Tutto quello che bisogna sapere, ricordare e fare per gestire correttamente i rifiuti prodotti dalle imprese (sostanze e miscele pericolose, Raee, Pfu, emissioni in atmosfera, scarichi idrici, impatto acustico, amianto).
Per ritirare una copia compilare il modulo online: http://www.asarva.org/2013/11/guida-pratica-alla-gestione-dei-rifiuti-nelle-imprese/
Tutto quello che bisogna sapere, ricordare e fare per gestire correttamente i rifiuti prodotti dalle imprese (sostanze e miscele pericolose, Raee, Pfu, emissioni in atmosfera, scarichi idrici, impatto acustico, amianto).
Per ritirare una copia compilare il modulo online: http://www.asarva.org/2013/11/guida-pratica-alla-gestione-dei-rifiuti-nelle-imprese/
In questo lavoro di tesi verrà presentato un primo prototipo di un mini inceneritore al plasma per la pirolisi dei rifiuti medicali basato sulla tecnologia delle torce al plasma a microonde (MW) con tecnologia domestica a basso costo.
Si inizia con una breve e generale descrizione sulle problematiche dei rifiuti, della loro classificazione e delle norme che ne regolano lo smaltimento. Quindi si parlerà delle norme necessarie per l‟identificazione dei rifiuti medicali ed infine verrà riassunta la modalità di gestione dei rifiuti secondo la normativa in vigore.
Successivamente saranno descritti alcuni metodi di termodistruzione dei rifiuti ospedalieri come la combustione negli inceneritori tradizionali, e alcuni metodi alternativi, come il trattamento al plasma atmosferico, andando ad analizzare vantaggi e svantaggi di ogni tecnologia.
L‟attenzione sarà quindi focalizzata sul plasma atmosferico e sulla descrizione delle sue proprietà. Quindi saranno descritti diversi tipi di plasma atmosferico in base alle condizioni operative di alimentazione e delle loro strutture concentrando le nostre attenzioni verso le torce al plasma atmosferico basate sulle microonde.
Quindi si descriverà la realizzazione di una torcia al plasma atmosferico utilizzando i componenti a basso costo dei normali forni a microonde e con l‟obbiettivo di utilizzare questa torcia sia nel settore industriale che nella ricerca.
Tale torcia, realizzata con componenti commerciali domestici a basso costo, costituirà il cuore del prototipo di mini inceneritore che è stato progettato, realizzato, descritto e testato in laboratorio. Verrà quindi illustrata l‟efficacia di trattamento di materiale rappresentativo di rifiuti medicali come: carta, cotone idrofilo e tessuti organici biologici.
Infine verranno descritte le linee guida per gli sviluppi futuri del prototipo al fine di aumentarne l‟efficienza nel trattamento dei rifiuti, nel recupero dell‟energia derivante dalla combustione dei syn-gas e nella purificazione dei gas da agenti inquinanti.
I criteri di sicurezza alimentare dei molluschi nell'evoluzione normativa naz...Fabrizio de Stefani
Riceviamo e con piacere condividiamo il documento "I criteri di sicurezza alimentare dei molluschi nell'evoluzione normativa nazionale e comunitaria-Parte II" di Luciano Boffo e Giovanni Binato, pubblicato sul n. 5/20 della rivista "Il Pesce"
Il terreno come rifiuto, il recupero semplificato (DM 186/2006 Ex 05/02/1998)...eAmbiente
Corso di Formazione e Aggiornamento: "GESTIONE INTEGRATA DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO. Riutilizzo, recupero e smaltimento per grandi e piccoli cantieri". Intervento di mauro Gallo, eAmbiente Srl. 28 marzo 2013 Venezia.
Scoring high percentile and rank in competitions like AIEEE, IITJEE, Olympiads, IMO, NSO and NSTSE carries challenges in Physics, Chemistry, Biology and Mathematics. A platform offering online testing and reports with subject and topic wise analysis can help in these examinations.
In questo lavoro di tesi verrà presentato un primo prototipo di un mini inceneritore al plasma per la pirolisi dei rifiuti medicali basato sulla tecnologia delle torce al plasma a microonde (MW) con tecnologia domestica a basso costo.
Si inizia con una breve e generale descrizione sulle problematiche dei rifiuti, della loro classificazione e delle norme che ne regolano lo smaltimento. Quindi si parlerà delle norme necessarie per l‟identificazione dei rifiuti medicali ed infine verrà riassunta la modalità di gestione dei rifiuti secondo la normativa in vigore.
Successivamente saranno descritti alcuni metodi di termodistruzione dei rifiuti ospedalieri come la combustione negli inceneritori tradizionali, e alcuni metodi alternativi, come il trattamento al plasma atmosferico, andando ad analizzare vantaggi e svantaggi di ogni tecnologia.
L‟attenzione sarà quindi focalizzata sul plasma atmosferico e sulla descrizione delle sue proprietà. Quindi saranno descritti diversi tipi di plasma atmosferico in base alle condizioni operative di alimentazione e delle loro strutture concentrando le nostre attenzioni verso le torce al plasma atmosferico basate sulle microonde.
Quindi si descriverà la realizzazione di una torcia al plasma atmosferico utilizzando i componenti a basso costo dei normali forni a microonde e con l‟obbiettivo di utilizzare questa torcia sia nel settore industriale che nella ricerca.
Tale torcia, realizzata con componenti commerciali domestici a basso costo, costituirà il cuore del prototipo di mini inceneritore che è stato progettato, realizzato, descritto e testato in laboratorio. Verrà quindi illustrata l‟efficacia di trattamento di materiale rappresentativo di rifiuti medicali come: carta, cotone idrofilo e tessuti organici biologici.
Infine verranno descritte le linee guida per gli sviluppi futuri del prototipo al fine di aumentarne l‟efficienza nel trattamento dei rifiuti, nel recupero dell‟energia derivante dalla combustione dei syn-gas e nella purificazione dei gas da agenti inquinanti.
I criteri di sicurezza alimentare dei molluschi nell'evoluzione normativa naz...Fabrizio de Stefani
Riceviamo e con piacere condividiamo il documento "I criteri di sicurezza alimentare dei molluschi nell'evoluzione normativa nazionale e comunitaria-Parte II" di Luciano Boffo e Giovanni Binato, pubblicato sul n. 5/20 della rivista "Il Pesce"
Il terreno come rifiuto, il recupero semplificato (DM 186/2006 Ex 05/02/1998)...eAmbiente
Corso di Formazione e Aggiornamento: "GESTIONE INTEGRATA DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO. Riutilizzo, recupero e smaltimento per grandi e piccoli cantieri". Intervento di mauro Gallo, eAmbiente Srl. 28 marzo 2013 Venezia.
Scoring high percentile and rank in competitions like AIEEE, IITJEE, Olympiads, IMO, NSO and NSTSE carries challenges in Physics, Chemistry, Biology and Mathematics. A platform offering online testing and reports with subject and topic wise analysis can help in these examinations.
LEGGE REGIONALE 31 dicembre 2012, n. 52
Nuove disposizioni per l’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ed attuative dell’articolo 2, comma 186 bis della legge 23 dicembre 2009, n. 191 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dellostato (Legge finanziaria 2010)”.
Demonstrative lecture about user interface design tools. Course: TJTA104 Human-technology interaction.
In Finnish. If you want english version, please contact.
Linee guida Veneto per la determinazione delle tariffe di conferimento agli i...ente di bacino padova 2
Analisi tecnico economica delle componenti che determinano le tariffe di trattamento e smaltimento rifiuti in Veneto. Considerazioni tariffarie in relazione al DECRETO-LEGGE 24 gennaio 2012, n. 1.
Incontro Comitato Tecnico Scientifico Federambiente
Webinar "Gruppo CAP: “La gestione integrata dei fanghi di depurazione”Servizi a rete
Presentazione di Giovanni Vargiu Responsabile Settore Waste di Gruppo CAP, Davide Scaglione Responsabile Depurazione di Gruppo CAP, Stefano Dellavedova Ingegnere processista di Gruppo CAP e Matteo Longo Direttore Generale di Bioforcetech Corporation
Presentazione a supporto dell'intervento di Luca Mariotto, UTILITALIA al webinar "UNI/PDR 132:2022. UNO STRUMENTO PER LA TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI URBANI" del 19 settembre 2022
Nell'articolo, estratto dal numero di novembre 2015 della rivista "Ecoscienza - Sostenibilità e controllo ambientale" di Arpa Emilia Romagna, l'ing. Anna Moretto dell'Ente di bacino Padova 2 affronta e approfondisce il tema dell'applicazione della tariffa di smaltimento dei rifiuti urbani nella regione Veneto.
STUDIO DELLA QUALITA’ DELL’ ACQUA NELLA SACCA DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA ...ente di bacino padova 2
Integrazione delle analisi delle acque svolta in precedenza, sotto diversi aspetti ambientali, ed esame degli allevamenti di cozze e D.O.P. presenti nella Sacca e zone adiacenti.
Analisi con metodologia Life Cyicle Assessment (LCA) di come questo prodotto incide sull'ambiente.
Non tutti i materiali per essere recuperati devono essere forzatamente condotti a speciali impianti di riciclaggio. Infatti la raccolta differenziata si può effettuare direttamente da casa con il compostaggio domestico dei rifiuti organici svolto da chi ha un giardino nella propria casa di residenza. Circa il 25-30% dei rifiuti delle famiglie è infatti composto da rifiuti organici come scarti di cibo o frutta, piante recise, sfalci dei prati, fogliame, erbacce, trucioli ecc.
Così come la natura scompone e reintegra nell’ambiente foglie morte e frutti caduti, anche l’essere umano può imitare un processo così semplice e comprensibile evitando lo spreco di risorse, riciclando e reintegrando gli scarti della tua cucina nella natura, convertendoli in concime
Il Fotovoltaico ITI C. Andreozzi - Schettino Emanuele
1. RIFIUTI
Allievo SCHETTINO EMANUELE Classe 5a Sez: C
I.T.I.S. “Carlo Andreozzi” Corso Europa, Via Alessandro Bisceglia 81031, Aversa (CE)
Tel.0818909178– Fax. 0818909178 email: cetd21000r@istruzione.it
Tutor scolastico: Giuseppe Mattiello-Marilina Pugliese
Tutor aziendale: Andrea Atzori
Andrea Atzori – Schettino Emanuele
http://www.novambiente.it/ 05/10/2014
2. IINNDDIICCEE
• Definizione di rifiuto
• I «non rifiuti»
• Esclusioni
• Classificazione dei rifiuti
• Rifiuti pericolosi
• Veneto-Campania confronto
• La produzione e la gestione dei rifiuti urbani nella
Provincia di Padova
1. I fattori che influenzano la produzione dei rifiuti
2. La raccolta differenziata
3. Ridurre la quantità di rifiuti da smaltire
4. Azioni per il contenimento della crescita dei rifiuti
• La produzione e la gestione dei rifiuti urbani nella
Provincia di Padova
1. Gli obbiettivi di raccolta differenziata in Regione Campania
2. Produzione dei rifiuti urbani
3. Stima della composizione merceologica del rifiuto prodotto
3. DDEEFFIINNIIZZIIOONNEE DDII RRIIFFIIUUTTOO
Si definisce "rifiuto" qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle
categorie riportate nell'Allegato A (alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06)
e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi.
http://gestione-rifiuti.it/definizione-classificazione-rifiuti
4. II «NNOONN RRIIFFIIUUTTII»
Il D.Lgs. 152/2006 contiene anche alcune disposizioni per l'individuazione
delle condizioni in presenza delle quali alcune tipologie di materiali di
risulta non vengono classificati come rifiuti. Tali disposizioni sono
essenzialmente costituite dalle definizioni di:
- Materia Prima Secondaria (MPS)
- Sottoprodotto
- Prodotto di Recupero;
nonchè dalla regolamentazione del riutilizzo delle terre e rocce da scavo.
http://gestione-rifiuti.it/definizione-classificazione-rifiuti
5. MMaatteerriiee PPrriimmee SSeeccoonnddaarriiee ((MMPPSS))
Le materie prime secondarie (e le sostanze e i prodotti secondari)
verranno definite ed individuate con apposito decreto ministeriale nel
rispetto dei seguenti criteri, requisiti e condizioni:
a) siano individuate la provenienza, la tipologia e le caratteristiche dei rifiuti
dai quali si possono produrre;
b)siano individuate le operazioni di riutilizzo, di riciclo o di recupero che le
producono;
c)siano precisati i criteri di qualità ambientale e le altre condizioni
necessarie per l'immissione in commercio, tenendo conto del possibile
rischio di danni all'ambiente e alla salute derivanti dall'utilizzo o dal
trasporto del materiale;
d)abbiano un effettivo valore economico di scambio sul mercato.
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6. PPrrooddoottttii ddii RReeccuuppeerroo
Il D.Lgs. n. 152/2006 precisa che sono "prodotti" e non sono più rifiuti gli
"ex-rifiuti" per i quali:
•siano state completate le operazioni di recupero
fermo restando che:
• i metodi di recupero dei rifiuti utilizzati per ottenere materie, sostanze e
prodotti secondari devono garantire l'ottenimento di materiali. Norme
tecniche, infatti, individuano per ogni tipologia di rifiuto recuperabile in
regime semplificato:
•la provenienza;
•le caratteristiche;
• il processo di recupero.
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7. SSoottttoopprrooddoottttii
L'art. 183, comma 1, lett. p) definisce sottoprodotti:
le sostanze ed i materiali dei quali il produttore non intende disfarsi, che
soddisfino tutti i seguenti criteri, requisiti e condizioni:
1)siano originati da un processo non direttamente destinato alla loro
produzione;
2)il loro impiego sia certo, sin dalla fase della produzione, integrale e
avvenga direttamente nel corso del processo di produzione;
3)soddisfino requisiti di qualità ambientale idonei a garantire che il loro
impiego non dia luogo ad emissioni e ad impatti ambientali;
4)non debbano essere sottoposti a trattamenti preventivi o a trasformazioni
preliminari per soddisfare i requisiti di qualità ambientale di cui al punto
3)
5)abbiano un valore economico di mercato.
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8. TTeerrrree ee rrooccccee ddaa ssccaavvoo
La disciplina delle terre e rocce da scavo, introdotta dalla legge 21
dicembre 2001, n. 443, è stata riformulata, a seguito del quale l'art. 186
ora dispone:
•da un lato che le terre e rocce da scavo, anche di gallerie ottenute come
sottoprodotti, possono essere utilizzate per reinterri, riempimenti ,
rimodellazioni e rilevati, purchè sussistano determinate condizioni;
•dall'altro che l'impiego di terre da scavo nei processi industriali come
sottoprodotti, in sostituzione dei materiali di cava, è consentito nel
rispetto delle condizioni fissate all'art. 183.
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9. EESSCCLLUUSSIIOONNII
In base all'art. 185, comma 1, del D.Lgs. 152/2006, modificato dal D.Lgs. 4/2008, non
rientrano nel campo di applicazione della Parte Quarta del D.Lgs. medesimo e
sono pertanto espressamente esclusi dalla disciplina generale della gestione
rifiuti:
a)le emissioni in atmosfera, ossia gli effluenti gassosi;
b)le acque di scarico;
c)i rifiuti radioattivi;
d)gli esplosivi in disuso;
e)i rifiuti risultanti dall'estrazione, dal trattamento, dall'ammasso di risorse minerali o
dallo sfruttamento delle cave;
f)i materiali fecali ed altre sostanze naturali e non pericolose utilizzate nell'attività
agricola;
g)i materiali vegetali, le terre ed il pietrame non contaminati;
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10. CCLLAASSSSIIFFIICCAAZZIIOONNEE DDEEII RRIIFFIIUUTTII
I rifiuti sono classificati (art. 184, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006):
•secondo l'origine in:
-rifiuti urbani
-rifiuti speciali
•secondo le caratteristiche di pericolosità in:
-rifiuti non pericolosi
-rifiuti pericolosi
Le varie tipologie di rifiuti sono poi codificate in base all'elenco europeo dei rifiuti
cosiddetto CER.
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11. RRIIFFIIUUTTII UURRBBAANNII
Sono rifiuti urbani (art. 184, comma 2 del D.Lgs. 152/2006):
a)i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti a civile
abitazione;
b)i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di
cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per quantità e qualità; l'assimilazione è
disposta dal Comune in base a criteri fissati in sede statale;
c)i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d)i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o
sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge
marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;
e)i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi ed aree cimiteriali;
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12. RRIIFFIIUUTTII SSPPEECCIIAALLII
Sono rifiuti speciali (art. 184, comma 3 del D.Lgs. 152/2006):
a)i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
b)i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonchè i rifiuti pericolosi che
derivano dalle attività di scavo,
c)i rifiuti da lavorazioni industriali;
d)i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e)i rifiuti da attività commerciali;
h)i rifiuti derivanti da attività sanitarie;
i)i macchinari e le apparecchiature deteriorate ed obsolete;
l)i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e le loro parti;
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13. RRIIFFIIUUTTII UURRBBAANNII PPEERR
AASSSSIIMMIILLAAZZIIOONNEE
Come si è visto, "urbani" sono in primo luogo i rifiuti domestici, ossia i rifiuti
<<provenienti da locali e luoghi adibiti a civile abitazione>>, mentre sono speciali in
particolare quelli provenienti da attività economiche.
In base al richiamato art. 198, comma 2, lett. g):
•i comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi
regolamenti che stabiliscono in particolare l'assimilazione, per qualità e quantità,
dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri di cui all'art. 195,
comma 2, lett. e); quest'ultimo come modificato dal correttivo a sua volta prevede
che
•sono inoltre di competenza dello Stato la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi
per l'assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti
speciali e dei rifiuti urbani.
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14. RRIIFFIIUUTTII PPEERRIICCOOLLOOSSII
Di norma sono pericolosi i rifiuti non domestici che nell'elenco dei rifiuti di cui
all'Allegato D alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006, ossia nel comunemente detto
CER, sono contrassegnati con un asterisco (art. 184, comma 5 del D.Lgs.
152/2006)..
Nell'introduzione all'elenco dei rifiuti è anche precisato che:
•i rifiuti contrassegnati nell'elenco con un asterisco "*" sono rifiuti pericolosi e ad essi si
applicano le disposizioni della medesima direttiva
•se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a
sostanze pericolose e come non pericoloso in quanto diverso da quello pericoloso,
esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate
concentrazioni.
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15. S Valori Soogglliiaa ppeerr llaa ccllaassssiiffiiccaazziioonnee ddeeii rriiffiiuuttii
iiddeennttiiffiiccaattii ccoommee ppeerriiccoolloossii
-punto di infiammabilità ≤ 55
°C
-una o più sostanze classificate come molto tossiche in concentrazione totale ≥ 0,1
%
-una o più sostanze classificate come tossiche in concentrazione totale ≥ 3 %
-una o più sostanze classificate come nocive in concentrazione totale ≥ 25%
-una o più sostanze corrosive classificate come R35 in concentrazione totale ≥ 1 %
-una o più sostanze corrosive classificate come R34 in concentrazione totale ≥ 5 %
-una o più sostanze irritanti classificate come R41 in concentrazione totale ≥ 10
%
-una o più sostanze irritanti classificate come R36, R37, R38 in concentrazione totale ≥ 20
%
-una sostanza riconosciuta come cancerogena (categorie 1 o 2) in concentrazione ≥ 0,1%
-una sostanza riconosciuta come cancerogena (categoria 3) in concentrazione ≥ 1
%
16. VVEENNEETTOO--CCAAMMPPAANNIIAA
CCOONNFFRROONNTTOO
VENETO CAMPANIA
Superficie 18 399 km² 13 595 km²
Abitanti 4 926 818 5 869 965
Densità 267,78 ab./km² 431,77 ab./km²
Provincie 7 5
Comuni 579 550
R.U. prodotti
2.214 mila t. 2.545.445 t.
(2012)
wikipedia.org
arpa.veneto.it
17. LLAA PPRROODDUUZZIIOONNEE EE LLAA GGEESSTTIIOONNEE
DDEEII RRIIFFIIUUTTII NNEELLLLAA PPRROOVVIINNCCIIAA
DDII PPAADDOOVVAA
La Provincia di Padova è dotata di impianti di trattamento e recupero idonei a
soddisfare le proprie necessità e di discariche sufficienti allo smaltimento di tutti i
rifiuti prodotti. Per garantire questa autosufficienza, il territorio provinciale è stato
suddiviso in quattro ambiti di gestione, denominati Bacini. Ecco come sono divisi.
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19. II FFAATTTTOORRII CCHHEE IINNFFLLUUEENNZZAANNOO
LLAA PPRROODDUUZZIIOONNEE DDEEII RRIIFFIIUUTTII
Nel territorio della provincia di Padova, la produzione complessiva di rifiuti urbani è
passata, nell’ultimo decennio, dalle 386.951 tonnellate del 2000 alle 474.102 del 2010, con
un incremento pari al 22,52 per cento.
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20. Ecco la ripartizione per provincia della produzione totale di
rifiuto urbano nel 2010
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21. Come indicato nel Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti Urbani, la
produzione complessiva dei rifiuti dipende, infatti, da diversi fattori, che si
possono riassumere in:
• Fattori socio-economici: il livello di reddito pro-capite, i consumi delle
famiglie, la presenza di attività economiche, la presenza di rilevanti flussi
turistici;
• Fattori territoriali: le caratteristiche morfologiche (pianura, collina,
montagna) e urbanistiche ( popolazione, densità abitativa, numero e
tipologia di utenze non domestiche);
• Fattori gestionali, quelli cioè connessi con le modalità di erogazione
del servizio di raccolta dei rifiuti: la tipologia di raccolta adottata,
l’attivazione di raccolte accessorie quali il servizio di spazzamento stradale,
la raccolta domiciliare del rifiuto verde e del rifiuto ingombrante.
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22. LLAA RRAACCCCOOLLTTAA DDIIFFFFEERREENNZZIIAATTAA
La raccolta differenziata è la “raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed
alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico”.
Vediamo come si è evoluta la situazione, nel territorio provinciale, negli ultimi dieci anni, mettendo
a confronto la quantità totale dei rifiuti prodotti, la quantità dei rifiuti raccolti in modo differenziato e
la quantità dei rifiuto residuo, destinato a smaltimento.
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23. La tabella mostra come si articola la quantità di rifiuti raccolta in modo
differenziato tra le diverse provincie venete. Si nota come tutte, ad
eccezione di Venezia, hanno superato il 50% di raccolta differenziata.
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24. RRIIDDUURRRREE LLAA QQUUAANNTTIITTAA’’ DDII
RRIIFFIIUUTTII DDAA SSMMAALLTTIIRREE
Per programmare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti solidi urbani è indispensabile avere
un quadro approfondito della loro quantità e della loro composizione merceologica. Ecco
come si articola il rifiuto totale prodotto nel territorio provinciale nel 2010.
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25. GGLLII IIMMPPIIAANNTTII DDII RREECCUUPPEERROO EE
SSMMAALLTTIIMMEENNTTOO
Per smaltire o recuperare i rifiuti la
Provincia di Padova è dotata di una rete di
impianti in grado di rispondere alle
esigenze del territorio e renderlo
indipendente, come prevede la normativa.
Ecco come si articola.
Sono attivi gli impianti di discarica
controllata, quello per il recupero delle
sabbie da spazzamento e quello della
termovalorizzazione dei rifiuti, destinati allo
smaltimento del rifiuto residuo.
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26. AAZZIIOONNII PPEERR IILL CCOONNTTEENNIIMMEENNTTOO
DDEELLLLAA CCRREESSCCIITTAA DDEEII RRIIFFIIUUTTII
Il piano provinciale per la Gestione dei Rifiuti Urbani prevede azioni specifiche da condividere con il
sistema della distribuzione per la produzione d’imballaggi. Ogni azione sarà oggetto di un programma
specifico coordinato dalla Provincia con il coinvolgimento dell’ATO, dei Comuni, delle società di
gestione e delle associazioni di categoria.
Queste le azioni previste dal piano provinciale.
• Adozione, da parte dei grandi esercizi commerciali, di politiche aziendali di riduzione dei rifiuti.
• Riduzione degli imballaggi primari per liquidi alimentari.
• Riduzione dei contenitori di detergenti e detersivi liquidi.
• Riduzione dell’utilizzo di stoviglie usa e getta.
• Riduzione degli shopper in plastica.
• Riutilizzo dei beni durevoli e di vestiario.
L’efficacia di queste azioni è legata alla sensibilità dei cittadini nei confronti dell’esigenza di produrre meno
rifiuti e differenziarli.
http://www.provincia.pd.it
27. GGLLII OOBBBBIIEETTTTIIVVII DDII RRAACCCCOOLLTTAA
DDIIFFFFEERREENNZZIIAATTAA IINN RREEGGIIOONNEE
CCAAMMPPAANNIIAA
A causa dell’Emergenza Rifiuti nel D.L. 90/2008 , convertito nella L.123/2008 , per i Comuni
Campani sono stati stabiliti obbiettivi più bassi di quelli nazionali.
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28. PPRROODDUUZZIIOONNEE DDEEII RRIIFFIIUUTTII UURRBBAANNII
Il quadro complessivo della produzione dei rifiuti urbani in Provincia di Caserta nel quadriennio
2008-2011 è indicato in figura.
L’effetto delle variazioni sulla percentuale di raccolta differenziata è sintetizzato in figura dalla
quale si evince il ritardo della Provincia di Caserta rispetto agli obbiettivi normativi: la soglia del
25% prevista per il 2009 è stata quasi raggiunta l’anno successivo, mentre quella del 35%,
prevista per il 2010, non è stata conseguita nemmeno nel 2011, anno in cui l’obbiettivo di
legge sale al 50%.
http://www.provincia.caserta.it
30. SSTTIIMMAA DDEELLLLAA CCOOMMPPOOSSIIZZIIOONNEE
MMEERRCCEEOOLLOOGGIICCAA DDEELL RRIIFFIIUUTTOO
PPRROODDOOTTTTOO IINN PPRROOVVIINNCCIIAA DDII
CCAASSEERRTTAA
Il sistema di raccolta dati in uso in Regione Campania consente di determinare con estrema
precisione ed accuratezza le quantità delle varie frazioni merceologiche giornalmente prodotte da
ciascun comune. Questo elevato grado di dettaglio ha consentito di ricostruire la composizione
merceologica dei rifiuti mediamente prodotti in Provincia di Caserta. Il risultato di quest’approccio
semi-deterministico è schematizzato in tabella. La stima della composizione merceologica così
ottenuta evidenzia che più del 95% del rifiuto è costituito da materiale differenziabile.
http://www.provincia.caserta.it
32. Come evidenziato in tabella il rifiuto prodotto in provincia di Caserta è costituito per quasi il
40% da frazione organica. Seguono la carta e la plastica che ne rappresentano quasi il 20%,
mentre il vetro ed il metallo ne costituiscono una parte molto esigua, rispettivamente il 6% ed
il 3%.
http://www.provincia.caserta.it