Tre considerazioni suggeriscono di no.
Si parla molto di Cultura Digitale, ma appena si entra nel dettaglio si parla di Competenze Digitali.
La seconda fase della trasformazione digitale (IoT) è appena iniziata e non ha ancora sviluppato tutta la sua influenza sulle esperienze, sull'immaginario e sulla creatività diffusa nella società.
Infine, la Cultura non si progetta, è una emergenza dallo stesso tessuto sociale; nasce dalla libera interpretazione creative delle persone sulla base delle nuove esperienze; vede la competizione di una pluralità di soggetti per influenzarne la natura
Social & Business Networking.
Andrea Genovese Ceo & Founder 7th Floor,
Free Business Magazine in Italy.
Share your vision for the future.
http://www.7thfloor.it
Seconda parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. La diffusione di Internet, la consumerizzazione dell'accesso e della produzione di contenuti in mobilità. L'uso delle tecnologie social in Azienda: introduzione.
Combattere concretamente il Digital Divide attraverso l’Impegno SocialeClaudio Tancini
Presentazione di Informatica Solidale per gli eventi di luglio 2017:
Apna17 – Assoprovider – Le nuove forme del “Digital Divide” ed "eGeH’17 e-government & e-health"
Terza parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. Come e perchè gli strumenti attuali di comunicazione aziendali (e-mail, intranet, riunioni,...) siano inadeguati ai nuovi contesti lavorativi. I benefici connessi all'uso delle tecnologie del web 2.0 in azienda
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Seconda parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. La diffusione di Internet, la consumerizzazione dell'accesso e della produzione di contenuti in mobilità. L'uso delle tecnologie social in Azienda: introduzione.
Combattere concretamente il Digital Divide attraverso l’Impegno SocialeClaudio Tancini
Presentazione di Informatica Solidale per gli eventi di luglio 2017:
Apna17 – Assoprovider – Le nuove forme del “Digital Divide” ed "eGeH’17 e-government & e-health"
Terza parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. Come e perchè gli strumenti attuali di comunicazione aziendali (e-mail, intranet, riunioni,...) siano inadeguati ai nuovi contesti lavorativi. I benefici connessi all'uso delle tecnologie del web 2.0 in azienda
Community online: progettazione sociale e tecniche di engagementValeria Baudo
Le community online e il focus sull’utente: chi parla a chi?
I contenuti e il piano editoriale
Engagement: una buzzword o il cuore della community?
Cenni di social network analysis
Misurare le performance in relazione agli obiettivi
Quarta ed ultima parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. Si è parlato di come la possibilità di produrre e condividere contenuti da parte del personale sia la premessa alla collaborazione interna, e di come essa generi e dia visibilità all'organizzazione informale. Sono state anche presentate, molto brevemente, le problematiche legate all'introduzione e alla gestione di un progetto di "social enterprise".
Capitale Sociale e Web - Idee per Idee [che meritano di essere diffuse]Marco Dal Pozzo
Quanto sono importanti le connessioni nei Social Media?
Come si puo' perseguire la via verso il Benessere e la Saggezza dei Singoli e delle Imprese?
Qualche considerazione ed un modello che considera l'importanza dei Giornali evidenziando le responsabilita' in gioco.
#parmacamp del 9 Aprile 2011
Fondi Europei e potenzialità per la Sharing EconomyAndrea Pugliese
La programmazione, gestione, valutazione dei nuovi Fondi Strutturali per il periodo 2014-2020 è intrinsecamente collaborativa e richiede (per Regolamento) una inedita partecipazione di tutte le parti connesse allo sviluppo economico, all'inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale.
Lo scenario delle soluzioni idonee a superare la difficile contingenza è molto povero e spesos inadatto alle complessità e ai bisogni. Vi spiccano l'Economia Collaborativa e tutta l'Innovazione Sociale. Ecco dunque come molte Amministrazioni stanno orientando politiche e finanziamenti in tale direzione
Questo avviene in un'ottica di collaborazione pubblico/privato. Già si stanno manifestando le prime forme di ingegneria finanziaria in cui il budget di una attività è composto da Fondi UE+Crowdfunding+ (ad esempio) Sponsor.
Questo è lo scenario di cui verranno esplorate le logiche, gli strumenti e i riferimenti principali
Presentazione tenuta in occasione dell'evento "Aziende come Organismi Sociali tra Societa' e Mercato", promosso da Ecosistema 2.0 nell'ambito di SMAU Milano 2011
Presentazione con audio a Forum P.A.
David Osimo e l'Innovation without permission.
http://saperi.forumpa.it/story/42450/david-osimo-e-linnovation-without-permission-il-government-20-forum-pa-2010
18-05-2010
Il Knowledge Center del DITEDI (Distretto delle Tecnologie Digitali) di Udine/Tavagnacco. Atti del «Ditedi, un territorio in rete Cultura digitale per le imprese» - Udine, Palazzo Belgrado, 20 Marzo 2012.
Riflessioni sulla formazione nella società interconnessa - Seminario AIF nel ciclo "Dialogare con il digitale: apprendimento e nuove tecnologie" svolto il 6 maggio 2014 in CFMT - Via Palestro 32, Roma
Relatore: Fabrizio Faraco
Coordinatore: Roberto Vardisio
Slide della presentazione che ogni associato fa di sé, della sua storia, delle sue competenze, dei temi che affronta, di ciò su cui può contribuire per i fini dell'Associazione
City 2.0 , www.city20.it è un prototipo di un progetto appena avviato che vuole dare la possibilità al cittadino di segnalare problemi, malfunzionamenti e sprechi nella propria città, per poter costruire insieme un Paese migliore, far conoscere la realtà ed ingaggiare la Pubblica Amministrazione. Inoltre sarà possibile anche fare anche altri tipi di segnalazioni, propositive come eventi, proposte etc..
Alla base di tutto ciò lo spirito civile e partecipativo dei cittadini, che diventeranno protagonisti delle proprie città tramite spontanee segnalazioni sul sito.
Per poter fare una segnalazione e gestire quelle già create è necessario registrarsi ed infine accedere con il proprio utente. La procedura corretta per inserire una segnalazione è prima di tutto accedere col proprio utente, scrivere nel campo Vai a.. sopra la google maps l'indirizzo corretto e poi cliccare sopra l'indirizzo sulla mappa, si aprirà un form per compilare la segnalazione.
Community online: progettazione sociale e tecniche di engagementValeria Baudo
Le community online e il focus sull’utente: chi parla a chi?
I contenuti e il piano editoriale
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Cenni di social network analysis
Misurare le performance in relazione agli obiettivi
Quarta ed ultima parte dell'incontro “Nuove tecnologie e Digital Workplace: processi, persone, piattaforme”. Si è parlato di come la possibilità di produrre e condividere contenuti da parte del personale sia la premessa alla collaborazione interna, e di come essa generi e dia visibilità all'organizzazione informale. Sono state anche presentate, molto brevemente, le problematiche legate all'introduzione e alla gestione di un progetto di "social enterprise".
Capitale Sociale e Web - Idee per Idee [che meritano di essere diffuse]Marco Dal Pozzo
Quanto sono importanti le connessioni nei Social Media?
Come si puo' perseguire la via verso il Benessere e la Saggezza dei Singoli e delle Imprese?
Qualche considerazione ed un modello che considera l'importanza dei Giornali evidenziando le responsabilita' in gioco.
#parmacamp del 9 Aprile 2011
Fondi Europei e potenzialità per la Sharing EconomyAndrea Pugliese
La programmazione, gestione, valutazione dei nuovi Fondi Strutturali per il periodo 2014-2020 è intrinsecamente collaborativa e richiede (per Regolamento) una inedita partecipazione di tutte le parti connesse allo sviluppo economico, all'inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale.
Lo scenario delle soluzioni idonee a superare la difficile contingenza è molto povero e spesos inadatto alle complessità e ai bisogni. Vi spiccano l'Economia Collaborativa e tutta l'Innovazione Sociale. Ecco dunque come molte Amministrazioni stanno orientando politiche e finanziamenti in tale direzione
Questo avviene in un'ottica di collaborazione pubblico/privato. Già si stanno manifestando le prime forme di ingegneria finanziaria in cui il budget di una attività è composto da Fondi UE+Crowdfunding+ (ad esempio) Sponsor.
Questo è lo scenario di cui verranno esplorate le logiche, gli strumenti e i riferimenti principali
Presentazione tenuta in occasione dell'evento "Aziende come Organismi Sociali tra Societa' e Mercato", promosso da Ecosistema 2.0 nell'ambito di SMAU Milano 2011
Presentazione con audio a Forum P.A.
David Osimo e l'Innovation without permission.
http://saperi.forumpa.it/story/42450/david-osimo-e-linnovation-without-permission-il-government-20-forum-pa-2010
18-05-2010
Il Knowledge Center del DITEDI (Distretto delle Tecnologie Digitali) di Udine/Tavagnacco. Atti del «Ditedi, un territorio in rete Cultura digitale per le imprese» - Udine, Palazzo Belgrado, 20 Marzo 2012.
Riflessioni sulla formazione nella società interconnessa - Seminario AIF nel ciclo "Dialogare con il digitale: apprendimento e nuove tecnologie" svolto il 6 maggio 2014 in CFMT - Via Palestro 32, Roma
Relatore: Fabrizio Faraco
Coordinatore: Roberto Vardisio
Slide della presentazione che ogni associato fa di sé, della sua storia, delle sue competenze, dei temi che affronta, di ciò su cui può contribuire per i fini dell'Associazione
City 2.0 , www.city20.it è un prototipo di un progetto appena avviato che vuole dare la possibilità al cittadino di segnalare problemi, malfunzionamenti e sprechi nella propria città, per poter costruire insieme un Paese migliore, far conoscere la realtà ed ingaggiare la Pubblica Amministrazione. Inoltre sarà possibile anche fare anche altri tipi di segnalazioni, propositive come eventi, proposte etc..
Alla base di tutto ciò lo spirito civile e partecipativo dei cittadini, che diventeranno protagonisti delle proprie città tramite spontanee segnalazioni sul sito.
Per poter fare una segnalazione e gestire quelle già create è necessario registrarsi ed infine accedere con il proprio utente. La procedura corretta per inserire una segnalazione è prima di tutto accedere col proprio utente, scrivere nel campo Vai a.. sopra la google maps l'indirizzo corretto e poi cliccare sopra l'indirizzo sulla mappa, si aprirà un form per compilare la segnalazione.
I maker contribuiscono a migliorare la nostra società?Paola Negrin
Maker Fest Genova (11 giugno 2016) - Luca Mari
Una tecnologia (che è una forma di conoscenza, e solo in modo derivato un insieme di strumenti) modella ed è modellata dalla società in cui si sviluppa. Veniamo da decenni in cui la tecnologia è stata intesa soprattutto come strumento di efficienza. Ma forse è tempo per sperimentare una nuova dimensione, in cui la tecnologia diventa anche abilitatore e amplificatore di creatività, individuale e collettiva.
Riflessioni nel contesto del progetto di ricerca H2020 Digital Do It Yourself” (DiDIY)
Il Web 2.0 E La Multicanalità Del Consumatore ItalianoDesirée Noto
Partendo dalla definizione di web 2.0 e attraversando i concetti di multicanalità e convergenza si arriva a classificare la società italiana con le corrispondenti categorie di consumatori, fino a definire i cluster emergenti: i Reloaded e gli Open Minded.
Nuove imprese al servizio dei bisogni di Milano in vista di Expo 2015. Crowdsourcing Social Innovation è un percorso che mira a stimolare ed accompagnare la nascita di prodotti-servizi innovativi in vista di Expo Milano 2015 e candidabili per il bando MIUR Smart Cities & Social Innovation. Se siete under 30 e avete delle buone idee, non è proprio il caso di perdere questa occasione.
I servizi su cui si concentrerà il percorso di riflessione e emersione saranno quelli in grado di rispondere a bisogni (sociali e ambientali) emergenti in relazione a grandi eventi (mobilità, ospitalità, pressione sulle risorse naturali, fruizione di beni culturali, etc.).
In quel periodo si parlava di cross-media e digital storytelling. Di network creativi e di hub per l'innovazione del mondo dei contenuti. Noi eravamo là, a testimoniare il grande cambiamento in corso.
Italia 2.0 - L'inarrestabile corsa verso un nuovo PaeseDino Amenduni
Politica, comunicazione, opinione pubblica:
l’inarrestabile corsa verso un nuovo Paese (slideshow presentato al Collegio di Milano, 30 maggio, corso di cultura e innovazione digitale)
Comunicazione, politica, economia, ricerca:
cosa cambia se tutto cambia su Internet.
(slideshow realizzato per il Master in non-conventional marketing e social media di EuroGiovani)
Interazione, innovazione e collaborazione sono i principi base della Social Innovation, sapientemente riproposti e rielaborati all’interno del testo Il libro bianco dell’innovazione sociale scritto da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan e curato per l’edizione italiana da Alex Giordano e Adam Arvidsson.
Con un chiaro approccio realistico, dimenticando le teorie e le formule da manuale, il testo vi propone nient’altro che un’attenta e cosciente osservazione dei meccanismi odierni, filtrando il tutto con un forte senso critico volto alla praticità delle soluzioni.
Non si tratta dunque di rimpastare modelli passati e pochi affini alle attuali dinamiche socio- economiche, ma si tratta di una chiara esortazione all’impiego delle risorse di cui noi tutti siamo detentori: dalla sfida per la riduzione delle emissioni di Co2, alla lotta alla povertà fino alla salvaguardia per la salute delle persone.
Murray, Grice e Geoff dalle pagine dell’opera definiscono la Social Innovation come un fenomeno che parte dal basso, dalla società moderna virata dalla spinta dirompente della nuova generazione, fatta di giovani caparbi ed entusiasti, pronti a mettersi in gioco . La Social Innovation dunque è un fenomeno irruente e spontaneo che non impone soluzioni astratte ma nuove e concrete possibilità per il miglioramento degli obiettivi mondiali. Dopo il crollo dei vecchi dogmi sociali , divenuti ormai obsoleti, la società mondiale si è trovata a fare i conti con una repentina decadenza dell’intero apparato socio- economico. Per effetto domino, ciò ha portato ad un consequenziale compromissione del lineare andamento del mercato, ad un incremento vertiginoso dei costi e infine alla necessità di reinventarsi.
La sfida che lancia la Social Innovation è quella di riprendersi gli spazi e di attribuirgli nuovi segmenti di esistenza, rielaborando i vecchi modelli.
Fonte http://www.societing.org/wp-content/uploads/Open-Book.pdf
Prima lezione del laboratorio "marketing territoriale nel web 2.0" riservato agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della comunicazione pubblica e sociale dell’Università di Bologna.
A study about applying Web 2.0 to traditional media like newspapers and magazine, with a gallery of existing examples. In italian, english version avail. on request
La dimensione di genere nell'Agenda DigitaleMargot Bezzi
Paper di accompagnamento alla presentazione per la sessione "#PianoD: come liberare le risorse delle donne", in occasione di Forum PA 2013. In collaborazione con WISTER - Women for Intelligent and Smart Territories.
Tecnologie e pratiche per la partecipazione e l'ascolto dei cittadiniLaura Manconi
Excerpt from chapter 9 "Social media and civic participation" of "Social media and PA, from training to advice on use" published by Formez PA. The volume contains a list of interventions from a cycle of webinars organized by Formez PA in collaboration with #PAsocial between October 27th, 2016 and February 23rd, 2017.
Similar to Cultura digitale: ha senso parlarne? (20)
La gestione del tempo non è certo un argomento nuovo.
Eppure la sua importanza non diminuisce, anzi aumenta al crescere dell'incertezza e dei continui cambiamenti.
Il breve articolo cerca di fornire alcuni spunti ed un metodo per adattarsi agli eventi anche gestendo il proprio tempo. Pur mantenendo la barra al centro, sui nostri obiettivi più importanti
Tecnologie e Persone sono talvolta viste come poli opposti.
Attraverso una analisi di un caso particolare, i Team Virtuali e le tecnologie di comunicazione e collaborazione che li abilitano, cercherò di evidenziare come in realtà si integrino e si rinforzino a vicenda.
Certo, esiste sempre il rischio che uno dei poli marginalizzi il secondo, ma la sua evenienza è il risultato di una precisa scelta umana, di solito di natura ideologica (come nel caso dell'approccio neo-liberista all'economia, il più diffuso oggi in occidente).
On going digital transformation is analyzed identifying at least six possible of its evolutionary directions.
Each of them is briefly described and possible consequences for HR role and operations is highlighted.
Il Potere è (ir)Resistibile? - Nelle #organizzazioni, capita spesso di sentire parlare di “#ingiustizie subite”, di “#arbitrario” e di innumerevoli altri comportamenti che vengono criticati in quanto “hanno prevaricato la nostra #volontà” .
Molto meno frequente è la narrazione di come tentativi di #prevaricazione siano stati rintuzzati.
Propongo un metodo pratico per cercare di ottenere una maggiore diffusione della #consapevolezza e della #capacità di poter governare l’esercizio del #potere nelle organizzazioni. Viene anche presentato un #caso pratico della sua applicazione.
Anche in organizzazioni tecnocratiche, nei templi della razionalità (!) come le aziende, siamo sicuri che il concetto di rischio sia utilizzato correttamente?
Una piccola indagine per verificarlo. Ne emerge una immagine un pò differente.
Ma l'esperienza suggerisce di adottare alcuni accorgimenti ottenere una maggiore consapevolezza
E' frequente che i collaboratori di una organizzazione si lamentino della funzione HR. Ma è possibile che manager/ professionisti agiscano in maniera totalmente diversa dal resto dell'organizzazione?
Sei semplici passi per capire meglio se facciamo bene a lamentarci dei nostri HR o se dobbiamo cominciare a pensare a cambiare azienda/ settore
Da diverso tempo, pensavo di raccontare cosa accade quando azienda e sindacato si siedono “a tavola”. Infatti, mi arrivavano opinioni e percezioni le più varie, su cosa succedesse fra le sponde opposte di quei tavoli. I toni andavano dal mitico all’epico e dal cinico all’invettiva.
Lo scopo che mi sono dato scrivendo questo e.book è quello di cercare di dare l’opportunità ad una platea più ampia di “sbirciare da una porta semi aperta” cosa accade a quella tavola.
Ho cucito in un racconto una serie di episodi, di cui sono stato testimone e talvolta attore, come una sequenza di quadri che simula l’inanellarsi di momenti d’incontro fra le due parti, per affrontare la trattativa su un problema specifico, ahimè abbastanza tipico: una ristrutturazione con riduzione del personale.
“L’utilizzo della metafora del teatro per descrivere alcune delle dinamiche che hanno luogo nelle organizzazioni è molto diffuso ... Riferire ai “caratteri” di personaggi fittizi i casi unici con cui ci confrontiamo nell’esperienza quotidiana, sembra possa aiutare a renderceli più tipici e quindi trasparenti, comprensibili …
Ho scelto una decina di testi teatrali … Per ognuno, ho cercato di individuare un tema chiave che ispira i comportamenti dei personaggi rappresentati ed ho cercato di individuarne un corrispettivo in ambito organizzativo …
[Scavando] nella mia esperienza per trovare almeno un caso reale, in cui a mio parere un attore organizzativo aveva incarnato proprio quei comportamenti, tentandone una prima comprensione.”
Nel quinto e.book, viene affrontato un tema difficile e doloroso per il personale delle organizzazioni: la decisione in situazione di crisi di ridurre il loro numero.
Comunque, avere un’idea del tipo di valutazioni che vengono fatte in questi frangenti è una delle modalità con cui “guardare in faccia la realtà”.
Qui vedremo solo due aspetti piuttosto particolari:
- Curve di adesione agli incentivi per uscite consensuali (per un possibile strumento previsionale)
- Ristrutturazioni e People risk correlati,
ma ne vedremo altri nella Serie sulla Gestione dei Conflitti.
Avere a che fare con la normativa, non solo quella sul rapporto di lavoro, è abbastanza frequente per i professionisti della gestione del personale. Tanto da costituire una comfort zone per non pochi di noi, da cui si finisce per uscire raramente. Un primo passo per provare a farlo (o viceversa, per chi le trova noiose, per provare ad affrontarle con più interesse) è far caso a quanto sia un contesto soggetto a continui cambiamenti.
Per cui è opportuno un esercizio di approfondimento, che utilizzi punti di vista molteplici, per acquisire una consapevolezza del senso e del perché della loro evoluzione. Piuttosto che del loro minuto dettaglio
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Cambio mansione
- Diversity & Inclusion
- Niente lavoro ai brutti?: diversità con ironia
e_book 1 – Manuale per Piccoli Macchiavelli – Casi applicativi #1, 25
“… le organizzazioni sono da sempre uno dei luoghi della negoziazione, dove i contrasti ed i problemi vengono preferenzialmente affrontati in via pre ed extra giudiziale / contrattuale (fra capo e collaboratore; fra pari; con i vari stakeholder, dai clienti ai fornitori ai sindacati alle autorità pubbliche ecc.).”
Per varie ragioni, cui si farà cenno nei due e.book, questa importanza aumenterà nei prossimi anni. Per cui i casi presentati (unitamente ad una bibliografia di riferimento fornita nelle appendici) )vogliono essere un umile stimolo ad investire nello sviluppo della propria capacità negoziale.
Una classificazione ,nota in letteratura ,in 50 tattiche delle più diffuse prassi negoziali, viene esemplificata tramite la narrazione di altrettanti casi reali . I casi sono tratti da ambiti come la gestione del personale, le trattative sindacali o quelle cliente-fornitore
Nel terzo e.book, si entra in maggior dettaglio su come costruirsi gli strumenti necessari al proprio lavoro.
Quello che impariamo nel corso del nostro periodo di crescita professionale diventa rapidamente obsoleto. Oppure non è adeguato a nuovi contesti o situazioni di business. Infine, verrà comunque il giorno in cui voltandoci per imparare da qualcun altro “come fare”, non troveremo nessuno . Solo esperienze, nostre o altrui, da analizzare e dai cui trarre una lezione da donare ad altri colleghi più giovani.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Metodi di Assessment
- Criticità gestionali, nella gestione di casi individuali difficili
- Verifiche di coerenza , un esempio (applicabile a metodi, prassi, processi differenti)
This e.book is an introduction to the basic concepts of the Failure Analysis methodology and some of its practical applications.
Why this e.book? During my volunteering for young people Orientation, it happened that we discussed my CV.
One of the guys was in particular interested to the failure analysis.
Then, at home he tried to look for more details, but he was unable to retrieve any introduction , on the web too.
That’s the reason why I decided to reuse some material from my past failure analysis activities to edit this e.book
Nel secondo e.book di questa serie, viene affrontato il tema di come sviluppare strumenti e processi per acquisire una adeguata conoscenza dei propri clienti interni.
Il lavoro di un professionista della gestione del personale è pura burocrazia tecnocratica senza questa conoscenza, specifica e personale.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Realizza un programma “Conosci il tuo cliente interno”
- Percezione della Employee Value Proposition
- Aspettative di carriera
Nel primo e.book, viene affrontato il tema di come adattare il proprio ruolo ai bisogni e alle caratteristiche del business. Per quella integrazione, sempre necessaria per essere veramente efficaci, fra mandato generale/ teorico e contesto operativo.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Dimensionamento delle aree coperte da un BPHR
- Darsi gli obiettivi , dialogando coi clienti interni
- Modello di Servizio da adottare verso i clienti interni
1. 1/7
Cultura digitale: ha senso parlarne?
1. Quale Cultura
Ha senso parlare di Cultura Digitale, pensando agli ultimi sviluppi ed applicazioni in ambito IoT?
Penso di no, non ancora, e purché si abbia l’accortezza di distinguere fra Cultura e “Livello/ Tipo di Istruzione”.
Da neppure 15-20 anni abbiamo cominciato ad “abituarci” alla precedente ondata di innovazione tecnologica,
basata sulla creazione di un mondo virtuale (comunicazione, informazione, interazione) e sulla prima generazione
di applicazioni e servizi web.
Ma non siamo ancora veramente entrati nel mondo creato dalla seconda, basata su una interazione pervasiva fra
cose e persone (IoT) e sui suoi impatti su società ed economia. Per ora ne stiamo solo parlando.
Propriamente, in questa fase non credo si possa parlare di una cultura digitale. Al più, a 20 anni dall’ultimo
rilevante stimolo, di una ulteriore spinta alla di trasformazione già in corso.
A meno che, non sia proprio di questo continuo cambiamento che si debba prendere atto e che proprio questo sia
uno dei fattori “sufficientemente stabili” su cui cmq, al di là delle varie ondate di trasformazione (tecnologica o di
altra natura: vedi le mutazioni del sistema post 2008 e 2011), si sta di fatto creando una cultura del nostro tempo.
Ma come si costruisce e si trasforma una “cultura”? E in cosa si manifesta come tale per poterla riconoscere.
Limitandomi alle cause di cambiamento che si originano in ambito tecnologico (le origini possono essere anche
molto differenti), in Tabella 1 provo a descrivere sommariamente un percorso-tipo, progressivo, di affermazione
di una nuova “cultura”, o meglio di evoluzione di quella pre esistente:
Tabella 1
2. 2/7
Beni tangibili/
intangibili
Diffusione delle Prassi Visione del mondo
1.Scoperte scientifiche Ambiti ristretti: scientifici,
filosofici
Ambiti specialistici molto ristretti
2.Tecnologie Ambiti industriali: high tech Ambiti specialistici allargati
3.Strumenti Ambiti commerciali Entra nell’immaginario tramite la divulgazione
al grande pubblico
4.Applicazioni / soluzioni
(enabler)
Mercato (B2B e B2C) Comincia a generare una rielaborazione
autonoma da parte degli utilizzatori (Pionieri)
5.Utilizzo e competenze Società Diffusa rielaborazione non dei soli utilizzatori
6.Nuovi “artefatti” (*) Società La rielaborazione si alterna con la modifica
della realtà (fisica e sociale)
(*) Non solo beni o servizi ma: opere artistiche, valori e comportamenti, organizzazioni, professioni, istituzioni, ecc.
Credo che si possa cominciare pensare a qualcosa come “la mutazione della temperie culturale” solo nell’ultima
fase (6), cioè quando sono state superate le fasi di:
disponibilità degli enabler: applicazioni e soluzioni (4),
diffusione del loro utilizzo e delle conoscenze e competenze necessarie (5),
quando sono le stesse persone, oramai ascrivibili alla categoria di cittadini (senza più alcuna connotazione
particolare, professionale o settoriale) che, sulla base delle loro esperienze, riflessioni e modi nuovi di “vedere le
cose”, autonomamente cominciano ad agire sul loro mondo, creando “nuovi artefatti” (6).
A titolo di esempio di cosa intendo per una Cultura digitale, prendo ad esempio una di quelle emerse dalla prima
ondata di innovazione (reti, web) sebbene si sia espressa con polarità anti-sistema. Ha cominciato a manifestarsi
negli anni 60, acquisito il suo carattere negli ’80, e sta proseguendo esplorando nuove forme ancora oggi: il
Cyberpunk.
In questo senso, non penso che si possa “pianificare la diffusione di una cultura digitale”: la cultura la creeranno
le persone. Anzi, le culture saranno molteplici. Se ne può avere una visione (“potrebbe essere così”), ma i risultati
si potranno solo osservare e retrospettivamente.
Viceversa, è senz’altro possibile lavorare alla accelerazione del suo emergere, trasformando scienza in
tecnologia, tecnologia in strumenti, questi in applicazioni e soluzioni commerciali diffuse presso il grande
pubblico. Al contempo promuovendo la conoscenza e la pratica delle tecnologie: come funzionano, cosa possono
fare, che opportunità offrono, come possono essere integrate, quali errori evitare…
Ad esempio, promuovendone/ incentivandone l’utilizzo in un’ottica di life-long learning:
individuando le conoscenze (sapere e saper fare) e le competenze (comportamenti più efficaci) chiave
stimolandone l’ offerta formativa plurale e di qualità, da parte di molteplici soggetti.
nonché l’accesso gratuito per tutti
Fra l’altro, lo schema in Tabella 1, per quanto appena abbozzato, credo che aiuti a bene a chiarire:
la differenza fra Conoscenze/ Competenze e Cultura (non sono sinonimi, altrimenti si tornerebbe a
confondere Cultura con il “Livello di Istruzione”!! o coi soli comportamenti agiti. Infatti, chi parla ora di “cultura
digitale”, in realtà ed ancora finisce per parlare di sole “competenze”, in gran parte in realtà riferendosi solo al
sapere/ saper fare)
che qualunque Agenda governativa per lo sviluppo di una economia e di una società digitali non deve
puntare ad altro che alle Conoscenze e Competenze. Siano esse hard: tecniche e professionali, oppure soft:
comportamenti che permettono di spremere il massimo beneficio dalle applicazioni/ soluzioni abilitate dalle
nuove tecnologie
che la dimensione Culturale è una emergenza dal tessuto sociale, in cui i vari soggetti (comprese
associazioni, imprese ed amministrazioni) non possono che giocare un ruolo alla pari, rispetto alla community
degli influencer e del loro pubblico
Se si vuole “lavorare sulla Cultura” di questo scorcio del XXI secolo, posto che per le prime tecnologie del web
siamo già alla fase (6) e che per quelle del paradigma IoT, a seconda delle tecnologie e delle applicazioni, siamo
fra la (3) e la (5), siamo nel momento più opportuno per operare su tre direzioni.
3. 3/7
A) Tutti, secondo il proprio livello di responsabilità e le proprie capacità o motivazioni, per porre robuste basi per
un lavoro di definizione e diffusione di conoscenze e competenze chiave (hard e soft), tramite un ampia
partecipazione, in ottica peer-to-peer, di una pluralità di soggetti.
Compresi gli utenti che ne hanno maggiormente urgenza, ma non più in un’ottica di tutela (più o meno
interessata) ma di autonoma espressione, magari tramite i loro organi di rappresentanza (**):
cittadini colpiti da digital divide ancora più basilari (per problemi di accesso, cognitivi, esperienziali, di reddito,
…)
nuove generazioni in formazione, a vari livelli di istruzione
manager pubblici e privati, professionisti ed imprenditori
lavoratori che sentono il bisogno di aggiornamento o che sono in ricollocazione.
B) Istituzioni pubbliche e private, per definire le proprie Agende di sviluppo della cultura digitale auspicata, per
entrare il lizza con gli altri influencer per “il cuore e la mente” del loro pubblico. Non scordando che un altro
risultato già consolidato, a seguito della prima ondata di innovazione digitale, è che i “pubblici” sono si ancora
segmentabili, ma fra loro sempre più interconnessi, rendendo la competizione per il “messaggio vincente” sempre
più affollata ed imprevedibile.
C) Mappare e studiare l’evoluzione dei macro-fenomeni che la trasformazione genera, conserva e fa evolvere. Ho
provato a fare un tentativo di mappatura in Figura 1.
Figura 1 – Ipotesi di Mappatura, per quanto incompleta (ad esempio mancano le influenze della digitalizzazione del mondo
sul pensiero filosofico), dei possibili elementi/ contrasti alla base di nuove culture digitali (ingrandimento a pg 6)
(**) E’ bene ricordare che un primo effetto, in apparenza già consolidato, della prima ondata di innovazione digitale (il web) è proprio una
cultura dell’individualità in ambito collaborativo, che accetta sempre meno tutele altrui! Lavorare ad una nuova cultura digitale, senza
accettarne i primi risultati consolidati, potrebbe apparire o una voluta opposizione o per lo meno ambiguo …
H2H
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Realtà Interiore
Reale-Fisico
Realtà VirtualeRealtà Sociale
... ...
Realtà Aumentata
TRASVERSALITA’
(frammentazione e ricomposizione)
Ecosistemi
(frammentazione dei Settori)
Processi
(frammentazione delle funzioni)
... ...
Interdisciplinarietà
(frammentazione delle specializzazioni)
INTEGRAZIONE
GLOCAL
COMPLESSITA’
(non lineare, non distinguibilità causa-effetto, ...)
FRAMMENTAZIONE DEL SOGGETTO
CAMBIAMENTO
Flusso
(di eventi,dati, ...)
Processo
ImprevedibilitàOrientamento
... ...
Movimento
DATI
(4^ fattore di produzione)
Modelli di
Mondo
Servizi
Modelli di
Business ATTIVITA’
(polverizzazione del concetto di professione:
contaminazione, frammentazione, ...)
Digital Design
Automazione
(dei task, della Logica,
della ricerca info, ...)
Marketing Digitale
CyberLaw
PeopleManagement
(fra dati, neuro scienze,
benessere, ...)
... ...
STANDARD
INDIVIDUO
COMUNITA’
VALORI
PARTECIPAZIONE
ACCOGLIENZA
(la diversità, le macchine, ...)
EMERGERE di COMUNITA’
IA
Cinema
(M2M, M2H: Inquietudine e speranza,
Esperienza totale: Sceneggiature digitali e 3D)
Architettura
(Arch.Sensibili, Forme fluide e barocche, ...)
Forografia Digitale
(Modificazioni espressive del “reale”))
Nuovi Linguaggi
(forme letterarie, media driven language, ... ) Musica
(Rap, ...?)
4. 4/7
Probabilmente, un concetto come quello di Mindset, intermedio fra Cultura e Conoscenze/ Competenze,
potrebbe essere di maggiore utilità pratica per un percorso più completo di supporto alla “abituazione” delle
nostre società ai processi di trasformazione, come quello in corso.
Dove per Mindset in genere si intende: “il modo di pensare delle persone e le loro opinioni” (tipologia di
opinioni) (Cambridge Dictionary), ma più nello specifico si potrebbe definire:
“(In decision theory and general systems theory), a mindset is a set of assumptions, methods, or notations held
by one or more people or groups of people that is so established that it creates a powerful incentive within
these people or groups to continue to adopt or accept prior behaviors, choices, or tools” (Wikipedia).
Posto che, anche per il costrutto di Mindset, persistono alcune delle difficoltà presenti per quello di Cultura,
come il fatto che inevitabilmente un Mindset Digitale si presenterà in modo plurale (cosi come esiste una
pluralità di mindset imprenditoriali o di mindset manageriali ecc.).
Figura 2 Dai Saperi alla Cultura – Schema semplificato
5. 5/7
2. Cultura e Comunicazione
Poiché ogni fase di trasformazione, a qualunque livello si manifesti, micro come in una singola organizzazione o
macro come in una società o globalmente, porta con se una intensificazione dei conflitti, viene spesso posta la
domanda: “che tipo di comunicazione sarà più adeguata a prevenirli o almeno ridurli?”.
Posto che il loro intensificarsi è inevitabile durante la transizione stessa, a causa della inevitabile differenza fra i
linguaggi di chi resiste e di chi rema per il cambiamento, sono convinto che quella da usare non sia un fattore
completamente esogeno, che si possa progettare stando totalmente al di fuori dal campo di scontro.
La scelta della comunicazione più adeguata al contesto, almeno per contenere gli effetti della conflittualità da
innovazione, sarà fortemente limitata proprio dalla cultura che emergerà durante e dopo la transizione.
Ad esempio, nel caso dell’emergere di una tecno-cultura che marginalizzi la persona ed i suoi bisogni in nome
dell’efficienza (Rif.1), scaricando sui singoli gli oneri di coesistenza (se non di sopravvivenza) con la
trasformazione , non potrà che limitare il campo della comunicazione efficace a quello delimitato dai due
estremi di uno scontro per la difesa dei rispettivi interessi (come storicamente è avvenuto con la seconda
rivoluzione industriale) e della manipolazione.
Viceversa, si può tenere conto fin d’ora della cultura emergente dalla prima fase di questa trasformazione
digitale (a cavallo fra la fine degli anni 90 e la prima decade di questo secolo), una cultura dell’individualità in
ambito collaborativo che accetta sempre meno tutele altrui.
Su questa base, si può delineare non troppo difficilmente un approccio ad una comunicazione efficace su cui
cominciare a costruire nuove modalità di gestione dei conflitti e persino della loro prevenzione, basati sulla
continua ricerca di nuovi approcci/ strumenti alla partecipazione diffusa alle decisioni (Rif.3 e 4).
Detto in altri termini, neppure la trasformazione in corso tecnology-driven appare autonoma dal punti di vista
della capacità di “generare una nuova Cultura”. Saranno necessari/ inevitabili apporti esterni, di natura valoriale,
che contribuiranno ad imprimerne la direzione. Anzi, LE direzioni portandone una molteplicità, spesso in
contrasto fra di loro (vedi il caso già citato della cultura Cyberpunk rispetto a quella, tecnocratico-efficientista
più main stream, della Globalizzazione)
Si potrà così andare verso una sostanziale continuità, una “vecchia-nuova cultura”, dell’efficientismo odierno
(asse del fare: individuo-flusso/ sradicamento-efficienza). Oppure verso una “nuova-nuova cultura”, che coglie
l’opportunità che la trasformazione digitale offre: il richiamo alle capacità umane più originali, per recuperare la
dimensione del fare sull’asse persona-comunità-benessere. Oppure ancora verso forme le più varie anti-sistema
coesistenti con le prime due. In questo caso (più probabile) credo che il problema del linguaggio con cui
confrontarsi fra questi mondi dovrà fare un salto di natura al momento non ancora completamente definibile
(vedi Rif.5 per un approccio più generale)
6. 6/7
3. Riferimenti
Rif.1 “Trasformazione digitale e Persona al Centro”, D.Famà, Giugno 2017, su
https://www.slideshare.net/domfama/tecnologia-e-persona
Rif.2 Per rimanere nell’ambito della letteratura, di genere e non, autori rappresentativi di questo filone possono essere
considerati: B.Sterling, P.K.Dick, W.Gibson, A.Huxley, G.Orwell, W.S.Burroughs.
Per la cinematografia e la fotografia, le atmosfere rappresentative sono quelle di film come Blade Runner (non a caso tratto da
un libro di P.K.Dick), le opere di V. Manyuhin (ad es.: http://cyberpunkitalia.altervista.org/blog/arte-cyberpunl-29-illustrazioni-
vladimir-manyuhin/qq ), ecc.
Rif.3 [Il tema del Community Involvement comincia a strutturarsi negli anni 90, a partire dagli USA, volendo affrontare il tema di un
decision making più democratico, soprattutto in presenza di grandi progetti di cambiamento (es. rinnovamento dei territori
degradati, grandi infrastrutture, ecc.). Alcuni esempi di linee guida reperibili sul web:]
http://www.communityplanningtoolkit.org/sites/default/files/Engagement.pdf (Scotland);
https://www.justnet.org/pdf/confrpt.pdf (US. Nel caso specifico della prevenzione dei crimini. A questo proposito,
ad es. a Glasgow, Scozia, è in atto una best practice di collaborazione fra la più grossa azienda di gestione del Public Housing
cittadino: Glasgow Housing Association, e la Polizia);
http://www.rural.palegislature.us/Effective_Citizen_Engagement.pdf (USA, a fronte del Rural Revitalization
Act del 1987)
Rif.4 Film “Le confessioni”, regia R.Andò, 2016
[Per un esempio di dinamica delle decisioni che esclude e scarica gli oneri delle decisioni. Uno stile ancora molto più diffuso di
quello partecipativo in Rif.2, che contrariamente alle aspettative dei loro fautori tende a ridurre le caratteristiche di
governabilità delle società occidentali, che vanamente poi cercano di risolvere “tecnicamente”, tramite le ingegnerie elettorali.
Si veda l’uso dello strumento elettorale, che negli ultimi anni viene fatto in UK e altrove, per acquisire una forte delega nei
confronti di avversati interni o esterni e che puntualmente sortisce effetti opposti]
Rif. 5 “Passaggio ad Occidente – Filisofia e Globalizzazione”, G.Marramao, 2003, Boringhieri
[Sul tentativo di possibili forme e modalità di dialogo in un mondo Glocal]
7. 7/7
Allegato: Figura 1 ingrandita
Nota a commento: alcuni elementi non sono direttamente collegati alla trasformazione digitale, ma sono stati influenzati
da altri fenomeni (come la Globalizzazione e la creazione di Comunità che reagiscono alla prima) resi possibili dalle nuove
tecnologie.
Altri esempi, tipicamente sociali, sono legati alle trasformazioni organizzative nel mondo del lavoro (crisi del lavoro, delle
classi medie, malessere diffuso, ipersensibilità al tema della sicurezza, ecc.).
Altri ancora sono di terza derivazione, come lo stile Rap in musica, espressione delle comunità emarginate sia dai processi
di Globalizzazione sia di efficientamento del lavoro.
H2H
ACCESSO
DIGITAL DIVIDE
EDITORIA DIFFUSA
COLLABORAZIONE
a rete
VELOCITA’
SEMPLICITA’
INTUITIVITA’
OPENess
Contenuti
Collaborazione
OrganizzazioneAccesso
Leadership
... ...
CONDIVISIONE
RELAZIONE
CONVERSAZIONE
PRIMATO del
VISIVO
MULTI-REALTA’
Realtà Interiore
Reale-Fisico
Realtà VirtualeRealtà Sociale
... ...
Realtà Aumentata
TRASVERSALITA’
(frammentazione e ricomposizione)
Ecosistemi
(frammentazione dei Settori)
Processi
(frammentazione delle funzioni)
......
Interdisciplinarietà
(frammentazione delle specializzazioni)
INTEGRAZIONE
GLOCAL
COMPLESSITA’
(non lineare, non distinguibilità causa-effetto, ...)
FRAMMENTAZIONE DEL SOGGETTO
CAMBIAMENTO
Flusso
(di eventi,dati, ...)
Processo
ImprevedibilitàOrientamento
......
Movimento
DATI
(4^ fattore di produzione)
Modelli di
Mondo
Servizi
Modelli di
Business ATTIVITA’
(polverizzazione del concetto di professione:
contaminazione, frammentazione, ...)
Digital Design
Automazione
(dei task, della Logica,
della ricerca info, ...)
Marketing Digitale
CyberLaw
PeopleManagement
(fra dati, neuro scienze,
benessere, ...)
......
STANDARD
INDIVIDUO
COMUNITA’
VALORI
PARTECIPAZIONE
ACCOGLIENZA
(la diversità, le macchine, ...)
EMERGERE di COMUNITA’
IA
Cinema
(M2M, M2H: Inquietudine e speranza,
Esperienza totale: Sceneggiature digitali e 3D)
Architettura
(Arch.Sensibili, Forme fluide e barocche, ...)
Forografia Digitale
(Modificazioni espressive del “reale”))
NuoviLinguaggi
(forme letterarie, media driven language, ... ) Musica
(Rap, ...?)