1. Direttori e albergatori
Quando ho iniziato a lavorare in albergo il mio primo “manager ideale” è stato “Brubaker”,
descritto nell'omonimo film del 1980 (avevo giusto vent'anni) interpretato da Robert
Redford. Chi l'ha visto capirà perché quando alcuni anni fa è iniziata la serie televisiva “un
boss in incognito”, non mi sono scomposto più di tanto.
Oggi il mio manager preferito è e resterà sempre il direttore dell'albergo del film “Pretty
Woman”: Barney Thompson; interpretato da Hector Elizondo, dei quali pochi si
ricorderanno. Ma cosi dev'essere un hotel manager: sempre presente; pronto a risolvere i
problemi e anticipare i desideri del cliente; che passa inosservato, ma se non c'è.........
povero albergo.
Già, povero albergo: o povero direttore?
Mi faccio questa domanda da un po', in particolare negli ultimi 18 mesi, da quando ho
constatato personalmente una netta riduzione di offerte di lavoro per direttore d'albergo su
internet.
Mi sono chiesto: è la crisi del settore alberghiero, (che secondo me è appena iniziata) la
causa della riduzione di domanda?
Oppure: essendo pochi i direttori veramente degni di questo nome, gli albergatori hanno
2. deciso di “sbagliare da soli”, cosi almeno risparmiano?
La risposta per me sta in una parola sola: “improvvisazione”.
Cominciamo col dire che un direttore professionista, con uno stipendio netto di almeno
3.000 Euro per 14 mensilità lo possono pagare aziende che fatturano circa 2 milioni annui
e riescono a ottenere un ricavo netto (ricavi meno costi) del 10%. Sotto questi numeri, e
specialmente di fronte a situazioni economiche e patrimoniali in sofferenza non ci si può
permettere un manager, anche se ce ne sarebbe molto bisogno.
Le piccole aziende sono destinate sempre più a una gestione famigliare, che tuttavia
necessitano delle stesse competenze e professionalità di quelle più grandi per conseguire
risultati accettabili.
Guardandomi intorno, vedo ancora troppe persone che rivestono il ruolo di responsabili
(direttori e imprenditori) che navigano alla cieca, senza aver ben presente la realtà del
mercato in continua evoluzione, e incapaci di fare scelte importanti a medio termine.
Andando in giro ho constatato, stagione dopo stagione, un numero sempre maggiore di
alberghi che chiudono e non riaprono; principalmente strutture sotto le 50 camere.
Considero fisiologico finché si tratta di aziende vecchie che non hanno le risorse
economiche per rinnovarsi.
Mi preoccupo quando trovo aziende che avrebbero le carte in regola per restare aperte,
ma non avendo investito nelle competenze professionali, sono incapaci di affrontare il
mercato e la concorrenza delle nuove realtà extra alberghiere, e fra esse talvolta ho
trovato strutture grandi con tanto di direttore che se la tirava.
In tutti i casi, mi riesce sempre più difficile addossare la colpa della chiusura a fattori
esterni; secondo me più della crisi, delle tasse, dei costosi adeguamenti di legge da
eseguire, pesa l'improvvisazione con la quale direttori e imprenditori hanno tirato avanti.
Nei prossimi 5 anni purtroppo vedremo molti alberghi chiudere, e il motivo sarà solo
perché imprenditori e direttori non sono stati capaci di confrontarsi con le aspettative di
una clientela sempre più esigente, in cerca di “esperienze”. Ma soprattutto perché non
hanno capito che “ vendere da dormire non basta più” , cosi come accade per i ristoranti
che si limitano a “vendere cibo”.
Vedo albergatori che si ostinano a considerare i B&B e Airbnb solo concorrenza sleale,
invece di prendere atto che il successo dell'extra alberghiero è anche la conseguenza
della scarsa qualità dei servizi offerti dalle strutture alberghiere tradizionali.
Vedo manager “famosi” condividere informazioni, articoli, dispensando suggerimenti e
consigli su Facebook, ma che pensano ancora di potersi permettere di “deridere” un
cliente che ha “osato” scrivere una recensione non gradita.
Smettiamo di improvvisare. Tutti, imprenditori e responsabili, devono possedere e
acquisire le conoscenze gestionali, di marketing e di web indispensabili per mandare
avanti un'azienda alberghiera.
Devono pretendere dai collaboratori la massima competenza e se non trovano le persone
3. giuste, devono investire nella formazione e far crescere le persone. Un receptionist o un
cameriere incompetente costa meno di stipendio, ma può costare molto per i danni
materiali e d'immagine che potrebbe causare.
Io cerco di promuovere e diffondere il principio del “non possiamo non sapere”. Non è
niente di nuovo rispetto a ciò che si dice in giro, riguardo l'importanza della formazione e
della competenza, e che vale per tutti i settori, in particolare nel nostro perché dobbiamo
fare i conti con il web, dove, a causa dei continui cambiamenti, è sempre più difficile
confrontarsi.
Sto lavorando a un progetto che mi consentirà di offrire a strutture ricettive, ristorative e
aziende alimentari, seminari d'aggiornamento gratuiti a partire da settembre 2016, e dopo
aver fornito le principali nozioni senza le quali non si può andare avanti, inviterò le persone
a continuare ad aggiornarsi da sole, con gli strumenti offerti dalla rete, perché ritengo sia
l'unico modo per stare in contatto con la realtà del mercato e cogliere le opportunità che
esso offre.
Se cercate un direttore e non avete le competenze per giudicare la professionalità del
candidato, parliamone, lo scegliamo insieme.
Se vi rendete conto che non riuscite a fare da soli ma non potete permettervi un direttore,
parliamone, troveremo una soluzione insieme.
Stefano Azzini