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intelligenza
è l’insieme di funzioni
  conoscitive, adattative e
    immaginative, generate
     dall'attività cerebrale
dell'uomo e di alcuni animali
approccio psicometrico: prestazioni
 nei test d’intelligenza

approccio cognitivo: processi mentali
 alla base delle prestazioni

approccio funzionale: complesso di
 abilità utili nella vita
la tradizione psicometrica
misurazione dell’intelligenza
 maediante test

esiste da circa un secolo

indice qi=età mentale/età cronologica
  (terman, primi del novecento)
il qi
il quoziente d'intelligenza o qi è un punteggio
   ottenuto tramite uno dei molti test
   standardizzati con lo scopo di misurare
   l'intelligenza. tali test sono usati per predire
   lo sviluppo intellettuale dell'individuo.
   persone con qi basso sono a volte inserite in
   speciali progetti di educazione.
il qi è usato anche dai sociologi: essi studiano
   in particolare la distribuzione del qi nelle
   popolazioni e le relazioni tra ilqied altre
   variabili. il quoziente intellettivo è correlato
   con le prestazioni sul lavoro, oltre che con le
   condizioni sociali dei genitori. un recente
   studio ha dimostrato i collegamenti tra ilqie
   la morbosità e la mortalità. sull'ereditarietà
   delqiinvece, sebbene sia stata sotto esame
   per quasi un secolo, rimangono delle
   controversie legate a quanto esso sia
   ereditabile e ai meccanismi relativi.
nel 1905, lo psicologo francesealfredbinetpubblicò il primo test
   di intelligenza moderno, il ”binet-simonintelligence scalequot;. il
   suo scopo principale era di identificare gli studenti che
   avevano bisogno di un aiuto particolare nelle materie
   scolastiche. il test misurava l'età mentale del bambino in
   modo che un bambino di 7 anni che risolvesse i problemi
   che in media risolvevano i bambini di 7 anni, avrebbe
   ottenuto un punteggio di 7.
   nel 1912 lo psicologo tedescowilliamsternconiò il
   terminei.q.e lo definì come la risultante della formula (età
   mentale/età biologica)*100, in modo che due bambini di età
   diversa che risultassero entrambi con una intelligenza pari
   alla media, otterrebbero entrambi lo stesso punteggio di
   100
    i test diterman, da lui chiamatistanford-binet intelligence
   scale, gettarono le basi per uno dei test di intelligenza
   moderni, usato ancora oggi. nel 1939davidwechslerpubblicò
   il primo test d'intelligenza appositamente pensato per una
   popolazione adulta, lawechsleradult intelligence scale.
il problemsolving
il problem solving è un processo mentale volto a trovare un percorso che porta
    il cambiamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale.
    la capacità di problem solving risulta legata al fattore cognitivo di
    intelligenza, essa infatti è spesso adoperato come misura empirica
    dell'intelligenza.
    il pensiero logico misurato dal quoziente d'intelligenza infatti, all'interno
    dei processi di problem solving, è applicato alla risoluzione di uno specifico
    problema.
il problem solving come processo risulta allora maggiormente
    contestualizzato, cosa che aumenta il grado di successo nella risoluzione
    dei problemi, portando i soggetti ad ottenere prestazioni più elevate.
    il pensiero logico contestualizzato, inoltre, porta ad una misura più
    attendibile, anche se meno generale dell'intelligenza.
    il problem solving rappresenta l'approccio cognitivista allo studio
    dell'intelligenza.
creatività
il verbo italiano creare, al quale il
 sostantivo creatività rimanda, deriva
  dal creare latino, che condivide con
        quot;crescerequot; la radicekar.
in sanscrito,kar-trè colui che fa (dal
          niente), il creatore.
l'idea di creatività come atteggiamento mentale proprio (ma non esclusivo) degli esseri
    umani nasce nel novecento.
    i primi studi sul fenomeno risalgono agli anni '20.
    mentre in alcuni campi - la matematica, per esempio - la creatività sembra
    svilupparsi meglio in giovane età, in altri - letteratura, musica, arti figurative -
    continua per tutto l'arco della vita.
    l'atto del creare è stato a lungo percepito come attributo esclusivo della
    divinità:catullo, dante,leonardo, infatti, non avrebbero mai definito sé stessi dei
    creativi.
la parola creatività entra nel lessico italiano solo negli anni ’50.
     nuovo e utile illustrano adeguatamente l'essenza dell'atto creativo: un
    superamento delle regole esistenti (il nuovo) che istituisca una ulteriore regola
    condivisa (l'utile).
    si individuano anche le due dimensioni del processo creativo che unisce disordine
    e ordine, paradosso e metodo.Infine, le categorie di nuovo e utile ampliano la
    sfera delle attività creative a tutto l'agire umano a cui sia riconosciuta un'utilità
    economica - estetica o etica - e che sviluppi uno dei tre possibili gradi di novità:
    applicazione nuova di una quot;regolaquot; esistente, estensione di una regola esistente a
    un campo nuovo, istituzione di una regola del tutto nuova.Poiché si fonda sulla
    profonda conoscenza delle regole da superare, la creatività non può svilupparsi in
    assenza di competenze preliminari.
     caratteristiche della personalità creativa sono curiosità, bisogno d'ordine e di
    successo (ma non inteso in termini economici), indipendenza, spirito
    critico, insoddisfazione, autodisciplina.
la creatività è espressione tipicamente umana perché si fonda anche sul possesso di
    un linguaggio a volte astratto (fatto però di parole, numeri, note musicali) e atto
    a compiere discriminazioni sottili
la creatività è una dimensione che risiede dentro ogni uomo, è
   come una fonte luminosa, una sorgente d’acqua
   inesauribile, un demone anche, che rapisce e trascina via. è’
   espressione di energia e allo stesso tempo è fonte di energia.
si tratta di una dimensione che alberga nell’inconscio e per
   questo motivo non a tutti è accessibile, comunque non a tutti
   nello stesso modo.
è la fonte delle idee nuove, della risoluzione di problemi così
   anche del modo di porre i dati di un problema; è ciò che di
   originale si pensa, si fa, si immagina, attingendo dal
   serbatoio del proprio Sé, della propria unicità.
 nel momento in cui si crea, insomma, si sta costruendo la
   propria individualità, si sta realizzando un processo di
   conoscenza e di esplorazione di sé accettando di rinunciare a
   percorsi già noti e a disegni prestabiliti provenienti dal senso
   comune.
   nel momento creativo siamo noi in contatto con le nostre
   dimensioni inconsce, e dobbiamo accettare il rischio di far
   saltare i rigidi confini dell’io e di immergerci nel mare delle
   immagini e dei pensieri che è il serbatoio delle nostre
   esperienze.

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intelligenza

  • 2. è l’insieme di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall'attività cerebrale dell'uomo e di alcuni animali
  • 3. approccio psicometrico: prestazioni nei test d’intelligenza approccio cognitivo: processi mentali alla base delle prestazioni approccio funzionale: complesso di abilità utili nella vita
  • 4. la tradizione psicometrica misurazione dell’intelligenza maediante test esiste da circa un secolo indice qi=età mentale/età cronologica (terman, primi del novecento)
  • 5. il qi il quoziente d'intelligenza o qi è un punteggio ottenuto tramite uno dei molti test standardizzati con lo scopo di misurare l'intelligenza. tali test sono usati per predire lo sviluppo intellettuale dell'individuo. persone con qi basso sono a volte inserite in speciali progetti di educazione.
  • 6. il qi è usato anche dai sociologi: essi studiano in particolare la distribuzione del qi nelle popolazioni e le relazioni tra ilqied altre variabili. il quoziente intellettivo è correlato con le prestazioni sul lavoro, oltre che con le condizioni sociali dei genitori. un recente studio ha dimostrato i collegamenti tra ilqie la morbosità e la mortalità. sull'ereditarietà delqiinvece, sebbene sia stata sotto esame per quasi un secolo, rimangono delle controversie legate a quanto esso sia ereditabile e ai meccanismi relativi.
  • 7. nel 1905, lo psicologo francesealfredbinetpubblicò il primo test di intelligenza moderno, il ”binet-simonintelligence scalequot;. il suo scopo principale era di identificare gli studenti che avevano bisogno di un aiuto particolare nelle materie scolastiche. il test misurava l'età mentale del bambino in modo che un bambino di 7 anni che risolvesse i problemi che in media risolvevano i bambini di 7 anni, avrebbe ottenuto un punteggio di 7. nel 1912 lo psicologo tedescowilliamsternconiò il terminei.q.e lo definì come la risultante della formula (età mentale/età biologica)*100, in modo che due bambini di età diversa che risultassero entrambi con una intelligenza pari alla media, otterrebbero entrambi lo stesso punteggio di 100 i test diterman, da lui chiamatistanford-binet intelligence scale, gettarono le basi per uno dei test di intelligenza moderni, usato ancora oggi. nel 1939davidwechslerpubblicò il primo test d'intelligenza appositamente pensato per una popolazione adulta, lawechsleradult intelligence scale.
  • 8. il problemsolving il problem solving è un processo mentale volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale. la capacità di problem solving risulta legata al fattore cognitivo di intelligenza, essa infatti è spesso adoperato come misura empirica dell'intelligenza. il pensiero logico misurato dal quoziente d'intelligenza infatti, all'interno dei processi di problem solving, è applicato alla risoluzione di uno specifico problema. il problem solving come processo risulta allora maggiormente contestualizzato, cosa che aumenta il grado di successo nella risoluzione dei problemi, portando i soggetti ad ottenere prestazioni più elevate. il pensiero logico contestualizzato, inoltre, porta ad una misura più attendibile, anche se meno generale dell'intelligenza. il problem solving rappresenta l'approccio cognitivista allo studio dell'intelligenza.
  • 10. il verbo italiano creare, al quale il sostantivo creatività rimanda, deriva dal creare latino, che condivide con quot;crescerequot; la radicekar. in sanscrito,kar-trè colui che fa (dal niente), il creatore.
  • 11. l'idea di creatività come atteggiamento mentale proprio (ma non esclusivo) degli esseri umani nasce nel novecento. i primi studi sul fenomeno risalgono agli anni '20. mentre in alcuni campi - la matematica, per esempio - la creatività sembra svilupparsi meglio in giovane età, in altri - letteratura, musica, arti figurative - continua per tutto l'arco della vita. l'atto del creare è stato a lungo percepito come attributo esclusivo della divinità:catullo, dante,leonardo, infatti, non avrebbero mai definito sé stessi dei creativi. la parola creatività entra nel lessico italiano solo negli anni ’50. nuovo e utile illustrano adeguatamente l'essenza dell'atto creativo: un superamento delle regole esistenti (il nuovo) che istituisca una ulteriore regola condivisa (l'utile). si individuano anche le due dimensioni del processo creativo che unisce disordine e ordine, paradosso e metodo.Infine, le categorie di nuovo e utile ampliano la sfera delle attività creative a tutto l'agire umano a cui sia riconosciuta un'utilità economica - estetica o etica - e che sviluppi uno dei tre possibili gradi di novità: applicazione nuova di una quot;regolaquot; esistente, estensione di una regola esistente a un campo nuovo, istituzione di una regola del tutto nuova.Poiché si fonda sulla profonda conoscenza delle regole da superare, la creatività non può svilupparsi in assenza di competenze preliminari. caratteristiche della personalità creativa sono curiosità, bisogno d'ordine e di successo (ma non inteso in termini economici), indipendenza, spirito critico, insoddisfazione, autodisciplina. la creatività è espressione tipicamente umana perché si fonda anche sul possesso di un linguaggio a volte astratto (fatto però di parole, numeri, note musicali) e atto a compiere discriminazioni sottili
  • 12. la creatività è una dimensione che risiede dentro ogni uomo, è come una fonte luminosa, una sorgente d’acqua inesauribile, un demone anche, che rapisce e trascina via. è’ espressione di energia e allo stesso tempo è fonte di energia. si tratta di una dimensione che alberga nell’inconscio e per questo motivo non a tutti è accessibile, comunque non a tutti nello stesso modo. è la fonte delle idee nuove, della risoluzione di problemi così anche del modo di porre i dati di un problema; è ciò che di originale si pensa, si fa, si immagina, attingendo dal serbatoio del proprio Sé, della propria unicità. nel momento in cui si crea, insomma, si sta costruendo la propria individualità, si sta realizzando un processo di conoscenza e di esplorazione di sé accettando di rinunciare a percorsi già noti e a disegni prestabiliti provenienti dal senso comune. nel momento creativo siamo noi in contatto con le nostre dimensioni inconsce, e dobbiamo accettare il rischio di far saltare i rigidi confini dell’io e di immergerci nel mare delle immagini e dei pensieri che è il serbatoio delle nostre esperienze.