1. Cyberbullismo
Che cos’è?
Come si manifesta? Come risolverlo?
Differenza
bullismo e
cyberbullismo.
Statistiche. Normativa.
Video sul
bullismo
Cronologia
2. Cos è il cyberbullismo?
– Il cyberbullismo è il termine che indica un tipo di attacco continuo,
offensivo e sistematico attuato mediante social network. Oggi il 34%
del bullismo è online, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur
presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo.
– Il termine cyberbullismo è stato coniato dal docente canadese Bill
Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullismo,
che avviene tra minorenni, e la cybermolestia che avviene tra adulti o
tra un adulto e un minorenne. Tuttavia nell'uso corrente
cyberbullismo viene utilizzato indifferentemente per entrambi i casi.
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3. Come si manifesta?
– Il cyberbullismo, a differenza di quello che si può pensare, si manifesta su
tutti i social network e siti internet in cui e possibile comunicare con altre
persone. Questo viene praticato la maggior parte delle volte in modo
mirato.
– Il cyberbullismo si manifesta soprattutto su siti in cui si può mantenere
l’anonimato ma non manca sui social network in cui si sa esattamente con
chi si sta parlando, oppure alcuni di questi bulli creano account falsi per
bullizzare altre persone mantenendo anche così l’anonimato su siti e social
in cui questo non è possibile. Il problema più grande è quando il
cyberbullismo si trasforma in bullismo.
– Tipi di cyberbullismo.
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4. Tipi di cyberbullismo
1. Flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in
un forum.
2. Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
3. Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con
cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi
su social network, etc.
4. Sostituzione di persona: farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi
o pubblicare testi reprensibili.
5. Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o
condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
6. Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per
provocare in essa un sentimento di emarginazione.
7. Cyber-persecuzione: molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a
incutere paura.
8. Doxing: diffusione pubblica via internet di dati personali e sensibili.
9. Minacce di morte
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5. Come risolverlo?
– Un modo per risolvere il cyberbullismo è quello di parlarne con i
propri genitori, in questo modo si trova il coraggio per uscire da
quel limbo desolato in cui ti porta l’essere bullizzato.
– Un altro modo per liberarsi di questi bulli è quello di bloccare
chiunque inizi a insultarti, cosa ormai possibile sulla maggior parte
dei social network
– Rivolgersi alla polizia di stato.
– Chiamare il telefono azzurro per parlarne con qualcuno
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6. Statistiche
Da queste immagini si può dedurre che bullismo e
cyberbullismo sono più frequenti fra l’età che va
dagli 11 ai 14 anni cioè il periodo delle scuole medie,
che il luogo in cui la vittima viene presa
maggiormente di mira sono i social network per il
cyberbullismo e la scuola per il bullismo, e che la
vittima di cyberbullismo si sente indifesa dai propri
bulli ne finisce per evitare i contesti sociali.
Come sono
prese di mira?
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7. Anche se l’obbiettivo è sempre lo stesso, ovvero fare del male a qualcun altro con atti
intenzionali e ripetuti nel tempo, ci sono caratteristiche che distinguono
il cyberbullismo e il bullismo:
1. Non c’è contatto tra vittima e bullo. Per la vittima è più difficile difendersi perché
non sanno individuare o capire chi è il bullo.
2. Anonimato. Il bullo usa falsi nomi, identità e si nasconde dietro un nickname. Si
sente “protetto” e pensa di non essere scoperto.
3. Abbassamento dell’inibizione. Non avere contatto con la vittima abbassa
l’inibizione del bullo, che si sente libero di fare online quello che vuole. Spesso le
persone fanno e dicono online cose che non farebbero o non direbbero mai nella
vita reale.
4. Assenza di freni morali. L’anonimato toglie freni e sensi di colpa al bullo, che
giustifica le prepotenze come un gioco virtuale. La facilità con cui si inoltra una
immagine o un messaggio e la distanza tra bullo e vittima riduce la sensibilità e la
consapevolezza del male creato in chi viene preso di mira. Diminuisce l’empatia.
5. Assenza di limiti. Il bullismo si verifica in luoghi precisi (ad esempio a scuola o
all’uscita da scuola) mentre il cyberbullismo può infiltrarsi nella vita della vittima in
qualsiasi istante, del giorno o della notte.
Differenza tra cyberbullismo e bullismo.
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8. Il Parlamento ha dato il via libera alle nuove disposizioni contro il fenomeno del c.d. cyberbullismo.
Nella Gazzetta del 3 giugno 2017 è stata pubblicata la Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante
"Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del
cyberbullismo" in vigore dal 18 giugno 2017.
Obiettivo della legge:
Il provvedimento intende contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni,
con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei
confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti,
assicurando l'attuazione degli interventi senza distinzione di età nell'ambito delle istituzioni
scolastiche.
Legge sulla privacy:
Il codice per la protezione dei dati personali (comunemente noto anche come codice della privacy)
è una norma della Repubblica Italiana, emanata con il Decreto legislativo 30 giugno 2003 in vigore
dal 1º gennaio 2004.
Il decreto tutela il diritto del singolo sui propri dati personali e, conseguentemente, alla disciplina
delle diverse operazioni di gestione (tecnicamente "trattamento") dei dati, riguardanti la raccolta,
l'elaborazione, il raffronto, la cancellazione, la modificazione, la comunicazione o la diffusione degli
stessi.
Normativa
LEGGE 71/2017
Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione
Ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo
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9. «Nessuno può farti
sentire inferiore senza il
tuo consenso»
Cit. Eleanor Rooseveltil materiale utilizzato un questo progetto appartiene a:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cyberbullismo
11. America
Nel 2004 negli stati uniti venne fatto uno studio, con 1500
studenti da i-safe (traduzione supportata dal sito),con il quale
venne dimostrato , dai 9 ai 14 anni, il 25% di essi era
divenuto un cyberbullo
Uno studio successivo condotto nel 2006, che
ha coinvolto 1.588 preadolescenti e adolescenti
tra i 10 e i 15 anni, abituali
fruitori di Internet negli ultimi 6 mesi, dallo studio
si segnala come il 35% dei preadolescenti e
adolescenti dichiari di essere stato coinvolto
come vittima in episodi di aggressione attraverso
Internet.
La parte più interessante che emerge dai due studi
è l’incremento del
numero di adolescenti che sono coinvolti in
episodi di aggressione
elettronica attraverso Internet.
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12. Canada
i risultati di uno studio condotto nel 2005 in Canada su 432
studenti tra i 7 e i 15 anni, provenienti da 9 scuole secondarie di
primo e secondo grado, hanno evidenziato come più di ⅔ degli
studenti avevano sentito parlare di incidenti avvenuti a scuola a
causa di episodi di cyberbullismo e circa ¼ li aveva perpetrati.
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13. Inghilterra
Noret e Rivers nel 2006 in Inghilterra hanno riportato
uno studio su 11.227 soggetti tra gli 11 e i 15 anni in cui il
7% di questi ha ammesso di aver ricevuto messaggi, e-mail
minacciose e/o offensive.
Sicuramente il fenomeno del cyberbullismo è solo
conosciuto ma anche diffuso, gli studi che per questo
motivo si sono occupati di valutare l’incidenza del
fenomeno sono numerosi, anche se a causa di problemi
teorici, come la definizione del fenomeno e metodologici,
come l’uso di criteri diversi per il reclutamento del
campione o la misurazione, si verifica spesso un difficile
confronto dei risultati fra le diverse ricerche internazionali
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14. Italia
In uno studio del 2010 da Eurispes e Telefono Azzurro, è emersa una
percentuale di ragazzi che dichiarano di essere stati protagonisti, sia
nel ruolo di vittima che di bullo, in episodi di cyberbullismo. In
particolare, la percentuale degli adolescenti che dichiarano di aver
“ricevuto messaggi, foto o video offensivi o minacciosi”, qualche
volta/spesso, aumenta dal 3% del 2008, al 5.6% del 2009.
Chi afferma di “ricevere o trovare informazioni false sul proprio conto”
qualche volta/spesso, nel 2009,investigato in raggiunge il 12.6% a
fronte dell’11.6% dell’anno precedente, aumento di un punto
percentuale che si riscontra anche tra chi dichiara di “essere
escluso intenzionalmente da gruppi on-line” qualche volta/spesso
(1.7% nel 2008 vs 2.7% nel 2009). Anche tra chi afferma di aver
compiuto azioni di cyberbullismo aumenta, rispetto all’anno
precedente, la percentuale di chi, nel 2009, ha “inviato o diffuso
messaggi, foto o video offensivi.
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