani anche perché viene considerato uno sport per sentirsi liberi, grazie alle
acrobazie. A CURA DI HOTU 1^C
PARKOUR
Jordan mette in mostra tutto il suo stra-
bordante talento, guadagnandosi la definiti-
va consacrazione, pur non avendo ancora
giocati un minuto di basket professionistico.
Pat Riley, allenatore dei Lakers che quell'e-
state guida una delle selezioni, ammette, nel
dopopartita "è il giocatore più dotato che
ho mai visto su un campo da basket" mentre
lo stesso Knight, notoriamente molto restio
ad elogiare i propri giocatori, confida a Billy
Packer (storico giornalista di college ba-
sketball): "Prima avevo dei dubbi su Michael
Jordan, ma ora so che diventerà il più gran-
de giocatore di basket mai esistito. È cele-
bre per il suo esteso lavoro commerciale
per compagnie quali la Nike, con il brand
dedicato Air Jordan. Nato inizialmente per
la sola produzione di scarpe, creando un
modello nuovo ogni anno, indossato dal gio-
catore nel corso della stagione, già dal suo
primo anno da professionista, grazie all'e-
norme successo globale ed il richiamo gene-
rato ha portato nel tempo l'azienda ad e-
spandere la linea anche a magliette, felpe,
pantaloncini, anche non solo prettamente
per il basket, ma anche per la vita di tutti i
giorni, dando vita ad una vera e propria
sottomarca. La linea ed il suo successo pro-
seguono tuttora, anche dopo il ritiro di MJ.
Michael Jordan è il mio idolo perché nono-
stante le continue avversità della vita, è
riuscito a rialzarsi e a continuare con più
grinta di prima.
(FONTE WIKIPEDIA)
A CURA DI CAPOFERRI 1^B
Michael Jordan è entrato nell’ NBA il 12
Settembre 1984, è stato sei volte Campione
NBA coi Chicago Bulls. All’ inizio della sua
carriera il suo ruolo era quello della guardia,
in seguito fece il cestista. Dopo la vittoria
del terzo titolo, abbandonò temporanea-
mente la pallacanestro per intraprendere
una carriera nel baseball, con risultati non
equiparabili a quelli ottenuti nel basket;
tornò ai Bulls nel corso della stagione 1994-
1995 e si ritirò una seconda volta dopo aver
vinto il suo sesto titolo nel 1998. Nel 2001
riprese l'attività agonistica, questa volta
nei Washington Wizards. Nel 1999 è stato
nominato come "più grande atleta nord-
americano del XX secolo" dal canale televi-
sivo sportivo ESPN; scelto per il Naismith
Memorial Basketball Hall of Fame il 6 aprile
2009, vi è stato ufficialmente introdotto
l'11 settembre 2009. La fama acquisita sul
campo lo ha reso una vera e propria icona
dello sport, al punto da spingere la Nike a
dedicargli una linea di scarpe da pallacane-
stro chiamata Air Jordan, introdotta a
partire dal 1985 e tuttora molto popolare.
L'estate del 1984 è quella della XXIII O-
limpiade a Los Angeles e Michael Jordan
viene convocato da coach Bob Knight nella
nazionale statunitense, Già nelle amichevoli
di preparazione contro selezioni di giocatori
NBA,
Pagina 15 Aldo Moro EXPRESS
La vita di Michael Jordan

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Pubblicazione 05 marzo def

  • 1. ALDO MORO EXPRESS EDITORIALE Cellulare sì/cellulare no? Abbiamo deciso di dedicare l’editoriale di questo 2° numero ad un problema che è emerso nelle ultime settimane, qui alla Aldo Moro. Infatti, un po’ di tempo fa, è stata dettata un circolare che vietava di utilizzare, o anche solo introdurre, i telefonini a scuola. Questo è anche quanto dice il regolamento: ma per voi è giusto o sbagliato? Ovviamente ci sono sia pro che contro: ad esempio i pro sono che davanti ad un imprevisto può essere comodo disporre di un telefono sempre a portata di mano, mentre i contro sono che il telefonino ti si può rompere o te lo possono rubare e che normalmente un utilizzo improprio può essere causa di disturbo o distrazione. Del resto, diciamo noi (forse anche andando contro corrente), siamo in un paese libero: chi può vietarci di tenere in tasca (e in piena osservanza del regolamento) un oggetto che sta sempre più diventando di uso comune? Vietarlo, tra l’altro, rischia di produrre due effetti: o lo si porta di nascosto, oppure non lo si porta per timore della punizione, ma senza aver capito fino in fondo cosa ci sia di male nell’averlo, come dimostrano le discussioni emerse nelle varie classi a tale proposito. E dunque ci si chiede quanto possa essere educativo porre un divieto di questo genere. Non è meglio, invece insegnare i limiti dell’uso? E voi che ne pensate del cellulare a scuola? Per farvi rispondere manderemo nei prossimi giorni degli inviati con delle schede per esprimere il vostro parere e poi, in base alle risposte, vedremo se è il caso di proporre al dirigente una opportuna modifica al regolamento. La risposta giungerà nel prossimo numero! A CURA DI RANIERI 1^C Il 22 gennaio, come da programma, i ragazzi di 1^ e 3^ media si sono dati da fare per rendere la nostra scuola il più accogliente possibile per gli alunni di 5^elementare. Noi di 1^ media abbiamo realizzato dei cartelloni con scritto “Benvenuti” in inglese, francese, italiano e india- no. Appena arrivati i ragazzi di 5^, li abbiamo fatti accomodare e spiegato come funziona la nostra scuola, poi li abbiamo divisi in gruppi. I ragazzi di terza hanno fatto far loro un tour della nostra scuola e li hanno accompa- gnati nei laborato- ri dove alcuni alun- ni di 1^ avrebbero spiegato il funzio- namento del laboratorio di inglese, di giornalino, di informatica e di ludolinguistica. Nel laboratorio di giornalino abbiamo spiegato come realizziamo la nostra pubblicazione. Nel laboratorio di inglese abbiamo fatto vedere i mini video che abbiamo girato con il Professor Piazza. Nel laboratorio di informatica abbiamo mostrato come scriviamo i nostri articoli. E infine, per il laboratorio di ludolinguistica, abbiamo spiegato come realizzare alcuni giochi linguistici. In conclusione, tutte le classi hanno messo un po’ del loro impegno perché questo open day avesse successo. Speriamo che agli alunni di 5^ sia piaciuto! A CURA DI PEZZOTTA 1^B SOMMARIO: - Open Day: pag.1 - Attività scolastiche: pag.2 - Progetti della scuola: pag.2-3-4-5 - Poesie, racconti: pag.6-7 - Vignette: pag.8 - Cultura e Culture: pag.9 - Ludolinguistica: pag.10 - Dipendenze: pag.1-11 - San Valentino: pag.12 MONDO SCUOLA I GIOVANI E LE DIPENDENZE QUEI GIOVANI CHE VANNO “IN LOCANDA” Uno dei locali preferiti dai ragazzi è la famigerata “Locanda del Santo Bevitore” di Cavernago, dove ogni sera si recano, da tutta la provincia, moltissimi giovani, poiché in quel luogo si sentono liberi di fare ciò che vogliono,senza essere continuamente sorvegliati dagli adulti. Visto che, come locale, non parrebbe avere nulla di speciale, una delle r a g i o n i p r i n c i p a l i è probabilmente il fatto di andarci insieme al gruppo; infatti molti ragazzi sono continuamente condizionati dalle scelte altrui, perciò decidono di frequentare questo locale solo per moda. Altri invece vi si recano banalmente perché circolano alcol e droghe, perché infine è questo quel che si fa durante le lunghe notti in Locanda… Ci si dà alla pazza gioia in compagnia di varie sostanze. Questa “moda” di andare in Locanda sta diventando sempre più un “bisogno”, perché sempre più ragazzi ci tornano, incuriositi dallo stile di vita che questi luoghi “di perdizione” propongono. Continua a pag 11 BREAKING NEWS OPEN DAY ALDO MORO Aldo Moro EXPRESS Data: APRILE 2016 Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. ISTITUTO COMPRENSIVO A. MORO DI CALCINATE PROSSIMI APPUNTAMENTI - Metti a fuoco l’accoglienza - Festa di fine anno
  • 2. ALDO MORO EXPRESS INTERVISTA hai ragazzi della scuola secondaria di Mornico sul CCR:……. In che anno è nato questo proget- to? Chi avuto l’idea? Dopo due anni di preparazione (2005/06 e 2006/07 - primo anno: conoscenza del conte- sto; secondo anno: attività pratiche (sviluppo di varie proposte relative al miglioramento del territorio), il primo sindaco del CCR è stato eletto nell’anno scolastico 2007/2008. L’ idea è nata dalla collaborazione tra alunni, professori e il vero Consiglio Comunale del paese: è stato il vero Consiglio Comunale a proporre alla scuola secondaria questo pro- getto, che è stata accolto dalla scuola secon- daria con entusiasmo. Come funziona? Viene eletto il baby sindaco, che insieme ai consiglieri, propone dei progetti di migliora- mento nell’ambito del “TEMPO LIBERO, SCUOLA E AMBIENTE” (operiamo soltanto nell’ambito di queste tematiche, perché vicine a noi ragazzi) , che vengono poi sviluppati da tutte le classi. Come avviene l’ elezione del Sinda- co del Consiglio Comunale dei Ra- gazzi? Con delle votazioni in piena regola, viene eletto il baby sindaco con i consiglieri (13 elementi, su proposta degli alunni più intra- prendenti), dopo aver analizzato i programmi di lista di due/tre candidati (con logo, slogan, presentazione del candidato sindaco, i pro- getti proposti: il tutto preparato da due/tre gruppi di lavoro, che coinvolge tutti gli alunni della scuola), che fanno capo ai due/tre can- didati. Prima delle votazioni vengono presen- tati dai rispettivi candidati sindaco i power point, realizzati dalle varie liste con le diver- se proposte a tutta la scuola media, in pre- senza dell’Assessore all’Istruzione. Ovvia- mente, come nelle vere elezioni, vengono preparati i manifesti elettorali, le schede per votare, le urne, i cartelloni con le modalità di voto. Infine si procede alla votazione alla presenza di un docente e di due alunni. Termi- nata la votazione un docente e tre alunni pro- cedono allo spoglio elettorale e alla stesura del verbale. Quindi, dopo qualche giorno dalle elezioni, si ha l’insediamento del neo-sindaco dei ragazzi, con la sua giunta, in sede Consilia- re davanti al vero CC e si procede all’approvazione delle varie proposte. In sin- tesi: 1° momento: i ragazzi (divisi per classi) realizzano il loro progetto elettorale con foto e slogan. 2° momento: condivisione e confronto dei programmi con le classi e con un rap- presentante dell’Amministrazione Comu- nale (Assessore all’Istruzione) 3° momento: elezioni con designazione del sindaco vincitore 4° momento: prima seduta consigliare in presenza del vero CC, in sede consiliare. Quanto dura il mandato? Il mandato dura 2 o 3 anni (a seconda che il sindaco eletto frequenti la prima o la secon- da media: dal momento delle elezioni fino alla rielezione di un altro sindaco che avvie- ne quando quello precedente ha concluso la scuola media). Come detto prima, nel primo anno, con delle votazioni in piena regola, viene eletto il baby sindaco con i consiglieri, il cui insediamento avviene in sala consiliare alla presenza del vero Sindaco e dell’Assessore all’Istruzione. Nel secondo/ terzo anno tutte le classi sviluppano i pro- getti della lista vincitrice sotto forma di PowerPoint, che successivamente, vengono presentati a tutti gli alunni della scuola media e al vero Consiglio Comunale, in sede consiliare, per la delibera. Che compito ha il Sindaco? Il sindaco ha il compito di rappresentare tutti gli alunni. Quante volte incontrate il vero Consiglio Comunale? Che cosa av- viene durante queste riunioni? L’incontro con il vero Sindaco avviene una volta all’anno: una per l’insediamento del sindaco e per l’illustrazione delle proposte della lista vincitrice e l’altra/e per l’approvazione o meno dei progetti, una volta sviluppati. Ovviamente per ogni seduta viene redatto un verbale da un membro del CCR, che funge da segretario. Il Consiglio Comunale dei Ragazzi ha gli stessi ruoli di quello degli adulti? Il CCR è un po’ diverso da quello degli adul- ti, perché, come già detto, agisce solo in tre ambiti (scuola, ambiente, tempo libero), ma la finalità è uguale: agire per il bene della comunità Che classe devono frequentare i componenti del Consiglio Comunale dei Ragazzi? I componenti del CCR possono essere stu- denti delle classi prime, seconde, terze (di quest’ultima classe solo due elementi, che verranno sostituiti nell’anno successivo dai primi due non eletti). Questi componenti quali caratte- ristiche devono avere? I componenti del CCR devono essere attenti e sensibili ai problemi della comunità e, soprattutto, molto intraprendenti. Ogni quanto si devono riunire? Si devono riunire in presenza del vero CC una volta all’anno. Prima di questo incontro il CCR si riunisce da solo un paio di volte per rivedere e riflettere sui lavori svolti. Continua… Pagina 2 Aldo Moro EXPRESS NOTIZIE DA ALTRI PLESSI IL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI DI MORNICO
  • 3. ALDO MORO EXPRESS INTERVISTA hai Docenti della scuola se- condaria di Mornico sul CCR: E’ un percorso di cittadinanza attiva, che permette ai ragazzi di toccare con mano cosa vuol dire lavorare per il bene della comunità. Sono coinvolte tutte le classi. Nell’ambito di questo progetto i ragazzi eleggono il baby sindaco e i suoi collaboratori, dopo un’attenta analisi dei vari programmi elettorali, presen- tati nelle diverse liste dai vari gruppi. Le proposte della lista vincitrice vengono poi sviluppate e, quando possibile, realizzate. Il tutto con la collaborazione del vero CC, alla cui presenza ogni anno viene convocato il CCR. Ovviamente i ragazzi articolano i programmi elettorali in relazione a tematiche a loro vici- ne (Ambiente, Scuola, Tempo libero Che finalità ha il progetto? La finalità è quella di promuovere la cittadi- nanza attiva, partecipativa, rappresentativa, consapevole e solidale come formazione della persona, secondo i principi e i valori della Costituzione italiana, dei Trattati e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e delle Carte internazionali dei dirit- ti, in contesti multiculturali e ricercare nei curricula di alcune aree disciplinari contenuti, metodologie e forme di relazione e valutazio- ne degli apprendimenti che maggiormente favoriscono la partecipazione e il coinvolgi- mento degli alunni, la percezione di star bene a scuola, la consapevolezza di essere in una comunità che accoglie, che mette in pratica le regole del vivere civile e sociale, la salvaguar- dia dell’ambiente, che promuove la cultura dell’eco-sostenibilità, che dialoga con le isti- tuzioni e con la società civile organizzata, che sa apprendere. In sintesi tale progetto con- sente di favorire la crescita socio-culturale dei ragazzi, nella piena consapevolezza dei diritti e dei doveri verso le istituzioni e la comunità. In concreto il C.C.R. ha finalità educative e formative molto importanti, in quanto avvici- nai ragazzi alle istituzioni e stimola in loro una partecipazione attiva alla vita sociale del paese, aumentando così il senso di respon- sabilità nei confronti della comunità locale. Quali competenze intende pro- muovere? Lavorando a stretto contatto con l’amministrazione comunale, i ragazzi hanno la possibilità di partecipare concretamente al suo funzionamento e di potenziare la capacità di formulare proposte, organizzare e progettare. Partendo dal fatto che è com- pito specifico della scuola promuovere que- gli interventi educativi capaci di far sì che le capacità personali di ogni alunno si tradu- cano nelle otto competenze chiave di citta- dinanza previste a conclusione dell’obbligo di istruzione, ossia di quelle competenze di cui ogni persona ha bisogno per la realizza- zione e lo sviluppo personali, per la cittadi- nanza attiva, per l’inclusione sociale e l’occupazione, la Scuola Secondaria di primo grado di Mornico, consapevole del fatto che “dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e capirò” (Confucio), ha deciso di intraprendere un percorso di cittadinanza attiva per permettere ai ra- gazzi di “toccare con mano” cosa significa “collaborare per il bene comune”. Ecco nello specifico le competenze che si promuovono: - Comunicazione nella madre lingua - Competenza digitale - Imparare a imparare - Competenze sociali e civiche - Spirito di iniziativa e imprenditorialità - Competenze nelle lingue straniere - Competenza matematica e competenze di base in scienze e tecnologia. Quali sono stati i maggiori suc- cessi? Quali invece i limiti ri- scontrati e le eventuali soluzioni? I maggiori successi sono stati:  il coinvolgimento attivo ed entusia- sta dei ragazzi  l’interdisciplinarietà che talvolta manca nella scuola secondaria  la possibilità di far emergere le competenze dei ragazzi su campi d’esperienza concreti, partendo dalle loro conoscenze nelle varie discipline.  Il senso di appartenenza al territo- rio, anche nell’ottica del trovare strategie adeguate per migliorar qualità della vita del territorio. I limiti sono:  la richiesta di un maggior impegno da parte di tutti, docenti e alunni  la necessità di impiegare talvolta le o r e c u r r i c o l a r i p e r l o sviluppo/realizzazione dei progetti, in quanto le ore di gruppo non basta- no. Eventuali soluzioni:  imparare ad essere più flessibili nell’organizzazione di spazi e tempi  rendersi conto che il tempo impiega- to non è “tempo perso”, ma guada- gnato, in quanto si acquisiscono le competenze chiave di cittadinanza. Qual è il punto di forza di que- sto progetto? Gli studenti che vivono l'esperienza del CCR hanno modo di entrare nel merito di alcune questioni che li riguardano direttamente, incontrandosi, dialogando e confrontandosi tra pari e con gli adulti, informandosi e documentandosi per giungere a formulare proposte, suggerimenti e ad elaborare pro- getti secondo il loro punto di vista. Questo consente la crescita di un rapporto di fidu- cia e cooperazione tra generazioni, promuo- vendo la partecipazione dei giovani cittadini alla vita della città. Vi divertite anche voi o a volte può diventare un impegno? Noi docenti abbiamo il compito di coordina- re i diversi momenti organizzativi e gestio- nali, sostenendo e valorizzando l’attività partecipativa dei ragazzi, garantendo loro uno spazio d’incontro, d’informazione e di confronto. Non è sempre facile, nella prati- ca quotidiana, trovare tali momenti, ma l’entusiasmo dei ragazzi può essere, talvol- ta, molto coinvolgente. Continua… Pagina 3 Aldo Moro EXPRESS
  • 4. ALDO MORO EXPRESS Quali sono le vostre proposte? Sono mai state accolte dal vero consiglio comunale? Le proposte della lista vincitrice (lista n° 2) delle elezioni del 2015 sono: TEMPO LIBERO: MARATONA DEL CCR: consiste in una maratona a Mornico, per conoscere, median- te delle soste strategiche, i luoghi più signi- ficativi e le tradizioni del nostro paese, attraverso il racconto di noi ragazzi del CCR. Per rendere più coinvolgente questa iniziativa abbiamo pensato di raccontare la storia di Mornico in versi. Questo progetto mira ad un nuovo modo di comunicare la cultura. SE IL CINE-SCUOLA APRIRETE, NUO- VI ORIZZONTI DARETE: consiste nell’organizzazione di un cineforum, adatto a noi ragazzi, in Auditorium, per aprire la mente a nuove tematiche, divertendoci. RIPERCORRERE LE STRADE DEL GIOCO: consiste nella riscoperta dei giochi antichi, attraverso il racconto popolare degli anzia- ni, per rivalutare la creatività dei giochi inventati con materiale di recupero e ap- prezzare lo stile di vita più sano, meno se- dentario, all’aria aperta, insieme agli amici. SCUOLA: NON SOLO SPAZIO COMPITI: consiste nell’apertura di un momento pomeridiano extra- scolastico da parte dei compagni più capaci ai ragazzi in difficoltà, per aiutarli nello svolgimento dei compiti e socializzare con essi. GEMELLAGGIO CON UNA SCUOLA DEL- LA COMUNITA’ EUROPEA: consiste nell'entrare in contatto, attraverso e-mail, con una scuola della comunità europea (anglofona o francofona), per favorire uno scambio linguistico e culturale e approfondi- re in tal modo le lingue. SE QUALCUNO VUOI INFORMARE, IL BLOG DELLA SCUOLA DEVI AGGIORNA- RE: consiste nell’ideazione di un blog della scuola, dove inserire articoli riguardanti i vari progetti della scuola, esercizi di ripas- so per tutte le classi, per ogni livello di apprendimento, mappe concettuali di vari argomenti affrontati... Ovviamente verran- no coinvolte tutte le classi. AMBIENTE: QUANDO LA SCUOLA ESCE DALLE AU- LE: consiste nell’adozione di un parco degra- dato di Mornico, nel nostro caso il parco “Giardini”, e progettare, dopo un’attenta ricognizione, una riqualificazione di questo splendido spazio, per renderlo accogliente, funzionale e sicuro. CERCASI SPAZI DISPERATAMENTE: consiste nell’organizzare un corso per la realizzazione di murales, perché abbiamo notato che nel nostro paese ci sono muri sporchi o addirittura privi di tinteggiatura. In questo modo, con la supervisione di adul- ti, potremmo realizzare dei murales e con un pizzico di fantasia e di spirito critico, abbellire Il nostro paese. IL GIARDINO CHE VORREI: consiste nel creare alcuni gruppi di lavoro organizzati per “interessi”, che si occupino di alcuni spazi verdi di Mornico dal punto di vista ecologico (pulizia dell’ambiente), naturalisti- co (manutenzione della vegetazione), cura degli arredi (giochi, panchine, fontanelle...) Negli anni passati diversi progetti sono stati accolti e realizzati grazie alla collabo- razione del vero Consiglio Comunale: l'asse- gnazione di armadietti per singoli alunni in ogni classe, la ristrutturazione dell’Auditorium, la sostituzione del citofono della scuola con un videocitofono... Ci ren- diamo conto che la realizzazione di alcuni progetti non è sempre possibile dal punto di vista economico. A CURA DEI RAGAZZI DEL CCR DI MORNICO (E DEI LORO PROFESSORI) vremmo fatto. Nel laboratorio abbiamo svolto vari tipi di esperimenti: noi alunni delle classi prime, come primo esperimento, abbiamo usato due lastre, una di legno e l’altra di metallo, e con il palmo della mano dovevamo sentire come variavano le tempe- rature. In un altro esperimento, abbiamo usato una provetta che conteneva del colorante rosso alimentare, due contagocce e due bicchieri colmi d’acqua fredda e calda: questo esperi- mento consisteva nel capire che il colorante si mescolava più velocemente nell’acqua Siete degli appassionati di scienza e roboti- ca? Una visita al Paleocapa dove è organiz- zato il progetto Esplora non sarà male! Il Paleocapa è un istituto tecnico industriale dove ogni anno siamo invitati a partecipare ad alcuni laboratori, com’è successo lo scor- so 11 gennaio. All’entrata del laboratorio di chimica siamo stati accolti da Floriana con molto entusia- smo, lei ci ha spiegato un po‘ com’era strut- turato il laboratorio e anticipato cosa a- calda perché le sue molecole si muovevano più rapidamente rispetto alle molecole dell’acqua fredda. Dopo il laboratorio di chimica abbiamo visi- tato quello di robotica dove abbiamo incon- trato Marco, che ci ha spiegato le caratte- ristiche dei robot e ci ha insegnato a pro- grammarne uno. Quest’avventura “ai limiti della conoscenza” ci ha appassionati e divertiti. A CURA DI GREWAL 1^C PROGETTO ESPLORA: Pagina 4 Aldo Moro EXPRESS
  • 5. ALDO MORO EXPRESS Le Life Skills sono una serie di attività che si svolgono in classe con diversi professori. Che cosa significa Life Skills? Life Skills significa “abilità di vita”. Il progetto delle serve infatti a imparare a gestire le emo- zioni come la rabbia, l’ansia, la paura e la frustrazione che ci rendono deboli, in- fluenzabili e quindi più facilmente preda delle dipendenze! Ci mettono anche in guardia dalle pubblicità, dal fumo, dall’alcol e soprattutto dalla pressione esercitata dal gruppo dei coetanei che spesso spingo- no ad adottare certi comportamenti anche dannosi, cui non ci può sottrarre. Anche per questo ci si deve mettere in cerchio, perché ci rende tutti uguali e stimola la partecipazione. Questa infatti è la prima regola base delle Life Skills Le altre sono:  Dare la parola a tutti.  Parlare uno alla volta per alzata di ma- no.  Stare Attenti che le opinioni dei com- pagni non superino le pareti della clas- se.  non forzare nessuno a partecipare contro la sua voglia.  dare a ciascuno la possibilità di espri- mersi. TORNEO DI LETTURA LIFE SKILLS Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 5 Il 21 dicembre scorso le classi prime, nelle ultime due ore, hanno partecipato al torneo di lettura. Siamo andati in palestra e le professoresse Cecchini e Pievani ci hanno spiegato i giochi e il regolamento, poi abbiamo iniziato. Il primo gioco consisteva in una specie di staffetta: praticamente le professoresse tenevano una ciotola di ovetti con dentro degli indizi che dovevamo collegare alle varie parti dell’identikit del nostro libro e questa prima parte della prima gara è stata vinta dalla 1° C. Nella seconda parte occorreva ricostruire l’identikit di ogni libro ed è stata vinta dalla 1°B. La seconda gara consisteva in un cruciverba con domande riguardanti i personaggi dei libri e si è conclusa con un pareggio. La terza ed ultima gara si rifaceva al gioco alla domanda e se la risposta era corretta il punto andava alla propria squadra altrimenti andava agli avversari. Quest’ultima gara è finita con un pareg- gio perché una ragazza di 1^C è stata scoperta a suggerire e la squadra è stata penalizzata. Lo spa- reggio si farà nella seconda manche per vedere chi gareggerà contro Cavernago e i risultati li conosce- rete nel prossimo numero, ma intanto vi anticipiamo la lista dei nuovi libri:  Cappuccetto rosso a Manhattan  Il fantasma dell’università  Per sempre insieme, amen  Cookie  Obbligo o verità  Filo da torcere  Magia a metà  Hank Zipzer e le cascate del Niagara A CURA DI RANIERI In generale tutte le unità delle Life Skills funzionano così: dalla pratica all’insegnamento. A noi piacciono perché, in primo luogo, perché ti fanno capire che se scegli quella strada sarai nei guai e naturalmente anche perché la materia che devi fare in quell’ora la salti... A CURA DI GREWAL E NDOME 1^C Per capire l’utilità del progetto, pensiamo ad esempio all’Unità 9, che si occupa della ge- stione dell’ansia. Infatti spesso durante le verifiche o interrogazioni, quando bisogna parlare davanti a un pubblico o davanti alla classe a noi alunni sale l’ansia. Per insegnarli a gestirla il nostro docente di musica, il professore Tenti, ci ha fatto sperimentare alternativamente l’ansia e la serenità: come prima cosa ci ha avvisati che sarebbe venu- to il dirigente ad assistere all’interrogazione sulle Life Skills e magari farci qualche domanda. Subito abbiamo iniziato ad agitarci e l’ansia si è fatta sem- pre più insostenibile. Poi, quando ci ha rive- lato che era solo un modo per farci innervo- sire e che non dovevamo aspettarci una visita dal dirigente, è passato alla seconda fase: ha chiuso le finestre, le tapparelle e la porta, ci ha detto di metterci in una posi- zione comoda, chiudere gli occhi e immagi- nare un luogo bello, sereno dicendoci che chi aveva voglia poteva pure dormire. In questo modo abbiamo sperimentato una sensazione di serenità.
  • 6. ALDO MORO EXPRESS C’è chi… C’è chi dice e chi spera Ma per me l’amore è una cosa vera; c’è chi dice mai e poi mai ma come fai a dirlo se ancora non lo sai? c’è chi dice sempre di no anche se alla fine lo attende uno shock. A CURA DI RANIERI 1^C POESIE, RACCONTI, RECENSIONI E SOCIAL NETWORK Questo è ciò che può spaventare il mondo adulto, che immagina frotte di adolescenti fare e ricevere insulti attraverso un social media… E tuttavia posso garantirvi che su instagram gli atti di cyber bullismo sono molto più rari che su altri social, perché se non metti tu stesso una tua foto, non puoi nemmeno scrivere commenti su altri (al contrario di quanto avviene su facebo- ok). Quindi per “giocare” devi accettare anche di metterti in gioco. È ovvio che si tratta di uno “sport duro”, una specie di “palestra di sopravvivenza” in cui non si può sempre prendere tutto sul serio o accoglie- re qualsiasi commento come se fosse oro colato. Certo sarebbe meglio che le persone molto sensibili o suscettibili si astenessero per- ché ormai i social fanno parte della nostra vita e censurarli è inutile: il mio consiglio è imparare a usarli e difendersi da chi invece se ne serve come un’arma. A CURA DI MARENZI 1^C Cari genitori e insegnanti, spesso vi chiedete perché i vostri ragazzi passano molto tempo chiusi in camera a guardare il telefono, per- ché sono sempre su facebook, instagram ecc... Addirittura una ragazza a Pordenone si e buttata dal balcone, per colpa di questi social, ed ecco che tutti ricominciano a interrogarsi sul fenomeno. Voglio provare a chiarirvi le idee. Instagram è il mio social preferito: usandolo mi sento molto più sicura che su facebook perché non sono controllata dai miei genitori. Anche loro infatti preferiscono che utilizzi instagram piuttosto che facebook, in quanto su facebook sembra più facile che tutti guar- dino ciò che metto, tipo foto ecc… Così mia mamma mi ha inculcato nella testa l’idea che facebook sia pericoloso. Instagram è un social in cui puoi mettere invece tutte le foto che vuoi e i commenti. Puoi mettere like alle foto dei tuoi amici. Puoi scegliere se caricare le tue foto per farle vedere a tutti oppure bloc- care il profilo. Puoi scegliere se accettare le richieste di amicizia. Poi il bello di instagram è che si può messaggiare in privato e che nessuno lo può vedere. Alcuni trovano diver- tente, ad esempio, commentare le immagini di altri, anche con apprezzamenti o giudizi pe- santi, che talvolta però possono diventare offensivi. SOCIAL NETWORK Pagina 6 Aldo Moro EXPRESS POESIE Lo guardi e… Lo guardi e… Piangi, ridi, sorridi, ti senti mancare… Allora sei proprio innamorata! A chi lo sa L’amore che effetto fa. A CURA DI RANIERI 1^C Piove Fuori piove la natura È impazzita Vedo frammenti di gocce cadere Sento gemiti di animali Piangenti Sento la brace che arde Il borgo che triste lui è... Madre natura ispira timore A chiunque volesse sfidarla. Gli animali nelle tane sono cupi. La pioggia battente non cessa. A CURA DI CAPOFERRI 1^B
  • 7. ALDO MORO EXPRESS La persona di cui vi voglio parlare oggi, è una vera e propria leggenda vivente, cioè Checco Zalone. Checco Zalone è il nome d’arte di Luca Pa- squale Medici, nato a Bari nel 1977. Checco è il classico artista tuttofare: attore, co- mico, musicista, cantautore, imitatore, ca- barettista, conduttore televisivo e sceneg- giatore; quindi in poche parole è una di quel- le poche persone che possiede il multi talent. Checco ha diretto ed interpretato quattro film che sono stati tutti grandi successi:  2009: Cado dalle nubi  2011: Che bella giornata  2013: Sole a catinelle  2016: Quo vado? Con il nuovo film “Quo vado?” Checco ha fatto il sold out al cinema, come ad ogni suo film, sfiorando i 92 milioni di incassi. Tale successo si deve al suo modo di ironizzare su fatti reali, come in “quo vado?” dove il “posto fisso”, da sempre considerato un “must” nella mentalità tipica italiana (cioè qualcosa per cui lottare e da conseguire ad ogni costo), diventa per Checco una specie di condanna. Tra disavventure esilaranti riuscirà a difenderlo fino a quando non capi- rà che… Ma ve lo devo dire io?! Andate a vederlo, e vedrete che non reste- rete delusi. Opinione personale: imperdibile A CURA DI RANIERI 1^C RECENSIONI sumo della carne. Paradossalmente, quindi, trarrebbe il nome dal suo opposto giacché il periodo di Carnevale si caratterizza proprio dall’accentuato o addirittura sregolato consu- mo dei beni materiali come cibi, bevande, almeno nelle sue origini e radici storiche. Le origini sembrano collocarsi lontane nel tempo: gli studiosi fanno risalire la nascita del Carne- vale ai Saturnali latini. In quei giorni i romani nel celebrare l'anniversario della costruzione del Tempio dedicato al dio Saturno, si riversa- vano nelle strade cantando ed osannando il padre degli Dei. Durante quei festeggiamenti si verificava un capovolgimento dei rapporti gerarchici ed in genere delle norme costituite della società, sicché i plebei potevano confon- dersi con i nobili e viceversa grazie ad un tra- vestimento. Più tardi venne introdotto l'uso delle maschere, preso in prestito dai Baccana- li, festeggiamenti in onore di Bacco (si pensa allo scopo di non essere riconosciuti durante le pratiche licenziose festaiole, di cui i latini erano maestri). Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e cercò di moderare quelle più smodate e tra- sgressive. Fu così che i Saturnali divennero Carnevale. Nel Medioevo, poi, la festa subì una trasformazione diventando fondamen- talmente un rito di purificazione, come è provato dalla scena culminante della festa che consiste nel “funerale di Re Carnevale”. Questo senza però perdere il momento trasgressivo di abbandono ai piaceri mate- riali come viene rappresentato perfetta- mente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi vuol esser lieto sia, di doman non v'è cer- tezza...." (versi tratti appunto dai "CANTI CARNASCIALESCHI", cioè propri del car- nevale). Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevale- sche sono riprese con forte vigore. Per un certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari, da lungo tempo dimenticate, spes- so volutamente, come una operazione di rimozione da un senso di colpa collettivo per essere esse stesse fortemente paganeg- gianti e quindi quasi mai condivise dalla autorità religiosa. Per un altro aspetto esse sono il risultato di un sapiente lavoro im- prenditoriale che ne ha fatto una festa “commerciale” o anche un rilancio per inizia- tive turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti ricadute sui livelli occupazionali e sul benes- sere della Comunità, che si impegna a orga- nizzare manifestazioni il cui fascino è indi- scutibile (pensiamo al carnevale di Viareggio o a quello più famoso ancora di Venezia…). (Fonte: “Storia del Carnevale italiano” a cura di Giuseppe Emanuele) A CURA DI BASRA GITIKA 1^B La parola “Carnevale” deriva dal latino “carnem levare”, che in italiano significa “eliminare carne” oppure “carne addio”. Carnevale è un’occasione per divertirsi ed è un momento di allegria, gioia. A carnevale si mettono maschere e costumi che spesso richiamano ruoli e personaggi tipici della fiaba o della commedia, ad esempio: la fata, la principessa, Arlecchino, l’eroe preferi- to...Per i più piccoli ci sono anche gli animali (api, coccinelle, gatto …). Uno dei piatti che si mangiano in occasione di questa festa sono le chiacchiere o le frittelle. Il carne- vale si festeggia lanciando i coriandoli e le stelle filanti, o spruzzando schiume e fila- menti colorati con le bombolette. Nelle città e nei paesi si svolge la sfilata, ma quest’anno a Calcinate non si è tenuta per- ché pioveva. Un vero peccato perché i bam- bini l’aspettano con ansia, in quanto spesso possono salire nel carro facendo un giro ed i genitori devono seguirli. Insomma il Carne- vale è una festa divertente per tutti!!! La storia del carnevale: Il Carnevale ha un significato difficile da interpretare. Di certo è un periodo magico di baldoria, durante il quale ci si dimentica dei problemi che la vita ogni giorno propone. Esso è un intervallo che nel calendario liturgico- cri- stiano si colloca tra l'Epifania e la Quaresi- ma. Riguardo alla etimologia della parola l'ipotesi più attendibile ricollega Carnevale al latino "carnem levare", cioè alla prescri- zione ecclesiastica dell'astensione dal con- Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C.
  • 8. ALDO MORO EXPRESS VIGNETTE: IL MONDO DI TOBY Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 8 A CURA DI SARA VECCHI 1^C
  • 9. ALDO MORO EXPRESS PIATTO 1: il riso con pesce (THIEBU DJEUN) del Senegal è come la pasta per gli Italiani. Si prepara ogni giorno per pran- zo. Per farlo bisogna avere del pesce fresco, del riso e verdure varie come carota, cipolla, pomodo- ro, me- lanzane, cavolo, patate ameri- cana. In Senegal ogni donna deve essere capace di prepararlo, altrimenti sarà presa in giro da tutti. Come si prepara il THIEBO DJEUN ? Prima si deve frig- gere per 2 minuti il pesce, poi si aggiunge il pomodoro e dopo 3 minuti si aggiunge l’acqua. Quando l’acqua bolle, si uniscono le verdure tagliate a pezzetti. Si aggiungono quindi cipolla, sale, peperoncino e il riso. Dopo 40 minuti il piatto è pronto e possiamo servirlo. A CURA DI NDOME 1^C LA CULTURA IN UN PIATTO Pagina 9 Aldo Moro EXPRESS PIATTO 2: Il mio piatto tipico è “PANIR PACORA”. Ogni domenica la mia mamma prepara “PANIR PACORA”, un piatto che si prepara in genere quando c’è la “festa delle luci “(detta ”Diwali”). “PANIR PACORA” è il piatto preferito di mia mamma e anche il mio. Per cucinarlo bisogna prendere : un piatto dove si mette della farina di mais, si aggiunge l’acqua, si mescola e si accende il fuo- co. Nel frattempo si scalda dell’olio in una pentola,si taglia la mozzarella e si mettono i pezzetti in un piatto dentro la farina di mais, si mescola e si mette a friggere nell’olio caldo, dopo di che si mette in un piatto e “PANIR PACORA” ed è pronto. BUON DIWALI A TUTTI!!! Storia del Diwali: è una delle più importanti feste indiane e si festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata "festa delle luci", durante la festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradi- zionali chiamate diya). In molte aree dell'India i festeggiamenti prevedono spettacoli pirotecnici. Fonte: Wikipedia] A CURA DI KAUR 1 ^B Il mio piatto tipico è “gnocchetti sardi con il ragù di cinghiale. Ogni 12 agosto, nella piazza del comune sassarese di S.ta Maria Coghinas, per la festa dell’Assunzione di Maria celebrata il 15, tutti i sardi hanno la tradizione comu- ne di festeggiare la “sagra del cinghiale”. Nella festa si offrono dei cibi a base di cinghiale, come gli gnocchetti sardi con il ragù di cinghiale alla cacciatora. RICETTA Cinghiale – coscia – 1kg Olive nere – 100 gr Spicchio d’aglio -2 pezzi Prezzemolo-1 ciuffo Cipolle – 1 pezzo Vino rosso – 1,5 bicchieri Peperoncino rosso piccante -1 Olio extra vergine d’oliva -4 cucchiai da tavola Sale ATTREZZATURE Casseruola: è come un mestolo Setaccio: per setacciare la farina PREPARAZIONE Spezzate la polpa di cinghiale e metterla a marinare per 2 ore circa in un vino rosso asciutto, aggiungete 2 picchi d’aglio schiacciati e una manciata di prezzemolo. Tritate a pezzettini una cipolla a fatela soffriggere con 3 cucchiai d’olio di oliva; in una casseruola di terra- cotta, aggiungere il cinghiale con il vino della sua marinata. Fate cuocere a fuoco lento finché il vino non sarà evaporato, poi insaporite con peperoncini e una man- ciata di sale. A CURA DI VECCHI 1^C PIATTO 3: La Bastila è un piatto tipico della cucina marocchina dolce e salato che è stato creato alla caduta di Granada, quando gli ultimi abitanti di religione islamica fuggi- rono nel Maghrib. Gli ingredienti principa- li sono la salsa con uova, pollo e pesce; si prende una teglia e all’interno si spalma il burro in modo che la pasta sfoglia non si attacchi e non si bruci, poi si mettono la frutta secca e la salsa, si ripete la stessa cosa per 4 o 5 volte in modo da ottenere una specie di torta. Prima di cuocerlo si deve lasciare una notte a riposare in mo- do che assorba il burro e si secchi. Dopo la notte si deve infornare almeno per un’ora e mezza e dopo averlo tirato fuori si lascia raffreddare e si deve spargere lo zucchero in modo che non si sciolga. Questo piatto si fa per le grandi occasio- ni, per esempio l’Hid, una festa che si celebra dopo il Ramadan. L’Hid, nella cul- tura araba, è il momento in qui si condivi- de il cibo con i poveri, perché uno dei pilastri dell’islam è condividere ciò che ci viene da Dio con chi è meno fortunato A CURA DI MOUHSINE 1^C PIATTO 4:
  • 10. ALDO MORO EXPRESS IL MOSTRO DEL PIANETA DANIELITO: Il mostro Lottatore proviene dal Pianeta Danielito ed ha il muso di un leone, il corpo di una tartaruga e sembra un alieno. Parla il senegalese e dice sempre: “Io sono giappo- nese!”. A pensarci bene assomiglia ad un lottatore di WWF. Un giorno ha incontrato uno Spongeboob e la gente ha pensato che fosse uno scherzo della natura. Infine, è andato al porto ed è partito per la Nuova Zelanda. UNA VOLTA IN PARADISO C'era una volta in Paradiso un mostro col viso di goblin e il corpo di un'aqui- la. Aveva sei piedi e sei braccia e parlava il marocchino. Mangiava galli- ne e pensava spesso di dover fare la doccia. Assomigliava tanto ad un to- po. Un giorno incontrò un drago, poi sprofondò in una pozzanghera di fango. LUDOLINGUISTICA IL “MOSTRO FANTASTICO” Si delinea il ritratto di un mostro rispondendo alle domande guida: 1. Da dove proviene? 6. Che cosa dice? 2. Ha il viso di? 7. A chi/cosa assomiglia? 3. Ha il corpo di? 8. Chi ha incontrato un giorno? 4. Ha le gambe di? 9. Cosa pensa di lui la gente? 5. Che lingua parla? 10. Com'è andata a finire? Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 10 ACROSTICO Per realizzare un acrostico scelgo una parola, la scrivo verticalmente in stampatello, poi compongo una frase usando parole che comincino con le lettere incolonnate. In ciascun gruppo si creino gli acrostici dei nomi degli alunni. AMORE LENTO E SAGGIAMENTE SENTIMENTALE ANCHE NOIOSO DOPO RIUNIONE ODIOSE GRANDE AMICO BALLA RAP IN EUROPA LENTAMENTE EVVIVA OGNI MATTINA ARRIVERA’ RICCHEZZA ANATROCCOLO BALLA DONDOLANDO OVUNQUE IL MOSTRO ARGHIRO' Il mostro Arghirò viveva in un cimitero. Aveva il viso di mummia e il corpo di gallina, due zampe da mucca e parlava il giapponese. Il mostro Arghirò mangiava ossi rosicchiati dai cani e sbuffava sempre dicendo: “Che puzza!”. Arghirò assomigliava proprio ad un extra- terrestre... Un giorno incontrò un aliena e si sposarono . A CURA DI GREWAL 1^C
  • 11. ALDO MORO EXPRESS Si tratta certo di giovani deboli di caratte- re e con una bassa autostima, in pratica il classico tipo di persona che è facilmente preda delle dipendenze. Le dipendenze riempiono il vuoto dei giovani, quel vuoto che è in tutti noi, il vuoto di vere, autenti- che amicizie e di affetti, come l’amico che ti aiuta a rialzarti quando gli altri non sape- vano nemmeno che eri caduto! Il vuoto di obbiettivi da raggiungere, di valori e di responsabilità. Un vuoto che in genere si accompagna alla noia, ovvero l’incapacità di impiegare il tempo in modo produttivo, che li renderà sempre schiavi, anche di altre dipendenze per poter “riempire” quel vuoto. Per dipendenza si intende “un’ alterazione del comportamento che da semplice o comu- ne abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi, sostanze o comportamenti. L'individuo di- pendente tende a perdere la capacità di un controllo sull'abitudine”. Questa è la defini- zione che possiamo trovare su un buon di- zionario della lingua italiana. Ma cosa vuole dire nella pratica? “alterazione del compor- tamento” significa che la persona non è più la stessa, che cambia il suo modo di esse- re. Questo comporta “una ricerca esagerata e patologica del piacere“ e cosa c’è di male a cercare il piacere? Tutti lo cercano … l’errore è in quell’esagerata e patologica, che è poi ciò che sta alla base della parola “dipendenza”. In poi la cosa si aggrava quan- do a generare tale dipendenza sono “mezzi, sostanze o comportamenti”. In questi casi, infatti, si perde il controllo sulle proprie abitudini: vuol dire non fare più una cosa liberamente, ma perché ce lo detta la di- pendenza. Ma come, e soprattutto perché si diventa dipendenti? Questa parola inoltre significa: soggezione, subordinazione, sot- tomissione, schiavitù; tutte queste parole sono accumunate dal fatto che le dipenden- ze ti rendono schiavo, sono piacevoli ma dannose, secondo i giovani procurano ammi- razione e chi li assume è una persona debo- le, insicura, indecisa. Ma soprattutto le dipendenze riempiono il vuoto dei giovani. ADOLESCENZA E DIPENDENZE Pagina 11 Aldo Moro EXPRESS ALCOOL TRA I GIOVANI: L’alcool è una sostanza psicoattiva, cioè agisse sul cervello, una droga a tutti gli effetti, ma legalizza- ta. È altamente sottovalutata la sua pericolosità. Toglie solo momentaneamente la sensazione di fatica; può solo “artificialmente” far dimenticare la timidezza e i disagi personali per un breve peri- odo, aggravando il problema successivamente. Nell’immediato l’alcol può dare un senso di euforia o di riposo e cancella i brutti pensieri. Ma l’alcol altera la capacità di concentrazione e crea ansia, confu- sione, sonnolenza e allucinazioni. E’ la causa principale di incidenti stradali tra i giovani. Tralasciando gli effetti dannosi sul fisico, che tutti ormai dovremmo conoscere, tra i minorenni è particolarmente pericoloso, perché è assente la capacità fisica di metabolizzarlo ovvero di assorbirlo. Bevendo, molti giovani acquisiscono abitudini che possono portare a sviluppare una dipendenza mista (alcol, fumo, psicofarmaci, droghe). Tra i 15 e i 24 anni sono in aumento i casi di ubriachezza ripetuta, guida in stato di ebbrezza e contemporanea as- NEKNOMINATION: I GIOCHI ALCOLICI SUI SOCIAL NETWORK: La nuova tendenza che sta divampando tra i più giovani la chiamano Neknomination. Basta dell’alcol, una telecamera, un social network e il gioco alcolico è fatto, pronto per essere con- diviso sulle bacheche di Facebook. La Neknomination consiste infatti nel bere un alcolico, filmarsi mentre lo si beve e mentre si vaneggia sotto gli effluvi dell’alcol appena bevuto, postarlo sulla propria bacheca e nominare altre persone che nel giro di 24 ore possono accettare la sfida e rilanciare a loro volta la tendenza alcolica. Chiamarsi fuori dal gioco equivale a rinunciare a quella visibilità che sui social network fa sentire le persone, ed in particolar modo i più giovani, più accettate e benvolute, parte di un gruppo. Oltre ai like sono anche aumentate BALCONING: VOLO D’ANGELO NEL VUOTO: C’è chi preferisce altri tipi di sballo e si diverte nei salti da finestre, balconi e tutto ciò che è alto o pericoloso. Molti si schiantano al suolo e muoiono sul colpo o semplicemente riscontrano lesioni gravi agli organi interni e alle ossa, un rischio che i giovani corrono soprattutto per poter caricare i video della bravata sulla rete e vantarsi con gli amici di essere riusciti a sfidare le leggi di gravità, la minoranza di essi, però sopravvive e perciò può vantarsi, ma la maggioranza muore, RIEMPIRE QUEL VUOTO: Cos’ hanno in comune una serata etilica, un video realizzato al solo scopo di mostrare le proprie bra- vate e il tentativo continuo di superare ogni limite (soprattutto se proibito)? Evidentemente se crediamo che il problema sia l’alcool, il fumo o le droghe, ci siamo fermati al sintomo. Il male è ciò che provoca le ricerche di queste cose: ovvero il bisogno di riempire il vuoto che or- mai nei giovani si fa sempre più divorante. A CURA DI MANCORI 1^B
  • 12. ALDO MORO EXPRESS A san Valentino i grandi vanno fuori a cena e si regalano sorprese speciali, per esempio dichiarandosi il loro amore e i sentimenti che provano, i ragazzi si scambiano bigliettini d’amore, cioccolatini e sms speciali. L’amore per i giovani è una cosa bella, ma solo un po’…. Perché c’è un po’ di gelosia, perché quando scopri che il ragazzo che ti piace è fidanzato con un’altra il cuore ti si squarcia e il cer- vello va in pappa, perché per gli adulti “tanto non è mai una cosa seria”, e quello che ti ha spezzato il cuore “è sempre un cretino!”, e poi “il mare è pieno di pesci”, e per loro saranno sempre sciocchez- ze, “ tu pensa a studiare”, tanto loro lo sanno, “ci sono passati” e tu no e quindi devi ancora imparare. E imparare vuol dire, come sempre, devi tanto cadere. e cadere fa male. Ci sono quelli, poi, che “boh non l’ho mai vissuto l’amore”, e quindi noi giovani siamo divisi tra quelli che provano a ignorarlo e quelli che provano in ogni modo a viverlo. Ai primi fa rabbi perfino san Valentino, non lo capiscono, mentre i se- condi vivono solo per il momento in cui i loro occhi si posano sul volto dell’amato. Quindi c’è una gran voglia d’amore tra i giovani, ma anche una gran confusione, ed è inutile che gli adulti provino a mini- mizzare, dicendo che siamo piccoli, che chi ci piace è uno stupido, che dovrem- mo pensare a cose più importanti, per- ché ciò che è importante per noi e per loro non sempre coincide. E per i giovani, oggi, è importante l’amore!!! A CURA DI BENTI 1^B I GIOVANI E SAN VALENTINO che, in seguito, le abbia inviato il seguente messaggio d’addio: “dal vostro Valentino“, una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore. Ecco perché alla fine del biglietto scriviamo “dal vostro Valentino” e spero che, adesso, abbiate capito sia la leggenda che il perché delle tradizioni che da secoli si tramandano San Valentino è la festa di tutti gli innamo- rati e da tradizione le persone si scambiano bigliettini romantici e adesso vi spiegherò il perché. A Roma, nel 270 d. C., il vescovo Valentino di Interamma, amico di giovani amanti, fu invitato dall’imperatore Claudio ll ad interrompere questa strana iniziativa di provare a convertire la gente al cristianesi- mo e ricevette l’ordine di tornare alle prati- che del paganesimo. Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua fede e, impru- dentemente, tentò di convertire Claudio ll al cristianesimo. Il 14 febbraio del 273 fu lapidato e poi decapitato. Una leggenda inoltre racconta che mentre Valentino era in attesa dell’esecuzione, si sia innamorato perduta- mente della figlia cieca del guardiano Aste- rius, e che con la sua fede abbia ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e LA STORIA DI SAN VALENTINO Pagina 12 Aldo Moro EXPRESS A CURA DI RANIERI 1^C
  • 13. ALDO MORO EXPRESS La pallacanestro è uno sport di squadra dove 2 formazioni composte da 5 giocatori devono segnare in un canestro fatto di ferro e con una retina che scende a finestrella. Per giocare servono: 2 tabelloni, 2 canestri e una palla. Il pallone è a sfera di cuoio-pelle ruvida. Questo sport è nato a Springfield nel 1891, dall’ idea di James Naishmit, medico e insegnante di educazione fisica, in cerca di uno sport adatto per la stagione invernale da praticare al posto del football. Il 15 gennaio 1891 Naishmit pubblicò le regole ufficiali. A quei tempo come canestro usava- no un cesto di vimini e quando la palla entrava si usava una scala per ri- prenderla. Il basket è poco diffuso in Italia a livello giovanile, tanto che nel mio paese non c’ è nessuno che lo pratica della classe 2004 e mi sono dovuto spostare in un altro paese . Secondo me il basket è meglio del calcio perché:  Sei in palestra e non ti sporchi.  Devi procurarti meno materiale.  Nelle mie partite c‘è poca gente e questo è positivo perché mi dà tranquillità.  C‘ è molto fair play.  Le azioni sono rapide e veloci.  Ci sono 4 tempi di gioco con una durata inferiore al calcio; nelle partite degli esordienti sono 4 tempi da 8 minuti. A CURA DI CAPOFERRI 1^B SPORT Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 13 BASKET CALCIO Continuano i guai della Calcinatese... La partita con il Cologno è andata male. Siamo partiti da Cal- cinate alle 13:30 e siamo andati a Cologno dove si svolgeva un triangolare tra le seguenti squadre: Calcinatese, Grumel- lese e Cologno. Appena arrivati siamo entrati in campo contro la Grumellese per il primo incontro della durata di 30 minuti. Noi portieri dovevamo giocare 15 minuti a testa. Il primo portiere ad entrare in campo per la Calcinatese è stato il Volpi, poi sono entrato io (Bryan); a 5 minuti dalla fine hanno dato il rigore al Cologno e io l’ho parato sulla destra con la mano sinistra così la prima partita è finita con il punteggio di 4-0 per il Cologno. Io avevo preso 2 gol e il Volpi 2, però il Mister mi ha detto che sono stato bravo a parare il rigore! PS: siamo sempre in cerca di una buona difesa... A CURA DI BASSANI 1^B
  • 14. ALDO MORO EXPRESS La pallavolo è uno sport interessante e bello da praticare con le tue compagne di scuola. Ogni squadra di pallavolo indossa pantaloncini e magliette di vari colori, per esempio il blu, l’arancio e rosso sono i colori della mia squadra; infatti viene chiamata Volley 2C Arancio. Le partite di pallavolo si svolgono durante il weekend di mattina o di pomeriggio. La mia squadra è composta dalle mie amiche di Calcinate e altre vengono dal comune di Cavernago. Io pratico questo sport da quattro anni con la Polisportiva Volley 2C di Cavernago. Faccio parte del Volley 2C Arancio da quattro anni: in squadra siamo in 12 atle- te delle quali 4 vengono dal comune di Cavernago. Gli allena- menti si tengono a Calcinate nella palestra della vecchio scuo- la media nei giorni di mercoledì e venerdì, dalle 14:30 alle 16:30 del pomeriggio. Io e le mie amiche nella squadra non abbiamo ancora un ruolo preciso. Durante le partite io indosso la maglietta con il numero 17. L’anno scorso abbiamo vinto il campionato provinciale ed abbiamo partecipato al campionato regionale svolto a Trescore, classificandoci al secondo posto. SPORT Le ragazze del Volley Anno 1. Numero 2. a cura della classe 1^ B e 1 ^ C. Pagina 14 Pallavolo: Cassarino 1C Pallavolo: Manzoni 1C Anch’io faccio parte del Volley 2C Arancio. Al suo interno siamo tutte amiche, ci rispettiamo, nessuno si sente superiore a nessuno, quando qualcuna di noi sbaglia siamo sempre pronte a supportarci anche se non mancano i litigi. Insomma, siamo come una grande famiglia: tra sorelle e fratelli si litiga però alla fine, prima o dopo, ci si perdona. Il nostro allena- tore ci fa sempre ridere, ma quando si fa sul serio è pronto a bacchettare la prima che si di- strae…Siamo una squadra molto unita, formata da elementi tutti diversi, c’è chi è più brava a schiacciare, chi a difendere, chi a battere, chi ad alzare. All’inizio dell’allenamento, lo devo ammettere, siamo tutte un po’ distratte e chiacchieriamo, poi, però andando avanti, non ci di- straiamo e ci alleniamo con impegno. La pallavolo è la nostra passione, c’è chi la ama di più e chi meno, ma alla fine piace a tutti… Durante il campionato dell’anno scorso siamo state abbastanza brave, ci impegna- vamo tantissimo, cercavamo sempre di passarci la palla, ci aiutavamo, se qualcuno sbagliava ci incoraggiavamo. Alla fine del campionato era- vamo felicissime, perché eravamo arrivate seconde, tutti i nostri sfor- zi erano stati ripagati. La pallavolo, si basa soprattutto sul gioco di squadra, si vince tutti o si perde tutti, ecco perché tutti gli elementi della squadra si devono impegnare. Quest’anno si sono aggiunte nuove ragazze alla squadra, abbiamo fatto subito amicizia e sono simpaticis- sime! Il campionato è iniziato il 17 gennaio, infatti abbiamo giocato la nostra prima partita del 2016; l’abbiamo vinta, e non è solo per questo che siamo felici, ma soprattutto per come abbiamo giocato… Sabato 13 febbraio abbiamo giocato il derby contro il Volley 2C Rosso, che sa- rebbero delle ragazze della nostra età solo che si allenano a Cavernago con un altro allenatore; le abbiamo stracciate tre a zero! Era diventata per noi una tradizione vincere due set e perderne uno, ma ora ci siamo liberate dal maleficio. Non vediamo l’ora di continuare a giocare altre partite! . IL PARAPENDIO La storia del parapendio incomincia del 1965 grazie a Dave Barish. Egli chiamò questa disciplina slope sloaring. Nel 1978 tre paracadutisti francesi si lanciarono con il paraca- dute rettangolare dal monte Pertuiset. Laurent de kalbermaaten inventò nel 1985 il randonneuse, il primo parapendio concepito per il volo. Il primo campionato di parapendio si svolse nel 1987 a Verbier. L’ attrezzatura necessaria al volo è composta da un ala (generalmente chiamata vela dai parapendisti), alla quale è sospesa la selletta del pilota tramite un sistema di “fasci funicolari”. Il pilota controlla il volo tramite due comandi, i freni aerodinamici. Tutte le vele sono dotate di un dispositivo di accelerazione da con- trollare con i piedi, detto comunemente “acceleratore” che, agendo in modo diversificato lungo il profilo alare, consente una migliore performance di velocità o efficienza a secon- da delle regolazioni e comunque in base alle condizioni aereo logiche (Esempio: migliore “penetrazione” del profilo dell‘ala rispetto all‘aria nel caso in cui vi sia la necessità di avanzamento più rapido con vento contrario for- te). Agendo sulla pedalina, comunemente chiamata SPEED, si va a variare incidenza dell’ala. Tale variazione comporta un aumento della velocità. Curiosamente in Italia non è obbligatorio per legge il paracadute d’emergenza. Nonostante non ve ne sia l’obbligo, questo è co- munque adottato dalla totalità dei praticanti ed è normalmente integrato nella selletta. Si tratta di un paracadute “ a calotta” estraibile mediante una maniglia di estrazione. A CURA DI MARCHETTI 1 ^B
  • 15. ALDO MORO EXPRESS Avete mai sentito parlare del parkour? Se non vi è capitato, ecco a voi la spiegazione su come si pratica e la sua storia! Questo sport richiama tutto ciò che può essere usato in una situazione di fuga, per arrivare nel punto scelto superando qualsiasi tipo di ostacolo senza mai fermarsi. Il Parkour è praticato dagli anni 90, ma la sua storia risale addirittu- ra alla fine dell’Ottocento. Un giorno un addestratore militare di nome George Hebert ha avuto un’idea, ossia che il metodo migliore per formare fisicamente e psicologicamen- te i suoi uomini fosse lavorare sui movimenti “naturali” che vengono loro spontanei nelle situazioni che la natura o il bisogno richiedono. Il suo motto era “essere forti per essere utili”. Questo sistema venne poi ripreso dal figlio di un pompiere, David Belle, che lavorò su percorsi e tracciati: questo tipo di movimento gli piacque così tanto da trasformarlo in una vera e propria disciplina, aiutato in questo anche dal “freerunner” Sebastian Fau- can (che rende il parkour una vera e propria arte funzionale a dare spettacolo, valorizzando al massimo la bellezza e fluidità dei movimenti). Con l’avvento di internet, l’idea del parkour ha avuto una diffusione pressoché globale grazie ai video postati in rete. Questo sport è costi- tuito da salti, capriole e soprattutto comporta molto rischio... Uno degli obbiettivi è proprio saper attraversare qualsiasi terreno alla mas- sima velocità. Se praticato tanto e con impegno, aiuta il corpo a far sviluppare in fretta la muscolatura, soprattutto gli addominali. Natural- mente per arrivare a lanciarsi da un tetto bisogna iniziare con salti bassi, per gradi, superando così la paura, e lavorare molto sull’equilibrio. Questo sport ha molte caratteristiche in comune con la breakdance e le arti marziali. Con la breakdance ha in comune i movimenti, ad e- sempio le capriole e i volteggi, mentre con le arti marziali condivide il principio secondo cui il movimento non va pensato ma “sentito” come necessario. Se si pensa, si esita. Invece, come dice Bruce Lee parlando delle arti marziali, “l’esitazione causa paura” e questo non è funzio- nale alla filosofia del parkour… Infatti, se nelle arti marziali l’esitazione causa il venire colpito (e dunque perdere la sfida), nel parkour può causare addirittura la morte! Quelli che sostengono che il Parkour sia un passatempo molto facile, infatti, si sbagliano di grosso, perché esso richiede sicurezza, agilità, equilibrio e molto allenamento, persino i professionisti possono sbagliare, e se non si è attenti si rischia di fratturarsi varie parti del corpo. Il Parkour può essere diviso in “crew” cioè squadre. Per realizzarlo è importante essere forti ed allenarsi duramente anche tantissimi anni. Il Parkour piace ai più giovani anche perché viene considerato uno sport per sentirsi liberi, grazie alle acrobazie. A CURA DI HOTU 1^C PARKOUR Jordan mette in mostra tutto il suo stra- bordante talento, guadagnandosi la definiti- va consacrazione, pur non avendo ancora giocati un minuto di basket professionistico. Pat Riley, allenatore dei Lakers che quell'e- state guida una delle selezioni, ammette, nel dopopartita "è il giocatore più dotato che ho mai visto su un campo da basket" mentre lo stesso Knight, notoriamente molto restio ad elogiare i propri giocatori, confida a Billy Packer (storico giornalista di college ba- sketball): "Prima avevo dei dubbi su Michael Jordan, ma ora so che diventerà il più gran- de giocatore di basket mai esistito. È cele- bre per il suo esteso lavoro commerciale per compagnie quali la Nike, con il brand dedicato Air Jordan. Nato inizialmente per la sola produzione di scarpe, creando un modello nuovo ogni anno, indossato dal gio- catore nel corso della stagione, già dal suo primo anno da professionista, grazie all'e- norme successo globale ed il richiamo gene- rato ha portato nel tempo l'azienda ad e- spandere la linea anche a magliette, felpe, pantaloncini, anche non solo prettamente per il basket, ma anche per la vita di tutti i giorni, dando vita ad una vera e propria sottomarca. La linea ed il suo successo pro- seguono tuttora, anche dopo il ritiro di MJ. Michael Jordan è il mio idolo perché nono- stante le continue avversità della vita, è riuscito a rialzarsi e a continuare con più grinta di prima. (FONTE WIKIPEDIA) A CURA DI CAPOFERRI 1^B Michael Jordan è entrato nell’ NBA il 12 Settembre 1984, è stato sei volte Campione NBA coi Chicago Bulls. All’ inizio della sua carriera il suo ruolo era quello della guardia, in seguito fece il cestista. Dopo la vittoria del terzo titolo, abbandonò temporanea- mente la pallacanestro per intraprendere una carriera nel baseball, con risultati non equiparabili a quelli ottenuti nel basket; tornò ai Bulls nel corso della stagione 1994- 1995 e si ritirò una seconda volta dopo aver vinto il suo sesto titolo nel 1998. Nel 2001 riprese l'attività agonistica, questa volta nei Washington Wizards. Nel 1999 è stato nominato come "più grande atleta nord- americano del XX secolo" dal canale televi- sivo sportivo ESPN; scelto per il Naismith Memorial Basketball Hall of Fame il 6 aprile 2009, vi è stato ufficialmente introdotto l'11 settembre 2009. La fama acquisita sul campo lo ha reso una vera e propria icona dello sport, al punto da spingere la Nike a dedicargli una linea di scarpe da pallacane- stro chiamata Air Jordan, introdotta a partire dal 1985 e tuttora molto popolare. L'estate del 1984 è quella della XXIII O- limpiade a Los Angeles e Michael Jordan viene convocato da coach Bob Knight nella nazionale statunitense, Già nelle amichevoli di preparazione contro selezioni di giocatori NBA, Pagina 15 Aldo Moro EXPRESS La vita di Michael Jordan