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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO
Tesina di GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA:
“Indagine sul prodotto turistico in Campania e strategie di valorizzazione”
Anno Accademico 2015-2016
A cura di:
Martina Addonizio
Giuseppina Guarino
Elena Matarangolo

INDICE
1 LA REGIONE CAMPANIA
1.1 Geolocalizzazione e cenni storici 4
1.2 Turismo e prodotto turistico 5
1.2.1 Turismo culturale 7
1.2.2 Turismo balneare 9
1.2.3 Turismo ambientale 10
1.2.4 Turismo religioso 12
1.2.5 Turismo termale 13
1.2.6 Turismo enogastronomico 15
2 LA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI
2.1 Geolocalizzazione 18
2.2 La ricchezza di Napoli 19
2.2.1 Architettura religiosa 20
2.2.2 Musei 21
2.2.3 Siti archeologici 21
2.2.4 Cucina napoletana 21
2.3 L’offerta turistica di Napoli e provincia 22
2.3.1 Turismo culturale 25
2.3.2 Turismo balneare 29
2.3.3 Turismo ambientale 32
2.3.4 Turismo religioso 35
2.3.5 Turismo termale 36
2.3.6 Turismo enogastronomico 40
3 LA PROVINCIA DI SALERNO
3.1 Geolocalizzazione 42
3.2 L’offerta turistica della provincia di Salerno 43
3.2.1 Turismo balneare 44
3.2.2 Turismo culturale 48
3.2.3 Turismo ambientale 50
3.2.4 Turismo termale 54
3.2.5 Turismo enogastronomico 54
4 LA PROVINCIA DI CASERTA
4.1 Geolocalizzazione 56
4.2 L’offerta turistica della Provincia di Caserta 57
4.2.1 Turismo culturale 58
4.2.2 Turismo enogastronomico 58
4.2.3 Turismo ambientale 59
!2
5 LA PROVINCIA DI BENEVENTO
5.1 Geolocalizzazione 63
5.2 L’offerta turistica della Provincia di Benevento 64
5.2.1 Turismo religioso 66
5.2.2 Turismo ambientale 67
5.2.3 Turismo termale 68
5.2.4 Turismo enogastronomico 69
6 LA PROVINCIA DI AVELLINO
6.1 Geolocalizzazione 70
6.2 L’offerta turistica della provincia di Avellino 71
6.2.1 Turismo ambientale 72
6.2.2 Turismo religioso 76
6.2.3 Turismo enogastronomico 78
7 L’AZIENDA AGRITURISTICA IN IRPINIA di Martina Addonizio
7.1 L’Italia e i suoi prodotti turistici 80
7.1.1 Internet, l’operatore turistico del Nuovo Millennio 82
7.1.2 Infrastrutture di trasporto 84
7.2 I nuovi turismi: il turismo dell’esperienza 85
7.2.1 Il turismo enogastronomico: definizione e requisiti 85
7.2.2 L’azienda agrituristica 87
7.3 La Campania enogastronomica 88
7.3.1 Il turismo enogastronomico in provincia di Avellino 89
7.3.2 L’imprenditoria giovanile in ambito enogastronomico 91
7.4 Indagine statistica sulle azienda agrituristiche irpine 93
7.4.1 Il questionario 94
7.4.2 Conclusioni 103
APPENDICE 105
BIBLIOGRAFIA 109

!3
1
LA REGIONE CAMPANIA
1.1 Geolocalizzazione e cenni storici
La   Campania   (13670 km² di superficie) è una   regione italiana a statuto ordinario   dell'Italia
meridionale di 5 851 433 abitanti (terza regione per numero di abitanti e prima per densità) . Incuneata1
tra il Mar Tirreno, a ovest, e l'Appennino meridionale, a est, la regione confina a nord-ovest con il Lazio,
a nord con il   Molise   e a est con   Puglia   e   Basilicata. Oltre al capoluogo di regione   Napoli, le
città capoluogo di provincia sono: Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
Dati demografici ISTAT, aggiornati a novembre 2015 - www.demo.istat.it1
!4
L'entroterra era abitato già nel III millennio a.C. da popolazioni sannite, osche e volsche. A partire
dall'VIII secolo a.C. si svilupparono lungo la costa diversi insediamenti di popolazioni di civiltà greca
dai quali ebbero origine le colonie magnogreche di Pithecusa, Cuma, Parthenope, Neapolis e
Poseidonia. L'area costituì anche l'estremo limite meridionale dell'espansione etrusca. L'interno rimase
invece abitato dalle stirpi dei Sanniti. Nella seconda metà del IV secolo a.C., con le guerre sannitiche la
regione fu posta sotto l'influenza di Roma, che la ribattezzò “Campania Felix” in riferimento alla sua
prosperità. Con il tramonto della civiltà romana, si disgregò anche l'unità politica della regione, che dal
V secolo finì in gran parte sotto l'influenza longobarda e in misura minore sotto quella bizantina.
Solo nel X secolo con l'ascesa della dinastia normanna la regione insieme a buona parte dell'Italia
meridionale trovò unità politica sotto la corona del Regno di Sicilia. Dal XIII secolo al XIX, nonostante il
susseguirsi delle dinastie angioine, aragonesi e borboniche, il regno di Napoli ed in particolare la
capitale e la sua corte divennero uno dei principali poli culturali, artistici ed economici d'Europa. La
marginalizzazione dell'area seguita all'unità d'Italia è alla base del declino economico e sociale che si
registra dalla seconda metà del XIX secolo, usualmente indicato con la locuzione di questione
meridionale.2
1.2 Turismo e prodotto turistico
Il turismo in Campania è un’importante fonte di reddito. La regione vanta una storia millenaria: le
prime città furono fondate dai greci, poi la regione divenne importante durante l’impero romano.
Il turismo, quindi, è sostenuto dall'abbondante presenza di bellezze artistiche e naturalistiche che
attirano ogni anno milioni di persone. Proprio in questo settore la regione trova il suo punto di forza:
infatti, secondo alcuni studi del 2011 ad opera dell'Eurostat, la Campania è tra le top 20 delle regioni più
visitate d'Europa e quinta in Italia dopo Toscana, Lazio, Lombardia e Veneto.3
Fonte Wikipedia - it.wikipedia.org2
Dati Eurostat, consultati il 5 giugno 2011 - www.qds.it3
!5
Il turismo che attira la regione è diversificato, potendo rispondere ad ogni tipo di scelta da parte del
visitatore: dal turismo storico-artistico al turismo religioso a quello balneare, fino ad arrivare al turismo
naturalistico ed enogastronomico, con la rivalutazione delle aree interne del Sannio e dell'Irpinia .4
Negli ultimi anni la regione ha avuto un'importante crescita turistica, dopo alcuni anni di calo dovuti
all'emergenza rifiuti regionale . All'estate 2012, la regione è stata di fatto l'unica in Italia ad avere dati5
positivi ed in crescita riguardanti il flusso turistico .6
Dati turistici su altri siti presenti in Campania evidenziano importanti primati che la regione detiene in
ambito nazionale e mondiale. Il movimento turistico campano è concentrato in gran parte sulla costa e
sulle isole del golfo, con le due province di Napoli e Salerno, che insieme raccolgono più del 90% delle
presenze. Tra le mete più ambite spiccano i dati relativi a Capri, che risulta essere l'isola minore più
visitata in Italia , ed il Vesuvio, vulcano più visitato e conosciuto al mondo . È da registrare, inoltre, il7 8
crescente afflusso turistico verso il Cilento (Paestum e Certosa di Padula su tutte) .9
Stabile, invece, è il turismo della città di Caserta e Salerno, mentre ancora poco conosciuto è quello
dell'Irpinia e del Sannio. Solo negli ultimi anni si è assistito ad un inizio di sviluppo per le zone interne
con l’attivazione di alcuni nuovi alberghi e più che altro di agriturismi e B&B, che rappresentano le
strutture tipiche della ricettività del turismo naturalista.
Il turismo straniero in Italia, a cura della Direzione Centrale Programmazione e Comunicazione - www.enit.it4
campania.com, incampania.com - 5 giugno 2011.5
Vesuvio escluso dalle 7 meraviglie, www.ilmattino.it - 13 novembre 2011.6
Turismo di Capri, www.capri-welcome.net - 5 giugno 20117
Comune di Somma Vesuviana, www.comune.sommavesuviana.na.it - 5 giugno 20118
www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 5 giugno 20119
!6
1.2.1 Turismo culturale
La cultura è alla base del turismo italiano: l’attrazione dovuta alla cultura rimane uno dei punti di forza
del turismo italiano e addirittura sembra in crescita sui mercati internazionali, anche a fronte della crisi
o della maturità di altri prodotti turistici tradizionali. Infatti, in Campania si trovano centri archeologici
di rinomanza mondiale: i più famosi sono le rovine di Pompei ed Ercolano, le ville romane di Oplontis
(Torre Annunziata), l’anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere, ma meravigliosi anche i templi
greci di Paestum.
!7
In Campania si trovano 5 dei primi 20 siti italiani più visitati nel 2013 secondo il Ministero dei Beni e
delle Attività culturali. La Campania annovera sei siti insigniti del titolo di Patrimonio dell'Umanità da
parte dell'UNESCO, terza regione italiana a pari merito con la Sicilia ; essi sono:10
1. Il centro storico di Napoli;
2. Il Palazzo Reale di Caserta, con il Parco, l’Acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leucio;
3. Le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata;
4. La Costiera Amalfitana;
5. Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia, e la
Certosa di Padula;
6. Il Complesso di Santa Sofia a Benevento (all’interno del sito: i Longobardi in Italia, I luoghi del
potere (568-774 d.C.).
A trainare il turismo campano è lo straordinario patrimonio di arte e archeologia, che si fonda su grandi
attrattori culturali. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo,
la Campania è al secondo posto tra le regioni italiane per numero di visitatori a musei e siti
archeologico statali, superando nel 2014 la Toscana . Nella Top 30 stilata dal Ministero dei Beni11
culturali, figurano ben sei monumenti campani:
I grandi attrattori culturali campani, ovvero quei beni culturali in grado di attrarre grandi numeri di
visitatori, anche internazionali, possono interagire in maniera molto diversa con i luoghi nei quali
insistono. Talvolta, i beni culturali si trovano ad essere “schiacciati” dai territori in cui si trovano o in
altri casi non riescono ad incidere, se non marginalmente, nello sviluppo dei luoghi sui cui insistono. In
altri casi, invece, l’attrattore può essere in grado di generare nuova domanda e nuova offerta ricettiva
sul territorio circostante, oppure integrare l’offerta di un territorio più vasto ed esserne uno dei punti di
forza.
Siti UNESCO in Campania - www.campania.beniculturali.it/siti-unesco10
Impennata del turismo culturale: la bellezza salva la Campania, www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza - 29 giugno 201511
!8
Posizione Siti Visitatori
2 Scavi di Pompei 2.621.803
11 Reggia di Caserta 428.139
14 Scavi di Ercolano 351.068
15 Museo Archeologico Nazionale di Napoli 350.433
29 Templi di Paestum 260.000
30 Grotta Azzurra, Capri 254.000
1.2.2 Turismo balneare
E’ fuori dubbio che la risorsa mare rappresenta una componente fondamentale dell’offerta turistica
campana, non solo come elemento primario di richiamo, ma anche come sfondo delle molteplici risorse
che la regione può offrire. Per quel che riguarda il turismo balneare, infatti, la Campania è al 2012 la
regione con più bandiere blu tra le meridionali . Al 2016, le bandiere blu campane risultano essere 14,12
tra cui Anacapri, Agropoli, Palinuro e Positano .13
Tra i luoghi di mare che registrano elevato apprezzamento da parte dei turisti vi sono le tre isole del
golfo di Napoli (Procida, Ischia e Capri), la costiera sorrentina e amalfitana - dove la qualità ambientale
e l'offerta ricettiva raggiunge livelli di prestigio internazionale -, e quella cilentana. Le isole del golfo di
Napoli hanno sempre attratto un turismo d’élite fin dall’epoca dell’impero romano. Capri, Ischia,
Procida sono le mete principali, così come Sorrento e la costiera Amalfitana con i centri di Amalfi,
Positano, Ravello e Vietri sul Mare e la meravigliosa costa del Cilento. Tante sono le località di
soggiorno, i centri balneari e le stazioni termali.
Negativo invece il turismo balneare lungo la costa casertana in quanto, con i suoi 66% di costiera
inquinata, risulta essere la meno agibile d'Italia . Nell'estate 2012, la regione è stata l'unica in Italia a14
registrare un aumento delle presenze, avuto del +2,4% .15
Il segmento balneare è, quindi, un forte elemento di competitività per la regione, considerando anche la
sua declinazione in molteplici prodotti, diversificati e distinguibili, oltre alla possibile unione con altre
risorse che consentono di posizionare le destinazioni nel mercato all’interno di segmenti di nicchia, fino
ad arrivare a pensarle inserite in “club esclusivi di prodotto”, accanto a poche altre realtà internazionali.
Fondazione per l’educazione ambientale, it.notizie.yahoo.com - 15 maggio 201212
Bandiere blu 2016 a Napoli e in Campania: 14 le località premiate, due nella città metropolitana di Napoli, diarionapoletano.wordpress.com - 11 maggio 201613
ecodicaserta.it - 31 maggio 201114
Federalberghi: “Turisti in Campania, +2,4%”, corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 15 febbraio 201315
!9
1.2.3 Turismo ambientale
Fra le nuove tendenze del turismo si concretizza sempre più quella del turismo ambientale, basato
sull’osservazione e l’apprezzamento della natura, dei paesaggi e delle culture tradizionali. In linea con
l’accrescimento della sensibilità verso l’ambiente che si riscontra nei Paesi avanzati, la domanda di
turismo ambientale è attualmente in crescita e presenta potenzialità di sviluppo enormi.
Nell’ambito del turismo “verde”, è possibile ritrovare una gamma variegata e complessa di attività
all’aria aperta. Ciascuna delle attività che caratterizza il turismo ambientale possiede caratteristiche
proprie, che col tempo sono state ampliate, ristrette o modificate nel tempo, oltre che dalle esigenze, dai
gusti e dai bisogni del turista, anche dalle tendenze globali e dall’effetto traino, che condizionano il
processo di scelta del turista.
L’Italia, nonostante sia conosciuta soprattutto per il turismo balneare ed il turismo culturale delle città
d’arte, possiede un patrimonio immenso di parchi e riserve naturali che indubbiamente la rendono uno
dei maggiori potenziali competitor in questo settore. Purtroppo questo filone nella nostra nazione è
ancora poco percepito e dunque, le potenzialità di esso ancora poco utilizzate, ragion per cui i servizi e
l’offerta annessa al turismo verde non sono ancora molto sviluppati. Nonostante ciò, cominciano a
vedersi i primi movimenti, di fatti nel 2006 circa il 75% dei tour operator nazionali ha inserito nel
proprio catalogo, rivolto al mercato, pacchetti turistici natura.
La Campania, in particolare, possiede due parchi nazionali, otto parchi regionali e sedici aree protette
fra riserve regionali, statali, parchi sommersi e oasi.
!10
Come si evince dalla tabella e dal seguente grafico, il territorio protetto risulta occupare il 26% circa di
tutta la superficie regionale.
In virtù di queste considerazioni è possibile cogliere l’enorme potenziale della regione nel settore del
Turismo-natura, potenziale non del tutto sfruttato. Il turismo ambientale dei parchi rappresenta
un’offerta diretta al cliente finale, con grandi potenzialità, ma storicamente caratterizzata da notevoli
carenze sul piano della promozione e della commercializzazione.
Queste considerazioni sono maggiormente vere per la Campania che presenta una molteplicità di
emergenze ambientali in grado teoricamente di attivare notevoli flussi di domanda. Questo tipo di
!11
offerta, inoltre, è di fatto carente, non tanto per le risorse di base, quanto, piuttosto, per la mancanza di
un sistema di ospitalità funzionale.
1.2.4 Turismo religioso
La difficoltà maggiore nello studiare il fenomeno del Turismo Religioso si riscontra nel fatto che nella
quasi totalità dei casi non si hanno a disposizione studi e ricerche che analizzano dati e flussi in termini
di arrivi, presenze, partenze, ecc. Una delle motivazioni è da ricercarsi nel fatto che, nella maggior parte
delle situazioni, si tratta di un tipo di viaggio che si esaurisce in una giornata e, in più, è spesso
organizzato da parrocchie e gruppi religiosi, non rientrante quindi nei monitorati circuiti turistici.
Al di là di questa premessa, il primo studio sul Turismo Religioso risale al 2002: si tratta di un’indagine
commissionata da Federalberghi alla Mercury, da cui emerse una situazione importante: un segmento
che produceva un business da 3,5 milioni di euro l´anno, pari al 5% del fatturato del comparto turistico,
con circa venti località di spicco nel nostro Paese (tra cui Pompei) .16
Ad oggi, secondo una ricerca dell’ISNART, in Italia il turismo religioso pesa sull’economia nazionale
l‘1,5% sul totale dei flussi turistici, per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche, di cui 3,3 milioni di
presenze straniere. I turisti stranieri sono circa il 60% del comparto: il 45,3% proviene dall’Europa e il
14,9% dai Paesi extraeuropei. Inoltre, i dati mostrano un aumento del 30% di visitatori provenienti dai17
Balcani diretti in Campania.18
Il trend del fenomeno è in crescita e dopo il calo fisiologico del “post- Giubileo”, negli ultimi anni il
Turismo Religioso ha richiamato in Italia 40 milioni di visitatori l'anno, con un totale di circa 19 milioni
di pernottamenti e un giro di affari indotto di oltre 4 miliardi di Euro, così come risulta dai dati forniti
da Trademark Italia .19
Nonostante quella religiosa sia tra le motivazioni meno forti che spingono il turista ad intraprendere un
viaggio, il dato non solo conferma che questa forma di turismo non risente dei grandi accadimenti a
livello internazionale (attentati terroristici, eventi naturali, epidemie, ecc.), che danneggiano invece le
tipologie turistiche tradizionali (vacanze e affari, leisure e business), ma che gli eventi religiosi nazionali
hanno grandi effetti attrattivi sulla popolazione cattolica mondiale.
Il turismo religioso è un trend di flussi che interessa, altresì, la bassa stagione, anche se rimane l’estate
quella preferita, seguita dalla primavera con il 44,5%. Un comparto che potrebbe di fatto contribuire
alla destagionalizzazione dei flussi.
A fronte di questo incremento di domanda, si intensificano dal lato offerta strutture non tradizionali e
sempre più specializzate nell’offrire ospitalità religiosa ed accoglienza; si tratta di conventi, santuari,
eremi, case canoniche, istituti religiosi, convitti, centri spirituali, ostelli, case di spiritualità, abbazie,
Turismo religioso: un giro d’affari di 3,5 miliardi di Euro, Mercury-Federlabeghi - 4 maggio 200216
Turismo religioso: analisi, dati e prospettive future, Formazione Turismo, www.formazioneturismo.com - 201317
BMT: è boom del turismo religioso, Repubblica, napoli.repubblica.it - 27 marzo 201518
Il turismo religioso - Cifre e tendenze di un fenomeno in forte sviluppo, Trademark - 200519
!12
monasteri, foresterie, case vacanza e case per ferie; aumentano, inoltre, gli operatori specializzati
nell’offerta di pacchetti e itinerari di Turismo Religioso in ogni regione d’Italia.
In merito alla mappatura delle risorse religiose della Regione, la Campania sa rispondere con generosità
ad innumerevoli bisogni di fede e spiritualità, offrendo al visitatore in cerca di rigenerazione interiore
destinazioni fra le più suggestive (Pompei, Pietrelcina, Montevergine, San Gennaro).
Una delle mete più privilegiate è il Santuario della Beata Vergine di Pompei che si distingue per
l’importanza della struttura, le visite papali e la puntuale organizzazione dei riti. Da qualche anno a
questa parte, poi, un posto d’onore, tra le visite religiose, spetta a Pietrelcina, paese natale di Padre Pio:
qui i pellegrini, sono ospitati in strutture moderne e accoglienti, respirando, al tempo stesso,
un’atmosfera ancora incontaminata. Napoli, dal canto suo, è universalmente famosa per la venerazione
di San Gennaro: il culto del Santo protettore culmina nel ‘miracolo del sangue’ che, due volte l’anno,
attira devoti e turisti da tutto il mondo. Ma sono tanti gli elementi che rendono la città partenopea una
meta affascinante e ricca di sorprese per il pellegrino: dai presepi fatti a mano alla predilezione tutta
napoletana per la musica sacra, fino ai sapori di una cucina che per le sue specialità può vantarsi di non
temere confronti.
Oltre alle mete più famose, tuttavia, numerose e altrettanto affascinanti tappe destano la spiritualità del
visitatore religioso: il santuario della Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia; Il Duomo di Sant’Andrea ad
Amalfi, San Gerardo Maiella, il Santuario di Roccamonfina, Sant’Angelo in Formis. Tutte mete, queste
che consentono di incontrare luoghi dello spirito lontani dal frastuono metropolitano e, forse proprio
per questo, tanto più affascinanti.
1.2.5 Turismo termale
Il settore termale è un fenomeno complesso e articolato, che nel corso degli anni ha cambiato il proprio
posizionamento, da un lato nell’ambito del servizio sanitario nazionale, dall’altro nel contesto delle
attività turistiche. In questo contesto, il ruolo della Campania e delle sue terme appare di grande
rilievo, visto che la regione, insieme a Veneto, Toscana ed Emilia Romagna si caratterizza anche come
una delle grandi destinazioni termali italiane.
Si può affermare che le terme esistono e svolgono una funzione sociale fin dall’antichità, in epoca
egiziana, greca e romana. Fu soprattutto presso Roma che si svilupparono i bagni termali, visti anche
come luogo di intrattenimento oltre che di relax e di purificazione del proprio fisico.
L’evoluzione delle terme dal secondo dopoguerra ad oggi ha fortemente orientato lo sviluppo delle
attività professionali interne agli stabilimenti, che ha reso le terme un’industria produttrice di beni e
servizi destinati alla salute ed al benessere delle persone, con linee di prodotti articolate per tipologia di
clientela. In parallelo si è sviluppata una nuova cultura dell’accoglienza con effetti sulla concezione
dell’edificio e dell’ambiente termale e sull’organizzazione della rete dei servizi funzionali alle esigenze
del cliente.
!13
La Campania costituisce una delle maggiori realtà termali del Paese. A livello nazionale la regione
figura al primo posto per numero di imprese termali, che si aggira intorno alle 1149, pari a circa il 30%
del totale nazionale, e dà lavoro a circa 4000 addetti fra fissi e stagionali. Il fatturato complessivo delle
aziende termali campane copre approssimativamente il 18% del fatturato nazionale .20
In un’epoca di crescente competizione nel panorama turistico internazionale, le risorse termali regionali
rappresentano una componente importante del turismo campano, che va opportunamente valorizzata
nelle sue diverse parti e specificità.
Le strutture campane si distribuiscono su un totale di 15 comuni, che rappresentano circa il 9% dei
comuni termali distribuiti sul territorio nazionale. Si tratta di un panorama variegato: in taluni casi la
presenza della struttura termale si inserisce in un contesto ad alta potenzialità turistica (si pensi al
capoluogo campano, ai comuni della costiera sorrentina, ai comuni ischitani); in altri casi, invece, ha un
ruolo pregnante nell’economia delle comunità di riferimento (si vedano per esempio i casi di Contursi,
Telese).
Fra i comuni termali al primo posto figura il comune di Napoli, con il 51% degli arrivi ed il 35% delle
presenze, seguito dall’isola d’Ischia, prima per numero di presenze (49% circa) e che ospita il 28% degli
arrivi. Fra i comuni minori di rilievo, interessanti i dati di Pozzuoli, Castellammare e Vico Equense.
Pozzuoli, in particolare, presenta una buona quota di arrivi e di presenze anche grazie alla vicinanza al
capoluogo campano. La durata della fruizione dei sevizi termali è variabile, passando da semplici
week-end a vacanze di una o due settimane.
Per quanto concerne la provenienza della clientela, gli arrivi dei turisti stranieri costituiscono circa il
47% del totale; relativamente alla permanenza media, la componente straniera presenta valori di circa
3,4 giorni, di poco inferiore a quella dei turisti italiani (circa 3,9).21
Dati Federterme, www.federterme.it20
Elaborazione su dati ISTAT - Federterme21
!14
1.2.6 Turismo enogastronomico
Il nostro Paese è dotato di un patrimonio enogastronomico unico al mondo, che quindi rappresenta una
risorsa strategica di primaria importanza. I cambiamenti antropologico-culturali hanno determinato
una modifica nelle abitudini di consumo, sfociata in nuovi modi di concepire la vacanza: i turisti
tendono sempre più a partecipare alle tradizioni culinarie del luogo che visitano, e ciò evidenzia
un’osmosi tra la gastronomia e le risorse turistiche territoriali.
Il turismo enogastronomico può essere tanto di massa quanto specializzato e alternativo: il turismo
enogastronomico di massa predilige destinazioni metropolitane, marittime e montane, mentre quello
specializzato mira ad un’offerta integrata, che comprende agriturismi, percorsi enogastronomici,
località per trekking, luoghi di turismo spirituale e culturale.
L’enogastronomia campana è una delle più apprezzate al mondo, protetta dall’UNESCO come
patrimonio immateriale dell’umanità. Essa vanta numerosi prodotti riconosciuti in ambito nazionale ed
europeo, ognuno dei quali presenta delle differenze tra le preparazioni culinarie delle singole province:
3 vini DOCG, 17 vini DOC, 13 prodotti DOP e IGP, e ben 111 prodotti tradizionali . Inoltre, nel22
territorio non mancano risorse culturali, naturali, religiose e termali, specialmente in prossimità delle
aree fortemente attrattive del golfo di Napoli e Salerno.
Da un’analisi dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania, finalizzata a validare il progetto
integrato “Filiera Turistica Enogastronomica”, è emerso che nel territorio si possono evidenziare tre
aree con diverse caratterizzazioni turistiche:
- Aree a vocazione enogastronomica;
- Aree con produzioni tipiche diffuse, ma prive di prodotti guida nella capacità di attrarre
autonomamente flussi turistici;
- Aree con produzioni tipiche la cui visibilità al momento è limitata dalla presenza di altri fattori
economici-produttivi, sia turistici che commerciali.
Il turismo enogastronomico è presente sia nelle aree costiere che in quelle più interne: nelle aree
costiere, come la penisola sorrentina-amalfitana, le isole del Golfo e la Costa Cilentana, luoghi
turisticamente già affermati, le risorse gastronomiche giocano un ruolo di semplice completamento ai
pacchetti turistici tradizionali; nelle aree interne, invece, non sempre interessate dal fenomeno turistico,
esistono valenze gastronomiche ed enologiche di eccellenza, che rendono il prodotto enogastronomico
il maggiore attrattore di flussi turistici validi. Nella provincia di Avellino, è da citare sicuramente la
produzione di vini DOC, quali Fiano e Greco di Tufo, e DOCG, come il Taurasi; nella provincia di
Benevento annoveriamo la produzione di vini DOC, come Aglianico, Falanghina, Solopaca e Guardia
Sanframondi.
La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità, www.unesco.it22
!15
Il turismo enogastronomico costituisce una rilevante opportunità di valorizzazione turistica per la
Campania sia per le aree interne, fino ad ora al di fuori dei flussi turistici di massa, sia per quelle più
conosciute, che possono rinnovare e differenziare la propria offerta turistica tradizionale.
Specialmente nelle aree interne della Campania, esso trova la sua maggiore espressione negli
agriturismi, aziende agricole che forniscono ospitalità e servizi di ristorazione tipica locale, situate in
località rurali particolarmente amene. Le motivazioni della scelta di questa particolare forma di turismo
sono legate soprattutto alla ricerca di un contatto diretto con la natura incontaminata e con il mondo
rurale in genere, in contrapposizione alla frenesia della vita urbana, nonché alla ricerca di cibi e
pietanze tipiche locali e di partecipazione a momenti culturali e tradizionali dell’area.
A dimostrazione di ciò, nell’ultimo quinquennio il fenomeno agrituristico in Campania ha registrato un
impulso positivo, derivante dalla maggiore attenzione che imprenditori e Amministrazione regionale vi
hanno mostrato e dall’attuazione dei regolamenti comunitari, i quali hanno reso disponibili risorse
finanziarie a favore di tale attività.
Secondo un'indagine di Coldiretti Campania sugli agriturismi aderenti alla rete Terranostra Campania,
il 2015 è stato un anno di incrementi significativi: le presenze di visitatori in agriturismo, infatti, sono
aumentati di circa il 25% su base regionale. Un dato sostanzialmente omogeneo, con picchi del 30%
nelle aree prossime ad attrattori culturali. Analizzando la provenienza, Coldiretti Campania stima che
nelle zone vicine a musei e siti di interesse culturale gli arrivi in agriturismo sono costituiti da stranieri
per circa il 60%.23
D’altro canto, in questo settore la Campania rivela ancora evidenti punti di debolezza, come la presenza
di lacune infrastrutturali, la carenza di ricettività e di un’organizzazione dell’offerta adeguata alla
domanda. Per quanto riguarda gli agriturismi in particolare, la loro offerta è frammentata e non sempre
fruibile, restano sconosciuti al di fuori dei confini regionali e, essendo una forma di turismo a
prevalenza escursionistica, hanno una bassa ricaduta sotto il profilo reddituale e occupazionale.
Una delle strategie già attuate per incrementare i flussi turistici e valorizzare il patrimonio naturale di
questi territori, al fine di favorire la crescita di reddito e di occupazione, sono stati ideati percorsi
particolari, chiamate “Strade del vino”, lungo i quali insistono valori naturali, culturali, ambientali,
vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate, aperte al pubblico. Le “Strade del vino” hanno
lo scopo di valorizzare e promuovere i territori ad alta vocazione vitivinicola, con particolare
riferimento ai luoghi delle produzioni qualitative a denominazione di origine e costituiscono uno
strumento di divulgazione, commercializzazione e fruizione in forma di offerta turistica integrata dei
territori vinicoli e delle relative produzione. I percorsi delle strade del vino possono includere anche le
produzioni DOP e IGP e le produzioni agro-alimentari tradizionali.
Questa strategia, determinando una maggiore circolazione sul territorio, potrebbe dar luogo ad una
maggiore permanenza dei turisti anche nei periodi differenti rispetto a quello estivo. Inoltre, un’efficace
Campania, agriturismi in regione: +25% di visitatori, confermano dati MIBACT, www.coldiretti.it - 14 gennaio 201623
!16
azione di formazione di stimolo all’imprenditorialità privata potrebbe trasformare le vocazioni
territoriali campane in concrete possibilità di successo per gli attori locali e per il territorio.
L’incremento registrato, tuttavia, conferma il legame tra cultura e territorio, dove i turisti scelgono di
vivere un'esperienza diversa. Un turismo fatto di tempi e sapori diversi, congeniali a chi è alla ricerca di
serenità e contatto con la natura, poiché chi sceglie il turismo culturale preferisce sempre più abbinare
la scoperta del cibo sano e del paesaggio.

!17
2
LA CITTA’ METROPOLITANA DI NAPOLI
2.1 Geolocalizzazione
L’ex provincia di Napoli, ad oggi denominata città metropolitana a seguito dell’entrata in vigore, dal24
1° gennaio 2015, della legge n.56 del 2014, si estende su una superficie di 1.171 km² e comprende 92
Una nuova Provincia per la Grande Napoli, Provincia di Napoli - 5 agosto 201124
!18
Superficie 1.171 km2
Abitanti 3.129.354 (30-07-2014)
Densità 2.672,38 abitanti/km2
Comuni 92 comuni
Province confinanti Avellino, Benevento, Caserta, Salerno
Turismi Culturale, Balneare, Ambientale,
Religioso, Termale, Enogastronomico
comuni. Il territorio metropolitano è terzo in Italia per numero di abitanti e primo per densità abitativa,
poiché conta oltre tre milioni di abitanti.
Le coste del golfo affacciano sul mar Tirreno, a nord ovest nel versante flegreo confinano con il litorale
domizio, a sud est con la costiera amalfitana; mentre l'entroterra confina a nord con il casertano e la
Valle Caudina, a nord est con il baianese e il Vallo di Lauro, a est sul versante vesuviano con l'agro
nocerino-sarnese; al centro è dominata dal Vesuvio.
Per quanto riguarda la città, Napoli è un comune italiano che, da solo, conta quasi un milione di
abitanti . Capoluogo, appunto, della città metropolitana di Napoli (ex-provincia) e della regione25
Campania, è il centro di una delle aree urbane più popolose e densamente abitate dell'Unione Europea.
La città sorge al centro dell'omonimo golfo ed è dominata dal massiccio vulcanico del Vesuvio. Si
estende ad est fino alla penisola sorrentina, ad ovest fino ai Campi Flegrei e a nord ovest-est fino al
versante meridionale della piana campana. Inoltre, gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e
piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina.
2.2 La ricchezza di Napoli
Dati demografici ISTAT - www.demo.istat.it - 19 gennaio 201625
!19
Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo, che ne
testimoniano l'evoluzione storico-artistica. A dimostrazione di ciò, nel 1995 il centro storico di Napoli, il
più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità ,26
mentre nel 1997 l'apparato vulcanico del Vesuvio è stato eletto , sempre dall’UNESCO, tra le riserve
mondiali della biosfera .27
L'area interessata dalla tutela comprende 14 quartieri: Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto,
Pendino, Mercato, Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e Vicarìa e parte
delle colline del Vomero e Posillipo. I quartieri di San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, San Lorenzo
e Vicarìa, nello specifico, costituiscono il nucleo antico, corrispondente in buona parte all'area dei
decumani.
Il centro storico di Napoli è il risultato di 2800 anni di storia, in cui si sono susseguiti diversi stili
architettonici, che testimoniano le varie civiltà che vi hanno soggiornato. Su un territorio relativamente
poco esteso sono presenti, infatti, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali,
chiese storiche e resti dell'età classica, che gli hanno donato un valore universale senza eguali.28
Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri abbandonano in uno
stato di rovina e degrado tale patrimonio a sé stesso, specialmente quello più antico dei decumani :29
sono circa duecento le chiese che nel centro storico registrano gravi problemi strutturali, ma anche
palazzi, fontane, obelischi, ecc . Per cercare di risolvere questo problema, nel 2012 è stato siglato un30
accordo tra la Regione Campania, il Comune di Napoli e il Ministero dei Beni Culturali, per far sì che
l’Unione Europea stanziasse 100 milioni di euro, al fine di eseguire lavori di restauro dei monumenti
del centro storico più a rischio .31
2.2.1 Architettura religiosa
Per quanto riguarda l’architettura religiosa, le chiese di Napoli rappresentano testimonianze artistiche,
storiche ed architettoniche che coprono l'arco di diciassette secoli. La città possiede un numero
spropositato di chiese e conventi, circa un migliaio: se si considerano solo le chiese storiche, esse
arrivano a superare le 200 unità nel solo centro antico e le 350 nell'intero centro storico .32
Data la cospicua presenza sul territorio e dato il prestigio degli artisti che vi hanno lavorato al loro
interno, gli edifici religiosi costituiscono una parte fondamentale del patrimonio monumentale
cittadino. L’esempio più importante è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria Assunta, una delle più
World Heritage Centre, UNESCO, whc.unesco.org - 4 luglio 201126
Le otto riserve della biosfera in Italia, UNESCO, unesco.it - 21 marzo 201227
Napoli: il Centro Storico, UNESCO, www.sitiunesco.it28
Patrimonio SOS: in difesa dei beni culturali e ambientali, Antonio Pariante, www.patrimoniosos.it - 21 giugno 200529
Napoli: la normalità dell’emergenza, Il Giornale dell'Arte, www.ilgiornaledellarte.com - 1 settembre 201230
Napoli: Centro storico, 100 mln fondi Ue per grande museo all'aperto, napoli.repubblica.it - 29 agosto 201231
Le Chiese di Napoli, www.chiesadinapoli.it - 5 settembre 201232
!20
grandi della città e simbolo del patrimonio storico-artistico e del folclore locale. Infatti, nella cattedrale,
ogni anno, si celebra il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro.
2.2.2 Musei
Napoli vanta un'offerta museale molto vasta, che ospita le opere raccolte o donate alla città nel corso
della sua storia. Tra i più importanti troviamo:
- Il Museo Archeologico Nazionale, ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per
la quantità delle opere esposte, risalenti principalmente all’epoca greco-romana;
- Il Museo Nazionale di Capodimonte, situato nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei
più grandi maestri italiani dal Rinascimento al barocco;
- Il Museo Nazionale di San Martino, che raccoglie reperti relativi alla storia di Napoli;
- Il palazzo Reale di Napoli.
Oltre a questi, altri musei importanti anche a livello nazionale, per la qualità delle opere e per la loro
natura, sono i musei scientifici, quali l’Osservatorio astronomico di Capodimonte, e, presso la Seconda
Università di Napoli, il museo di anatomia umana.
2.2.3 Siti archeologici
L'attuale forma del centro antico di Napoli rispecchia ancora l’impianto urbano risalente al periodo
greco. Oltre a ciò, la Napoli greca ci ha lasciato altre testimonianze, dalle mura di piazza Bellini alle
antiche torri di difesa, ai resti della necropoli e dei templi, agli innumerevoli ambienti ed architetture
poste nel suo sottosuolo. La civiltà romana - periodo nel quale la città divenne una rinomata residenza
estiva dell’Impero -, invece, ci ha lasciato in eredità acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus e
ponti.
Il sito archeologico più importante risulta essere quello della Napoli Sotterranea, complesso di cunicoli,
risalenti all’età greca, che si estende per quasi tutta la superficie della città attuale. In questi cunicoli, è
possibile visitare, tra le altre cose, anche i resti del teatro romano di Neapolis, visibile anche dall'esterno
lungo i decumani.
Altri importanti siti archeologici della città sono quelli situati nei sotterranei del complesso di San
Lorenzo Maggiore, in cui si ammirano i resti dell'antico mercato , quelli presenti nel parco archeologico33
di Posillipo e quelli del sottosuolo di Santa Chiara.
2.2.4 Cucina napoletana
La cucina napoletana rappresenta un'identità culturale inconfondibile per la città partenopea ed è
strettamente collegata alle vicende storiche e culturali della città. La stessa, infatti, rappresenta all'estero
uno dei più conosciuti simboli del "made in Italy”. Essa è famosa sia per i piatti di terra che per i piatti34
Convento di San Lorenzo Maggiore - Sito ufficiale, www.sanlorenzomaggiorenapoli.it- 2 settembre 201233
Enogastronomia campana, Comuni campani, www.comuni-italiani.it - 6 settembre 201234
!21
di mare, e vanta pietanze come la pizza napoletana, gli spaghetti alle vongole, la pasta al ragù
napoletano, la parmigiana di melanzane, gli gnocchi alla sorrentina, e tanti altri.
Da citare è anche la tradizione dolciaria napoletana, che va dalla sfogliatella al babà e alle zeppole, fritte
o al forno. Inoltre, ogni festività ha il proprio dolce tipico: a Pasqua la pastiera napoletana, a Natale gli
struffoli e a Carnevale le chiacchiere.
Un’offerta così vasta e articolata è possibile grazie alle risorse del territorio. I prodotti tipici di Napoli e
dintorni giocano un ruolo importante nella preparazione dei piatti: la pasta locale, la mozzarella di
bufala campana, il pomodorino San Marzano, i friarielli, e tanti altri ancora, rendono la cucina
napoletana famosa in tutto il mondo.
2.2 L’offerta turistica di Napoli e provincia
Visitare Napoli vuol dire immergersi in uno scenario di straordinaria complessità e bellezza: 2.500 anni
di storia rappresentati e ricostruiti da testimonianze artistiche e architettoniche di enorme valore che si
mescolano con l'attuale tessuto urbano.
Ogni angolo della città custodisce opere di inestimabile valore artistico e storico, tanto che l’indotto
proveniente dal turismo nel territorio partenopeo è ormai divenuto una voce fondamentale per
l'economia cittadina, di cui la cultura dell'accoglienza ne costituisce l'elemento trainante. Infatti, l'offerta
turistica della città si coniuga perfettamente con la tradizionale ospitalità dei napoletani e, a differenza
di altre città-museo, Napoli si caratterizza per il fatto che, ancora oggi, vive e lavora all'interno del
centro storico. 
Negli ultimi anni, la città è diventata una meta privilegiata per tanti turisti italiani e stranieri, che
amano trascorrere le proprie vacanze nelle grandi città d'arte.   Il flusso turistico vede nella città
metropolitana di Napoli raccogliere più della metà dei turisti stranieri dell'intera regione.
Su tutte le località spicca senza dubbio Pompei, sito archeologico più visitato in Italia, in cui si registra
una media di tre milioni di turisti l’anno. Altre mete importanti sono poi le isole del golfo (Capri, Ischia
e Procida), il Vesuvio e la costiera sorrentina. Quest’ultima, appartenente alla penisola sorrentina, che si
affaccia sul golfo di Napoli, è intensamente sfruttata per fini turistici, grazie alla bellezza paesaggistica,
storica, culturale e alla rilevanza gastronomica di cui è dotata. Sempre di più, inoltre, si sta registrando
!22
nel porto di Napoli una notevole crescita nel settore crocieristico.

Nel 2014, dati alla mano, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris interviene positivamente
sull’andamento del turismo nella città di Napoli:
«Quasi raddoppiate le presenze alberghiere a Napoli negli ultimi 3 anni. I dati sui flussi
turistici per Napoli sono entusiasmanti. Siamo passati da una percentuale di occupazione
camere nel 2010 del 35% a quasi il 66% del 2013 , praticamente raddoppiando le cifre in 335
anni e senza contare i Bed&Breakfast, che negli ultimi anni sono molto aumentati. I primi
dati per il 2014 sono ancora migliori: è stimato, infatti, un ulteriore incremento del 20%, sino
al 40% nel mese di dicembre. Altro dato importantissimo è quello della permanenza media:
mentre nel 2012 un turista pernottava in media 2,6 giorni a Napoli, nel 2013 il dato passa a
4,2. Nel 2014 ancora di più. Napoli è sempre meno meta di passaggio verso le altre bellissime
località della Campania o verso le isole ed è sempre più luogo dove i turisti decidono di
rimanere. Turismo vuol dire essenzialmente economia e lavoro per migliaia di famiglie
napoletane. In anni di spaventosa crisi economica e di sanguinosi tagli agli enti locali è una
notizia che ci riempie di orgoglio. Sono passati i tempi in cui Napoli era nei giornali di tutto il
mondo per l'emergenza rifiuti. Ora si parla di Napoli per le sue straordinarie bellezze
naturali, artistiche e culturali».
Ad avvalorare le affermazioni del sindaco sono i dati relativi agli arrivi, alle presenze e alla permanenza
media dei turisti :36
TREND STORICO 2009-2014 Comune di Napoli Città metropolitana di Napoli
Arrivi (crescita media annuale) -1,6% 2,45%
Presenze (crescita media annuale) 12,37% 5,32%
Permanenza media 4 3,95
dati ufficiali Ente Provinciale Turismo, www.enit.it - 201435
Fonti miste: www.comune.napoli.it, www.dati.istati.it, www.eptnapoli.info36
!23


!24
2.2.1 Turismo culturale
Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha divulgato dei dati riguardanti il turismo
culturale in Italia, che registrano 43 milioni di visitatori. In base al rilevamento del Ministero,
supportato da dati regionali, la Campania, con 7.052.624 visitatori, risulta seconda solo al Lazio e
davanti alla terza classificata, la Toscana. La Campania ha recitato dunque un ruolo principale, con un
incremento del 7% di ingressi.
Se andiamo a vagliare i 30 siti più visitati, troviamo, in particolare, ben 4 siti della provincia partenopea:
Pompei - con quasi tre milioni di visite -, il Museo Archeologico Nazionale - che espone collezioni di
opere d'arte e reperti archeologici fra i più importanti e ricchi al mondo -, gli Scavi di Ercolano e
la Grotta Azzurra di Capri. Si tratta di grandi numeri per una regione che presenta comunque un
capolavoro della natura unico, quale è il Golfo di Napoli con il Vesuvio.
Gli Scavi di Pompei
L’attrazione culturale per eccellenza, per quanto riguarda la città metropolitana di Napoli, è il sito
archeologico degli Scavi vecchi e nuovi di Pompei, di proprietà dello Stato. Esso, insieme agli Scavi di
Ercolano, è inserita dal 1997 nella lista dei siti del patrimonio mondiale redatta dall’UNESCO.
!25
Gli scavi di Pompei rappresentano il secondo sito archeologico più visitato d’Italia, nonché il luogo di
cultura più visitato del Mezzogiorno. Confrontando i dati, nel 2013 l’area archeologica ha avuto
2.443.325 visitatori, mentre nel 2013 ha superato i 2,6 milioni di visitatori, accumulando introiti per un
valore complessivo di oltre 20 milioni di euro, che rappresentano rispettivamente il 40% e il 70% del
totale registrato dall’intero sistema mussale campano.37
Soprintendenza Pompei, www.pompeiisites.org37
!26
I flussi turistici, sia a livello provinciale che regionale, si concentrano prevalentemente nei mesi tra
aprile e ottobre, grazie alle visite scolastiche e al flusso turistico balneare dell’area Vesuviana e
Sorrentina.
L’andamento pressoché identico dei dati sui flussi turistici nella provincia napoletana e dei visitatori
agli Scavi conferma il fatto l’attrattiva turistica provinciale è costituita soprattutto dagli Scavi di
Pompei: entrambi hanno subìto una forte contrazione tra il 2007 e il 2009, periodo il cui il turismo
dell’area napoletana è stato penalizzato non solo dalla crisi economica generale, ma anche
dall’emergenza rifiuti, la quale ha fortemente danneggiato l’immagine del territorio campano tutto.
!27
Inoltre, è importante notare che i visitatori degli scavi di Pompei sono in misura prevalente di
provenienza straniera, come conferma lo studio realizzato alla fine del 2010 da Mecenate 90 e
dall’Università degli Studi di Salerno : nel 2012 l’incidenza straniera rappresenta il 47% degli arrivi38
nella provincia di Napoli e il 37% nel Comune di Pompei .39
L’elevata incidenza della componente straniera sul totale dei visitatori assume carattere certamente
positivo, in termini di impatto economico che il sito produce sul territorio circostante. Dal 2001 ad oggi
gli scavi di Pompei hanno contribuito alle “casse statali” con oltre 229 milioni di euro, derivanti dalla
vendita di biglietti. Nel 2013 gli introiti lordi derivanti da questa hanno superato i 20 milioni di euro,
con un pubblico pagante pari al 77%, contro i 13 milioni del 2001, tornando ai massimi raggiunti nel
2006 e nel 2007.
Pompei ha sofferto dell’incuria degli ultimi anni, come testimoniano i numerosi crolli avvenuti tra il
2011 e il 2012 e che continuano a tutt’oggi (l’ultimo nel marzo 2014). E’ stato quindi avviato un progetto
di riqualificazione, che prevede un insieme di interventi atti a migliorare le condizioni di conservazione
e ad evitare una progressiva diminuzione dell’attrattività del sito nei confronti dei visitatori e turisti
nazionali e stranieri.
Il nuovo “Progetto Pompei” prevede di raggiungere un aumento del numero di visitatori di circa il 13%
entro il 2017, grazie al progressivo miglioramento delle condizioni di offerta, l’espansione dei percorsi
di visita, la messa in sicurezza delle situazioni di maggiore rischio, producendo una significativa
riqualificazione del sito.40
Identikit del turista di Pompei: la vera guida agli Scavi è il web, Repubblica, napoli.repubblica.it - 201138
EPT Napoli, www.eptnapoli.info - 2010, ultimo dato disponibile39
Soprintendenza Pompei, www.pompeiisites.org40
!28
2.2.2 Turismo balneare
Le coste della Regione Campania offrono una varietà infinita di soluzioni paesaggistiche, grazie ad una
seria di panorami tra i più apprezzati al mondo come quelli del Golfo di Napoli, delle isole principali
(Capri, Ischia e Procida), della penisola sorrentina. La Regione ha un ruolo fondamentale anche per
quanto riguarda l’attività crocieristica, grazie ai 7 porti, tra cui quello di Napoli, che la accolgono.
Golfo di Napoli
La bellezza naturalistica, storica ed artistica, il clima mite e l'ottima gastronomia rendono il golfo di
Napoli una destinazione turistica conosciuta in tutto il mondo. Esso, grazie alle innumerevoli baie,
insenature e cale, si distingue soprattutto per il turismo balneare.
Importante anche il flusso turistico generato dal traffico crocieristico del Porto di Napoli. Durante la
stagione estiva, il golfo è uno dei bracci di mare più frequentati ed apprezzati del Mediterraneo. Nel
2011, l’attività crocieristica ha raggiunto il picco massimo di 1.297.267 di passeggeri totali passati per
Napoli , mentre nel 2015 ha subìto una contrazione, registrando circa 1,14 milioni di croceristi in41
transito. Nonostante ciò, le previsioni per il 2016 collocano Napoli al terzo posto per tale attività, con
1,28 milioni di passeggeri movimentati (+0,8% rispetto al 2015) e 495 toccate nave (+11,2%) .42
Le Isole del Golfo
Le Isole di Ischia, Capri e Procida sono mete turistiche con un posizionamento ben definito e
consolidato: Ischia e Capri hanno un’antica tradizione turistica, che le rende un brand affermato su
scala internazionale e che nel tempo ha portato alla definizione di una proposta ricettiva ampia e
composita; Procida è una destinazione che sta acquistando progressivamente un ruolo di rilievo nel
panorama turistico nazionale, iniziando ad attrarre flussi turistici dall’estero, grazie anche alla
vicinanza alle isole maggiori.
Dati Autorità portale di Napoli, porto.napoli.it41
Presentata la sesta edizione dello “Speciale Crociere”, Risposte Turismo, www.risposteturismo.it - 201642
!29
Le tre Isole offrono un ampio patrimonio di risorse turistiche, che spaziano dalla proposta balneare a
quella termale, naturalistica, enogastronomica e culturale. La vicinanza all’area metropolitana di Napoli
e i numerosi collegamenti marittimi quotidiani consentono di raggiungere facilmente queste
destinazioni durante tutto l’anno. L’elevata numerosità e concentrazione dei turisti nei mesi estivi, per
l’attrattività esercitata dalla risorsa “mare”, tuttavia, creano difficoltà nella fruizione turistica delle Isole
durante il periodo dell’alta stagione.
Ischia, la terza isola più popolosa d’Italia dopo la Sicilia e la Sardegna, è sicuramente tra le località di
villeggiatura più apprezzate in Campania e in tutto il Meridione. Posizionata nell’estremità nord del
Golfo di Napoli e ben collegata alla città con traghetti e aliscafi, l’isola rappresenta un luogo dove
trascorrere vacanze indimenticabili all’insegna del benessere e del divertimento. La sua offerta turistica
è ampia: oltre agli stabilimenti termali di levatura internazionale - che richiamano turisti da tutto il
mondo -, alle passeggiate nel centro storico e agli eventi culturali e ricreativi, l’isola è circondata da
spiagge dorate, da cui partono escursioni in nave, immersioni subacquee, pesca d’altura.
Nella prima parte del 2014, l’isola di Ischia ha registrato un calo di presenze pari all’1,20%, con un
aumento di quelle italiane dello 0,20% .43
Per quanto riguarda Capri, essa è il simbolo del turismo balneare in Italia. Poche altre località turistiche
possono vantare un numero così alto di visitatori ogni anno in tutte le stagioni, richiamati anche dalla
bellezza naturalistica che l’isola offre: la Grotta Azzurra e l’altopiano di Anacapri, i Faraglioni e le
undici ville romane, la Piazzetta del centro. L’isola è da scoprire poco a poco, e preferibilmente sia via
mare che attraverso lunghe e rilassanti passeggiate.
Dati alla mano, nella prima settimana di settembre 2014, si è registrato il trend positivo che ha visto
crescere di mese in mese i flussi di turisti stranieri (+3,53%), dovuto probabilmente al calo di presenze
italiane (-0,21%). Secondo tali dati, inoltre, l’occupazione dei posti letto in tutte le categorie alberghiere
ha raggiunto il 90% nell’alta stagione, arrivando a punte del 96% a Ferragosto.44
Le performance positive sono legate anche e soprattutto alla coordinazione sinergica dei prodotti
turistici di cui l’isola è dotata, organizzando, all’interno dei siti archeologici e storici, come la Certosa di
San Giacomo a Capri, eventi artistici e culturali di spessore, secondo l’assunzione che, se funziona il
turismo, funziona anche l’intero indotto della ristorazione e del commercio.
Tuttavia, le isole di Capri, Ischia e Procida, destinazioni importanti a livello di turismo domestico ed
internazionale, non sono rimaste immuni ai danni generati dalle problematiche ambientali del territorio
campano, come la crisi dei rifiuti del 2008, oppure, nello specifico, gli eventi alluvionali dell’isola di
Ischia e l’abusivismo edilizio connesso, il mancato funzionamento degli impianti di depurazione
sull’isola, lo sversamento di rifiuti nella grotta azzurra a Capri.
Turismo in Campania: i primi risultati del 2014, SorrentoPost, www.sorrentopost.com - 28 settembre 201443
Turismo: buoni i dati per Sorrento e Capri, SorrentoPress, www.sorrentopress.it - 8 settembre 201444
!30
Dunque, mentre da un lato la prossimità ai grandi attrattori della regione Campania e alle infrastrutture
aeroportuali e portuali rappresentano un’opportunità in termini di prossimità ai flussi turistici,
dall’altro l’impatto negativo dell’immagine ambientale del territorio rischiano di compromettere
l’attrattività delle Isole.
La penisola sorrentina
Sorrento occupa una posizione estremamente vantaggiosa: situata su uno sperone roccioso di 50m offre
ai turisti un suggestivo panorama, da cui ammirare tutto il Golfo - Napoli compresa -, Capri e il profilo
inconfondibile del Vesuvio. La varietà e il fascino del paesaggio offerto dalla penisola sorrentina
rappresentano il più importante fattore dello sviluppo turistico, grazie ad un complesso di elementi,
quali la morfologia, il clima e il particolare paesaggio agricolo.
Sorrento è il capoluogo della penisola ed è il comune più famoso e citato, ma non meno ricchi di fascino
sono gli altri paesi, quali le apprezzate località balneari di Vico Equense, Castellammare di Stabia,
Sant’Agnello e Piano di Sorrento. La lunga tradizione di Sorrento e delle zone limitrofe e la sua
rinomanza internazionale costituiscono l'elemento trainante del turismo, caratterizzato da un flusso
straniero più che interno. Infatti, la notorietà internazionale delle località della penisola sorrentina è
dovuta in gran parte a stranieri, in prevalenza inglesi e tedeschi, e in minor misura, francesi e svedesi,
che vi soggiornarono a lungo.
Oltre alla bellezza paesaggistica e culturale, altro punto di forza della penisola sorrentina è la tradizione
culinaria, che ha prodotto ricette conosciute in tutto il mondo: gli gnocchi o gli spaghetti alla sorrentina,
le seppioline ripiene alla sorrentina, le noci, il vino, il limoncello, la pasta di Gragnano, i prodotti
caseari di Agerola completano una offerta in grado di soddisfare i buongustai anche più difficili.
Nei primi 9 mesi del 2013, si è registrato un incremento del 2% di arrivi e presenze nelle strutture
ricettive di fascia medio-alta della penisola, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale
ripresa è evidenziata soprattutto nei mesi di maggio e settembre, subito dopo il trend negativo di aprile,
che registrava -9% di arrivi e -11% di presenze. Inoltre, dati significativi, indici delle difficoltà
economiche del Bel Paese, sono l’aumento del turismo estero (+5% di arrivi) e il calo di arrivi e presenze
di visitatori italiani (-8%). Complessivamente, dal gennaio al settembre del 2013, le strutture alberghiere
di Sorrento registrano quasi 480mila arrivi, segnando presenze che superano abbondantemente il
milione e 800mila unità.45
Dati negativi, invece, si sono registrati nel 2014, periodo in cui si è verificato il calo più significativo.
Infatti, il comprensorio Sorrento-Sant’Agnello perde in questa prima fase dell’anno circa il 3% delle
presenze, mentre il mercato italiano perde il 24,40% di presenze e quello straniero è in leggera crescita,
registrando un +1,30% di presenze.46
A Sorrento il turismo non conosce crisi: stagione 2013 con più arrivi e presenze, SorrentoPress, www.sorrentopress.it - 1 novembre 201345
Turismo in Campania: i primi risultati del 2014, SorrentoPost, www.sorrentopost.com - 28 settembre 201446
!31
2.2.3 Turismo ambientale
Con l’arrivo del bel tempo si incrementano le gite e le scampagnate, all’insegna del contatto con la
natura e con le tradizioni culturali ed enogastronomiche del territorio. E’ questo il turismo cosiddetto
ambientale, che comprende attività quali il biking, l’escursionismo, il trekking, l’equitazione e l’animal
watching.
L’Italia, in particolare, vanta ben 871 parchi e aree naturali protette, che coprono il 10% del territorio
nazionale. Il turismo legato alla natura, quindi, in controtendenza alla crisi, negli ultimi dieci anni ha
visto raddoppiare il fatturato: nel 2015, l’Italia raggiunge i 12,3 miliardi di introiti legati al turismo
ambientale, e per il 2016 si prevede un’ulteriore crescita. Le presenze del turismo natura in Italia,
concentrate soprattutto nel periodo della primavera, hanno superato per la prima volta i 104 milioni nel
2015, con una permanenza media di 3,8 giorni ed una leggera prevalenza degli stranieri (53%).47
Per quanto riguarda il territorio del Comune di Napoli, esso ospita un enorme patrimonio ambientale e
paesaggistico che comprende al suo interno due Parchi Regionali, il Parco Regionale dei Campi Flegrei
e il Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli, che circondano la città. La tutela, la
valorizzazione e la promozione di questo enorme patrimonio sono di primaria importanza per un
corretto sviluppo del turismo sostenibile. Il modo in cui il luogo conserva le sue risorse e le mette a
disposizione della fruizione turistica e il modo in cui i servizi sono organizzati e gestiti costituiscono
un'attrattiva fondamentale per il turismo.
A tal proposito, sempre di più la città metropolitana di Napoli si sta impegnando ha raccolto nella
promozione e nell'attuazione di un turismo sostenibile, monitorizzi, sensibilizzi e coinvolga la
comunità locale attraverso un’adeguata programmazione turistica. In particolare, proponendo ai turisti
percorsi ed itinerari, punta alla conoscenza dei paesaggi, dell'ambiente e dell'arte in città, all'insegna del
minimo impatto e del rispetto delle risorse.
Il Parco Nazionale del Vesuvio
Turismo: Coldiretti, 12,3 mld da gite, scampagnate e sport nel verde, Coldiretti, www.coldiretti.it - 16 aprile 201647
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Il Parco Nazionale del Vesuvio ha un’estensione di circa 8.800 ettari e dal 1997 è entrato nella rete delle
Riserve della Biosfera del Programma Unesco M.a.B. (Man and Biosphere). L’ambiente rivela una
stupefacente presenza di organismi vegetali e animali che popolano le zone laviche e quelle boschive.
I due corpi vulcanici, formati dal Vesuvio e dal monte Somma, hanno caratteristiche ambientali diverse:
il versante vesuviano ospita una tipica vegetazione mediterranea, mentre il versante sommano, più
fresco e umido, si presenta con boschi di castagni, querce, aceri, lecci e betulle. Le pendici sono ricoperte
da frutteti e da vigneti dai quali si ricavano alcuni prodotti Tipici tra i più conosciuti della Campania.
La rete di itinerari nel Parco si articola in 2 percorsi ciclabili e in 15 sentieri, di diversi tipi: sentiero-
natura, sentiero-agricolo, sentiero-panoramico e sentiero-educativo.
All’interno del parco del Vesuvio, il comune che possiede il più rilevante numero di esercizi alberghieri
ed extralberghieri è Ercolano, mentre il maggior numero di posti letto, nell’ambito del settore
alberghiero, li possiede il comune di Torre del Greco e, nell’ambito dell’extralberghiero li possiede
Ercolano.
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Il Parco naturale regionale dei Campi Flegrei
Il Parco si estende in un’area di circa 8.000 ettari e include la Solfatara, i siti archeologici di Pozzuoli,
Cuma e Baia, e i laghi Averno, Lucrino e Fusaro. E’ un Parco straordinario, dall’enorme valore
paesaggistico, ambientale e archeologico.
Tutto il territorio dei Campi Flegrei, vanta, assieme ad un patrimonio archeologico e paesaggistico
unico al mondo, un livello di fertilità del terreno notevole. Nonostante ciò, ad oggi le dimensioni degli
orti e dei frutteti si sono ridotte al punto di poter appena soddisfare le necessità familiari di chi li
coltiva, a discapito dei prodotti tipici flegrei. È rimasta fortunatamente immutata e, anzi, si è
ulteriormente sviluppata e migliorata, sia a livello quantitativo che a livello qualitativo, la produzione
vitivinicola della zona.
La Riserva, inoltre, offre sentieri naturalistici, strutture didattiche e un Centro di recupero di animali
selvatici. Gli itinerari proposti sono due: il primo, di circa 5 ore, consente vedere l’insieme del cratere e
delle aree limitrofe; il secondo, più interno, della durata di 6 ore, permette l’osservazione della flora
boschiva e della fauna.
All’interno del parco spicca Napoli per il numero di esercizi e posti letto di entrambe i settori.
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La Riserva naturale statale del Cratere degli Astori
La riserva naturale del Cratere degli Astroni è un’oasi del WWF ed è il cratere più grande tra i circa
trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei. Situata nel Comune di Pozzuoli, la Riserva confina
con il Parco Regionale dei Campi Flegrei ed è compresa tra il cratere di Agnano ad est, il monte Spina a
sud, Pianura a nord ed il monte Barbaro ad ovest.
Il cratere ha un'estensione di 296 ettari ed un perimetro di circa 10 Km. All'interno del cratere vi sono 3
colli - Imperatrice, Rotondella, Pagliaroni -, che ne occupano gran parte della superficie. La zona sud-
occidentale è piatta con tre piccoli stagni, tra cui Lago Grande" ricchi di specie animali e vegetali.
Inoltre, è sede di un importante centro di recupero per la fauna selvatica ed è attraversato da sentieri
naturali ed osservatori per appassionati di birdwatching.
2.2.4 Turismo religioso
Il turismo religioso si differenzia e, al contempo, si integra con il turismo culturale, il quale, se legato
all’offerta del bene religioso, è un potenziale fattore di attrazione turistica e un’importante risorsa per lo
sviluppo sostenibile del territorio. L’attenzione a santuari e a luoghi di culto costituisce, infatti, una
valida occasione di interesse per le opere d’arte in essi presenti e rappresenta anche una possibilità di
conoscenza del territorio in cui essi insistono, diventando la destinazione di un turismo colto e di
qualità. L’attenzione al motivo religioso crea mobilità, flussi di popolazione, di turisti, creando
un’occasione di promozione del prodotto locale. L’itinerario turistico è quindi lo strumento verso cui si
orientano le recenti strategie di competitività territoriale proponendo un’offerta turistica che miri a
valorizzare le risorse del territorio.
La Campania e, in particolare, la città di Napoli custodiscono al loro interno un patrimonio ricco di
memorie storiche sulle loro origini, sulla cultura, sull'arte e sulle tradizioni del popolo. Un patrimonio
spesso legato alla fede, in cui oltre a palazzi storici, sono presenti un gran numero di luoghi di culto.
Le più importanti della provincia di Napoli sono tre: il Duomo di San Gennaro, la Beata Maria Vergine
di Pompei e la Madonna dell’Arco.
Il Duomo di San Gennaro
Il Duomo di Napoli è dedicato al patrono della città, San Gennaro, vissuto a cavallo del IV secolo d.C. e
morto durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Il Duomo fu costruito nel XVII secolo,
impreziosito dal contributo artistico dei maggiori artisti dell’epoca: lungo la navata destra è ubicata la
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Cappella del Tesoro di San Gennaro, capolavoro del barocco napoletano, ed i resti del Santo sono
contenuti in un busto reliquiario, vero e proprio capolavoro dell’oreficeria angioina.
È qui che ogni anno ha luogo il famoso “miracolo” di san Gennaro, la liquefazione del sangue del santo,
che richiama migliaia di turisti da tutto il mondo. Due sono le date in cui il miracolo avviene: il 19
settembre, giorno della festa del patrono, e il sabato che precede la prima domenica di maggio, data in
cui si celebra la fine dell’eruzione del Vesuvio del 1631.
La liquefazione del liquido durante la cerimonia è ritenuto foriero di buoni auspici per la città; al
contrario, si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi. In ogni caso,
descritto con scettico distacco o con stupita partecipazione, il miracolo è ancora oggi uno degli episodi
salienti della vita religiosa della città.
In uno dei lati del Duomo, si trova la Basilica di Santa Restituta, risalente al IV secolo. E’ la più vecchia
chiesa di Napoli, con colonne ricavate dal Tempio di Apollo, affreschi sul soffitto e resti archeologici dai
greci al medioevo. Il battistero risale, invece, al V secolo e conserva dei mosaici bizantini del XIV secolo.
La Beata Maria Vergine di Pompei
Il santuario è meta di pellegrinaggio per ben quattro milioni di fedeli all’anno: l’affluenza dei devoti, la
particolare benevolenza papale - specie durante il pontificato di Giovanni Paolo II - e la diffusione della
pratica del Rosario lo rendono uno dei fulcri principali della devozione mariana d’Italia e d’Europa.
L’istituzione della festività risale al 1875, quando, nella giornata del 13 novembre, la sacra immagine
rappresentativa del luogo - la Beata Vergine con il Bimbo in grembo, circondata da San Domenico e da
Santa Caterina da Siena - fu trasportata a Pompei avvolta in un panno di lino. In questa ricorrenza, i
fedeli possono accostarsi al quadro per chiedere grazie, recitare suppliche o semplicemente esprimere
gratitudine per il dono della fede. Le date principali della devozione mariana a Pompei sono l’8 maggio
e la prima domenica di ottobre, quando si recita la supplica alla Madonna del Rosario nella Basilica di
Santa Maria a Pugliano, sita ad Ercolano, il più antico santuario mariano dell’era vesuviana.
La Madonna dell’Arco
A Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, sorge il celebre santuario della Madonna dell’Arco. La
fondazione della chiesa, che raccoglie intorno a sé oltre due milioni di fedeli l’anno, è intimamente
connessa con il rito dei “fujenti” del Lunedì in Albis. L’immagine miracolosa della Madonna è custodita
all’interno di un piccolo tempio che sorge all’interno della chiesa. Particolarmente intenso il programma
culturale del Settembre all’Arco, che coinvolge anche i Domenicani.
2.2.5 Turismo termale
L’Italia è il paese europeo che vanta il maggior numero di stabilimenti termali, soprattutto grazie alla
sua particolare conformazione geologica, ricca di fenomeni vulcanici. Gli stabilimenti termali, però,
risultano concentrati solo in alcune regioni, primo fra tutti la Campania, seguita dal Veneto.
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In particolare, per quanto riguarda il Mezzogiorno, il territorio maggiormente interessato da fenomeni
idrotermali è quello campano dei Campi Flegrei, che comprende la zona costiera di Napoli, il golfo di
Pozzuoli e le isole vulcaniche di Ischia, Procida e Vivara. È un’area particolarmente ricca di sorgenti di
acqua sulfurea e di grotte con vapore naturale, che attraggono oggi consistenti flussi turistici.
L’offerta termale di questa zona, quindi, può essere distinta in due realtà, in base alle differenti risorse e
al diverso funzionamento, caratteristiche che attirano flussi turistici diversi: una riguarda le terme
peninsulari e l’altra il polo termale di Ischia.
Le terme peninsulari sono distribuite su gran parte del territorio regionale, ma si concentrano
soprattutto nella provincia di Napoli e, in taluni casi, sono inserite in contesti ad alta potenzialità
turistica, mentre in altri si trovano a ricoprire un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’economia
della realtà di appartenenza.
Il polo termale di Ischia, invece, ha un’importanza ed una rilevanza internazionali, non solo perché
rappresenta il vero punto di riferimento del turismo termale, dato che ospita circa il 79% delle strutture
termali della regione, ma anche per la sua inclinazione al mercato turistico in generale.
Inoltre, per quanto riguarda la loro distribuzione territoriale, notiamo che le terme peninsulari sono
caratterizzate dalla presenza di un unico grande stabilimento termale, a differenza del polo di Ischia,
che è costituito prevalentemente da microstrutture, di pertinenza delle strutture alberghiere.
Per quanto riguarda il tipo di turisti, si registra un rilevante peso da parte degli stranieri, in termini di
arrivi e presenze, sopratutto nel comune di Vico Equense, seguito dai comuni di Castellammare,
Napoli, Pozzuoli e Ischia.
La durata della fruizione dei sevizi termali è variabile, da semplici weekend a vacanze di una o due
settimane. Durante questo tipo di soggiorni, comunque, la motivazione legata all’attività termale può
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eventualmente affiancarsi alla scoperta del territorio circostante in generale e del suo patrimonio
storico, artistico, archeologico. I valori della permanenza media relativi ai comuni che ospitano gli
stabilimenti termali, infatti, lo confermano, perché sono in grado di cogliere segnali sul peso delle
motivazioni del soggiorno diverse dal termalismo e sul ruolo di quest’ultimo nei singoli comuni.
Le terme peninsulari
Le destinazioni termali peninsulari non sembrano brillare per la capacità di attrarre flussi turistici
internazionali. Per quanto concerne le aree di provenienza, i turisti stranieri rappresentano, infatti,
meno dell’1% della clientela.
Questo dato è in contrasto con quello relativo agli arrivi ed alle presenze nelle località che ospitano
stabilimenti termali. Ciò vuol dire che la difficoltà nell’attrarre turisti stranieri è da ricercarsi nelle
motivazioni, che sembrano non coincidere con la domanda di prodotto termale.
Emerge, pertanto, la necessità di integrare l’offerta termale con le altre forme di turismo presenti sul
territorio, andando ad incidere anche sulla stagionalizzazione dei flussi di domanda. Per far ciò, è
importante considerare il periodo di apertura degli stabilimenti e l’analisi mensile sull’affluenza
turistica. Per quanto riguarda il primo aspetto, oltre il 50% delle strutture sono aperte tutto l’anno,ma
l’affluenza turistica raggiunge il suo massimo solo nei mesi estivi. Ne deriva che l’offerta termale,
nonostante sia uno strumento potenziale per la destagionalizzazione dei flussi turistici perché fruibile
in tutti i mesi dell’anno, in alcune realtà termali presenta caratteristiche di forte stagionalità.
Il polo di Ischia
Il territorio ischitano offre una notevole ricchezza termale, espressa dall’abbondanza e dalla varietà di
acque presenti nei diversi comuni dell’isola. Si contano ben 29 sorgenti termali , da cui scaturiscono 6948
gruppi fumarolici e 100 emergenze sorgive, molte delle quali trovano utilizzo in idrologia medica .49
Nell’isola d’Ischia è ubicato poco meno del 79% degli stabilimenti termali regionali . Si tratta di un50
comparto diffusamente distribuito nei 6 comuni dell’isola: accanto a circa 10 stabilimenti termali, di cui
Genesi dell’isola d’Ischia e delle sue acque termominerali, B. Santi48
Risorse idrotermali dell’isola d’Ischia, F. Grossi49
Dati Federterme, Associazione Termalisti e Albergatori dell’Isola d’Ischia50
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5 veri e propri parchi termali, vi sono 80 alberghi termali di differenti categorie. In particolare, gli
alberghi termali, il cui periodo medio di apertura va da aprile ad ottobre, rappresentano circa il 26% del
totale degli esercizi alberghieri ischitani e presentano circa il 45% del totale dei posti letto .51
Questi semplici numeri danno una chiara idea delle notevoli potenzialità dell’isola in termini di
prodotto turistico termale.
Il sistema turistico dell’Isola di Ischia è sicuramente uno dei più completi e complessi presenti sul
territorio campano, perché le motivazioni dei turisti sono variegate e non sempre esclusivamente legate
alle cure termali. Dall’analisi dei dati emerge una forte concentrazione degli arrivi e delle presenze nei
comuni di Ischia e Forio, in cui sono ubicati il 60% degli alberghi termali ed il 58% circa di quelli
convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale .52
Il dato più interessante è sicuramente quello riferito agli stranieri: relativamente ad arrivi e presenze,
Ischia che primeggia soprattutto per la componente degli stranieri. La provenienza e la naturale
inclinazione al turismo internazionale dell’offerta ischitana è confermata dall’analisi dei flussi di turisti
stranieri, che presentano una provenienza diversificata.
Dati Associazione Termalisti dell’Isola d’Ischia, Associazione Albergatori dell’Isola d’Ischia51
Dati Associazione Termalisti dell’Isola d’Ischia52
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Per quanto concerne la distribuzione durante l’anno, il movimento turistico si concentra nei mesi da
aprile a ottobre, in cui si riscontra circa l’85% degli arrivi e circa il 79% delle presenze .53
2.2.6 Turismo enogastronomico
Nel corso degli ultimi decenni, si è verificata una differenziazione della domanda turistica a favore di
nuovi tipi di turismo: il turismo ambientale, interessato a cogliere gli aspetti naturalistici del territorio;
il turismo culturale, che ricerca gli aspetti del patrimonio culturale e della civiltà della comunità locale;
il turismo enogastronomico, volto alla ricerca di sapori tradizionali dei luoghi che si visitano.
Quest’ultimo, in particolare, presuppone che il cibo e il vino assumano un ruolo di vettore della cultura
e dell’identità di un luogo.
Il turismo enogastronomico merita una particolare attenzione in virtù dei forti tassi di crescita di questo
mercato a livello nazionale e internazionale, nei confronti del quale l’Italia detiene un evidente
vantaggio competitivo.
In questo contesto, la Campania possiede una quantità di risorse e una fama associata ad alcuni
prodotti di grandissima diffusione entrambe non ancora sufficientemente valorizzate. La principale
destinazione turistica è la provincia di Napoli, che, oltre che per la straordinaria offerta di arte, storia e
cultura, è famosa anche per l’offerta enogastronomica di cui dispone. Nell’ultimo triennio, infatti, è
cresciuto esponenzialmente il numero dei turisti americani che raggiungono la città per frequentare
corsi di cucina, per sperimentare cibi e vini e percorrere itinerari del gusto. Non è, dunque, solo l’offerta
balneare ad attrarre in Campania i turisti stranieri, ma anche quella enogastronomica.
Dati AACST isola d’Ischia53
!40
Non a caso, le linee strategiche per lo sviluppo turistico in questa zona puntano anche alla promozione
di strutture e servizi finalizzati al turismo enogastronomico, supportati da incisive campagne formative
e di comunicazione, fondamentali nel caso delle aree interne.
Napoli, ma anche la sua provincia, è un territorio votato ad una tradizione gastronomica ricca di sapori
e frutto di quella vera passione che ha permesso di sviluppare una ricchissima varietà di piatti. Lo
dimostra l’incredibile offerta di punti di ristoro, disseminati su tutta la superficie della città
metropolitana: ad ogni angolo di strada è possibile trovare innumerevoli specialità del territorio, nei
ristoranti o nelle trattorie dove ogni piatto racconta un pezzo di storia della città, a cominciare dalla
pizza, il simbolo per eccellenza del capoluogo campano, una ricetta tramandata da secoli e da preparare
rigorosamente nel forno a legna. Da non sottovalutare è il fenomeno dello streetfood, che negli ultimi
anni si è sviluppato, che unisce la bontà dell’offerta enogastronomica con la possibilità di usufruirne a
prezzi conenuti.
Ma di tradizione napoletana è anche la parmigiana di melanzane, un piatto 'a strati' con melanzane
fritte alternate a strati di mozzarella, salsa di pomodoro, basilico e fiordilatte. Una cottura al forno
rende questo piatto ricco di storia, davvero speciale.

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3
LA PROVINCIA DI SALERNO
3.1 Geolocalizzazione
La provincia di Salerno è una provincia italiana della Campania, che conta 1.106.506 abitanti . Si54
estende su una superficie di 4.918 km² e comprende 158 comuni, rendendola la prima provincia
campana per numero di comuni.
Dati demografici ISTAT, www.demo.istat.it - 31 dicembre 201554
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Superficie 4.954,16 km2
Abitanti 1.106.506 (31-12-2015)
Densità 223,39 abitanti/km2
Comuni 158 comuni
Province confinanti Avellino, Napoli, Potenza
Turismi Balneare, Culturale, Ambientale,
Termale, Enogastronomico
Affacciata a sud-ovest sul mar Tirreno, confina a nord-ovest con la città metropolitana di Napoli, a nord
con la provincia di Avellino e ad est con la provincia di Potenza.
3.2 L’offerta turistica della provincia di Salerno
La provincia di Salerno occupa una posizione geografica privilegiata, poiché comprende la Costiera
Amalfitana e la Costiera Cilentana, per un totale di circa 200 chilometri di coste. E’ il capoluogo di una
tra le province più grandi d’Italia e, inoltre, circa il 60% del proprio territorio è protetto dall’UNESCO.55
All'interno del territorio della Provincia di Salerno ricadono, infatti, ben due Patrimoni dell'Umanità
dell’UNESCO , la Costiera amalfitana e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che comprende56
i siti archeologici di Paestum, Elea-Velia e la Certosa di Padula.
L’offerta turistica della provincia, quindi, è varia e variegata, e comprende soprattutto il settore
balneare, ambientale, ma anche, in misura minore, i settori termale, culturale ed enogastronomico. La
complessità di tale offerta consente di registrare movimenti turistici sostanziosi in tutta la provincia,
concentrati soprattutto nel capoluogo di provincia e sulle coste: nel 2012, l’ISTAT ha registrato più di 1
milione di arrivi e 6,5 milioni di presenze.
Salerno e il suo golfo, www.salernoturistica.it55
Siti UNESCO in Campania, MiBACT, www.campania.beniculturali.it56
!43
Nonostante siano dati importanti, paragonandoli a quelli del 2009, si è segnalato un calo
rispettivamente del 14% e del 12,7%, anno in cui la provincia di Salerno si era rivelata la prima
provincia campana per permanenza media turistica (5,9 giorni) e seconda provincia campana per
concentrazione di domanda turistica, dopo la città metropolitana di Napoli .57
3.2.1 Turismo balneare
Secondo i dati elaborati dall’ente di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) e dal Banco di Napoli, il
Mezzogiorno si compone di 180 comuni a vocazione turistica, di cui ben 45 appartengono alla regione
Campania e sono essenzialmente località turistiche di interesse balneare. Su questi 45 comuni, 20
(44,4%) si trovano in provincia di Salerno, 15 dei quali sono a vocazione balneare.58
Il rapporto: Salerno prima per permanenza media di turisti, Corriere del Mezzogiorno, www.sr-m.it - 13 luglio 201157
Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201158
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Il litorale della provincia di Salerno è composto essenzialmente dalla Costiera Amalfitana e da quella
Cilentana, entrambe annoverate tra le costiere più belle al mondo, grazie ai panorami vari e
caratteristici: da un lato è possibile rilassarsi su spiagge rocciose, circondate da costoni a picco nel mare
e ambienti ancora incontaminati, raggiungibili soltanto via mare, e dall’altro è possibile trovare lunghe
spiagge di sabbia finissima, come quelle della splendida città archeologica di Paestum, caratterizzate
dalla presenza di numerosi stabilimenti balneari, attrezzati per un turismo soprattutto familiare.
Le più note località turistiche balneari a livello internazionale, situate nella provincia di Salerno, sono,
per quanto riguarda la Costeria Amalfitana, Amalfi, Positano, Praiano, Maiori e Minori; mentre, per la
Costiera Cilentana, troviamo Sapri, Scario, Santa Maria di Castellabate, Marina di Camerota, Paestum,
Elea, Agropoli e Palinuro.
Amalfi risulta essere la circoscrizione turistica con il maggior numero di arrivi turistici, mentre
primeggia Paestum per quanto riguarda le presenze turistiche .59
Costiera amalfitana
La costiera amalfitana è uno dei tratti di costa più famosi al mondo, simbolo dell'Italia all'estero ed uno
dei punti d'eccellenza del turismo nazionale. L'area geografica si estende per qualche decina di
chilometri lungo la costa che s'affaccia sul Golfo di Salerno, dalla più orientale Vietri sul Mare fino a
Positano.
La costa, divenuta nel 1997 patrimonio dell'umanità UNESCO, prende il nome dalla città di Amalfi, che
costituisce il cuore della stessa, non solo geograficamente ma anche storicamente. I comuni che fanno
parte della costa sono quindici: Vietri sul Mare, Cetara, Maiori, Tramonti, Minori, Atrani, Scala,
Sant'Egidio del Monte Albino, Ravello, Amalfi, Conca dei Marini, Furore, Praiano, Corbara e Positano.
Amalfi, antica Repubblica Marinara, primeggia con le sue irte viuzze e gli splendidi capolavori
architettonici, in primis il Duomo di Sant’Andrea Apostolo, in stile arabo-siciliano, ricostruito in forme
barocche nel ‘700, con la meravigliosa scalinata e il suo incantevole Chiostro Paradiso.
Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201159
!45
Vietri sul mare, il cui centro abitato si estende a ridosso della costa, è la culla della maiolica, un
particolare tipo di ceramica, che, non a caso, ricopre la cupola della splendida chiesa di San Giovanni
Battista e la facciata dell’Arciconfraternita dell’Annunziata e del Rosario.
I borghi di pescatori di Cetara e Maiori rappresentano i centri balneari più frequentati, grazie alla loro
spiaggia di sabbia fine. Entrambi i comuni vantano chiese rivestite da cupole di mattonelle maiolicate: a
Cetara troviamo la Chiesa di San Pietro e a Maiori la Chiesa di Santa Maria a Mare.
Minori rappresenta l’Eden della Costiera per il clima ventilato e fresco, mentre Ravello, adagiata a 350
metri di quota, è uno degli incanti della costiera per l’eleganza delle sue ville.
Infine, Positano domina la parte occidentale della costa, con il pittoresco centro storico, le incantevoli
spiagge e le limpide acque.

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Nonostante l’esistenza di numerose attrattività, sia naturalistiche che antropiche, i dati sulle
performance in termini di flussi di arrivi e presenze mostrano come la Costiera Amalfitana abbia
registrato una dinamica altalenante negli ultimi anni, mantenendo una certa costanza per quanto
riguarda la prevalenza degli stranieri sugli italiani.
La domanda turistica straniera, infatti, ha un forte peso su quella totale per quanto riguarda le località
di Ravello e Positano, sia in termini di arrivi che di presenze .60
Tale condizione, tuttavia, non risulta essere omogenea in tutto il territorio salernitano, a causa
soprattutto della localizzazione delle strutture ricettive, che vede contrapporsi una congestione della
fascia costiera rispetto alle località collinare e montane. Basti pensare che su 835 esercizi ricettivi, la
distribuzione per Comune evidenzia una concentrazione pari al 23% su Positano, seguita da Amalfi,
Praiano e Ravello, contro soltanto 18 unità ubicate ad Atrani e 7 a Cetara.61
Costiera cilentana
La costiera cilentana rappresenta il tratto di costa campana compreso tra il golfo di Salerno e il golfo di
Policastro, nel Cilento. Si estende dal caratteristico borgo di Agropoli, passando per Santa Maria di
Castellabate, Ascea, Acciaroli, Punta Licosa - uno dei primi parchi marini d’Italia, meta degli
escursionisti subacquei e di tutti gli amanti della natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento
e Vallo di Diano -, fino ad arrivare a Palinuro, la più mondana e famosa località balneare del Cilento.
Quest’ultima, in particolare, si contraddistingue per spiagge bellissime e una costa ricca di anfratti e
grotte marine, tra le quali la più famosa e visitata è senza dubbio la Grotta Azzurra.
La costiera cilentana ha un’offerta balneare molto varia: il mare si caratterizza per il continuo
susseguirsi di tratti di costa raggiungibili soltanto via mare, intervallati da spiagge sabbiose e di facile
accesso. Infatti, questo segmento di costa è noto per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle
acque di balneazione. Non a caso, ogni anno molte località della costiera vengono premiate con le
Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201160
Dati risalenti al dicembre 201261
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bandiere blu e le vele assegnate da Legambiente: per l’estate 2016, la Campania conferma 14 Bandiere
Blu di cui ben 11 appartenenti alla costiera cilentana .62
Grazie al Progetto Cilento Blu Club, promosso dalla Regione Campania, dalla Provincia di Salerno,
dall'Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e dall'Ente Provinciale per il Turismo
di Salerno, gli ultimi dati sulle presenze turistiche rilevano un graduale incremento di turisti in
Campania, interessando in modo particolare le località della fascia costiera del Cilento. Una sinergia
sviluppata anche attraverso il progetto Terre d’aMare, promosso dall’Assessorato al Turismo e ai Beni
Culturali della Regione Campania, che ha consentito ai turisti di fruire dei tesori del Cilento grazie ai
collegamenti marittimi e all’implementazione di itinerari culturali in bus.63
Inoltre, il territorio del Cilento offre 209 alberghi e più di 1.000 esercizi extra-alberghieri, di cui circa 500
sono case per vacanze o alloggi in affitto.
3.2.2 Turismo culturale
Il territorio della provincia di Salerno fa della varietà dell'offerta turistica il suo innegabile punto di
forza: una terra antica, la cui storia si può leggere nei numerosi monumenti che rappresentano un vero
e proprio museo e, quindi, un’esperienza indimenticabile per i tanti turisti amanti dell'arte e della
cultura.
Partendo da Salerno città, i luoghi d’arte più visitati sono i due monumenti più caratteristici: il Castello
medievale di Arechi, che assunse una grande importanza nell'VII secolo con il principe longobardo
Arechi II, da cui prende il nome; il Duomo di San Matteo, edificio arabo-normanno che esibisce una
struttura tra le più radicate del Romanico meridionale.
Il tema della sacralità è uno dei temi conduttori anche delle opere artistiche delle sopracitate costiere.
Infatti, a Padula, nel Cilento, si può ammirare la Certosa di San Lorenzo, uno dei più grandi
monumenti religiosi dell’Italia meridionale. Per quanto riguarda la costiera amalfitana, invece,
l'attenzione è su Amalfi, che con il suo Duomo, unico nel suo genere, accoglie le spoglie di Sant’Andrea
Apostolo e domina la piazza principale. Inoltre, nella città della musica, Ravello, sulla stessa piazza su
cui affaccia il Duomo, si leva la magnificente Villa Rufolo, amata dal compositore Wagner.64
Bandiere Blu 2016: Cilento leader in Campania, La Città di Salerno, lacittadisalerno.gelocal.it - 11 maggio 201662
Progetto Cilento Blu Club, BURC Regione Campania - 28 gennaio 201663
Tematismi: I luoghi d’arte, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it64
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Sito archeologico di Paestum
Notevole importanza nel turismo internazionale ha l'area di Paestum, grazie alla sua millenaria storia
di colonia prima greca e poi romana.
Paestum è stata molto probabilmente una delle più grandi città greche sulla costa del Mar Tirreno in
Magna Grecia. Dopo la sua fondazione da coloni greci con il nome di Poseidonia, fu conquistata dai
Lucani e più tardi dai Romani. I Lucani la ribattezzarono Paistos, mentre i Romani diedero alla città il
suo nome attuale.
Gli scavi di Paestum sono noti per i loro tre antichi templi greci, Nettuno, Hera e Cerere, che ancora
oggi si presentano in un ottimo stato di conservazione. I templi di Nettuno e di Hera si trovano uno
accanto all'altro nella parte meridionale del sito, mentre il più piccolo, il tempio di Cerere è all'estremità
settentrionale.
Il Tempio di Era è il più antico dei tre templi, costruito circa intorno al 550 a.C., mentre il Tempio di
Nettuno viene considerato come l'esempio più perfetto dell'architettura dorica templare in Italia e in
Grecia. Per quanto riguarda il Tempio di Cerere, costruito circa cinquant'anni prima del Tempio di
Nettuno e 50 anni dopo quello di Hera, esso possiede delle particolarità che lo distinguono dagli altri
due templi e lo rendono uno dei più interessanti dell'architettura greca, come il frontone alto e il fregio
dorico, composti da larghi blocchi di calcare, i quali rendono questo tempio unico nel suo genere.
La parte centrale del sito è costituito dal Foro Romano, con ampie fondamenta di vari edifici pubblici e
privati. Inoltre, nella parte nord-ovest del Foro si trova un piccolo anfiteatro romano, di cui solo la metà
meridionale è visibile.
Al di fuori dei templi di Paestum, possiamo trovare i resti della città vecchia nella frazione moderna del
comune di Capaccio, in provincia di Salerno.65
Ad oggi, il Circuito Archeologico di Paestum e Velia offre una visita al Museo Archeologico Nazionale
di Paestum e la possibilità di fare una piacevole passeggiata vicino ai templi, ma la recinzione che li
circonda impedisce l'accesso all’interno. Nonostante, nel 2015 il complesso ha registrato oltre 300.000
visitatori, realizzando introiti per oltre 1,5 milioni di euro.66
Sito Archeologico di Paestum, Live Salerno, www.livesalerno.com65
Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, www.beniculturali.it - Rilevazione 201566
!49
3.2.3 Turismo ambientale
La provincia di Salerno presenta diverse eccellenze ambientali, spesso riconosciute anche a livello
amministrativo. Il territorio accoglie, infatti, un parco nazionale, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo
di Diano, quattro parchi regionali (tra cui il Parco regionale dei Monti Lattari), diverse riserve naturali e
due aree marine protette. Di queste ultime, la più famosa è l’Area marina protetta di Punta Licosa,
prima area marina protetta in Italia prevista fin dal 1972 .67
Inoltre, come già detto prima, il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è stato riconosciuto,
insieme alla costiera amalfitana, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Inoltre, è riconosciuto anche
riserva della biosfera e primo Geoparco, tra i parchi nazionali italiani.
Parco Naturale Regionale dei Monti Lattari68
Il Parco Regionale dei Monti Lattari copre una superficie di circa 160 Km2 e abbraccia l’intera penisola
sorrentino-amalfitana e comprende alcune delle più suggestive località turistiche della regione, come
Positano, Amalfi e Ravello. Il suo complesso sistema di sentieri comprende anche quello che porta da
un versante all’altro della Penisola, chiamato Sentiero degli Dei.
Il territorio del Parco è disseminato di importantissimi centri storici, testimoni di una presenza
fortemente radicata dell’uomo, ma è anche caratterizzato dalla peculiare unione tra due elementi in
apparente contraddizione, il mare e la montagna, che ogni anno affascinano milioni di turisti e
viaggiatori.
Indagini acustiche e caratteri ambientali nell’area marina di Punta Licosa, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, www.conisma.it67
www.parcoregionaledeimontilattari.it68
!50
All’interno del parco, si evidenziano, per il comparto alberghiero ed extra-alberghiero, i comuni di
Positano, Maiori ed Amalfi.
Parco Nazionale Regionale del Cilento e del Vallo di Diano69
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è un vasto territorio di circa 180.000 ettari che ha saputo
conservare usi antichissimi, di grande valore salutistico ed ambientale. Quando gli è stata attribuita la
qualifica di patrimonio dell’umanità, gli sono stati aggiunti i siti archeologici di Paestum e Velia, la
Certosa di Padula, le Grotte di Pertosa e le Grotte di Castelcivita.
L'area del Cilento è oggi uno straordinario serbatoio di biodiversità in campo floro-faunistico, ma in
particolare per quanto riguarda le piante alimentari: nel 2010, infatti, il Parco è stato nominato primo,
tra i parchi nazionali, Geoparco italiano.
www.cilentoediano.it69
!51
Un'altra caratteristica è l'area ambientale incontaminata del Vallo di Diano, a 60 km da Salerno. Il Vallo
di Diano è un punto di riferimento per tutti coloro che amano la natura e la gastronomia, dalla Valle
delle Orchidee a Sassano alle Grotte di Pertosa, dalle escursioni trekking per i sentieri del Cervati ai
Boschi di Sanza. Il territorio ospita anche complessi ipogei di grande interesse, fra i quali si citano le
Grotte di Castelcivita, con uno sviluppo di oltre 4 km, le Grotte di Pertosa, da visitare in parte in barca,
le Grotte del Bussento sul fiume omonimo. Le grotte di Castelcivita, inoltre, insieme a quelle di Pertosa,
sono l’attrattiva naturalistica principale dei monti Alburni.
Il Parco offre una moltitudine di escursioni, dalle passeggiate a piedi o in mountain bike al trekking, per
un totale di 15 itinerari naturalistici proposti dalle guide, alcuni facilmente accessibili, altri riservati ai
più esperti. Anche le attività praticabili a contatto con la natura sono numerose, tra cui il birdwatching,
le immersioni subacquee e i percorsi speleologici amatoriali.
Per quanto riguarda il settore alberghiero, il comune che possiede più strutture e un numero maggiore
di posti letto è Capaccio. Nel comparto extra-alberghiero, invece, è il comune di Camerota quello che ha
la maggiore offerta ricettiva.

!52
!53
3.2.4 Turismo termale
In provincia di Salerno sono presenti due importanti stazioni termali: Contursi Terme e Montesano
sulla Marcellana, che costituiscono un punto di riferimento per tutto il Meridione.
Oltre a richiamare centinaia e centinaia di visitatori dalla provincia di Salerno, le terme di Contursi e
Montesano sono rinomate anche al di fuori del territorio provinciale. In particolare, Contursi Terme
beneficia delle acque del fiume Sele, mentre Montesano sulla Marcellana della sorgente di Santo
Stefano.
Gli stabilimenti di Contursi Terme e Montesano sulla Marcellana sono dotati di numerosi alberghi e
altre strutture ricettive attrezzate per rendere il soggiorno di pazienti e visitatori più confortevole
possibile. Inoltre, durante tutto l’anno, ma soprattutto in estate, sono animate da eventi, spettacoli e
manifestazioni.70
Terme di Contursi
Il comune di Contursi Terme è un centro turistico-termale situato a nord della provincia di Salerno e si
trova nell'Alta Valle del fiume Sele. Le terme erano conosciute sin nell’antichità: già nel I secolo d.C.,
Plinio il vecchio scriveva riguardo le proprietà delle acque termali, nel corso del Novecento, il sito ha
acquisito un’ulteriore fama, allorquando ha iniziato a svilupparsi il turismo termale.
Oggi, il Sele, pur avendo perduto parte consistente delle sue acque e pur non sottraendosi all'avanzata
di un inquinamento generale, resta sempre uno dei fiumi più sani e più belli d'Italia e questo fa sì che le
acque di Contursi Terme siano tra le più prodigiose del mondo.
Negli ultimi anni, il polo termale ha completamente rinnovato ed arricchito l’offerta termale, elevando
gli standard dei servizi e diventando un punto di riferimento per uno dei settori maggiormente in
crescita nel panorama nazionale.71
3.2.5 Turismo enogastronomico
La gastronomia tipica è un elemento attrattivo dell’offerta turistica e la provincia di Salerno non fa
eccezione. Il Cilento, in particolare, è da sempre sinonimo di sana e buona cucina: non a caso, siamo
nella patria della Dieta Mediterranea, nata proprio a Pioppi, sulla costa cilentana, ad opera del
nutrizionista statunitense Ancel Keys, il quale condusse gli studi sull'alimentazione che portarono alla
sua definizione, poi divenuta patrimonio immateriale dell’umanità .72
L’enogastronomia tipica della provincia di Salerno è tra le più ricche in Italia proprio perché è legata ad
un territorio tra i più vari dal punto di vista paesaggistico. Non c’è paese della provincia salernitana che
Contursi Terme e Montesano sulla Marcellana: stazioni termali in provincia di Salerno, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it70
Dati forniti da EPT Salerno, www.eptsalerno.it71
Ancel Keys: l’inventore della dieta mediterranea, Fondazione Veronesi, www.fondazioneveronesi.it - 4 luglio 201172
!54
non sia contraddistinto da una propria specialità enogastronomica, che sia un prodotto della terra, un
vino, un olio, un tipo di pasta e così via.
I prodotti tipici, DOP ed IGP, sono la seconda fonte di guadagno più proficua del territorio, dopo il
turismo: qui troviamo i limoni di Amalfi IGP - con cui si produce il famoso limoncello -, l’olio del
Cilento DOP, il carciofo di Paestum IGP, la mozzarella di bufala e il fico bianco del Cilento. Inoltre,
Cetara è famosa per il tonno, le alici e la loro colatura, a cui dedica una caratteristica festa gastronomica
nel mese di agosto.
Il Cilento, invece, è la terra di viti e di ulivi, del fico bianco, della soppressata di Gioi, del formaggio
caprino Casu, del Cacioricotta, e tante altre specialità gastronomiche come ad esempio i fusilli e i
cavatelli al sugo di castrato.
Tale patrimonio richiama ogni anno centinaia di turisti, che accorrono da tutto il mondo in occasione
delle varie sagre. Nel territorio, infatti, vengono organizzati numerosi eventi di promozione
enogastronomica: ad esempio, l’evento gastronomico e folcloristico GustaMinori, che si tiene ogni anno
a settembre a Minori, offre, tra le specialità proposte, le melanzane al cioccolato, prodotto tipico della
costiera amalfitana.
Inoltre, anche i ristoranti tipici fanno da miscelatori dei prodotti tipici: numerose strutture agrituristiche
offrono la possibilità di approfondire il contatto con le specialità enogastronomiche con dei corsi pratici
e teorici sui loro processi di produzione e preparazione.73
L’enogastronomia in provincia di Salerno, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it73
!55
4
LA PROVINCIA DI CASERTA
4.1 Geolocalizzazione
La provincia di Caserta è una provincia italiana della Campania con 923.931 abitanti . Il suo capoluogo74
è Caserta.
Dati demografici ISTAT, www.demo.istat.it - 31 agosto 201474
!56
Superficie 2.651,35 km2
Abitanti 923.931 (31-08-2014)
Densità 348,48 abitanti/km2
Comuni 104 comuni
Province confinanti Benevento, Campobasso, Frosinone,
Isernia, Latina, Napoli
Turismi Culturale, Enogastronomico,
Ambientale
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  • 1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO Tesina di GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA: “Indagine sul prodotto turistico in Campania e strategie di valorizzazione” Anno Accademico 2015-2016 A cura di: Martina Addonizio Giuseppina Guarino Elena Matarangolo

  • 2. INDICE 1 LA REGIONE CAMPANIA 1.1 Geolocalizzazione e cenni storici 4 1.2 Turismo e prodotto turistico 5 1.2.1 Turismo culturale 7 1.2.2 Turismo balneare 9 1.2.3 Turismo ambientale 10 1.2.4 Turismo religioso 12 1.2.5 Turismo termale 13 1.2.6 Turismo enogastronomico 15 2 LA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI 2.1 Geolocalizzazione 18 2.2 La ricchezza di Napoli 19 2.2.1 Architettura religiosa 20 2.2.2 Musei 21 2.2.3 Siti archeologici 21 2.2.4 Cucina napoletana 21 2.3 L’offerta turistica di Napoli e provincia 22 2.3.1 Turismo culturale 25 2.3.2 Turismo balneare 29 2.3.3 Turismo ambientale 32 2.3.4 Turismo religioso 35 2.3.5 Turismo termale 36 2.3.6 Turismo enogastronomico 40 3 LA PROVINCIA DI SALERNO 3.1 Geolocalizzazione 42 3.2 L’offerta turistica della provincia di Salerno 43 3.2.1 Turismo balneare 44 3.2.2 Turismo culturale 48 3.2.3 Turismo ambientale 50 3.2.4 Turismo termale 54 3.2.5 Turismo enogastronomico 54 4 LA PROVINCIA DI CASERTA 4.1 Geolocalizzazione 56 4.2 L’offerta turistica della Provincia di Caserta 57 4.2.1 Turismo culturale 58 4.2.2 Turismo enogastronomico 58 4.2.3 Turismo ambientale 59 !2
  • 3. 5 LA PROVINCIA DI BENEVENTO 5.1 Geolocalizzazione 63 5.2 L’offerta turistica della Provincia di Benevento 64 5.2.1 Turismo religioso 66 5.2.2 Turismo ambientale 67 5.2.3 Turismo termale 68 5.2.4 Turismo enogastronomico 69 6 LA PROVINCIA DI AVELLINO 6.1 Geolocalizzazione 70 6.2 L’offerta turistica della provincia di Avellino 71 6.2.1 Turismo ambientale 72 6.2.2 Turismo religioso 76 6.2.3 Turismo enogastronomico 78 7 L’AZIENDA AGRITURISTICA IN IRPINIA di Martina Addonizio 7.1 L’Italia e i suoi prodotti turistici 80 7.1.1 Internet, l’operatore turistico del Nuovo Millennio 82 7.1.2 Infrastrutture di trasporto 84 7.2 I nuovi turismi: il turismo dell’esperienza 85 7.2.1 Il turismo enogastronomico: definizione e requisiti 85 7.2.2 L’azienda agrituristica 87 7.3 La Campania enogastronomica 88 7.3.1 Il turismo enogastronomico in provincia di Avellino 89 7.3.2 L’imprenditoria giovanile in ambito enogastronomico 91 7.4 Indagine statistica sulle azienda agrituristiche irpine 93 7.4.1 Il questionario 94 7.4.2 Conclusioni 103 APPENDICE 105 BIBLIOGRAFIA 109
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  • 4. 1 LA REGIONE CAMPANIA 1.1 Geolocalizzazione e cenni storici La   Campania   (13670 km² di superficie) è una   regione italiana a statuto ordinario   dell'Italia meridionale di 5 851 433 abitanti (terza regione per numero di abitanti e prima per densità) . Incuneata1 tra il Mar Tirreno, a ovest, e l'Appennino meridionale, a est, la regione confina a nord-ovest con il Lazio, a nord con il   Molise   e a est con   Puglia   e   Basilicata. Oltre al capoluogo di regione   Napoli, le città capoluogo di provincia sono: Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Dati demografici ISTAT, aggiornati a novembre 2015 - www.demo.istat.it1 !4
  • 5. L'entroterra era abitato già nel III millennio a.C. da popolazioni sannite, osche e volsche. A partire dall'VIII secolo a.C. si svilupparono lungo la costa diversi insediamenti di popolazioni di civiltà greca dai quali ebbero origine le colonie magnogreche di Pithecusa, Cuma, Parthenope, Neapolis e Poseidonia. L'area costituì anche l'estremo limite meridionale dell'espansione etrusca. L'interno rimase invece abitato dalle stirpi dei Sanniti. Nella seconda metà del IV secolo a.C., con le guerre sannitiche la regione fu posta sotto l'influenza di Roma, che la ribattezzò “Campania Felix” in riferimento alla sua prosperità. Con il tramonto della civiltà romana, si disgregò anche l'unità politica della regione, che dal V secolo finì in gran parte sotto l'influenza longobarda e in misura minore sotto quella bizantina. Solo nel X secolo con l'ascesa della dinastia normanna la regione insieme a buona parte dell'Italia meridionale trovò unità politica sotto la corona del Regno di Sicilia. Dal XIII secolo al XIX, nonostante il susseguirsi delle dinastie angioine, aragonesi e borboniche, il regno di Napoli ed in particolare la capitale e la sua corte divennero uno dei principali poli culturali, artistici ed economici d'Europa. La marginalizzazione dell'area seguita all'unità d'Italia è alla base del declino economico e sociale che si registra dalla seconda metà del XIX secolo, usualmente indicato con la locuzione di questione meridionale.2 1.2 Turismo e prodotto turistico Il turismo in Campania è un’importante fonte di reddito. La regione vanta una storia millenaria: le prime città furono fondate dai greci, poi la regione divenne importante durante l’impero romano. Il turismo, quindi, è sostenuto dall'abbondante presenza di bellezze artistiche e naturalistiche che attirano ogni anno milioni di persone. Proprio in questo settore la regione trova il suo punto di forza: infatti, secondo alcuni studi del 2011 ad opera dell'Eurostat, la Campania è tra le top 20 delle regioni più visitate d'Europa e quinta in Italia dopo Toscana, Lazio, Lombardia e Veneto.3 Fonte Wikipedia - it.wikipedia.org2 Dati Eurostat, consultati il 5 giugno 2011 - www.qds.it3 !5
  • 6. Il turismo che attira la regione è diversificato, potendo rispondere ad ogni tipo di scelta da parte del visitatore: dal turismo storico-artistico al turismo religioso a quello balneare, fino ad arrivare al turismo naturalistico ed enogastronomico, con la rivalutazione delle aree interne del Sannio e dell'Irpinia .4 Negli ultimi anni la regione ha avuto un'importante crescita turistica, dopo alcuni anni di calo dovuti all'emergenza rifiuti regionale . All'estate 2012, la regione è stata di fatto l'unica in Italia ad avere dati5 positivi ed in crescita riguardanti il flusso turistico .6 Dati turistici su altri siti presenti in Campania evidenziano importanti primati che la regione detiene in ambito nazionale e mondiale. Il movimento turistico campano è concentrato in gran parte sulla costa e sulle isole del golfo, con le due province di Napoli e Salerno, che insieme raccolgono più del 90% delle presenze. Tra le mete più ambite spiccano i dati relativi a Capri, che risulta essere l'isola minore più visitata in Italia , ed il Vesuvio, vulcano più visitato e conosciuto al mondo . È da registrare, inoltre, il7 8 crescente afflusso turistico verso il Cilento (Paestum e Certosa di Padula su tutte) .9 Stabile, invece, è il turismo della città di Caserta e Salerno, mentre ancora poco conosciuto è quello dell'Irpinia e del Sannio. Solo negli ultimi anni si è assistito ad un inizio di sviluppo per le zone interne con l’attivazione di alcuni nuovi alberghi e più che altro di agriturismi e B&B, che rappresentano le strutture tipiche della ricettività del turismo naturalista. Il turismo straniero in Italia, a cura della Direzione Centrale Programmazione e Comunicazione - www.enit.it4 campania.com, incampania.com - 5 giugno 2011.5 Vesuvio escluso dalle 7 meraviglie, www.ilmattino.it - 13 novembre 2011.6 Turismo di Capri, www.capri-welcome.net - 5 giugno 20117 Comune di Somma Vesuviana, www.comune.sommavesuviana.na.it - 5 giugno 20118 www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 5 giugno 20119 !6
  • 7. 1.2.1 Turismo culturale La cultura è alla base del turismo italiano: l’attrazione dovuta alla cultura rimane uno dei punti di forza del turismo italiano e addirittura sembra in crescita sui mercati internazionali, anche a fronte della crisi o della maturità di altri prodotti turistici tradizionali. Infatti, in Campania si trovano centri archeologici di rinomanza mondiale: i più famosi sono le rovine di Pompei ed Ercolano, le ville romane di Oplontis (Torre Annunziata), l’anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere, ma meravigliosi anche i templi greci di Paestum. !7
  • 8. In Campania si trovano 5 dei primi 20 siti italiani più visitati nel 2013 secondo il Ministero dei Beni e delle Attività culturali. La Campania annovera sei siti insigniti del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, terza regione italiana a pari merito con la Sicilia ; essi sono:10 1. Il centro storico di Napoli; 2. Il Palazzo Reale di Caserta, con il Parco, l’Acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leucio; 3. Le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata; 4. La Costiera Amalfitana; 5. Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia, e la Certosa di Padula; 6. Il Complesso di Santa Sofia a Benevento (all’interno del sito: i Longobardi in Italia, I luoghi del potere (568-774 d.C.). A trainare il turismo campano è lo straordinario patrimonio di arte e archeologia, che si fonda su grandi attrattori culturali. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, la Campania è al secondo posto tra le regioni italiane per numero di visitatori a musei e siti archeologico statali, superando nel 2014 la Toscana . Nella Top 30 stilata dal Ministero dei Beni11 culturali, figurano ben sei monumenti campani: I grandi attrattori culturali campani, ovvero quei beni culturali in grado di attrarre grandi numeri di visitatori, anche internazionali, possono interagire in maniera molto diversa con i luoghi nei quali insistono. Talvolta, i beni culturali si trovano ad essere “schiacciati” dai territori in cui si trovano o in altri casi non riescono ad incidere, se non marginalmente, nello sviluppo dei luoghi sui cui insistono. In altri casi, invece, l’attrattore può essere in grado di generare nuova domanda e nuova offerta ricettiva sul territorio circostante, oppure integrare l’offerta di un territorio più vasto ed esserne uno dei punti di forza. Siti UNESCO in Campania - www.campania.beniculturali.it/siti-unesco10 Impennata del turismo culturale: la bellezza salva la Campania, www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza - 29 giugno 201511 !8 Posizione Siti Visitatori 2 Scavi di Pompei 2.621.803 11 Reggia di Caserta 428.139 14 Scavi di Ercolano 351.068 15 Museo Archeologico Nazionale di Napoli 350.433 29 Templi di Paestum 260.000 30 Grotta Azzurra, Capri 254.000
  • 9. 1.2.2 Turismo balneare E’ fuori dubbio che la risorsa mare rappresenta una componente fondamentale dell’offerta turistica campana, non solo come elemento primario di richiamo, ma anche come sfondo delle molteplici risorse che la regione può offrire. Per quel che riguarda il turismo balneare, infatti, la Campania è al 2012 la regione con più bandiere blu tra le meridionali . Al 2016, le bandiere blu campane risultano essere 14,12 tra cui Anacapri, Agropoli, Palinuro e Positano .13 Tra i luoghi di mare che registrano elevato apprezzamento da parte dei turisti vi sono le tre isole del golfo di Napoli (Procida, Ischia e Capri), la costiera sorrentina e amalfitana - dove la qualità ambientale e l'offerta ricettiva raggiunge livelli di prestigio internazionale -, e quella cilentana. Le isole del golfo di Napoli hanno sempre attratto un turismo d’élite fin dall’epoca dell’impero romano. Capri, Ischia, Procida sono le mete principali, così come Sorrento e la costiera Amalfitana con i centri di Amalfi, Positano, Ravello e Vietri sul Mare e la meravigliosa costa del Cilento. Tante sono le località di soggiorno, i centri balneari e le stazioni termali. Negativo invece il turismo balneare lungo la costa casertana in quanto, con i suoi 66% di costiera inquinata, risulta essere la meno agibile d'Italia . Nell'estate 2012, la regione è stata l'unica in Italia a14 registrare un aumento delle presenze, avuto del +2,4% .15 Il segmento balneare è, quindi, un forte elemento di competitività per la regione, considerando anche la sua declinazione in molteplici prodotti, diversificati e distinguibili, oltre alla possibile unione con altre risorse che consentono di posizionare le destinazioni nel mercato all’interno di segmenti di nicchia, fino ad arrivare a pensarle inserite in “club esclusivi di prodotto”, accanto a poche altre realtà internazionali. Fondazione per l’educazione ambientale, it.notizie.yahoo.com - 15 maggio 201212 Bandiere blu 2016 a Napoli e in Campania: 14 le località premiate, due nella città metropolitana di Napoli, diarionapoletano.wordpress.com - 11 maggio 201613 ecodicaserta.it - 31 maggio 201114 Federalberghi: “Turisti in Campania, +2,4%”, corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 15 febbraio 201315 !9
  • 10. 1.2.3 Turismo ambientale Fra le nuove tendenze del turismo si concretizza sempre più quella del turismo ambientale, basato sull’osservazione e l’apprezzamento della natura, dei paesaggi e delle culture tradizionali. In linea con l’accrescimento della sensibilità verso l’ambiente che si riscontra nei Paesi avanzati, la domanda di turismo ambientale è attualmente in crescita e presenta potenzialità di sviluppo enormi. Nell’ambito del turismo “verde”, è possibile ritrovare una gamma variegata e complessa di attività all’aria aperta. Ciascuna delle attività che caratterizza il turismo ambientale possiede caratteristiche proprie, che col tempo sono state ampliate, ristrette o modificate nel tempo, oltre che dalle esigenze, dai gusti e dai bisogni del turista, anche dalle tendenze globali e dall’effetto traino, che condizionano il processo di scelta del turista. L’Italia, nonostante sia conosciuta soprattutto per il turismo balneare ed il turismo culturale delle città d’arte, possiede un patrimonio immenso di parchi e riserve naturali che indubbiamente la rendono uno dei maggiori potenziali competitor in questo settore. Purtroppo questo filone nella nostra nazione è ancora poco percepito e dunque, le potenzialità di esso ancora poco utilizzate, ragion per cui i servizi e l’offerta annessa al turismo verde non sono ancora molto sviluppati. Nonostante ciò, cominciano a vedersi i primi movimenti, di fatti nel 2006 circa il 75% dei tour operator nazionali ha inserito nel proprio catalogo, rivolto al mercato, pacchetti turistici natura. La Campania, in particolare, possiede due parchi nazionali, otto parchi regionali e sedici aree protette fra riserve regionali, statali, parchi sommersi e oasi. !10
  • 11. Come si evince dalla tabella e dal seguente grafico, il territorio protetto risulta occupare il 26% circa di tutta la superficie regionale. In virtù di queste considerazioni è possibile cogliere l’enorme potenziale della regione nel settore del Turismo-natura, potenziale non del tutto sfruttato. Il turismo ambientale dei parchi rappresenta un’offerta diretta al cliente finale, con grandi potenzialità, ma storicamente caratterizzata da notevoli carenze sul piano della promozione e della commercializzazione. Queste considerazioni sono maggiormente vere per la Campania che presenta una molteplicità di emergenze ambientali in grado teoricamente di attivare notevoli flussi di domanda. Questo tipo di !11
  • 12. offerta, inoltre, è di fatto carente, non tanto per le risorse di base, quanto, piuttosto, per la mancanza di un sistema di ospitalità funzionale. 1.2.4 Turismo religioso La difficoltà maggiore nello studiare il fenomeno del Turismo Religioso si riscontra nel fatto che nella quasi totalità dei casi non si hanno a disposizione studi e ricerche che analizzano dati e flussi in termini di arrivi, presenze, partenze, ecc. Una delle motivazioni è da ricercarsi nel fatto che, nella maggior parte delle situazioni, si tratta di un tipo di viaggio che si esaurisce in una giornata e, in più, è spesso organizzato da parrocchie e gruppi religiosi, non rientrante quindi nei monitorati circuiti turistici. Al di là di questa premessa, il primo studio sul Turismo Religioso risale al 2002: si tratta di un’indagine commissionata da Federalberghi alla Mercury, da cui emerse una situazione importante: un segmento che produceva un business da 3,5 milioni di euro l´anno, pari al 5% del fatturato del comparto turistico, con circa venti località di spicco nel nostro Paese (tra cui Pompei) .16 Ad oggi, secondo una ricerca dell’ISNART, in Italia il turismo religioso pesa sull’economia nazionale l‘1,5% sul totale dei flussi turistici, per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche, di cui 3,3 milioni di presenze straniere. I turisti stranieri sono circa il 60% del comparto: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei. Inoltre, i dati mostrano un aumento del 30% di visitatori provenienti dai17 Balcani diretti in Campania.18 Il trend del fenomeno è in crescita e dopo il calo fisiologico del “post- Giubileo”, negli ultimi anni il Turismo Religioso ha richiamato in Italia 40 milioni di visitatori l'anno, con un totale di circa 19 milioni di pernottamenti e un giro di affari indotto di oltre 4 miliardi di Euro, così come risulta dai dati forniti da Trademark Italia .19 Nonostante quella religiosa sia tra le motivazioni meno forti che spingono il turista ad intraprendere un viaggio, il dato non solo conferma che questa forma di turismo non risente dei grandi accadimenti a livello internazionale (attentati terroristici, eventi naturali, epidemie, ecc.), che danneggiano invece le tipologie turistiche tradizionali (vacanze e affari, leisure e business), ma che gli eventi religiosi nazionali hanno grandi effetti attrattivi sulla popolazione cattolica mondiale. Il turismo religioso è un trend di flussi che interessa, altresì, la bassa stagione, anche se rimane l’estate quella preferita, seguita dalla primavera con il 44,5%. Un comparto che potrebbe di fatto contribuire alla destagionalizzazione dei flussi. A fronte di questo incremento di domanda, si intensificano dal lato offerta strutture non tradizionali e sempre più specializzate nell’offrire ospitalità religiosa ed accoglienza; si tratta di conventi, santuari, eremi, case canoniche, istituti religiosi, convitti, centri spirituali, ostelli, case di spiritualità, abbazie, Turismo religioso: un giro d’affari di 3,5 miliardi di Euro, Mercury-Federlabeghi - 4 maggio 200216 Turismo religioso: analisi, dati e prospettive future, Formazione Turismo, www.formazioneturismo.com - 201317 BMT: è boom del turismo religioso, Repubblica, napoli.repubblica.it - 27 marzo 201518 Il turismo religioso - Cifre e tendenze di un fenomeno in forte sviluppo, Trademark - 200519 !12
  • 13. monasteri, foresterie, case vacanza e case per ferie; aumentano, inoltre, gli operatori specializzati nell’offerta di pacchetti e itinerari di Turismo Religioso in ogni regione d’Italia. In merito alla mappatura delle risorse religiose della Regione, la Campania sa rispondere con generosità ad innumerevoli bisogni di fede e spiritualità, offrendo al visitatore in cerca di rigenerazione interiore destinazioni fra le più suggestive (Pompei, Pietrelcina, Montevergine, San Gennaro). Una delle mete più privilegiate è il Santuario della Beata Vergine di Pompei che si distingue per l’importanza della struttura, le visite papali e la puntuale organizzazione dei riti. Da qualche anno a questa parte, poi, un posto d’onore, tra le visite religiose, spetta a Pietrelcina, paese natale di Padre Pio: qui i pellegrini, sono ospitati in strutture moderne e accoglienti, respirando, al tempo stesso, un’atmosfera ancora incontaminata. Napoli, dal canto suo, è universalmente famosa per la venerazione di San Gennaro: il culto del Santo protettore culmina nel ‘miracolo del sangue’ che, due volte l’anno, attira devoti e turisti da tutto il mondo. Ma sono tanti gli elementi che rendono la città partenopea una meta affascinante e ricca di sorprese per il pellegrino: dai presepi fatti a mano alla predilezione tutta napoletana per la musica sacra, fino ai sapori di una cucina che per le sue specialità può vantarsi di non temere confronti. Oltre alle mete più famose, tuttavia, numerose e altrettanto affascinanti tappe destano la spiritualità del visitatore religioso: il santuario della Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia; Il Duomo di Sant’Andrea ad Amalfi, San Gerardo Maiella, il Santuario di Roccamonfina, Sant’Angelo in Formis. Tutte mete, queste che consentono di incontrare luoghi dello spirito lontani dal frastuono metropolitano e, forse proprio per questo, tanto più affascinanti. 1.2.5 Turismo termale Il settore termale è un fenomeno complesso e articolato, che nel corso degli anni ha cambiato il proprio posizionamento, da un lato nell’ambito del servizio sanitario nazionale, dall’altro nel contesto delle attività turistiche. In questo contesto, il ruolo della Campania e delle sue terme appare di grande rilievo, visto che la regione, insieme a Veneto, Toscana ed Emilia Romagna si caratterizza anche come una delle grandi destinazioni termali italiane. Si può affermare che le terme esistono e svolgono una funzione sociale fin dall’antichità, in epoca egiziana, greca e romana. Fu soprattutto presso Roma che si svilupparono i bagni termali, visti anche come luogo di intrattenimento oltre che di relax e di purificazione del proprio fisico. L’evoluzione delle terme dal secondo dopoguerra ad oggi ha fortemente orientato lo sviluppo delle attività professionali interne agli stabilimenti, che ha reso le terme un’industria produttrice di beni e servizi destinati alla salute ed al benessere delle persone, con linee di prodotti articolate per tipologia di clientela. In parallelo si è sviluppata una nuova cultura dell’accoglienza con effetti sulla concezione dell’edificio e dell’ambiente termale e sull’organizzazione della rete dei servizi funzionali alle esigenze del cliente. !13
  • 14. La Campania costituisce una delle maggiori realtà termali del Paese. A livello nazionale la regione figura al primo posto per numero di imprese termali, che si aggira intorno alle 1149, pari a circa il 30% del totale nazionale, e dà lavoro a circa 4000 addetti fra fissi e stagionali. Il fatturato complessivo delle aziende termali campane copre approssimativamente il 18% del fatturato nazionale .20 In un’epoca di crescente competizione nel panorama turistico internazionale, le risorse termali regionali rappresentano una componente importante del turismo campano, che va opportunamente valorizzata nelle sue diverse parti e specificità. Le strutture campane si distribuiscono su un totale di 15 comuni, che rappresentano circa il 9% dei comuni termali distribuiti sul territorio nazionale. Si tratta di un panorama variegato: in taluni casi la presenza della struttura termale si inserisce in un contesto ad alta potenzialità turistica (si pensi al capoluogo campano, ai comuni della costiera sorrentina, ai comuni ischitani); in altri casi, invece, ha un ruolo pregnante nell’economia delle comunità di riferimento (si vedano per esempio i casi di Contursi, Telese). Fra i comuni termali al primo posto figura il comune di Napoli, con il 51% degli arrivi ed il 35% delle presenze, seguito dall’isola d’Ischia, prima per numero di presenze (49% circa) e che ospita il 28% degli arrivi. Fra i comuni minori di rilievo, interessanti i dati di Pozzuoli, Castellammare e Vico Equense. Pozzuoli, in particolare, presenta una buona quota di arrivi e di presenze anche grazie alla vicinanza al capoluogo campano. La durata della fruizione dei sevizi termali è variabile, passando da semplici week-end a vacanze di una o due settimane. Per quanto concerne la provenienza della clientela, gli arrivi dei turisti stranieri costituiscono circa il 47% del totale; relativamente alla permanenza media, la componente straniera presenta valori di circa 3,4 giorni, di poco inferiore a quella dei turisti italiani (circa 3,9).21 Dati Federterme, www.federterme.it20 Elaborazione su dati ISTAT - Federterme21 !14
  • 15. 1.2.6 Turismo enogastronomico Il nostro Paese è dotato di un patrimonio enogastronomico unico al mondo, che quindi rappresenta una risorsa strategica di primaria importanza. I cambiamenti antropologico-culturali hanno determinato una modifica nelle abitudini di consumo, sfociata in nuovi modi di concepire la vacanza: i turisti tendono sempre più a partecipare alle tradizioni culinarie del luogo che visitano, e ciò evidenzia un’osmosi tra la gastronomia e le risorse turistiche territoriali. Il turismo enogastronomico può essere tanto di massa quanto specializzato e alternativo: il turismo enogastronomico di massa predilige destinazioni metropolitane, marittime e montane, mentre quello specializzato mira ad un’offerta integrata, che comprende agriturismi, percorsi enogastronomici, località per trekking, luoghi di turismo spirituale e culturale. L’enogastronomia campana è una delle più apprezzate al mondo, protetta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Essa vanta numerosi prodotti riconosciuti in ambito nazionale ed europeo, ognuno dei quali presenta delle differenze tra le preparazioni culinarie delle singole province: 3 vini DOCG, 17 vini DOC, 13 prodotti DOP e IGP, e ben 111 prodotti tradizionali . Inoltre, nel22 territorio non mancano risorse culturali, naturali, religiose e termali, specialmente in prossimità delle aree fortemente attrattive del golfo di Napoli e Salerno. Da un’analisi dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania, finalizzata a validare il progetto integrato “Filiera Turistica Enogastronomica”, è emerso che nel territorio si possono evidenziare tre aree con diverse caratterizzazioni turistiche: - Aree a vocazione enogastronomica; - Aree con produzioni tipiche diffuse, ma prive di prodotti guida nella capacità di attrarre autonomamente flussi turistici; - Aree con produzioni tipiche la cui visibilità al momento è limitata dalla presenza di altri fattori economici-produttivi, sia turistici che commerciali. Il turismo enogastronomico è presente sia nelle aree costiere che in quelle più interne: nelle aree costiere, come la penisola sorrentina-amalfitana, le isole del Golfo e la Costa Cilentana, luoghi turisticamente già affermati, le risorse gastronomiche giocano un ruolo di semplice completamento ai pacchetti turistici tradizionali; nelle aree interne, invece, non sempre interessate dal fenomeno turistico, esistono valenze gastronomiche ed enologiche di eccellenza, che rendono il prodotto enogastronomico il maggiore attrattore di flussi turistici validi. Nella provincia di Avellino, è da citare sicuramente la produzione di vini DOC, quali Fiano e Greco di Tufo, e DOCG, come il Taurasi; nella provincia di Benevento annoveriamo la produzione di vini DOC, come Aglianico, Falanghina, Solopaca e Guardia Sanframondi. La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità, www.unesco.it22 !15
  • 16. Il turismo enogastronomico costituisce una rilevante opportunità di valorizzazione turistica per la Campania sia per le aree interne, fino ad ora al di fuori dei flussi turistici di massa, sia per quelle più conosciute, che possono rinnovare e differenziare la propria offerta turistica tradizionale. Specialmente nelle aree interne della Campania, esso trova la sua maggiore espressione negli agriturismi, aziende agricole che forniscono ospitalità e servizi di ristorazione tipica locale, situate in località rurali particolarmente amene. Le motivazioni della scelta di questa particolare forma di turismo sono legate soprattutto alla ricerca di un contatto diretto con la natura incontaminata e con il mondo rurale in genere, in contrapposizione alla frenesia della vita urbana, nonché alla ricerca di cibi e pietanze tipiche locali e di partecipazione a momenti culturali e tradizionali dell’area. A dimostrazione di ciò, nell’ultimo quinquennio il fenomeno agrituristico in Campania ha registrato un impulso positivo, derivante dalla maggiore attenzione che imprenditori e Amministrazione regionale vi hanno mostrato e dall’attuazione dei regolamenti comunitari, i quali hanno reso disponibili risorse finanziarie a favore di tale attività. Secondo un'indagine di Coldiretti Campania sugli agriturismi aderenti alla rete Terranostra Campania, il 2015 è stato un anno di incrementi significativi: le presenze di visitatori in agriturismo, infatti, sono aumentati di circa il 25% su base regionale. Un dato sostanzialmente omogeneo, con picchi del 30% nelle aree prossime ad attrattori culturali. Analizzando la provenienza, Coldiretti Campania stima che nelle zone vicine a musei e siti di interesse culturale gli arrivi in agriturismo sono costituiti da stranieri per circa il 60%.23 D’altro canto, in questo settore la Campania rivela ancora evidenti punti di debolezza, come la presenza di lacune infrastrutturali, la carenza di ricettività e di un’organizzazione dell’offerta adeguata alla domanda. Per quanto riguarda gli agriturismi in particolare, la loro offerta è frammentata e non sempre fruibile, restano sconosciuti al di fuori dei confini regionali e, essendo una forma di turismo a prevalenza escursionistica, hanno una bassa ricaduta sotto il profilo reddituale e occupazionale. Una delle strategie già attuate per incrementare i flussi turistici e valorizzare il patrimonio naturale di questi territori, al fine di favorire la crescita di reddito e di occupazione, sono stati ideati percorsi particolari, chiamate “Strade del vino”, lungo i quali insistono valori naturali, culturali, ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate, aperte al pubblico. Le “Strade del vino” hanno lo scopo di valorizzare e promuovere i territori ad alta vocazione vitivinicola, con particolare riferimento ai luoghi delle produzioni qualitative a denominazione di origine e costituiscono uno strumento di divulgazione, commercializzazione e fruizione in forma di offerta turistica integrata dei territori vinicoli e delle relative produzione. I percorsi delle strade del vino possono includere anche le produzioni DOP e IGP e le produzioni agro-alimentari tradizionali. Questa strategia, determinando una maggiore circolazione sul territorio, potrebbe dar luogo ad una maggiore permanenza dei turisti anche nei periodi differenti rispetto a quello estivo. Inoltre, un’efficace Campania, agriturismi in regione: +25% di visitatori, confermano dati MIBACT, www.coldiretti.it - 14 gennaio 201623 !16
  • 17. azione di formazione di stimolo all’imprenditorialità privata potrebbe trasformare le vocazioni territoriali campane in concrete possibilità di successo per gli attori locali e per il territorio. L’incremento registrato, tuttavia, conferma il legame tra cultura e territorio, dove i turisti scelgono di vivere un'esperienza diversa. Un turismo fatto di tempi e sapori diversi, congeniali a chi è alla ricerca di serenità e contatto con la natura, poiché chi sceglie il turismo culturale preferisce sempre più abbinare la scoperta del cibo sano e del paesaggio.
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  • 18. 2 LA CITTA’ METROPOLITANA DI NAPOLI 2.1 Geolocalizzazione L’ex provincia di Napoli, ad oggi denominata città metropolitana a seguito dell’entrata in vigore, dal24 1° gennaio 2015, della legge n.56 del 2014, si estende su una superficie di 1.171 km² e comprende 92 Una nuova Provincia per la Grande Napoli, Provincia di Napoli - 5 agosto 201124 !18 Superficie 1.171 km2 Abitanti 3.129.354 (30-07-2014) Densità 2.672,38 abitanti/km2 Comuni 92 comuni Province confinanti Avellino, Benevento, Caserta, Salerno Turismi Culturale, Balneare, Ambientale, Religioso, Termale, Enogastronomico
  • 19. comuni. Il territorio metropolitano è terzo in Italia per numero di abitanti e primo per densità abitativa, poiché conta oltre tre milioni di abitanti. Le coste del golfo affacciano sul mar Tirreno, a nord ovest nel versante flegreo confinano con il litorale domizio, a sud est con la costiera amalfitana; mentre l'entroterra confina a nord con il casertano e la Valle Caudina, a nord est con il baianese e il Vallo di Lauro, a est sul versante vesuviano con l'agro nocerino-sarnese; al centro è dominata dal Vesuvio. Per quanto riguarda la città, Napoli è un comune italiano che, da solo, conta quasi un milione di abitanti . Capoluogo, appunto, della città metropolitana di Napoli (ex-provincia) e della regione25 Campania, è il centro di una delle aree urbane più popolose e densamente abitate dell'Unione Europea. La città sorge al centro dell'omonimo golfo ed è dominata dal massiccio vulcanico del Vesuvio. Si estende ad est fino alla penisola sorrentina, ad ovest fino ai Campi Flegrei e a nord ovest-est fino al versante meridionale della piana campana. Inoltre, gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina. 2.2 La ricchezza di Napoli Dati demografici ISTAT - www.demo.istat.it - 19 gennaio 201625 !19
  • 20. Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo, che ne testimoniano l'evoluzione storico-artistica. A dimostrazione di ciò, nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità ,26 mentre nel 1997 l'apparato vulcanico del Vesuvio è stato eletto , sempre dall’UNESCO, tra le riserve mondiali della biosfera .27 L'area interessata dalla tutela comprende 14 quartieri: Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e Vicarìa e parte delle colline del Vomero e Posillipo. I quartieri di San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, San Lorenzo e Vicarìa, nello specifico, costituiscono il nucleo antico, corrispondente in buona parte all'area dei decumani. Il centro storico di Napoli è il risultato di 2800 anni di storia, in cui si sono susseguiti diversi stili architettonici, che testimoniano le varie civiltà che vi hanno soggiornato. Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, infatti, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica, che gli hanno donato un valore universale senza eguali.28 Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri abbandonano in uno stato di rovina e degrado tale patrimonio a sé stesso, specialmente quello più antico dei decumani :29 sono circa duecento le chiese che nel centro storico registrano gravi problemi strutturali, ma anche palazzi, fontane, obelischi, ecc . Per cercare di risolvere questo problema, nel 2012 è stato siglato un30 accordo tra la Regione Campania, il Comune di Napoli e il Ministero dei Beni Culturali, per far sì che l’Unione Europea stanziasse 100 milioni di euro, al fine di eseguire lavori di restauro dei monumenti del centro storico più a rischio .31 2.2.1 Architettura religiosa Per quanto riguarda l’architettura religiosa, le chiese di Napoli rappresentano testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche che coprono l'arco di diciassette secoli. La città possiede un numero spropositato di chiese e conventi, circa un migliaio: se si considerano solo le chiese storiche, esse arrivano a superare le 200 unità nel solo centro antico e le 350 nell'intero centro storico .32 Data la cospicua presenza sul territorio e dato il prestigio degli artisti che vi hanno lavorato al loro interno, gli edifici religiosi costituiscono una parte fondamentale del patrimonio monumentale cittadino. L’esempio più importante è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria Assunta, una delle più World Heritage Centre, UNESCO, whc.unesco.org - 4 luglio 201126 Le otto riserve della biosfera in Italia, UNESCO, unesco.it - 21 marzo 201227 Napoli: il Centro Storico, UNESCO, www.sitiunesco.it28 Patrimonio SOS: in difesa dei beni culturali e ambientali, Antonio Pariante, www.patrimoniosos.it - 21 giugno 200529 Napoli: la normalità dell’emergenza, Il Giornale dell'Arte, www.ilgiornaledellarte.com - 1 settembre 201230 Napoli: Centro storico, 100 mln fondi Ue per grande museo all'aperto, napoli.repubblica.it - 29 agosto 201231 Le Chiese di Napoli, www.chiesadinapoli.it - 5 settembre 201232 !20
  • 21. grandi della città e simbolo del patrimonio storico-artistico e del folclore locale. Infatti, nella cattedrale, ogni anno, si celebra il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro. 2.2.2 Musei Napoli vanta un'offerta museale molto vasta, che ospita le opere raccolte o donate alla città nel corso della sua storia. Tra i più importanti troviamo: - Il Museo Archeologico Nazionale, ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per la quantità delle opere esposte, risalenti principalmente all’epoca greco-romana; - Il Museo Nazionale di Capodimonte, situato nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei più grandi maestri italiani dal Rinascimento al barocco; - Il Museo Nazionale di San Martino, che raccoglie reperti relativi alla storia di Napoli; - Il palazzo Reale di Napoli. Oltre a questi, altri musei importanti anche a livello nazionale, per la qualità delle opere e per la loro natura, sono i musei scientifici, quali l’Osservatorio astronomico di Capodimonte, e, presso la Seconda Università di Napoli, il museo di anatomia umana. 2.2.3 Siti archeologici L'attuale forma del centro antico di Napoli rispecchia ancora l’impianto urbano risalente al periodo greco. Oltre a ciò, la Napoli greca ci ha lasciato altre testimonianze, dalle mura di piazza Bellini alle antiche torri di difesa, ai resti della necropoli e dei templi, agli innumerevoli ambienti ed architetture poste nel suo sottosuolo. La civiltà romana - periodo nel quale la città divenne una rinomata residenza estiva dell’Impero -, invece, ci ha lasciato in eredità acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus e ponti. Il sito archeologico più importante risulta essere quello della Napoli Sotterranea, complesso di cunicoli, risalenti all’età greca, che si estende per quasi tutta la superficie della città attuale. In questi cunicoli, è possibile visitare, tra le altre cose, anche i resti del teatro romano di Neapolis, visibile anche dall'esterno lungo i decumani. Altri importanti siti archeologici della città sono quelli situati nei sotterranei del complesso di San Lorenzo Maggiore, in cui si ammirano i resti dell'antico mercato , quelli presenti nel parco archeologico33 di Posillipo e quelli del sottosuolo di Santa Chiara. 2.2.4 Cucina napoletana La cucina napoletana rappresenta un'identità culturale inconfondibile per la città partenopea ed è strettamente collegata alle vicende storiche e culturali della città. La stessa, infatti, rappresenta all'estero uno dei più conosciuti simboli del "made in Italy”. Essa è famosa sia per i piatti di terra che per i piatti34 Convento di San Lorenzo Maggiore - Sito ufficiale, www.sanlorenzomaggiorenapoli.it- 2 settembre 201233 Enogastronomia campana, Comuni campani, www.comuni-italiani.it - 6 settembre 201234 !21
  • 22. di mare, e vanta pietanze come la pizza napoletana, gli spaghetti alle vongole, la pasta al ragù napoletano, la parmigiana di melanzane, gli gnocchi alla sorrentina, e tanti altri. Da citare è anche la tradizione dolciaria napoletana, che va dalla sfogliatella al babà e alle zeppole, fritte o al forno. Inoltre, ogni festività ha il proprio dolce tipico: a Pasqua la pastiera napoletana, a Natale gli struffoli e a Carnevale le chiacchiere. Un’offerta così vasta e articolata è possibile grazie alle risorse del territorio. I prodotti tipici di Napoli e dintorni giocano un ruolo importante nella preparazione dei piatti: la pasta locale, la mozzarella di bufala campana, il pomodorino San Marzano, i friarielli, e tanti altri ancora, rendono la cucina napoletana famosa in tutto il mondo. 2.2 L’offerta turistica di Napoli e provincia Visitare Napoli vuol dire immergersi in uno scenario di straordinaria complessità e bellezza: 2.500 anni di storia rappresentati e ricostruiti da testimonianze artistiche e architettoniche di enorme valore che si mescolano con l'attuale tessuto urbano. Ogni angolo della città custodisce opere di inestimabile valore artistico e storico, tanto che l’indotto proveniente dal turismo nel territorio partenopeo è ormai divenuto una voce fondamentale per l'economia cittadina, di cui la cultura dell'accoglienza ne costituisce l'elemento trainante. Infatti, l'offerta turistica della città si coniuga perfettamente con la tradizionale ospitalità dei napoletani e, a differenza di altre città-museo, Napoli si caratterizza per il fatto che, ancora oggi, vive e lavora all'interno del centro storico.  Negli ultimi anni, la città è diventata una meta privilegiata per tanti turisti italiani e stranieri, che amano trascorrere le proprie vacanze nelle grandi città d'arte.   Il flusso turistico vede nella città metropolitana di Napoli raccogliere più della metà dei turisti stranieri dell'intera regione. Su tutte le località spicca senza dubbio Pompei, sito archeologico più visitato in Italia, in cui si registra una media di tre milioni di turisti l’anno. Altre mete importanti sono poi le isole del golfo (Capri, Ischia e Procida), il Vesuvio e la costiera sorrentina. Quest’ultima, appartenente alla penisola sorrentina, che si affaccia sul golfo di Napoli, è intensamente sfruttata per fini turistici, grazie alla bellezza paesaggistica, storica, culturale e alla rilevanza gastronomica di cui è dotata. Sempre di più, inoltre, si sta registrando !22
  • 23. nel porto di Napoli una notevole crescita nel settore crocieristico.
 Nel 2014, dati alla mano, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris interviene positivamente sull’andamento del turismo nella città di Napoli: «Quasi raddoppiate le presenze alberghiere a Napoli negli ultimi 3 anni. I dati sui flussi turistici per Napoli sono entusiasmanti. Siamo passati da una percentuale di occupazione camere nel 2010 del 35% a quasi il 66% del 2013 , praticamente raddoppiando le cifre in 335 anni e senza contare i Bed&Breakfast, che negli ultimi anni sono molto aumentati. I primi dati per il 2014 sono ancora migliori: è stimato, infatti, un ulteriore incremento del 20%, sino al 40% nel mese di dicembre. Altro dato importantissimo è quello della permanenza media: mentre nel 2012 un turista pernottava in media 2,6 giorni a Napoli, nel 2013 il dato passa a 4,2. Nel 2014 ancora di più. Napoli è sempre meno meta di passaggio verso le altre bellissime località della Campania o verso le isole ed è sempre più luogo dove i turisti decidono di rimanere. Turismo vuol dire essenzialmente economia e lavoro per migliaia di famiglie napoletane. In anni di spaventosa crisi economica e di sanguinosi tagli agli enti locali è una notizia che ci riempie di orgoglio. Sono passati i tempi in cui Napoli era nei giornali di tutto il mondo per l'emergenza rifiuti. Ora si parla di Napoli per le sue straordinarie bellezze naturali, artistiche e culturali». Ad avvalorare le affermazioni del sindaco sono i dati relativi agli arrivi, alle presenze e alla permanenza media dei turisti :36 TREND STORICO 2009-2014 Comune di Napoli Città metropolitana di Napoli Arrivi (crescita media annuale) -1,6% 2,45% Presenze (crescita media annuale) 12,37% 5,32% Permanenza media 4 3,95 dati ufficiali Ente Provinciale Turismo, www.enit.it - 201435 Fonti miste: www.comune.napoli.it, www.dati.istati.it, www.eptnapoli.info36 !23
  • 25. 2.2.1 Turismo culturale Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha divulgato dei dati riguardanti il turismo culturale in Italia, che registrano 43 milioni di visitatori. In base al rilevamento del Ministero, supportato da dati regionali, la Campania, con 7.052.624 visitatori, risulta seconda solo al Lazio e davanti alla terza classificata, la Toscana. La Campania ha recitato dunque un ruolo principale, con un incremento del 7% di ingressi. Se andiamo a vagliare i 30 siti più visitati, troviamo, in particolare, ben 4 siti della provincia partenopea: Pompei - con quasi tre milioni di visite -, il Museo Archeologico Nazionale - che espone collezioni di opere d'arte e reperti archeologici fra i più importanti e ricchi al mondo -, gli Scavi di Ercolano e la Grotta Azzurra di Capri. Si tratta di grandi numeri per una regione che presenta comunque un capolavoro della natura unico, quale è il Golfo di Napoli con il Vesuvio. Gli Scavi di Pompei L’attrazione culturale per eccellenza, per quanto riguarda la città metropolitana di Napoli, è il sito archeologico degli Scavi vecchi e nuovi di Pompei, di proprietà dello Stato. Esso, insieme agli Scavi di Ercolano, è inserita dal 1997 nella lista dei siti del patrimonio mondiale redatta dall’UNESCO. !25
  • 26. Gli scavi di Pompei rappresentano il secondo sito archeologico più visitato d’Italia, nonché il luogo di cultura più visitato del Mezzogiorno. Confrontando i dati, nel 2013 l’area archeologica ha avuto 2.443.325 visitatori, mentre nel 2013 ha superato i 2,6 milioni di visitatori, accumulando introiti per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro, che rappresentano rispettivamente il 40% e il 70% del totale registrato dall’intero sistema mussale campano.37 Soprintendenza Pompei, www.pompeiisites.org37 !26
  • 27. I flussi turistici, sia a livello provinciale che regionale, si concentrano prevalentemente nei mesi tra aprile e ottobre, grazie alle visite scolastiche e al flusso turistico balneare dell’area Vesuviana e Sorrentina. L’andamento pressoché identico dei dati sui flussi turistici nella provincia napoletana e dei visitatori agli Scavi conferma il fatto l’attrattiva turistica provinciale è costituita soprattutto dagli Scavi di Pompei: entrambi hanno subìto una forte contrazione tra il 2007 e il 2009, periodo il cui il turismo dell’area napoletana è stato penalizzato non solo dalla crisi economica generale, ma anche dall’emergenza rifiuti, la quale ha fortemente danneggiato l’immagine del territorio campano tutto. !27
  • 28. Inoltre, è importante notare che i visitatori degli scavi di Pompei sono in misura prevalente di provenienza straniera, come conferma lo studio realizzato alla fine del 2010 da Mecenate 90 e dall’Università degli Studi di Salerno : nel 2012 l’incidenza straniera rappresenta il 47% degli arrivi38 nella provincia di Napoli e il 37% nel Comune di Pompei .39 L’elevata incidenza della componente straniera sul totale dei visitatori assume carattere certamente positivo, in termini di impatto economico che il sito produce sul territorio circostante. Dal 2001 ad oggi gli scavi di Pompei hanno contribuito alle “casse statali” con oltre 229 milioni di euro, derivanti dalla vendita di biglietti. Nel 2013 gli introiti lordi derivanti da questa hanno superato i 20 milioni di euro, con un pubblico pagante pari al 77%, contro i 13 milioni del 2001, tornando ai massimi raggiunti nel 2006 e nel 2007. Pompei ha sofferto dell’incuria degli ultimi anni, come testimoniano i numerosi crolli avvenuti tra il 2011 e il 2012 e che continuano a tutt’oggi (l’ultimo nel marzo 2014). E’ stato quindi avviato un progetto di riqualificazione, che prevede un insieme di interventi atti a migliorare le condizioni di conservazione e ad evitare una progressiva diminuzione dell’attrattività del sito nei confronti dei visitatori e turisti nazionali e stranieri. Il nuovo “Progetto Pompei” prevede di raggiungere un aumento del numero di visitatori di circa il 13% entro il 2017, grazie al progressivo miglioramento delle condizioni di offerta, l’espansione dei percorsi di visita, la messa in sicurezza delle situazioni di maggiore rischio, producendo una significativa riqualificazione del sito.40 Identikit del turista di Pompei: la vera guida agli Scavi è il web, Repubblica, napoli.repubblica.it - 201138 EPT Napoli, www.eptnapoli.info - 2010, ultimo dato disponibile39 Soprintendenza Pompei, www.pompeiisites.org40 !28
  • 29. 2.2.2 Turismo balneare Le coste della Regione Campania offrono una varietà infinita di soluzioni paesaggistiche, grazie ad una seria di panorami tra i più apprezzati al mondo come quelli del Golfo di Napoli, delle isole principali (Capri, Ischia e Procida), della penisola sorrentina. La Regione ha un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda l’attività crocieristica, grazie ai 7 porti, tra cui quello di Napoli, che la accolgono. Golfo di Napoli La bellezza naturalistica, storica ed artistica, il clima mite e l'ottima gastronomia rendono il golfo di Napoli una destinazione turistica conosciuta in tutto il mondo. Esso, grazie alle innumerevoli baie, insenature e cale, si distingue soprattutto per il turismo balneare. Importante anche il flusso turistico generato dal traffico crocieristico del Porto di Napoli. Durante la stagione estiva, il golfo è uno dei bracci di mare più frequentati ed apprezzati del Mediterraneo. Nel 2011, l’attività crocieristica ha raggiunto il picco massimo di 1.297.267 di passeggeri totali passati per Napoli , mentre nel 2015 ha subìto una contrazione, registrando circa 1,14 milioni di croceristi in41 transito. Nonostante ciò, le previsioni per il 2016 collocano Napoli al terzo posto per tale attività, con 1,28 milioni di passeggeri movimentati (+0,8% rispetto al 2015) e 495 toccate nave (+11,2%) .42 Le Isole del Golfo Le Isole di Ischia, Capri e Procida sono mete turistiche con un posizionamento ben definito e consolidato: Ischia e Capri hanno un’antica tradizione turistica, che le rende un brand affermato su scala internazionale e che nel tempo ha portato alla definizione di una proposta ricettiva ampia e composita; Procida è una destinazione che sta acquistando progressivamente un ruolo di rilievo nel panorama turistico nazionale, iniziando ad attrarre flussi turistici dall’estero, grazie anche alla vicinanza alle isole maggiori. Dati Autorità portale di Napoli, porto.napoli.it41 Presentata la sesta edizione dello “Speciale Crociere”, Risposte Turismo, www.risposteturismo.it - 201642 !29
  • 30. Le tre Isole offrono un ampio patrimonio di risorse turistiche, che spaziano dalla proposta balneare a quella termale, naturalistica, enogastronomica e culturale. La vicinanza all’area metropolitana di Napoli e i numerosi collegamenti marittimi quotidiani consentono di raggiungere facilmente queste destinazioni durante tutto l’anno. L’elevata numerosità e concentrazione dei turisti nei mesi estivi, per l’attrattività esercitata dalla risorsa “mare”, tuttavia, creano difficoltà nella fruizione turistica delle Isole durante il periodo dell’alta stagione. Ischia, la terza isola più popolosa d’Italia dopo la Sicilia e la Sardegna, è sicuramente tra le località di villeggiatura più apprezzate in Campania e in tutto il Meridione. Posizionata nell’estremità nord del Golfo di Napoli e ben collegata alla città con traghetti e aliscafi, l’isola rappresenta un luogo dove trascorrere vacanze indimenticabili all’insegna del benessere e del divertimento. La sua offerta turistica è ampia: oltre agli stabilimenti termali di levatura internazionale - che richiamano turisti da tutto il mondo -, alle passeggiate nel centro storico e agli eventi culturali e ricreativi, l’isola è circondata da spiagge dorate, da cui partono escursioni in nave, immersioni subacquee, pesca d’altura. Nella prima parte del 2014, l’isola di Ischia ha registrato un calo di presenze pari all’1,20%, con un aumento di quelle italiane dello 0,20% .43 Per quanto riguarda Capri, essa è il simbolo del turismo balneare in Italia. Poche altre località turistiche possono vantare un numero così alto di visitatori ogni anno in tutte le stagioni, richiamati anche dalla bellezza naturalistica che l’isola offre: la Grotta Azzurra e l’altopiano di Anacapri, i Faraglioni e le undici ville romane, la Piazzetta del centro. L’isola è da scoprire poco a poco, e preferibilmente sia via mare che attraverso lunghe e rilassanti passeggiate. Dati alla mano, nella prima settimana di settembre 2014, si è registrato il trend positivo che ha visto crescere di mese in mese i flussi di turisti stranieri (+3,53%), dovuto probabilmente al calo di presenze italiane (-0,21%). Secondo tali dati, inoltre, l’occupazione dei posti letto in tutte le categorie alberghiere ha raggiunto il 90% nell’alta stagione, arrivando a punte del 96% a Ferragosto.44 Le performance positive sono legate anche e soprattutto alla coordinazione sinergica dei prodotti turistici di cui l’isola è dotata, organizzando, all’interno dei siti archeologici e storici, come la Certosa di San Giacomo a Capri, eventi artistici e culturali di spessore, secondo l’assunzione che, se funziona il turismo, funziona anche l’intero indotto della ristorazione e del commercio. Tuttavia, le isole di Capri, Ischia e Procida, destinazioni importanti a livello di turismo domestico ed internazionale, non sono rimaste immuni ai danni generati dalle problematiche ambientali del territorio campano, come la crisi dei rifiuti del 2008, oppure, nello specifico, gli eventi alluvionali dell’isola di Ischia e l’abusivismo edilizio connesso, il mancato funzionamento degli impianti di depurazione sull’isola, lo sversamento di rifiuti nella grotta azzurra a Capri. Turismo in Campania: i primi risultati del 2014, SorrentoPost, www.sorrentopost.com - 28 settembre 201443 Turismo: buoni i dati per Sorrento e Capri, SorrentoPress, www.sorrentopress.it - 8 settembre 201444 !30
  • 31. Dunque, mentre da un lato la prossimità ai grandi attrattori della regione Campania e alle infrastrutture aeroportuali e portuali rappresentano un’opportunità in termini di prossimità ai flussi turistici, dall’altro l’impatto negativo dell’immagine ambientale del territorio rischiano di compromettere l’attrattività delle Isole. La penisola sorrentina Sorrento occupa una posizione estremamente vantaggiosa: situata su uno sperone roccioso di 50m offre ai turisti un suggestivo panorama, da cui ammirare tutto il Golfo - Napoli compresa -, Capri e il profilo inconfondibile del Vesuvio. La varietà e il fascino del paesaggio offerto dalla penisola sorrentina rappresentano il più importante fattore dello sviluppo turistico, grazie ad un complesso di elementi, quali la morfologia, il clima e il particolare paesaggio agricolo. Sorrento è il capoluogo della penisola ed è il comune più famoso e citato, ma non meno ricchi di fascino sono gli altri paesi, quali le apprezzate località balneari di Vico Equense, Castellammare di Stabia, Sant’Agnello e Piano di Sorrento. La lunga tradizione di Sorrento e delle zone limitrofe e la sua rinomanza internazionale costituiscono l'elemento trainante del turismo, caratterizzato da un flusso straniero più che interno. Infatti, la notorietà internazionale delle località della penisola sorrentina è dovuta in gran parte a stranieri, in prevalenza inglesi e tedeschi, e in minor misura, francesi e svedesi, che vi soggiornarono a lungo. Oltre alla bellezza paesaggistica e culturale, altro punto di forza della penisola sorrentina è la tradizione culinaria, che ha prodotto ricette conosciute in tutto il mondo: gli gnocchi o gli spaghetti alla sorrentina, le seppioline ripiene alla sorrentina, le noci, il vino, il limoncello, la pasta di Gragnano, i prodotti caseari di Agerola completano una offerta in grado di soddisfare i buongustai anche più difficili. Nei primi 9 mesi del 2013, si è registrato un incremento del 2% di arrivi e presenze nelle strutture ricettive di fascia medio-alta della penisola, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale ripresa è evidenziata soprattutto nei mesi di maggio e settembre, subito dopo il trend negativo di aprile, che registrava -9% di arrivi e -11% di presenze. Inoltre, dati significativi, indici delle difficoltà economiche del Bel Paese, sono l’aumento del turismo estero (+5% di arrivi) e il calo di arrivi e presenze di visitatori italiani (-8%). Complessivamente, dal gennaio al settembre del 2013, le strutture alberghiere di Sorrento registrano quasi 480mila arrivi, segnando presenze che superano abbondantemente il milione e 800mila unità.45 Dati negativi, invece, si sono registrati nel 2014, periodo in cui si è verificato il calo più significativo. Infatti, il comprensorio Sorrento-Sant’Agnello perde in questa prima fase dell’anno circa il 3% delle presenze, mentre il mercato italiano perde il 24,40% di presenze e quello straniero è in leggera crescita, registrando un +1,30% di presenze.46 A Sorrento il turismo non conosce crisi: stagione 2013 con più arrivi e presenze, SorrentoPress, www.sorrentopress.it - 1 novembre 201345 Turismo in Campania: i primi risultati del 2014, SorrentoPost, www.sorrentopost.com - 28 settembre 201446 !31
  • 32. 2.2.3 Turismo ambientale Con l’arrivo del bel tempo si incrementano le gite e le scampagnate, all’insegna del contatto con la natura e con le tradizioni culturali ed enogastronomiche del territorio. E’ questo il turismo cosiddetto ambientale, che comprende attività quali il biking, l’escursionismo, il trekking, l’equitazione e l’animal watching. L’Italia, in particolare, vanta ben 871 parchi e aree naturali protette, che coprono il 10% del territorio nazionale. Il turismo legato alla natura, quindi, in controtendenza alla crisi, negli ultimi dieci anni ha visto raddoppiare il fatturato: nel 2015, l’Italia raggiunge i 12,3 miliardi di introiti legati al turismo ambientale, e per il 2016 si prevede un’ulteriore crescita. Le presenze del turismo natura in Italia, concentrate soprattutto nel periodo della primavera, hanno superato per la prima volta i 104 milioni nel 2015, con una permanenza media di 3,8 giorni ed una leggera prevalenza degli stranieri (53%).47 Per quanto riguarda il territorio del Comune di Napoli, esso ospita un enorme patrimonio ambientale e paesaggistico che comprende al suo interno due Parchi Regionali, il Parco Regionale dei Campi Flegrei e il Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli, che circondano la città. La tutela, la valorizzazione e la promozione di questo enorme patrimonio sono di primaria importanza per un corretto sviluppo del turismo sostenibile. Il modo in cui il luogo conserva le sue risorse e le mette a disposizione della fruizione turistica e il modo in cui i servizi sono organizzati e gestiti costituiscono un'attrattiva fondamentale per il turismo. A tal proposito, sempre di più la città metropolitana di Napoli si sta impegnando ha raccolto nella promozione e nell'attuazione di un turismo sostenibile, monitorizzi, sensibilizzi e coinvolga la comunità locale attraverso un’adeguata programmazione turistica. In particolare, proponendo ai turisti percorsi ed itinerari, punta alla conoscenza dei paesaggi, dell'ambiente e dell'arte in città, all'insegna del minimo impatto e del rispetto delle risorse. Il Parco Nazionale del Vesuvio Turismo: Coldiretti, 12,3 mld da gite, scampagnate e sport nel verde, Coldiretti, www.coldiretti.it - 16 aprile 201647 !32
  • 33. Il Parco Nazionale del Vesuvio ha un’estensione di circa 8.800 ettari e dal 1997 è entrato nella rete delle Riserve della Biosfera del Programma Unesco M.a.B. (Man and Biosphere). L’ambiente rivela una stupefacente presenza di organismi vegetali e animali che popolano le zone laviche e quelle boschive. I due corpi vulcanici, formati dal Vesuvio e dal monte Somma, hanno caratteristiche ambientali diverse: il versante vesuviano ospita una tipica vegetazione mediterranea, mentre il versante sommano, più fresco e umido, si presenta con boschi di castagni, querce, aceri, lecci e betulle. Le pendici sono ricoperte da frutteti e da vigneti dai quali si ricavano alcuni prodotti Tipici tra i più conosciuti della Campania. La rete di itinerari nel Parco si articola in 2 percorsi ciclabili e in 15 sentieri, di diversi tipi: sentiero- natura, sentiero-agricolo, sentiero-panoramico e sentiero-educativo. All’interno del parco del Vesuvio, il comune che possiede il più rilevante numero di esercizi alberghieri ed extralberghieri è Ercolano, mentre il maggior numero di posti letto, nell’ambito del settore alberghiero, li possiede il comune di Torre del Greco e, nell’ambito dell’extralberghiero li possiede Ercolano. !33
  • 34. Il Parco naturale regionale dei Campi Flegrei Il Parco si estende in un’area di circa 8.000 ettari e include la Solfatara, i siti archeologici di Pozzuoli, Cuma e Baia, e i laghi Averno, Lucrino e Fusaro. E’ un Parco straordinario, dall’enorme valore paesaggistico, ambientale e archeologico. Tutto il territorio dei Campi Flegrei, vanta, assieme ad un patrimonio archeologico e paesaggistico unico al mondo, un livello di fertilità del terreno notevole. Nonostante ciò, ad oggi le dimensioni degli orti e dei frutteti si sono ridotte al punto di poter appena soddisfare le necessità familiari di chi li coltiva, a discapito dei prodotti tipici flegrei. È rimasta fortunatamente immutata e, anzi, si è ulteriormente sviluppata e migliorata, sia a livello quantitativo che a livello qualitativo, la produzione vitivinicola della zona. La Riserva, inoltre, offre sentieri naturalistici, strutture didattiche e un Centro di recupero di animali selvatici. Gli itinerari proposti sono due: il primo, di circa 5 ore, consente vedere l’insieme del cratere e delle aree limitrofe; il secondo, più interno, della durata di 6 ore, permette l’osservazione della flora boschiva e della fauna. All’interno del parco spicca Napoli per il numero di esercizi e posti letto di entrambe i settori. !34
  • 35. La Riserva naturale statale del Cratere degli Astori La riserva naturale del Cratere degli Astroni è un’oasi del WWF ed è il cratere più grande tra i circa trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei. Situata nel Comune di Pozzuoli, la Riserva confina con il Parco Regionale dei Campi Flegrei ed è compresa tra il cratere di Agnano ad est, il monte Spina a sud, Pianura a nord ed il monte Barbaro ad ovest. Il cratere ha un'estensione di 296 ettari ed un perimetro di circa 10 Km. All'interno del cratere vi sono 3 colli - Imperatrice, Rotondella, Pagliaroni -, che ne occupano gran parte della superficie. La zona sud- occidentale è piatta con tre piccoli stagni, tra cui Lago Grande" ricchi di specie animali e vegetali. Inoltre, è sede di un importante centro di recupero per la fauna selvatica ed è attraversato da sentieri naturali ed osservatori per appassionati di birdwatching. 2.2.4 Turismo religioso Il turismo religioso si differenzia e, al contempo, si integra con il turismo culturale, il quale, se legato all’offerta del bene religioso, è un potenziale fattore di attrazione turistica e un’importante risorsa per lo sviluppo sostenibile del territorio. L’attenzione a santuari e a luoghi di culto costituisce, infatti, una valida occasione di interesse per le opere d’arte in essi presenti e rappresenta anche una possibilità di conoscenza del territorio in cui essi insistono, diventando la destinazione di un turismo colto e di qualità. L’attenzione al motivo religioso crea mobilità, flussi di popolazione, di turisti, creando un’occasione di promozione del prodotto locale. L’itinerario turistico è quindi lo strumento verso cui si orientano le recenti strategie di competitività territoriale proponendo un’offerta turistica che miri a valorizzare le risorse del territorio. La Campania e, in particolare, la città di Napoli custodiscono al loro interno un patrimonio ricco di memorie storiche sulle loro origini, sulla cultura, sull'arte e sulle tradizioni del popolo. Un patrimonio spesso legato alla fede, in cui oltre a palazzi storici, sono presenti un gran numero di luoghi di culto. Le più importanti della provincia di Napoli sono tre: il Duomo di San Gennaro, la Beata Maria Vergine di Pompei e la Madonna dell’Arco. Il Duomo di San Gennaro Il Duomo di Napoli è dedicato al patrono della città, San Gennaro, vissuto a cavallo del IV secolo d.C. e morto durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Il Duomo fu costruito nel XVII secolo, impreziosito dal contributo artistico dei maggiori artisti dell’epoca: lungo la navata destra è ubicata la !35
  • 36. Cappella del Tesoro di San Gennaro, capolavoro del barocco napoletano, ed i resti del Santo sono contenuti in un busto reliquiario, vero e proprio capolavoro dell’oreficeria angioina. È qui che ogni anno ha luogo il famoso “miracolo” di san Gennaro, la liquefazione del sangue del santo, che richiama migliaia di turisti da tutto il mondo. Due sono le date in cui il miracolo avviene: il 19 settembre, giorno della festa del patrono, e il sabato che precede la prima domenica di maggio, data in cui si celebra la fine dell’eruzione del Vesuvio del 1631. La liquefazione del liquido durante la cerimonia è ritenuto foriero di buoni auspici per la città; al contrario, si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi. In ogni caso, descritto con scettico distacco o con stupita partecipazione, il miracolo è ancora oggi uno degli episodi salienti della vita religiosa della città. In uno dei lati del Duomo, si trova la Basilica di Santa Restituta, risalente al IV secolo. E’ la più vecchia chiesa di Napoli, con colonne ricavate dal Tempio di Apollo, affreschi sul soffitto e resti archeologici dai greci al medioevo. Il battistero risale, invece, al V secolo e conserva dei mosaici bizantini del XIV secolo. La Beata Maria Vergine di Pompei Il santuario è meta di pellegrinaggio per ben quattro milioni di fedeli all’anno: l’affluenza dei devoti, la particolare benevolenza papale - specie durante il pontificato di Giovanni Paolo II - e la diffusione della pratica del Rosario lo rendono uno dei fulcri principali della devozione mariana d’Italia e d’Europa. L’istituzione della festività risale al 1875, quando, nella giornata del 13 novembre, la sacra immagine rappresentativa del luogo - la Beata Vergine con il Bimbo in grembo, circondata da San Domenico e da Santa Caterina da Siena - fu trasportata a Pompei avvolta in un panno di lino. In questa ricorrenza, i fedeli possono accostarsi al quadro per chiedere grazie, recitare suppliche o semplicemente esprimere gratitudine per il dono della fede. Le date principali della devozione mariana a Pompei sono l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, quando si recita la supplica alla Madonna del Rosario nella Basilica di Santa Maria a Pugliano, sita ad Ercolano, il più antico santuario mariano dell’era vesuviana. La Madonna dell’Arco A Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, sorge il celebre santuario della Madonna dell’Arco. La fondazione della chiesa, che raccoglie intorno a sé oltre due milioni di fedeli l’anno, è intimamente connessa con il rito dei “fujenti” del Lunedì in Albis. L’immagine miracolosa della Madonna è custodita all’interno di un piccolo tempio che sorge all’interno della chiesa. Particolarmente intenso il programma culturale del Settembre all’Arco, che coinvolge anche i Domenicani. 2.2.5 Turismo termale L’Italia è il paese europeo che vanta il maggior numero di stabilimenti termali, soprattutto grazie alla sua particolare conformazione geologica, ricca di fenomeni vulcanici. Gli stabilimenti termali, però, risultano concentrati solo in alcune regioni, primo fra tutti la Campania, seguita dal Veneto. !36
  • 37. In particolare, per quanto riguarda il Mezzogiorno, il territorio maggiormente interessato da fenomeni idrotermali è quello campano dei Campi Flegrei, che comprende la zona costiera di Napoli, il golfo di Pozzuoli e le isole vulcaniche di Ischia, Procida e Vivara. È un’area particolarmente ricca di sorgenti di acqua sulfurea e di grotte con vapore naturale, che attraggono oggi consistenti flussi turistici. L’offerta termale di questa zona, quindi, può essere distinta in due realtà, in base alle differenti risorse e al diverso funzionamento, caratteristiche che attirano flussi turistici diversi: una riguarda le terme peninsulari e l’altra il polo termale di Ischia. Le terme peninsulari sono distribuite su gran parte del territorio regionale, ma si concentrano soprattutto nella provincia di Napoli e, in taluni casi, sono inserite in contesti ad alta potenzialità turistica, mentre in altri si trovano a ricoprire un ruolo fondamentale per quanto riguarda l’economia della realtà di appartenenza. Il polo termale di Ischia, invece, ha un’importanza ed una rilevanza internazionali, non solo perché rappresenta il vero punto di riferimento del turismo termale, dato che ospita circa il 79% delle strutture termali della regione, ma anche per la sua inclinazione al mercato turistico in generale. Inoltre, per quanto riguarda la loro distribuzione territoriale, notiamo che le terme peninsulari sono caratterizzate dalla presenza di un unico grande stabilimento termale, a differenza del polo di Ischia, che è costituito prevalentemente da microstrutture, di pertinenza delle strutture alberghiere. Per quanto riguarda il tipo di turisti, si registra un rilevante peso da parte degli stranieri, in termini di arrivi e presenze, sopratutto nel comune di Vico Equense, seguito dai comuni di Castellammare, Napoli, Pozzuoli e Ischia. La durata della fruizione dei sevizi termali è variabile, da semplici weekend a vacanze di una o due settimane. Durante questo tipo di soggiorni, comunque, la motivazione legata all’attività termale può !37
  • 38. eventualmente affiancarsi alla scoperta del territorio circostante in generale e del suo patrimonio storico, artistico, archeologico. I valori della permanenza media relativi ai comuni che ospitano gli stabilimenti termali, infatti, lo confermano, perché sono in grado di cogliere segnali sul peso delle motivazioni del soggiorno diverse dal termalismo e sul ruolo di quest’ultimo nei singoli comuni. Le terme peninsulari Le destinazioni termali peninsulari non sembrano brillare per la capacità di attrarre flussi turistici internazionali. Per quanto concerne le aree di provenienza, i turisti stranieri rappresentano, infatti, meno dell’1% della clientela. Questo dato è in contrasto con quello relativo agli arrivi ed alle presenze nelle località che ospitano stabilimenti termali. Ciò vuol dire che la difficoltà nell’attrarre turisti stranieri è da ricercarsi nelle motivazioni, che sembrano non coincidere con la domanda di prodotto termale. Emerge, pertanto, la necessità di integrare l’offerta termale con le altre forme di turismo presenti sul territorio, andando ad incidere anche sulla stagionalizzazione dei flussi di domanda. Per far ciò, è importante considerare il periodo di apertura degli stabilimenti e l’analisi mensile sull’affluenza turistica. Per quanto riguarda il primo aspetto, oltre il 50% delle strutture sono aperte tutto l’anno,ma l’affluenza turistica raggiunge il suo massimo solo nei mesi estivi. Ne deriva che l’offerta termale, nonostante sia uno strumento potenziale per la destagionalizzazione dei flussi turistici perché fruibile in tutti i mesi dell’anno, in alcune realtà termali presenta caratteristiche di forte stagionalità. Il polo di Ischia Il territorio ischitano offre una notevole ricchezza termale, espressa dall’abbondanza e dalla varietà di acque presenti nei diversi comuni dell’isola. Si contano ben 29 sorgenti termali , da cui scaturiscono 6948 gruppi fumarolici e 100 emergenze sorgive, molte delle quali trovano utilizzo in idrologia medica .49 Nell’isola d’Ischia è ubicato poco meno del 79% degli stabilimenti termali regionali . Si tratta di un50 comparto diffusamente distribuito nei 6 comuni dell’isola: accanto a circa 10 stabilimenti termali, di cui Genesi dell’isola d’Ischia e delle sue acque termominerali, B. Santi48 Risorse idrotermali dell’isola d’Ischia, F. Grossi49 Dati Federterme, Associazione Termalisti e Albergatori dell’Isola d’Ischia50 !38
  • 39. 5 veri e propri parchi termali, vi sono 80 alberghi termali di differenti categorie. In particolare, gli alberghi termali, il cui periodo medio di apertura va da aprile ad ottobre, rappresentano circa il 26% del totale degli esercizi alberghieri ischitani e presentano circa il 45% del totale dei posti letto .51 Questi semplici numeri danno una chiara idea delle notevoli potenzialità dell’isola in termini di prodotto turistico termale. Il sistema turistico dell’Isola di Ischia è sicuramente uno dei più completi e complessi presenti sul territorio campano, perché le motivazioni dei turisti sono variegate e non sempre esclusivamente legate alle cure termali. Dall’analisi dei dati emerge una forte concentrazione degli arrivi e delle presenze nei comuni di Ischia e Forio, in cui sono ubicati il 60% degli alberghi termali ed il 58% circa di quelli convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale .52 Il dato più interessante è sicuramente quello riferito agli stranieri: relativamente ad arrivi e presenze, Ischia che primeggia soprattutto per la componente degli stranieri. La provenienza e la naturale inclinazione al turismo internazionale dell’offerta ischitana è confermata dall’analisi dei flussi di turisti stranieri, che presentano una provenienza diversificata. Dati Associazione Termalisti dell’Isola d’Ischia, Associazione Albergatori dell’Isola d’Ischia51 Dati Associazione Termalisti dell’Isola d’Ischia52 !39
  • 40. Per quanto concerne la distribuzione durante l’anno, il movimento turistico si concentra nei mesi da aprile a ottobre, in cui si riscontra circa l’85% degli arrivi e circa il 79% delle presenze .53 2.2.6 Turismo enogastronomico Nel corso degli ultimi decenni, si è verificata una differenziazione della domanda turistica a favore di nuovi tipi di turismo: il turismo ambientale, interessato a cogliere gli aspetti naturalistici del territorio; il turismo culturale, che ricerca gli aspetti del patrimonio culturale e della civiltà della comunità locale; il turismo enogastronomico, volto alla ricerca di sapori tradizionali dei luoghi che si visitano. Quest’ultimo, in particolare, presuppone che il cibo e il vino assumano un ruolo di vettore della cultura e dell’identità di un luogo. Il turismo enogastronomico merita una particolare attenzione in virtù dei forti tassi di crescita di questo mercato a livello nazionale e internazionale, nei confronti del quale l’Italia detiene un evidente vantaggio competitivo. In questo contesto, la Campania possiede una quantità di risorse e una fama associata ad alcuni prodotti di grandissima diffusione entrambe non ancora sufficientemente valorizzate. La principale destinazione turistica è la provincia di Napoli, che, oltre che per la straordinaria offerta di arte, storia e cultura, è famosa anche per l’offerta enogastronomica di cui dispone. Nell’ultimo triennio, infatti, è cresciuto esponenzialmente il numero dei turisti americani che raggiungono la città per frequentare corsi di cucina, per sperimentare cibi e vini e percorrere itinerari del gusto. Non è, dunque, solo l’offerta balneare ad attrarre in Campania i turisti stranieri, ma anche quella enogastronomica. Dati AACST isola d’Ischia53 !40
  • 41. Non a caso, le linee strategiche per lo sviluppo turistico in questa zona puntano anche alla promozione di strutture e servizi finalizzati al turismo enogastronomico, supportati da incisive campagne formative e di comunicazione, fondamentali nel caso delle aree interne. Napoli, ma anche la sua provincia, è un territorio votato ad una tradizione gastronomica ricca di sapori e frutto di quella vera passione che ha permesso di sviluppare una ricchissima varietà di piatti. Lo dimostra l’incredibile offerta di punti di ristoro, disseminati su tutta la superficie della città metropolitana: ad ogni angolo di strada è possibile trovare innumerevoli specialità del territorio, nei ristoranti o nelle trattorie dove ogni piatto racconta un pezzo di storia della città, a cominciare dalla pizza, il simbolo per eccellenza del capoluogo campano, una ricetta tramandata da secoli e da preparare rigorosamente nel forno a legna. Da non sottovalutare è il fenomeno dello streetfood, che negli ultimi anni si è sviluppato, che unisce la bontà dell’offerta enogastronomica con la possibilità di usufruirne a prezzi conenuti. Ma di tradizione napoletana è anche la parmigiana di melanzane, un piatto 'a strati' con melanzane fritte alternate a strati di mozzarella, salsa di pomodoro, basilico e fiordilatte. Una cottura al forno rende questo piatto ricco di storia, davvero speciale.
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  • 42. 3 LA PROVINCIA DI SALERNO 3.1 Geolocalizzazione La provincia di Salerno è una provincia italiana della Campania, che conta 1.106.506 abitanti . Si54 estende su una superficie di 4.918 km² e comprende 158 comuni, rendendola la prima provincia campana per numero di comuni. Dati demografici ISTAT, www.demo.istat.it - 31 dicembre 201554 !42 Superficie 4.954,16 km2 Abitanti 1.106.506 (31-12-2015) Densità 223,39 abitanti/km2 Comuni 158 comuni Province confinanti Avellino, Napoli, Potenza Turismi Balneare, Culturale, Ambientale, Termale, Enogastronomico
  • 43. Affacciata a sud-ovest sul mar Tirreno, confina a nord-ovest con la città metropolitana di Napoli, a nord con la provincia di Avellino e ad est con la provincia di Potenza. 3.2 L’offerta turistica della provincia di Salerno La provincia di Salerno occupa una posizione geografica privilegiata, poiché comprende la Costiera Amalfitana e la Costiera Cilentana, per un totale di circa 200 chilometri di coste. E’ il capoluogo di una tra le province più grandi d’Italia e, inoltre, circa il 60% del proprio territorio è protetto dall’UNESCO.55 All'interno del territorio della Provincia di Salerno ricadono, infatti, ben due Patrimoni dell'Umanità dell’UNESCO , la Costiera amalfitana e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che comprende56 i siti archeologici di Paestum, Elea-Velia e la Certosa di Padula. L’offerta turistica della provincia, quindi, è varia e variegata, e comprende soprattutto il settore balneare, ambientale, ma anche, in misura minore, i settori termale, culturale ed enogastronomico. La complessità di tale offerta consente di registrare movimenti turistici sostanziosi in tutta la provincia, concentrati soprattutto nel capoluogo di provincia e sulle coste: nel 2012, l’ISTAT ha registrato più di 1 milione di arrivi e 6,5 milioni di presenze. Salerno e il suo golfo, www.salernoturistica.it55 Siti UNESCO in Campania, MiBACT, www.campania.beniculturali.it56 !43
  • 44. Nonostante siano dati importanti, paragonandoli a quelli del 2009, si è segnalato un calo rispettivamente del 14% e del 12,7%, anno in cui la provincia di Salerno si era rivelata la prima provincia campana per permanenza media turistica (5,9 giorni) e seconda provincia campana per concentrazione di domanda turistica, dopo la città metropolitana di Napoli .57 3.2.1 Turismo balneare Secondo i dati elaborati dall’ente di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) e dal Banco di Napoli, il Mezzogiorno si compone di 180 comuni a vocazione turistica, di cui ben 45 appartengono alla regione Campania e sono essenzialmente località turistiche di interesse balneare. Su questi 45 comuni, 20 (44,4%) si trovano in provincia di Salerno, 15 dei quali sono a vocazione balneare.58 Il rapporto: Salerno prima per permanenza media di turisti, Corriere del Mezzogiorno, www.sr-m.it - 13 luglio 201157 Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201158 !44
  • 45. Il litorale della provincia di Salerno è composto essenzialmente dalla Costiera Amalfitana e da quella Cilentana, entrambe annoverate tra le costiere più belle al mondo, grazie ai panorami vari e caratteristici: da un lato è possibile rilassarsi su spiagge rocciose, circondate da costoni a picco nel mare e ambienti ancora incontaminati, raggiungibili soltanto via mare, e dall’altro è possibile trovare lunghe spiagge di sabbia finissima, come quelle della splendida città archeologica di Paestum, caratterizzate dalla presenza di numerosi stabilimenti balneari, attrezzati per un turismo soprattutto familiare. Le più note località turistiche balneari a livello internazionale, situate nella provincia di Salerno, sono, per quanto riguarda la Costeria Amalfitana, Amalfi, Positano, Praiano, Maiori e Minori; mentre, per la Costiera Cilentana, troviamo Sapri, Scario, Santa Maria di Castellabate, Marina di Camerota, Paestum, Elea, Agropoli e Palinuro. Amalfi risulta essere la circoscrizione turistica con il maggior numero di arrivi turistici, mentre primeggia Paestum per quanto riguarda le presenze turistiche .59 Costiera amalfitana La costiera amalfitana è uno dei tratti di costa più famosi al mondo, simbolo dell'Italia all'estero ed uno dei punti d'eccellenza del turismo nazionale. L'area geografica si estende per qualche decina di chilometri lungo la costa che s'affaccia sul Golfo di Salerno, dalla più orientale Vietri sul Mare fino a Positano. La costa, divenuta nel 1997 patrimonio dell'umanità UNESCO, prende il nome dalla città di Amalfi, che costituisce il cuore della stessa, non solo geograficamente ma anche storicamente. I comuni che fanno parte della costa sono quindici: Vietri sul Mare, Cetara, Maiori, Tramonti, Minori, Atrani, Scala, Sant'Egidio del Monte Albino, Ravello, Amalfi, Conca dei Marini, Furore, Praiano, Corbara e Positano. Amalfi, antica Repubblica Marinara, primeggia con le sue irte viuzze e gli splendidi capolavori architettonici, in primis il Duomo di Sant’Andrea Apostolo, in stile arabo-siciliano, ricostruito in forme barocche nel ‘700, con la meravigliosa scalinata e il suo incantevole Chiostro Paradiso. Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201159 !45
  • 46. Vietri sul mare, il cui centro abitato si estende a ridosso della costa, è la culla della maiolica, un particolare tipo di ceramica, che, non a caso, ricopre la cupola della splendida chiesa di San Giovanni Battista e la facciata dell’Arciconfraternita dell’Annunziata e del Rosario. I borghi di pescatori di Cetara e Maiori rappresentano i centri balneari più frequentati, grazie alla loro spiaggia di sabbia fine. Entrambi i comuni vantano chiese rivestite da cupole di mattonelle maiolicate: a Cetara troviamo la Chiesa di San Pietro e a Maiori la Chiesa di Santa Maria a Mare. Minori rappresenta l’Eden della Costiera per il clima ventilato e fresco, mentre Ravello, adagiata a 350 metri di quota, è uno degli incanti della costiera per l’eleganza delle sue ville. Infine, Positano domina la parte occidentale della costa, con il pittoresco centro storico, le incantevoli spiagge e le limpide acque.
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  • 47. Nonostante l’esistenza di numerose attrattività, sia naturalistiche che antropiche, i dati sulle performance in termini di flussi di arrivi e presenze mostrano come la Costiera Amalfitana abbia registrato una dinamica altalenante negli ultimi anni, mantenendo una certa costanza per quanto riguarda la prevalenza degli stranieri sugli italiani. La domanda turistica straniera, infatti, ha un forte peso su quella totale per quanto riguarda le località di Ravello e Positano, sia in termini di arrivi che di presenze .60 Tale condizione, tuttavia, non risulta essere omogenea in tutto il territorio salernitano, a causa soprattutto della localizzazione delle strutture ricettive, che vede contrapporsi una congestione della fascia costiera rispetto alle località collinare e montane. Basti pensare che su 835 esercizi ricettivi, la distribuzione per Comune evidenzia una concentrazione pari al 23% su Positano, seguita da Amalfi, Praiano e Ravello, contro soltanto 18 unità ubicate ad Atrani e 7 a Cetara.61 Costiera cilentana La costiera cilentana rappresenta il tratto di costa campana compreso tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro, nel Cilento. Si estende dal caratteristico borgo di Agropoli, passando per Santa Maria di Castellabate, Ascea, Acciaroli, Punta Licosa - uno dei primi parchi marini d’Italia, meta degli escursionisti subacquei e di tutti gli amanti della natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano -, fino ad arrivare a Palinuro, la più mondana e famosa località balneare del Cilento. Quest’ultima, in particolare, si contraddistingue per spiagge bellissime e una costa ricca di anfratti e grotte marine, tra le quali la più famosa e visitata è senza dubbio la Grotta Azzurra. La costiera cilentana ha un’offerta balneare molto varia: il mare si caratterizza per il continuo susseguirsi di tratti di costa raggiungibili soltanto via mare, intervallati da spiagge sabbiose e di facile accesso. Infatti, questo segmento di costa è noto per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle acque di balneazione. Non a caso, ogni anno molte località della costiera vengono premiate con le Il ruolo del Turismo nello sviluppo economico della regione Campania, Rassegna Stampa: Il turismo nella provincia di Salerno, www.sr-m.it - 13 luglio 201160 Dati risalenti al dicembre 201261 !47
  • 48. bandiere blu e le vele assegnate da Legambiente: per l’estate 2016, la Campania conferma 14 Bandiere Blu di cui ben 11 appartenenti alla costiera cilentana .62 Grazie al Progetto Cilento Blu Club, promosso dalla Regione Campania, dalla Provincia di Salerno, dall'Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e dall'Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, gli ultimi dati sulle presenze turistiche rilevano un graduale incremento di turisti in Campania, interessando in modo particolare le località della fascia costiera del Cilento. Una sinergia sviluppata anche attraverso il progetto Terre d’aMare, promosso dall’Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania, che ha consentito ai turisti di fruire dei tesori del Cilento grazie ai collegamenti marittimi e all’implementazione di itinerari culturali in bus.63 Inoltre, il territorio del Cilento offre 209 alberghi e più di 1.000 esercizi extra-alberghieri, di cui circa 500 sono case per vacanze o alloggi in affitto. 3.2.2 Turismo culturale Il territorio della provincia di Salerno fa della varietà dell'offerta turistica il suo innegabile punto di forza: una terra antica, la cui storia si può leggere nei numerosi monumenti che rappresentano un vero e proprio museo e, quindi, un’esperienza indimenticabile per i tanti turisti amanti dell'arte e della cultura. Partendo da Salerno città, i luoghi d’arte più visitati sono i due monumenti più caratteristici: il Castello medievale di Arechi, che assunse una grande importanza nell'VII secolo con il principe longobardo Arechi II, da cui prende il nome; il Duomo di San Matteo, edificio arabo-normanno che esibisce una struttura tra le più radicate del Romanico meridionale. Il tema della sacralità è uno dei temi conduttori anche delle opere artistiche delle sopracitate costiere. Infatti, a Padula, nel Cilento, si può ammirare la Certosa di San Lorenzo, uno dei più grandi monumenti religiosi dell’Italia meridionale. Per quanto riguarda la costiera amalfitana, invece, l'attenzione è su Amalfi, che con il suo Duomo, unico nel suo genere, accoglie le spoglie di Sant’Andrea Apostolo e domina la piazza principale. Inoltre, nella città della musica, Ravello, sulla stessa piazza su cui affaccia il Duomo, si leva la magnificente Villa Rufolo, amata dal compositore Wagner.64 Bandiere Blu 2016: Cilento leader in Campania, La Città di Salerno, lacittadisalerno.gelocal.it - 11 maggio 201662 Progetto Cilento Blu Club, BURC Regione Campania - 28 gennaio 201663 Tematismi: I luoghi d’arte, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it64 !48
  • 49. Sito archeologico di Paestum Notevole importanza nel turismo internazionale ha l'area di Paestum, grazie alla sua millenaria storia di colonia prima greca e poi romana. Paestum è stata molto probabilmente una delle più grandi città greche sulla costa del Mar Tirreno in Magna Grecia. Dopo la sua fondazione da coloni greci con il nome di Poseidonia, fu conquistata dai Lucani e più tardi dai Romani. I Lucani la ribattezzarono Paistos, mentre i Romani diedero alla città il suo nome attuale. Gli scavi di Paestum sono noti per i loro tre antichi templi greci, Nettuno, Hera e Cerere, che ancora oggi si presentano in un ottimo stato di conservazione. I templi di Nettuno e di Hera si trovano uno accanto all'altro nella parte meridionale del sito, mentre il più piccolo, il tempio di Cerere è all'estremità settentrionale. Il Tempio di Era è il più antico dei tre templi, costruito circa intorno al 550 a.C., mentre il Tempio di Nettuno viene considerato come l'esempio più perfetto dell'architettura dorica templare in Italia e in Grecia. Per quanto riguarda il Tempio di Cerere, costruito circa cinquant'anni prima del Tempio di Nettuno e 50 anni dopo quello di Hera, esso possiede delle particolarità che lo distinguono dagli altri due templi e lo rendono uno dei più interessanti dell'architettura greca, come il frontone alto e il fregio dorico, composti da larghi blocchi di calcare, i quali rendono questo tempio unico nel suo genere. La parte centrale del sito è costituito dal Foro Romano, con ampie fondamenta di vari edifici pubblici e privati. Inoltre, nella parte nord-ovest del Foro si trova un piccolo anfiteatro romano, di cui solo la metà meridionale è visibile. Al di fuori dei templi di Paestum, possiamo trovare i resti della città vecchia nella frazione moderna del comune di Capaccio, in provincia di Salerno.65 Ad oggi, il Circuito Archeologico di Paestum e Velia offre una visita al Museo Archeologico Nazionale di Paestum e la possibilità di fare una piacevole passeggiata vicino ai templi, ma la recinzione che li circonda impedisce l'accesso all’interno. Nonostante, nel 2015 il complesso ha registrato oltre 300.000 visitatori, realizzando introiti per oltre 1,5 milioni di euro.66 Sito Archeologico di Paestum, Live Salerno, www.livesalerno.com65 Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, www.beniculturali.it - Rilevazione 201566 !49
  • 50. 3.2.3 Turismo ambientale La provincia di Salerno presenta diverse eccellenze ambientali, spesso riconosciute anche a livello amministrativo. Il territorio accoglie, infatti, un parco nazionale, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, quattro parchi regionali (tra cui il Parco regionale dei Monti Lattari), diverse riserve naturali e due aree marine protette. Di queste ultime, la più famosa è l’Area marina protetta di Punta Licosa, prima area marina protetta in Italia prevista fin dal 1972 .67 Inoltre, come già detto prima, il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è stato riconosciuto, insieme alla costiera amalfitana, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Inoltre, è riconosciuto anche riserva della biosfera e primo Geoparco, tra i parchi nazionali italiani. Parco Naturale Regionale dei Monti Lattari68 Il Parco Regionale dei Monti Lattari copre una superficie di circa 160 Km2 e abbraccia l’intera penisola sorrentino-amalfitana e comprende alcune delle più suggestive località turistiche della regione, come Positano, Amalfi e Ravello. Il suo complesso sistema di sentieri comprende anche quello che porta da un versante all’altro della Penisola, chiamato Sentiero degli Dei. Il territorio del Parco è disseminato di importantissimi centri storici, testimoni di una presenza fortemente radicata dell’uomo, ma è anche caratterizzato dalla peculiare unione tra due elementi in apparente contraddizione, il mare e la montagna, che ogni anno affascinano milioni di turisti e viaggiatori. Indagini acustiche e caratteri ambientali nell’area marina di Punta Licosa, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero, www.conisma.it67 www.parcoregionaledeimontilattari.it68 !50
  • 51. All’interno del parco, si evidenziano, per il comparto alberghiero ed extra-alberghiero, i comuni di Positano, Maiori ed Amalfi. Parco Nazionale Regionale del Cilento e del Vallo di Diano69 Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è un vasto territorio di circa 180.000 ettari che ha saputo conservare usi antichissimi, di grande valore salutistico ed ambientale. Quando gli è stata attribuita la qualifica di patrimonio dell’umanità, gli sono stati aggiunti i siti archeologici di Paestum e Velia, la Certosa di Padula, le Grotte di Pertosa e le Grotte di Castelcivita. L'area del Cilento è oggi uno straordinario serbatoio di biodiversità in campo floro-faunistico, ma in particolare per quanto riguarda le piante alimentari: nel 2010, infatti, il Parco è stato nominato primo, tra i parchi nazionali, Geoparco italiano. www.cilentoediano.it69 !51
  • 52. Un'altra caratteristica è l'area ambientale incontaminata del Vallo di Diano, a 60 km da Salerno. Il Vallo di Diano è un punto di riferimento per tutti coloro che amano la natura e la gastronomia, dalla Valle delle Orchidee a Sassano alle Grotte di Pertosa, dalle escursioni trekking per i sentieri del Cervati ai Boschi di Sanza. Il territorio ospita anche complessi ipogei di grande interesse, fra i quali si citano le Grotte di Castelcivita, con uno sviluppo di oltre 4 km, le Grotte di Pertosa, da visitare in parte in barca, le Grotte del Bussento sul fiume omonimo. Le grotte di Castelcivita, inoltre, insieme a quelle di Pertosa, sono l’attrattiva naturalistica principale dei monti Alburni. Il Parco offre una moltitudine di escursioni, dalle passeggiate a piedi o in mountain bike al trekking, per un totale di 15 itinerari naturalistici proposti dalle guide, alcuni facilmente accessibili, altri riservati ai più esperti. Anche le attività praticabili a contatto con la natura sono numerose, tra cui il birdwatching, le immersioni subacquee e i percorsi speleologici amatoriali. Per quanto riguarda il settore alberghiero, il comune che possiede più strutture e un numero maggiore di posti letto è Capaccio. Nel comparto extra-alberghiero, invece, è il comune di Camerota quello che ha la maggiore offerta ricettiva.
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  • 53. !53
  • 54. 3.2.4 Turismo termale In provincia di Salerno sono presenti due importanti stazioni termali: Contursi Terme e Montesano sulla Marcellana, che costituiscono un punto di riferimento per tutto il Meridione. Oltre a richiamare centinaia e centinaia di visitatori dalla provincia di Salerno, le terme di Contursi e Montesano sono rinomate anche al di fuori del territorio provinciale. In particolare, Contursi Terme beneficia delle acque del fiume Sele, mentre Montesano sulla Marcellana della sorgente di Santo Stefano. Gli stabilimenti di Contursi Terme e Montesano sulla Marcellana sono dotati di numerosi alberghi e altre strutture ricettive attrezzate per rendere il soggiorno di pazienti e visitatori più confortevole possibile. Inoltre, durante tutto l’anno, ma soprattutto in estate, sono animate da eventi, spettacoli e manifestazioni.70 Terme di Contursi Il comune di Contursi Terme è un centro turistico-termale situato a nord della provincia di Salerno e si trova nell'Alta Valle del fiume Sele. Le terme erano conosciute sin nell’antichità: già nel I secolo d.C., Plinio il vecchio scriveva riguardo le proprietà delle acque termali, nel corso del Novecento, il sito ha acquisito un’ulteriore fama, allorquando ha iniziato a svilupparsi il turismo termale. Oggi, il Sele, pur avendo perduto parte consistente delle sue acque e pur non sottraendosi all'avanzata di un inquinamento generale, resta sempre uno dei fiumi più sani e più belli d'Italia e questo fa sì che le acque di Contursi Terme siano tra le più prodigiose del mondo. Negli ultimi anni, il polo termale ha completamente rinnovato ed arricchito l’offerta termale, elevando gli standard dei servizi e diventando un punto di riferimento per uno dei settori maggiormente in crescita nel panorama nazionale.71 3.2.5 Turismo enogastronomico La gastronomia tipica è un elemento attrattivo dell’offerta turistica e la provincia di Salerno non fa eccezione. Il Cilento, in particolare, è da sempre sinonimo di sana e buona cucina: non a caso, siamo nella patria della Dieta Mediterranea, nata proprio a Pioppi, sulla costa cilentana, ad opera del nutrizionista statunitense Ancel Keys, il quale condusse gli studi sull'alimentazione che portarono alla sua definizione, poi divenuta patrimonio immateriale dell’umanità .72 L’enogastronomia tipica della provincia di Salerno è tra le più ricche in Italia proprio perché è legata ad un territorio tra i più vari dal punto di vista paesaggistico. Non c’è paese della provincia salernitana che Contursi Terme e Montesano sulla Marcellana: stazioni termali in provincia di Salerno, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it70 Dati forniti da EPT Salerno, www.eptsalerno.it71 Ancel Keys: l’inventore della dieta mediterranea, Fondazione Veronesi, www.fondazioneveronesi.it - 4 luglio 201172 !54
  • 55. non sia contraddistinto da una propria specialità enogastronomica, che sia un prodotto della terra, un vino, un olio, un tipo di pasta e così via. I prodotti tipici, DOP ed IGP, sono la seconda fonte di guadagno più proficua del territorio, dopo il turismo: qui troviamo i limoni di Amalfi IGP - con cui si produce il famoso limoncello -, l’olio del Cilento DOP, il carciofo di Paestum IGP, la mozzarella di bufala e il fico bianco del Cilento. Inoltre, Cetara è famosa per il tonno, le alici e la loro colatura, a cui dedica una caratteristica festa gastronomica nel mese di agosto. Il Cilento, invece, è la terra di viti e di ulivi, del fico bianco, della soppressata di Gioi, del formaggio caprino Casu, del Cacioricotta, e tante altre specialità gastronomiche come ad esempio i fusilli e i cavatelli al sugo di castrato. Tale patrimonio richiama ogni anno centinaia di turisti, che accorrono da tutto il mondo in occasione delle varie sagre. Nel territorio, infatti, vengono organizzati numerosi eventi di promozione enogastronomica: ad esempio, l’evento gastronomico e folcloristico GustaMinori, che si tiene ogni anno a settembre a Minori, offre, tra le specialità proposte, le melanzane al cioccolato, prodotto tipico della costiera amalfitana. Inoltre, anche i ristoranti tipici fanno da miscelatori dei prodotti tipici: numerose strutture agrituristiche offrono la possibilità di approfondire il contatto con le specialità enogastronomiche con dei corsi pratici e teorici sui loro processi di produzione e preparazione.73 L’enogastronomia in provincia di Salerno, TurismoInSalerno, www.turismoinsalerno.it73 !55
  • 56. 4 LA PROVINCIA DI CASERTA 4.1 Geolocalizzazione La provincia di Caserta è una provincia italiana della Campania con 923.931 abitanti . Il suo capoluogo74 è Caserta. Dati demografici ISTAT, www.demo.istat.it - 31 agosto 201474 !56 Superficie 2.651,35 km2 Abitanti 923.931 (31-08-2014) Densità 348,48 abitanti/km2 Comuni 104 comuni Province confinanti Benevento, Campobasso, Frosinone, Isernia, Latina, Napoli Turismi Culturale, Enogastronomico, Ambientale