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CORSO DI FORMAZIONE SUL DISTURBO AUTISTICO
Lezione del 26-10-2010

Gli aspetti psicologici ed educativi
dell’Autismo:sistema socio – affettivo emozionale empatia cognizione e
comunicazione
Dott. ssa Loredana Grimaldi

Corso Autismo - I.T. "G. Deledda"
Lecce

1
L’Autismo è un disturbo dello sviluppo che colpisce il modo con cui il
bambino percepisce il mondo……..
..modifica la capacità del bambino di INTERAGIRE e di COMUNICARE
con le persone che lo circondano…di conseguenza i sui INTERESSI.

INTERAZIONE
COMUNICAZIONE

triade sintomatologica

INTERESSI
COMPORTAMENTO

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2
Triade sintomatologica
INTERAZIONE: marcate difficoltà in comportamenti non verbali:
sguardo, postura, espressione, gesti.
Mancanza di empatia.
mancanza di reciporocità socio-emotiva
COMUNICAZIONE: ritardo o totale assenza di comunicazione
verbale… nessun tentativo però di compensare tale carenza con
l’uso di gesti o della mimica… incapacità di sostenere un discorso
o una conversazione…uso stereotipato o ripetitivo del linguaggio…
mancanza di gioco simbolico spontaneo o di gioco imitativo.
INTERESSI/COMPORTAMENTO: interessi stereotipi e ristretti…
adesione a routine non funzionali….abitudini motorie streotipate
(agitare le mani)…preoccupazione per parti di oggetti.

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3
Interazione sociale

Comunicazione

Incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al
livello di sviluppo;
Comportamenti e interessi
•

• Mancanza di tentativi spontanei di condividere gioie,
interessi o obiettivi con altre persone (per es., non mostrare,

portare, o richiamare l'attenzione su oggetti che trovano interessanti);

• Mancanza di reciprocità sociale o emotiva (per es., non

partecipare attivamente a semplici giochi sociali, preferire attività
solitarie o coinvolgere altri in attività solo come strumenti o aiutanti
''meccanici'').
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4
A 12 mesi di età, una marcata
compromissione della capacità di
•stabilire il contatto oculare
•orientarsi al proprio nome
•indicare,
Mostrare
•mostrare..
Portare

Sguardo
diretto
Orientarsi al
proprio nome
Ascoltare

…possono essere
considerati segnali di allarme

Indicare
Mostrare a distanza
….bambini che si volgono solo se richiamati
più volte…assorbiti dai lori interessi,
isolati, non condividono interessi degli
altri…

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5
A 18 mesi di età, si aggiungono: compromissione:
•attenzione congiunta,
•gioco simbolico,
Sguardo
•imitazione,
diretto
•comunicazione verbale. Comunicazione
Attenzione
Verbale
congiunta
Orientarsi al
Proprio nome

Mostrare

Gioco
simbolico

Imitazione
Indicare

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6


Attenzione congiunta: guardare dove guarda l’altro;
rispondere al “Pointing” dell’altro; tentativi spontanei del
bambino di attirare l’attenzione di un’altra persona su
qualcosa di interessante, che nessuno dei due sta toccando.



Imitazione: di gesti, suoni, parole…, imitare per evocare
una reazione emotiva nell’altro…imitare per imparare
dall’altro;imitare per scopi sociali.

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7


Gioco Simbolico:

rappresentare attività vissute in un
altro contesto e/o con altri personaggi e materiali (fare finta di
bere…). Dalle forme più elementari si passa a quelle più
complesse, dove si immagina un oggetto che non esiste o si
attribuiscono caratteristiche fittizie ad un oggetto reale,
mantenendo però il contatto con gli elementi di realtà: “…come
se fosse…”.
Forma ancora più avanzata è il gioco sociodrammatico, dove
gruppi di bambini inscenano tematiche e giochi di ruolo.

Incapacità/difficoltà dei bambini Autistici di utilizzare i
materiali in modo “fittizio” per sostituire simbolicamente
altri materiali…
L’assunzione di una reciprocità nelle situazioni sociali e la
necessità di tener conto di più interlocutori nelle interazioni
risultano di ostacolo alla partecipazione a giochi “sociali”.
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8
•Interessi estremamente ristretti…totalizzanti, stereotipati (per
es., date, numeri di telefono, bandiere, campane, personaggi… ).
•Disporre ripetutamente giocattoli/materiali secondo configurazioni
fisse (in fila, schemi simmetrici…).
Possono essere affascinati da oggetti in movimento (per es. ruote di
giocattoli che girano, porte scorrevoli, le pale dei ventilatori elettrici o altri
oggetti che ruotano rapidamente).

•Può essere presente attaccamento intenso ad oggetti inanimati (per
es. un pezzo di spago o un elastico).

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9
LE FORME DI COMUNICAZIONE PIU’ EFFICACI ED EVOLUTE SI
FONDANO SULL’ INTENZIONALITA’ e SULLA
CONVENZIONALITÁ

I bambini a sviluppo tipico imparano ad utilizzare i segnali
comunicativi perché gli adulti danno risposte “prevedibili” a
questi loro comportamenti.
I mezzi comunicativi usati dal bambino diventano sempre più
intenzionali e convenzionali, grazie a scambi sociali reciproci.
Le persone con autismo apprendono comportamenti non
convenzionali per esprimere le intenzioni comunicative
…ecolalia, azioni, gesti, espressioni del volto, intonazione voce,
orientamento del corpo: segnali primitivi, non sempre compresi
dagli altri e comunque fuori da un linguaggio “organizzato e
codificato”.
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10
…schemi di comportamento comunicativo, che usano
mezzi non convenzionali, emergono probabilmente da
una limitata capacità di imitazione degli altri, di
attenzione.
…alcuni comportamenti anomali e senza una apparente
funzione assolvono invece scopi comunicativi:
…comportamenti problematici come l’aggressione e
l’autolesionismo possono venir utilizzati per attirare
attenzione, evitare attività, protestare…

I problemi di comportamento vanno esaminati
riferendosi al contesto naturale in cui si verificano
analizzando la funzione che assolvono nelle dinamiche
interpersonali.
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11
Evoluzione della comunicazione verbale
nell’autismo:


gli atti comunicativi di questi soggetti assolvono la
funzione di soddisfare i propri bisogni (chiedere un
oggetto) e regolare il comportamento dell’altro



Piuttosto che assolvere funzioni di natura più sociale
(commentare, descrivere o condividere emozioni)volte
a modificare lo stato emotivo/contenuti mentali
dell’altro.

La motivazione che induce alla comunicazione è
focalizzata su bisogni immediati invece che su
intenzioni sociali.
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12
Lo spettro autistico


Le componenti del disturbo autistico (deficit e
comportamenti sintomatici) possono essere presenti
in diverso grado dando luogo a configurazioni anche
molto diverse tra loro.



Analogamente il ritardo mentale può essere presente
in grado diverso condizionando pesantemente la
prognosi e le modalità d’intervento.



L’espressione fenotipica può modificarsi nel tempo



Contesto di vita e supporti disponibili condizionano
l’espressione del disturbo
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13
AREE DI VALUTAZIONE
Interazione sociale reciproca












Contatto oculare insolito;
Espressioni facciali dirette agli
altri,
Divertimento condiviso
nell’interazione;
Inizio spontaneo di attenzione
condivisa;
Risposta all’attenzione condivisa
Mostrare;
Qualità delle aperture sociali(quali
modi ed argomenti …per approcciare
gli altri)
Insignt
(“comprensione/rappresentazione”
dei rapporti sociali…)
Empatia, commenti sulle emozioni
altrui;











Qualità della risposta sociale
(appropriatezza/bizzarria
rispetto alla situazione
contingente; variabilità)
Quantità di comunicazione sociale
reciproca, con qualsiasi “canale”;
(passività; prevalentemente
indirizzata/mediata
dall’oggetto?)
Qualità complessiva della
relazione (quanta flessibilità ed
adattamento è stato necessario
per sostenere la interazione?!).
Comportamenti appropriati verso
altri in pubblico
Cerca la compagnia di persone
specifiche
Non disturba gli altri durante lo
svolgimento di attività

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14
Linguaggio e comunicazione


Frequenza/quantità di produzioni
vocale dirette agli altri;

AREA COGNITIVA E DEGLI
APPRENDIMENTI

Conversazione (…spontanea);



Metacognizione;

Resoconto eventi, narrazione



Comprensione ed uso dei
concetti (mappe
concettuali…);

Linguaggio non ecolalico;





Uso di parole/frasi
idiosincrasiche/stereotipate;



Linguaggio scritto (lettura
funzionale, decodifica
grafema-fonema,
comprensione; scrittura,
videoscrittura,scopi
funzionali);







Uso del corpo dell’altro per
comunicare;



Indicare;



Gesti (descrittivi, convenzionali,
strumentali);



Interesse/uso immagini
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15
AREE DI VALUTAZIONE












Autonomia – Capacità di Adattamento
Autonomie personali di base
Lavora autonomamente
Misure di sicurezza
Rispetto delle regole
Nuovi compiti
Istruzioni ritardate
Tollera le interruzioni
Si adatta ai cambiamenti di routine
Cura della stanza e degli effetti personali
Attività domestiche

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16
AREE DI VALUTAZIONE










Abilità nel tempo libero
Uso del tempo libero
Gioco solitario
Gioco di collaborazione
Giochi da tavola
Radio-TV
Passatempi in casa
Passatempi fuori casa
Intrattenimenti pubblici

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17
Interventi

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18





Non esiste un intervento che può rispondere a tutte
le molteplici esigenze direttamente e indirettamente
legate all’Autismo.
Non esiste un intervento che va bene per tutti i
soggetti autistici;
Non esiste un intervento che va bene per tutte le
età;



Obiettivi a breve termine: paralleli all’età, ai
cambiamenti del soggetto e del contesto familiare e
sociale in cui è inserito



Obiettivo a lungo termine: favorire l’adattamento del
soggetto al suo ambiente, il migliore possibile in
rapporto alle caratteristiche individuali per garantire
una soddisfacente qualità di vita al soggetto e
all’intero sistema familiare.
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19
Therese Jollife, in Temple Grandin
“La realtà di una persona autistica è una massa interattiva e
confusa di eventi, persone, luoghi, rumori e segnali. Niente
sembra avere limiti netti, ordine, significato. Gran parte della
mia vita è stata dedicata al tentativo di scoprire il disegno
nascosto in ogni cosa. La routine, scadenze predeterminate,
percorsi e rituali specifici aiutano ad introdurre un ordine in
una vita inesorabilmente caotica”.

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20
Come intervenire
nell’ambiente
I bambini autistici tendono ad apprendere più
efficacemente in ambienti strutturati.
…la strutturazione permette di raggiungere un senso di
prevedibilità rispetto a ciò che accade (da ordine e
coerenza all’esperienza)
…la strutturazione costituisce una buona base per le
comunicazioni che possono appoggiarsi su elementi
contestuali stabili ed il cui significato è ancorato ad
una esperienza consolidata e condivisa.
La strutturazione dell’ambiente favorisce una modalità
di interazione significativa tra il soggetto e
l’ambiente.
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21
La diversa disposizione dello spazio va pensata in
funzione del diverso grado di difficoltà/competenza
del singolo bambino. …strutturare l’ambiente significa
anche renderlo il più individualizzato possibile…

La strutturazione dello spazio e delle attività ha
primariamente una valenza compensativa rispetto ai
deficit di alcune funzioni mentali, in particolare
attenzione e percezione, ma rappresenta anche la
base per strutturare migliori competenze adattive.

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22
…l’idea

del tempo…per i bambini autistici è un concetto
molto difficile, perché astratto…
Come possiamo aiutarli?

…rendendo il concetto di tempo /durata concreto,
udibile, visibile…
ad es: utilizzando un timer, una clessidra (quando tutta
la sabbia è scesa è ora di…) o delle figure/immagini.
tutto ciò risponde alle domande cosa devo fare ora?,
è finito?, quando inizia?.
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23
Per sviluppare la comunicazione
Capire COME e PERCHE’ questi individui comunicano per
incrementare la motivazione e le occasioni per
comunicare.
Gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulle basi
socioaffettive della comunicazione non verbale e
verbale, prima che sulle dimensioni strutturali della
parola in un ambiente artificiale (es: richiesta di
oggetti desiderati, piuttosto che ripetizione di
parole…)
Rischioso cercare primariamente di espandere il
repertorio di parole e frasi: queste abilità risultano
“superflue” se una persona ha una limitata
comprensione di come si usano in una interazione
comunicativa
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24
La competenza comunicativa è fattore
determinante per sviluppare relazioni con gli
altri, partecipare alle attività scolastiche e
gestire le routine quotidiane.
Le conquiste nelle abilità comunicative sembrano
essere direttamente correlate alla riduzione
dei comportamenti problema.
Gli sforzi per lo sviluppo della comunicazione
devono concentrarsi sullo sviluppo delle
funzioni comunicative (richiedere,
protestare/rifiutare, descrivere, narrare),
prima che sullo sviluppo dei mezzi o dei
“comportamenti comunicativi”.
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25
In concreto un intervento volto a sostenere una
comunicazione funzionale ha come base il supporto
alle seguenti competenze:

guardare l’altro;

seguire persone e oggetti;

rispettare alternanza dei turni

Indicare (pointing, rivolgere lo sguardo verso…)

Disponibilità a stare seduto

Prestare attenzione alle informazioni salienti
proposte

Aumentare tempi di attenzione selettiva e
disponibilità a modificare l’oggetto della
attenzione (congiunta)

Divertirsi;
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26
Tutte queste abilità devono essere insegnate una ad una:
questi bambini possono imparare con un training
specifico, ciò che gli altri intuiscono/apprendono
spontaneamente.
È importante scegliere giochi/attività che siano
interessanti ed accattivanti per il bambino
(motivazione/rinforzo), o che lo diventino attraverso
una paziente azione di proposta ed adattamento.
L’intervento necessita di una insegnante/educatore in
grado di adattare materiali, tempi e aspettative
in funzione dei segnali espressi dal bambino
(approccio sistematico ma flessibile)
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Lecce

27
Il perseguimento degli obiettivi prevede anche
l’uso di supporti che valorizzino conoscenze
implicite e procedurali al fine di consolidarle
o che vengano acquisiti come strumenti
compensativi stabili.
stabili

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28
L’obiettivo principale di un modello
operativo condiviso è promuovere e
realizzare il più alto grado di
partecipazione alla vita sociale della
persona e della sua famiglia.

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29
Essere autistici...
Essere autistici...
Quello che è normale per altre persone non è normale per me…
In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in
questo mondo…
Ma la mia personalità è rimasta intatta
La mia individualità non è danneggiata.
Ritrovo un grande valore e significato nella vita…
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che
desidero;
riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro,
che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del
vostro…
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.
 
Jim Sinclair
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Lecce

30
Il riconoscimento delle emozioni


E’ stato ipotizzato che i bambini autistici
manchino della capacità basilare di
interpretare le emozioni sulla base delle
espressioni del volto o dalla voce.

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31
Ricerca


Adolescenti autistici sono stati confrontati sulla
base della loro età mentale non verbale (10
anni) con bambini normali o lievemente ritardati.



I soggetti autistici hanno avuto prestazioni molto
più scadenti rispetto agli altri.



Probabilmente non si rendono conto che
un’emozione può essere espressa in modi
diversi.
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32
Spiegazione


L’espressione di un’emozione è relativa ai pensieri,
desideri, intenzioni che l’hanno elicitata e sembra che sia
proprio a questo livello che si possa spiegare la difficoltà
dei bambini autistici.



Essi sarebbero in grado di decodificare i segnali
manifesti delle emozioni, ma non sono in grado di
collegarli agli stati epistemici che le hanno generate;



Le espressioni emozionali sono quindi segni privi di
senso.
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33
Le emozioni complesse


Non comprendono l’orgoglio, lo sdegno altezzoso, la modestia, la
curiosità per i fatti degli altri, il godere dei successi o dei fallimenti
altrui.



L’espressione di queste emozioni è mediata culturalmente e in
genere i bambini apprendono spontaneamente a riconoscerle
attraverso le contingenze ambientali naturali.



Ai bambini autistici bisogna insegnarlo delibera-tamente
apprendono questa abilità con estrema difficoltà.



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34
L’imbarazzo


Ci sono 2 diverse tipologie di imbarazzo:





quello “primitivo” e quello “maturo”.

L’imbarazzo primitivo si verifica solo in presenza di
qualcuno, o quando ci si sente oggetto di attenzione;
l’imbarazzo maturo si presenta più tardi nel corso dello
sviluppo, cioè quando il bambino diventa capace di
assumere la prospettiva di un altro ed è in grado di
valutare sia il proprio che l’altrui comportamento in
relazione al giudizio che potrebbe suscitare negli altri.

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35
La comprensione dell’imbarazzo
nei bambini autistici


Probabilmente i soggetti autistici possiedono la
comprensione della forma “primitiva” di imbarazzo



non possiedono spontaneamente una piena mentalistica
comprensione delle cause di quest’emozione.

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36
L’empatia


consiste nel riconoscere e provare la
stessa emozione di un altro e nel regolare,
in funzione di ciò, il proprio
comportamento



Uta Frith distingue tra “simpatia” ed
“empatia” ovvero tra empatia istintiva e
empatia intenzionale.
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37
L’empatia istintiva


consiste in una serie di risposte
involontarie e non è correlata con la
capacità di “mentalizzare”.



Studi di neuroimmagine hanno mostrato
che risposte di paura e tristezza vengono
registrate anche senza che vi sia
consapevolezza
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38
L’empatia intenzionale


richiede la capacità di “comprendere” gli stati
mentali ed emozionali degli altri e di comportarsi
di conseguenza.
 Vedere

una persona triste, in alcuni casi richiede che
ci si avvicini e si cerchi di consolarla,
 in altri casi sarà invece più opportuno evitare di
affrontare l’argomento e magari cercare di farla
distrarre.


Una persona socialmente competente è in grado
di “leggere” i segnali dal contesto e di regolarsi
di conseguenza.
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39
Il bambino autistico


è in grado di provare empatia istintiva, ma solo
in riferimento alle emozioni di base (gioia e
dolore),



ha difficoltà a decodificare le emozioni
complesse e comunque tutte le emozioni che
implicano stati mentali;



le risposte che emette sono generalmente
inappropriate.
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40
La comprensione di desideri,
azioni ed emozioni








I bambini normali a 2 anni comprendono che gli
altri possono avere desideri diversi dai propri
A 3 anni comprendono che il comportamento
provoca pensieri ed emozioni e viceversa
Riescono a prevedere il comportamento e le
emozioni degli altri in funzione dei loro pensieri e
desideri
Riescono a distinguere la finzione dalla realtà
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41
La “lettura” della mente


Attribuire stati mentali ed emozioni agli altri (fare
inferenze) è un’abilità cognitiva indispensabile ai
fini della comunicazione e dell’adattamento
sociale:
 Nella

comunicazione (verbale e non) e nelle relazioni
sociali, la maggior parte delle informazioni non sono
esplicite, ma devono essere inferite dal contesto
 L’efficacia della comunicazione e delle relazioni
dipende dalla capacità di prevedere e controllare le
esigenze comunicative, emozionali e relazionali degli
altri e di valutarne tempestivamente gli effetti
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42
Correlati della
lettura della mente


Comprendere e controllare gli inganni

(=

manipo-lazioni delle opinioni)


Stabilire empatia



Essere consapevoli e riflettere su di sé



Usare la persuasione per cercare di modificare
pensieri, comportamenti ed emozioni degli altri



Comprendere che anche gli altri possono farlo
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43
La cecità mentale nell’autismo






I bambini autistici incontrano notevoli difficoltà nei
compiti che richiedono la “lettura della mente”
Hanno uno sviluppo atipico del concetto di “opinione”
Sono in grado di valutare l’emozione del protagonista di
una storia, se è causata da una situazione
Hanno difficoltà quando devono prevedere l’emozione in
base ai desideri del protagonista
Non riescono a prevedere l’emozione in base alle
opinioni del protagonista

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44
Conseguenze
comunicative e sociali


Insensibilità nei confronti dei sentimenti altrui



Incapacità di tener conto di ciò che gli altri sanno



Incapacità di fare amicizia tramite l’identificazione delle intenzioni



Incapacità di leggere il livello di interesse degli ascoltatori a ciò che si dice



Incapacità di scoprire le intenzioni e i significati espressi e non espressi degli interlocutori



Incapacità di anticipare ciò che gli altri possono pensare delle nostre azioni



Incapacità di capire le metafore, i paradossi, gli equivoci, l’umorismo



Incapacità di ingannare o capire gli inganni



Incapacità di comprendere le ragioni che motivano le azioni delle persone



Incapacità di capire le regole non esplicite e le convenzioni sociali

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45
Riconoscimento delle emozioni dalle
espressioni mimiche facciali

Com’è questo bambino?
Triste, felice, arrabbiato o spaventato?

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Lecce

46
Contestualizzazione delle
emozioni

Quando un bambino è spaventato?
Quando deve farsi la puntura
Quando la mamma gli prepara una torta
Quando un altro bambino gli fa le boccacce e lo prende
in giro
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Quando, giocando, perde il suo palloncino.
palloncino
Lecce

47
Riconoscimento delle emozioni in base
ai segnali fisiologici e al comportamento

Quando un bambino è triste cosa fa?
Scappa
Piange
Canta
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48
Identificazione delle emozioni in
base alla situazione

Francesco non può uscire perché non ha ancora
finito i compiti. Come si sente Francesco?
Felice
Triste
Arrabbiato
Spaventato.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda"
Perché Francesco si sente……?
Lecce

49
Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che
è normale per le altre persone non è normale per me e quello che io ritengo
normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal equipaggiato per
sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso
senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è
rimasta intatta. la mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande
valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso.
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero;
riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non
è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostra
convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti fra noi.”

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50

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Lezione 26 10-2010

  • 1. CORSO DI FORMAZIONE SUL DISTURBO AUTISTICO Lezione del 26-10-2010 Gli aspetti psicologici ed educativi dell’Autismo:sistema socio – affettivo emozionale empatia cognizione e comunicazione Dott. ssa Loredana Grimaldi Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 1
  • 2. L’Autismo è un disturbo dello sviluppo che colpisce il modo con cui il bambino percepisce il mondo…….. ..modifica la capacità del bambino di INTERAGIRE e di COMUNICARE con le persone che lo circondano…di conseguenza i sui INTERESSI. INTERAZIONE COMUNICAZIONE triade sintomatologica INTERESSI COMPORTAMENTO Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 2
  • 3. Triade sintomatologica INTERAZIONE: marcate difficoltà in comportamenti non verbali: sguardo, postura, espressione, gesti. Mancanza di empatia. mancanza di reciporocità socio-emotiva COMUNICAZIONE: ritardo o totale assenza di comunicazione verbale… nessun tentativo però di compensare tale carenza con l’uso di gesti o della mimica… incapacità di sostenere un discorso o una conversazione…uso stereotipato o ripetitivo del linguaggio… mancanza di gioco simbolico spontaneo o di gioco imitativo. INTERESSI/COMPORTAMENTO: interessi stereotipi e ristretti… adesione a routine non funzionali….abitudini motorie streotipate (agitare le mani)…preoccupazione per parti di oggetti. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 3
  • 4. Interazione sociale Comunicazione Incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello di sviluppo; Comportamenti e interessi • • Mancanza di tentativi spontanei di condividere gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es., non mostrare, portare, o richiamare l'attenzione su oggetti che trovano interessanti); • Mancanza di reciprocità sociale o emotiva (per es., non partecipare attivamente a semplici giochi sociali, preferire attività solitarie o coinvolgere altri in attività solo come strumenti o aiutanti ''meccanici''). Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 4
  • 5. A 12 mesi di età, una marcata compromissione della capacità di •stabilire il contatto oculare •orientarsi al proprio nome •indicare, Mostrare •mostrare.. Portare Sguardo diretto Orientarsi al proprio nome Ascoltare …possono essere considerati segnali di allarme Indicare Mostrare a distanza ….bambini che si volgono solo se richiamati più volte…assorbiti dai lori interessi, isolati, non condividono interessi degli altri… Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 5
  • 6. A 18 mesi di età, si aggiungono: compromissione: •attenzione congiunta, •gioco simbolico, Sguardo •imitazione, diretto •comunicazione verbale. Comunicazione Attenzione Verbale congiunta Orientarsi al Proprio nome Mostrare Gioco simbolico Imitazione Indicare Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 6
  • 7.  Attenzione congiunta: guardare dove guarda l’altro; rispondere al “Pointing” dell’altro; tentativi spontanei del bambino di attirare l’attenzione di un’altra persona su qualcosa di interessante, che nessuno dei due sta toccando.  Imitazione: di gesti, suoni, parole…, imitare per evocare una reazione emotiva nell’altro…imitare per imparare dall’altro;imitare per scopi sociali. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 7
  • 8.  Gioco Simbolico: rappresentare attività vissute in un altro contesto e/o con altri personaggi e materiali (fare finta di bere…). Dalle forme più elementari si passa a quelle più complesse, dove si immagina un oggetto che non esiste o si attribuiscono caratteristiche fittizie ad un oggetto reale, mantenendo però il contatto con gli elementi di realtà: “…come se fosse…”. Forma ancora più avanzata è il gioco sociodrammatico, dove gruppi di bambini inscenano tematiche e giochi di ruolo. Incapacità/difficoltà dei bambini Autistici di utilizzare i materiali in modo “fittizio” per sostituire simbolicamente altri materiali… L’assunzione di una reciprocità nelle situazioni sociali e la necessità di tener conto di più interlocutori nelle interazioni risultano di ostacolo alla partecipazione a giochi “sociali”. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 8
  • 9. •Interessi estremamente ristretti…totalizzanti, stereotipati (per es., date, numeri di telefono, bandiere, campane, personaggi… ). •Disporre ripetutamente giocattoli/materiali secondo configurazioni fisse (in fila, schemi simmetrici…). Possono essere affascinati da oggetti in movimento (per es. ruote di giocattoli che girano, porte scorrevoli, le pale dei ventilatori elettrici o altri oggetti che ruotano rapidamente). •Può essere presente attaccamento intenso ad oggetti inanimati (per es. un pezzo di spago o un elastico). Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 9
  • 10. LE FORME DI COMUNICAZIONE PIU’ EFFICACI ED EVOLUTE SI FONDANO SULL’ INTENZIONALITA’ e SULLA CONVENZIONALITÁ I bambini a sviluppo tipico imparano ad utilizzare i segnali comunicativi perché gli adulti danno risposte “prevedibili” a questi loro comportamenti. I mezzi comunicativi usati dal bambino diventano sempre più intenzionali e convenzionali, grazie a scambi sociali reciproci. Le persone con autismo apprendono comportamenti non convenzionali per esprimere le intenzioni comunicative …ecolalia, azioni, gesti, espressioni del volto, intonazione voce, orientamento del corpo: segnali primitivi, non sempre compresi dagli altri e comunque fuori da un linguaggio “organizzato e codificato”. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 10
  • 11. …schemi di comportamento comunicativo, che usano mezzi non convenzionali, emergono probabilmente da una limitata capacità di imitazione degli altri, di attenzione. …alcuni comportamenti anomali e senza una apparente funzione assolvono invece scopi comunicativi: …comportamenti problematici come l’aggressione e l’autolesionismo possono venir utilizzati per attirare attenzione, evitare attività, protestare… I problemi di comportamento vanno esaminati riferendosi al contesto naturale in cui si verificano analizzando la funzione che assolvono nelle dinamiche interpersonali. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 11
  • 12. Evoluzione della comunicazione verbale nell’autismo:  gli atti comunicativi di questi soggetti assolvono la funzione di soddisfare i propri bisogni (chiedere un oggetto) e regolare il comportamento dell’altro  Piuttosto che assolvere funzioni di natura più sociale (commentare, descrivere o condividere emozioni)volte a modificare lo stato emotivo/contenuti mentali dell’altro. La motivazione che induce alla comunicazione è focalizzata su bisogni immediati invece che su intenzioni sociali. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 12
  • 13. Lo spettro autistico  Le componenti del disturbo autistico (deficit e comportamenti sintomatici) possono essere presenti in diverso grado dando luogo a configurazioni anche molto diverse tra loro.  Analogamente il ritardo mentale può essere presente in grado diverso condizionando pesantemente la prognosi e le modalità d’intervento.  L’espressione fenotipica può modificarsi nel tempo  Contesto di vita e supporti disponibili condizionano l’espressione del disturbo Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 13
  • 14. AREE DI VALUTAZIONE Interazione sociale reciproca          Contatto oculare insolito; Espressioni facciali dirette agli altri, Divertimento condiviso nell’interazione; Inizio spontaneo di attenzione condivisa; Risposta all’attenzione condivisa Mostrare; Qualità delle aperture sociali(quali modi ed argomenti …per approcciare gli altri) Insignt (“comprensione/rappresentazione” dei rapporti sociali…) Empatia, commenti sulle emozioni altrui;       Qualità della risposta sociale (appropriatezza/bizzarria rispetto alla situazione contingente; variabilità) Quantità di comunicazione sociale reciproca, con qualsiasi “canale”; (passività; prevalentemente indirizzata/mediata dall’oggetto?) Qualità complessiva della relazione (quanta flessibilità ed adattamento è stato necessario per sostenere la interazione?!). Comportamenti appropriati verso altri in pubblico Cerca la compagnia di persone specifiche Non disturba gli altri durante lo svolgimento di attività Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 14
  • 15. Linguaggio e comunicazione  Frequenza/quantità di produzioni vocale dirette agli altri; AREA COGNITIVA E DEGLI APPRENDIMENTI Conversazione (…spontanea);  Metacognizione; Resoconto eventi, narrazione  Comprensione ed uso dei concetti (mappe concettuali…); Linguaggio non ecolalico;   Uso di parole/frasi idiosincrasiche/stereotipate;  Linguaggio scritto (lettura funzionale, decodifica grafema-fonema, comprensione; scrittura, videoscrittura,scopi funzionali);    Uso del corpo dell’altro per comunicare;  Indicare;  Gesti (descrittivi, convenzionali, strumentali);  Interesse/uso immagini Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 15
  • 16. AREE DI VALUTAZIONE           Autonomia – Capacità di Adattamento Autonomie personali di base Lavora autonomamente Misure di sicurezza Rispetto delle regole Nuovi compiti Istruzioni ritardate Tollera le interruzioni Si adatta ai cambiamenti di routine Cura della stanza e degli effetti personali Attività domestiche Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 16
  • 17. AREE DI VALUTAZIONE         Abilità nel tempo libero Uso del tempo libero Gioco solitario Gioco di collaborazione Giochi da tavola Radio-TV Passatempi in casa Passatempi fuori casa Intrattenimenti pubblici Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 17
  • 18. Interventi Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 18
  • 19.    Non esiste un intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente e indirettamente legate all’Autismo. Non esiste un intervento che va bene per tutti i soggetti autistici; Non esiste un intervento che va bene per tutte le età;  Obiettivi a breve termine: paralleli all’età, ai cambiamenti del soggetto e del contesto familiare e sociale in cui è inserito  Obiettivo a lungo termine: favorire l’adattamento del soggetto al suo ambiente, il migliore possibile in rapporto alle caratteristiche individuali per garantire una soddisfacente qualità di vita al soggetto e all’intero sistema familiare. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 19
  • 20. Therese Jollife, in Temple Grandin “La realtà di una persona autistica è una massa interattiva e confusa di eventi, persone, luoghi, rumori e segnali. Niente sembra avere limiti netti, ordine, significato. Gran parte della mia vita è stata dedicata al tentativo di scoprire il disegno nascosto in ogni cosa. La routine, scadenze predeterminate, percorsi e rituali specifici aiutano ad introdurre un ordine in una vita inesorabilmente caotica”. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 20
  • 21. Come intervenire nell’ambiente I bambini autistici tendono ad apprendere più efficacemente in ambienti strutturati. …la strutturazione permette di raggiungere un senso di prevedibilità rispetto a ciò che accade (da ordine e coerenza all’esperienza) …la strutturazione costituisce una buona base per le comunicazioni che possono appoggiarsi su elementi contestuali stabili ed il cui significato è ancorato ad una esperienza consolidata e condivisa. La strutturazione dell’ambiente favorisce una modalità di interazione significativa tra il soggetto e l’ambiente. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 21
  • 22. La diversa disposizione dello spazio va pensata in funzione del diverso grado di difficoltà/competenza del singolo bambino. …strutturare l’ambiente significa anche renderlo il più individualizzato possibile… La strutturazione dello spazio e delle attività ha primariamente una valenza compensativa rispetto ai deficit di alcune funzioni mentali, in particolare attenzione e percezione, ma rappresenta anche la base per strutturare migliori competenze adattive. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 22
  • 23. …l’idea del tempo…per i bambini autistici è un concetto molto difficile, perché astratto… Come possiamo aiutarli? …rendendo il concetto di tempo /durata concreto, udibile, visibile… ad es: utilizzando un timer, una clessidra (quando tutta la sabbia è scesa è ora di…) o delle figure/immagini. tutto ciò risponde alle domande cosa devo fare ora?, è finito?, quando inizia?. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 23
  • 24. Per sviluppare la comunicazione Capire COME e PERCHE’ questi individui comunicano per incrementare la motivazione e le occasioni per comunicare. Gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulle basi socioaffettive della comunicazione non verbale e verbale, prima che sulle dimensioni strutturali della parola in un ambiente artificiale (es: richiesta di oggetti desiderati, piuttosto che ripetizione di parole…) Rischioso cercare primariamente di espandere il repertorio di parole e frasi: queste abilità risultano “superflue” se una persona ha una limitata comprensione di come si usano in una interazione comunicativa Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 24
  • 25. La competenza comunicativa è fattore determinante per sviluppare relazioni con gli altri, partecipare alle attività scolastiche e gestire le routine quotidiane. Le conquiste nelle abilità comunicative sembrano essere direttamente correlate alla riduzione dei comportamenti problema. Gli sforzi per lo sviluppo della comunicazione devono concentrarsi sullo sviluppo delle funzioni comunicative (richiedere, protestare/rifiutare, descrivere, narrare), prima che sullo sviluppo dei mezzi o dei “comportamenti comunicativi”. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 25
  • 26. In concreto un intervento volto a sostenere una comunicazione funzionale ha come base il supporto alle seguenti competenze:  guardare l’altro;  seguire persone e oggetti;  rispettare alternanza dei turni  Indicare (pointing, rivolgere lo sguardo verso…)  Disponibilità a stare seduto  Prestare attenzione alle informazioni salienti proposte  Aumentare tempi di attenzione selettiva e disponibilità a modificare l’oggetto della attenzione (congiunta)  Divertirsi; Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 26
  • 27. Tutte queste abilità devono essere insegnate una ad una: questi bambini possono imparare con un training specifico, ciò che gli altri intuiscono/apprendono spontaneamente. È importante scegliere giochi/attività che siano interessanti ed accattivanti per il bambino (motivazione/rinforzo), o che lo diventino attraverso una paziente azione di proposta ed adattamento. L’intervento necessita di una insegnante/educatore in grado di adattare materiali, tempi e aspettative in funzione dei segnali espressi dal bambino (approccio sistematico ma flessibile) Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 27
  • 28. Il perseguimento degli obiettivi prevede anche l’uso di supporti che valorizzino conoscenze implicite e procedurali al fine di consolidarle o che vengano acquisiti come strumenti compensativi stabili. stabili Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 28
  • 29. L’obiettivo principale di un modello operativo condiviso è promuovere e realizzare il più alto grado di partecipazione alla vita sociale della persona e della sua famiglia. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 29
  • 30. Essere autistici... Essere autistici... Quello che è normale per altre persone non è normale per me… In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in questo mondo… Ma la mia personalità è rimasta intatta La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita… Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro… Lavorate con me per costruire ponti tra noi.   Jim Sinclair Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 30
  • 31. Il riconoscimento delle emozioni  E’ stato ipotizzato che i bambini autistici manchino della capacità basilare di interpretare le emozioni sulla base delle espressioni del volto o dalla voce. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 31
  • 32. Ricerca  Adolescenti autistici sono stati confrontati sulla base della loro età mentale non verbale (10 anni) con bambini normali o lievemente ritardati.  I soggetti autistici hanno avuto prestazioni molto più scadenti rispetto agli altri.  Probabilmente non si rendono conto che un’emozione può essere espressa in modi diversi. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 32
  • 33. Spiegazione  L’espressione di un’emozione è relativa ai pensieri, desideri, intenzioni che l’hanno elicitata e sembra che sia proprio a questo livello che si possa spiegare la difficoltà dei bambini autistici.  Essi sarebbero in grado di decodificare i segnali manifesti delle emozioni, ma non sono in grado di collegarli agli stati epistemici che le hanno generate;  Le espressioni emozionali sono quindi segni privi di senso. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 33
  • 34. Le emozioni complesse  Non comprendono l’orgoglio, lo sdegno altezzoso, la modestia, la curiosità per i fatti degli altri, il godere dei successi o dei fallimenti altrui.  L’espressione di queste emozioni è mediata culturalmente e in genere i bambini apprendono spontaneamente a riconoscerle attraverso le contingenze ambientali naturali.  Ai bambini autistici bisogna insegnarlo delibera-tamente apprendono questa abilità con estrema difficoltà.  Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 34
  • 35. L’imbarazzo  Ci sono 2 diverse tipologie di imbarazzo:    quello “primitivo” e quello “maturo”. L’imbarazzo primitivo si verifica solo in presenza di qualcuno, o quando ci si sente oggetto di attenzione; l’imbarazzo maturo si presenta più tardi nel corso dello sviluppo, cioè quando il bambino diventa capace di assumere la prospettiva di un altro ed è in grado di valutare sia il proprio che l’altrui comportamento in relazione al giudizio che potrebbe suscitare negli altri. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 35
  • 36. La comprensione dell’imbarazzo nei bambini autistici  Probabilmente i soggetti autistici possiedono la comprensione della forma “primitiva” di imbarazzo  non possiedono spontaneamente una piena mentalistica comprensione delle cause di quest’emozione. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 36
  • 37. L’empatia  consiste nel riconoscere e provare la stessa emozione di un altro e nel regolare, in funzione di ciò, il proprio comportamento  Uta Frith distingue tra “simpatia” ed “empatia” ovvero tra empatia istintiva e empatia intenzionale. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 37
  • 38. L’empatia istintiva  consiste in una serie di risposte involontarie e non è correlata con la capacità di “mentalizzare”.  Studi di neuroimmagine hanno mostrato che risposte di paura e tristezza vengono registrate anche senza che vi sia consapevolezza Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 38
  • 39. L’empatia intenzionale  richiede la capacità di “comprendere” gli stati mentali ed emozionali degli altri e di comportarsi di conseguenza.  Vedere una persona triste, in alcuni casi richiede che ci si avvicini e si cerchi di consolarla,  in altri casi sarà invece più opportuno evitare di affrontare l’argomento e magari cercare di farla distrarre.  Una persona socialmente competente è in grado di “leggere” i segnali dal contesto e di regolarsi di conseguenza. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 39
  • 40. Il bambino autistico  è in grado di provare empatia istintiva, ma solo in riferimento alle emozioni di base (gioia e dolore),  ha difficoltà a decodificare le emozioni complesse e comunque tutte le emozioni che implicano stati mentali;  le risposte che emette sono generalmente inappropriate. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 40
  • 41. La comprensione di desideri, azioni ed emozioni     I bambini normali a 2 anni comprendono che gli altri possono avere desideri diversi dai propri A 3 anni comprendono che il comportamento provoca pensieri ed emozioni e viceversa Riescono a prevedere il comportamento e le emozioni degli altri in funzione dei loro pensieri e desideri Riescono a distinguere la finzione dalla realtà Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 41
  • 42. La “lettura” della mente  Attribuire stati mentali ed emozioni agli altri (fare inferenze) è un’abilità cognitiva indispensabile ai fini della comunicazione e dell’adattamento sociale:  Nella comunicazione (verbale e non) e nelle relazioni sociali, la maggior parte delle informazioni non sono esplicite, ma devono essere inferite dal contesto  L’efficacia della comunicazione e delle relazioni dipende dalla capacità di prevedere e controllare le esigenze comunicative, emozionali e relazionali degli altri e di valutarne tempestivamente gli effetti Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 42
  • 43. Correlati della lettura della mente  Comprendere e controllare gli inganni (= manipo-lazioni delle opinioni)  Stabilire empatia  Essere consapevoli e riflettere su di sé  Usare la persuasione per cercare di modificare pensieri, comportamenti ed emozioni degli altri  Comprendere che anche gli altri possono farlo Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 43
  • 44. La cecità mentale nell’autismo      I bambini autistici incontrano notevoli difficoltà nei compiti che richiedono la “lettura della mente” Hanno uno sviluppo atipico del concetto di “opinione” Sono in grado di valutare l’emozione del protagonista di una storia, se è causata da una situazione Hanno difficoltà quando devono prevedere l’emozione in base ai desideri del protagonista Non riescono a prevedere l’emozione in base alle opinioni del protagonista Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 44
  • 45. Conseguenze comunicative e sociali  Insensibilità nei confronti dei sentimenti altrui  Incapacità di tener conto di ciò che gli altri sanno  Incapacità di fare amicizia tramite l’identificazione delle intenzioni  Incapacità di leggere il livello di interesse degli ascoltatori a ciò che si dice  Incapacità di scoprire le intenzioni e i significati espressi e non espressi degli interlocutori  Incapacità di anticipare ciò che gli altri possono pensare delle nostre azioni  Incapacità di capire le metafore, i paradossi, gli equivoci, l’umorismo  Incapacità di ingannare o capire gli inganni  Incapacità di comprendere le ragioni che motivano le azioni delle persone  Incapacità di capire le regole non esplicite e le convenzioni sociali Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 45
  • 46. Riconoscimento delle emozioni dalle espressioni mimiche facciali Com’è questo bambino? Triste, felice, arrabbiato o spaventato? Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 46
  • 47. Contestualizzazione delle emozioni Quando un bambino è spaventato? Quando deve farsi la puntura Quando la mamma gli prepara una torta Quando un altro bambino gli fa le boccacce e lo prende in giro Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Quando, giocando, perde il suo palloncino. palloncino Lecce 47
  • 48. Riconoscimento delle emozioni in base ai segnali fisiologici e al comportamento Quando un bambino è triste cosa fa? Scappa Piange Canta Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 48
  • 49. Identificazione delle emozioni in base alla situazione Francesco non può uscire perché non ha ancora finito i compiti. Come si sente Francesco? Felice Triste Arrabbiato Spaventato. Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Perché Francesco si sente……? Lecce 49
  • 50. Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per le altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. la mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostra convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti fra noi.” Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 50