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collanasentierid’autore 25
ideaMontagna
editoria e alpinismo
Escursioni
al Lago di Garda
Sponda Lombarda
Alto Garda
Valle di Ledro
Valle del Sarca
Sponda Veneta
Dove le Alpi
profumano di
Mediterraneo
5
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FOTOGRAFIE
Tutte le fotografie utilizzate sono dell’autore, dove non specificato in didascalia.
Prima edizione: marzo 2018
ISBN: 978-88-85468-30-6
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Impaginazione ed elaborazione immagini: Denis Perilli
Mappe: 4Land Cartography. Per le mappe n. 1, 2, 3, 4, 5 e 8 sono state utilizzate mappe di OpenStreetMap.
Si ringraziano i realizzatori e i contributors.
Stampa: Peruzzo Industrie Grafiche per conto di Idea Montagna Editoria e Alpinismo.
Foto di copertina: riposo in vetta a Cima delle Pozzette, dominando il solco azzurro del Lago di Garda.
Pagina 2: arrivo a Punta dei Larici ammirando il Lago di Garda.
Tutti i diritti riservati.
È vietata la riproduzione anche parziale degli scritti, dei disegni e delle fotografie.
Avvertenza: questa guida è compilata con la massima coscienziosità ma non si garantisce per eventuali errori o incompletezze.
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l Introduzione
Il Lago di Garda è diventato, nel corso dei decenni, un luogo simbolo dello sport all’aria aperta,
un vero e proprio punto di riferimento, in tutta Europa, per chi ama camminare, correre, arram-
picare, pedalare, volare, nuotare. I percorsi pedonali e ciclabili si inoltrano in ogni piccola valle,
costeggiano, a breve distanza o dalle cime sovrastanti, i quasi 160 chilometri di sviluppo costiero
del più grande lago d’Italia. Centinaia sono le vie d’arrampicata della Valle del Sarca, molte le
ferrate e i sentieri attrezzati, così come numerosi i luoghi famosi per tuffarsi nelle fresche acque
del lago o dei suoi tanti impetuosi immissari oppure per lanciarsi dagli erbosi crinali con il
parapendio. Ma ridurre questo straordinario solco di acqua a un grande, immenso parco giochi
sarebbe ingiusto e riduttivo.
Questo specchio azzurro circondato da rocce argentate, è prima di tutto uno straordinario
scrigno di biodiversità, che non ha eguali in tutto il Vecchio Continente, è pure un luogo dove
gustare i profumi del Mediterraneo ai piedi delle Alpi, dove appoggiare i piedi nello stesso
luogo dove hanno lasciato le loro orme gli uomini preistorici che costruivano palafitte, hanno
marciato le legioni romane verso i confini dell’impero, hanno combattuto condottieri come
Garibaldi e i soldati della Prima Guerra Mondiale e dove artisti come Dürer hanno lasciato il
loro segno. Ma dove, soprattutto hanno vissuto e lavorato tante donne e tanti uomini senza
nome che hanno modellato nei millenni un paesaggio unico e sorprendente, dove in autunno,
in un’ora di cammino, si possono accarezzare le olive oppure immergersi nel giallo intenso
dei larici o dove in primavera ci si può stendere sulle piccole spiagge in riva al lago dopo aver
ammirato un tappeto di fiori sulle cime ancora punteggiate di bianco dagli ultimi nevai. Potendo
camminare praticamente per tutto l’anno su questi sentieri, si può davvero seguire il susseguirsi
delle stagioni, immergersi in tutti i colori della natura e farsi conquistare dalle pagine scritte
dalla storia.
Andrea Greci
INTRODUZIONE
04
06
08
10
98
Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda l Indice
INDICE
• Introduzione	5
• Carta generale	 7
• Il Lago di Garda	 10
• Note tecniche	 15
• Informazioni e numeri utili	 17
• Punti d’appoggio	 18
• Ringraziamenti	 18
UNO • SPONDA LOMBARDA 	 19
1 • Rocca di Manerba	 22
1 • Dal Mesolitico alla Serenissima, millenni
di storia sulla Rocca di Manerba	 25
2 • Monte Pizzoccolo	 26
1 • La chiesa di Sant’Andrea e
i tesori d’arte di Maderno	 30
3 • Valle delle Cartiere	 31
1 • Toscolano, l’antica Benacum, capitale
della carta e della stampa	 34
4 • Eremo di S. Valentino e Cima Comer	 35
1 •Gli agrumi e la storia secolare
di Gargnano	 40
5 • Cima Comer e Monte Denervo	 41
1 • I rapaci nei cieli di Cima Comer	 44
6 • Cascata di Tignale	 45
7 • Monte Cas	 48
1 • Il Santuario di Montecastello
tra storia e leggenda	 51
8 • Valle e orrido di San Michele	 52
1 • Campione del Garda,
dalle cartiere rinascimentali al
turismo contemporaneo	 56
9 • Monte Bestone	 57
10 • Monte Carone	 60
1 • Passo Nota, valico di guerra di e pace 63
11 • Cima di Mughera	 64
1 • I limoni del Garda, profumo di 	
Mediterraneo ai piedi delle Alpi 67
DUE • ALTO GARDA E VAL DI LEDRO	 69
12 • Punta dei Larici	 72
13 • Cima Nodice	 77
14 • Cima di Mughera e Monte Carone	 81
1 • Le palafitte di Ledro	 85
15 • Cima Sclapa, Cima Parì
e Monte Cocca	 86
Garibaldi a Bezzecca 	 90
16 • Cima d’Oro 	 91
17 • Chiesa di San Giovanni
	 e Bocca Pasumèr	 95
1 • Camminare nella storia	 98
18 • Defensionmauer e Senter dei Bech	 99
1• Arrampicatoriaquattrozampe	 102
19 • Strada del Ponale	 103
1 • Ponale: le due vite di una strada	 107
20 • Bastione di Riva e Cappella S. Barbara	 108
1 • Riva del Garda, la piccola capitale
della sponda trentina	 111
21 • Cima Giochello (o la Rocchetta)	 112
Monte Tombio e San Martino, i segni 	
della storia tra le alture di Campi 116
22 • Monte Misone	 117
1 • Tenno: il lago, il castello e i borghi	 121
23 • Monte Brione	 122
I vigneti del Garda 	 125
24 • Trincee di Nago e Busa del Capitano	 126
1 • Un piccolo concentrato di biodiversità	 129
25 • Sentiero Busatte-Tempesta	 130
1 • Castel Penade, il castelliere preistorico
e la fortezza medievale	 133
26 • M. Varagna e M. Altissimo di Nago	 134
27 • Monte Biaena	 138
1 • L’orso in Val di Gresta	 141
28 • Monte Creino	 142
29 • Monte Stivo	 145
TRE • VALLE DEL SARCA 	 149
30 • Sentiero dei Lecci 	 152
	 Gli ulivi e l’olio del Garda	 154
31 • Monte Biaina		 155
1 • Arco e il suo castello	 158
32 • Monte Brento		 159
1 • La Valle del Sarca, regno del verticale	 162
33 • Monte Casale 	 163
1 • Uomo e natura nella Riserva MAB
Unesco Alpi di Ledro e Judicaria 166
34 • La Rosta	 167
35 • Tre Cime del Bondone		 170
1 • Toblino, il castello che si specchia
nel lago	 176
36 • Palon		 177
1 • Le Marocche di Dro	 180
37 • Monte Stivo 	 181
1 • Castel Drena, la vedetta
della Valle del Sarca	 184
38 • Bosco Caproni	 185
Gianni Caproni, pioniere dell’industria
aeronautica e il bosco a lui intitolato 188
QUATTRO • SPONDA VENETA 	 190
39 • Monte Altissimo di Nago		 192
1 • La Riserva Naturale Bes-Corna Piana
e il sito storico del Corno della Paura	 196
40 • Colma di Malcesine e
Sent. del Ventrar 	 197
1 • Monte Baldo, Hortus Europae	 203
41 • Cima delle Pozzette	 204
1 •Malcesine, memorie di pietra
a picco sul lago	 210
42 • Cima Valdritta e Punta Telegrafo	 211
43 • Punta Telegrafo		 215
1 • Nel regno del mugo	 218
44 • Punta Telegrafo e Coal Santo 	 219
45 • Cima di Costa Bella	 223
1 • L’antico Castrum Turrium
e la sua storia millenaria 228
46 • Creste di Naole	 229
47 • Incisioni rupestri del Monte Luppia 233
1 • Punta San Vigilio	 236
48 • Rocca di Garda		 237
1 • Garda, il luogo che diede
il nome al lago	 239
Nuvole sulla croce di vetta del Monte Misone.
1110
Sentieri d’autore l Escursioni sul Lago di Garda l Il Lago di Garda
Prealpi Bresciane e Gardesane e alla sottosezione delle Prealpi Gardesane. Le Prealpi Gar-
desane si dividono a loro volta nei supergruppi delle Alpi Giudicarie, delle Prealpi Gardesane
Sud-Occidentali e delle Prealpi Gardesane Orientali.
Le Alpi Giudicarie comprendono i gruppi del Cadria e del Dosso della Torta-Tofino e racchiu-
dono le montagne tra la Valle di Ledro a sud e l’ampia ansa del Fiume Sarca a ovest, a nord e
a est. Accanto alle frequentate e famose pareti che si affacciano sul fondovalle del Sarca, come
il Monte Brento e il Monte Casale, si susseguono in questi due gruppi dorsali erbose e piccole
cime rocciose, con vaste zone di wilderness e silenzio. Nel presente volume si descrivono per
questo settore le camminate che raggiungono, dal facile versante occidentale, le citate cime del
Casale e del Brento o le escursioni che conducono ai crinali erbosi, ricchi di panorami e di storia,
di Cima Parì e Cima Oro.
Le Prealpi Gardesane Sud-Occidentali racchiudono invece i gruppi Tremalzo, Cablone e Tom-
bea-Manos. Dalla Val Sabbia questi gruppi si distendono fino alle sponde del Lago di Garda,
sviluppandosi in un complesso, a tratti caotico, sistema di dorsali, valli, forre e orridi, intervallati
da piccoli altipiani e distese di boschi. In questi gruppi ricadono tutte le escursioni del capitolo
dedicato alla sponda lombarda.
Le Prealpi Gardesane Orientali si dividono nei due gruppi Bondone-Stivo e Baldo. In quest’ulti-
mo gruppo si trova la cima più elevata dell’intero settore, Cima Valdritta (2218 m). Oltre a questo
primato però, queste montagne custodiscono un patrimonio molto più prezioso e importante,
una biodiversità tra le più alte d’Europa e una molteplicità di ambienti che ha pochi eguali nel
continente. Quasi tutte le sommità principali permettono inoltre di ammirare panorami ampissi-
mi, come avviene non solo per le cime più elevate come quelle del Monte Stivo, di Cima Verde
(Monte Bondone) o delle vette che si susseguono lungo la catena del Monte Baldo, ma anche
per sommità apparentemente poco appariscenti come il Monte Creino o il Monte Biaena.
Le aree protette
Un’area di così alto valore naturalistico, geologico e storico come quella del Lago di Garda e
della Valle del Sarca, è paradossalmente soltanto in minima parte racchiusa, tutelata e valoriz-
zata dalla presenza di aree protette. La sponda lombarda, da Salò fino a Limone sul Garda, è
racchiusa quasi interamente entro i confini del Parco Regionale Alto Garda Bresciano, istituito
nel 1989. L’elevata escursione altimetrica (dai 65 m del lago ai 1976 m del Monte Caplone) e il
rapido passaggio da un clima sub-mediterraneo a quello alpino, permettono di passare in pochi
chilometri dai boschi leccio e dalle coltivazioni di ulivo e agrumi presenti sulle rive del Benaco,
alle distese di faggio e larice delle valli interne. Qui vivono inoltre 959 specie di lepidotteri, la
metà di quelle presenti in Italia, un vero patrimonio naturalistico tanto fondamentale quanto
poco appariscente. Il Parco Fluviale del Sarca segue per 80 chilometri il corso del fiume, dall’A-
damello fino al suo sbocco nel Lago di Garda, tutelando una valle che conserva una straordina-
ria memoria delle ultime glaciazioni così come del millenario rapporto tra l’uomo e il fiume. Mai
Dove le Alpi profumano di Mediterraneo
Il Lago di Garda, anticamente detto Benaco, è il più esteso dei laghi italiani, con i suoi 368 km²
di superficie. Lungo 52 km e largo fino a 16, esso si colloca tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e
Veneto, costituendo il naturale confine tra queste regioni. La profonda fossa, di probabile origine
tettonica, è stata modellata nei millenni dalle ultime quattro grandi glaciazioni, l’ultima terminata
soltanto 10.000 anni fa. Durante i picchi glaciali il sistema Sarca-Garda era il più esteso di tutte
Alpi, con uno spessore che arrivò a essere di circa 1000 metri. Innumerevoli sono le testimo-
nianze di questo antico e reiterato passato glaciale in quest’area, le più spettacolari sono senza
dubbio la distesa della Marocche di Dro, i circhi del Monte Stivo e della Catena del Monte Baldo,
anche se a sorprendere maggiormente sono forse i depositi morenici e i massi erratici prove-
nienti dai gruppi alpini (e quindi avulsi dal contesto geologico in cui si trovano attualmente),
che si collocano a quote rilevanti sulle montagne che circondano il lago. L’antico passato glaciale
del lago contrasta fortemente con l’attuale si-
tuazione climatica, che rende l’area del Garda
e la Bassa Valle del Sarca, un piccolo angolo di
Mediterraneo ai piedi delle Alpi, contribuendo
in maniera decisiva al fascino sorprendente di
questo territorio.
Le montagne del Garda
Secondo la SOIUSA (Suddivisione Orografica
Internazionale Unificata del Sistema Alpino),
le montagne racchiuse nell’area descritta in
questo libro, appartengono alla grande parte
delle Alpi Orientali e al grande settore delle
Alpi Sud-Orientali, ricadono nel settore delle
IL LAGO DI GARDA
Pareti calcaree e larici
sul Sentiero del Ventrar.
6160
Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda
La strade militari del Passo Nota e della Bocca
dei Fortini, le rovine del villaggio di guerra del
Monte Carone e lo spettacolare Sentiero Ago-
stino Tosi, consentono di compiere un emozio-
nante e toccante salto indietro nel tempo fino
alla Prima Guerra Mondiale. Nello stesso tem-
po le pareti del Carone e i contrastanti panora-
mi che si osservano lungo il cammino rendono
quest’escursione molto interessante anche dal
punto di vista paesaggistico e naturalistico.
ACCESSO
Dall’uscita autostradale di Brescia Est della A4
si segue la SS45 fino a Salò, per poi proseguire
sulla Gardesana Occidentale fino ad arrivare al
bivio per Tremosine. Risa-
lendo su una stretta stradi-
na la spettacolare Forra del
Brasa, si giunge a Pieve per
poi proseguire in direzio-
ne di Prezzo. Oltrepassata
anche questa frazione, si
devìa in direzione di Vesio
da dove si seguono le in-
dicazioni per il Passo Nota.
Seguendo la stretta strada asfaltata si risale tutta
la Valle di Bondo fino ad arrivare al valico. Al
bivio di Tremosine si può arrivare anche utiliz-
zando l’uscita di Desenzano della A4 e percor-
rendo la SP572 fino a Salò, da dove si segue
la Gardesana Occidentale fino alla deviazione,
oppure provenendo da nord (Riva del Garda),
percorrendo la SS45 fino al bivio per Tremosine.
ITINERARIO
Dal parcheggio di Passo Nota, dove sono pre-
senti resti di fortificazioni e casematte risalenti
alla Prima Guerra Mondiale, si ignora la stra-
da che procede a ovest in direzione del Passo
Tremalzo (segnavia 224) e quella che scende a
PARTENZA: Passo Nota (1208 m)
QUOTA MINIMA: 1205 m
QUOTA MASSIMA: 1621 m
LUNGHEZZA: 9 km
DISLIVELLO: 640 m
TEMPO: 3,50 h
DIFFICOLTÀ: E
PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Passo Nota,
Bivacco Baita Segala
ACQUA: no
PERIODO CONSIGLIATO: maggio-ottobre
MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno
FAMIGLIA: >10
All’imbocco del Sentiero del Camino.
010
Sponda Lombarda l Monte Carone
MONTE CARONE
Anello da Passo Nota
Monte Carone
1621 m
Bocca
dei Fortini
)(
Punta di Mois
1371 m
Cima Bandiera
1362 m
Passo Nota
)(
Passo
Bestana
Dosso di Pennalever
1228 m
Biv. ANA
Baita Segalla
421
121
102
103
103
104
104
105
105
113
121
120
421
421
421
0 2 3 4 5 6 7 8 91
1300
1500
1200
1400
1600
Passo di Bestana Passo di Bestana
Bocca dei Fortini Bocca dei Fortini
Monte Carone
6362
Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda
litari dedicati ad Agostino Tosi e a Elio Bertolotti,
ma dove non ci sono cartelli, si consiglia di pie-
gare per poche decine di metri a destra (traccia
evidente) e raggiungere così un dosso erboso
(postazione di artiglieria durante la Grande
Guerra) da dove il panorama, sia verso il Lago
di Garda che verso le Alpi lombarde (con la ri-
conoscibile piramide del Carè Alto a dominare
l’orizzonte), è decisamente più aperto rispetto
al punto dove si trova la croce di vetta. Ritornati
ancora una volta alla sella senza nome, si piega
a destra (est) imboccando un’evidente traccia
che inizia a scendere verso la Valle di Sant’An-
tonio. Raggiunto un crocevia, si ignora il sen-
tiero 113, contrassegnato dai segnavia bianchi
e rossi, che piega a sinistra verso la Valle della
Scala (nessuna indicazione) e si segue la traccia
priva di segnavia ma evidente, che mantiene la
destra. Raggiunta un’altra possibile deviazione,
questa volta con il sentiero 114 che piega anco-
ra una volta a sinistra verso la Valle di Sant’An-
tonio, si mantiene nuovamente la destra e si
perde quota fino a mettere piede sulla sterrata
che collega il Passo Nota al Passo Guil. Piegan-
do a destra (segnavia 421, indicazioni per Baita
Segala e Passo Nota), si procede sulla comoda
carrozzabile e si raggiunge il Bivacco ANA Baita
Segala (o Segalla, 1250 m, 2,40 h).
Ignorato il sentiero 104 che scende verso Limo-
ne (cartello) si prosegue sulla sterrata, si supera
Casa Carlotta, si oltrepassa anche il bivio del
Sentiero Agostino Tosi già incontrato all’andata
e si ritorna alla Bocca dei Fortini (3 h).
Da qui si fa ritorno a Passo Nota, percorrendo
a ritroso la prima parte del percorso d’andata
(3,50 h).
nord verso Ledro (segnavia 421) e si segue la
strada militare di crinale ma in direzione del Pas-
so Guil (segnavia 421, cartelli). Un breve tratto
in salita conduce a nord del Passo di Bestana
(1274 m).
Perdendo qualche metro di quota si supera il
bivio con il sentiero 102 che scende sul versante
della Valle di Bondo e si prosegue diritto senza
possibilità di errore. Ignorata anche la possibile
deviazione a destra per la Valle del Singol (se-
gnavia 103), poco prima della Bocca dei Forti-
ni si trascura anche il sentiero 120 che scende
anch’esso verso Limone e, giunti al quasi im-
percettibile valico, si tralascia a sinistra anche
la sterrata che si dirige verso la Valle di Ledro.
Poco dopo la Bocca dei Fortini (1243 m, 0,40
h), si abbandona la strada e si seguono a sini-
stra le indicazioni per il Monte Carone (Sentiero
Agostino Tosi, cartello e lastra di pietra conficca-
ta nel terreno).
Una traccia molto esile si inoltra nel bosco, si
ricongiunge a un altro sentiero proveniente da
ovest, per poi proseguire a destra (nord-est) non
adeguatamente segnalato, ma senza problemi
di orientamento poiché non sono presenti altre
piste. Il sentiero si fa in seguito più evidente,
manifestando la sua origine come mulattiera
militare e salendo con numerose svolte sulle
pendici del Carone. Giunti a un bivio (non se-
gnato sulle carte), si ignora a sinistra il “Sentiero
dell’Acqua” (segnavia 131) e si segue a destra
il “Sentiero del Camino” (segnavia 105). Usciti
dalla vegetazione si affronta un suggestivo tra-
verso sotto alle candide pareti meridionali del
Monte Carone, lambendo alcuni ruderi. Giunti
ai piedi del Camino, si compiono i primi tor-
nanti su fondo erboso e poi si inizia a seguire
una sorta di lunga e affascinante scalinata, sca-
vata nella roccia viva, che risale il canale roc-
cioso. Lungo tutto questo tratto sono presenti
dei cavi d’acciaio che fungono però unicamente
come possibile corrimano perché assolutamen-
te inutili alla progressione. Gli ultimi gradini, in
parte di roccia e in parte di cemento armato (ri-
salenti comunque anch’essi al periodo bellico),
consentono di superare l’ultima stretta e sugge-
stiva porzione del Camino e di uscire da esso
su un piccolo pendio erboso. Piegando a destra
(segnavia inizialmente non troppo evidenti), ci
si mantiene a sud della dorsale della monta-
gna, si superano due brevi cenge (corde fisse
nuovamente superflue) e si giunge alle rovine
dell’esteso villaggio militare del Monte Caro-
ne. Arrivati a una selletta, si piega a sinistra e si
raggiunge la croce di vetta del Monte Carone
(1621 m, 1,50 h) da dove, a causa della presen-
za di un fitto bosco, si può ammirare solo in par-
te il panorama circostante, comunque aperto su
una porzione di Lago di Garda e sulle Prealpi
Gardesane Sud-Occidentali.
Ritornati alla sottostate sella, dove è presente
una targa che segna l’arrivo dei due sentieri mi-
Sponda Lombarda l Monte Carone
PASSO NOTA, VALICO DI GUERRA DI E PACE
Essendo la riva occidentale del Lago di Garda priva di una strada fino agli Anni Trenta del
XX secolo, il Passo Nota ebbe, dall’antichità fino alla fine del XIX secolo, una fondamen-
tale importanza come via di comunicazione tra la Valle di Ledro e Tremosine, costituendo
quindi una delle direttrici più importanti di questo settore prealpino. Già in epoca romana
vi transitava una strada e molti secoli dopo la Repubblica di Venezia fortificò il passo in
funzione anti imperiale. Tra il XVII e il XIX secolo, il Passo Nota vide un continuo passaggio
di eserciti: nel 1703, durante la Guerra di Successione Spagnola, vi transitarono, provenienti
da Tremosine, i soldati francesi agli ordini del generale Vendöme, distruggendo i trincera-
menti austriaci; nel 1796 vi passò parte dell’esercito austriaco in ritirata dopo al sconfitta
di Lonato a opera dei Francesi; nel 1848 il valico vide il passaggio dei volontari italiani
guidati da Carlo Pisacane mentre nel 1859 furono le truppe austriache a utilizzare il valico
diretti a Solferino. Nel 1866 Passo Nota fu occupato dai reparti garibaldini che poi scesero
in Valle di Ledro (attraverso i Pian di Pur) per combattere nella battaglia di Bezzecca. Fu
però durante la Prima Guerra Mondiale, che il Passo Nota divenne un vero e proprio cardine
delle seconde linee italiane, lungo il Fronte Alto Garda, tanto da ospitare un Comando di
Sottosettore. In preparazione della guerra, nel 1915, fu costruita l’attuale strada che sale
da Tremosine e successivamente furono erette due linee trincerate con fortini, casematte
in cemento, postazioni di artiglieria in grotta e piazzole per cannoni. Venne inoltre prolun-
gata, su entrambi i versanti della dorsale di confine, la strada militare. I numerosi resti di
queste opere belliche, così come il vicino cimitero di guerra (situato pochi minuti a sud del
passo) sono evidenti e significative testimonianze di storia, segno tangibile di un tragico
passato e spunto di riflessione per il presente.
Il Carè Alto dal Monte Carone.
171170
Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda
L’anello delle Tre Cime del Bondone permet-
te di compiere un entusiasmante itinerario di
notevole interesse naturalistico e geologico,
ammirando inoltre vasti panorami e attraver-
sando ambienti molto differenti tra loro, dalle
torbiere che si trovano ai piedi della conca gla-
ciale alle distese di pino mugo di Cima Verde,
dalle pareti rocciose del Dos d’Abramo e del
Cornetto all’erbosa dorsale che scende verso la
Bocca di Vaiona. Il percorso necessita di atten-
zione in alcuni punti, come nella ripida salita a
Cima Verde e sul traverso sotto le pareti del Dos
d’Abramo, anche se nel complesso si svolge su
sentieri ottimamente segnati e privi di difficoltà
tecniche, almeno in assenza di neve o ghiaccio,
eventualità che renderebbe inevitabilmente più
impegnativa l’escursione.
ACCESSO
Dall’uscita di Rovereto Sud della A22 si prose-
gue in direzione di Rovereto e Riva del Garda,
per poi deviare immediatamente sulla SS240 in
direzione di Riva. Giunti a Nago si seguono le
indicazioni per Arco e si risale in seguito la Valle
del Sarca fino a Dro. Qui si piega in direzione di
Lasino (SP84) e una volta giunti a quest’ultima
località si prosegue verso il Monte Bondone sa-
lendo fino al bivio del Centro Fondo Viote. Da
qui si seguono le indicazioni per Garniga Terme
(SP25) e, dopo poche centinaia di metri si devìa
a destra (cartelli che indicano l’attacco del sen-
tiero 636 per Cima Verde) raggiungendo il par-
cheggio del Centro di Ecologia Alpina (località
Piani di Viote). Il bivio del Centro Fondo Viote si
può raggiungere anche utilizzando l’uscita della
A22 di Trento Centro e seguendo la SP84 del
Monte Bondone.
ITINERARIO
Dal parcheggio dei Piani di Viote, si prosegue
sulla sterrata (interdetta da questo punto al traf-
fico) fino a raggiungere, dopo poche centinaia di
metri, un crocevia. Ignorata la strada che prose-
gue diritta in direzione della Torbiera delle Viote,
si mantiene la sterrata a sinistra (indicazioni la-
cunose) e si procede con andamento pressoché
pianeggiante fino a un nuovo bivio, questa volta
ottimamente segnalato. Abbandonata la sterrata
che prosegue diritta (segnavia 630B) si volta a
destra (segnavia 636) in direzione di Cima Ver-
de. Dopo aver attraversato un prato si costeggia
un filare di alberi e si giunge a un altro bivio.
Questa volta si ignora il sentiero 636A che piega
a destra verso Malga Fragari e si mantiene la si-
nistra in direzione di Cima Verde (segnavia 630,
cartelli), giungendo poco dopo a un’ennesima
possibile deviazione (Val del Merlo).
Anche questa volta si trascura a destra il Sentie-
ro Naturalistico della Val del Merlo e si mantiene
la sinistra in direzione di Cima Verde (Sentiero
Naturalistico Tre Cime del Bondone, indicazioni
sempre evidenti). Il sentiero inizia a salire subito
con pendenza molto accentuata tra larici, abeti
rossi e cespugli di pino mugo, con quest’ultimo
che diviene sempre più dominante salendo di
quota. Questo tratto di percorso, particolarmen-
te ripido, deve essere affrontato con la dovuta
attenzione in presenza di macchie di neve al
suolo o con fondo bagnato. Dopo aver attra-
versato una distesa di pino mugo (che fornisce
il nome alla cima), si esce dalla vegetazione e si
affronta l’ultimo tratto di dorsale erbosa, deci-
samente meno ripida, fino a giungere a Cima
Verde (2102 m, 2 h), privilegiato punto panora-
mico sulla Valle dell’Adige e sulle montagne che
la chiudono a est, ma anche sul gruppo delle
PARTENZA: Piani delle Viote (1524 m)
QUOTA MINIMA: 1524 m
QUOTA MASSIMA: 2102 m
LUNGHEZZA: 9,2 km
DISLIVELLO: 770 m
TEMPO: 4,20 h
DIFFICOLTÀ: E
PUNTI DI APPOGGIO: nessuno
ACQUA: no
PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre
MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno
FAMIGLIA: >10
La Sella ovest del Dos d’Abramo.
Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone
TRE CIME DEL BONDONE
Anello dai Piani delle Viote
035
173172
Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda
attrezzato), si segue la cresta a destra (ovest)
in direzione del Cornetto (segnavia 636). Dopo
una breve salita si compie un facile traverso ai
piedi del versante nord di quest’ultima rocciosa
sommità e si giunge al bivio situato al culmine
della lunga cresta che scende verso la Bocca di
Vaiona (Sella nord del Cornetto, 2100 m, 3,10
h). Seguendo le indicazioni per quest’ultimo va-
lico e per la Torbiera delle Viote (segnavia 607),
si perde quota inizialmente con alcune ripide
svolte, poi con pendenza più dolce seguen-
do fedelmente l’ampia e panoramica dorsale.
Giunti a un bivio (località Ginever, 1991 m, 3,30
h), si mantiene la destra (segnavia 607) e ci si
mantiene ora leggermente a destra (est) dello
spartiacque, dominando la perfetta conca a “U”
formata dall’antico ghiacciaio che, durante l’ul-
tima glaciazione (che si concluse “solo” 10.000
anni fa), ricopriva tutto il versante settentrionale
compreso tra le Tre Cime, dando origine inoltre
al lago glaciale delle Viote, poi tramutatosi pro-
gressivamente in torbiera.
Arrivati a un altro crocevia (Costa dei Cavai,
1787 m, 3,50 h), si trascura ancora una volta
una possibile deviazione a sinistra, questa volta
con il sentiero 618 che scende verso Lagolo pas-
sando per la panoramica dorsale de La Rosta, e
si mantiene ancora una volta la destra in dire-
zione della Torbiera della Viote (segnavia 607).
Un facile e breve tratto in discesa conduce in
prossimità di Malga Fragara.
Ignorato a destra il sentiero 636A che riconduce
al bivio della Val del Merlo già incontrato in pre-
cedenza (altra possibile via di ritorno), si prose-
gue per pochi minuti in direzione della Torbiera
della Viote (segnavia 607). Lasciando l’area
umida a sinistra, si piega infine sulla sterrata che
piega a destra (est) e che permette di ritornare
al primissimo bivio incontrato all’inizio dell’e-
scursione. Voltando a sinistra in pochi istanti si
ritorna al punto di partenza (4,20 h).
Dolomiti di Brenta e le pareti rocciose della Val-
le del Sarca a ovest.
Scesi dal castelletto sommitale di Cima Verde si
compie un breve traverso su sfasciumi, per poi
proseguire su una panoramica e affascinante
cresta di scaglia rossa punteggiata di cespugli
di pino mugo. In alcuni punti, pur non essendo
mai veramente esposto, il sentiero è piuttosto
stretto e quindi necessita di un minimo di atten-
zione supplementare. Scesi a una piccola sella
si riprende a salire fino a in-
contrare un modesto risalto
roccioso, che si supera pri-
ma piegando a destra e poi
con un suggestivo passag-
gio nella fessura che si apre
al centro di esso. Una cresta
più ampia conduce ai piedi
del roccioso versante set-
tentrionale del Dos d’Abra-
mo. In rapida successione
si ignorano le due possibili
deviazioni a sinistra, la pri-
ma con il Sentiero del Cora-
za (segnavia 638) che scen-
de verso Pietra e la seconda
con l’attacco della ferrata
che conduce alla vetta del
Dos (segnavia 638A) e, pro-
seguendo in ambedue i casi
a destra, si compie un tra-
verso sotto alle pareti della
cima (sconsigliato in caso
di neve o ghiaccio al suolo,
prestare molta attenzione
con fondo bagnato), segui-
to da un breve tornante che
permette di raggiungere la
Sella ovest del Dos d’Abra-
mo (2,50 h).
Ignorata ancora una volta la
possibile salita a sinistra per
il Dos d’Abramo (sentiero
Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone
0 2 3 9,24 5 6 871
1600
1700
1900
2000
1500
1800
2100 Sella nord del CornettoCima Verde
Malga Fragara
Sella ovest del Dos d’Abramo
Cima Verde
2102 m
Torbiera
delle Viote
Malga Fragara
Riserva Naturale Integrale
Tre Cime Monte Bondone
Centro
di Ecologia Alpina
Doss del Fen
1317 m
Doss d’Abramo
2142 m
Monte Cornetto
2180 m
)(
Bocca di Vaion
636
618
618
636
630
630
630B
Sentiero
Coraza
Sentiero dell’Imperatore
638A
638
636
607
Sopra: camoscio sulla creste del Bondone.
Al centro: il versante meridionale di Cima Verde.
Sotto: le pareti rocciose del Dos d’Abramo.
Pagine successive: la Valle dell’Adige dalla cresta
tra Cima Verde e il Dos d’Abramo.
175174
Valle del Sarca l Dolomiti di Brenta
Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est
della Civetta, di fronte alla quale appare come
un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro-
prio la sua panoramica posizione, con le gran-
diose cime che la attorniano, a consigliarne la
salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti
e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose,
purché non importanti (la strada forestale che
sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti
precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii
sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap-
presenta quindi una meta appagante quando
le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo-
si, ma con la dovuta cautela.
La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om-
bra, mentre quella terminale si svolge al sole.
ACCESSO
superata la frazione Chiesa, sulla strada che da
Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo-
calità Le Vare (1242 m), sulla destra.
ITINERARIO
Dal parcheggio si prende la stradina forestale
che sale nella Valle della Grava, su pendenze
modeste, fino al termine del bosco, dove in un
ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi-
nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis
VARIANTI
Si segue il percorso di salita, scegliendo dove
possibile gli aperti pendii anziché la stradina.
Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est
della Civetta, di fronte alla quale appare come
un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro-
prio la sua panoramica posizione, con le gran-
diose cime che la attorniano, a consigliarne la
salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti
e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose,
purché non importanti (la strada forestale che
sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti
precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii
sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap-
presenta quindi una meta appagante quando
le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo-
si, ma con la dovuta cautela.
La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om-
bra, mentre quella terminale si svolge al sole.
ACCESSO
superata la frazione Chiesa, sulla strada che da
Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo-
calità Le Vare (1242 m), sulla destra.
ITINERARIO
Dal parcheggio si prende la stradina forestale
che sale nella Valle della Grava, su pendenze
modeste, fino al termine del bosco, dove in un
ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi-
nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis
VARIANTI
Si segue il percorso di salita, scegliendo dove
possibile gli aperti pendii anziché la stradina.
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Escursioni al Lago di Garda

  • 1. collanasentierid’autore 25 ideaMontagna editoria e alpinismo Escursioni al Lago di Garda Sponda Lombarda Alto Garda Valle di Ledro Valle del Sarca Sponda Veneta Dove le Alpi profumano di Mediterraneo
  • 2. 5 Scarica l’APP Idea Montagna! FOTOGRAFIE Tutte le fotografie utilizzate sono dell’autore, dove non specificato in didascalia. Prima edizione: marzo 2018 ISBN: 978-88-85468-30-6 Idea Montagna Editoria e Alpinismo Via Euganea Villa, 27 - 35037 Villa di Teolo PD - Italy Tel. +39 049 6455031 info@ideamontagna.it - www.ideamontagna.it marchio di Officina Creativa sas Via Guido Rossa, 17 - 35016 Piazzola sul Brenta PD - Italy Coordinamento generale: Francesco Cappellari Progetto grafico: Rossella Benetollo - Officina Creativa Impaginazione ed elaborazione immagini: Denis Perilli Mappe: 4Land Cartography. Per le mappe n. 1, 2, 3, 4, 5 e 8 sono state utilizzate mappe di OpenStreetMap. Si ringraziano i realizzatori e i contributors. Stampa: Peruzzo Industrie Grafiche per conto di Idea Montagna Editoria e Alpinismo. Foto di copertina: riposo in vetta a Cima delle Pozzette, dominando il solco azzurro del Lago di Garda. Pagina 2: arrivo a Punta dei Larici ammirando il Lago di Garda. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale degli scritti, dei disegni e delle fotografie. Avvertenza: questa guida è compilata con la massima coscienziosità ma non si garantisce per eventuali errori o incompletezze. L’uso delle informazioni contenute in quest’opera è a proprio rischio. L’autore e l’editore non si assumono quindi nessuna responsabilità per eventuali incidenti o qualsiasi altra conseguenza. SEGUI IDEA MONTAGNA SU: www.facebook.com/ideamontagna plus.google.com/+IdeamontagnaIt www.pinterest.com/ideamontagna www.slideshare.net/IdeaMontagna l Introduzione Il Lago di Garda è diventato, nel corso dei decenni, un luogo simbolo dello sport all’aria aperta, un vero e proprio punto di riferimento, in tutta Europa, per chi ama camminare, correre, arram- picare, pedalare, volare, nuotare. I percorsi pedonali e ciclabili si inoltrano in ogni piccola valle, costeggiano, a breve distanza o dalle cime sovrastanti, i quasi 160 chilometri di sviluppo costiero del più grande lago d’Italia. Centinaia sono le vie d’arrampicata della Valle del Sarca, molte le ferrate e i sentieri attrezzati, così come numerosi i luoghi famosi per tuffarsi nelle fresche acque del lago o dei suoi tanti impetuosi immissari oppure per lanciarsi dagli erbosi crinali con il parapendio. Ma ridurre questo straordinario solco di acqua a un grande, immenso parco giochi sarebbe ingiusto e riduttivo. Questo specchio azzurro circondato da rocce argentate, è prima di tutto uno straordinario scrigno di biodiversità, che non ha eguali in tutto il Vecchio Continente, è pure un luogo dove gustare i profumi del Mediterraneo ai piedi delle Alpi, dove appoggiare i piedi nello stesso luogo dove hanno lasciato le loro orme gli uomini preistorici che costruivano palafitte, hanno marciato le legioni romane verso i confini dell’impero, hanno combattuto condottieri come Garibaldi e i soldati della Prima Guerra Mondiale e dove artisti come Dürer hanno lasciato il loro segno. Ma dove, soprattutto hanno vissuto e lavorato tante donne e tanti uomini senza nome che hanno modellato nei millenni un paesaggio unico e sorprendente, dove in autunno, in un’ora di cammino, si possono accarezzare le olive oppure immergersi nel giallo intenso dei larici o dove in primavera ci si può stendere sulle piccole spiagge in riva al lago dopo aver ammirato un tappeto di fiori sulle cime ancora punteggiate di bianco dagli ultimi nevai. Potendo camminare praticamente per tutto l’anno su questi sentieri, si può davvero seguire il susseguirsi delle stagioni, immergersi in tutti i colori della natura e farsi conquistare dalle pagine scritte dalla storia. Andrea Greci INTRODUZIONE 04 06 08 10
  • 3. 98 Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda l Indice INDICE • Introduzione 5 • Carta generale 7 • Il Lago di Garda 10 • Note tecniche 15 • Informazioni e numeri utili 17 • Punti d’appoggio 18 • Ringraziamenti 18 UNO • SPONDA LOMBARDA 19 1 • Rocca di Manerba 22 1 • Dal Mesolitico alla Serenissima, millenni di storia sulla Rocca di Manerba 25 2 • Monte Pizzoccolo 26 1 • La chiesa di Sant’Andrea e i tesori d’arte di Maderno 30 3 • Valle delle Cartiere 31 1 • Toscolano, l’antica Benacum, capitale della carta e della stampa 34 4 • Eremo di S. Valentino e Cima Comer 35 1 •Gli agrumi e la storia secolare di Gargnano 40 5 • Cima Comer e Monte Denervo 41 1 • I rapaci nei cieli di Cima Comer 44 6 • Cascata di Tignale 45 7 • Monte Cas 48 1 • Il Santuario di Montecastello tra storia e leggenda 51 8 • Valle e orrido di San Michele 52 1 • Campione del Garda, dalle cartiere rinascimentali al turismo contemporaneo 56 9 • Monte Bestone 57 10 • Monte Carone 60 1 • Passo Nota, valico di guerra di e pace 63 11 • Cima di Mughera 64 1 • I limoni del Garda, profumo di Mediterraneo ai piedi delle Alpi 67 DUE • ALTO GARDA E VAL DI LEDRO 69 12 • Punta dei Larici 72 13 • Cima Nodice 77 14 • Cima di Mughera e Monte Carone 81 1 • Le palafitte di Ledro 85 15 • Cima Sclapa, Cima Parì e Monte Cocca 86 Garibaldi a Bezzecca 90 16 • Cima d’Oro 91 17 • Chiesa di San Giovanni e Bocca Pasumèr 95 1 • Camminare nella storia 98 18 • Defensionmauer e Senter dei Bech 99 1• Arrampicatoriaquattrozampe 102 19 • Strada del Ponale 103 1 • Ponale: le due vite di una strada 107 20 • Bastione di Riva e Cappella S. Barbara 108 1 • Riva del Garda, la piccola capitale della sponda trentina 111 21 • Cima Giochello (o la Rocchetta) 112 Monte Tombio e San Martino, i segni della storia tra le alture di Campi 116 22 • Monte Misone 117 1 • Tenno: il lago, il castello e i borghi 121 23 • Monte Brione 122 I vigneti del Garda 125 24 • Trincee di Nago e Busa del Capitano 126 1 • Un piccolo concentrato di biodiversità 129 25 • Sentiero Busatte-Tempesta 130 1 • Castel Penade, il castelliere preistorico e la fortezza medievale 133 26 • M. Varagna e M. Altissimo di Nago 134 27 • Monte Biaena 138 1 • L’orso in Val di Gresta 141 28 • Monte Creino 142 29 • Monte Stivo 145 TRE • VALLE DEL SARCA 149 30 • Sentiero dei Lecci 152 Gli ulivi e l’olio del Garda 154 31 • Monte Biaina 155 1 • Arco e il suo castello 158 32 • Monte Brento 159 1 • La Valle del Sarca, regno del verticale 162 33 • Monte Casale 163 1 • Uomo e natura nella Riserva MAB Unesco Alpi di Ledro e Judicaria 166 34 • La Rosta 167 35 • Tre Cime del Bondone 170 1 • Toblino, il castello che si specchia nel lago 176 36 • Palon 177 1 • Le Marocche di Dro 180 37 • Monte Stivo 181 1 • Castel Drena, la vedetta della Valle del Sarca 184 38 • Bosco Caproni 185 Gianni Caproni, pioniere dell’industria aeronautica e il bosco a lui intitolato 188 QUATTRO • SPONDA VENETA 190 39 • Monte Altissimo di Nago 192 1 • La Riserva Naturale Bes-Corna Piana e il sito storico del Corno della Paura 196 40 • Colma di Malcesine e Sent. del Ventrar 197 1 • Monte Baldo, Hortus Europae 203 41 • Cima delle Pozzette 204 1 •Malcesine, memorie di pietra a picco sul lago 210 42 • Cima Valdritta e Punta Telegrafo 211 43 • Punta Telegrafo 215 1 • Nel regno del mugo 218 44 • Punta Telegrafo e Coal Santo 219 45 • Cima di Costa Bella 223 1 • L’antico Castrum Turrium e la sua storia millenaria 228 46 • Creste di Naole 229 47 • Incisioni rupestri del Monte Luppia 233 1 • Punta San Vigilio 236 48 • Rocca di Garda 237 1 • Garda, il luogo che diede il nome al lago 239 Nuvole sulla croce di vetta del Monte Misone.
  • 4. 1110 Sentieri d’autore l Escursioni sul Lago di Garda l Il Lago di Garda Prealpi Bresciane e Gardesane e alla sottosezione delle Prealpi Gardesane. Le Prealpi Gar- desane si dividono a loro volta nei supergruppi delle Alpi Giudicarie, delle Prealpi Gardesane Sud-Occidentali e delle Prealpi Gardesane Orientali. Le Alpi Giudicarie comprendono i gruppi del Cadria e del Dosso della Torta-Tofino e racchiu- dono le montagne tra la Valle di Ledro a sud e l’ampia ansa del Fiume Sarca a ovest, a nord e a est. Accanto alle frequentate e famose pareti che si affacciano sul fondovalle del Sarca, come il Monte Brento e il Monte Casale, si susseguono in questi due gruppi dorsali erbose e piccole cime rocciose, con vaste zone di wilderness e silenzio. Nel presente volume si descrivono per questo settore le camminate che raggiungono, dal facile versante occidentale, le citate cime del Casale e del Brento o le escursioni che conducono ai crinali erbosi, ricchi di panorami e di storia, di Cima Parì e Cima Oro. Le Prealpi Gardesane Sud-Occidentali racchiudono invece i gruppi Tremalzo, Cablone e Tom- bea-Manos. Dalla Val Sabbia questi gruppi si distendono fino alle sponde del Lago di Garda, sviluppandosi in un complesso, a tratti caotico, sistema di dorsali, valli, forre e orridi, intervallati da piccoli altipiani e distese di boschi. In questi gruppi ricadono tutte le escursioni del capitolo dedicato alla sponda lombarda. Le Prealpi Gardesane Orientali si dividono nei due gruppi Bondone-Stivo e Baldo. In quest’ulti- mo gruppo si trova la cima più elevata dell’intero settore, Cima Valdritta (2218 m). Oltre a questo primato però, queste montagne custodiscono un patrimonio molto più prezioso e importante, una biodiversità tra le più alte d’Europa e una molteplicità di ambienti che ha pochi eguali nel continente. Quasi tutte le sommità principali permettono inoltre di ammirare panorami ampissi- mi, come avviene non solo per le cime più elevate come quelle del Monte Stivo, di Cima Verde (Monte Bondone) o delle vette che si susseguono lungo la catena del Monte Baldo, ma anche per sommità apparentemente poco appariscenti come il Monte Creino o il Monte Biaena. Le aree protette Un’area di così alto valore naturalistico, geologico e storico come quella del Lago di Garda e della Valle del Sarca, è paradossalmente soltanto in minima parte racchiusa, tutelata e valoriz- zata dalla presenza di aree protette. La sponda lombarda, da Salò fino a Limone sul Garda, è racchiusa quasi interamente entro i confini del Parco Regionale Alto Garda Bresciano, istituito nel 1989. L’elevata escursione altimetrica (dai 65 m del lago ai 1976 m del Monte Caplone) e il rapido passaggio da un clima sub-mediterraneo a quello alpino, permettono di passare in pochi chilometri dai boschi leccio e dalle coltivazioni di ulivo e agrumi presenti sulle rive del Benaco, alle distese di faggio e larice delle valli interne. Qui vivono inoltre 959 specie di lepidotteri, la metà di quelle presenti in Italia, un vero patrimonio naturalistico tanto fondamentale quanto poco appariscente. Il Parco Fluviale del Sarca segue per 80 chilometri il corso del fiume, dall’A- damello fino al suo sbocco nel Lago di Garda, tutelando una valle che conserva una straordina- ria memoria delle ultime glaciazioni così come del millenario rapporto tra l’uomo e il fiume. Mai Dove le Alpi profumano di Mediterraneo Il Lago di Garda, anticamente detto Benaco, è il più esteso dei laghi italiani, con i suoi 368 km² di superficie. Lungo 52 km e largo fino a 16, esso si colloca tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto, costituendo il naturale confine tra queste regioni. La profonda fossa, di probabile origine tettonica, è stata modellata nei millenni dalle ultime quattro grandi glaciazioni, l’ultima terminata soltanto 10.000 anni fa. Durante i picchi glaciali il sistema Sarca-Garda era il più esteso di tutte Alpi, con uno spessore che arrivò a essere di circa 1000 metri. Innumerevoli sono le testimo- nianze di questo antico e reiterato passato glaciale in quest’area, le più spettacolari sono senza dubbio la distesa della Marocche di Dro, i circhi del Monte Stivo e della Catena del Monte Baldo, anche se a sorprendere maggiormente sono forse i depositi morenici e i massi erratici prove- nienti dai gruppi alpini (e quindi avulsi dal contesto geologico in cui si trovano attualmente), che si collocano a quote rilevanti sulle montagne che circondano il lago. L’antico passato glaciale del lago contrasta fortemente con l’attuale si- tuazione climatica, che rende l’area del Garda e la Bassa Valle del Sarca, un piccolo angolo di Mediterraneo ai piedi delle Alpi, contribuendo in maniera decisiva al fascino sorprendente di questo territorio. Le montagne del Garda Secondo la SOIUSA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino), le montagne racchiuse nell’area descritta in questo libro, appartengono alla grande parte delle Alpi Orientali e al grande settore delle Alpi Sud-Orientali, ricadono nel settore delle IL LAGO DI GARDA Pareti calcaree e larici sul Sentiero del Ventrar.
  • 5. 6160 Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda La strade militari del Passo Nota e della Bocca dei Fortini, le rovine del villaggio di guerra del Monte Carone e lo spettacolare Sentiero Ago- stino Tosi, consentono di compiere un emozio- nante e toccante salto indietro nel tempo fino alla Prima Guerra Mondiale. Nello stesso tem- po le pareti del Carone e i contrastanti panora- mi che si osservano lungo il cammino rendono quest’escursione molto interessante anche dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. ACCESSO Dall’uscita autostradale di Brescia Est della A4 si segue la SS45 fino a Salò, per poi proseguire sulla Gardesana Occidentale fino ad arrivare al bivio per Tremosine. Risa- lendo su una stretta stradi- na la spettacolare Forra del Brasa, si giunge a Pieve per poi proseguire in direzio- ne di Prezzo. Oltrepassata anche questa frazione, si devìa in direzione di Vesio da dove si seguono le in- dicazioni per il Passo Nota. Seguendo la stretta strada asfaltata si risale tutta la Valle di Bondo fino ad arrivare al valico. Al bivio di Tremosine si può arrivare anche utiliz- zando l’uscita di Desenzano della A4 e percor- rendo la SP572 fino a Salò, da dove si segue la Gardesana Occidentale fino alla deviazione, oppure provenendo da nord (Riva del Garda), percorrendo la SS45 fino al bivio per Tremosine. ITINERARIO Dal parcheggio di Passo Nota, dove sono pre- senti resti di fortificazioni e casematte risalenti alla Prima Guerra Mondiale, si ignora la stra- da che procede a ovest in direzione del Passo Tremalzo (segnavia 224) e quella che scende a PARTENZA: Passo Nota (1208 m) QUOTA MINIMA: 1205 m QUOTA MASSIMA: 1621 m LUNGHEZZA: 9 km DISLIVELLO: 640 m TEMPO: 3,50 h DIFFICOLTÀ: E PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Passo Nota, Bivacco Baita Segala ACQUA: no PERIODO CONSIGLIATO: maggio-ottobre MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno FAMIGLIA: >10 All’imbocco del Sentiero del Camino. 010 Sponda Lombarda l Monte Carone MONTE CARONE Anello da Passo Nota Monte Carone 1621 m Bocca dei Fortini )( Punta di Mois 1371 m Cima Bandiera 1362 m Passo Nota )( Passo Bestana Dosso di Pennalever 1228 m Biv. ANA Baita Segalla 421 121 102 103 103 104 104 105 105 113 121 120 421 421 421 0 2 3 4 5 6 7 8 91 1300 1500 1200 1400 1600 Passo di Bestana Passo di Bestana Bocca dei Fortini Bocca dei Fortini Monte Carone
  • 6. 6362 Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda litari dedicati ad Agostino Tosi e a Elio Bertolotti, ma dove non ci sono cartelli, si consiglia di pie- gare per poche decine di metri a destra (traccia evidente) e raggiungere così un dosso erboso (postazione di artiglieria durante la Grande Guerra) da dove il panorama, sia verso il Lago di Garda che verso le Alpi lombarde (con la ri- conoscibile piramide del Carè Alto a dominare l’orizzonte), è decisamente più aperto rispetto al punto dove si trova la croce di vetta. Ritornati ancora una volta alla sella senza nome, si piega a destra (est) imboccando un’evidente traccia che inizia a scendere verso la Valle di Sant’An- tonio. Raggiunto un crocevia, si ignora il sen- tiero 113, contrassegnato dai segnavia bianchi e rossi, che piega a sinistra verso la Valle della Scala (nessuna indicazione) e si segue la traccia priva di segnavia ma evidente, che mantiene la destra. Raggiunta un’altra possibile deviazione, questa volta con il sentiero 114 che piega anco- ra una volta a sinistra verso la Valle di Sant’An- tonio, si mantiene nuovamente la destra e si perde quota fino a mettere piede sulla sterrata che collega il Passo Nota al Passo Guil. Piegan- do a destra (segnavia 421, indicazioni per Baita Segala e Passo Nota), si procede sulla comoda carrozzabile e si raggiunge il Bivacco ANA Baita Segala (o Segalla, 1250 m, 2,40 h). Ignorato il sentiero 104 che scende verso Limo- ne (cartello) si prosegue sulla sterrata, si supera Casa Carlotta, si oltrepassa anche il bivio del Sentiero Agostino Tosi già incontrato all’andata e si ritorna alla Bocca dei Fortini (3 h). Da qui si fa ritorno a Passo Nota, percorrendo a ritroso la prima parte del percorso d’andata (3,50 h). nord verso Ledro (segnavia 421) e si segue la strada militare di crinale ma in direzione del Pas- so Guil (segnavia 421, cartelli). Un breve tratto in salita conduce a nord del Passo di Bestana (1274 m). Perdendo qualche metro di quota si supera il bivio con il sentiero 102 che scende sul versante della Valle di Bondo e si prosegue diritto senza possibilità di errore. Ignorata anche la possibile deviazione a destra per la Valle del Singol (se- gnavia 103), poco prima della Bocca dei Forti- ni si trascura anche il sentiero 120 che scende anch’esso verso Limone e, giunti al quasi im- percettibile valico, si tralascia a sinistra anche la sterrata che si dirige verso la Valle di Ledro. Poco dopo la Bocca dei Fortini (1243 m, 0,40 h), si abbandona la strada e si seguono a sini- stra le indicazioni per il Monte Carone (Sentiero Agostino Tosi, cartello e lastra di pietra conficca- ta nel terreno). Una traccia molto esile si inoltra nel bosco, si ricongiunge a un altro sentiero proveniente da ovest, per poi proseguire a destra (nord-est) non adeguatamente segnalato, ma senza problemi di orientamento poiché non sono presenti altre piste. Il sentiero si fa in seguito più evidente, manifestando la sua origine come mulattiera militare e salendo con numerose svolte sulle pendici del Carone. Giunti a un bivio (non se- gnato sulle carte), si ignora a sinistra il “Sentiero dell’Acqua” (segnavia 131) e si segue a destra il “Sentiero del Camino” (segnavia 105). Usciti dalla vegetazione si affronta un suggestivo tra- verso sotto alle candide pareti meridionali del Monte Carone, lambendo alcuni ruderi. Giunti ai piedi del Camino, si compiono i primi tor- nanti su fondo erboso e poi si inizia a seguire una sorta di lunga e affascinante scalinata, sca- vata nella roccia viva, che risale il canale roc- cioso. Lungo tutto questo tratto sono presenti dei cavi d’acciaio che fungono però unicamente come possibile corrimano perché assolutamen- te inutili alla progressione. Gli ultimi gradini, in parte di roccia e in parte di cemento armato (ri- salenti comunque anch’essi al periodo bellico), consentono di superare l’ultima stretta e sugge- stiva porzione del Camino e di uscire da esso su un piccolo pendio erboso. Piegando a destra (segnavia inizialmente non troppo evidenti), ci si mantiene a sud della dorsale della monta- gna, si superano due brevi cenge (corde fisse nuovamente superflue) e si giunge alle rovine dell’esteso villaggio militare del Monte Caro- ne. Arrivati a una selletta, si piega a sinistra e si raggiunge la croce di vetta del Monte Carone (1621 m, 1,50 h) da dove, a causa della presen- za di un fitto bosco, si può ammirare solo in par- te il panorama circostante, comunque aperto su una porzione di Lago di Garda e sulle Prealpi Gardesane Sud-Occidentali. Ritornati alla sottostate sella, dove è presente una targa che segna l’arrivo dei due sentieri mi- Sponda Lombarda l Monte Carone PASSO NOTA, VALICO DI GUERRA DI E PACE Essendo la riva occidentale del Lago di Garda priva di una strada fino agli Anni Trenta del XX secolo, il Passo Nota ebbe, dall’antichità fino alla fine del XIX secolo, una fondamen- tale importanza come via di comunicazione tra la Valle di Ledro e Tremosine, costituendo quindi una delle direttrici più importanti di questo settore prealpino. Già in epoca romana vi transitava una strada e molti secoli dopo la Repubblica di Venezia fortificò il passo in funzione anti imperiale. Tra il XVII e il XIX secolo, il Passo Nota vide un continuo passaggio di eserciti: nel 1703, durante la Guerra di Successione Spagnola, vi transitarono, provenienti da Tremosine, i soldati francesi agli ordini del generale Vendöme, distruggendo i trincera- menti austriaci; nel 1796 vi passò parte dell’esercito austriaco in ritirata dopo al sconfitta di Lonato a opera dei Francesi; nel 1848 il valico vide il passaggio dei volontari italiani guidati da Carlo Pisacane mentre nel 1859 furono le truppe austriache a utilizzare il valico diretti a Solferino. Nel 1866 Passo Nota fu occupato dai reparti garibaldini che poi scesero in Valle di Ledro (attraverso i Pian di Pur) per combattere nella battaglia di Bezzecca. Fu però durante la Prima Guerra Mondiale, che il Passo Nota divenne un vero e proprio cardine delle seconde linee italiane, lungo il Fronte Alto Garda, tanto da ospitare un Comando di Sottosettore. In preparazione della guerra, nel 1915, fu costruita l’attuale strada che sale da Tremosine e successivamente furono erette due linee trincerate con fortini, casematte in cemento, postazioni di artiglieria in grotta e piazzole per cannoni. Venne inoltre prolun- gata, su entrambi i versanti della dorsale di confine, la strada militare. I numerosi resti di queste opere belliche, così come il vicino cimitero di guerra (situato pochi minuti a sud del passo) sono evidenti e significative testimonianze di storia, segno tangibile di un tragico passato e spunto di riflessione per il presente. Il Carè Alto dal Monte Carone.
  • 7. 171170 Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda L’anello delle Tre Cime del Bondone permet- te di compiere un entusiasmante itinerario di notevole interesse naturalistico e geologico, ammirando inoltre vasti panorami e attraver- sando ambienti molto differenti tra loro, dalle torbiere che si trovano ai piedi della conca gla- ciale alle distese di pino mugo di Cima Verde, dalle pareti rocciose del Dos d’Abramo e del Cornetto all’erbosa dorsale che scende verso la Bocca di Vaiona. Il percorso necessita di atten- zione in alcuni punti, come nella ripida salita a Cima Verde e sul traverso sotto le pareti del Dos d’Abramo, anche se nel complesso si svolge su sentieri ottimamente segnati e privi di difficoltà tecniche, almeno in assenza di neve o ghiaccio, eventualità che renderebbe inevitabilmente più impegnativa l’escursione. ACCESSO Dall’uscita di Rovereto Sud della A22 si prose- gue in direzione di Rovereto e Riva del Garda, per poi deviare immediatamente sulla SS240 in direzione di Riva. Giunti a Nago si seguono le indicazioni per Arco e si risale in seguito la Valle del Sarca fino a Dro. Qui si piega in direzione di Lasino (SP84) e una volta giunti a quest’ultima località si prosegue verso il Monte Bondone sa- lendo fino al bivio del Centro Fondo Viote. Da qui si seguono le indicazioni per Garniga Terme (SP25) e, dopo poche centinaia di metri si devìa a destra (cartelli che indicano l’attacco del sen- tiero 636 per Cima Verde) raggiungendo il par- cheggio del Centro di Ecologia Alpina (località Piani di Viote). Il bivio del Centro Fondo Viote si può raggiungere anche utilizzando l’uscita della A22 di Trento Centro e seguendo la SP84 del Monte Bondone. ITINERARIO Dal parcheggio dei Piani di Viote, si prosegue sulla sterrata (interdetta da questo punto al traf- fico) fino a raggiungere, dopo poche centinaia di metri, un crocevia. Ignorata la strada che prose- gue diritta in direzione della Torbiera delle Viote, si mantiene la sterrata a sinistra (indicazioni la- cunose) e si procede con andamento pressoché pianeggiante fino a un nuovo bivio, questa volta ottimamente segnalato. Abbandonata la sterrata che prosegue diritta (segnavia 630B) si volta a destra (segnavia 636) in direzione di Cima Ver- de. Dopo aver attraversato un prato si costeggia un filare di alberi e si giunge a un altro bivio. Questa volta si ignora il sentiero 636A che piega a destra verso Malga Fragari e si mantiene la si- nistra in direzione di Cima Verde (segnavia 630, cartelli), giungendo poco dopo a un’ennesima possibile deviazione (Val del Merlo). Anche questa volta si trascura a destra il Sentie- ro Naturalistico della Val del Merlo e si mantiene la sinistra in direzione di Cima Verde (Sentiero Naturalistico Tre Cime del Bondone, indicazioni sempre evidenti). Il sentiero inizia a salire subito con pendenza molto accentuata tra larici, abeti rossi e cespugli di pino mugo, con quest’ultimo che diviene sempre più dominante salendo di quota. Questo tratto di percorso, particolarmen- te ripido, deve essere affrontato con la dovuta attenzione in presenza di macchie di neve al suolo o con fondo bagnato. Dopo aver attra- versato una distesa di pino mugo (che fornisce il nome alla cima), si esce dalla vegetazione e si affronta l’ultimo tratto di dorsale erbosa, deci- samente meno ripida, fino a giungere a Cima Verde (2102 m, 2 h), privilegiato punto panora- mico sulla Valle dell’Adige e sulle montagne che la chiudono a est, ma anche sul gruppo delle PARTENZA: Piani delle Viote (1524 m) QUOTA MINIMA: 1524 m QUOTA MASSIMA: 2102 m LUNGHEZZA: 9,2 km DISLIVELLO: 770 m TEMPO: 4,20 h DIFFICOLTÀ: E PUNTI DI APPOGGIO: nessuno ACQUA: no PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno FAMIGLIA: >10 La Sella ovest del Dos d’Abramo. Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone TRE CIME DEL BONDONE Anello dai Piani delle Viote 035
  • 8. 173172 Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda attrezzato), si segue la cresta a destra (ovest) in direzione del Cornetto (segnavia 636). Dopo una breve salita si compie un facile traverso ai piedi del versante nord di quest’ultima rocciosa sommità e si giunge al bivio situato al culmine della lunga cresta che scende verso la Bocca di Vaiona (Sella nord del Cornetto, 2100 m, 3,10 h). Seguendo le indicazioni per quest’ultimo va- lico e per la Torbiera delle Viote (segnavia 607), si perde quota inizialmente con alcune ripide svolte, poi con pendenza più dolce seguen- do fedelmente l’ampia e panoramica dorsale. Giunti a un bivio (località Ginever, 1991 m, 3,30 h), si mantiene la destra (segnavia 607) e ci si mantiene ora leggermente a destra (est) dello spartiacque, dominando la perfetta conca a “U” formata dall’antico ghiacciaio che, durante l’ul- tima glaciazione (che si concluse “solo” 10.000 anni fa), ricopriva tutto il versante settentrionale compreso tra le Tre Cime, dando origine inoltre al lago glaciale delle Viote, poi tramutatosi pro- gressivamente in torbiera. Arrivati a un altro crocevia (Costa dei Cavai, 1787 m, 3,50 h), si trascura ancora una volta una possibile deviazione a sinistra, questa volta con il sentiero 618 che scende verso Lagolo pas- sando per la panoramica dorsale de La Rosta, e si mantiene ancora una volta la destra in dire- zione della Torbiera della Viote (segnavia 607). Un facile e breve tratto in discesa conduce in prossimità di Malga Fragara. Ignorato a destra il sentiero 636A che riconduce al bivio della Val del Merlo già incontrato in pre- cedenza (altra possibile via di ritorno), si prose- gue per pochi minuti in direzione della Torbiera della Viote (segnavia 607). Lasciando l’area umida a sinistra, si piega infine sulla sterrata che piega a destra (est) e che permette di ritornare al primissimo bivio incontrato all’inizio dell’e- scursione. Voltando a sinistra in pochi istanti si ritorna al punto di partenza (4,20 h). Dolomiti di Brenta e le pareti rocciose della Val- le del Sarca a ovest. Scesi dal castelletto sommitale di Cima Verde si compie un breve traverso su sfasciumi, per poi proseguire su una panoramica e affascinante cresta di scaglia rossa punteggiata di cespugli di pino mugo. In alcuni punti, pur non essendo mai veramente esposto, il sentiero è piuttosto stretto e quindi necessita di un minimo di atten- zione supplementare. Scesi a una piccola sella si riprende a salire fino a in- contrare un modesto risalto roccioso, che si supera pri- ma piegando a destra e poi con un suggestivo passag- gio nella fessura che si apre al centro di esso. Una cresta più ampia conduce ai piedi del roccioso versante set- tentrionale del Dos d’Abra- mo. In rapida successione si ignorano le due possibili deviazioni a sinistra, la pri- ma con il Sentiero del Cora- za (segnavia 638) che scen- de verso Pietra e la seconda con l’attacco della ferrata che conduce alla vetta del Dos (segnavia 638A) e, pro- seguendo in ambedue i casi a destra, si compie un tra- verso sotto alle pareti della cima (sconsigliato in caso di neve o ghiaccio al suolo, prestare molta attenzione con fondo bagnato), segui- to da un breve tornante che permette di raggiungere la Sella ovest del Dos d’Abra- mo (2,50 h). Ignorata ancora una volta la possibile salita a sinistra per il Dos d’Abramo (sentiero Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone 0 2 3 9,24 5 6 871 1600 1700 1900 2000 1500 1800 2100 Sella nord del CornettoCima Verde Malga Fragara Sella ovest del Dos d’Abramo Cima Verde 2102 m Torbiera delle Viote Malga Fragara Riserva Naturale Integrale Tre Cime Monte Bondone Centro di Ecologia Alpina Doss del Fen 1317 m Doss d’Abramo 2142 m Monte Cornetto 2180 m )( Bocca di Vaion 636 618 618 636 630 630 630B Sentiero Coraza Sentiero dell’Imperatore 638A 638 636 607 Sopra: camoscio sulla creste del Bondone. Al centro: il versante meridionale di Cima Verde. Sotto: le pareti rocciose del Dos d’Abramo. Pagine successive: la Valle dell’Adige dalla cresta tra Cima Verde e il Dos d’Abramo.
  • 9. 175174 Valle del Sarca l Dolomiti di Brenta Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est della Civetta, di fronte alla quale appare come un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro- prio la sua panoramica posizione, con le gran- diose cime che la attorniano, a consigliarne la salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose, purché non importanti (la strada forestale che sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap- presenta quindi una meta appagante quando le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo- si, ma con la dovuta cautela. La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om- bra, mentre quella terminale si svolge al sole. ACCESSO superata la frazione Chiesa, sulla strada che da Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo- calità Le Vare (1242 m), sulla destra. ITINERARIO Dal parcheggio si prende la stradina forestale che sale nella Valle della Grava, su pendenze modeste, fino al termine del bosco, dove in un ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi- nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis VARIANTI Si segue il percorso di salita, scegliendo dove possibile gli aperti pendii anziché la stradina. Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est della Civetta, di fronte alla quale appare come un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro- prio la sua panoramica posizione, con le gran- diose cime che la attorniano, a consigliarne la salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose, purché non importanti (la strada forestale che sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap- presenta quindi una meta appagante quando le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo- si, ma con la dovuta cautela. La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om- bra, mentre quella terminale si svolge al sole. ACCESSO superata la frazione Chiesa, sulla strada che da Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo- calità Le Vare (1242 m), sulla destra. ITINERARIO Dal parcheggio si prende la stradina forestale che sale nella Valle della Grava, su pendenze modeste, fino al termine del bosco, dove in un ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi- nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis VARIANTI Si segue il percorso di salita, scegliendo dove possibile gli aperti pendii anziché la stradina. Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda