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ONPOLL 
La Prevenzione Allunga la Vita
La Prevenzione Protegge dal Cancro 
Combattere i tumori è possibile. Prima di tutto prevenendone la comparsa attraverso la riduzione dei fattori di 
rischio, adottando stili di vita sani come evitare il fumo, fare attività fisica e seguire una corretta alimentazione, 
ma anche individuando la malattia tempestivamente, attraverso una diagnosi precoce. 
In particolare 3 sono i tumori per i quali la scienza ha dimostrato che controlli periodici di semplice esecuzione, 
sono in grado di salvare molte vite: il tumore del colon retto, il tumore della cervice uterina ed il tumore della 
mammella. 
In queste campagne di screening gli esami necessari sono del tutto gratuiti 
 Mammografia per il tumore della mammella; 
 Mappatura Nevi; 
 Esami Ematochimici; 
 Pap Test per il tumore della cervice uterina; 
 Ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon retto.
Tumore della Mammella 
Cos’è il tumore della mammella? 
E’ il tumore più diffuso fra le donne nei paesi occidentali, si stima che una donna su dieci lo svilupperà 
nel corso della sua vita. D’altro canto, è anche uno dei tumori che possono essere scoperti precocemente, 
grazie alla mammografia. 
Come si può diagnosticare precocemente il tumore alla mammella? 
La mammografia permette di individuare il tumore in una fase molto precoce, in cui può essere curato 
efficacemente. Va eseguita ogni due anni a partire dai 50 anni. L’80 – 90% delle donne con tumore al 
seno di piccole dimensioni e senza linfonodi colpiti può guarire definitivamente. 
Cos’è la mammografia? 
E’ una radiografia delle mammelle, vengono poggiate, una per volta, su di un piano: qui avviene la 
radiografia, in senso orizzontale e verticale mediante compressione. 
La manovra dura pochi secondi, talvolta può risultare fastidiosa. 
I moderni mammografi emettono dosi molto basse di raggi x, con 
rischi quasi nulli per la salute.
La mammografia va fatta anche in assenza di disturbi? 
Si, perché in questo modo si possono individuare anche alterazioni piccolissime, 
altrimenti invisibili perché prive di sintomi. 
Se la mammografia risulta normale? 
In caso di esame mammografico normale si consiglia di ripetere l’esame dopo due anni. 
Se la mammografia presenta qualche alterazione? 
Quando vi sono dubbi o si evidenziano alterazioni anche minime, 
la donna viene richiamata per eseguire altri accertamenti che servono a 
confermare o ad escludere la presenza di tali alterazioni: lastre aggiuntive, 
visita senologica, ecografia mammaria. 
Nella maggior parte dei casi questi accertamenti si risolvono con esito 
di normalità.
La mammografia è un esame accurato? 
La mammografia è un esame accurato che permette di vedere 
anche piccolissime alterazioni. 
Anche in caso di esito negativo è possibile che compaia un 
tumore in fase iniziale prima del controllo successivo. Si 
consiglia perciò di controllare da sole (autopalpazione) il 
proprio seno, in attesa di ripetere l’esame dopo due anni, 
facendo attenzione ai seguenti cambiamenti: 
 Modificazioni della grandezza o della forma dei seni o 
presenza di arrossamento; 
Retrazione della cute o del capezzolo; 
 Secrezione di liquido dal capezzolo; 
 Noduli o aumento di consistenza di una parte del seno.
Come si esegue l’autoesame del seno? 
1. Porsi in piedi davanti allo specchio 
2. Osservare ogni singolo seno allo specchio tenendo le braccia abbassate 
3. Controllare alterazioni della cute e del capezzolo o variazioni di forma e grandezza 
4. Alzare le braccia e portarle dietro la testa, osservando se ci sono retrazioni della 
cute o del capezzolo 
5. Sdraiarsi, meglio se su di un piano rigido, portando il braccio sotto la testa e la 
mano piatta sul seno con piccoli movimenti dall’esterno verso l’interno 
6. Eseguire gli stessi movimenti per l’altro
Il Tumore della Cervice Uterina 
Cos’è il tumore della cervice uterina? 
E’ un tumore che colpisce il collo dell’utero, la parte più bassa che sporge in vagina. Grazie alla 
diffusione del Pap Test, l’incidenza del tumore della cervice uterina si è sensibilmente ridotta, 
esso rappresenta tuttavia una neoplasia ancora frequente nei Paesi in via di sviluppo e nelle 
giovani donne, anche in Italia e negli altri Paesi industrializzati. 
Come si forma? 
Il tumore è preceduto da alterazioni del tessuto che riveste il collo dell’utero, chiamate displasie. 
Alcune displasie possono regredire spontaneamente o rimanere invariate senza provocare danni 
all’organismo. Una piccola percentuale può invece evolvere in un tumore vero e proprio, 
impegnando circa 10 – 15 anni. 
Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore della cervice uterina? 
Eseguire regolarmente il Pap Test. In questo modo si possono identificare le 
Displasie, curarle e impedire la comparsa del tumore. 
Se tutte le donne tra i 25 e i 64 anni effettuassero questo esame ogni 
3 anni, i casi di tumore del collo dell’utero diminuirebbero del 90%.
E’ un esame semplice e non doloroso a cui dovrebbero sottoporsi ogni tre anni tutte le donne tra i 25 e i 
64 anni di età, anche in assenza di disturbi. Si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino il 
materiale presente nel collo dell’utero, questo verrà poi “strisciato” e fissato su di un vetrino per essere 
poi analizzato in laboratorio. 
Perché riesca al meglio il test va eseguito: 
 Ad almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e in assenza di perdite di sangue; 
 Astenendosi da rapporti sessuali nei due giorni prima dell’esame; 
 Evitando ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il test. 
Il Pap Test e lo Striscio sono la stessa cosa? 
Esistono due tipi di “striscio vaginale”: 
 lo striscio oncologico (Pap Test), che serve a scoprire eventuali lesioni che 
possono trasformarsi in tumore, va effettuato una volta ogni tre anni; 
 lo striscio batterioscopico o batteriologico che serve a scoprire le cause di 
un’infezione vaginale e che va effettuato solo quando il medico lo ritiene 
necessario. 
COS’E’ IL PAP TEST
COS’E’ IL PAP TEST 
Se il Pap Test risulta normale? 
In caso di Pap Test normale si consiglia di ripetere l’esame dopo tre anni 
Il Pap Test è un esame affidabile? 
Come tutti gli esami medici, non è infallibile e talvolta può ignorare lesioni che in realtà ci sono. 
A questo proposito è importante sapere: 
 l’attendibilità dipende soprattutto dalla qualità dell’esame. Si consiglia quindi di effettuarlo in centri 
dove si controlla periodicamente la qualità dell’esame; 
 le displasie possono rimanere immutate per anni, ripetendo il test ogni 3 anni si possono quindi 
identificare le lesioni non diagnosticate prima, senza rischi per la salute. 
E se l’esame mostra qualche alterazione? 
La donna viene contattata dal Centro di screening e invitata a sottoporsi a ulteriori accertamenti 
(colposcopia).
LA MAPPA DEI NEVI 
La dermatoscopia è una nuova tecnica, introdotta negli anni ’90, allo scopo di migliorare la diagnosi delle lesioni 
pigmentate della cute e di individuare i melanomi in una fase quanto più precoce possibile. 
Questa metodica, se utilizzata da esperti dermatologi dermatoscopisti, rappresenta un valido ausilio nella diagnosi 
delle neoformazioni pigmentate cutanee, in quanto consente non solo di diagnosticare circa il 20% di melanoma in 
più rispetto al solo esame clinico, ma anche di evitare molte asportazioni chirurgiche non necessarie di nevi benigni. 
Attraverso l’osservazione della cute mediante un microscopio da contatto, il dermatoscopio, il dermatologo può 
osservare i caratteri morfologici delle lesioni melanocitarie non apprezzabili ad occhio nudo e che sono correlabili a 
specifiche alterazioni istologiche. 
L’epiluminescenza infatti, permette la valutazione diretta ed in modo assolutamente non invasivo ed indolore, di 
micro-strutture anatomiche che si trovano all’interno della pelle. 
Questa tecnica è oggi ritenuta un fondamentale supporto strumentale in oncologia 
dermatologica in quanto facilità la diagnosi delle lesioni pigmentate cutanee e del melanoma 
in fase precoce. 
Inoltre, la digitalizzazione delle immagini e la loro archiviazione in un computer 
consentono il controllo nel tempo delle lesioni ritenute sospette, 
attraverso il semplice confronto delle immagini.
L’Autoesame dei Nevi 
Non ha lo scopo di farsi da soli la diagnosi, ma di tenere sotto controllo nel tempo i propri nevi dopo che lo specialista 
dermatologo li abbia osservati e valutati con l’esame dermatoscopio. 
Controllarli periodicamente con la semplice ispezione visiva, consente a chiunque di osservare se si sono verificate 
modificazioni e di sottoporre all’attenzione del proprio dermatologo di fiducia, uno o più nevi che destano sospetto o 
preoccupazione. 
La lotta al melanoma si può vincere solo con la prevenzione e con la diagnosi precoce. 
La sorveglianza dei propri nei e di quelli dei propri cari è già prevenzione del melanoma. 
Chi deve fare l’autoesame? 
L’autoesame deve essere fatto da tutti, ma con particolare riguardo da chi: 
1.ha avuto un familiare colpito da melanoma; 
2.ha la pelle invecchiata dal sole; 
3.ha avuto almeno due episodi di “scottature” (ustioni) solari in giovane età; 
4.ha nevi cosiddetti “a rischio”. 
Chi può considerarsi “a rischio” 
Tutti noi possiamo sviluppare unmelanoma 
Quando bisogna allarmarsi? 
Mai allarmarsi, ma consultare senza esitazione il Dermatologo. 
Quali sono i nevi a rischio? 
Sono quelli che presentano aspetti atipici all’esame clinico e/o al dermatoscopio e che pertanto vengono definiti sospetti 
I nevi a rischio non danno necessariamente origine a melanomi vanno però tenuti sotto osservazione e sarà il 
dermatologo a decidere il da farsi.
IL SOLE TI FA BELLO MA ……. 
Tra le neoplasie che colpiscono l’uomo, il melanoma cutaneo è tra le più aggressive e sta 
assumendo una posizione sempre più di rilievo, con un aumento dell’incidenza negli ultimi 5 anni 
del 30% così da detenere il triste primato di neoplasia a più forte incremento. 
In Italia, come in altri paesi ad elevato livello socio-economico, si registrano ormai più di 6000 
nuovi casi di melanoma cutaneo con oltre 1200 morti l’anno. Diverse sono le cause responsabili di 
questo fenomeno, riconducibili al cambiamento delle abitudini di vita, con un aumento 
dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette in presenza di una ridotta capacità schermante 
dell’atmosfera dovute al progressivo inquinamento e la diminuzione 
dei livelli di ozono. 
La diagnosi precoce del melanoma si è rivelata l’arma più 
importante per combattere questa malattia altrimenti letale. 
Le Norme per il rispetto dell’”igiene solare”, 
e la Prevenzione Secondaria, in ambulatori specializzati, 
rappresentano i capisaldi della prevenzione nel melanoma 
cutaneo. Ciascun momento nell’evoluzione del melanoma 
necessita di precisi orientamenti diagnostico-terapeutici 
indispensabili per ottenere i migliori risultati.
LA PREVENZIONE INIZIA 
CON GLI ESAMI DEL SANGUE 
La prima forma di prevenzione è rappresentata dagli esami del sangue. 
I valori da essi risultanti, sono indicativi dello stato di salute del nostro organismo. 
La valutazione delle misure effettuate, per derivarne un quadro clinico viene fatto da un medico 
specializzato che ha bisogno di valutare il complesso di più parametri e conoscere elementi 
essenziali del paziente quali età, sesso, etnia, per poter effettuare una adeguata valutazione. 
Il solo confronto con i cosiddetti valori di riferimento può risultare poco esaustivo. 
È bene quindi che siano 
IL PRIMO STEP DI UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE MIRATO 
Piccole regole da seguire prima di effettuare un prelievo ematico: 
 Il digiuno è assolutamente necessario, 
osservare il digiuno dalla mezzanotte, è consentito bere dell’acqua; 
 Non bere caffè o fumare, 
caffeina e nicotina alterano fortemente gli esami di laboratorio.
ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO 
L’ecografia è un esame strumentale non invasivo e non dannoso, che utilizza la capacità di una 
sonda di emettere un fascio di ultrasuoni che viene riflesso in maniera differente dai vari organi e 
tessuti per essere ricevuto dalla stessa sonda. 
Le informazioni acustiche vengono quindi rielaborate, tramite un software, in immagini. 
L’ecografia dell’addome completo è un’indagine che studia tutti i visceri addominali. 
In buona sostanza comprende l’addome superiore e l’addome inferiore (pelvi) è un esame che 
può essere richiesto in molte circostanze, sia per la insorgenza di alcuni sintomi, sia per il 
riscontro di alterazioni ematochimiche e sia come esame di monitoraggio periodico. 
In particolare l’ecografia consente una accurata valutazione di: 
 Organi addominali: fegato, vie biliari, colecisti, pancreas, milza, 
reni e surreni, cavo peritoneale, grossi vasi sanguigni, vescica, prostata, 
vescicole seminali, utero, ovaie. 
 Tessuti superficiali: tiroide, ghiandole salivari, mammelle, testicoli, 
cute e sottocute.
Come prepararsi ad un esame ecografico 
L'ecografia non richiede alcuna particolare preparazione per l’esecuzione dell’esame. 
Occorre semplicemente seguire le seguenti indicazioni: 
• Per lo studio degli organi dell’addome superiore (fegato, colecisti, pancreas, milza, reni, vasi 
addominali, cavo peritoneale) si consiglia digiuno per almeno sei ore. Eventuali farmaci vanno sempre 
assunti. 
• Per lo studio dell’addome inferiore si consiglia bere un’ora prima dell’esame un litro d’acqua onde 
ottenere un’adeguata distensione vescicale, senza ovviamente urinare. 
• Per lo studio delle strutture superficiali (come tiroide, mammella, cute e sottocute) non è richiesta 
alcuna preparazione. 
In caso di bendaggi questi vanno rimossi. La presenza di ferite chirurgiche aperte o di apparecchi 
gessati a carico dei distretti di cui è richiesta l’esplorazione, impediscono ovviamente l’esecuzione 
dell’esame.
Dosaggio del PSA 
Un piccolo esame può dare chiarezza sui dubbi 
Un tumore alla prostata nella maggior parte dei casi si presenta “senza avviso”. Uno dei test utilizzati per valutare la 
salute della prostata è il dosaggio del PSA. 
La sua alterazione è considerata il primo segnale d’allarme negli screening oncologici sulla prevenzione dei tumori 
prostatici. 
Cosa indica il PSA? 
Valuta Il livello nel sangue di un marcatore, di una “spia” chiamata antigene prostatico specifico o PSA. 
Soltanto le ghiandole prostatiche producono il PSA: ecco perché questa sostanza viene considerata “specifica”. 
Tale composto (una glicoproteina) viene rinvenuta per la massima parte nel liquido seminale, ritardando la coagulazione 
e l’essiccamento del fluido spermatico dopo l’eiaculazione. 
Una ridottissima quantità sfugge e si diffonde nel sangue dove è possibile rintracciarla e 
dosarla. 
Cosa indica il PSA? 
Un incremento nel sangue del PSA viene letto come un indice della presenza di un 
tumore maligno. Ma un suo aumento è pure presente in altre affezioni della ghiandola, 
come l’ipertrofia prostatica benigna o l’infiammazione della prostata (prostatite). 
Senza poi contare che il valore del PSA s’innalza dopo un rapporto sessuale, sebbene in 
misura modesta, e anche in seguito a una visita medica che preveda l’esplorazione rettale. 
Ma, un aumento dei livelli sanguigni del PSA non significano malignità certa. 
Ovvero, l’antigene prostatico specifico non è un marker tumorale “puro”.
Tumore del Colon Retto 
Cos’è il tumore del colon retto? 
E’ un tumore che colpisce l’ultima parte dell’intestino (colon retto). E’ al secondo posto come 
frequenza tra la malattie tumorali in Italia e in Europa. 
Come si forma? 
In genere si sviluppa a partire da piccole formazioni benigne, chiamate polipi o più 
precisamente adenomi, che si formano nell’intestino con l’età. Solo una piccola percentuale di 
questi adenomi può trasformarsi in un tumore vero e proprio. Il processo di trasformazione è 
comunque molto lento (10 – 15 anni). 
Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore del colon retto? 
In caso di diagnosi precoce si può guarire in un’altissima percentuale di casi. E’ scientificamente 
provato che l’esecuzione periodica di esami come la ricerca del sangue occulto fecale può salvare 
molte vite. Si possono diagnosticare tumori allo stadio iniziale e quindi più facilmente guaribili 
o asportare polipi prima che diventino tumori. 
Cos’è l’esame per la Ricerca del Sangue Occulto Fecale? 
Consiste nel verificare la presenza o meno di sangue nelle feci, 
invisibile a occhio nudo. 
Si rivolge a persone che non hanno apparenti disturbi intestinali.
L’esame per la ricerca del sangue occulto fecale va fatto anche in assenza di disturbi? 
Si, perché i tumori del colon retto spesso non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni più precoci 
di un tumore o di un polipo intestinale è però proprio il sanguinamento, invisibile a occhio nudo,anche 
diversi anni prima della comparsa di qualsiasi altro sintomo. 
Come si esegue l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale? 
Bisogna raccogliere un campione di feci i un apposito flacone, senza osservare alcuna particolare dieta. 
La raccolta va effettuata a casa e il campione va riconsegnato al laboratorio del programma di 
screening. 
Se l’esame risulta negativo? 
In caso di esito negativo le persone sono invitate a ripetere il test ogni 2 anni. 
E se l’esame risulta positivo? 
L’esame risulta positivo per la presenza di sangue occulto fecale in circa 5 - 6 persone su 100. 
Questo non indica necessariamente la presenza di tumore o polipi intestinali: 
un sanguinamento nelle feci può dipendere anche da cause banali quali emorroidi, ragadi o diverticoli. 
A volte, però, il sanguinamento può essere il primo segnale della presenza di polipi, che possono 
essere asportati per impedirne la possibile trasformazione in tumore maligno. 
Più raramente, chi risulta positivo ai test ha effettivamente un tumore, in genere, però è in fase molto 
precoce e quindi più facilmente curabile.
Ogni quanto va ripetuta la ricerca del sangue occulto fecale? 
L’esame va fatto regolarmente ogni due anni. 
La ricerca del sangue occulto fecale è un esame affidabile? 
Come tutti gli esami di screening non è infallibile. E’ possibile infatti che polipi o piccoli tumori 
non provochino un sanguinamento tale da essere evidenziato dall’esame. E’ quindi opportuno 
rivolgersi al proprio medico in presenza dei seguenti disturbi: 
Modificazioni persistenti delle abitudini intestinali; 
Presenza di sangue e/o muco nelle feci evidente a occhio nudo; 
Sensazione di ingombro rettale persistente dopo l’evacuazione. 
In tutti i casi di positività a questo esame sarà necessario un accertamento diagnostico più 
approfondito.
ONPOLL - La Prevenzione allunga la vita

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ONPOLL - La Prevenzione allunga la vita

  • 1. Voi siete al Centro dei Nostri Pensieri ONPOLL La Prevenzione Allunga la Vita
  • 2. La Prevenzione Protegge dal Cancro Combattere i tumori è possibile. Prima di tutto prevenendone la comparsa attraverso la riduzione dei fattori di rischio, adottando stili di vita sani come evitare il fumo, fare attività fisica e seguire una corretta alimentazione, ma anche individuando la malattia tempestivamente, attraverso una diagnosi precoce. In particolare 3 sono i tumori per i quali la scienza ha dimostrato che controlli periodici di semplice esecuzione, sono in grado di salvare molte vite: il tumore del colon retto, il tumore della cervice uterina ed il tumore della mammella. In queste campagne di screening gli esami necessari sono del tutto gratuiti  Mammografia per il tumore della mammella;  Mappatura Nevi;  Esami Ematochimici;  Pap Test per il tumore della cervice uterina;  Ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon retto.
  • 3. Tumore della Mammella Cos’è il tumore della mammella? E’ il tumore più diffuso fra le donne nei paesi occidentali, si stima che una donna su dieci lo svilupperà nel corso della sua vita. D’altro canto, è anche uno dei tumori che possono essere scoperti precocemente, grazie alla mammografia. Come si può diagnosticare precocemente il tumore alla mammella? La mammografia permette di individuare il tumore in una fase molto precoce, in cui può essere curato efficacemente. Va eseguita ogni due anni a partire dai 50 anni. L’80 – 90% delle donne con tumore al seno di piccole dimensioni e senza linfonodi colpiti può guarire definitivamente. Cos’è la mammografia? E’ una radiografia delle mammelle, vengono poggiate, una per volta, su di un piano: qui avviene la radiografia, in senso orizzontale e verticale mediante compressione. La manovra dura pochi secondi, talvolta può risultare fastidiosa. I moderni mammografi emettono dosi molto basse di raggi x, con rischi quasi nulli per la salute.
  • 4. La mammografia va fatta anche in assenza di disturbi? Si, perché in questo modo si possono individuare anche alterazioni piccolissime, altrimenti invisibili perché prive di sintomi. Se la mammografia risulta normale? In caso di esame mammografico normale si consiglia di ripetere l’esame dopo due anni. Se la mammografia presenta qualche alterazione? Quando vi sono dubbi o si evidenziano alterazioni anche minime, la donna viene richiamata per eseguire altri accertamenti che servono a confermare o ad escludere la presenza di tali alterazioni: lastre aggiuntive, visita senologica, ecografia mammaria. Nella maggior parte dei casi questi accertamenti si risolvono con esito di normalità.
  • 5. La mammografia è un esame accurato? La mammografia è un esame accurato che permette di vedere anche piccolissime alterazioni. Anche in caso di esito negativo è possibile che compaia un tumore in fase iniziale prima del controllo successivo. Si consiglia perciò di controllare da sole (autopalpazione) il proprio seno, in attesa di ripetere l’esame dopo due anni, facendo attenzione ai seguenti cambiamenti:  Modificazioni della grandezza o della forma dei seni o presenza di arrossamento; Retrazione della cute o del capezzolo;  Secrezione di liquido dal capezzolo;  Noduli o aumento di consistenza di una parte del seno.
  • 6. Come si esegue l’autoesame del seno? 1. Porsi in piedi davanti allo specchio 2. Osservare ogni singolo seno allo specchio tenendo le braccia abbassate 3. Controllare alterazioni della cute e del capezzolo o variazioni di forma e grandezza 4. Alzare le braccia e portarle dietro la testa, osservando se ci sono retrazioni della cute o del capezzolo 5. Sdraiarsi, meglio se su di un piano rigido, portando il braccio sotto la testa e la mano piatta sul seno con piccoli movimenti dall’esterno verso l’interno 6. Eseguire gli stessi movimenti per l’altro
  • 7. Il Tumore della Cervice Uterina Cos’è il tumore della cervice uterina? E’ un tumore che colpisce il collo dell’utero, la parte più bassa che sporge in vagina. Grazie alla diffusione del Pap Test, l’incidenza del tumore della cervice uterina si è sensibilmente ridotta, esso rappresenta tuttavia una neoplasia ancora frequente nei Paesi in via di sviluppo e nelle giovani donne, anche in Italia e negli altri Paesi industrializzati. Come si forma? Il tumore è preceduto da alterazioni del tessuto che riveste il collo dell’utero, chiamate displasie. Alcune displasie possono regredire spontaneamente o rimanere invariate senza provocare danni all’organismo. Una piccola percentuale può invece evolvere in un tumore vero e proprio, impegnando circa 10 – 15 anni. Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore della cervice uterina? Eseguire regolarmente il Pap Test. In questo modo si possono identificare le Displasie, curarle e impedire la comparsa del tumore. Se tutte le donne tra i 25 e i 64 anni effettuassero questo esame ogni 3 anni, i casi di tumore del collo dell’utero diminuirebbero del 90%.
  • 8. E’ un esame semplice e non doloroso a cui dovrebbero sottoporsi ogni tre anni tutte le donne tra i 25 e i 64 anni di età, anche in assenza di disturbi. Si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino il materiale presente nel collo dell’utero, questo verrà poi “strisciato” e fissato su di un vetrino per essere poi analizzato in laboratorio. Perché riesca al meglio il test va eseguito:  Ad almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e in assenza di perdite di sangue;  Astenendosi da rapporti sessuali nei due giorni prima dell’esame;  Evitando ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il test. Il Pap Test e lo Striscio sono la stessa cosa? Esistono due tipi di “striscio vaginale”:  lo striscio oncologico (Pap Test), che serve a scoprire eventuali lesioni che possono trasformarsi in tumore, va effettuato una volta ogni tre anni;  lo striscio batterioscopico o batteriologico che serve a scoprire le cause di un’infezione vaginale e che va effettuato solo quando il medico lo ritiene necessario. COS’E’ IL PAP TEST
  • 9. COS’E’ IL PAP TEST Se il Pap Test risulta normale? In caso di Pap Test normale si consiglia di ripetere l’esame dopo tre anni Il Pap Test è un esame affidabile? Come tutti gli esami medici, non è infallibile e talvolta può ignorare lesioni che in realtà ci sono. A questo proposito è importante sapere:  l’attendibilità dipende soprattutto dalla qualità dell’esame. Si consiglia quindi di effettuarlo in centri dove si controlla periodicamente la qualità dell’esame;  le displasie possono rimanere immutate per anni, ripetendo il test ogni 3 anni si possono quindi identificare le lesioni non diagnosticate prima, senza rischi per la salute. E se l’esame mostra qualche alterazione? La donna viene contattata dal Centro di screening e invitata a sottoporsi a ulteriori accertamenti (colposcopia).
  • 10. LA MAPPA DEI NEVI La dermatoscopia è una nuova tecnica, introdotta negli anni ’90, allo scopo di migliorare la diagnosi delle lesioni pigmentate della cute e di individuare i melanomi in una fase quanto più precoce possibile. Questa metodica, se utilizzata da esperti dermatologi dermatoscopisti, rappresenta un valido ausilio nella diagnosi delle neoformazioni pigmentate cutanee, in quanto consente non solo di diagnosticare circa il 20% di melanoma in più rispetto al solo esame clinico, ma anche di evitare molte asportazioni chirurgiche non necessarie di nevi benigni. Attraverso l’osservazione della cute mediante un microscopio da contatto, il dermatoscopio, il dermatologo può osservare i caratteri morfologici delle lesioni melanocitarie non apprezzabili ad occhio nudo e che sono correlabili a specifiche alterazioni istologiche. L’epiluminescenza infatti, permette la valutazione diretta ed in modo assolutamente non invasivo ed indolore, di micro-strutture anatomiche che si trovano all’interno della pelle. Questa tecnica è oggi ritenuta un fondamentale supporto strumentale in oncologia dermatologica in quanto facilità la diagnosi delle lesioni pigmentate cutanee e del melanoma in fase precoce. Inoltre, la digitalizzazione delle immagini e la loro archiviazione in un computer consentono il controllo nel tempo delle lesioni ritenute sospette, attraverso il semplice confronto delle immagini.
  • 11. L’Autoesame dei Nevi Non ha lo scopo di farsi da soli la diagnosi, ma di tenere sotto controllo nel tempo i propri nevi dopo che lo specialista dermatologo li abbia osservati e valutati con l’esame dermatoscopio. Controllarli periodicamente con la semplice ispezione visiva, consente a chiunque di osservare se si sono verificate modificazioni e di sottoporre all’attenzione del proprio dermatologo di fiducia, uno o più nevi che destano sospetto o preoccupazione. La lotta al melanoma si può vincere solo con la prevenzione e con la diagnosi precoce. La sorveglianza dei propri nei e di quelli dei propri cari è già prevenzione del melanoma. Chi deve fare l’autoesame? L’autoesame deve essere fatto da tutti, ma con particolare riguardo da chi: 1.ha avuto un familiare colpito da melanoma; 2.ha la pelle invecchiata dal sole; 3.ha avuto almeno due episodi di “scottature” (ustioni) solari in giovane età; 4.ha nevi cosiddetti “a rischio”. Chi può considerarsi “a rischio” Tutti noi possiamo sviluppare unmelanoma Quando bisogna allarmarsi? Mai allarmarsi, ma consultare senza esitazione il Dermatologo. Quali sono i nevi a rischio? Sono quelli che presentano aspetti atipici all’esame clinico e/o al dermatoscopio e che pertanto vengono definiti sospetti I nevi a rischio non danno necessariamente origine a melanomi vanno però tenuti sotto osservazione e sarà il dermatologo a decidere il da farsi.
  • 12. IL SOLE TI FA BELLO MA ……. Tra le neoplasie che colpiscono l’uomo, il melanoma cutaneo è tra le più aggressive e sta assumendo una posizione sempre più di rilievo, con un aumento dell’incidenza negli ultimi 5 anni del 30% così da detenere il triste primato di neoplasia a più forte incremento. In Italia, come in altri paesi ad elevato livello socio-economico, si registrano ormai più di 6000 nuovi casi di melanoma cutaneo con oltre 1200 morti l’anno. Diverse sono le cause responsabili di questo fenomeno, riconducibili al cambiamento delle abitudini di vita, con un aumento dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette in presenza di una ridotta capacità schermante dell’atmosfera dovute al progressivo inquinamento e la diminuzione dei livelli di ozono. La diagnosi precoce del melanoma si è rivelata l’arma più importante per combattere questa malattia altrimenti letale. Le Norme per il rispetto dell’”igiene solare”, e la Prevenzione Secondaria, in ambulatori specializzati, rappresentano i capisaldi della prevenzione nel melanoma cutaneo. Ciascun momento nell’evoluzione del melanoma necessita di precisi orientamenti diagnostico-terapeutici indispensabili per ottenere i migliori risultati.
  • 13. LA PREVENZIONE INIZIA CON GLI ESAMI DEL SANGUE La prima forma di prevenzione è rappresentata dagli esami del sangue. I valori da essi risultanti, sono indicativi dello stato di salute del nostro organismo. La valutazione delle misure effettuate, per derivarne un quadro clinico viene fatto da un medico specializzato che ha bisogno di valutare il complesso di più parametri e conoscere elementi essenziali del paziente quali età, sesso, etnia, per poter effettuare una adeguata valutazione. Il solo confronto con i cosiddetti valori di riferimento può risultare poco esaustivo. È bene quindi che siano IL PRIMO STEP DI UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE MIRATO Piccole regole da seguire prima di effettuare un prelievo ematico:  Il digiuno è assolutamente necessario, osservare il digiuno dalla mezzanotte, è consentito bere dell’acqua;  Non bere caffè o fumare, caffeina e nicotina alterano fortemente gli esami di laboratorio.
  • 14. ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO L’ecografia è un esame strumentale non invasivo e non dannoso, che utilizza la capacità di una sonda di emettere un fascio di ultrasuoni che viene riflesso in maniera differente dai vari organi e tessuti per essere ricevuto dalla stessa sonda. Le informazioni acustiche vengono quindi rielaborate, tramite un software, in immagini. L’ecografia dell’addome completo è un’indagine che studia tutti i visceri addominali. In buona sostanza comprende l’addome superiore e l’addome inferiore (pelvi) è un esame che può essere richiesto in molte circostanze, sia per la insorgenza di alcuni sintomi, sia per il riscontro di alterazioni ematochimiche e sia come esame di monitoraggio periodico. In particolare l’ecografia consente una accurata valutazione di:  Organi addominali: fegato, vie biliari, colecisti, pancreas, milza, reni e surreni, cavo peritoneale, grossi vasi sanguigni, vescica, prostata, vescicole seminali, utero, ovaie.  Tessuti superficiali: tiroide, ghiandole salivari, mammelle, testicoli, cute e sottocute.
  • 15. Come prepararsi ad un esame ecografico L'ecografia non richiede alcuna particolare preparazione per l’esecuzione dell’esame. Occorre semplicemente seguire le seguenti indicazioni: • Per lo studio degli organi dell’addome superiore (fegato, colecisti, pancreas, milza, reni, vasi addominali, cavo peritoneale) si consiglia digiuno per almeno sei ore. Eventuali farmaci vanno sempre assunti. • Per lo studio dell’addome inferiore si consiglia bere un’ora prima dell’esame un litro d’acqua onde ottenere un’adeguata distensione vescicale, senza ovviamente urinare. • Per lo studio delle strutture superficiali (come tiroide, mammella, cute e sottocute) non è richiesta alcuna preparazione. In caso di bendaggi questi vanno rimossi. La presenza di ferite chirurgiche aperte o di apparecchi gessati a carico dei distretti di cui è richiesta l’esplorazione, impediscono ovviamente l’esecuzione dell’esame.
  • 16. Dosaggio del PSA Un piccolo esame può dare chiarezza sui dubbi Un tumore alla prostata nella maggior parte dei casi si presenta “senza avviso”. Uno dei test utilizzati per valutare la salute della prostata è il dosaggio del PSA. La sua alterazione è considerata il primo segnale d’allarme negli screening oncologici sulla prevenzione dei tumori prostatici. Cosa indica il PSA? Valuta Il livello nel sangue di un marcatore, di una “spia” chiamata antigene prostatico specifico o PSA. Soltanto le ghiandole prostatiche producono il PSA: ecco perché questa sostanza viene considerata “specifica”. Tale composto (una glicoproteina) viene rinvenuta per la massima parte nel liquido seminale, ritardando la coagulazione e l’essiccamento del fluido spermatico dopo l’eiaculazione. Una ridottissima quantità sfugge e si diffonde nel sangue dove è possibile rintracciarla e dosarla. Cosa indica il PSA? Un incremento nel sangue del PSA viene letto come un indice della presenza di un tumore maligno. Ma un suo aumento è pure presente in altre affezioni della ghiandola, come l’ipertrofia prostatica benigna o l’infiammazione della prostata (prostatite). Senza poi contare che il valore del PSA s’innalza dopo un rapporto sessuale, sebbene in misura modesta, e anche in seguito a una visita medica che preveda l’esplorazione rettale. Ma, un aumento dei livelli sanguigni del PSA non significano malignità certa. Ovvero, l’antigene prostatico specifico non è un marker tumorale “puro”.
  • 17. Tumore del Colon Retto Cos’è il tumore del colon retto? E’ un tumore che colpisce l’ultima parte dell’intestino (colon retto). E’ al secondo posto come frequenza tra la malattie tumorali in Italia e in Europa. Come si forma? In genere si sviluppa a partire da piccole formazioni benigne, chiamate polipi o più precisamente adenomi, che si formano nell’intestino con l’età. Solo una piccola percentuale di questi adenomi può trasformarsi in un tumore vero e proprio. Il processo di trasformazione è comunque molto lento (10 – 15 anni). Cosa si può fare per diagnosticare precocemente il tumore del colon retto? In caso di diagnosi precoce si può guarire in un’altissima percentuale di casi. E’ scientificamente provato che l’esecuzione periodica di esami come la ricerca del sangue occulto fecale può salvare molte vite. Si possono diagnosticare tumori allo stadio iniziale e quindi più facilmente guaribili o asportare polipi prima che diventino tumori. Cos’è l’esame per la Ricerca del Sangue Occulto Fecale? Consiste nel verificare la presenza o meno di sangue nelle feci, invisibile a occhio nudo. Si rivolge a persone che non hanno apparenti disturbi intestinali.
  • 18. L’esame per la ricerca del sangue occulto fecale va fatto anche in assenza di disturbi? Si, perché i tumori del colon retto spesso non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni più precoci di un tumore o di un polipo intestinale è però proprio il sanguinamento, invisibile a occhio nudo,anche diversi anni prima della comparsa di qualsiasi altro sintomo. Come si esegue l’esame per la ricerca del sangue occulto fecale? Bisogna raccogliere un campione di feci i un apposito flacone, senza osservare alcuna particolare dieta. La raccolta va effettuata a casa e il campione va riconsegnato al laboratorio del programma di screening. Se l’esame risulta negativo? In caso di esito negativo le persone sono invitate a ripetere il test ogni 2 anni. E se l’esame risulta positivo? L’esame risulta positivo per la presenza di sangue occulto fecale in circa 5 - 6 persone su 100. Questo non indica necessariamente la presenza di tumore o polipi intestinali: un sanguinamento nelle feci può dipendere anche da cause banali quali emorroidi, ragadi o diverticoli. A volte, però, il sanguinamento può essere il primo segnale della presenza di polipi, che possono essere asportati per impedirne la possibile trasformazione in tumore maligno. Più raramente, chi risulta positivo ai test ha effettivamente un tumore, in genere, però è in fase molto precoce e quindi più facilmente curabile.
  • 19. Ogni quanto va ripetuta la ricerca del sangue occulto fecale? L’esame va fatto regolarmente ogni due anni. La ricerca del sangue occulto fecale è un esame affidabile? Come tutti gli esami di screening non è infallibile. E’ possibile infatti che polipi o piccoli tumori non provochino un sanguinamento tale da essere evidenziato dall’esame. E’ quindi opportuno rivolgersi al proprio medico in presenza dei seguenti disturbi: Modificazioni persistenti delle abitudini intestinali; Presenza di sangue e/o muco nelle feci evidente a occhio nudo; Sensazione di ingombro rettale persistente dopo l’evacuazione. In tutti i casi di positività a questo esame sarà necessario un accertamento diagnostico più approfondito.