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Paolo Simonini
Modellazione geotecnica per l’analisi del comportamento di
argini fluviali. Esperienza nella Regione del Veneto
Mai più!
…Verso un’idraulica responsabile
Confindustria Venezia
Area Metropolitana di Venezia e Rovigo
Sala Oro - Giovedì 10 novembre2016 - 14:30/18:30
ORDINE DEGLI INGEGNERI
DELLA PROVINCIA DI VENEZIA
1. Meccanismi di collasso arginale
2. Il modello geotecnico del sottosuolo in accordo con il DM
14.1.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni
3. Esempi nella Regione Veneto
4. Osservazioni conclusive
Articolazione della relazione
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Meccanismi di collasso arginale
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Sono legati ai regimi di filtrazione e alle pressioni dell’acqua nell’argine e nel
terreno di fondazione nelle diverse fasi dell’azione della forzante idraulica (crescita
della piena, stazionarietà al massimo livello, esaurimento).
- Erosione esterna spondale lato fiume dovuta alla corrente in alveo, al moto
ondoso o per sormonto;
- Erosione interna con formazione di condotti nel terreno del rilevato o nel
terreno di fondazione;
- Instabilità lato campagna per liquefazione statica e sifonamento indotta
dal regime di filtrazione nel terreno di fondazione.
- Instabilità del paramento arginale interno ed esterno indotta dal regime di
filtrazione;
- Instabilità del terreno di fondazione e dell’argine per sottopressione
idraulica al piede lato campagna.
Principali meccanismi di collasso arginale
EROSIONE ESTERNA
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Principali meccanismi di collasso arginale
EROSIONE INTERNA
(Hanson et. al, 2010)
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Principali meccanismi di collasso arginale
EROSIONE INTERNA E SIFONAMENTO
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Principali meccanismi di collasso arginale
INSTABILITA’ DELLE SCARPATE LATO FIUME E CAMPAGNA
EFFETTO DELLE TANE DI ANIMALI
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
NTC 2008 – Veritifiche di sicurezza
DM 14.1.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni
Cap. 6 Progettazione geotecnica
6.8 OPERE DIMATERIALI SCIOLTI E FRONTI DI SCAVO
Le presenti norme si applicano ai manufatti di materiali sciolti, quali rilevati, argini di
difesa per fiumi, canali e litorali, rinfianchi, rinterri, terrapieni e colmate. Le norme si
applicano, inoltre, alle opere e alle parti di opere di materiali sciolti con specifiche
funzioni di drenaggio, filtro, transizione, fondazione, tenuta, protezione ed altre. Gli
sbarramenti di ritenuta idraulica di materiali sciolti sono oggetto di normativa
specifica
6.8.1 Criteri generali di progetto
6.8.2 Verifiche di sicurezza (SLU)
6.8.3 Verifiche in condizioni di esercizio (SLE)
6.8.4 Aspetti costruttivi
6.8.5 Controlli e Monitoraggio
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
NORMATIVA NTC 2008 – Modello geotecnico
DM 14.1.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni
Cap. 6 Progettazione geotecnica
6.2.2 INDAGINI, CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE
GEOTECNICA
Le indagini geotecniche devono essere programmate in funzione del tipo di opera
e/o di intervento e devono riguardare il volume significativo di cui al § 3.2.2, e
devono permettere la definizione dei modelli geotecnici di sottosuolo necessari alla
progettazione.
…..
Per modello geotecnico si intende uno schema rappresentativo delle
condizioni stratigrafiche, del regime delle pressioni interstiziali e della
caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce comprese nel
volume significativo, finalizzato all’analisi quantitativa di uno specifico
problema geotecnico.
È responsabilità del progettista la definizione del piano delle indagini, la
caratterizzazione e la modellazione geotecnica.
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Modello geotecnico del terreno
• Caratterizzazione a grande scala con raccolta delle
informazioni di carattere storico e geomorfologico.
• Caratterizzazione a media scala con sopralluoghi e
indagini geofisiche di superficie finalizzate alla zonizzazione
in tratti aginali omogenei e all’individuazione di situazioni
locali critiche.
• Caratterizzazione di dettaglio a piccola scala, con prove
geotecniche in sito e in laboratorio, integrate con misure
geofisiche di dettaglio, nelle sezioni individuate come
rappresentative di un tratto omogeneo o come punti critici.
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Modello geotecnico del terreno
Indagini geofisicheSondaggi con
campionamento
Metodi analitici Metodi numerici
Prove in posto
Modello geotecnico
Valutazione dei parametri
caratteristici del terreno
D50, U, g, f’ , c’, k, Vs......
Verifiche della sicurezza e
delle prestazioni
Prove di
laboratorio
Monitoraggio
-150 -140 -130 -120 -110 -100 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150
-16
-12
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0
4
8
-150 -140 -130 -120 -110 -100 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 1
-16
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-4
0
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8
[m]
[m]
1
2
1
Argine sinistro
Argine destro
  2.1ln10.168.0tan2.1/, LccHH
w
p
SC  
g
g

Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
San Michele al Tagliamento (VE)
Obiettivi dell’indagine:
• Determinare il modello geotecnico del terreno per la
valutazione del grado di sicurezza dell’argine in due tratti
• Valutare l’efficacia dei metodi geofisici di superficie per la
caratterizzazione arginale
Fiume Tagliamento
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Aree di indagine
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Prove geotecniche in sitoIndagini geotecniche in sito
 profili tomografici ERT longitudinali
 profili tomografici ERT trasversali
 FDEM (Frequency Domain Electro Magnetic)
 GPR (Ground Penetrating Radar)
Prove geofisiche
San GiorgioSan Mauretto
Indagini geofisiche
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
LEGEND
COARSE GRAVEL
COARSE SAND
SILT AND CLAY
MEDIUM GRAVEL
MEDIUM SAND
FINE GRAVEL
FINE SAND
GHIAIA MEDIA
GHIAIA MEDIA
GHIAIA FINE
SABBIA GROSSA
SABBIA FINE
SABBIA MEDIA
FINE (<200 ASTM)
MODELLO STRATIGRAFICO
Sabbia limosa
Limo da sabbioso a
debolmente sabbioso
Argilla limosa
Limo sabbioso
Ghiaia con sabbia
debolmente limosa
ANALISI GRANULOMETRICA
0
1
2
3
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7 9 5
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B-1 B-2
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depth(m)
depth(m)
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42 55
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85
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25 75
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5 35 18 7 25
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100% 0%
Sondaggio S1: composizione granulometrica
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
LEGEND
COARSE GRAVEL
COARSE SAND
SILT AND CLAY
MEDIUM GRAVEL
MEDIUM SAND
FINE GRAVEL
FINE SAND
GHIAIA MEDIA
GHIAIA MEDIA
GHIAIA FINE
SABBIA GROSSA
SABBIA FINE
SABBIA MEDIA
FINE (<200 ASTM)
Sondaggio S1: conducibilità idraulica
GRANULOMETRIA
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9 7 3
7 9 5
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B-1 B-2
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30 15 5 35 6
5 35 18 7 25
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100% 0%
12 % argilla
Sondaggio S1: conducibilità idraulica
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0
depth(m)
0 2 4 6 8 10 12 14 16
qt (MPa)
0.05 0.1 0.15 0.2 0.25
fs (MPa)
0 0.2 0.4 0.6
u2 (MPa)
0 1 2 3 4 5 6 7
Rf (%)
100 200 300 400 500
Vs (m/s)
a) SCPTU-1
hydrostatic
profile
Prova con piezocono sismico SCPTU1
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
SCPT
Prova con piezocono sismico SCPT
Indice di comportamento del materiale
Robertson (2009)
LEGEND
1 GRAVELLY SAND / DENSE SAND
2 SAND
3 SAND MIXTURE
4 SILT MIXTURE
5 CLAY MIXTURE
6 ORGANIC SOIL
𝐈 𝐜 = 𝟑. 𝟒𝟕 − 𝐥𝐨𝐠𝐐𝐭𝐧
𝟐 + 𝐥𝐨𝐠𝐅𝐫 + 𝟏. 𝟐𝟐 𝟐
Fr =
fs
qt − σ′v0
100%
Qtn =
qt−σv0
pa
∙
pa
σ′v0
n
n = 0.38Ic + 0.05
σ′v0
pa
− 0.15
Indice di comportamento del terreno
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Indice di comportamento del materiale
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B-1
depth(m)
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42 55
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30 15 5 35 6
5 35 18 7 25
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12 % argilla
S1
Indice di comportamento del materialeIndice di comportamento del terreno
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Indice di comportamento del materialeIndice di comportamento del materialeIndice di comportamento del terreno
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
150 Ω m: passaggio da
limo sabbioso a deb. sabbioso
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B-1 B-2
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depth(m)
depth(m)
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5 35 18 7 25
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3
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100% 0%
LEGEND
COARSE GRAVEL
COARSE SAND
SILT AND CLAY
MEDIUM GRAVEL
MEDIUM SAND
FINE GRAVEL
FINE SAND
passaggio da
limo sabbioso
a deb. sabbioso
Tomografie elettrica: profili longitudinali
12 % argilla
San Mauretto San Giorgio
Indice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili longitudinali
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Tomografia elettrica: profili trasversali
CPTU2
Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili trasversali
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Ground Penetrating Radar (San Giorgio)
GPR 3, f = 50 MHz
Condotta sotterranea
EM 3
Frequenze utilizzate:
50, 200 and 600 MHz.
50 MHz:
• resoluzione inferiore
• penetrazione maggiore
(< 3 m)
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeRadar GPR: San Giorgio
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Ground Penetrating Radar (San Giorgio)
GPR 3, f = 50 MHz
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeModello geotecnico del terreno per l’analisi della
filtrazione
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Megliadino San Fidenzio (PD)
Obiettivo dell’indagine:
Individuare percorsi di filtrazione preferenziali
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeFiume Frassine
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeLa rotta dei Santi: 1.11.2010
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIl ripristino della rotta
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
piezometri profondi
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeGli interventi di consolidamento arginale
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Perdite diffuse e fontanazzi
Perdita concentrata
Processi erosivi in atto nel Novembre 2012
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
n. 2 carotaggi continui (S1 e S2) fino a -33.50 m dalla cresta arginale,
attrezzati con piezometro, fessurato tra -15.00 e -18.00 m dal piano campagna
n. 3 piezometri (P3, P4 e P5) installati con perforazione a distruzione di nucleo
attraverso il corpo arginale
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIndagini geotecniche Dicembre 2012
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeQuadro di unione e modello geotecnico
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Livellopiezometrico(m)
Tempo (ore)
idrometro
P2b
P2c
P1b
P1c
Misure piezometriche (Novembre 2012)
piano campagna
• Prove Lefranc ogni metro di sondaggio
• A2, A3 attrezzati a piezometro tra -13.00 e -16.00 m
Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIndagini geotecniche Ottobre 2013
Opera di sistemazione: dreno al piede
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Livellopiezometrico(m)
Tempo (ore)
Livello
fiume
Lato fiume
Lato
campagna
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Livellopiezometrico(m)
Tempo (ore)
S1 -> 13.20-23.20 m: «Sabbia da media a
grossolana, debolmente limosa verso il basso»
S2 -> 14.00-26.00 m: «Sabbia da medio a
grossolana, pulita, ben gradata, molto addensata»
Misure piezometriche: modellazione numerica
Affinamento del modello geotecnico con una
dettagliata di laboratorio
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Livellopiezometrico(m)
Tempo (ore)
Livello
fiume
Lato
fiume
Lato
camp
agna
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Tempo (ore)
S1 (valle)S2 (monte)
k1
k2 < k1
-6
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0
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12 24 36 48 60 72 84
Livellopiezometrico(m)
Tempo (ore)
Misure piezometriche - modellazione numerica
T1
T1’
T2’
T2
Indagini geofisiche Università di Padova
(Ottobre 2014- Aprile 2015)
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica ERT: profili longitudinali
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
T1
T2
MONTEVALLE T1 T2
Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili trasversali
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
-4.0
-3.5
-3.0
-2.5
-2.0
-1.5
-1.0
-0.5
0.0
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30
Profondità
dallacrestaarginale(m)
Contenuto idrico (-)
T1
T2
Tratto indagato
Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeMisure con radar (GPRS) in trans-illuminazione
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Considerazioni conclusive
• I meccanismi di instabilità degli argini fluviali - erosione esterna ed interna,
sifonamento, collasso spondale e del complesso argine-terreno - sono molteplici
e spesso tra loro fortemente interconnessi.
• Le metodologie d’indagine, in particolare di quelle geofisiche, necessarie per
formulazione del modello geotecnico del terreno, in accordo con quanto
richiesto dalle NTC 2008, hanno compiuto enormi progressi e consentono di
investigare lunghi tratti arginali. E’ però necessario personale altamente
qualificato con protocolli di interpretazione dei dati geofisici ed è necessaria l’
integrazione con prove geotecniche.
• Sulla base di accurati modelli geotecnici del terreno le analisi di calcolo
beneficiano oggi di utili approcci numerici, che necessitano di misure in sito,
per una loro completa validazione. Peraltro, alcuni tipi di instabilità arginale
sono ancora oggi, per la loro complessità, oggetto di studio e ricerca.
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
Considerazioni conclusive
• Le innovazioni nelle tecniche di monitoraggio, anche con la diffusione dei
metodi indiretti e della sensoristica a basso costo, consentiranno di disporre di
sistemi diffusi lungo interi tratti arginali (smart levees).
• Tali sistemi, misurando in continuo grandezze significative, potranno
funzionare, accanto alla sorveglianza umana, come sistemi di allertamento della
popolazione, nei casi in cui sia difficile intravedere visivamente e per tempo i
segni precursori di un imminente collasso.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Particolari ringraziamenti a: Ing. Silvia Bersan, Ing. Salvatore Patti, Prof. Giorgio
Cassiani, Dott. Jacopo Boaga, Dott. Alberto Dacome, Ing. Mascia Gaino
Paolo Simonini – 10 Novembre 2016

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  • 1. Paolo Simonini Modellazione geotecnica per l’analisi del comportamento di argini fluviali. Esperienza nella Regione del Veneto Mai più! …Verso un’idraulica responsabile Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Sala Oro - Giovedì 10 novembre2016 - 14:30/18:30 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA
  • 2. 1. Meccanismi di collasso arginale 2. Il modello geotecnico del sottosuolo in accordo con il DM 14.1.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni 3. Esempi nella Regione Veneto 4. Osservazioni conclusive Articolazione della relazione Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 3. Meccanismi di collasso arginale Paolo Simonini – 10 Novembre 2016 Sono legati ai regimi di filtrazione e alle pressioni dell’acqua nell’argine e nel terreno di fondazione nelle diverse fasi dell’azione della forzante idraulica (crescita della piena, stazionarietà al massimo livello, esaurimento). - Erosione esterna spondale lato fiume dovuta alla corrente in alveo, al moto ondoso o per sormonto; - Erosione interna con formazione di condotti nel terreno del rilevato o nel terreno di fondazione; - Instabilità lato campagna per liquefazione statica e sifonamento indotta dal regime di filtrazione nel terreno di fondazione. - Instabilità del paramento arginale interno ed esterno indotta dal regime di filtrazione; - Instabilità del terreno di fondazione e dell’argine per sottopressione idraulica al piede lato campagna.
  • 4. Principali meccanismi di collasso arginale EROSIONE ESTERNA Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 5. Principali meccanismi di collasso arginale EROSIONE INTERNA (Hanson et. al, 2010) Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 6. Principali meccanismi di collasso arginale EROSIONE INTERNA E SIFONAMENTO Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 7. Principali meccanismi di collasso arginale INSTABILITA’ DELLE SCARPATE LATO FIUME E CAMPAGNA EFFETTO DELLE TANE DI ANIMALI Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 8. NTC 2008 – Veritifiche di sicurezza DM 14.1.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni Cap. 6 Progettazione geotecnica 6.8 OPERE DIMATERIALI SCIOLTI E FRONTI DI SCAVO Le presenti norme si applicano ai manufatti di materiali sciolti, quali rilevati, argini di difesa per fiumi, canali e litorali, rinfianchi, rinterri, terrapieni e colmate. Le norme si applicano, inoltre, alle opere e alle parti di opere di materiali sciolti con specifiche funzioni di drenaggio, filtro, transizione, fondazione, tenuta, protezione ed altre. Gli sbarramenti di ritenuta idraulica di materiali sciolti sono oggetto di normativa specifica 6.8.1 Criteri generali di progetto 6.8.2 Verifiche di sicurezza (SLU) 6.8.3 Verifiche in condizioni di esercizio (SLE) 6.8.4 Aspetti costruttivi 6.8.5 Controlli e Monitoraggio Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 9. NORMATIVA NTC 2008 – Modello geotecnico DM 14.1.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni Cap. 6 Progettazione geotecnica 6.2.2 INDAGINI, CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOTECNICA Le indagini geotecniche devono essere programmate in funzione del tipo di opera e/o di intervento e devono riguardare il volume significativo di cui al § 3.2.2, e devono permettere la definizione dei modelli geotecnici di sottosuolo necessari alla progettazione. ….. Per modello geotecnico si intende uno schema rappresentativo delle condizioni stratigrafiche, del regime delle pressioni interstiziali e della caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce comprese nel volume significativo, finalizzato all’analisi quantitativa di uno specifico problema geotecnico. È responsabilità del progettista la definizione del piano delle indagini, la caratterizzazione e la modellazione geotecnica. Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 10. Modello geotecnico del terreno • Caratterizzazione a grande scala con raccolta delle informazioni di carattere storico e geomorfologico. • Caratterizzazione a media scala con sopralluoghi e indagini geofisiche di superficie finalizzate alla zonizzazione in tratti aginali omogenei e all’individuazione di situazioni locali critiche. • Caratterizzazione di dettaglio a piccola scala, con prove geotecniche in sito e in laboratorio, integrate con misure geofisiche di dettaglio, nelle sezioni individuate come rappresentative di un tratto omogeneo o come punti critici. Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 11. Modello geotecnico del terreno Indagini geofisicheSondaggi con campionamento Metodi analitici Metodi numerici Prove in posto Modello geotecnico Valutazione dei parametri caratteristici del terreno D50, U, g, f’ , c’, k, Vs...... Verifiche della sicurezza e delle prestazioni Prove di laboratorio Monitoraggio -150 -140 -130 -120 -110 -100 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 -16 -12 -8 -4 0 4 8 -150 -140 -130 -120 -110 -100 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 1 -16 -12 -8 -4 0 4 8 [m] [m] 1 2 1 Argine sinistro Argine destro   2.1ln10.168.0tan2.1/, LccHH w p SC   g g  Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 12. San Michele al Tagliamento (VE) Obiettivi dell’indagine: • Determinare il modello geotecnico del terreno per la valutazione del grado di sicurezza dell’argine in due tratti • Valutare l’efficacia dei metodi geofisici di superficie per la caratterizzazione arginale Fiume Tagliamento Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 13. Aree di indagine Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 14. Prove geotecniche in sitoIndagini geotecniche in sito
  • 15.  profili tomografici ERT longitudinali  profili tomografici ERT trasversali  FDEM (Frequency Domain Electro Magnetic)  GPR (Ground Penetrating Radar) Prove geofisiche San GiorgioSan Mauretto Indagini geofisiche Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 16. LEGEND COARSE GRAVEL COARSE SAND SILT AND CLAY MEDIUM GRAVEL MEDIUM SAND FINE GRAVEL FINE SAND GHIAIA MEDIA GHIAIA MEDIA GHIAIA FINE SABBIA GROSSA SABBIA FINE SABBIA MEDIA FINE (<200 ASTM) MODELLO STRATIGRAFICO Sabbia limosa Limo da sabbioso a debolmente sabbioso Argilla limosa Limo sabbioso Ghiaia con sabbia debolmente limosa ANALISI GRANULOMETRICA 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 6831 253 72 69 69 74 74 52 94 95 94 95 81 47 50 63 40 56 18 20 17 27 26 23 24 40 4 5 3 8 6 5 6 5 17 21 18 12 45 15 25 32 4 16 50 38 10 15 9 7 8 32 32 25 6 19 6 9 7 3 7 9 5 100% 0% B-1 B-2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 depth(m) depth(m) 17 45 35 42 55 19 78 15 19 14 85 80 85 7 93 26 73 13 87 25 75 80 94 68 56 20 6 32 44 30 15 5 35 6 5 35 18 7 25 8 49 18 9 5 5 9 10 15 5 3134 8 3 5 37 42 31 24 19 21 4 5 8 8 4 5 10 17 15 3 3 100% 0% Sondaggio S1: composizione granulometrica Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 17. LEGEND COARSE GRAVEL COARSE SAND SILT AND CLAY MEDIUM GRAVEL MEDIUM SAND FINE GRAVEL FINE SAND GHIAIA MEDIA GHIAIA MEDIA GHIAIA FINE SABBIA GROSSA SABBIA FINE SABBIA MEDIA FINE (<200 ASTM) Sondaggio S1: conducibilità idraulica GRANULOMETRIA 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 6831 253 72 69 69 74 74 52 94 95 94 95 81 47 50 63 40 56 18 20 17 27 26 23 24 40 4 5 3 8 6 5 6 5 17 21 18 12 45 15 25 32 4 16 50 38 10 15 9 7 8 32 32 25 6 19 6 9 7 3 7 9 5 100% 0% B-1 B-2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 depth(m) depth(m) 17 45 35 42 55 19 78 15 19 14 85 80 85 7 93 26 73 13 87 25 75 80 94 68 56 20 6 32 44 30 15 5 35 6 5 35 18 7 25 8 49 18 9 5 5 9 10 15 5 3134 8 3 5 37 42 31 24 19 21 4 5 8 8 4 5 10 17 15 3 3 100% 0% 12 % argilla Sondaggio S1: conducibilità idraulica Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 18. 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 depth(m) 0 2 4 6 8 10 12 14 16 qt (MPa) 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 fs (MPa) 0 0.2 0.4 0.6 u2 (MPa) 0 1 2 3 4 5 6 7 Rf (%) 100 200 300 400 500 Vs (m/s) a) SCPTU-1 hydrostatic profile Prova con piezocono sismico SCPTU1 Paolo Simonini – 10 Novembre 2016 SCPT Prova con piezocono sismico SCPT
  • 19. Indice di comportamento del materiale Robertson (2009) LEGEND 1 GRAVELLY SAND / DENSE SAND 2 SAND 3 SAND MIXTURE 4 SILT MIXTURE 5 CLAY MIXTURE 6 ORGANIC SOIL 𝐈 𝐜 = 𝟑. 𝟒𝟕 − 𝐥𝐨𝐠𝐐𝐭𝐧 𝟐 + 𝐥𝐨𝐠𝐅𝐫 + 𝟏. 𝟐𝟐 𝟐 Fr = fs qt − σ′v0 100% Qtn = qt−σv0 pa ∙ pa σ′v0 n n = 0.38Ic + 0.05 σ′v0 pa − 0.15 Indice di comportamento del terreno Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 20. Indice di comportamento del materiale 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 B-1 depth(m) 17 45 35 42 55 19 78 15 19 14 85 80 85 7 93 26 73 13 87 25 75 80 94 68 56 20 6 32 44 30 15 5 35 6 5 35 18 7 25 8 49 18 9 5 5 9 10 15 5 3134 8 3 5 37 42 31 24 19 21 4 5 8 8 4 5 10 17 15 3 3 100% 0% 12 % argilla S1 Indice di comportamento del materialeIndice di comportamento del terreno Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 21. Indice di comportamento del materialeIndice di comportamento del materialeIndice di comportamento del terreno Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 22. 150 Ω m: passaggio da limo sabbioso a deb. sabbioso 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 6831 253 72 69 69 74 74 52 94 95 94 95 81 47 50 63 40 56 18 20 17 27 26 23 24 40 4 5 3 8 6 5 6 5 17 21 18 12 45 15 25 32 4 16 50 38 10 15 9 7 8 32 32 25 6 19 6 9 7 3 7 9 5 100% 0% B-1 B-2 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 depth(m) depth(m) 17 45 35 42 55 19 78 15 19 14 85 80 85 7 93 26 73 13 87 25 75 80 94 68 56 20 6 32 44 30 15 5 35 6 5 35 18 7 25 8 49 18 9 5 5 9 10 15 5 3134 8 3 5 37 42 31 24 19 21 4 5 8 8 4 5 10 17 15 3 3 100% 0% LEGEND COARSE GRAVEL COARSE SAND SILT AND CLAY MEDIUM GRAVEL MEDIUM SAND FINE GRAVEL FINE SAND passaggio da limo sabbioso a deb. sabbioso Tomografie elettrica: profili longitudinali 12 % argilla San Mauretto San Giorgio Indice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili longitudinali Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 23. Tomografia elettrica: profili trasversali CPTU2 Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili trasversali Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 24. Ground Penetrating Radar (San Giorgio) GPR 3, f = 50 MHz Condotta sotterranea EM 3 Frequenze utilizzate: 50, 200 and 600 MHz. 50 MHz: • resoluzione inferiore • penetrazione maggiore (< 3 m) Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeRadar GPR: San Giorgio Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 25. Ground Penetrating Radar (San Giorgio) GPR 3, f = 50 MHz Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeModello geotecnico del terreno per l’analisi della filtrazione Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 26. Megliadino San Fidenzio (PD) Obiettivo dell’indagine: Individuare percorsi di filtrazione preferenziali Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeFiume Frassine Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 27. Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeLa rotta dei Santi: 1.11.2010 Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 28. Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIl ripristino della rotta Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 29. piezometri profondi Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeGli interventi di consolidamento arginale Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 30. Perdite diffuse e fontanazzi Perdita concentrata Processi erosivi in atto nel Novembre 2012 Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 31. n. 2 carotaggi continui (S1 e S2) fino a -33.50 m dalla cresta arginale, attrezzati con piezometro, fessurato tra -15.00 e -18.00 m dal piano campagna n. 3 piezometri (P3, P4 e P5) installati con perforazione a distruzione di nucleo attraverso il corpo arginale Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIndagini geotecniche Dicembre 2012 Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 32. Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeQuadro di unione e modello geotecnico Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 33. -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 12 24 36 48 60 72 84 Livellopiezometrico(m) Tempo (ore) idrometro P2b P2c P1b P1c Misure piezometriche (Novembre 2012) piano campagna
  • 34. • Prove Lefranc ogni metro di sondaggio • A2, A3 attrezzati a piezometro tra -13.00 e -16.00 m Metodi elettromagneticiTomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeIndagini geotecniche Ottobre 2013 Opera di sistemazione: dreno al piede Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 35. -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 0 12 24 36 48 60 Livellopiezometrico(m) Tempo (ore) Livello fiume Lato fiume Lato campagna -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 12 24 36 48 60 72 84 Livellopiezometrico(m) Tempo (ore) S1 -> 13.20-23.20 m: «Sabbia da media a grossolana, debolmente limosa verso il basso» S2 -> 14.00-26.00 m: «Sabbia da medio a grossolana, pulita, ben gradata, molto addensata» Misure piezometriche: modellazione numerica
  • 36. Affinamento del modello geotecnico con una dettagliata di laboratorio Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 37. -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 0 12 24 36 48 60 Livellopiezometrico(m) Tempo (ore) Livello fiume Lato fiume Lato camp agna -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 0 12 24 36 48 60 Tempo (ore) S1 (valle)S2 (monte) k1 k2 < k1 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 12 24 36 48 60 72 84 Livellopiezometrico(m) Tempo (ore) Misure piezometriche - modellazione numerica
  • 38. T1 T1’ T2’ T2 Indagini geofisiche Università di Padova (Ottobre 2014- Aprile 2015) Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 39. Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica ERT: profili longitudinali Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 40. T1 T2 MONTEVALLE T1 T2 Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeTomografia elettrica: profili trasversali Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 41. -4.0 -3.5 -3.0 -2.5 -2.0 -1.5 -1.0 -0.5 0.0 0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 Profondità dallacrestaarginale(m) Contenuto idrico (-) T1 T2 Tratto indagato Tomografie elettrica: profili longitudinaliIndice di comportamento del materialeMisure con radar (GPRS) in trans-illuminazione Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 42. Considerazioni conclusive • I meccanismi di instabilità degli argini fluviali - erosione esterna ed interna, sifonamento, collasso spondale e del complesso argine-terreno - sono molteplici e spesso tra loro fortemente interconnessi. • Le metodologie d’indagine, in particolare di quelle geofisiche, necessarie per formulazione del modello geotecnico del terreno, in accordo con quanto richiesto dalle NTC 2008, hanno compiuto enormi progressi e consentono di investigare lunghi tratti arginali. E’ però necessario personale altamente qualificato con protocolli di interpretazione dei dati geofisici ed è necessaria l’ integrazione con prove geotecniche. • Sulla base di accurati modelli geotecnici del terreno le analisi di calcolo beneficiano oggi di utili approcci numerici, che necessitano di misure in sito, per una loro completa validazione. Peraltro, alcuni tipi di instabilità arginale sono ancora oggi, per la loro complessità, oggetto di studio e ricerca. Paolo Simonini – 10 Novembre 2016
  • 43. Considerazioni conclusive • Le innovazioni nelle tecniche di monitoraggio, anche con la diffusione dei metodi indiretti e della sensoristica a basso costo, consentiranno di disporre di sistemi diffusi lungo interi tratti arginali (smart levees). • Tali sistemi, misurando in continuo grandezze significative, potranno funzionare, accanto alla sorveglianza umana, come sistemi di allertamento della popolazione, nei casi in cui sia difficile intravedere visivamente e per tempo i segni precursori di un imminente collasso. GRAZIE PER L’ATTENZIONE Particolari ringraziamenti a: Ing. Silvia Bersan, Ing. Salvatore Patti, Prof. Giorgio Cassiani, Dott. Jacopo Boaga, Dott. Alberto Dacome, Ing. Mascia Gaino Paolo Simonini – 10 Novembre 2016

Editor's Notes

  1. THE OUTLINE OF THE PRESE
  2. THE OUTLINE OF THE PRESE
  3. THE OUTLINE OF THE PRESE
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  7. THE OUTLINE OF THE PRESE
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  11. THE OUTLINE OF THE PRESE
  12. Quanta % di argilla serve perché il terreno mostri comportamento plastico? Il campione 11-12 m era l’unico per cui la curva granulometrica arrivanel campo delle argille, le altre si interrompono prima al 5-10% in campo limoso.
  13. Quanta % di argilla serve perché il terreno mostri comportamento plastico? Il campione 11-12 m era l’unico per cui la curva granulometrica arrivanel campo delle argille, le altre si interrompono prima al 5-10% in campo limoso.
  14. Stessi parametri qc e fs, come per il friction ratio, ma normalizzati rispetto alla tensione geostatica. L’indice va calcolato con procedura ricorsiva. Non possiamo utilizzare la pressione neutrale perché buona parte dei terreni si trovano fuori falda.
  15. Mettendo a confronto i due grafici si vede dove l’indice corrisponde più o meno bene alla composizione granulometrica.
  16. Superposition of the 𝐼 𝑐 profiles for the three penetration tests executed in the Area S. Mauretto highlights some spatial variability in the stratigraphic profile. The clayey layer detected at 10 m in SCPTU-1, and 11 m in S-1, almost disappears in CPTU2. Besides the gravel layer starts at 14 m in SCPTU-1 (and B-1) and 16 m in CPTU-1 and CPTU-2. The detected variations are relevant in the geotechnical design: the presence of a clayey impervious layer that could act as a separator between two aquifers as well as the position of a highly permeable gravelly layer are key features to take into account in the definition of the stratigraphic model to adopt in a seepage analysis. The less favourable soil profile should be adopted for the calculations.
  17. in the Area 1, along the longitudinal and transverse profiles (Figures 6 and 7) the presence of a shallow layer characterized by relatively high values of log10 resistivity (ρ > 2.2 Ω m) between the embankment crest and about 6 m in depth. In the Area 2, along the longitudinal and transverse profiles the presence of a shallow layer characterized by relatively high values of log10 resistivity (ρ > 2.2 Ω m) between the levee top of and about 3 m in depth.
  18. Riflessione di forma parabolica legata alla presenza di una condotta sotterranea. E’ stata utilizzata per calibrare la velocità del segnale nel terreno (il dato iniziale è in funzione del tempo). Allo stesso modo riflessioni di forma parabolica sono prodotte da cavità come le tane. Però in materiali limosi, con la frequenza necessaria per avere una risoluzione sufficientemente buona, non si arriva a più di 3 m di profondità. In alcuni casi (dipende dalla geometria dell’argine) facendo profili dalle banche o dalla golena questo problema può essere superato.
  19. Riflessione di forma parabolica legata alla presenza di una condotta sotterranea. E’ stata utilizzata per calibrare la velocità del segnale nel terreno (il dato iniziale è in funzione del tempo). Allo stesso modo riflessioni di forma parabolica sono prodotte da cavità come le tane. Però in materiali limosi, con la frequenza necessaria per avere una risoluzione sufficientemente buona, non si arriva a più di 3 m di profondità. In alcuni casi (dipende dalla geometria dell’argine) facendo profili dalle banche o dalla golena questo problema può essere superato.
  20. E’ stato impiegato materiale molto grossolano.
  21. Nel novembre 2012, in corrispondenza di due eventi di piena successivi sono state individuate perdite a campagna di diversa natura. Nella parte più a monte fouriuscite diffuse e fontanazzi, nella parte a valle una fuoriuscita concentrata in corrispondenza dell’unghia arginale. Le foto sono relative a dei test con tracciante eseguiti in somma urgenza dal dott. Alberto Dacome per verificare la natura e pericolosità delle venute.
  22. E’ stata condotta una campagna di indagine/monitoraggio a seguito di manifestazioni a campagna (discusse in seguito).
  23. Misure relative alla seconda onda di piena. Linea continua: coppia di piezometri nel tratto di valle, piezometro con datalogger. Linea tratteggiata e pallini: coppia di piezometri più a monte, misure manuali. Le misure mostrano che l’onda di piena si propaga a campagna, oltre il diaframma, in entrambe le sezioni; tuttavia l’effetto della piena sulle pressioni neutrali a campagna è più pronunciato nella sezione di monte. Qui il livello piezometrico raggiunge il piano campagna, come testimoniano le manifestazioni diffuse della foto. Anche i piezometri lato fiume rispondono in maniera diversa nelle due sezioni: nella sezione di valle le quote in foro tendono ad eguagliare le quote in alveo, con un ritardo di circa 2 ore; nella sezione di monte lo smorzamento subito dalla piena nel tratto percorso tra fiume e piezometro è maggiore. La natura discreta delle misure a monte rende difficile definire il ritardo subìto.
  24. Per completezza di informazione si riportana un’altra campagna di indagini eseguita nel 2013, per la progettazione di un’opera di sistemazione (Mazzucato).
  25. Il livello del fiume è la forzante imposta nel modello; calcolo in transitorio. Il modello riproduce qualitativamente l’andamento delle pressioni nella sezione di monte (pallini), quella interessata dal sifonamento, ma non rispecchia l’andamento nella sezione di valle.
  26. Il D10 comanda la permeabilità. A parità di D10, materiali uniformi sono più permeabili. L’analisi granulometrica diventa meno precisa sui materiali fini (aerometria) e i limiti di Atterber danno informazioni integrative importanti.
  27. Il modello riproduce qualitativamente molto bene le differenze tra la sezione di monte e quella di valle. Se il diaframma è intestato su uno stato meno permeabile (anche un solo ordine di grandezza inferiore), il carico idraulico viene dissipato quasi interamente nello strato meno permeabile, con evidente miglioramento a valle del diaframma. Quantitativamente il modello è migliorabile (ma out of scope al momento). [In particolare il ritardo misurato invece non trova spiegazione nella presenza di materiali tanto permeabili. Un certo ritardo si può avere a causa del rigonfiamento di uno strato coesivo soprastante. Anche il tipo di piezometro utilizzato (Tubo aperto) può contribuire a un certo ritardo nelle misure.]
  28. Sono state eseguite le sezioni trasversali in due punti che davano una risposta differente. La sezione longitudinale da una informazione media!
  29. Il cemento è un mezzo conduttivo. Resistivity values below 100 Ω m (as common in concrete test literature)
  30. va fatta molta attenzione agli effetti di contenuto idrico, e quelli dinamici in generale, che producono segnali tanto intensi quanto quelli della struttura misure dirette (sondaggi, prove penetrometriche) e valutazione delle condizioni dinamiche (contenuto idrico) sono essenziali per condurre analisi ben fondate.
  31. THE OUTLINE OF THE PRESE
  32. THE OUTLINE OF THE PRESE