Formazione distrettuale, 12 marzo 2021: Cyberbullismo, videogiochi on line, sexting - Tutela Psicologica (Distretto 2090, Università degli Studi di Teramo)
6. Bullismo le tipologie
FISICO: calci, pugni, strattoni, furto,
danneggiamento degli oggetti personali
della vittima.
VERBALE: offese, minacce, soprannomi
denigratori e prese in giro
INDIRETTO: esclusione sociale,
pettegolezzi, diffusione di calunnie,
mettere in giro cattive voci.
9. IL BULLISMO (o Cyberbullismo) NON E’:
Attacchi fisici gravi alla persona, con oggetti che
possono ferire;
Furti di materiale costoso;
Minacce di gravi aggressioni alla persona;
Molestie severe;
Abuso sessuale; (In queste situazioni è necessaria una
denuncia all’autorità giudiziaria).
IN QUESTI CASI SI PARLA DI REATO
10. Che caratteristiche ha il bullo?
Impulsività
Bisogno di dominio verso gli altri e piacere nel sottometterli
Scarsa capacità empatica nei confronti degli altri
Elevato grado di abilità verso l’ambiente (se la sanno cavare) e
ostilità
ostilità
Crescita in condizioni familiari poco adatte
Fonte: https://icbelludi.edu.it/wp-content/uploads/sites/471/Dal-Cyberbullismo-al-Sexting-DOCENTI.pdf
11. Caratteristiche generali del possibile bullo
I maschi tendono a compiere azioni di
prevaricazione più delle femmine, ma va ricordato
che il bullismo perpetrato dalle femmine è più difficile
da individuare.
Le ragazze prevaricatrici, in genere, usano metodi
Le ragazze prevaricatrici, in genere, usano metodi
di molestia meno visibili e più "furtivi" come la
calunnia, la maldicenza e la manipolazione dei
rapporti di amicizia nella classe.
Fonte: https://icbelludi.edu.it/wp-content/uploads/sites/471/Dal-Cyberbullismo-al-Sexting-DOCENTI.pdf
12. Caratteristiche della vittima
Bambini tranquilli, riservati, sensibili;
Schivi e timorosi che tendono a non reagire di fronte alle
provocazioni, cercano l’appoggio negli adulti;
Più ansiosi e insicuri della media dei coetanei, scarsa stima di sé,
spesso isolati;
spesso isolati;
A volte iper-protetti nell’infanzia o, al contrario, trascurati;
Diversi (ragazzi con disabilità, per esorcizzare la diversità);
Fonte: https://icbelludi.edu.it/wp-content/uploads/sites/471/Dal-Cyberbullismo-al-Sexting-DOCENTI.pdf
13. Il Cyberbullismo: definizione
Il cyberbullismo è definito come un’azione
aggressiva intenzionale, agita da un individuo o da
un gruppo di persone, utilizzando mezzi elettronici,
nei confronti di una persona che non può difendersi
(Smith et. 2008)
(Smith et. 2008)
15. IL CONTESTO IN CUI PROLIFERA IL CYBERBULLISMO: I
GIOVANI E LE NUOVE TECNOLOGIE
Il 93% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni possiede
un telefono cellulare.
Il 75% possiede un profilo Social (Instagram, Facebook
Il 75% possiede un profilo Social (Instagram, Facebook
etc)
Il 45% dei ragazzi usa il cellulare per più di 4 ore al
giorno
Dati Istat 2018
16. Cyberbullismo: tipologie
Per delineare un panorama più chiaro di questo fenomeno vediamo, inizialmente, quanti tipi
di bullismo esistono sul web (Smith et al., 2006). Si può parlare di:
Flaming: si tratta di messaggi online violenti e volgari che si trovano spesso sui forum, sui
gruppi online che servono per aizzare, provocare e ovviamente umiliare i malcapitati. Può
arrivare ad integrare il reato di minaccia di cui all’art. 612 cod. pen.
Impersonation: è conosciuto come lo scambio di persona. In pratica si mandano messaggi
fingendosi altro da se stessi per mandare messaggi online o pubblicarli ingannando la
persona. Può arrivare ad integrare il reato di minaccia di cui all’art. 612 cod. pen.
Trickery: Si cerca di ottenere la fiducia di un ragazzo o una ragazza per poi fare uno
scherzo crudele. Di per sé, non costituisce reato, ma può essere l’antefatto non punibile di
altre condotte penalmente rilevanti.
Cyberstalking: come lo stalking, qui si parla di molestie ripetute sul web e di minacce vere e
proprie per provocare la paura. Si parla, anche nel caso del web, di un’ossessione
pericolosissima. Può rientrare nell’ambito del reato di atti persecutori ex art. 612 bis cod.
pen.
17. Cyberbullismo: tipologie
Doxing: è la diffusione via internet di dati personali e sensibili. Il doxing è sanzionato dall’art. 167
del D.lgs. 196/2003, laddove vengano diffusi dati di un soggetto contro – o senza – il suo consenso.
Se la diffusione illecita avviene su larga scala sarà applicabile l’art. 167 bis del D.lgs. 196/2003
Denigration: sparlare di qualcuno è davvero troppo diffuso sul web ed è anche questa una forma di
emarginazione ed esclusione di una cattiveria inaudita. In pratica, tramite messaggi o social network
si denigra una persona al fine di provocare dolore gratuito e danneggiala pubblicamente.
Cyberbashing: è quando un gruppo di ragazzi maltratta o picchia un coetaneo, ma si aggiunge
qualcuno che riprende il tutto facendo un video dell’aggressione e pubblicandolo su internet. Il video
viene poi visualizzato da tantissime persone. può rientrare nelle percosse ex art. 581 cod. pen. o
nelle lesioni di cui agli artt. 582 cod. pen., fino ad arrivare, nelle ipotesi più gravi, all’omicidio
preterintenzionale di cui all’art. 584 cod. pen.
Harassment: con questo termine si indicano vere e proprie molestie via web. Ferire qualcuno, e in
alcuni casi, si arriva persino alle minacce di morte. È il noto caso della Blue Whale. si può affermare
che l’harrasment possa integrare, nelle casistiche più gravi, il reato di cui all’art. 580 cod. pen., ossia
l’istigazione al suicidio.
21. Altre Manifestazioni
VAMPING il fenomeno dei giovanissimi che rimangono on line
fino a tardi di notte per chattare o collegarsi ai social network
FOMO (Fear of missing out) la paura di esser tagliati fuori da
qualcosa di grande e di non essere accettati all’interno del
gruppo sociale di cui si vorrebbe far parte
gruppo sociale di cui si vorrebbe far parte
NOMOFOBIA (no-mobile fobia): stato ansioso che si manifesta
quando non è possibile usare il telefono cellulare„
HIKIKOMORI giovani che volontariamente si recludono tra le
quattro pareti della propria camera da letto, nessuna attività
sociale, professionale, di studio, nessun incontro con persone
reali: tutto quello che succede passa attraverso il computer e la
navigazione online.
22.
23. Gaming on line
Nel DSM 5 l’Internet Gaming disorder è definito come
l’uso ricorrente e persistente di internet per giocare,
spesso insieme ad altri giocatori, che porta a un disagio
clinicamente significativo identificato da una serie di
sintomi presentati nell’arco di 12 mesi
sintomi presentati nell’arco di 12 mesi
24. Modello dei Quattro Tipi di Bartle del 1996
L’esistenza di quattro tipologie di giocatori ovvero:
il Ricercatore del successo;
il Ricercatore del successo;
il Socializzatore;
l’Esploratore;
il Killer.
25. Il General Aggression Model (GAM) Anderson (2004)
Estendeva gli approcci cognitivi
neuroassociativi (come quello di
Bandura o di Rogers) ad un impianto
Bandura o di Rogers) ad un impianto
più ampio, comprendente anche i
comportamenti e soprattutto quelli
aggressivi.
26. Modello di Yee
L’autore ha delineato l’esistenza di 10 componenti, raggruppati in 3 macro categorie,
ovvero:
-
Desiderio di ottenere potere;
-
Ottimizzare le performance del proprio personaggio;
-
Competizione;
-
Socializzazione;
-
Socializzazione;
-
Relazione;
-
Lavoro di squadra;
Immersione composta da Scoperta, Gioco di Ruolo e infine Personalizzazione.
-
27. I Pericoli del web: SEXTING
SEXTING: La pratica di inviare o postare messaggi
di testo e immagini a sfondo sessuale
28. QUANDO PUO’ CAPITARE?
Relazione intima tra fidanzati;
Richieste di amici;
Richieste di uno sconosciuto su internet
Richieste di uno sconosciuto su internet
Chat private (anche Whatsapp,
Telegram, ecc.)
30. SEXTING: quando i rischi diventano pericoli
Perdita di controllo del
materiale inviato;
• Revenge porn;
• Revenge porn;
• Si diventa facilmente
ricattabili;
• Subire atti di Bullismo
e Cyberbullismo;
• “Sindrome da trofeo”
39. Noia, noia, noia…
Il filosofo tedesco Martin Heidegger descrive così la noia:
si è annoiati da qualcosa e il tempo sembra andare piano (Bassanese,
1992); l’uomo viene trattenuto contro la sua volontà in una situazione a
cui si lega; non riesce a trovare qualcosa da fare per riempire il tempo
(Heidegger – Volpi, 2001).
L’inquietudine dell’uomo contemporaneo nasce proprio quando esiste
un tempo liberato dall’occupazione programmata del quale è divenuto
L’inquietudine dell’uomo contemporaneo nasce proprio quando esiste
un tempo liberato dall’occupazione programmata del quale è divenuto
schiavo; attraverso una grande quantità di passatempi, l’uomo fugge
da ogni occasione di sosta e di riflessione ed è questo l’indice della più
grande perdita di sé.
Ma è proprio nello stato di angoscia prodotto dalla noia che l’uomo
può essere portato a riflettere sulla sua condizione esistenziale, può
arrivare a comprendere se stesso, ascoltando la propria coscienza, i
propri impulsi e desideri (Di Giorgi, 1996).
40. Noia, noia, noia…
L’annoiato è simile al bambino insoddisfatto. La metafora utilizzata è di
colui che ha dimenticato un nome e vuole saperlo dagli altri.
La noia è stata associata, confusa o inclusa nello studio della depressione,
sebbene per diversi autori le due condizioni psicologiche differiscano da
molteplici punti di vista. Ripartendo dall’interpretazione di Greenson, noia e
molteplici punti di vista. Ripartendo dall’interpretazione di Greenson, noia e
depressione hanno in comune il senso di vuoto, ma mentre nella prima si vive
un vuoto di contenuto, desiderando un oggetto che non si sa quale sia, nella
depressione è il mondo esterno ad essere percepito come vuoto e il Sé come
pesante, gravato e abbattuto. Un’altra differenza è la vita fantastica del
depresso: ricca, viva, anche se morbosa, mentre nell’annoiato è quasi del tutto
assente, perché negata (Greenson – Kohut, 1992).
41. Noia, noia, noia…
Essa ha un carattere informativo: comunica che la
situazione attuale non è soddisfacente, non è in linea
con i piani personali e non gratificherà l’individuo, a
meno che quest’ultimo non modifichi la situazione
stessa.
stessa.
In qualche modo essa suggerisce la rotta da
intraprendere per raggiungere i veri obiettivi, anche
solo inducendoci alla ricerca di una situazione diversa
da quella percepita come noiosa (Elpidorou, 2014).
42. Noia, noia, noia…
Belton, esperta dell’impatto che le emozioni hanno
sul comportamento e sull’apprendimento, ha
affermato che la società odierna è stata costruita con
l’aspettativa di essere costantemente stimolati ed
occupati in qualcosa da fare, perché la noia
occupati in qualcosa da fare, perché la noia
appariva un sentimento scomodo, ma in realtà essere
creativi richiede la capacità di sviluppare stimoli
interni, di poter contare sulle stesse risorse che si
utilizzano per gestire creativamente la noia, che si
sviluppano solo sperimentando la noia stessa
(Richardson, 2013).
43. C’è un’alternativa?
Se poi proprio non ce la fate e avete bisogno di
occupare ogni istante del vostro tempo allora iniziate
con attività di vita pratica! Cosa sono?⠀
Sono azioni semplici, di vita quotidiana, attività
adeguate al bambino ( e alla sua età) che le esercita
adeguate al bambino ( e alla sua età) che le esercita
con profonda partecipazione e impegno. ⠀
La vita pratica è partecipazione alla vita quotidiana:
i bambini devono poter realmente essere partecipi
del mondo adulto, fatto di azioni, gesti, oggetti e
soprattutto relazioni.⠀