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News 31/SA/2016
Lunedì, 01 Agosto 2016
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Nella settimana n.31 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 65 ( 5 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei lotti respinti alla frontiera comprende i seguenti casi: migrazione di
cromo e manganese da lame per elettrodomestici da cucina provenienti dagli USA
notificata dall’Italia; E 385 - calcio disodico etilendiammina tetra acetato (CDEDTA)
non autorizzato in bevanda arancione analcolica da Arabia Saudita notificato dal
Regno Unito; non autorizzato lievito organico di riso rosso geneticamente modificato
(Bt63) proveniente dalla Cina e notificato dal Regno Unito; lambda-cialotrina in
peperoni dolci provenienti dalla Turchia e notificata dalla Bulgaria.
Allerta notificata dall’Italia per: mercurio in lombi di pesce spada fresco ( Xiphias
gladius ) proveniente dalla Spagna.
Nella lista delle informative notificata dall’Italia troviamo: infestazione da parassiti
con Anisakis (massiccia infestazione) di pesce sciabola argento refrigerato
eviscerato (Lepidopus caudatus) proveniente dalla Spagna; cadmio in seppia
congelata (Sepia spp.) proveniente dal Vietnam.
Fonte: rasff.eu
C’è troppa attenzione alla quantità delle calorie, anziché alla loro qualità? Una
critica alle nuove etichette nutrizionali decise negli Stati Uniti.
Il 26 luglio, negli Stati Uniti sono entrate in vigore le nuove norme stabilite dalla Food
and Drug Administration (FDA) sulle etichette nutrizionali, che concedono alle
aziende due anni di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni. I criteri decisi dalla
FDA, innovativi rispetto a quelli di 22 anni fa, sono oggetto di critiche da chi li ritiene
legati a una visione ormai datata, che ignora i recenti progressi relativi alle
conoscenze nutrizionali. Alcune critiche sono state illustrate da Scott C. Tips, esperto
di legislazione e diritto commerciale nel campo alimentare, in un articolo pubblicato
dalla rivista WholeFoods.
Le nuove etichette dovranno indicare con maggiore evidenza il numero di calorie
riferite ad una porzione dell’alimento considerato, oltre a ciò le dimensioni delle
porzioni di riferimento sono state aumentate, considerando i cambiamenti alimentari
tra il 1994 e oggi. Secondo Tips, quest’ultima indicazione è ininfluente, perché i
consumatori tendono a mangiare sino a che sono sazi o sino a che la confezione è
vuota. Anche porre in evidenza il contenuto di calorie è considerato un retaggio di
vecchie impostazioni, secondo cui il conteggio servirebbe a ridurre il tasso di
obesità. In realtà, sostiene Tips, concentrare l’attenzione degli americani sulle calorie
e sulle dimensioni delle porzioni serve a distogliere l’attenzione da ciò che è
veramente importante e cioè la densità nutrizionale degli alimenti ( il rapporto tra i
nutrienti e calorie fornite da un alimento).
La densità nutrizionale indica la percentuale del fabbisogno quotidiano di ogni
nutriente fornita dal consumo di una porzione pari a 100 kcal. Più valore è elevato,
più l’alimento è una fonte privilegiata di quel nutriente, e viceversa. I cibi ad alta
densità nutrizionale sono molto sani, perché apportano nutrienti senza appesantire.
Con le nuove etichette nutrizionali, invece, i cittadini continueranno a bere grandi
lattine di bibite con dolcificanti artificiali, nell’illusione che per perdere peso sia
importante fare attenzione alla quantità di calorie e non alla loro qualità.
Un altro elemento di critica riguarda il fatto che le nuove etichette dovranno
indicare gli zuccheri aggiunti riferendosi ad una dose giornaliera di 50 grammi.
Anche in questo caso, secondo Tips, siamo di fronte ad un’innovazione
apparentemente positiva. In realtà, in questo modo i consumatori saranno spinti a
cercare alimenti con pochi zuccheri aggiunti, convinti che siano più sani, senza
avere alcuna indicazione sul contenuto di dolcificanti artificiali privi di calorie ma
critici per la salute, come l’aspartame e il sucralosio.
(Articolo di Beniamino Bonardi)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Depuratori Apure: la pubblicità è ingannevole. Multa dell’Antitrust da 10 mila euro:
l’acqua depurata non previene nessuna malattia.
La pubblicità dei depuratori d’acqua ad uso domestico Apure è stata sanzionata
dall’Antitrust perché ritenuta ingannevole e alla società Siro Srl, rivenditore italiano
del prodotto, è stata comminata una multa da 10 mila euro. L’indagine dell’Agcm è
partita in seguito alla segnalazione di un consumatore, che ha ritenuto sospette
alcune caratteristiche del prodotto descritte sul sito internet www.dream-water.it.
Nel sito si dice che l’acqua trattata dagli apparecchi Apure è in grado di prevenire
le malattie più disparate, dalla cattiva digestione al diabete. Per avvalorare le
presunte proprietà curative dell’acqua depurata, sul sito internet i depuratori
vengono addirittura presentati come dispositivi medici.
Secondo l’Agcm, frasi come “Apure rappresenta una prevenzione per la maggior
parte delle patologie sistemiche che possono affliggere il corpo umano” non hanno
fondamento scientifico, pertanto non rispettano la normativa europea 1924/2006,
che regola i claim salutistici e nutrizionali sugli agli alimenti. Secondo L’Antitrust la
pubblicità dei depuratori Apure come “dispositivi medici” non è mai stata
autorizzata dal Ministero della salute, e nel caso specifico non si tratta di dispositivi
medici.
Non è il primo caso di sanzioni ad aziende che spacciano depuratori domestici per
apparecchi in grado di conferire all’acqua proprietà medicinali o preventive.
All’inizio dell’anno l’Antitrust ha multato per 80 mila euro la società Enagic Italy per la
pubblicità dei depuratori Kangen, in cui si definiva l’acqua trattata con questi
apparecchi come “anticancro”. (Articolo di Giulia Crepaldi)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Via libera della Commissione UE a tre nuovi tipi di soia OGM, resistenti al glifosato.
Critiche incrociate tra esecutivo, Parlamento europeo e Stati membri.
La Commissione europea ha autorizzato l’immissione in commercio per dieci anni, di
alimenti e mangimi contenenti tre nuovi tipi di soia geneticamente modificata
( FG72 prodotta da Bayer CropScience, MON 87708 x MON 89788 e MON 87705 x
MON 89788 prodotte da Monsanto). La particolarità di questa soia è che risulta
tollerante al glifosato, il principio attivo dell’erbicida “Roundup” venduto dalla stessa
Monsanto, classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia
internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della
sanità. A questo parere si è contrapposto il giudizio positivo dell’Agenzia europea
per la sicurezza alimentare (Efsa). Il glifosato è il principio attivo del Roundup, uno
degli erbicidi più diffusi, per il quale la Recentemente la Commissione Ue ha
prolungato l’autorizzazione per l’uso del glifosato scaduta il 30 giugno scorso, per 18
mesi.
Oltre che al glifosato, i tre tipi di soia OGM oggetto della nuova autorizzazione in
alimenti e mangimi sono resistenti anche ad altri erbicidi che si possono utilizzare
nella coltivazione: la soia FG72 è tollerante agli erbicidi a base di isoxaflutolo, la soia
MON 87708 x MON 89788 a quelli a base di dicamba.
Contro la concessione si era espresso in febbraio il Parlamento europeo, che ha
criticato ancora una vota la procedura Ue di autorizzazione degli OGM in alimenti e
mangimi, contestando il fatto che l’esecutivo possa dare il via libera senza il
sostegno di una maggioranza qualificata di Stati membri, come è prassi abituale. La
Commissione, da parte sua, critica gli Stati che non vogliono assumersi
responsabilità, lasciando la patata bollente nelle mani di Bruxelles che ha il dovere
di decidere. (Articolo di Beniamino Bonardi)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Ikea: nuovo ritiro di cioccolato. Altri 6 prodotti richiamati per mancanza di
indicazioni per allergici a nocciole e mandorle.
Ikea ha esteso il richiamo delle due tavolette di cioccolato avviato un mese fa per
la mancanza delle indicazioni in etichetta di due ad altri sei prodotti al cioccolato. Il
motivo è sempre lo stesso la mancanza dell’indicazione sull’elenco degli ingredienti
riportato sull’etichetta della frase “può contenere mandorle e nocciole”. Si tratta di
una dimenticanza che potrebbe procurare problemi alle persone allergiche o
intolleranti. Il richiamo interessa tutti i mercati mondiali e tutti i lotti venduti. Ikea
precisa che la presenza di mandorle e nocciole non è una presenza occasionale
ma che è stata rilevata frequentemente.
I consumatori che non sono allergici e/o intolleranti a mandorle e nocciole possono
tranquillamente mangiare le tavolette e gli altri prodotti a base di cioccolato.
Ikea invita i clienti interessati a riportare i prodotti in qualsiasi negozio per il rimborso.
Per ulteriori informazioni, contatta il Servizio Clienti al numero verde 800 92 46 46,
dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato. (Articolo di Sara Rossi)
I nomi dei prodotti a base di cioccolato sono elencati nella tabella (sotto) e nelle
foto (sopra)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Prodotti altamente trasformati, per il Consiglio UE serve migliorare il valore
nutrizionale.
Sono state pubblicate le Conclusioni del Consiglio sul miglioramento dei prodotti
alimentari (2016/C 269/04). Il Consiglio rammenta che la salute umana è un
obiettivo fondamentale del Trattato del Funzionamento dell’Unione e che dal 2007
(Libro Bianco «Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all’alimentazione,
al sovrappeso e all’obesità» - si ha a mente il problema emergente di obesità,
sovrappeso e malattie collegate, soprattutto nei bambini.
Negli ultimi anni (dal 2011) le istituzioni europee stanno valutando le iniziative
nazionali in tal senso, in particolare per limitare grassi saturi, zuccheri e sale, nonché
diminuendo le porzioni d’uso.
Le conclusioni del Consiglio, pur riconoscendo la specificità delle Piccole e Medie
Imprese (PMI) e mancanza di risorse per migliorare i prodotti alimentari, chiede uno
sforzo di condivisione delle buone pratiche incoraggiando il sostegno alle azioni in
tal senso. Il Consiglio invita gli Stati membri a continuare a mettere la dieta sana fra
le massime priorità, contribuendo in tal modo a una migliore salute e qualità di vita
dei cittadini UE e alla sostenibilità dei sistemi sanitari. La presenza di diete poco sane
mette a rischio la disponibilità di una forza lavoro sana e sostenibile e provoca costi
sanitari elevati che potrebbero incidere sulla sostenibilità dei sistemi di assistenza
sanitaria.
Occorre approntare un piano nazionale per il miglioramento dei prodotti alimentari
entro la fine del 2017, sotto forma di un nuovo piano o integrandolo in uno esistente,
in collaborazione con le pertinenti parti interessate, al fine di rendere più facile per i
consumatori la scelta di un’alimentazione sana entro il 2020.
Vanno fatti sforzi, secondo il Consiglio, per cooperazione multisettoriale a livello
nazionale, regionale e mondiale, ma stando attenti a non penalizzare alimenti “veri”
che sono fatti anche di singoli nutrienti. I ritardi della Commissione europea nel
chiarire le esenzioni su etichettatura nutrizionale per piccoli quantitativi venduti
direttamente dagli agricoltori costituiscono un problema aperto. Così come la
mancanza di “profili nutrizionali” seri e non punitivi per i prodotti agricoli e che
favoriscono invece il marketing di prodotti industriali “poveri” ma riformulati e
apparentemente salubri.
Il Consiglio punta il dito contro il consumo di alimenti trasformati o preparati,
sottolineando che al tempo stesso la maggior parte delle persone non consuma
abbastanza frutta, verdura e prodotti integrali.
Positivo l’approccio rispettoso degli alimenti locali e tradizionali, comprese le
indicazioni geografiche intrinsecamente legati alla cultura e al patrimonio di un
paese, che “potrebbero essere oggetto di un’attenzione particolare, tenendo
conto della situazione nazionale, ad esempio del loro contributo all’assunzione
alimentare complessiva.”
Fonte: sicurezzaalimentare.it
Latte agli UV, approvato come novel food.
Il latte trattato con raggi UV potrà essere immesso sul mercato nell'Unione quale
nuovo prodotto alimentare: con livelli massimi di vitamina D ottenuti stabiliti
nell'allegato II della presente decisione, fatte salve le disposizioni particolari del
regolamento (CE) n. 1925/2006 (che riguarda proprio l'aggiunta di vitamine e
minerali agli alimenti). E' il risultato della decisione di esecuzione (UE) 2016/1189
DELLA COMMISSIONE del 19 luglio 2016-che autorizza l'immissione sul mercato del
latte trattato con raggi UV quale nuovo prodotto alimentare a norma del
regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio.
La richiesta, avanzata dalla società Dairy CREST Ltd alle autorità competenti
dell'Irlanda è stata legalmente appoggiata ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2,
punto f), del regolamento (CE) n. 258/97
Il processo di trattamento con raggi ultravioletti consente al latte di aumentare il
naturale contenuto di vitamina D. Recentemente, sta emergendo come i fabbisogni
di vitamina D potrebbero essere più alti, in ragione di una carenza molto diffusa
nella popolazione adulta.
Lo scorso dicembre 2015 Efsa aveva dato parere favorevole sulla sicurezza
alimentare del novel food. La denominazione del latte trattato con raggi UV
autorizzato sull'etichettatura dei prodotti alimentari è «latte trattato con raggi UV».
Se il latte trattato con raggi UV contiene un quantitativo di vitamina D considerato
significativo ai sensi dell'allegato XIII, parte A, punto 2, del regolamento (UE) n.
1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, la denominazione
sull'etichettatura deve essere accompagnata dalla dicitura «contiene vitamina D
prodotta attraverso il trattamento con raggi UV» o «latte contenente vitamina D
risultante dal trattamento con raggi UV».
Fonte: sicurezzaalimentare.it
Il sale questo sconosciuto
Ogni grammo di cloruro di sodio (NaCl) da tutti conosciuto come sale, contiene
circa 0,4 g di sodio. Questo elemento è di fondamentale importanza per il nostro
organismo e deve essere assunto quotidianamente con l’alimentazione in una
quantità di almeno 100-600 mg al giorno, pari a circa 0,25-1,5 grammi di sale. Nei
periodi estivi, o quando si pratica dello sport, con la sudorazione si perde parecchio
sale che deve essere integrato con la dieta. Noi tutti però generalmente superiamo
ampiamente i nostri fabbisogni reali e questo fatto può dare origine a dei problemi
di salute.
Secondo la Società Italiana Ipertensione Arteriosa SIIA) un consumo eccessivo di
sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone
predisposte. È infatti dimostrato che elevati apporti di sodio (che è contenuto nel
sale) aumentano il rischio per alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei
reni, sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente da
questo meccanismo.
Poco sale abbassa la pressione arteriosa?
Gli studi che hanno valutato gli effetti della riduzione dell’apporto di sale nella dieta
confermano che negli ipertesi la diminuzione del sale nella dieta comporta
mediamente una riduzione della pressione sistolica di 5 mmHg e della diastolica di 3
mmHg.
Quanto sale al giorno?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non introdurre più di 2
grammi di sodio con la dieta giornaliera. Due grammi sodio corrispondono a circa 5
grammi di sale da cucina, che sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da
the.”
Il problema dell’eccesso del consumo di sale è stato affrontato anche dalla Unione
Europea che, con il Regolamento 1169/2011, meglio conosciuto come
“Etichettatura” impone di indicare il contenuto di sale negli alimenti. Questa
imposizione deriva dal fatto che il sale presente nei cibi industriali o consumati fuori
casa è più del 75%. Si stima che quello aggiunto nelle preparazioni domestiche è di
circa il 10%.
Anche se ciascuno di noi attraverso la lettura delle etichette degli alimenti può
calcolare le quantità che sta per assumere appare utile segnalare le quantità di
sodio nascoste nel piatto calcolate dall’ex Istituto Nazionale di Ricerca per gli
Alimenti e la Nutrizione (INRAN, attualmente CRA NUT)
300 gr di pizza rossa o bianca = 2 grammi
50 gr di pane (una fetta) = 0,15 grammi
20 gr biscotti dolci (2-4 biscotti) = 0,04 grammi
50 gr di parmigiano = 0,3 grammi
50 gr di prosciutto crudo dolce (3-4 fette medie) = 1,29 grammi
50 gr di prosciutto cotto (3-4 fette medie) = 0,36 grammi
50 gr di salame di Milano (8-10 fette medie) = 0,75 grammi
100 gr mozzarella di mucca = 0,20 grammi
20 gr Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) = 0,06
Cosa fare?
L’ex INRAN ha predisposto queste semplici linee-guida dell’INRAN il cui rispetto
porta a ridurre o annullare i pericoli legati ad un eccessivo consumo di sale.
1 Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola sia in cucina.
2 Preferisci al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato).
3 Non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di
vita.
4 Limita l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup,
salsa di soia, senape, ecc.).
5 Insaporisci i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo,
rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di
finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry).
6 Esalta il sapore dei cibi usando succo di limone e aceto.
7 Scegli, quando sono disponibili, le linee di prodotti a basso contenuto di sale (pane
senza sale, tonno in scatola a basso contenuto di sale, ecc.).
8 Consuma solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati,
patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi).
9 Nell’attività sportiva moderata reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti
attraverso la sudorazione.”
Ricorda che il sale migliora le qualità organolettiche del nostro cibo e nelle giuste
quantità è di fondamentale importanza per la nostra salute. Un eccesso può risultare
dannoso. Impariamo a gestirlo meglio sia in casa, sia, soprattutto, nel consumo degli
alimenti che acquistiamo facendo un minimo di attenzione alle etichette per evitare
di trasformare il piacere della tavola in un pericolo per la nostra salute. (Dal blog di
Agostino Macrì)
Fonte: sicurezzalimentare.it
50 gr di salame di Milano (8-10 fette medie) = 0,75 grammi
100 gr mozzarella di mucca = 0,20 grammi
20 gr Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) = 0,06
Cosa fare?
L’ex INRAN ha predisposto queste semplici linee-guida dell’INRAN il cui rispetto
porta a ridurre o annullare i pericoli legati ad un eccessivo consumo di sale.
1 Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola sia in cucina.
2 Preferisci al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato).
3 Non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di
vita.
4 Limita l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup,
salsa di soia, senape, ecc.).
5 Insaporisci i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo,
rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di
finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry).
6 Esalta il sapore dei cibi usando succo di limone e aceto.
7 Scegli, quando sono disponibili, le linee di prodotti a basso contenuto di sale (pane
senza sale, tonno in scatola a basso contenuto di sale, ecc.).
8 Consuma solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati,
patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi).
9 Nell’attività sportiva moderata reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti
attraverso la sudorazione.”
Ricorda che il sale migliora le qualità organolettiche del nostro cibo e nelle giuste
quantità è di fondamentale importanza per la nostra salute. Un eccesso può risultare
dannoso. Impariamo a gestirlo meglio sia in casa, sia, soprattutto, nel consumo degli
alimenti che acquistiamo facendo un minimo di attenzione alle etichette per evitare
di trasformare il piacere della tavola in un pericolo per la nostra salute. (Dal blog di
Agostino Macrì)
Fonte: sicurezzalimentare.it

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  • 1. News 31/SA/2016 Lunedì, 01 Agosto 2016 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi Nella settimana n.31 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 65 ( 5 quelle inviate dal Ministero della salute italiano). L’elenco dei lotti respinti alla frontiera comprende i seguenti casi: migrazione di cromo e manganese da lame per elettrodomestici da cucina provenienti dagli USA notificata dall’Italia; E 385 - calcio disodico etilendiammina tetra acetato (CDEDTA) non autorizzato in bevanda arancione analcolica da Arabia Saudita notificato dal Regno Unito; non autorizzato lievito organico di riso rosso geneticamente modificato (Bt63) proveniente dalla Cina e notificato dal Regno Unito; lambda-cialotrina in peperoni dolci provenienti dalla Turchia e notificata dalla Bulgaria. Allerta notificata dall’Italia per: mercurio in lombi di pesce spada fresco ( Xiphias gladius ) proveniente dalla Spagna. Nella lista delle informative notificata dall’Italia troviamo: infestazione da parassiti con Anisakis (massiccia infestazione) di pesce sciabola argento refrigerato eviscerato (Lepidopus caudatus) proveniente dalla Spagna; cadmio in seppia congelata (Sepia spp.) proveniente dal Vietnam. Fonte: rasff.eu C’è troppa attenzione alla quantità delle calorie, anziché alla loro qualità? Una critica alle nuove etichette nutrizionali decise negli Stati Uniti. Il 26 luglio, negli Stati Uniti sono entrate in vigore le nuove norme stabilite dalla Food and Drug Administration (FDA) sulle etichette nutrizionali, che concedono alle aziende due anni di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni. I criteri decisi dalla FDA, innovativi rispetto a quelli di 22 anni fa, sono oggetto di critiche da chi li ritiene
  • 2. legati a una visione ormai datata, che ignora i recenti progressi relativi alle conoscenze nutrizionali. Alcune critiche sono state illustrate da Scott C. Tips, esperto di legislazione e diritto commerciale nel campo alimentare, in un articolo pubblicato dalla rivista WholeFoods. Le nuove etichette dovranno indicare con maggiore evidenza il numero di calorie riferite ad una porzione dell’alimento considerato, oltre a ciò le dimensioni delle porzioni di riferimento sono state aumentate, considerando i cambiamenti alimentari tra il 1994 e oggi. Secondo Tips, quest’ultima indicazione è ininfluente, perché i consumatori tendono a mangiare sino a che sono sazi o sino a che la confezione è vuota. Anche porre in evidenza il contenuto di calorie è considerato un retaggio di vecchie impostazioni, secondo cui il conteggio servirebbe a ridurre il tasso di obesità. In realtà, sostiene Tips, concentrare l’attenzione degli americani sulle calorie e sulle dimensioni delle porzioni serve a distogliere l’attenzione da ciò che è veramente importante e cioè la densità nutrizionale degli alimenti ( il rapporto tra i nutrienti e calorie fornite da un alimento). La densità nutrizionale indica la percentuale del fabbisogno quotidiano di ogni nutriente fornita dal consumo di una porzione pari a 100 kcal. Più valore è elevato, più l’alimento è una fonte privilegiata di quel nutriente, e viceversa. I cibi ad alta densità nutrizionale sono molto sani, perché apportano nutrienti senza appesantire. Con le nuove etichette nutrizionali, invece, i cittadini continueranno a bere grandi lattine di bibite con dolcificanti artificiali, nell’illusione che per perdere peso sia importante fare attenzione alla quantità di calorie e non alla loro qualità. Un altro elemento di critica riguarda il fatto che le nuove etichette dovranno indicare gli zuccheri aggiunti riferendosi ad una dose giornaliera di 50 grammi. Anche in questo caso, secondo Tips, siamo di fronte ad un’innovazione apparentemente positiva. In realtà, in questo modo i consumatori saranno spinti a cercare alimenti con pochi zuccheri aggiunti, convinti che siano più sani, senza avere alcuna indicazione sul contenuto di dolcificanti artificiali privi di calorie ma critici per la salute, come l’aspartame e il sucralosio. (Articolo di Beniamino Bonardi) Fonte: ilfattoalimentare.it
  • 3. Depuratori Apure: la pubblicità è ingannevole. Multa dell’Antitrust da 10 mila euro: l’acqua depurata non previene nessuna malattia. La pubblicità dei depuratori d’acqua ad uso domestico Apure è stata sanzionata dall’Antitrust perché ritenuta ingannevole e alla società Siro Srl, rivenditore italiano del prodotto, è stata comminata una multa da 10 mila euro. L’indagine dell’Agcm è partita in seguito alla segnalazione di un consumatore, che ha ritenuto sospette alcune caratteristiche del prodotto descritte sul sito internet www.dream-water.it. Nel sito si dice che l’acqua trattata dagli apparecchi Apure è in grado di prevenire le malattie più disparate, dalla cattiva digestione al diabete. Per avvalorare le presunte proprietà curative dell’acqua depurata, sul sito internet i depuratori vengono addirittura presentati come dispositivi medici. Secondo l’Agcm, frasi come “Apure rappresenta una prevenzione per la maggior parte delle patologie sistemiche che possono affliggere il corpo umano” non hanno fondamento scientifico, pertanto non rispettano la normativa europea 1924/2006, che regola i claim salutistici e nutrizionali sugli agli alimenti. Secondo L’Antitrust la pubblicità dei depuratori Apure come “dispositivi medici” non è mai stata autorizzata dal Ministero della salute, e nel caso specifico non si tratta di dispositivi medici. Non è il primo caso di sanzioni ad aziende che spacciano depuratori domestici per apparecchi in grado di conferire all’acqua proprietà medicinali o preventive. All’inizio dell’anno l’Antitrust ha multato per 80 mila euro la società Enagic Italy per la pubblicità dei depuratori Kangen, in cui si definiva l’acqua trattata con questi apparecchi come “anticancro”. (Articolo di Giulia Crepaldi) Fonte: ilfattoalimentare.it Via libera della Commissione UE a tre nuovi tipi di soia OGM, resistenti al glifosato. Critiche incrociate tra esecutivo, Parlamento europeo e Stati membri. La Commissione europea ha autorizzato l’immissione in commercio per dieci anni, di alimenti e mangimi contenenti tre nuovi tipi di soia geneticamente modificata ( FG72 prodotta da Bayer CropScience, MON 87708 x MON 89788 e MON 87705 x MON 89788 prodotte da Monsanto). La particolarità di questa soia è che risulta tollerante al glifosato, il principio attivo dell’erbicida “Roundup” venduto dalla stessa
  • 4. Monsanto, classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità. A questo parere si è contrapposto il giudizio positivo dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Il glifosato è il principio attivo del Roundup, uno degli erbicidi più diffusi, per il quale la Recentemente la Commissione Ue ha prolungato l’autorizzazione per l’uso del glifosato scaduta il 30 giugno scorso, per 18 mesi. Oltre che al glifosato, i tre tipi di soia OGM oggetto della nuova autorizzazione in alimenti e mangimi sono resistenti anche ad altri erbicidi che si possono utilizzare nella coltivazione: la soia FG72 è tollerante agli erbicidi a base di isoxaflutolo, la soia MON 87708 x MON 89788 a quelli a base di dicamba. Contro la concessione si era espresso in febbraio il Parlamento europeo, che ha criticato ancora una vota la procedura Ue di autorizzazione degli OGM in alimenti e mangimi, contestando il fatto che l’esecutivo possa dare il via libera senza il sostegno di una maggioranza qualificata di Stati membri, come è prassi abituale. La Commissione, da parte sua, critica gli Stati che non vogliono assumersi responsabilità, lasciando la patata bollente nelle mani di Bruxelles che ha il dovere di decidere. (Articolo di Beniamino Bonardi) Fonte: ilfattoalimentare.it Ikea: nuovo ritiro di cioccolato. Altri 6 prodotti richiamati per mancanza di indicazioni per allergici a nocciole e mandorle. Ikea ha esteso il richiamo delle due tavolette di cioccolato avviato un mese fa per la mancanza delle indicazioni in etichetta di due ad altri sei prodotti al cioccolato. Il motivo è sempre lo stesso la mancanza dell’indicazione sull’elenco degli ingredienti riportato sull’etichetta della frase “può contenere mandorle e nocciole”. Si tratta di una dimenticanza che potrebbe procurare problemi alle persone allergiche o intolleranti. Il richiamo interessa tutti i mercati mondiali e tutti i lotti venduti. Ikea precisa che la presenza di mandorle e nocciole non è una presenza occasionale ma che è stata rilevata frequentemente. I consumatori che non sono allergici e/o intolleranti a mandorle e nocciole possono tranquillamente mangiare le tavolette e gli altri prodotti a base di cioccolato.
  • 5. Ikea invita i clienti interessati a riportare i prodotti in qualsiasi negozio per il rimborso. Per ulteriori informazioni, contatta il Servizio Clienti al numero verde 800 92 46 46, dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato. (Articolo di Sara Rossi) I nomi dei prodotti a base di cioccolato sono elencati nella tabella (sotto) e nelle foto (sopra) Fonte: ilfattoalimentare.it Prodotti altamente trasformati, per il Consiglio UE serve migliorare il valore nutrizionale. Sono state pubblicate le Conclusioni del Consiglio sul miglioramento dei prodotti alimentari (2016/C 269/04). Il Consiglio rammenta che la salute umana è un
  • 6. obiettivo fondamentale del Trattato del Funzionamento dell’Unione e che dal 2007 (Libro Bianco «Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità» - si ha a mente il problema emergente di obesità, sovrappeso e malattie collegate, soprattutto nei bambini. Negli ultimi anni (dal 2011) le istituzioni europee stanno valutando le iniziative nazionali in tal senso, in particolare per limitare grassi saturi, zuccheri e sale, nonché diminuendo le porzioni d’uso. Le conclusioni del Consiglio, pur riconoscendo la specificità delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e mancanza di risorse per migliorare i prodotti alimentari, chiede uno sforzo di condivisione delle buone pratiche incoraggiando il sostegno alle azioni in tal senso. Il Consiglio invita gli Stati membri a continuare a mettere la dieta sana fra le massime priorità, contribuendo in tal modo a una migliore salute e qualità di vita dei cittadini UE e alla sostenibilità dei sistemi sanitari. La presenza di diete poco sane mette a rischio la disponibilità di una forza lavoro sana e sostenibile e provoca costi sanitari elevati che potrebbero incidere sulla sostenibilità dei sistemi di assistenza sanitaria. Occorre approntare un piano nazionale per il miglioramento dei prodotti alimentari entro la fine del 2017, sotto forma di un nuovo piano o integrandolo in uno esistente, in collaborazione con le pertinenti parti interessate, al fine di rendere più facile per i consumatori la scelta di un’alimentazione sana entro il 2020. Vanno fatti sforzi, secondo il Consiglio, per cooperazione multisettoriale a livello nazionale, regionale e mondiale, ma stando attenti a non penalizzare alimenti “veri” che sono fatti anche di singoli nutrienti. I ritardi della Commissione europea nel chiarire le esenzioni su etichettatura nutrizionale per piccoli quantitativi venduti direttamente dagli agricoltori costituiscono un problema aperto. Così come la mancanza di “profili nutrizionali” seri e non punitivi per i prodotti agricoli e che favoriscono invece il marketing di prodotti industriali “poveri” ma riformulati e apparentemente salubri. Il Consiglio punta il dito contro il consumo di alimenti trasformati o preparati, sottolineando che al tempo stesso la maggior parte delle persone non consuma abbastanza frutta, verdura e prodotti integrali. Positivo l’approccio rispettoso degli alimenti locali e tradizionali, comprese le indicazioni geografiche intrinsecamente legati alla cultura e al patrimonio di un paese, che “potrebbero essere oggetto di un’attenzione particolare, tenendo conto della situazione nazionale, ad esempio del loro contributo all’assunzione alimentare complessiva.” Fonte: sicurezzaalimentare.it
  • 7. Latte agli UV, approvato come novel food. Il latte trattato con raggi UV potrà essere immesso sul mercato nell'Unione quale nuovo prodotto alimentare: con livelli massimi di vitamina D ottenuti stabiliti nell'allegato II della presente decisione, fatte salve le disposizioni particolari del regolamento (CE) n. 1925/2006 (che riguarda proprio l'aggiunta di vitamine e minerali agli alimenti). E' il risultato della decisione di esecuzione (UE) 2016/1189 DELLA COMMISSIONE del 19 luglio 2016-che autorizza l'immissione sul mercato del latte trattato con raggi UV quale nuovo prodotto alimentare a norma del regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio. La richiesta, avanzata dalla società Dairy CREST Ltd alle autorità competenti dell'Irlanda è stata legalmente appoggiata ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2, punto f), del regolamento (CE) n. 258/97 Il processo di trattamento con raggi ultravioletti consente al latte di aumentare il naturale contenuto di vitamina D. Recentemente, sta emergendo come i fabbisogni di vitamina D potrebbero essere più alti, in ragione di una carenza molto diffusa nella popolazione adulta. Lo scorso dicembre 2015 Efsa aveva dato parere favorevole sulla sicurezza alimentare del novel food. La denominazione del latte trattato con raggi UV autorizzato sull'etichettatura dei prodotti alimentari è «latte trattato con raggi UV». Se il latte trattato con raggi UV contiene un quantitativo di vitamina D considerato significativo ai sensi dell'allegato XIII, parte A, punto 2, del regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, la denominazione sull'etichettatura deve essere accompagnata dalla dicitura «contiene vitamina D prodotta attraverso il trattamento con raggi UV» o «latte contenente vitamina D risultante dal trattamento con raggi UV». Fonte: sicurezzaalimentare.it Il sale questo sconosciuto Ogni grammo di cloruro di sodio (NaCl) da tutti conosciuto come sale, contiene circa 0,4 g di sodio. Questo elemento è di fondamentale importanza per il nostro organismo e deve essere assunto quotidianamente con l’alimentazione in una quantità di almeno 100-600 mg al giorno, pari a circa 0,25-1,5 grammi di sale. Nei periodi estivi, o quando si pratica dello sport, con la sudorazione si perde parecchio sale che deve essere integrato con la dieta. Noi tutti però generalmente superiamo
  • 8. ampiamente i nostri fabbisogni reali e questo fatto può dare origine a dei problemi di salute. Secondo la Società Italiana Ipertensione Arteriosa SIIA) un consumo eccessivo di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte. È infatti dimostrato che elevati apporti di sodio (che è contenuto nel sale) aumentano il rischio per alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente da questo meccanismo. Poco sale abbassa la pressione arteriosa? Gli studi che hanno valutato gli effetti della riduzione dell’apporto di sale nella dieta confermano che negli ipertesi la diminuzione del sale nella dieta comporta mediamente una riduzione della pressione sistolica di 5 mmHg e della diastolica di 3 mmHg. Quanto sale al giorno? L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non introdurre più di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera. Due grammi sodio corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina, che sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da the.” Il problema dell’eccesso del consumo di sale è stato affrontato anche dalla Unione Europea che, con il Regolamento 1169/2011, meglio conosciuto come “Etichettatura” impone di indicare il contenuto di sale negli alimenti. Questa imposizione deriva dal fatto che il sale presente nei cibi industriali o consumati fuori casa è più del 75%. Si stima che quello aggiunto nelle preparazioni domestiche è di circa il 10%. Anche se ciascuno di noi attraverso la lettura delle etichette degli alimenti può calcolare le quantità che sta per assumere appare utile segnalare le quantità di sodio nascoste nel piatto calcolate dall’ex Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN, attualmente CRA NUT) 300 gr di pizza rossa o bianca = 2 grammi 50 gr di pane (una fetta) = 0,15 grammi 20 gr biscotti dolci (2-4 biscotti) = 0,04 grammi 50 gr di parmigiano = 0,3 grammi 50 gr di prosciutto crudo dolce (3-4 fette medie) = 1,29 grammi 50 gr di prosciutto cotto (3-4 fette medie) = 0,36 grammi
  • 9. 50 gr di salame di Milano (8-10 fette medie) = 0,75 grammi 100 gr mozzarella di mucca = 0,20 grammi 20 gr Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) = 0,06 Cosa fare? L’ex INRAN ha predisposto queste semplici linee-guida dell’INRAN il cui rispetto porta a ridurre o annullare i pericoli legati ad un eccessivo consumo di sale. 1 Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola sia in cucina. 2 Preferisci al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato). 3 Non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di vita. 4 Limita l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.). 5 Insaporisci i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry). 6 Esalta il sapore dei cibi usando succo di limone e aceto. 7 Scegli, quando sono disponibili, le linee di prodotti a basso contenuto di sale (pane senza sale, tonno in scatola a basso contenuto di sale, ecc.). 8 Consuma solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi). 9 Nell’attività sportiva moderata reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti attraverso la sudorazione.” Ricorda che il sale migliora le qualità organolettiche del nostro cibo e nelle giuste quantità è di fondamentale importanza per la nostra salute. Un eccesso può risultare dannoso. Impariamo a gestirlo meglio sia in casa, sia, soprattutto, nel consumo degli alimenti che acquistiamo facendo un minimo di attenzione alle etichette per evitare di trasformare il piacere della tavola in un pericolo per la nostra salute. (Dal blog di Agostino Macrì) Fonte: sicurezzalimentare.it
  • 10. 50 gr di salame di Milano (8-10 fette medie) = 0,75 grammi 100 gr mozzarella di mucca = 0,20 grammi 20 gr Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) = 0,06 Cosa fare? L’ex INRAN ha predisposto queste semplici linee-guida dell’INRAN il cui rispetto porta a ridurre o annullare i pericoli legati ad un eccessivo consumo di sale. 1 Riduci progressivamente l’uso di sale sia a tavola sia in cucina. 2 Preferisci al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato). 3 Non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di vita. 4 Limita l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.). 5 Insaporisci i cibi con erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry). 6 Esalta il sapore dei cibi usando succo di limone e aceto. 7 Scegli, quando sono disponibili, le linee di prodotti a basso contenuto di sale (pane senza sale, tonno in scatola a basso contenuto di sale, ecc.). 8 Consuma solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi). 9 Nell’attività sportiva moderata reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti attraverso la sudorazione.” Ricorda che il sale migliora le qualità organolettiche del nostro cibo e nelle giuste quantità è di fondamentale importanza per la nostra salute. Un eccesso può risultare dannoso. Impariamo a gestirlo meglio sia in casa, sia, soprattutto, nel consumo degli alimenti che acquistiamo facendo un minimo di attenzione alle etichette per evitare di trasformare il piacere della tavola in un pericolo per la nostra salute. (Dal blog di Agostino Macrì) Fonte: sicurezzalimentare.it