Comvegno Istat Roma Aula Magna 29 Novembre 2018
La sicurezza alimentare sul territorio italiano.
Indicatori statistici e metodi di sintesi
Via Cesare Balbo,16
1. News 51/SA/2015
Lunedì, 28 Dicembre 2015
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Listeria in salmone affumicato e Salmonella in carne di pollo separata
meccanicamente. Ritirati dal mercato europeo 68 prodotti.
Nella settimana n°51 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 68 (16 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende sei casi: Listeria
monocytogenes in salmone affumicato a fette e refrigerato dalla Danimarca;
presenza di allergene (uova) non dichiarato in filetti prefritti e impanati di pesci piatti
congelati dai Paesi Bassi; Listeria monocytogenes in salmone affumicato refrigerato
dalla Danimarca; Salmonella Hadar e Salmonella paratyphi B in carne di pollo
separata meccanicamente congelata dalla Germania; mercurio in palombo
congelato (Mustelus mustelus) dal Portogallo; mercurio in lombi di pesce spada
refrigerati (Xiphias gladius) dalla Spagna.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: colorante cancerogeno non autorizzato (Sudan 4) in
olio di palma dal Ghana; istamina in filetti di tonno pinna gialla (Thunnus albacares)
fresco dalla Spagna.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: residui di
pesticidi (malathion, clorpirifos-metile, pirimifosmetile e sostanza non autorizzata:
carbendazim) in fagioli dall’occhio del Madagascar; residui di pesticida (malathion)
in semi di finocchio dall’Egitto; migrazione di sostanza non identificata da forni
2. elettrici da Hong Kong; migrazione di nichel e di manganese e livello di migrazione
globale troppo alto da sbattitore a mano dalla Cina; aflatossine in arachidi in guscio
dall’Egitto; migrazione di cromo e nichel e livello di migrazione globale troppo alto
da ampolle in acciaio inox dalla Cina; residui di pesticida (acetamiprid) in
melograno fresco dalla Turchia; aflatossine in farina di riso bianco dallo Sri Lanka.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, l’Austria segnala istamina in filetti di sgombri; la Germania segnala residui
di pesticidi (ometoato e dimetoato) in clementine e aflatossine in mais biologico; la
Svezia degnala Salmonella in torta di girasole biologico destinata a mangime.
(Articolo di Valeria Nardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
Sicurezza alimentare: le linee guida per la filiera ittica. A ciascuno le sue
responsabilità.
Nell’ambito della pesca l’igiene e le norme di sicurezza sono fondamentali. Per
questo esistono delle linee guida, pubblicate sul sito del Ministero della Salute, che
disciplinano il settore (anche ricreativo e sportivo), armonizzando i controlli ufficiali e
dando indicazioni a tutti gli attori coinvolti sulle norme da rispettare.
La pubblicazione si struttura fornendo una serie di informazioni: prima di tutto viene
stilato un glossario con i termini più utilizzati, in modo da rendere omogenea la
comprensione del discorso. Si procede limitando i campi di applicazione e
parlando delle regole che riguardano tutta la filiera, dal trasporto agli stabilimenti
fino alle norme sanitarie. Lo scopo è quello di fornire indicazioni sulle disposizioni
contenute nella regolamentazione comunitaria e nazionale in materia di sicurezza
alimentare, oltre che fornire elementi utili a migliorare la conoscenza, anche da
parte degli operatori del settore, su ruoli e responsabilità.
Si parla quindi dei compiti e dei doveri di chi si occupa della pesca, delle
caratteristiche delle imbarcazioni, dei controlli da parte degli operatori, dei controlli
ufficiali, delle regole di conservazione ecc… Linee guida formali che devono essere
seguite per garantire un pescato di qualità, abbassando il rischio di contaminazioni
e problemi per la salute.
Fonte: ilfattoalimentare.it
3. In aumento le infezioni alimentari da Campylobacter, Listeria e Salmonella. I dati
della relazione annuale curata dall’Efsa.
Nel 2014 le infezioni alimentari provocate dai batteri della Listeria e del
Campylobacter nell’uomo sono di nuovo aumentate, confermando una tendenza
iniziata nel 2008. Per la prima volta negli ultimi sette anni sono lievemente aumentati
anche i casi di salmonellosi. Sono questi i principali risultati che emergono dall’ultima
relazione annuale sulle zoonosi e i focolai infettivi di origine alimentare nell’Unione
europea, curata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal
Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). La relazione si
basa sui dati raccolti dai 28 Paesi dell’Unione e da altri quattro Stati: Norvegia,
Svizzera, Islanda e Liechtenstein.
Nel 2014, sono stati confermati 2.161 casi di infezioni da listeriosi, con un aumento
del 16% rispetto al 2013. Anche se la cifra è relativamente bassa, l’Efsa giudica
“preoccupante” questo aumento, dato che la sorveglianza di tali infezioni si
concentra sulle forme gravi della malattia, che hanno tassi di mortalità più elevati
rispetto ad altre infezioni di origine alimentare, in particolare tra anziani e pazienti
con ridotte difese immunitarie. Tuttavia, la Listeria monocytogenes, il batterio che
provoca la listeriosi nell’uomo e negli animali, ha raramente superato i limiti di
sicurezza imposti per legge negli alimenti pronti al consumo, che rappresentano la
fonte più comune di infezioni alimentari per l’uomo.
Il Campylobacter, che si trova soprattutto nella carne di pollo, rimane la causa di
infezioni di origine alimentare più diffusa nell’Unione europea e nel 2014 si sono
registrati 236.851 casi, con un aumento del 10% rispetto al 2013, quando si era
registrata una stabilizzazione, rispetto ad una crescita costante iniziata nel 2005.
Secondo l’Efsa, l’aumento del numero di casi di campilobatteriosi potrebbe essere
in parte spiegato con il miglioramento del sistema di sorveglianza e/o con la
migliorata capacità diagnostica in parecchi Stati, attuata negli ultimi anni.
L’Efsa giudica “preoccupante che le infezioni da Campylobacter e
Listeria continuino ad aumentare nell’Unione europea” e ritiene importante che tutti
i principali soggetti che operano nella catena alimentare si coalizzino per migliorare
il monitoraggio e ridurre il carico di queste due malattie. Per quanto riguarda i casi di
salmonellosi, nel 2014 si è registrato un leggero aumento, dopo che dal 2008 si era
4. registrata una continua discesa, statisticamente rilevante, dovuta principalmente al
successo dei programmi di controllo della Salmonella nel pollame messi in atto dagli
Stati membri dell’Ue e dalla Commissione europea. Tra il 2008 e il 2014, il numero di
focolai infettivi di Salmonella segnalati all’interno dell’Ue è diminuito del 44%.
(Articolo di Benianimo Bonardi) Fonte:ilfattoalimentare.it
Xylella, nuove misure per il contrasto
La Commissione europea ha appena pubblicato una decisione di esecuzione
(2015/2417), che modifica la decisione 2015/789 in vigore da maggio 2015, sulle
misure di protezione contro la Xylella fastidiosa.
Si fanno passi avanti–sebbene non risolutivi- nella gestione del patogeno. Nella
decisione si considerano:
- gli aggiornamenti da apportare alla luce delle notifiche, nel frattempo, di nuovi
focolai di Xylella fastidiosa in Francia (Corsica), su piante ospiti diverse rispetto a
quelle già incluse negli elenchi della Commissione;
-le diverse sottospecie di Xylella isolate, con piante sensibili ospiti ad una sola delle
sottospecie, e dando la possibilità agli Stati membri di definire zone anche solo in
relazione ad una di queste sottospecie. L’elenco delle piante ospiti allora viene
aggiornato di conseguenza, così anche opportuno dare la possibilità agli Stati
membri di delimitare zone solo in relazione a dette sottospecie.
Piani di emergenza
Dato il rischio di diffusione dell'organismo specificato in qualsiasi parte del territorio
dell'Unione, nonché l'importanza di un'azione tempestiva, la definizione di un piano
di emergenza a livello degli Stati membri è di particolare importanza per garantire
una migliore preparazione in caso di potenziali focolai. Entro il 31 dicembre
2016 ogni Stato membro definisce un piano delle azioni da intraprendere nel suo
territorio
Efsa e efficacia acqua calda contenimento
Dopo il parere del 2 settembre 2015 dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare
(EFSA), è opportuno consentire lo spostamento di piante in riposo vegetativo di Vitis
all'interno e all'esterno delle zone delimitate se tali piante sono state sottoposte al
trattamento con acqua calda –trattamento per 45 minuti in acqua riscaldata a 50
°C-, che è risultato efficace.
Spostamenti e passaporto
5. Le piante ospiti che non sono mai state coltivate all'interno delle zone delimitate
potranno essere spostate all'interno del territorio dell'Unione solo se accompagnate
da un passaporto delle piante.
Attività di informazione
Dati i gravi effetti causati dall'organismo specificato e l'importanza di prevenire o
agire il prima possibile per contenere qualsiasi potenziale focolaio nel territorio
dell'Unione, tutti gli Stati membri dovrebbero mettere a disposizione del pubblico,
dei viaggiatori, degli operatori professionali e degli operatori di trasporto
internazionale informazioni sulla minaccia costituita dall'organismo specificato per il
territorio dell'Unione.
Divieto di impianto delle piante ospiti nelle zone infette
È vietato l'impianto di piante ospiti nelle zone infette, salvo per i siti che sono protetti
fisicamente contro l'introduzione dell'organismo specificato da parte dei suoi vettori.
In deroga al paragrafo 1, lo Stato membro interessato può autorizzare, in conformità
alle condizioni definite nella direttiva 2008/61/CE (5) della Commissione, l'impianto di
piante ospiti a fini scientifici all'interno della zona di contenimento di cui all'articolo 7,
al di fuori della zona di cui all'articolo 7, paragrafo 2, lettera c).
Campagne di sensibilizzazione
Gli Stati membri mettono a disposizione del pubblico, dei viaggiatori, degli operatori
professionali e degli operatori di trasporto internazionale le informazioni in merito alla
minaccia costituita dall'organismo specificato per il territorio dell'Unione. Essi
mettono pubblicamente a disposizione tali informazioni, sotto forma di campagne di
sensibilizzazione mirata sui siti web rispettivi degli organismi ufficiali responsabili o su
altri siti web designati da questi organismi.»
Fonte: sicurezzaalimentare.it
Broccoli cinesi, sedano cambogiano e lamponi serbi a rischio: accresciuti i controlli
ufficiali.
Entro gli aggiornamenti di routine del reg. (UE) 669/2009, sull’accresciuto livello dei
controlli per alimenti di origine animale, la Commissione europea rileva come diversi
prodotti da diversi paesi hanno dimostrato problemi emergenti di sicurezza
alimentare, ad esempio per il superamento dei livelli di guardia di residui di pesticidi
o di micotossine.
Per questo motivo la Commissione ha aggiornato (come fa trimestralmente) la
frequenza dei controlli sui prodotti da questi paesi.
6. Nella “black list” della Commissione- che va a modificare di risulta l’allegato del reg.
669, entrano a pieno titolo:
· broccoli cinesi (50% delle partite in importazione da controllare) per residui
eccessivi di pesticidi;
· sedano, fagiolo asparago e melanzane dalla Cambogia (50% delle partite in
importazione da controllare) per residui eccessivi di pesticidi;
· uva passa dall’Afghanistan (50% delle partite in importazione da controllare)
per Ocratossina A
· tè cinese (10% delle partite in importazione da controllare) per residui eccessivi
di pesticidi
· fragole e peperoni dall’Egitto (10% delle partite in importazione da controllare)
per residui eccessivi di pesticidi;
· arachidi e preparati di arachidi dal Gambia e dal Sudan (50% delle partite in
importazione da controllare) per micotossine;
· peperoncino dall’India (20% delle partite in importazione da controllare) per
micotossine;
· lamponi e alimenti congelati dalla Serbia (10% delle partite in importazione da
controllare) per norovirus;
· Foglie di coriandolo, Basilico, Menta, prezzemolo, nonché peperoni, dal
Vietnam (50% delle partite in importazione da controllare) per residui di pesticidi;
· Il livello accresciuto di controlli è richiesto a partire dalla comparsa di recenti
incidenti nel mercato degli alimenti, notificati mediante il sistema di allarme rapido
per gli alimenti e i mangimi (RASFF), nonché dai risultati degli audit effettuati nei
paesi terzi dall'Ufficio alimentare e veterinario, e dalle relazioni trimestrali sulle partite
di mangimi e di alimenti di origine non animale presentate dagli Stati membri alla
Commissione.
Fonte:sicurezzaalimentare.it
7. Nella “black list” della Commissione- che va a modificare di risulta l’allegato del reg.
669, entrano a pieno titolo:
· broccoli cinesi (50% delle partite in importazione da controllare) per residui
eccessivi di pesticidi;
· sedano, fagiolo asparago e melanzane dalla Cambogia (50% delle partite in
importazione da controllare) per residui eccessivi di pesticidi;
· uva passa dall’Afghanistan (50% delle partite in importazione da controllare)
per Ocratossina A
· tè cinese (10% delle partite in importazione da controllare) per residui eccessivi
di pesticidi
· fragole e peperoni dall’Egitto (10% delle partite in importazione da controllare)
per residui eccessivi di pesticidi;
· arachidi e preparati di arachidi dal Gambia e dal Sudan (50% delle partite in
importazione da controllare) per micotossine;
· peperoncino dall’India (20% delle partite in importazione da controllare) per
micotossine;
· lamponi e alimenti congelati dalla Serbia (10% delle partite in importazione da
controllare) per norovirus;
· Foglie di coriandolo, Basilico, Menta, prezzemolo, nonché peperoni, dal
Vietnam (50% delle partite in importazione da controllare) per residui di pesticidi;
· Il livello accresciuto di controlli è richiesto a partire dalla comparsa di recenti
incidenti nel mercato degli alimenti, notificati mediante il sistema di allarme rapido
per gli alimenti e i mangimi (RASFF), nonché dai risultati degli audit effettuati nei
paesi terzi dall'Ufficio alimentare e veterinario, e dalle relazioni trimestrali sulle partite
di mangimi e di alimenti di origine non animale presentate dagli Stati membri alla
Commissione.
Fonte:sicurezzaalimentare.it