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Giorgio Tamburlini (1,2) e Francesca Vezzini (2)
(1,2) Centro per la Salute del Bambino – onlus
(2) Dottorato in scienze della riproduzione e dello sviluppo – Università
di Trieste
Valutare gli
interventi di
cooperazione allo
sviluppo:
la cultura, i metodi
Outline
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• Perché e per chi valutare
• Cosa valutare: criteri DAC e principi Conferenza di Parigi
• Alcuni nodi critici del processo di valutazione
• Messaggi chiave
• Non pretesa di completezza delle fonti
• Scelte arbitrarie di cosa presentare: enfasi su significato e
logica piuttosto che sulle tecnicalità della valutazione
Visioni diverse del significato della
valutazione
Evaluation is…
“The systematic and objective assessment of an on-
going or completed project, programme or policy, its
design, implementation and results. The aim is to
determine the relevance and fulfilment of objectives,
development efficiency, effectiveness, impact and
sustainability.”
Glossary of Terms Used in Evaluation, in 'Methods and Procedures in Aid
Evaluation', OECD (1986)
Visioni diverse del significato della
valutazione
“An evaluation should provide information
that…enables the incorporation of lessons learned
into the decision- making process of both
recipients and donors” …
“a reflexive practice that provides all kinds of
organizations and agencies operating in the
public sphere with usable knowledge – and
occasionally with insight”.
Evaluation 2015, Stern Saunders and Stame
Perché e per chi valutare?
Le attività di valutazione generano conoscenza che
serve fondamentalmente a due scopi:
– Comprendere cosa si sta facendo e trarne indicazioni su
cosa fare e non fare, e/o cosa fare meglio, quindi a
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Cosa valutare: criteri e principi
internazionali
• Criteri OCSE/DAC (rivolti ai progetti):
Relevance, Efficacy, Effectiveness, Impact,
Sustainability
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policies generali delle organizzazioni)
Ownership, Alignment, Harmonization,
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Relevance
Misura la coerenza tra le attività di aiuto allo
sviluppo e le priorità e le politiche
dell’organizzazione, del gruppo-target, del
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• Are the activities and outputs of the programme
consistent with the overall goal and the
attainment of its objectives?
• Are the activities and outputs of the programme
consistent with the intended impacts and effects?
Effectiveness
Valuta in quale misura le attività di aiuto allo
sviluppo ottengono gli obiettivi stabiliti.
• To what extent were the objectives achieved
(or are likely to be achieved)?
Efficiency
Valuta la misura in cui l’attività di aiuto allo
sviluppo è capace di ottenere i risultati desiderati
nel modo più economico, in termini di risorse
impiegate. Ciò richiede in genere il confronto con
approcci alternativi.
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• Was the programme or project implemented in
the most efficient way compared to alternatives?
Impact
L’impatto riguarda i cambiamenti prodotti nel
contesto più ampio (sistema sanitario, sociale,
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sviluppo. Questi cambiamenti possono essere
positivi e negativi, ottenuti direttamente o
indirettamente, essere stati previsti e non previsti.
• What has happened to the target population/institutional
context as a result of the programme or project?
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beneficiaries (beyond the expected results)?
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Sustainability
La sostenibilità è la misura in cui le attività (o i loro
benefici) potranno continuare dopo la cessazione dei
finanziamenti del donatore. Vanno considerati
aspetti di sostenibilità politica, sociale e finanziaria
oltre che operativa.
• To what extent did the benefits of a programme or
project continue after donor funding ceased?
• What were the major factors which influenced the
achievement or non-achievement of sustainability of
the programme or project?
Ownership
I Paesi, le istituzioni coinvolte, i partner, le
comunità stabiliscono/condividono/fanno
proprie le priorità e le modalità di attuazione dei
programmi.
• Were the objectives and activities imposed? Are
they felt as their “own” by beneficiaries?
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Alignment
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o delle sue articolazioni locali (criticità nelle
situazioni di emergenza/conflitto e in paesi fragili)
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aligned with policies and plans of recipient countries?
Harmonization
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evitare duplicazioni, semplificare le procedure e
concordare la migliore divisione del lavoro con i paesi
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Tutti i partner mantengono la loro attenzione
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raggiunti, ciascuno per la parte a loro affidata,
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tasks/responsibilities and provide evidence of
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dimenticare: empowerment
L’empowerment è definito come il processo attraverso il
quale viene aumentata la capacità degli individui di fare
delle scelte e di trasformarle in azioni, facendo leva sulle
risorse già presenti o potenziali.
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obiettivo (e quindi un criterio di valutazione ) in sè, per
quanto non facile - ma non impossibile - da quantificare .
• Che cosa sono capaci di fare (e pensano di essere capaci di
fare, e vogliono fare) gli operatori, i gruppi di popolazione, i
singoli che costituivano il target del mio intervento?
Quando valutare e quali componenti del
progetto valutare
• Si valuta un progetto o un intervento quando:
– è ancora in corso (valutazione in itinere);
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• Di un progetto specifico si valuta (separatamente,
ma anche in modo congiunto, considerandone la
interdipendenza):
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ipotizzata per l’intervento (design);
– L’implementazione sul campo di un determinato
intervento in un dato contesto (implementation);
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termine (results/impact).
Alcuni nodi critici
• Le domande da farsi
• L’ attribuzione dei risultati all’intervento
• La scelta dei metodi
• Lo sguardo esterno
• La partecipazione
• Pensarci prima
• Quante risorse impiegare
Le domande da farsi
• Identificare risultati e processi che appaiono
maggiormente rilevanti.
• Definire gli indicatori per ciascun aspetto e le
relative fonti, valutarne validità e fattibilità.
• Ma: non trascurare aspetti rilevanti solo perchè
difficili da misurare obiettivamente e cercare di
rispondere ai quesiti considerando anche fonti
indirette, qualitative, ecc.
La scelta del/i risultato/i da valutare
• Quali sono i risultati/processi che giudichiamo
significativi?
– Risultati diretti vs. indiretti/intermedi per i beneficiari
(es. cambiamenti nelle policies, nelle istituzioni,ecc.)
– Risultati a breve e a lungo termine
– Impatti esterni agli obiettivi
• Chi li definisce? Quali interessi/valori rappresentano?
– Partecipazione di diversi stakeholders (beneficiari,
autorità locali, finanziatori, organizzazione)
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prospettive diverse (valori e norme, costi, benefici,
fattibilità)
L’ attribuzione dei risultati
all’intervento
• Richiede una definizione della catena causale
ipotizzata fin dalla fase di progettazione
dell’intervento (intervention theory/theory of
change): come si ritiene di ottenere la
trasformazione delle risorse in risultati, cioè i
cambiamenti auspicati nel contesto?
• Verifica della plausibilità/probabilità dei nessi
causali (diretta su dati primari o indiretta su fonti
di letteratura, o ancora da fonti e metodi
qualitativi)
La complessità della causalità dipende
dal tipo di intervento
• Interventi isolati e relativamente semplici,
destinati a popolazione ristretta in un luogo
circoscritto
– operano con un meccanismo causale lineare e
univoco, effetto dose-risposta abitualmente stabile;
• Interventi complessi, multisettoriali, destinati a
piu’ comunita’ e contesti
– agiscono con più meccanismi causali, simultanei,
complessi, (che indeboliscono o rinforzano l’effetto,
con effetto dose-risposta variabile).
Aprire la “black box” della causalità
Articolare in modo informato, dettagliato e completo la
teoria alla base dell’intervento, cioè l’ipotesi di come
l’intervento può funzionare in quel contesto.
La valutazione deve concentrarsi sulla dissezione dei
processi causali e individuare I meccanismi sociali,
comportamentali e istituzionali che permettono
all’intervento di funzionare o meno (enablers/barriers) o
che ne influenzano gli esiti.
Occorre valutare criticamente la teoria causale ipotizzata
soprattutto quando i nessi tra inputs e risultati e
cambiamenti sono assunti senza spiegazioni sui meccanismi
causali e senza un’ evidenza robusta che li sostenga.
Alla ricerca di Plausibilità, Probabilità,
Possibilità dei nessi causali
• Esiste una grande varietà di metodi, che vanno
dalla inferenza statistica su dati primari derivanti
da disegni di intervento controllati, alla
plausibilità di nessi causali completamente
costruita su evidenze derivanti dalla letteratura, o
ancora assunta come solo “possibile”.
• Lettura suggerita: Habicht, Victora, Vaughan (1999)
Evaluation designs for adequacy, plausibility and
probability of public health programme performance and
impact. Int. Journal of Epidemiology. 28:10-18
Uso dell’analisi controfattuale
Chiedersi cosa sarebbe successo se:
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• Utilizzare un mix di metodi (e quindi di tipo informazioni da
raccogliere) permette di valutare un progetto in modo più
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realizzati. Agevola un’esplorazione dei processi in un dato
contesto più ampia e profonda (i perché dei perché) di
quella ottenibile servendosi di un solo metodo.
• Identificare quali metodi (quantitativi o qualitativi) sono
migliori per valutare i risultati e l’impatto dell’intervento e
quali più utili a esplorare la qualità e i meccanismi della sua
implementazione.
Un buon inizio…
• Fondamentale la raccolta di dati e informazioni di
baseline per qualsiasi progetto di sviluppo (può
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Necessità di sguardi esterni
• A garantire l’imparzialità, l’assenza (?) di conflitti
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• Per offrire prospettive di lettura diverse, non
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istituzione/popolazione, ecc.)
Necessità di partecipazione
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Obiettivi diversi, approcci in parte
diversi
Valutazione certificativa,
per rendere conto:
• Focus sui risultati
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prevalenti
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per comprendere*
• Focus sui processi, sui come e
sui perché
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• Approcci misti necessari
• Prevalentemente interna,
partecipata, ma con apporto
esterno
• E’ necessariamente
multidisciplinare
• Il black box deve essere aperto
* ed eventualmente trasferire, far conoscere
Il problema delle risorse (interne
all’organizzazione, interne al progetto) da
dedicare alla valutazione
• Quante e quali risorse umane coinvolgere, con quali
competenze, quali costi e tempi impiegare?
• Aspetti da discutere all’interno dei singoli progetti cosi
come dell’organizzazione nel suo insieme
E’ bene che una organizzazione abbia:
• una cultura diffusa sulla valutazione,
• ma anche un nucleo competente in grado di
supportare i singoli,
• e un pool di esperti esterni a cui fare riferimento.
Tensione e bilanciamento tra esigenze
diverse
• Dello scopo:
“documentazione” versus “conoscenza orientata alla comprensione
e all’azione”
• Del punto di vista:
“oggettivismo, imparzialità, indipendenza” versus “parzialità
dell’analisi, ricerca del senso, partecipazione ”
• Del nesso temporale:
Passato (valutazione ex post) e/o presente (valutazione in itinere)
versus Futuro(uso della valutazione per progettazione futura)
• Dell’ampiezza dell’ impegno:
Risorse disponibili (staff, costo, tempo) versus qualità e completezza
Key Messages
• Orientare la valutazione ai perché, ai come e ai quindi, che
fare? non solo ai se e quanto, come cultura portante e
fattore di crescita di una organizzazione
• Importanza di definire già in fase programmatica non solo
obiettivi e attività, ma le catene causali ipotizzate (theory of
change) per l’intervento
• Necessità di punti di vista altri nella valutazione: a. esterni
all’organizzazione; b esterni alla disciplina prevalente; c. che
comprendano quelli della popolazione destinataria
• Assumere la complessità (metodi combinati e flessibili) e
accettare l‘incertezza come caratteristiche ineliminabili di
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Valutare, quindi…
…non solo per rendere conto, ma per
comprendere e riorientare l’azione
e il pensiero
“evaluation is a reflexive practice that provides all
kinds of organizations and agencies operating in
the public sphere with usable knowledge and
occasionally with insight”
Qualche suggerimento bibliografico
• The DAC Principles for the Evaluation of Development Assistance, OECD
(1991);
• Glossary of Terms Used in Evaluation, in ʻMethods and Procedures in Aid
EvaluaMonʼ, OECD (1986), and the Glossary of Evaluation and Results
Based Management (RBM) Terms, OECD (2000);
• Habict, Victora, Vaughan (1999) Evaluation designs for adequacy,
plausibility and probability of public health programme performance and
impact. Int. Journal of Epidemiology. 28:10-18;
• The Paris Declaration on Aid Effectiveness, OECD (2005);
• Leeuw, Vaessen, Impact Evaluations and Development: NONIE Guidance
on Impact Evaluation (2009)
• DAC Guidelines and Reference Series, Quality Standards for Development
Evaluation, OECD (2010);
• Stern, Saunders and Stame (2015) Standing back and looking forward:
Editors’ reflections on the 20th Anniversary of Evaluation. Evaluation 21(4)
380–390.
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Prima le mamme e i bambini: i risultati del secondo anno del progetto
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Le prospettive del progetto Prima le mamme e i bambini
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Il caso Uganda - Prima le mamme e i bambini - Medici con l’Africa Cuamm
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Giorgio Tamburlini | La cultura e i metodi della valutazione

  • 1. Giorgio Tamburlini (1,2) e Francesca Vezzini (2) (1,2) Centro per la Salute del Bambino – onlus (2) Dottorato in scienze della riproduzione e dello sviluppo – Università di Trieste Valutare gli interventi di cooperazione allo sviluppo: la cultura, i metodi
  • 2. Outline • Visioni diverse della valutazione • Perché e per chi valutare • Cosa valutare: criteri DAC e principi Conferenza di Parigi • Alcuni nodi critici del processo di valutazione • Messaggi chiave • Non pretesa di completezza delle fonti • Scelte arbitrarie di cosa presentare: enfasi su significato e logica piuttosto che sulle tecnicalità della valutazione
  • 3. Visioni diverse del significato della valutazione Evaluation is… “The systematic and objective assessment of an on- going or completed project, programme or policy, its design, implementation and results. The aim is to determine the relevance and fulfilment of objectives, development efficiency, effectiveness, impact and sustainability.” Glossary of Terms Used in Evaluation, in 'Methods and Procedures in Aid Evaluation', OECD (1986)
  • 4. Visioni diverse del significato della valutazione “An evaluation should provide information that…enables the incorporation of lessons learned into the decision- making process of both recipients and donors” … “a reflexive practice that provides all kinds of organizations and agencies operating in the public sphere with usable knowledge – and occasionally with insight”. Evaluation 2015, Stern Saunders and Stame
  • 5. Perché e per chi valutare? Le attività di valutazione generano conoscenza che serve fondamentalmente a due scopi: – Comprendere cosa si sta facendo e trarne indicazioni su cosa fare e non fare, e/o cosa fare meglio, quindi a (ri)definire obiettivi o strategie (valutazione formativa) significato prevalente: l’organizzazione si valuta – Stabilire se i risultati attesi sono stati ottenuti e se le risorse sono state utilizzate appropriatamente (valutazione certificativa) significato prevalente: l’organizzazione è valutata
  • 6. Cosa valutare: criteri e principi internazionali • Criteri OCSE/DAC (rivolti ai progetti): Relevance, Efficacy, Effectiveness, Impact, Sustainability • Principi della Dichiarazione di Parigi (rivolti alle policies generali delle organizzazioni) Ownership, Alignment, Harmonization, Managing for results, Mutual accountability
  • 7. Relevance Misura la coerenza tra le attività di aiuto allo sviluppo e le priorità e le politiche dell’organizzazione, del gruppo-target, del destinatario istituzionale e del donatore. • Are the activities and outputs of the programme consistent with the overall goal and the attainment of its objectives? • Are the activities and outputs of the programme consistent with the intended impacts and effects?
  • 8. Effectiveness Valuta in quale misura le attività di aiuto allo sviluppo ottengono gli obiettivi stabiliti. • To what extent were the objectives achieved (or are likely to be achieved)?
  • 9. Efficiency Valuta la misura in cui l’attività di aiuto allo sviluppo è capace di ottenere i risultati desiderati nel modo più economico, in termini di risorse impiegate. Ciò richiede in genere il confronto con approcci alternativi. • Were activities cost-efficient? • Were objectives achieved on time? • Was the programme or project implemented in the most efficient way compared to alternatives?
  • 10. Impact L’impatto riguarda i cambiamenti prodotti nel contesto più ampio (sistema sanitario, sociale, economico, politico, ecc.) da interventi di aiuto allo sviluppo. Questi cambiamenti possono essere positivi e negativi, ottenuti direttamente o indirettamente, essere stati previsti e non previsti. • What has happened to the target population/institutional context as a result of the programme or project? • What real difference has the activity made to the beneficiaries (beyond the expected results)? • How many (other) people have been affected?
  • 11. Sustainability La sostenibilità è la misura in cui le attività (o i loro benefici) potranno continuare dopo la cessazione dei finanziamenti del donatore. Vanno considerati aspetti di sostenibilità politica, sociale e finanziaria oltre che operativa. • To what extent did the benefits of a programme or project continue after donor funding ceased? • What were the major factors which influenced the achievement or non-achievement of sustainability of the programme or project?
  • 12. Ownership I Paesi, le istituzioni coinvolte, i partner, le comunità stabiliscono/condividono/fanno proprie le priorità e le modalità di attuazione dei programmi. • Were the objectives and activities imposed? Are they felt as their “own” by beneficiaries? • At all levels?
  • 13. Alignment I donatori allineano i loro programmi di aiuto alle priorità, generali e di settore, del paese beneficiario o delle sue articolazioni locali (criticità nelle situazioni di emergenza/conflitto e in paesi fragili) • Were the objectives and implementation plans fully aligned with policies and plans of recipient countries?
  • 14. Harmonization I donatori/ enti implementatori si coordinano per evitare duplicazioni, semplificare le procedure e concordare la migliore divisione del lavoro con i paesi partner. • Were the maximum coordination and possible synergies achieved among partners (public, private, non profit, etc.) ?
  • 15. Managing for results Tutti i partner mantengono la loro attenzione sulla produzione - e misurazione - dei risultati • All partners focus on results (expected, measured and achieved)
  • 16. Mutual accountability Tutti i partner sono responsabili per i risultati raggiunti, ciascuno per la parte a loro affidata, l'uno nei confronti dell'altro, e ciascuno rispetto alle loro constituencies • Did all partners identify their specific tasks/responsibilities and provide evidence of the extent to which these were fulfilled?
  • 17. Un criterio/principio da non dimenticare: empowerment L’empowerment è definito come il processo attraverso il quale viene aumentata la capacità degli individui di fare delle scelte e di trasformarle in azioni, facendo leva sulle risorse già presenti o potenziali. È requisito della sostenibilità ma dovrebbe essere un obiettivo (e quindi un criterio di valutazione ) in sè, per quanto non facile - ma non impossibile - da quantificare . • Che cosa sono capaci di fare (e pensano di essere capaci di fare, e vogliono fare) gli operatori, i gruppi di popolazione, i singoli che costituivano il target del mio intervento?
  • 18. Quando valutare e quali componenti del progetto valutare • Si valuta un progetto o un intervento quando: – è ancora in corso (valutazione in itinere); – è completato (valutazione ex post) • Di un progetto specifico si valuta (separatamente, ma anche in modo congiunto, considerandone la interdipendenza): – La struttura identificata in fase progettuale e la logica ipotizzata per l’intervento (design); – L’implementazione sul campo di un determinato intervento in un dato contesto (implementation); – I risultati, attesi e non, positivi e negativi, a breve e lungo termine (results/impact).
  • 19. Alcuni nodi critici • Le domande da farsi • L’ attribuzione dei risultati all’intervento • La scelta dei metodi • Lo sguardo esterno • La partecipazione • Pensarci prima • Quante risorse impiegare
  • 20. Le domande da farsi • Identificare risultati e processi che appaiono maggiormente rilevanti. • Definire gli indicatori per ciascun aspetto e le relative fonti, valutarne validità e fattibilità. • Ma: non trascurare aspetti rilevanti solo perchè difficili da misurare obiettivamente e cercare di rispondere ai quesiti considerando anche fonti indirette, qualitative, ecc.
  • 21. La scelta del/i risultato/i da valutare • Quali sono i risultati/processi che giudichiamo significativi? – Risultati diretti vs. indiretti/intermedi per i beneficiari (es. cambiamenti nelle policies, nelle istituzioni,ecc.) – Risultati a breve e a lungo termine – Impatti esterni agli obiettivi • Chi li definisce? Quali interessi/valori rappresentano? – Partecipazione di diversi stakeholders (beneficiari, autorità locali, finanziatori, organizzazione) – Pluralita’ delle visioni e degli interessi in gioco: prospettive diverse (valori e norme, costi, benefici, fattibilità)
  • 22. L’ attribuzione dei risultati all’intervento • Richiede una definizione della catena causale ipotizzata fin dalla fase di progettazione dell’intervento (intervention theory/theory of change): come si ritiene di ottenere la trasformazione delle risorse in risultati, cioè i cambiamenti auspicati nel contesto? • Verifica della plausibilità/probabilità dei nessi causali (diretta su dati primari o indiretta su fonti di letteratura, o ancora da fonti e metodi qualitativi)
  • 23. La complessità della causalità dipende dal tipo di intervento • Interventi isolati e relativamente semplici, destinati a popolazione ristretta in un luogo circoscritto – operano con un meccanismo causale lineare e univoco, effetto dose-risposta abitualmente stabile; • Interventi complessi, multisettoriali, destinati a piu’ comunita’ e contesti – agiscono con più meccanismi causali, simultanei, complessi, (che indeboliscono o rinforzano l’effetto, con effetto dose-risposta variabile).
  • 24. Aprire la “black box” della causalità Articolare in modo informato, dettagliato e completo la teoria alla base dell’intervento, cioè l’ipotesi di come l’intervento può funzionare in quel contesto. La valutazione deve concentrarsi sulla dissezione dei processi causali e individuare I meccanismi sociali, comportamentali e istituzionali che permettono all’intervento di funzionare o meno (enablers/barriers) o che ne influenzano gli esiti. Occorre valutare criticamente la teoria causale ipotizzata soprattutto quando i nessi tra inputs e risultati e cambiamenti sono assunti senza spiegazioni sui meccanismi causali e senza un’ evidenza robusta che li sostenga.
  • 25. Alla ricerca di Plausibilità, Probabilità, Possibilità dei nessi causali • Esiste una grande varietà di metodi, che vanno dalla inferenza statistica su dati primari derivanti da disegni di intervento controllati, alla plausibilità di nessi causali completamente costruita su evidenze derivanti dalla letteratura, o ancora assunta come solo “possibile”. • Lettura suggerita: Habicht, Victora, Vaughan (1999) Evaluation designs for adequacy, plausibility and probability of public health programme performance and impact. Int. Journal of Epidemiology. 28:10-18
  • 26. Uso dell’analisi controfattuale Chiedersi cosa sarebbe successo se: • non ci fosse stato l’intervento; • l’intervento avesse avuto caratteristiche diverse o diverse modalità di implementazione; • non si fossero prodotti effetti esterni all’intervento che possono aver influenzato /stravolto l’esito
  • 27. Uso di mix methods • Utilizzare un mix di metodi (e quindi di tipo informazioni da raccogliere) permette di valutare un progetto in modo più completo, di coglierne i diversi aspetti, analizzare cambiamenti complessi e comprendere come si sono realizzati. Agevola un’esplorazione dei processi in un dato contesto più ampia e profonda (i perché dei perché) di quella ottenibile servendosi di un solo metodo. • Identificare quali metodi (quantitativi o qualitativi) sono migliori per valutare i risultati e l’impatto dell’intervento e quali più utili a esplorare la qualità e i meccanismi della sua implementazione.
  • 28. Un buon inizio… • Fondamentale la raccolta di dati e informazioni di baseline per qualsiasi progetto di sviluppo (può essere molto più arduo in progetti di emergenza/aiuti umanitari) • Definire le domande a cui rispondere e le ipotesi sottostanti all’intervento (theory of change) già dall’inizio, in fase di progettazione
  • 29. Necessità di sguardi esterni • A garantire l’imparzialità, l’assenza (?) di conflitti di interesse • Per offrire prospettive di lettura diverse, non esaurite nella disciplina prevalente (medico- sanitaria ad esempio) • Per garantire la rappresentazione di diversi interessi (donatore/beneficiario, istituzione/popolazione, ecc.)
  • 30. Necessità di partecipazione • Per avere più punti di vista • Per costruire ownership • Per costruire cultura della valutazione • Per costruire cittadinanza
  • 31. Obiettivi diversi, approcci in parte diversi Valutazione certificativa, per rendere conto: • Focus sui risultati • Focus sulle risorse impiegate • Approcci quantitativi prevalenti • Necessariamente esterna • Può restare monodisciplinare • Il black box della causalità può restare chiuso Valutazione formativa, per comprendere* • Focus sui processi, sui come e sui perché • Focus sugli impatti esterni • Approcci misti necessari • Prevalentemente interna, partecipata, ma con apporto esterno • E’ necessariamente multidisciplinare • Il black box deve essere aperto * ed eventualmente trasferire, far conoscere
  • 32. Il problema delle risorse (interne all’organizzazione, interne al progetto) da dedicare alla valutazione • Quante e quali risorse umane coinvolgere, con quali competenze, quali costi e tempi impiegare? • Aspetti da discutere all’interno dei singoli progetti cosi come dell’organizzazione nel suo insieme E’ bene che una organizzazione abbia: • una cultura diffusa sulla valutazione, • ma anche un nucleo competente in grado di supportare i singoli, • e un pool di esperti esterni a cui fare riferimento.
  • 33. Tensione e bilanciamento tra esigenze diverse • Dello scopo: “documentazione” versus “conoscenza orientata alla comprensione e all’azione” • Del punto di vista: “oggettivismo, imparzialità, indipendenza” versus “parzialità dell’analisi, ricerca del senso, partecipazione ” • Del nesso temporale: Passato (valutazione ex post) e/o presente (valutazione in itinere) versus Futuro(uso della valutazione per progettazione futura) • Dell’ampiezza dell’ impegno: Risorse disponibili (staff, costo, tempo) versus qualità e completezza
  • 34. Key Messages • Orientare la valutazione ai perché, ai come e ai quindi, che fare? non solo ai se e quanto, come cultura portante e fattore di crescita di una organizzazione • Importanza di definire già in fase programmatica non solo obiettivi e attività, ma le catene causali ipotizzate (theory of change) per l’intervento • Necessità di punti di vista altri nella valutazione: a. esterni all’organizzazione; b esterni alla disciplina prevalente; c. che comprendano quelli della popolazione destinataria • Assumere la complessità (metodi combinati e flessibili) e accettare l‘incertezza come caratteristiche ineliminabili di una pratica riflessiva della valutazione
  • 35. Valutare, quindi… …non solo per rendere conto, ma per comprendere e riorientare l’azione e il pensiero “evaluation is a reflexive practice that provides all kinds of organizations and agencies operating in the public sphere with usable knowledge and occasionally with insight”
  • 36. Qualche suggerimento bibliografico • The DAC Principles for the Evaluation of Development Assistance, OECD (1991); • Glossary of Terms Used in Evaluation, in ʻMethods and Procedures in Aid EvaluaMonʼ, OECD (1986), and the Glossary of Evaluation and Results Based Management (RBM) Terms, OECD (2000); • Habict, Victora, Vaughan (1999) Evaluation designs for adequacy, plausibility and probability of public health programme performance and impact. Int. Journal of Epidemiology. 28:10-18; • The Paris Declaration on Aid Effectiveness, OECD (2005); • Leeuw, Vaessen, Impact Evaluations and Development: NONIE Guidance on Impact Evaluation (2009) • DAC Guidelines and Reference Series, Quality Standards for Development Evaluation, OECD (2010); • Stern, Saunders and Stame (2015) Standing back and looking forward: Editors’ reflections on the 20th Anniversary of Evaluation. Evaluation 21(4) 380–390.
  • 37. Il bene ostinato: Anas di Aleppo