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SMART ETHYLOMETER
Teoria e Costruzione
Pietro Pennestrì
L.S.S. Isacco Newton - Roma
SOMMARIO
1. Motivazioni
2. Descrizione del Progetto
3. L’Alcohol Etilico
4. Metabolismo dell’Alcohol
5. Il Sensore
6. Taratura del Sensore
2
MOTIVAZIONI
MOTIVAZIONI
Nel mondo sono 3.3 milioni
all’anno i decessi causati
dall’abuso di alcohol.
4
MOTIVAZIONI
Nel mondo sono 3.3 milioni
all’anno i decessi causati
dall’abuso di alcohol.
Circa il 30 % degli incidenti
stradali in Italia sono
correlati all’abuso di alcohol.
4
MOTIVAZIONI
La fascia dei giovani dagli 11
ai 24 anni è quella più a
rischio per abuso di
sostanze alcoliche;
5
MOTIVAZIONI
La fascia dei giovani dagli 11
ai 24 anni è quella più a
rischio per abuso di
sostanze alcoliche;
È in aumento il numero di
persone che
responsabilmente scelgono
di limitare il consumo di
alcohol in funzione della
sicurezza alla guida.
5
MOTIVAZIONI
Aumentare la sensibilità dei
giovani al problema
dell’abuso di alcohol.
6
MOTIVAZIONI
Aumentare la sensibilità dei
giovani al problema
dell’abuso di alcohol.
Possibilità di riprodurre il
progetto da parte di altri
studenti, grazie alla
condivisione in rete.
6
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
LO SMART ETHYLOMETER - FUNZIONI
8
LO SMART ETHYLOMETER - COMPONENTI PRINCIPALI
Sensore MQ3
Schermo LCD
Scheda Arduino
Scheda 1Sheeld
Smart Ethylometer PCB
9
LO SMART ETHYLOMETER - CABLAGGI PCB
MQ3
LM35
switch
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
5V
A0
AREF
GND
RESET
3V3
A1
A2
A3
A4
A5
VIN
GND
GND
IOREF
0
1TX0
RX0
LED1
LCD


2.2kΩ
10kΩ
10
L’ALCOHOL ETILICO
FORMULA
L’etanolo è un alcole, ovvero una sostanza organica che deriva da
un alcano a cui è stato sostituito un atomo di idrogeno H, con un
gruppo ossidrile OH.
In particolare, l’etanolo deriva dall’etano, presenta la seguente
struttura
H C
H
H
C
H
H
OH. (1)
12
PROPRIETÀ CHIMICHE
H C
H
H
C
H
H
OH.
La molecola ha una parte
polare, rappresentata in
nero, e una apolare in rosso.
13
PROPRIETÀ CHIMICHE
H C
H
H
C
H
H
OH.
La molecola ha una parte
polare, rappresentata in
nero, e una apolare in rosso.
È una sostanza
tendenzialmente volatile ed
infiammabile.
13
PROPRIETÀ CHIMICHE
H C
H
H
C
H
H
OH.
La molecola ha una parte
polare, rappresentata in
nero, e una apolare in rosso.
È una sostanza
tendenzialmente volatile ed
infiammabile.
La presenza di legami a
idrogeno intermolecolari,
favoriscono l’alta solubilità in
acqua e un punto ebollizione
(circa 78,37 ◦C) alto rispetto
al corrispettivo idrocarburo,
etano (circa -183 ◦C).
13
PROPRIETÀ ORGANOLETTICHE
È un liquido incolore.
Ha un odore caratteristico e
pungente.
Ha un gusto dolce.
14
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
Dopo aver ingerito una bevanda alcolica
dal 90 % al 95 % dell’alcohol viene metabolizzato a livello
epatico;
una piccola aliquota, variabile dal 5 al 15 %, viene eliminata
con il respiro e le urine.
16
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
Sulla superficie della mucosa del tratto gastroenterico agisce
l’enzima alcol deidrogenasi che costituisce un primo ostacolo
all’assorbimento.
17
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette
al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol.
18
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette
al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol.
La presenza dell’alcol deidrogenasi nella donna è circa la metà
rispetto all’uomo.
18
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette
al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol.
La presenza dell’alcol deidrogenasi nella donna è circa la metà
rispetto all’uomo.
Le donne possono assumere una quantità di alcohol
inferiori rispetto all’uomo.
18
METABOLISMO DELL’ALCOHOL
La quantità di alcohol assorbita passa quindi al fegato per essere
metabolizzata da tre sistemi enzimatici differenti.
19
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA
Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol
deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto
dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato.
20
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA
Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol
deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto
dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato.
In un alcolista, tale quota scende ad appena il 45 %. Nella
fase descritta si realizza la seguente reazione
CH3CH2OH + NAD+
−−−→ CH3CHO + NADH + H+
(2)
etanolo acetaldeide
20
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA
Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol
deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto
dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato.
In un alcolista, tale quota scende ad appena il 45 %. Nella
fase descritta si realizza la seguente reazione
CH3CH2OH + NAD+
−−−→ CH3CHO + NADH + H+
(2)
etanolo acetaldeide
La reazione porta ad uno sbilancio tra NAD+
e NADH ed un
eccesso degli ioni H+
, che causano un aumento di acidità
all’interno della cellula.
20
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA
Il secondo sistema indicato
con MEOS, è il sistema
microsomiale di ossidazione
dell’etanolo che avviene nei
microsomi e richiede
l’enzima CYP2E1 per
ossidare l’etanolo.
21
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA
Il secondo sistema indicato
con MEOS, è il sistema
microsomiale di ossidazione
dell’etanolo che avviene nei
microsomi e richiede
l’enzima CYP2E1 per
ossidare l’etanolo.
Negli individui affetti da
alcolismo, la sua funzione
aumenta in maniera
significativa per eliminare
tutto l’alcohol presente.
21
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA
L’etanolo è ossidato secondo la seguente reazione e perde due
atomi di idrogeno, mentre l’ossigeno accettandoli è ridotto e forma
acqua, si ottiene infine come prodotto acetaldeide e acqua.
CH3CH2OH+O2+NADPH+H+
−−−→ CH3CHO+NADP+
+2 H2O
22
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - III SISTEMA
Il terzo sistema, la catalasi, avviene nei perossisoma, un organello
cellulare, ha un ruolo del tutto marginale e ossida l’etanolo ad
acetaldeide a secondo la reazione
CH3CH2OH + H2O2 −−−→ CH3CHO + H2O .
23
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - TRASFORMAZIONE IN ACETATO
L’alcohol una volta ossidato ad acetaldeide, viene a sua volta
ossidato ad acetato secondo la reazione
CH3CHO + NAD+
−−−→ CH3COOH + NADH + H+
. (3)
acetaldeide acido acetico
Quando l’alcohol è stato ingerito in dosi massicce, l’organismo
non riesce ad ossidare tutto acetaldeide, che ricordiamo
essere una sostanza pericolosa per l’organismo.
24
METABOLISMO DELL’ALCOHOL - TRASFORMAZIONE IN ACETATO
L’alcohol una volta ossidato ad acetaldeide, viene a sua volta
ossidato ad acetato secondo la reazione
CH3CHO + NAD+
−−−→ CH3COOH + NADH + H+
. (3)
acetaldeide acido acetico
Quando l’alcohol è stato ingerito in dosi massicce, l’organismo
non riesce ad ossidare tutto acetaldeide, che ricordiamo
essere una sostanza pericolosa per l’organismo.
L’acido acetico, così prodotto verrà, ancora una volta ossidato
per ottenere CO2.
24
SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI
Come già affermato non tutto l’alcohol attraversa le vie
metaboliche.
Infatti una piccola percentuale riesce a passare nel flusso
sanguigno dove non viene metabolizzato e rimane un
composto separato.
25
SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI
Come già affermato non tutto l’alcohol attraversa le vie
metaboliche.
Infatti una piccola percentuale riesce a passare nel flusso
sanguigno dove non viene metabolizzato e rimane un
composto separato.
In particolare, l’alcohol entra in contatto con il sangue venoso
diretto ai polmoni per essere purificato.
25
SCAMBI GASSOSI
Anidride Carbonica
e Alcohol
Ossigeno
Il processo di diffusione
governa lo scambio tra il
sangue e l’aria degli alveoli.
26
SCAMBI GASSOSI
Anidride Carbonica
e Alcohol
Ossigeno
Il processo di diffusione
governa lo scambio tra il
sangue e l’aria degli alveoli.
L’alcohol presente nel
sangue, per la sua volatilità,
è esalato insieme alla CO2.
26
SCAMBI GASSOSI
Anidride Carbonica
e Alcohol
Ossigeno
Il processo di diffusione
governa lo scambio tra il
sangue e l’aria degli alveoli.
L’alcohol presente nel
sangue, per la sua volatilità,
è esalato insieme alla CO2.
2100:1 è il rapporto tra
alcohol nell’aria e alcohol nel
sangue ovvero 2100 ml di
aria alveolare contengono
circa la stessa quantità di
alcohol di 1 ml di sangue.
Tale rapporto è stato
calcolato sperimentalmente
tramite la legge di Henry
26
LEGGE DI HENRY
A temperatura costante la quantità di un gas poco solubile
disciolta in un dato volume di liquido è proporzionale alla
pressione p del gas nella fase gassosa sovrastante la
soluzione.
27
LEGGE DI HENRY
A temperatura costante la quantità di un gas poco solubile
disciolta in un dato volume di liquido è proporzionale alla
pressione p del gas nella fase gassosa sovrastante la
soluzione.
Pertanto
c = kp (4)
dove
c è la concentrazione del gas nella soluzione;
p la sua pressione nella fase gassosa sovrastante.
27
IL SENSORE
CHE COS’È UN SENSORE
Un sensore è un dispositivo capace di rilevare dati
dall’ambiente circostante ed in grado di produrre un
cambiamento chimico o fisico per output dipendente dal
fenomeno rilevato secondo una legge fissata.
29
MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE
+++++
++++++
++++++
++++++
++++++
++++
++++
++++
++++
++++
++++
++++
Output
Sensore
Trasduttore
Viene generato
segnale misurabile
B. Condizionamento
Il segnale è
adattato
-Q
Fenomeno è rilevato
è prodotto output+Q
L’output viene trasformato in
un segnale misurabile dal
trasduttore, ovvero un
sensore che non si trova al
primo posto della catena di
misura.
30
MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE
+++++
++++++
++++++
++++++
++++++
++++
++++
++++
++++
++++
++++
++++
Output
Sensore
Trasduttore
Viene generato
segnale misurabile
B. Condizionamento
Il segnale è
adattato
-Q
Fenomeno è rilevato
è prodotto output+Q
L’output viene trasformato in
un segnale misurabile dal
trasduttore, ovvero un
sensore che non si trova al
primo posto della catena di
misura.
Il segnale prodotto dal
trasduttore è adattato dal
blocco di
condizionamento, che lo
adatta per l’unità di
trattamento dei dati.
30
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
Il materiale usato nel
sensore MQ-3 per individuare
la presenza di alcohol è il
biossido di stagno SnO2.
31
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
Il materiale usato nel
sensore MQ-3 per individuare
la presenza di alcohol è il
biossido di stagno SnO2.
Tale materiale è un
semiconduttore di tipo N,
ovvero è stato
opportunamente drogato
affinché la sua struttura
contenga più elettroni di
conduzione.
31
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
In assenza di alcohol nell’ambiente, l’ossigeno entra in contatto con
il sottile film di SnO2, che è poroso e sottrae elettroni alla sua
struttura secondo la seguente reazione
O2 + 2 e−
−−−→ 2 O−
. (5)
32
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
In assenza di alcohol nell’ambiente, l’ossigeno entra in contatto con
il sottile film di SnO2, che è poroso e sottrae elettroni alla sua
struttura secondo la seguente reazione
O2 + 2 e−
−−−→ 2 O−
. (5)
La resistenza dello strato di SnO2
è MASSIMA.
32
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene
ossidato nell’anodo secondo la reazione
CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+
+ 4 e−
. (6)
33
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene
ossidato nell’anodo secondo la reazione
CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+
+ 4 e−
. (6)
L’ossigeno è ridotto nel catodo secondo la la reazione
O2 + 4 H+
+ 4 e−
−−−→ 2 H2O . (7)
33
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene
ossidato nell’anodo secondo la reazione
CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+
+ 4 e−
. (6)
L’ossigeno è ridotto nel catodo secondo la la reazione
O2 + 4 H+
+ 4 e−
−−−→ 2 H2O . (7)
La reazione complessiva può essere riscritta nella seguente
forma
CH3CH2OH + O2 −−−→ CH3CO2H + H2O . (8)
33
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
MQ-3
0.1
1
10
100
0.1 1 10mg/L
Alcohol
Benzine
Hexane
Air
CO
LPG
CH4
Rs/Ro
Lo scambio di elettroni tra
due specie chimiche causerà
una minore resistenza da
parte del film di SnO2.
34
CHIMICA DEL SENSORE MQ-3
MQ-3
0.1
1
10
100
0.1 1 10mg/L
Alcohol
Benzine
Hexane
Air
CO
LPG
CH4
Rs/Ro
Lo scambio di elettroni tra
due specie chimiche causerà
una minore resistenza da
parte del film di SnO2.
La variazione di resistenza
Rs è rilevata e associata ad
una determinata
concentrazione di alcohol
nel sangue.
34
CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA
La variazione di Rs viene quindi rilevata attraverso un partitore di
tensione, come rappresentato dalla seguente figura
RsR
Vout
V
Vinput
LEGENDA
Resistenza di carico R
Resistenza sensore (variabile) Rs
V Voltmetro
Differenza potenziale imposta
i
35
CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA
Il partitore di tensione modifica proporzionalmente ad Rs la
tensione Vout.
36
CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA
Il partitore di tensione modifica proporzionalmente ad Rs la
tensione Vout.
Il segnale di tensione viene inviato alla scheda Arduino per la
misura e l’elaborazione.
La resistenza Rℓ, regolata manualmente sulla scheda su cui è
saldato il sensore, condiziona la velocità con la quale il
sistema raggiunge le condizioni di stabilità.
36
IL PARTITORE DI TENSIONE
Il partitore di tensione è un dispositivo costituito da due o
più resistenze collegate in serie, che consente di variare
la tensione Vout in funzione di un valore di resistenza Rs.
37
IL PARTITORE DI TENSIONE
La versione più semplice, come nel MQ-3, è costituita da due
resistenze
38
IL PARTITORE DI TENSIONE
La versione più semplice, come nel MQ-3, è costituita da due
resistenze :
Rℓ: Resistenza di Carico 200kΩ.
Rs resistenza variabile da 1MΩ a 8MΩ e la tensione rilevata
risulta essere
Vout = Vinput
Rℓ
Rℓ + Rs
. (9)
38
IL PARTITORE DI TENSIONE
RsR
Vout
V
Vinput
i
L’equazione (9) si giustifica
grazie alla prima legge di
Ohm e alla legge delle
maglie di Kirchhoff.
39
IL PARTITORE DI TENSIONE
RsR
Vout
V
Vinput
i
L’equazione (9) si giustifica
grazie alla prima legge di
Ohm e alla legge delle
maglie di Kirchhoff.
Poiché le resistenze sono
collegate in serie, saranno
attraversate dalla stessa
intensità i di corrente, ovvero
i =
Vinput
Rℓ + Rs
(10a)
i =
Vout
Rℓ
. (10b)
39
IL PARTITORE DI TENSIONE
Uguagliando i secondi membri discende la (9)
Vout = Vinput
Rℓ
Rℓ + Rs
.
40
TARATURA DEL SENSORE
TARATURA DEL SENSORE
Il sensore MQ3 traduce la concentrazione c di alcohol rilevata
nell’ambiente, in una differenza di potenziale V proporzionale
alla suddetta concentrazione.
42
TARATURA DEL SENSORE
Il sensore MQ3 traduce la concentrazione c di alcohol rilevata
nell’ambiente, in una differenza di potenziale V proporzionale
alla suddetta concentrazione.
Al fine di ottenere una misura accurata ed affidabile dallo
strumento, è necessario procedere ad una apposita
calibrazione del sensore.
42
PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 1
Sono state predisposte all’inizio
dell’esperienza una serie di
provette contenenti acqua e vino
a varie concentrazione.
Per uniformità le provette sono
state riempite allo stesso
livello.
I vapori che si sprigionavano da
tali miscugli, simulavano l’alito di
un virtuale utente con una
gradazione variabile per
contenuto di alcohol.
43
PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 2
Al fine di stabilire quale fosse il
tasso alcolemico dell’utente
virtuale, è stato impiegato un
etilometro commerciale.
Quest’ultimo è stato accostato
all’imbocco di una provetta e la
concentrazione misurata dallo
strumento registrata.
44
PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 3
Lo stesso procedimento della
Fase 2 è stato ripetuto con lo
Smart Ethilometer collegato
al computer.
Per ciascuna misura, l’andamento
della differenza di potenziale del
sensore e la temperatura
dell’ambiente venivano acquisite
memorizzando i dati inviati al PC
tramite la porta seriale dalla
scheda Arduino.
45
RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.50 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Risposta del Sensore per 0.5 g/lVolt(V)
Tempo (s)
46
RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.75 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Volt(V)
Tempo (s)
Risposta del Sensore per 0.75 g/l
47
RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.90 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Risposta del Sensore per 0.90 g/l
Volt(V)
Tempo (s) 48
RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.10 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Risposta del Sensore per 1.10 g/lVolt(V)
Tempo (s)
49
RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.50 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Risposta del Sensore per 1.50 g/l
Volt(V)
Tempo (s) 50
RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.90 g/l
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Risposta del Sensore per 1.90 g/lVolt(V)
Tempo (s)
51
ELABORAZIONE DEI DATI
Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è
necessario determinare una relazione analitica tra le
variabili
52
ELABORAZIONE DEI DATI
Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è
necessario determinare una relazione analitica tra le
variabili
◦ x ⇒ concentrazione di alcol nel sangue
◦ y ⇒ segnale elettrico del sensore.
52
ELABORAZIONE DEI DATI
Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è
necessario determinare una relazione analitica tra le
variabili
◦ x ⇒ concentrazione di alcol nel sangue
◦ y ⇒ segnale elettrico del sensore.
Per semplicità la relazione ipotizzata è lineare. Tale ipotesi
verrà comunque sottoposta ad una verifica.
52
REGRESSIONE LINEARE
A partire da dati sperimentali, la regressione lineare perviene ad
una legge matematica, che lega
una variabile scalare dipendente y;
ad una o più variabili indipendenti x.
53
REGRESSIONE LINEARE
A partire da dati sperimentali, la regressione lineare perviene ad
una legge matematica, che lega
una variabile scalare dipendente y;
ad una o più variabili indipendenti x.
Questo problema viene risolto
attraverso il metodo dei minimi
quadrati.
53
MINIMI QUADRATI - TEORIA
È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla
relazione:
yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11)
54
MINIMI QUADRATI - TEORIA
È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla
relazione:
yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11)
in cui
β0, β1 sono i coefficienti incogniti della retta;
εi è l’errore commesso nell’approssimazione adottata.
54
MINIMI QUADRATI - TEORIA
È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla
relazione:
yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11)
in cui
β0, β1 sono i coefficienti incogniti della retta;
εi è l’errore commesso nell’approssimazione adottata.
I coefficienti dovranno essere calcolati in maniera tale che l’errore
sia il più piccolo possibile, ovvero in modo che la distanza della
retta dai tre dati punti del piano sia minima.
Si utilizzerà a tal fine il criterio dei minimi quadrati.
54
MINIMI QUADRATI - ESEMPIO
Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3.
55
MINIMI QUADRATI - ESEMPIO
Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3.
La quantità da minimizzare è quindi la funzione a due variabili
55
MINIMI QUADRATI - ESEMPIO
Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3.
La quantità da minimizzare è quindi la funzione a due variabili
F(β0, β1) =
3∑
i=1
[yi − (β1xi + β0)]2
= ε2
1 + ε2
2 + ε2
3 , (12)
55
MINIMI QUADRATI - ESEMPIO
Le condizioni (13)
∂F
∂β0
= 0 (13a)
∂F
∂β1
= 0 (13b)
formano un sistema lineare di equazioni la cui soluzione
fornisce i valori β0 e β1 incogniti.
56
MINIMI QUADRATI - ESEMPIO
Le condizioni (13)
∂F
∂β0
= 0 (13a)
∂F
∂β1
= 0 (13b)
formano un sistema lineare di equazioni la cui soluzione
fornisce i valori β0 e β1 incogniti.
Gli sviluppi algebrici sono per brevità qui omessi, ma riportati
nel report.
56
MINIMI QUADRATI
Dal programma Maxima si ottengono i seguenti risultati
β1 =
σXY
σ2
XX
(14a)
β0 = y − β1x (14b)
57
CALCOLO DELLA MEDIA
Le medie delle variabili rilevate risulta essere
¯x =
1
N
N∑
i=1
xi (15)
¯y =
1
N
N∑
i=1
yi (16)
58
CALCOLO DELLA VARIANZA
Se indichiamo con
Var(X) = σ2
XX =
1
N
N∑
i=1
(xi − ¯x)2
, (17)
Var(Y) = σ2
YY =
1
N
N∑
i=1
(yi − ¯y)2
, (18)
le varianze delle variabili x, y rispettivamente, queste ci forniranno
un indice della dispersione dei dati rispetto al valore medio.
59
CALCOLO DELLA VARIANZA
Se indichiamo con
Var(X) = σ2
XX =
1
N
N∑
i=1
(xi − ¯x)2
, (17)
Var(Y) = σ2
YY =
1
N
N∑
i=1
(yi − ¯y)2
, (18)
le varianze delle variabili x, y rispettivamente, queste ci forniranno
un indice della dispersione dei dati rispetto al valore medio.
Si definisce covarianza la quantità
Var(X, Y) = σXY =
1
N
N∑
i=1
(xi − ¯x)
N∑
i=1
(yi − ¯y) , (19)
e costituisce un indice di relazione tra le variabili.
59
APPLICAZIONE NUMERICA
Il metodo di calcolo descritto in precedenza, è stato applicato
grazie alla disponibilità della procedura curve_Dist fit della
libreria matematica in linguaggio python scipy.
60
APPLICAZIONE NUMERICA
Il metodo di calcolo descritto in precedenza, è stato applicato
grazie alla disponibilità della procedura curve_Dist fit della
libreria matematica in linguaggio python scipy.
La libreria è disponibile alla pagina web:
http://docs.scipy.org/doc/scipy-0.15.1/reference/
generated/scipy.optimize.curve_fit.html
60
APPLICAZIONE NUMERICA
La Tabella riassume i dati sperimentali raccolti
Tabella: Dati Sperimentali per Calibrazione attraverso Regressione
Lineare
Differenza Concentrazione
Potenziale (V) (g/l)
2.92 0.50
3.15 0.75
3.29 1.10
3.50 1.50
3.81 1.90
61
APPLICAZIONE NUMERICA
Con i dati a disposizione, la retta di regressione ha
equazione
y = 0.59843 x + 2.64581 . (20)
62
CURVA DI CALIBRAZIONE
0.25 0.50 0.75 1.00 1.25 1.50 1.75 2.00
3.00
3.25
3.50
3.75
4.00
Valori Sperimentali
Regressione Lineare
Volt(V)
Concentrazione Alcohol (g/l)
Curva di Calibrazione
63
CONCLUSIONI
Sensi e Connettività costituiscono un binomio alla base di una
nuova generazione di dispositivi umano-centrici capaci di
monitorare comportamenti e stili di vita.
L’impiego di sensori offre enormi possibilità di
personalizzazione, ma implica la comparsa di seri problemi
etici per quanto riguarda l’uso e la riservatezza dei dati.
64

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  • 1. SMART ETHYLOMETER Teoria e Costruzione Pietro Pennestrì L.S.S. Isacco Newton - Roma
  • 2. SOMMARIO 1. Motivazioni 2. Descrizione del Progetto 3. L’Alcohol Etilico 4. Metabolismo dell’Alcohol 5. Il Sensore 6. Taratura del Sensore 2
  • 4. MOTIVAZIONI Nel mondo sono 3.3 milioni all’anno i decessi causati dall’abuso di alcohol. 4
  • 5. MOTIVAZIONI Nel mondo sono 3.3 milioni all’anno i decessi causati dall’abuso di alcohol. Circa il 30 % degli incidenti stradali in Italia sono correlati all’abuso di alcohol. 4
  • 6. MOTIVAZIONI La fascia dei giovani dagli 11 ai 24 anni è quella più a rischio per abuso di sostanze alcoliche; 5
  • 7. MOTIVAZIONI La fascia dei giovani dagli 11 ai 24 anni è quella più a rischio per abuso di sostanze alcoliche; È in aumento il numero di persone che responsabilmente scelgono di limitare il consumo di alcohol in funzione della sicurezza alla guida. 5
  • 8. MOTIVAZIONI Aumentare la sensibilità dei giovani al problema dell’abuso di alcohol. 6
  • 9. MOTIVAZIONI Aumentare la sensibilità dei giovani al problema dell’abuso di alcohol. Possibilità di riprodurre il progetto da parte di altri studenti, grazie alla condivisione in rete. 6
  • 11. LO SMART ETHYLOMETER - FUNZIONI 8
  • 12. LO SMART ETHYLOMETER - COMPONENTI PRINCIPALI Sensore MQ3 Schermo LCD Scheda Arduino Scheda 1Sheeld Smart Ethylometer PCB 9
  • 13. LO SMART ETHYLOMETER - CABLAGGI PCB MQ3 LM35 switch 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 5V A0 AREF GND RESET 3V3 A1 A2 A3 A4 A5 VIN GND GND IOREF 0 1TX0 RX0 LED1 LCD   2.2kΩ 10kΩ 10
  • 15. FORMULA L’etanolo è un alcole, ovvero una sostanza organica che deriva da un alcano a cui è stato sostituito un atomo di idrogeno H, con un gruppo ossidrile OH. In particolare, l’etanolo deriva dall’etano, presenta la seguente struttura H C H H C H H OH. (1) 12
  • 16. PROPRIETÀ CHIMICHE H C H H C H H OH. La molecola ha una parte polare, rappresentata in nero, e una apolare in rosso. 13
  • 17. PROPRIETÀ CHIMICHE H C H H C H H OH. La molecola ha una parte polare, rappresentata in nero, e una apolare in rosso. È una sostanza tendenzialmente volatile ed infiammabile. 13
  • 18. PROPRIETÀ CHIMICHE H C H H C H H OH. La molecola ha una parte polare, rappresentata in nero, e una apolare in rosso. È una sostanza tendenzialmente volatile ed infiammabile. La presenza di legami a idrogeno intermolecolari, favoriscono l’alta solubilità in acqua e un punto ebollizione (circa 78,37 ◦C) alto rispetto al corrispettivo idrocarburo, etano (circa -183 ◦C). 13
  • 19. PROPRIETÀ ORGANOLETTICHE È un liquido incolore. Ha un odore caratteristico e pungente. Ha un gusto dolce. 14
  • 21. METABOLISMO DELL’ALCOHOL Dopo aver ingerito una bevanda alcolica dal 90 % al 95 % dell’alcohol viene metabolizzato a livello epatico; una piccola aliquota, variabile dal 5 al 15 %, viene eliminata con il respiro e le urine. 16
  • 22. METABOLISMO DELL’ALCOHOL Sulla superficie della mucosa del tratto gastroenterico agisce l’enzima alcol deidrogenasi che costituisce un primo ostacolo all’assorbimento. 17
  • 23. METABOLISMO DELL’ALCOHOL La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol. 18
  • 24. METABOLISMO DELL’ALCOHOL La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol. La presenza dell’alcol deidrogenasi nella donna è circa la metà rispetto all’uomo. 18
  • 25. METABOLISMO DELL’ALCOHOL La presenza dell’enzima enzima alcol deidrogenasi permette al nostro organismo la catabolizzazione dell’acohol. La presenza dell’alcol deidrogenasi nella donna è circa la metà rispetto all’uomo. Le donne possono assumere una quantità di alcohol inferiori rispetto all’uomo. 18
  • 26. METABOLISMO DELL’ALCOHOL La quantità di alcohol assorbita passa quindi al fegato per essere metabolizzata da tre sistemi enzimatici differenti. 19
  • 27. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato. 20
  • 28. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato. In un alcolista, tale quota scende ad appena il 45 %. Nella fase descritta si realizza la seguente reazione CH3CH2OH + NAD+ −−−→ CH3CHO + NADH + H+ (2) etanolo acetaldeide 20
  • 29. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - I SISTEMA Il primo sistema, situato nel citosol, coinvolge l’enzima alcol deidrogenasi e metabolizza in un soggetto non affetto dall’alcolismo circa il 90 % dell’alcohol presente nel fegato. In un alcolista, tale quota scende ad appena il 45 %. Nella fase descritta si realizza la seguente reazione CH3CH2OH + NAD+ −−−→ CH3CHO + NADH + H+ (2) etanolo acetaldeide La reazione porta ad uno sbilancio tra NAD+ e NADH ed un eccesso degli ioni H+ , che causano un aumento di acidità all’interno della cellula. 20
  • 30. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA Il secondo sistema indicato con MEOS, è il sistema microsomiale di ossidazione dell’etanolo che avviene nei microsomi e richiede l’enzima CYP2E1 per ossidare l’etanolo. 21
  • 31. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA Il secondo sistema indicato con MEOS, è il sistema microsomiale di ossidazione dell’etanolo che avviene nei microsomi e richiede l’enzima CYP2E1 per ossidare l’etanolo. Negli individui affetti da alcolismo, la sua funzione aumenta in maniera significativa per eliminare tutto l’alcohol presente. 21
  • 32. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - II SISTEMA L’etanolo è ossidato secondo la seguente reazione e perde due atomi di idrogeno, mentre l’ossigeno accettandoli è ridotto e forma acqua, si ottiene infine come prodotto acetaldeide e acqua. CH3CH2OH+O2+NADPH+H+ −−−→ CH3CHO+NADP+ +2 H2O 22
  • 33. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - III SISTEMA Il terzo sistema, la catalasi, avviene nei perossisoma, un organello cellulare, ha un ruolo del tutto marginale e ossida l’etanolo ad acetaldeide a secondo la reazione CH3CH2OH + H2O2 −−−→ CH3CHO + H2O . 23
  • 34. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - TRASFORMAZIONE IN ACETATO L’alcohol una volta ossidato ad acetaldeide, viene a sua volta ossidato ad acetato secondo la reazione CH3CHO + NAD+ −−−→ CH3COOH + NADH + H+ . (3) acetaldeide acido acetico Quando l’alcohol è stato ingerito in dosi massicce, l’organismo non riesce ad ossidare tutto acetaldeide, che ricordiamo essere una sostanza pericolosa per l’organismo. 24
  • 35. METABOLISMO DELL’ALCOHOL - TRASFORMAZIONE IN ACETATO L’alcohol una volta ossidato ad acetaldeide, viene a sua volta ossidato ad acetato secondo la reazione CH3CHO + NAD+ −−−→ CH3COOH + NADH + H+ . (3) acetaldeide acido acetico Quando l’alcohol è stato ingerito in dosi massicce, l’organismo non riesce ad ossidare tutto acetaldeide, che ricordiamo essere una sostanza pericolosa per l’organismo. L’acido acetico, così prodotto verrà, ancora una volta ossidato per ottenere CO2. 24
  • 36. SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI Come già affermato non tutto l’alcohol attraversa le vie metaboliche. Infatti una piccola percentuale riesce a passare nel flusso sanguigno dove non viene metabolizzato e rimane un composto separato. 25
  • 37. SCAMBI GASSOSI NEI POLMONI Come già affermato non tutto l’alcohol attraversa le vie metaboliche. Infatti una piccola percentuale riesce a passare nel flusso sanguigno dove non viene metabolizzato e rimane un composto separato. In particolare, l’alcohol entra in contatto con il sangue venoso diretto ai polmoni per essere purificato. 25
  • 38. SCAMBI GASSOSI Anidride Carbonica e Alcohol Ossigeno Il processo di diffusione governa lo scambio tra il sangue e l’aria degli alveoli. 26
  • 39. SCAMBI GASSOSI Anidride Carbonica e Alcohol Ossigeno Il processo di diffusione governa lo scambio tra il sangue e l’aria degli alveoli. L’alcohol presente nel sangue, per la sua volatilità, è esalato insieme alla CO2. 26
  • 40. SCAMBI GASSOSI Anidride Carbonica e Alcohol Ossigeno Il processo di diffusione governa lo scambio tra il sangue e l’aria degli alveoli. L’alcohol presente nel sangue, per la sua volatilità, è esalato insieme alla CO2. 2100:1 è il rapporto tra alcohol nell’aria e alcohol nel sangue ovvero 2100 ml di aria alveolare contengono circa la stessa quantità di alcohol di 1 ml di sangue. Tale rapporto è stato calcolato sperimentalmente tramite la legge di Henry 26
  • 41. LEGGE DI HENRY A temperatura costante la quantità di un gas poco solubile disciolta in un dato volume di liquido è proporzionale alla pressione p del gas nella fase gassosa sovrastante la soluzione. 27
  • 42. LEGGE DI HENRY A temperatura costante la quantità di un gas poco solubile disciolta in un dato volume di liquido è proporzionale alla pressione p del gas nella fase gassosa sovrastante la soluzione. Pertanto c = kp (4) dove c è la concentrazione del gas nella soluzione; p la sua pressione nella fase gassosa sovrastante. 27
  • 44. CHE COS’È UN SENSORE Un sensore è un dispositivo capace di rilevare dati dall’ambiente circostante ed in grado di produrre un cambiamento chimico o fisico per output dipendente dal fenomeno rilevato secondo una legge fissata. 29
  • 45. MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE +++++ ++++++ ++++++ ++++++ ++++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ Output Sensore Trasduttore Viene generato segnale misurabile B. Condizionamento Il segnale è adattato -Q Fenomeno è rilevato è prodotto output+Q L’output viene trasformato in un segnale misurabile dal trasduttore, ovvero un sensore che non si trova al primo posto della catena di misura. 30
  • 46. MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL SENSORE +++++ ++++++ ++++++ ++++++ ++++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ ++++ Output Sensore Trasduttore Viene generato segnale misurabile B. Condizionamento Il segnale è adattato -Q Fenomeno è rilevato è prodotto output+Q L’output viene trasformato in un segnale misurabile dal trasduttore, ovvero un sensore che non si trova al primo posto della catena di misura. Il segnale prodotto dal trasduttore è adattato dal blocco di condizionamento, che lo adatta per l’unità di trattamento dei dati. 30
  • 47. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 Il materiale usato nel sensore MQ-3 per individuare la presenza di alcohol è il biossido di stagno SnO2. 31
  • 48. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 Il materiale usato nel sensore MQ-3 per individuare la presenza di alcohol è il biossido di stagno SnO2. Tale materiale è un semiconduttore di tipo N, ovvero è stato opportunamente drogato affinché la sua struttura contenga più elettroni di conduzione. 31
  • 49. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 In assenza di alcohol nell’ambiente, l’ossigeno entra in contatto con il sottile film di SnO2, che è poroso e sottrae elettroni alla sua struttura secondo la seguente reazione O2 + 2 e− −−−→ 2 O− . (5) 32
  • 50. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 In assenza di alcohol nell’ambiente, l’ossigeno entra in contatto con il sottile film di SnO2, che è poroso e sottrae elettroni alla sua struttura secondo la seguente reazione O2 + 2 e− −−−→ 2 O− . (5) La resistenza dello strato di SnO2 è MASSIMA. 32
  • 51. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene ossidato nell’anodo secondo la reazione CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+ + 4 e− . (6) 33
  • 52. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene ossidato nell’anodo secondo la reazione CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+ + 4 e− . (6) L’ossigeno è ridotto nel catodo secondo la la reazione O2 + 4 H+ + 4 e− −−−→ 2 H2O . (7) 33
  • 53. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 Quando l’etanolo entra in contatto con il film di SnO2, viene ossidato nell’anodo secondo la reazione CH3CH2OH + H2O −−−→ CH3CO2H + 4 H+ + 4 e− . (6) L’ossigeno è ridotto nel catodo secondo la la reazione O2 + 4 H+ + 4 e− −−−→ 2 H2O . (7) La reazione complessiva può essere riscritta nella seguente forma CH3CH2OH + O2 −−−→ CH3CO2H + H2O . (8) 33
  • 54. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 MQ-3 0.1 1 10 100 0.1 1 10mg/L Alcohol Benzine Hexane Air CO LPG CH4 Rs/Ro Lo scambio di elettroni tra due specie chimiche causerà una minore resistenza da parte del film di SnO2. 34
  • 55. CHIMICA DEL SENSORE MQ-3 MQ-3 0.1 1 10 100 0.1 1 10mg/L Alcohol Benzine Hexane Air CO LPG CH4 Rs/Ro Lo scambio di elettroni tra due specie chimiche causerà una minore resistenza da parte del film di SnO2. La variazione di resistenza Rs è rilevata e associata ad una determinata concentrazione di alcohol nel sangue. 34
  • 56. CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA La variazione di Rs viene quindi rilevata attraverso un partitore di tensione, come rappresentato dalla seguente figura RsR Vout V Vinput LEGENDA Resistenza di carico R Resistenza sensore (variabile) Rs V Voltmetro Differenza potenziale imposta i 35
  • 57. CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA Il partitore di tensione modifica proporzionalmente ad Rs la tensione Vout. 36
  • 58. CIRCUITO ELETTRICO DI MISURA Il partitore di tensione modifica proporzionalmente ad Rs la tensione Vout. Il segnale di tensione viene inviato alla scheda Arduino per la misura e l’elaborazione. La resistenza Rℓ, regolata manualmente sulla scheda su cui è saldato il sensore, condiziona la velocità con la quale il sistema raggiunge le condizioni di stabilità. 36
  • 59. IL PARTITORE DI TENSIONE Il partitore di tensione è un dispositivo costituito da due o più resistenze collegate in serie, che consente di variare la tensione Vout in funzione di un valore di resistenza Rs. 37
  • 60. IL PARTITORE DI TENSIONE La versione più semplice, come nel MQ-3, è costituita da due resistenze 38
  • 61. IL PARTITORE DI TENSIONE La versione più semplice, come nel MQ-3, è costituita da due resistenze : Rℓ: Resistenza di Carico 200kΩ. Rs resistenza variabile da 1MΩ a 8MΩ e la tensione rilevata risulta essere Vout = Vinput Rℓ Rℓ + Rs . (9) 38
  • 62. IL PARTITORE DI TENSIONE RsR Vout V Vinput i L’equazione (9) si giustifica grazie alla prima legge di Ohm e alla legge delle maglie di Kirchhoff. 39
  • 63. IL PARTITORE DI TENSIONE RsR Vout V Vinput i L’equazione (9) si giustifica grazie alla prima legge di Ohm e alla legge delle maglie di Kirchhoff. Poiché le resistenze sono collegate in serie, saranno attraversate dalla stessa intensità i di corrente, ovvero i = Vinput Rℓ + Rs (10a) i = Vout Rℓ . (10b) 39
  • 64. IL PARTITORE DI TENSIONE Uguagliando i secondi membri discende la (9) Vout = Vinput Rℓ Rℓ + Rs . 40
  • 66. TARATURA DEL SENSORE Il sensore MQ3 traduce la concentrazione c di alcohol rilevata nell’ambiente, in una differenza di potenziale V proporzionale alla suddetta concentrazione. 42
  • 67. TARATURA DEL SENSORE Il sensore MQ3 traduce la concentrazione c di alcohol rilevata nell’ambiente, in una differenza di potenziale V proporzionale alla suddetta concentrazione. Al fine di ottenere una misura accurata ed affidabile dallo strumento, è necessario procedere ad una apposita calibrazione del sensore. 42
  • 68. PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 1 Sono state predisposte all’inizio dell’esperienza una serie di provette contenenti acqua e vino a varie concentrazione. Per uniformità le provette sono state riempite allo stesso livello. I vapori che si sprigionavano da tali miscugli, simulavano l’alito di un virtuale utente con una gradazione variabile per contenuto di alcohol. 43
  • 69. PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 2 Al fine di stabilire quale fosse il tasso alcolemico dell’utente virtuale, è stato impiegato un etilometro commerciale. Quest’ultimo è stato accostato all’imbocco di una provetta e la concentrazione misurata dallo strumento registrata. 44
  • 70. PROCEDURA DI ACQUISIZIONE - FASE 3 Lo stesso procedimento della Fase 2 è stato ripetuto con lo Smart Ethilometer collegato al computer. Per ciascuna misura, l’andamento della differenza di potenziale del sensore e la temperatura dell’ambiente venivano acquisite memorizzando i dati inviati al PC tramite la porta seriale dalla scheda Arduino. 45
  • 71. RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.50 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Risposta del Sensore per 0.5 g/lVolt(V) Tempo (s) 46
  • 72. RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.75 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Volt(V) Tempo (s) Risposta del Sensore per 0.75 g/l 47
  • 73. RISPOSTA DEL SENSORE PER 0.90 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Risposta del Sensore per 0.90 g/l Volt(V) Tempo (s) 48
  • 74. RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.10 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Risposta del Sensore per 1.10 g/lVolt(V) Tempo (s) 49
  • 75. RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.50 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Risposta del Sensore per 1.50 g/l Volt(V) Tempo (s) 50
  • 76. RISPOSTA DEL SENSORE PER 1.90 g/l 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 Risposta del Sensore per 1.90 g/lVolt(V) Tempo (s) 51
  • 77. ELABORAZIONE DEI DATI Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è necessario determinare una relazione analitica tra le variabili 52
  • 78. ELABORAZIONE DEI DATI Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è necessario determinare una relazione analitica tra le variabili ◦ x ⇒ concentrazione di alcol nel sangue ◦ y ⇒ segnale elettrico del sensore. 52
  • 79. ELABORAZIONE DEI DATI Per procedere all’interpretazione della risposta del sensore è necessario determinare una relazione analitica tra le variabili ◦ x ⇒ concentrazione di alcol nel sangue ◦ y ⇒ segnale elettrico del sensore. Per semplicità la relazione ipotizzata è lineare. Tale ipotesi verrà comunque sottoposta ad una verifica. 52
  • 80. REGRESSIONE LINEARE A partire da dati sperimentali, la regressione lineare perviene ad una legge matematica, che lega una variabile scalare dipendente y; ad una o più variabili indipendenti x. 53
  • 81. REGRESSIONE LINEARE A partire da dati sperimentali, la regressione lineare perviene ad una legge matematica, che lega una variabile scalare dipendente y; ad una o più variabili indipendenti x. Questo problema viene risolto attraverso il metodo dei minimi quadrati. 53
  • 82. MINIMI QUADRATI - TEORIA È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla relazione: yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11) 54
  • 83. MINIMI QUADRATI - TEORIA È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla relazione: yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11) in cui β0, β1 sono i coefficienti incogniti della retta; εi è l’errore commesso nell’approssimazione adottata. 54
  • 84. MINIMI QUADRATI - TEORIA È possibile ipotizzare che le variabili misurate siano legate dalla relazione: yi = β1xi + β0 + εi (i = 1, 2, . . . , N) (11) in cui β0, β1 sono i coefficienti incogniti della retta; εi è l’errore commesso nell’approssimazione adottata. I coefficienti dovranno essere calcolati in maniera tale che l’errore sia il più piccolo possibile, ovvero in modo che la distanza della retta dai tre dati punti del piano sia minima. Si utilizzerà a tal fine il criterio dei minimi quadrati. 54
  • 85. MINIMI QUADRATI - ESEMPIO Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3. 55
  • 86. MINIMI QUADRATI - ESEMPIO Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3. La quantità da minimizzare è quindi la funzione a due variabili 55
  • 87. MINIMI QUADRATI - ESEMPIO Per illustrare il metodo, senza perdita di generalità sia N = 3. La quantità da minimizzare è quindi la funzione a due variabili F(β0, β1) = 3∑ i=1 [yi − (β1xi + β0)]2 = ε2 1 + ε2 2 + ε2 3 , (12) 55
  • 88. MINIMI QUADRATI - ESEMPIO Le condizioni (13) ∂F ∂β0 = 0 (13a) ∂F ∂β1 = 0 (13b) formano un sistema lineare di equazioni la cui soluzione fornisce i valori β0 e β1 incogniti. 56
  • 89. MINIMI QUADRATI - ESEMPIO Le condizioni (13) ∂F ∂β0 = 0 (13a) ∂F ∂β1 = 0 (13b) formano un sistema lineare di equazioni la cui soluzione fornisce i valori β0 e β1 incogniti. Gli sviluppi algebrici sono per brevità qui omessi, ma riportati nel report. 56
  • 90. MINIMI QUADRATI Dal programma Maxima si ottengono i seguenti risultati β1 = σXY σ2 XX (14a) β0 = y − β1x (14b) 57
  • 91. CALCOLO DELLA MEDIA Le medie delle variabili rilevate risulta essere ¯x = 1 N N∑ i=1 xi (15) ¯y = 1 N N∑ i=1 yi (16) 58
  • 92. CALCOLO DELLA VARIANZA Se indichiamo con Var(X) = σ2 XX = 1 N N∑ i=1 (xi − ¯x)2 , (17) Var(Y) = σ2 YY = 1 N N∑ i=1 (yi − ¯y)2 , (18) le varianze delle variabili x, y rispettivamente, queste ci forniranno un indice della dispersione dei dati rispetto al valore medio. 59
  • 93. CALCOLO DELLA VARIANZA Se indichiamo con Var(X) = σ2 XX = 1 N N∑ i=1 (xi − ¯x)2 , (17) Var(Y) = σ2 YY = 1 N N∑ i=1 (yi − ¯y)2 , (18) le varianze delle variabili x, y rispettivamente, queste ci forniranno un indice della dispersione dei dati rispetto al valore medio. Si definisce covarianza la quantità Var(X, Y) = σXY = 1 N N∑ i=1 (xi − ¯x) N∑ i=1 (yi − ¯y) , (19) e costituisce un indice di relazione tra le variabili. 59
  • 94. APPLICAZIONE NUMERICA Il metodo di calcolo descritto in precedenza, è stato applicato grazie alla disponibilità della procedura curve_Dist fit della libreria matematica in linguaggio python scipy. 60
  • 95. APPLICAZIONE NUMERICA Il metodo di calcolo descritto in precedenza, è stato applicato grazie alla disponibilità della procedura curve_Dist fit della libreria matematica in linguaggio python scipy. La libreria è disponibile alla pagina web: http://docs.scipy.org/doc/scipy-0.15.1/reference/ generated/scipy.optimize.curve_fit.html 60
  • 96. APPLICAZIONE NUMERICA La Tabella riassume i dati sperimentali raccolti Tabella: Dati Sperimentali per Calibrazione attraverso Regressione Lineare Differenza Concentrazione Potenziale (V) (g/l) 2.92 0.50 3.15 0.75 3.29 1.10 3.50 1.50 3.81 1.90 61
  • 97. APPLICAZIONE NUMERICA Con i dati a disposizione, la retta di regressione ha equazione y = 0.59843 x + 2.64581 . (20) 62
  • 98. CURVA DI CALIBRAZIONE 0.25 0.50 0.75 1.00 1.25 1.50 1.75 2.00 3.00 3.25 3.50 3.75 4.00 Valori Sperimentali Regressione Lineare Volt(V) Concentrazione Alcohol (g/l) Curva di Calibrazione 63
  • 99. CONCLUSIONI Sensi e Connettività costituiscono un binomio alla base di una nuova generazione di dispositivi umano-centrici capaci di monitorare comportamenti e stili di vita. L’impiego di sensori offre enormi possibilità di personalizzazione, ma implica la comparsa di seri problemi etici per quanto riguarda l’uso e la riservatezza dei dati. 64