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Il modo di narrare – 1
1)

Narrazione lineare.
I personaggi vengono introdotti man mano che la storia li
richiede, senza salti temporali, e interagiscono subito tra
loro.

2)

Narrazione per linee parallele.
La storia di alcuni personaggi viene esposta separatamente da quelle di altri personaggi, fino a quando queste storie
convergono ed interagiscono tra loro.

3)

Narrazione “documentaristica”.
Come al n° 2, solo che i protagonisti delle singole storie
determinano il destino di quelli delle altre senza venire a
conoscenza tra loro.
1
Il modo di narrare – 2
La regola “Mostra, non raccontare”.
È la traduzione italiana di “Show, don’t tell”, un'espressione di tecnica
narrativa che viene utilizzata come raccomandazione per gli
scrittori che fanno un uso eccessivo di spiegazioni e commenti a
discapito dell'azione e dei dialoghi.
Se, invece, lo scrittore usa azione e dialoghi per rivelare un
personaggio, la trama dovrebbe risultare più interessante per il
lettore. Quest'ultimo, infatti, dovrebbe vedere la scena schiudersi
di fronte a sé e, di conseguenza, giungere a una propria
interpretazione senza interferenze da parte dell‘autore.
2
Il modo di narrare – 3
Tutto questo è in linea con ciò che Conrad diceva la narrativa deve far
fare al lettore: VEDERE. Accendere insomma la sua immaginazione
con scene e personaggi che lo colpiscono per la luce che emanano.
Nell'applicare la regola, quindi, lo scrittore fa molto più che
raccontare al lettore qualcosa su un personaggio: egli svela il
personaggio attraverso ciò che questi dice e fa.
“Mostrare”, insomma, drammatizza una scena facendo dimenticare al
lettore che sta solo leggendo; aiutandolo a scoprire i personaggi;
rendendo la scrittura più interessante. È come la differenza tra gli
attori che recitano uno spettacolo e il drammaturgo che, da solo, in
piedi su un palco vuoto, racconta dettagliatamente lo spettacolo al
pubblico.
3
Il modo di narrare – 4
Il “mostrare” può essere ottenuto in diversi modi:
1) descrivendo scene
2) descrivendo le azioni dei personaggi
3) rivelando il personaggio attraverso il dialogo
4) utilizzando i cinque sensi quando ciò è possibile
Qualche esempio.
Invece che “Pioveva forte da ore”: “La pioggia cadeva incessante. Ormai i
rivoli erano diventati ruscelli e i ruscelli torrenti impetuosi”. (1)
Invece che “Era una pettegola e ficcanaso”: “Guardava sempre attraverso le
stecche della persiana e subito dopo afferrava il telefono per riferire a
qualche amica ciò che aveva visto”. (2)
Invece che “Lo guardò perplesso”: “Gli rivolse uno sguardo da sotto la fronte
aggrottata”. (4)
4
Il modo di narrare – 5
Come tutte le regole, "Show, don't tell" ha le sue eccezioni.
A volte, infatti, lo scrittore deve utilizzare le spiegazioni come scorciatoie,
per muoversi rapidamente verso le parti più importanti della narrazione o
della scena. Mostrare è essenziale per rendere le scene vivide. Se viene
fatto costantemente, però, le parti che dovrebbero emergere non lo
faranno, e i lettori alla fine saranno affaticati.
Mostrare richiede più parole; raccontare può invece coprire un arco di
tempo più ampio con meno parole. Un romanzo che si regge solo sul
mostrare si rivelerebbe molto lungo; quindi alla narrazione si deve
ricorrere per alcune legittime rivelazioni. Le scene importanti della storia
dovrebbero essere drammatizzate mostrando, ma a volte ciò che accade
tra le scene deve essere raccontato in modo da far progredire la storia.
Per qualcuno, inoltre, questa regola è anche un espediente narrativo per
evitare l'intimismo e l'introspezione. Ma, in certi passi del romanzo, questi
aspetti arricchiscono la trama, non l’appesantiscono. Altrimenti, alla fine
5
ci troviamo tra le mani la semplice sceneggiatura di un film.
Il modo di narrare – 6
In medio stat virtus
Mostrare coinvolge il lettore maggiormente che narrare, e questo è vero. Ma
mostrare sempre è sbagliato. Il lettore ha bisogno di respirare, ogni tanto.
Sopratutto non ha bisogno di entrare in sintonia con ogni dettaglio della
storia, né può leggersi migliaia di pagine perché lo scrittore ha preferito
mostrare tutto.
Al pari di ogni regola sulla scrittura, va intesa come un consiglio e non va
comunque presa alla lettera.
La regola “Show, don’t tell” andrebbe perciò riscritta in questo modo:
Mostra quando la storia ha bisogno d’esser mostrata, e narra
quando la storia ha bisogno d’esser narrata.
6
Suspense e sorpresa – 1
Come “catturare” l’attenzione del lettore
I “Page-turner” (I voltapagina)
Li chiamano “page-turner”, i libri che inizi a leggere e non puoi più smettere,
perché finita una pagina, la giri subito per vedere che cosa succederà
nella pagina successiva, perché ti tengono incollato e con il fiato
sospeso, perché vuoi saper come andrà a finire, perché quell’emozione
è così potente che non puoi lasciarla a metà, perché quel ritmo e quello
stile ti hanno conquistato e non vuoi abbandonare la danza nella quale ti
sei lasciato trascinare...
Vediamo allora alcuni dei “trucchi” per riuscire a scrivere un “voltapagina”.
7
Suspense e sorpresa – 2
L’incipit

L’inizio di un libro è tra le parti più importanti di una storia: per la riuscita
commerciale di un romanzo è necessario non sbagliare assolutamente
l’incipit. L’inizio è decisivo, non solo per le case editrici, ma anche per i
lettori che, una volta in libreria, prenderanno il libro e lo apriranno alla
prima pagina (difficile che lo aprano in mezzo o ancor più alla fine): la
prima pagina deve quindi essere fulminante, per catturare e invogliare
all’acquisto.
Suggerimenti per un incipit siffatto:

Cominciare con una preposizione, semplice o articolata che sia.
Perché? Perché la preposizione “costringe” a continuare la lettura.


Cominciare “in medias res”, cioè con l’azione già in pieno svolgimento.
Il lettore si sente subito “invischiato” nella storia.



Cominciare con un’anacronia.
Si “stuzzica” subito la curiosità del lettore.
8
Suspense e sorpresa – 3
Esempi di incipit a confronto
Incipit con preposizione:

a) Servì controvoglia un Negroni alla donna vestita di viola che lo aveva
ordinato poco prima.
b) Tra tutti i clienti che non avrebbe voluto servire, spiccava senza alcun
dubbio quella donna vestita di viola.
Nel primo esempio abbiamo una frase di senso compiuto e
perfettamente conclusa, la seconda risulta molto più coinvolgente.
Se infatti la prima frase chiude il discorso e non ci invoglia più di tanto
ad andare avanti, la seconda frase ci riempie la testa di domande:
quanti clienti ci sono? perché il cameriere non li voleva servire? perché
odia la donna vestita interamente di viola?
9
Suspense e sorpresa – 4
Incipit “in medias res”:

a) Ho perso l’amore di mia moglie nelle nebbie della quotidianità.
b) Mi stavo recando al lavoro, come tutti i giorni, quando di colpo mi resi
conto di aver perso l’amore di mia moglie.
Sono entrambi begli incipit, ma il secondo incuriosisce di più. Perché lo ha
capito così, di colpo? Che cosa era successo prima, quella mattina, in
casa? Qual è il lavoro del narratore?
Incipit con anacronia:

a) Non avrebbe mai immaginato, un anno prima, di finire con una pistola
infilata nella bocca.
È chiaramente una prolessi, l’anticipazione di una scena di cui verrà poi
svelato il seguito, dopo aver narrato gli avvenimenti che l’ hanno
preceduta. Incipit molto cinematografico, intriga di sicuro il lettore.
10
Suspense e sorpresa – 5
Alcuni incipit famosi (scritti non solo per vendere copie …)












Gregor Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel
suo letto, in un enorme insetto immondo. (Kafka: Metamorfosi)
Avevo vent’anni e non permetterò mai a nessuno di dire che è la più bella età
della vita. (Paul Nizan: Aden, Arabia)
Oggi è morta mia madre. O forse ieri, non lo so. (Albert Camus: Lo straniero)
Era l’inverno del nostro scontento. (Shakespeare: Riccardo III)
Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia infelice lo è a modo suo.
(Lev Tolstoj: Anna Karenina)
Era un vecchio che pescava da solo su una piccola barca a vela nella corrente
del Golfo, ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce.
(Ernst Hemingway: Il vecchio e il mare)
Quando il dottor Richard Diver giunse a Zurigo nella primavera del 1917 aveva
ventisei anni. Un’ottima età per un uomo, l’apice per uno scapolo. (Francis Scott
Fitzgerald: Tenera è la notte).
11
Spunto per un racconto
Che ne dite di scrivere un racconto che prenda lo spunto da
una vacanza?
La vacanza in albergo, in un villaggio, in un campeggio, in
macchina o in treno, al mare o in montagna o in una città
d’arte …
La vacanza come occasione di nuovi incontri, di amori che
muoiono o che nascono, di tradimenti, di avventure, di
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12

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  • 1. Il modo di narrare – 1 1) Narrazione lineare. I personaggi vengono introdotti man mano che la storia li richiede, senza salti temporali, e interagiscono subito tra loro. 2) Narrazione per linee parallele. La storia di alcuni personaggi viene esposta separatamente da quelle di altri personaggi, fino a quando queste storie convergono ed interagiscono tra loro. 3) Narrazione “documentaristica”. Come al n° 2, solo che i protagonisti delle singole storie determinano il destino di quelli delle altre senza venire a conoscenza tra loro. 1
  • 2. Il modo di narrare – 2 La regola “Mostra, non raccontare”. È la traduzione italiana di “Show, don’t tell”, un'espressione di tecnica narrativa che viene utilizzata come raccomandazione per gli scrittori che fanno un uso eccessivo di spiegazioni e commenti a discapito dell'azione e dei dialoghi. Se, invece, lo scrittore usa azione e dialoghi per rivelare un personaggio, la trama dovrebbe risultare più interessante per il lettore. Quest'ultimo, infatti, dovrebbe vedere la scena schiudersi di fronte a sé e, di conseguenza, giungere a una propria interpretazione senza interferenze da parte dell‘autore. 2
  • 3. Il modo di narrare – 3 Tutto questo è in linea con ciò che Conrad diceva la narrativa deve far fare al lettore: VEDERE. Accendere insomma la sua immaginazione con scene e personaggi che lo colpiscono per la luce che emanano. Nell'applicare la regola, quindi, lo scrittore fa molto più che raccontare al lettore qualcosa su un personaggio: egli svela il personaggio attraverso ciò che questi dice e fa. “Mostrare”, insomma, drammatizza una scena facendo dimenticare al lettore che sta solo leggendo; aiutandolo a scoprire i personaggi; rendendo la scrittura più interessante. È come la differenza tra gli attori che recitano uno spettacolo e il drammaturgo che, da solo, in piedi su un palco vuoto, racconta dettagliatamente lo spettacolo al pubblico. 3
  • 4. Il modo di narrare – 4 Il “mostrare” può essere ottenuto in diversi modi: 1) descrivendo scene 2) descrivendo le azioni dei personaggi 3) rivelando il personaggio attraverso il dialogo 4) utilizzando i cinque sensi quando ciò è possibile Qualche esempio. Invece che “Pioveva forte da ore”: “La pioggia cadeva incessante. Ormai i rivoli erano diventati ruscelli e i ruscelli torrenti impetuosi”. (1) Invece che “Era una pettegola e ficcanaso”: “Guardava sempre attraverso le stecche della persiana e subito dopo afferrava il telefono per riferire a qualche amica ciò che aveva visto”. (2) Invece che “Lo guardò perplesso”: “Gli rivolse uno sguardo da sotto la fronte aggrottata”. (4) 4
  • 5. Il modo di narrare – 5 Come tutte le regole, "Show, don't tell" ha le sue eccezioni. A volte, infatti, lo scrittore deve utilizzare le spiegazioni come scorciatoie, per muoversi rapidamente verso le parti più importanti della narrazione o della scena. Mostrare è essenziale per rendere le scene vivide. Se viene fatto costantemente, però, le parti che dovrebbero emergere non lo faranno, e i lettori alla fine saranno affaticati. Mostrare richiede più parole; raccontare può invece coprire un arco di tempo più ampio con meno parole. Un romanzo che si regge solo sul mostrare si rivelerebbe molto lungo; quindi alla narrazione si deve ricorrere per alcune legittime rivelazioni. Le scene importanti della storia dovrebbero essere drammatizzate mostrando, ma a volte ciò che accade tra le scene deve essere raccontato in modo da far progredire la storia. Per qualcuno, inoltre, questa regola è anche un espediente narrativo per evitare l'intimismo e l'introspezione. Ma, in certi passi del romanzo, questi aspetti arricchiscono la trama, non l’appesantiscono. Altrimenti, alla fine 5 ci troviamo tra le mani la semplice sceneggiatura di un film.
  • 6. Il modo di narrare – 6 In medio stat virtus Mostrare coinvolge il lettore maggiormente che narrare, e questo è vero. Ma mostrare sempre è sbagliato. Il lettore ha bisogno di respirare, ogni tanto. Sopratutto non ha bisogno di entrare in sintonia con ogni dettaglio della storia, né può leggersi migliaia di pagine perché lo scrittore ha preferito mostrare tutto. Al pari di ogni regola sulla scrittura, va intesa come un consiglio e non va comunque presa alla lettera. La regola “Show, don’t tell” andrebbe perciò riscritta in questo modo: Mostra quando la storia ha bisogno d’esser mostrata, e narra quando la storia ha bisogno d’esser narrata. 6
  • 7. Suspense e sorpresa – 1 Come “catturare” l’attenzione del lettore I “Page-turner” (I voltapagina) Li chiamano “page-turner”, i libri che inizi a leggere e non puoi più smettere, perché finita una pagina, la giri subito per vedere che cosa succederà nella pagina successiva, perché ti tengono incollato e con il fiato sospeso, perché vuoi saper come andrà a finire, perché quell’emozione è così potente che non puoi lasciarla a metà, perché quel ritmo e quello stile ti hanno conquistato e non vuoi abbandonare la danza nella quale ti sei lasciato trascinare... Vediamo allora alcuni dei “trucchi” per riuscire a scrivere un “voltapagina”. 7
  • 8. Suspense e sorpresa – 2 L’incipit L’inizio di un libro è tra le parti più importanti di una storia: per la riuscita commerciale di un romanzo è necessario non sbagliare assolutamente l’incipit. L’inizio è decisivo, non solo per le case editrici, ma anche per i lettori che, una volta in libreria, prenderanno il libro e lo apriranno alla prima pagina (difficile che lo aprano in mezzo o ancor più alla fine): la prima pagina deve quindi essere fulminante, per catturare e invogliare all’acquisto. Suggerimenti per un incipit siffatto:  Cominciare con una preposizione, semplice o articolata che sia. Perché? Perché la preposizione “costringe” a continuare la lettura.  Cominciare “in medias res”, cioè con l’azione già in pieno svolgimento. Il lettore si sente subito “invischiato” nella storia.  Cominciare con un’anacronia. Si “stuzzica” subito la curiosità del lettore. 8
  • 9. Suspense e sorpresa – 3 Esempi di incipit a confronto Incipit con preposizione: a) Servì controvoglia un Negroni alla donna vestita di viola che lo aveva ordinato poco prima. b) Tra tutti i clienti che non avrebbe voluto servire, spiccava senza alcun dubbio quella donna vestita di viola. Nel primo esempio abbiamo una frase di senso compiuto e perfettamente conclusa, la seconda risulta molto più coinvolgente. Se infatti la prima frase chiude il discorso e non ci invoglia più di tanto ad andare avanti, la seconda frase ci riempie la testa di domande: quanti clienti ci sono? perché il cameriere non li voleva servire? perché odia la donna vestita interamente di viola? 9
  • 10. Suspense e sorpresa – 4 Incipit “in medias res”: a) Ho perso l’amore di mia moglie nelle nebbie della quotidianità. b) Mi stavo recando al lavoro, come tutti i giorni, quando di colpo mi resi conto di aver perso l’amore di mia moglie. Sono entrambi begli incipit, ma il secondo incuriosisce di più. Perché lo ha capito così, di colpo? Che cosa era successo prima, quella mattina, in casa? Qual è il lavoro del narratore? Incipit con anacronia: a) Non avrebbe mai immaginato, un anno prima, di finire con una pistola infilata nella bocca. È chiaramente una prolessi, l’anticipazione di una scena di cui verrà poi svelato il seguito, dopo aver narrato gli avvenimenti che l’ hanno preceduta. Incipit molto cinematografico, intriga di sicuro il lettore. 10
  • 11. Suspense e sorpresa – 5 Alcuni incipit famosi (scritti non solo per vendere copie …)        Gregor Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo. (Kafka: Metamorfosi) Avevo vent’anni e non permetterò mai a nessuno di dire che è la più bella età della vita. (Paul Nizan: Aden, Arabia) Oggi è morta mia madre. O forse ieri, non lo so. (Albert Camus: Lo straniero) Era l’inverno del nostro scontento. (Shakespeare: Riccardo III) Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia infelice lo è a modo suo. (Lev Tolstoj: Anna Karenina) Era un vecchio che pescava da solo su una piccola barca a vela nella corrente del Golfo, ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. (Ernst Hemingway: Il vecchio e il mare) Quando il dottor Richard Diver giunse a Zurigo nella primavera del 1917 aveva ventisei anni. Un’ottima età per un uomo, l’apice per uno scapolo. (Francis Scott Fitzgerald: Tenera è la notte). 11
  • 12. Spunto per un racconto Che ne dite di scrivere un racconto che prenda lo spunto da una vacanza? La vacanza in albergo, in un villaggio, in un campeggio, in macchina o in treno, al mare o in montagna o in una città d’arte … La vacanza come occasione di nuovi incontri, di amori che muoiono o che nascono, di tradimenti, di avventure, di evasione dalla routine, di presa di coscienza della volontà di cambiare la propria vita … Insomma, la vacanza come caleidoscopio della nostra esistenza, dei sogni mai spenti e dei desideri mai sopiti … 12