La problematicità della coppia come via di conoscenza di sè e dell'altro.
The problematic nature of the couple as a way of self-knowledge and the other.
Le pagine qui raccolte sono state “vissute” 20 anni fa, tra il 1992 e il 1993, e ritrovate oggi quasi casualmente: da allora, ho percorso molte strade e seminato molti pensieri in giro per il nostro mondo, ma ritengo che quei semi possano ancora portare frutto.
Ecco perché mi sono deciso a dar loro una veste organica e offrirli liberamente a tutti coloro che sceglieranno di dedicare qualche momento alla lettura, alla riflessione, al confronto, alla elaborazione di una modalità originale per “lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” (B.-P.).
Grazie a tutti, buona lettura e “Buona Strada”!
Il decalogo nella catechesi: perché puntare sui dieci comandamenti?Raffaele Nappi
Qual è il primo comandamento? Quello dell’idolatria! Siamo idolatri perché cerchiamo la vita (quindi divinizziamo) esagerando l’importanza di cose e persone che non ci possono dare quello che chiediamo. Questo è fonte di infelicità per noi e di violenza e incomunicabilità nelle relazioni con gli altri. Per tutti gli altri comandamenti si procede con lo stesso tono: si scavalca l’interpretazione semplificata (pur vera) del comandamento di Dio e ne si annuncia il significato profondo, spesso sorprendente. Il secondo comandamento non è solo la proibizione di bestemmiare, è un invito a invocare il nome di Dio con verità, ad entrare in rapporto totalizzante con Lui. Il terzo comandamento non è solo l’imperativo di andare a messa la domenica, ma l’annuncio che esiste il vero riposo che non dipende dalle circostanze favorevoli ma dall’amare e conoscere la volontà di Dio. Il quarto comandamento non impone di credere che i genitori hanno sempre ragione ma l’annuncio che esiste una Paternità divina che dà senso e dignità ad ogni paternità terrena.
Il quinto comandamento è la descrizione dell’essenza di una nuova vita, descrive quali sono gli atti tipici di questa nuova natura: gli atti dell’amore. Non uccidere quindi non si riferisce solo al togliere la vita fisica ma, secondo l’esegesi di Gesù, a quel santo debito di amore che tutti abbiamo nei confronti di tutti, compresi i nostri nemici. Poi il decalogo insegna come questo amore si concretizza: si tratta di amare con il corpo (sesto comandamento) e di amare con beni (settimo comandamento). L’ottavo comandamento invita, in questa prospettiva, a considerare in modo più completo ed esistenziale il problema della verità: non si tratta solo di dire la verità ma di essere veri, dare testimonianza con tutto ciò che siamo e facciamo a favore della bontà e dell’amore di Dio Padre. Gli ultimi due comandamenti, che a molti sembrano una specie di appendice trascurabile, diventano la chiave di volta di tutto il percorso, unificandosi nel comandamento non desiderare. Esso ci inchioda tutti ad un problema insormontabile: anche qualora riuscissimo a controllare i nostri comportamenti per conformarci alla legge, il nostro cuore smetterebbe di desiderare il male? Ma apre gli ascoltatori all’opera santificatrice dello Spirito, al desiderio nuovo di una vita santa.
La problematicità della coppia come via di conoscenza di sè e dell'altro.
The problematic nature of the couple as a way of self-knowledge and the other.
Le pagine qui raccolte sono state “vissute” 20 anni fa, tra il 1992 e il 1993, e ritrovate oggi quasi casualmente: da allora, ho percorso molte strade e seminato molti pensieri in giro per il nostro mondo, ma ritengo che quei semi possano ancora portare frutto.
Ecco perché mi sono deciso a dar loro una veste organica e offrirli liberamente a tutti coloro che sceglieranno di dedicare qualche momento alla lettura, alla riflessione, al confronto, alla elaborazione di una modalità originale per “lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” (B.-P.).
Grazie a tutti, buona lettura e “Buona Strada”!
Il decalogo nella catechesi: perché puntare sui dieci comandamenti?Raffaele Nappi
Qual è il primo comandamento? Quello dell’idolatria! Siamo idolatri perché cerchiamo la vita (quindi divinizziamo) esagerando l’importanza di cose e persone che non ci possono dare quello che chiediamo. Questo è fonte di infelicità per noi e di violenza e incomunicabilità nelle relazioni con gli altri. Per tutti gli altri comandamenti si procede con lo stesso tono: si scavalca l’interpretazione semplificata (pur vera) del comandamento di Dio e ne si annuncia il significato profondo, spesso sorprendente. Il secondo comandamento non è solo la proibizione di bestemmiare, è un invito a invocare il nome di Dio con verità, ad entrare in rapporto totalizzante con Lui. Il terzo comandamento non è solo l’imperativo di andare a messa la domenica, ma l’annuncio che esiste il vero riposo che non dipende dalle circostanze favorevoli ma dall’amare e conoscere la volontà di Dio. Il quarto comandamento non impone di credere che i genitori hanno sempre ragione ma l’annuncio che esiste una Paternità divina che dà senso e dignità ad ogni paternità terrena.
Il quinto comandamento è la descrizione dell’essenza di una nuova vita, descrive quali sono gli atti tipici di questa nuova natura: gli atti dell’amore. Non uccidere quindi non si riferisce solo al togliere la vita fisica ma, secondo l’esegesi di Gesù, a quel santo debito di amore che tutti abbiamo nei confronti di tutti, compresi i nostri nemici. Poi il decalogo insegna come questo amore si concretizza: si tratta di amare con il corpo (sesto comandamento) e di amare con beni (settimo comandamento). L’ottavo comandamento invita, in questa prospettiva, a considerare in modo più completo ed esistenziale il problema della verità: non si tratta solo di dire la verità ma di essere veri, dare testimonianza con tutto ciò che siamo e facciamo a favore della bontà e dell’amore di Dio Padre. Gli ultimi due comandamenti, che a molti sembrano una specie di appendice trascurabile, diventano la chiave di volta di tutto il percorso, unificandosi nel comandamento non desiderare. Esso ci inchioda tutti ad un problema insormontabile: anche qualora riuscissimo a controllare i nostri comportamenti per conformarci alla legge, il nostro cuore smetterebbe di desiderare il male? Ma apre gli ascoltatori all’opera santificatrice dello Spirito, al desiderio nuovo di una vita santa.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
R. VILLANO - COLOPHON LIBRO La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra eti...Raimondo Villano
vincitore della LXV edizione del Premio nazionale Fondazione Elide Stramezzi dell’A.S.A.S.-Mi.B.A.C., conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 22 nov 2007); patrocinato da: Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e Chiron Foundation, Praxys dpt. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce ora in questo suo volume agli studiosi di scienze farmaceutiche e farmacologia una serie di preziose informazioni e riflessioni. È, perciò, altamente meritoria quest’opera di sviscerare per un folto stuolo di lettori e studiosi della materia i diversi problemi del farmaco e, nello stesso tempo, evidenziare le difficoltà della promozione scientifica per un pubblico già maturo e temprato dalla situazione particolarmente grave, specie per quanto riguarda gli aspetti terapeutici. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. (Chiron Foundation, Praxys dpt, Ed. Effegibi, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz.
Un libro sull'arte di vivere, lavorare e relazionarsi con motivazione.
"Messaggio per Garcia" fu un pamphlet, pubblicato all'inizio del XX secolo, che si rivelò magicamente motivante per chiunque lo leggesse, tanto che ha venduto oltre 40.000.000 di copie nel mondo e ancora nel 2002 la classifica di Russell Ash sui dieci libri più venduti da sempre nel mondo lo vedeva al nono posto (al primo c'era la Bibbia).
Concretamente magico lo è ancora, considerando l'ampio uso che ne fanno i motivatori e i coach nei seminari di formazione aziendale, programmazione neuro linguistica e crescita personale, specie nei paesi anglosassoni.
IN QUESTO NOSTRO LIBRO, IL PAMPHLET "MESSAGGIO PER GARCIA" È ARRICCHITO DA ALTRI SCRITTI DELL'AUTORE DI IMPATTO ANCHE MAGGIORE, PER QUANTO SCONOSCIUTI AL GRANDE PUBBLICO:
-APOLOGIA
-MESSAGGIO PER GARCIA
-LA VITA È ESPRESSIONE
-DIMENTICARE SE STESSI
-LA CAPACITÀ DI RICONOSCERE LA CAPACITÀ
-ATTITUDINE MENTALE
-VIAGGIO NELLA MENTE DI UN GENIO: BENJAMIN FRANKLIN
-CREDO NELLA MATERNITÀ DI DIO
Il libro contiene anche con un saggio introduttivo di Fabrizio Ponzetta:
ELBERT GREEN HUBBARD TRA BUSINESS, UTOPIA E BUON SENSO.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
R. VILLANO - COLOPHON LIBRO La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra eti...Raimondo Villano
vincitore della LXV edizione del Premio nazionale Fondazione Elide Stramezzi dell’A.S.A.S.-Mi.B.A.C., conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 22 nov 2007); patrocinato da: Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e Chiron Foundation, Praxys dpt. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce ora in questo suo volume agli studiosi di scienze farmaceutiche e farmacologia una serie di preziose informazioni e riflessioni. È, perciò, altamente meritoria quest’opera di sviscerare per un folto stuolo di lettori e studiosi della materia i diversi problemi del farmaco e, nello stesso tempo, evidenziare le difficoltà della promozione scientifica per un pubblico già maturo e temprato dalla situazione particolarmente grave, specie per quanto riguarda gli aspetti terapeutici. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. (Chiron Foundation, Praxys dpt, Ed. Effegibi, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz.
Un libro sull'arte di vivere, lavorare e relazionarsi con motivazione.
"Messaggio per Garcia" fu un pamphlet, pubblicato all'inizio del XX secolo, che si rivelò magicamente motivante per chiunque lo leggesse, tanto che ha venduto oltre 40.000.000 di copie nel mondo e ancora nel 2002 la classifica di Russell Ash sui dieci libri più venduti da sempre nel mondo lo vedeva al nono posto (al primo c'era la Bibbia).
Concretamente magico lo è ancora, considerando l'ampio uso che ne fanno i motivatori e i coach nei seminari di formazione aziendale, programmazione neuro linguistica e crescita personale, specie nei paesi anglosassoni.
IN QUESTO NOSTRO LIBRO, IL PAMPHLET "MESSAGGIO PER GARCIA" È ARRICCHITO DA ALTRI SCRITTI DELL'AUTORE DI IMPATTO ANCHE MAGGIORE, PER QUANTO SCONOSCIUTI AL GRANDE PUBBLICO:
-APOLOGIA
-MESSAGGIO PER GARCIA
-LA VITA È ESPRESSIONE
-DIMENTICARE SE STESSI
-LA CAPACITÀ DI RICONOSCERE LA CAPACITÀ
-ATTITUDINE MENTALE
-VIAGGIO NELLA MENTE DI UN GENIO: BENJAMIN FRANKLIN
-CREDO NELLA MATERNITÀ DI DIO
Il libro contiene anche con un saggio introduttivo di Fabrizio Ponzetta:
ELBERT GREEN HUBBARD TRA BUSINESS, UTOPIA E BUON SENSO.
1. Una questione di etichetta
I
Cari amici,
Vi racconto una cosa strana, successa 15 anni fa. Per
correttezza, devo dirvi che non so se la situazione sia a
tutt’oggi la stessa, anche se non ho motivo di dubitarne. Un
mio amico direttore di supermercato mi confidò che
pressochè la totalità dei barattoli di maionese diffusi nel nord -
Italia provenivano dallo stesso stabilimento. Per questioni di
mercato poi, la stessa maionese veniva confezionata in
barattoli con marche e prezzi diversi per conquistare maggiori
fette di mercato. Ricordo che per giorni ho passato incredulo
del tempo davanti ai banchi di supermercato per verificare
che, effettivamente, barattoli e tubetti di maionese di marche,
forme e prezzi diversi provenivano dallo stesso stabilimento.
II
Mi resi insomma conto che alla fine il prodotto era uno, unico,
al di là delle decine di forme in cui viene servito. Ecco, noi UU
diciamo proprio questo: lasciamo perdere la forma del
barattolo, pensiamo al contenuto. Anche da un punto di vista
spirituale un buon contenuto è indipendente dalla forma in cui
viene servito: ci sono tesori spirituali disseminati in ogni
cultura e in ogni periodo di tempo e che possono essere
ciascuno indispensabile per la nostra crescita spirituale. Noi
abbiamo la possibilità, la volontà e per certi versi anche il
dovere di venirne a conoscenza. Fermarci al fatto che tali
tesori siano marchiati cristianesimo, islamismo, buddismo,
taoismo ebraismo è una autolimitazione utile solo
all’estabishment di potere religioso di turno che sulle etichette
fonda la propria ragion d’essere e il proprio sostentamento,
2. ma che di fatto ci rallenta nel nostro percorso di crescita. Non
fermatevi alla forma del barattolo, giudicate il prodotto. E in
questo credo che fareste anche la volontà del Maestro, che dice
che un buon albero si giudica dai frutti, non dalla nazione cui
appartiene.
III
Però c’ anche da dire che quando, tronfio e gongolante per le
mie scoperte in fatto di esoterismo della maionese, portai a
mia madre e mio fratello una sottomarca comprando la quale
avevo risparmiato il 20% nell’assoluta certezza di aver
comprato lo stesso prodotto, loro non lo vollero. Poco importa
che io abbia spiegato e dimostrato che si trattava del
medesimo contenuto, loro corsero a comprare il prodotto di
marca. Lo stesso esempio si può fare oggi in una farmacia, con
una buona parte di persone che continua a comprare il
farmaco di marca ignorando il generico.
La domanda che voglio farvi è: è sbagliato? E’ un
comportamento ignorante e retrivo che dobbiamo correggere
ed educare, o è semplicemente una sensibilità diversa che
dobbiamo rispettare?
Fuor di metafora, per molti esiste un legame di consuetudine e
di cultura per alcune pratiche, tale che sarebbe difficile
proporre di abbandonarlo, di modificarlo, di inventarne uno
nuovo, o di approcciarvisi pensando che uno valga l’altro. In
generale perché ciò avviene? Perché non siamo solo ragione!
Se da un punto di vista razionale l’atteggiamento di chi dica
badiamo al sodo senza perderci in inutili tinte folkloristiche è
assolutamente indiscutibile, da un punto di vista pratico
funziona poco, e funziona poco perché, a mio giudizio
misconosce il fatto che l’uomo non sia solo ragione, ma anche
emozione, sentimento e prassi. In questi distretti dell’animo
umano l’idea di rinunciare
3.
IV
Di qui l’importanza per la C.U.I dei 3 percorsi: essi hanno lo
scopo di conciliare il contenuto razionale indiscutibile che
anima il nostro gruppo e che si riflette ad esempio nel 7
Principi e nelle 6 fonti, con il cuore di ciascuno di noi e con
l’esigenza di incarnare questo approccio nuovo e un pò freddo
in un tessuto più caldo, fatto di pratica e di emozione.
L’obiezione che di solito mi viene fatta su questo è: perché
queste persone non stanno a casa loro, non restano tra i
cattolici, i buddisti, i taoisti? Semplicemente perché in quei
contesti l’impostazione cardine della CUI fatta, di tolleranza di
impegno e di dialogo concreto non riescono a viverla, perché
non vedono l’impegno a superare quelle barriere culturali che
loro pensano possano essere superate e vedono in noi un
interessante tentativo in questo senso. Il Programma Pastorale
è la chiave di volta di tutto questo approccio, essendo ciò che
chiarisce, sostanzia e legittima l’impegno di ciascuno in un
percorso.
IV
Abbiamo dunque visto che alla base del nostro approccio alla
spiritualità devono convivere 2 istanze distinte.
La prima è quella che guarda al sodo e cerca di rintracciare
elementi di valore e di continuità universali che prescindono
da etichette culturali, cerca di vivere in un contesto che non
pregiudichi l’altro perché è diverso e che non si perda gli
immensi tesori spirituali di cui è disseminata ogni espressione
religiosa.
La seconda è invece quella che guarda alle esigenze pratiche
intime di ciascuno di noi, alla nostra vita e al nostro specifico
sentire, fatto delle preghiere della nonna recitate la sera, di
alcune immagini per noi importanti con cui siamo cresciuti e
di alcune feste che, volenti o nolenti fanno parte del nostro
patrimonio di vita. Questo bagaglio emotivo ed affettivo non
c’è una reale ragione per cui venga guardato con diffidenza e
4. perso, perderlo significherebbe ridurre il movimento ad un
umanismo etico, cosa che sta già avvenendo in molte parti, e
che non è nulla di male in sè, salvo quella sensazione di aver
sperperato un tesoro e di aver buttato via il bambino con
l’acqua sporca che ci accompagnerebbe se ci arrendessimo
troppo facilmente rinunciando a un tentativo di conciliazione
di queste due aspirazioni, le due U di cui parlava anche Falasca
Per cui, amici, non ci arrabbiamo troppo se alcuni sentono il
bisogno di una particolare etichetta su di una maionese in
realtà comune… l’importante è che mangino del buon cibo
spirituale e che crescano attraverso esso,
Facciamolo quest’uomo, che sappia manifestare il desiderio di
un buon cibo spirituale