Tecnologie e Persone sono talvolta viste come poli opposti.
Attraverso una analisi di un caso particolare, i Team Virtuali e le tecnologie di comunicazione e collaborazione che li abilitano, cercherò di evidenziare come in realtà si integrino e si rinforzino a vicenda.
Certo, esiste sempre il rischio che uno dei poli marginalizzi il secondo, ma la sua evenienza è il risultato di una precisa scelta umana, di solito di natura ideologica (come nel caso dell'approccio neo-liberista all'economia, il più diffuso oggi in occidente).
"Ho la vostra attenzione? La comunicazione interna nell'era del 2.0 tra bisog...Chiara Bottini
La mia presentazione all'interno della due giorni sulla comunicazione interna tenuto il 25 e 26 settembre 2014 a Milano. Grazie ai partecipanti e ai colleghi che hanno reso bello il nostro lavorare insieme. E grazie a chi la guarderà per la sua attenzione.
Lezione 7 - La comunicazione all'interno dell'aziendaW3design sas
Settima lezione del corso in web marketing e social media per la comunicazione d'azienda, by W3design. In questa lezione le basi della comunicazione all'interno dell'impresa, tra blog, social media, wiki, e altri strumenti.
Comunicazione Interna: il modello Nomesis in 7 stepsDaniela Bandera
Cos'è la comunicazione interna, a cosa serve, chi coinvolgere e come, quali strumenti e processi organizzativi servono per implementare una funzione importante che aiuta a motivare i collaboratori, legittimare e leaders e aumentare la reputazione interna ed esterna.
La struttura organizzativa: un'ipotesi di partenza per un'organizzazione serv...febo leondini
Come iniziare a creare una struttura organizzativa service designed? In questo elaborato si cerca di tratteggiare l'inizio del percorso, con la consapevolezza, bene esplicitata nelle conclusioni, che quanto proposto è solo un'iniziale ipotesi di lavoro. Ma è molto affascinante. Quanto scritto è la sintesi della partecipazione ad alcuni incontri del Think Tank Quota 8000.
Tibbr for communication, come migliorare la comunicazione interna, la collabo...Alycante
Come far comunicare, condividere e collaborare tutte le
persone dell’azienda affinché ognuna ne tragga un
vantaggio per il proprio lavoro, e l’azienda per il proprio
business, creando e favorendo la costruzione dell’abitudine
a frequentare quei luoghi virtuali dove le persone si
possono incontrare dialogando tra loro come farebbero
dal vivo o al telefono o via chat o via email: tutte queste
cose insieme in un unico spazio, che raccoglie tutto ciò
che viene scambiato, rendendo la conoscenza una…
...conoscenza organizzativa
"Ho la vostra attenzione? La comunicazione interna nell'era del 2.0 tra bisog...Chiara Bottini
La mia presentazione all'interno della due giorni sulla comunicazione interna tenuto il 25 e 26 settembre 2014 a Milano. Grazie ai partecipanti e ai colleghi che hanno reso bello il nostro lavorare insieme. E grazie a chi la guarderà per la sua attenzione.
Lezione 7 - La comunicazione all'interno dell'aziendaW3design sas
Settima lezione del corso in web marketing e social media per la comunicazione d'azienda, by W3design. In questa lezione le basi della comunicazione all'interno dell'impresa, tra blog, social media, wiki, e altri strumenti.
Comunicazione Interna: il modello Nomesis in 7 stepsDaniela Bandera
Cos'è la comunicazione interna, a cosa serve, chi coinvolgere e come, quali strumenti e processi organizzativi servono per implementare una funzione importante che aiuta a motivare i collaboratori, legittimare e leaders e aumentare la reputazione interna ed esterna.
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Come iniziare a creare una struttura organizzativa service designed? In questo elaborato si cerca di tratteggiare l'inizio del percorso, con la consapevolezza, bene esplicitata nelle conclusioni, che quanto proposto è solo un'iniziale ipotesi di lavoro. Ma è molto affascinante. Quanto scritto è la sintesi della partecipazione ad alcuni incontri del Think Tank Quota 8000.
Tibbr for communication, come migliorare la comunicazione interna, la collabo...Alycante
Come far comunicare, condividere e collaborare tutte le
persone dell’azienda affinché ognuna ne tragga un
vantaggio per il proprio lavoro, e l’azienda per il proprio
business, creando e favorendo la costruzione dell’abitudine
a frequentare quei luoghi virtuali dove le persone si
possono incontrare dialogando tra loro come farebbero
dal vivo o al telefono o via chat o via email: tutte queste
cose insieme in un unico spazio, che raccoglie tutto ciò
che viene scambiato, rendendo la conoscenza una…
...conoscenza organizzativa
L'ai come piattaforma abilitante le interazioni organizzativefebo leondini
Il paper analizza i cambiamenti organizzativi conseguenti all'introduzione in azienda dell'intelligenza artificiale (AI). La struttura del documento è articolata in 2 parti: nella prima è proposto un nuovo modello organizzativo, basato sulla visione della struttura organizzativa come un mercato multilaterale ad alta produzione di esternalità, nella seconda, invece, sono spiegate le funzionalità di una piattaforma di AI, basata si IBM Watson, che rappresenta l'HUB attraverso cui gestire le esternalità prodotte dall'organizzazione. La piattaforma, esistente e operativa, è il primo esempio di utilizzo di un protocollo di AI italiano dedicato alla gestione delle interazioni organizzative nell'ottica di creare protocolli di service automation.
On going digital transformation is analyzed identifying at least six possible of its evolutionary directions.
Each of them is briefly described and possible consequences for HR role and operations is highlighted.
Design Thinking & Service Design: Arrivo Due Minuti FaAdriano Toccafondi
Slide del Workshop del 10 Settembre a San Piero a Sieve sul Design Thikning & Service Design. "Arrivo due minuti fa".
Cambiare lavoro. Inventarsi una professione. Trasformare l'azienda per cui lavori. Innovazione di processo.
L'importanza della decisione della direzione nei progetti e il bilanciamento tra la fase divergente e convergente.
Idea Management & Project Management: connubio dell’innovazione Roberto Gallerani
L'intero processo che si realizza a partire dalla capacità di promuovere, facilitare, sviluppare e gestire le idee di un’organizzazione, trasformandole in progetti concreti e di valore, può essere uno dei fattori principali per imprese e organizzazioni che cerchino la chiave del proprio successo nell'"innovazione" del fare “cose nuove” o fare "cose vecchie in modo nuovo” .
Gli strumenti software disponibili per questo scopo sono sempre più numerosi. E' importante riflettere sugli elementi principali di confronto e valutazione.
Fiducia e idee fanno impresa, creano rete, opportunità e valoreRoberto Gallerani
La crescente articolazione e complessità delle attività umane comporta una sempre maggiore necessità di collaborare ed integrarsi.
Nella conduzione delle attività economiche, allo stesso modo dei singoli, anche PMI e professionisti devono ormai da tempo vincere la “sfida” della capacità di aggregazione e cooperazione che sappia ampliare le opportunità di business attraverso maggiori sinergie, offrire un’espressione più ampia di prodotti e servizi ed un’amplificazione delle potenzialità derivanti dallo sviluppo di nuove opportunità attraverso un bacino più ampio di idee, creatività e capacità di sviluppo di progetti concreti su scala più ampia.
La gestione del tempo non è certo un argomento nuovo.
Eppure la sua importanza non diminuisce, anzi aumenta al crescere dell'incertezza e dei continui cambiamenti.
Il breve articolo cerca di fornire alcuni spunti ed un metodo per adattarsi agli eventi anche gestendo il proprio tempo. Pur mantenendo la barra al centro, sui nostri obiettivi più importanti
L'ai come piattaforma abilitante le interazioni organizzativefebo leondini
Il paper analizza i cambiamenti organizzativi conseguenti all'introduzione in azienda dell'intelligenza artificiale (AI). La struttura del documento è articolata in 2 parti: nella prima è proposto un nuovo modello organizzativo, basato sulla visione della struttura organizzativa come un mercato multilaterale ad alta produzione di esternalità, nella seconda, invece, sono spiegate le funzionalità di una piattaforma di AI, basata si IBM Watson, che rappresenta l'HUB attraverso cui gestire le esternalità prodotte dall'organizzazione. La piattaforma, esistente e operativa, è il primo esempio di utilizzo di un protocollo di AI italiano dedicato alla gestione delle interazioni organizzative nell'ottica di creare protocolli di service automation.
On going digital transformation is analyzed identifying at least six possible of its evolutionary directions.
Each of them is briefly described and possible consequences for HR role and operations is highlighted.
Design Thinking & Service Design: Arrivo Due Minuti FaAdriano Toccafondi
Slide del Workshop del 10 Settembre a San Piero a Sieve sul Design Thikning & Service Design. "Arrivo due minuti fa".
Cambiare lavoro. Inventarsi una professione. Trasformare l'azienda per cui lavori. Innovazione di processo.
L'importanza della decisione della direzione nei progetti e il bilanciamento tra la fase divergente e convergente.
Idea Management & Project Management: connubio dell’innovazione Roberto Gallerani
L'intero processo che si realizza a partire dalla capacità di promuovere, facilitare, sviluppare e gestire le idee di un’organizzazione, trasformandole in progetti concreti e di valore, può essere uno dei fattori principali per imprese e organizzazioni che cerchino la chiave del proprio successo nell'"innovazione" del fare “cose nuove” o fare "cose vecchie in modo nuovo” .
Gli strumenti software disponibili per questo scopo sono sempre più numerosi. E' importante riflettere sugli elementi principali di confronto e valutazione.
Fiducia e idee fanno impresa, creano rete, opportunità e valoreRoberto Gallerani
La crescente articolazione e complessità delle attività umane comporta una sempre maggiore necessità di collaborare ed integrarsi.
Nella conduzione delle attività economiche, allo stesso modo dei singoli, anche PMI e professionisti devono ormai da tempo vincere la “sfida” della capacità di aggregazione e cooperazione che sappia ampliare le opportunità di business attraverso maggiori sinergie, offrire un’espressione più ampia di prodotti e servizi ed un’amplificazione delle potenzialità derivanti dallo sviluppo di nuove opportunità attraverso un bacino più ampio di idee, creatività e capacità di sviluppo di progetti concreti su scala più ampia.
La gestione del tempo non è certo un argomento nuovo.
Eppure la sua importanza non diminuisce, anzi aumenta al crescere dell'incertezza e dei continui cambiamenti.
Il breve articolo cerca di fornire alcuni spunti ed un metodo per adattarsi agli eventi anche gestendo il proprio tempo. Pur mantenendo la barra al centro, sui nostri obiettivi più importanti
Tre considerazioni suggeriscono di no.
Si parla molto di Cultura Digitale, ma appena si entra nel dettaglio si parla di Competenze Digitali.
La seconda fase della trasformazione digitale (IoT) è appena iniziata e non ha ancora sviluppato tutta la sua influenza sulle esperienze, sull'immaginario e sulla creatività diffusa nella società.
Infine, la Cultura non si progetta, è una emergenza dallo stesso tessuto sociale; nasce dalla libera interpretazione creative delle persone sulla base delle nuove esperienze; vede la competizione di una pluralità di soggetti per influenzarne la natura
Il Potere è (ir)Resistibile? - Nelle #organizzazioni, capita spesso di sentire parlare di “#ingiustizie subite”, di “#arbitrario” e di innumerevoli altri comportamenti che vengono criticati in quanto “hanno prevaricato la nostra #volontà” .
Molto meno frequente è la narrazione di come tentativi di #prevaricazione siano stati rintuzzati.
Propongo un metodo pratico per cercare di ottenere una maggiore diffusione della #consapevolezza e della #capacità di poter governare l’esercizio del #potere nelle organizzazioni. Viene anche presentato un #caso pratico della sua applicazione.
Anche in organizzazioni tecnocratiche, nei templi della razionalità (!) come le aziende, siamo sicuri che il concetto di rischio sia utilizzato correttamente?
Una piccola indagine per verificarlo. Ne emerge una immagine un pò differente.
Ma l'esperienza suggerisce di adottare alcuni accorgimenti ottenere una maggiore consapevolezza
E' frequente che i collaboratori di una organizzazione si lamentino della funzione HR. Ma è possibile che manager/ professionisti agiscano in maniera totalmente diversa dal resto dell'organizzazione?
Sei semplici passi per capire meglio se facciamo bene a lamentarci dei nostri HR o se dobbiamo cominciare a pensare a cambiare azienda/ settore
Da diverso tempo, pensavo di raccontare cosa accade quando azienda e sindacato si siedono “a tavola”. Infatti, mi arrivavano opinioni e percezioni le più varie, su cosa succedesse fra le sponde opposte di quei tavoli. I toni andavano dal mitico all’epico e dal cinico all’invettiva.
Lo scopo che mi sono dato scrivendo questo e.book è quello di cercare di dare l’opportunità ad una platea più ampia di “sbirciare da una porta semi aperta” cosa accade a quella tavola.
Ho cucito in un racconto una serie di episodi, di cui sono stato testimone e talvolta attore, come una sequenza di quadri che simula l’inanellarsi di momenti d’incontro fra le due parti, per affrontare la trattativa su un problema specifico, ahimè abbastanza tipico: una ristrutturazione con riduzione del personale.
“L’utilizzo della metafora del teatro per descrivere alcune delle dinamiche che hanno luogo nelle organizzazioni è molto diffuso ... Riferire ai “caratteri” di personaggi fittizi i casi unici con cui ci confrontiamo nell’esperienza quotidiana, sembra possa aiutare a renderceli più tipici e quindi trasparenti, comprensibili …
Ho scelto una decina di testi teatrali … Per ognuno, ho cercato di individuare un tema chiave che ispira i comportamenti dei personaggi rappresentati ed ho cercato di individuarne un corrispettivo in ambito organizzativo …
[Scavando] nella mia esperienza per trovare almeno un caso reale, in cui a mio parere un attore organizzativo aveva incarnato proprio quei comportamenti, tentandone una prima comprensione.”
Nel quinto e.book, viene affrontato un tema difficile e doloroso per il personale delle organizzazioni: la decisione in situazione di crisi di ridurre il loro numero.
Comunque, avere un’idea del tipo di valutazioni che vengono fatte in questi frangenti è una delle modalità con cui “guardare in faccia la realtà”.
Qui vedremo solo due aspetti piuttosto particolari:
- Curve di adesione agli incentivi per uscite consensuali (per un possibile strumento previsionale)
- Ristrutturazioni e People risk correlati,
ma ne vedremo altri nella Serie sulla Gestione dei Conflitti.
Avere a che fare con la normativa, non solo quella sul rapporto di lavoro, è abbastanza frequente per i professionisti della gestione del personale. Tanto da costituire una comfort zone per non pochi di noi, da cui si finisce per uscire raramente. Un primo passo per provare a farlo (o viceversa, per chi le trova noiose, per provare ad affrontarle con più interesse) è far caso a quanto sia un contesto soggetto a continui cambiamenti.
Per cui è opportuno un esercizio di approfondimento, che utilizzi punti di vista molteplici, per acquisire una consapevolezza del senso e del perché della loro evoluzione. Piuttosto che del loro minuto dettaglio
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Cambio mansione
- Diversity & Inclusion
- Niente lavoro ai brutti?: diversità con ironia
e_book 1 – Manuale per Piccoli Macchiavelli – Casi applicativi #1, 25
“… le organizzazioni sono da sempre uno dei luoghi della negoziazione, dove i contrasti ed i problemi vengono preferenzialmente affrontati in via pre ed extra giudiziale / contrattuale (fra capo e collaboratore; fra pari; con i vari stakeholder, dai clienti ai fornitori ai sindacati alle autorità pubbliche ecc.).”
Per varie ragioni, cui si farà cenno nei due e.book, questa importanza aumenterà nei prossimi anni. Per cui i casi presentati (unitamente ad una bibliografia di riferimento fornita nelle appendici) )vogliono essere un umile stimolo ad investire nello sviluppo della propria capacità negoziale.
Una classificazione ,nota in letteratura ,in 50 tattiche delle più diffuse prassi negoziali, viene esemplificata tramite la narrazione di altrettanti casi reali . I casi sono tratti da ambiti come la gestione del personale, le trattative sindacali o quelle cliente-fornitore
Nel terzo e.book, si entra in maggior dettaglio su come costruirsi gli strumenti necessari al proprio lavoro.
Quello che impariamo nel corso del nostro periodo di crescita professionale diventa rapidamente obsoleto. Oppure non è adeguato a nuovi contesti o situazioni di business. Infine, verrà comunque il giorno in cui voltandoci per imparare da qualcun altro “come fare”, non troveremo nessuno . Solo esperienze, nostre o altrui, da analizzare e dai cui trarre una lezione da donare ad altri colleghi più giovani.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Metodi di Assessment
- Criticità gestionali, nella gestione di casi individuali difficili
- Verifiche di coerenza , un esempio (applicabile a metodi, prassi, processi differenti)
This e.book is an introduction to the basic concepts of the Failure Analysis methodology and some of its practical applications.
Why this e.book? During my volunteering for young people Orientation, it happened that we discussed my CV.
One of the guys was in particular interested to the failure analysis.
Then, at home he tried to look for more details, but he was unable to retrieve any introduction , on the web too.
That’s the reason why I decided to reuse some material from my past failure analysis activities to edit this e.book
Nel secondo e.book di questa serie, viene affrontato il tema di come sviluppare strumenti e processi per acquisire una adeguata conoscenza dei propri clienti interni.
Il lavoro di un professionista della gestione del personale è pura burocrazia tecnocratica senza questa conoscenza, specifica e personale.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Realizza un programma “Conosci il tuo cliente interno”
- Percezione della Employee Value Proposition
- Aspettative di carriera
Nel primo e.book, viene affrontato il tema di come adattare il proprio ruolo ai bisogni e alle caratteristiche del business. Per quella integrazione, sempre necessaria per essere veramente efficaci, fra mandato generale/ teorico e contesto operativo.
Il tema viene sviluppato limitatamente a tre casi sugli aspetti:
- Dimensionamento delle aree coperte da un BPHR
- Darsi gli obiettivi , dialogando coi clienti interni
- Modello di Servizio da adottare verso i clienti interni
A critcal analysis of usual HR practices (Employee surveys and Performance evaluation) considering the framework of the theory of Work Adjustment (TWA) and a tentative to update some typical Engagement metric to highly uncertain work environment
1. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 1
2. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 2
Trasformazione Digitale
e “Persone al Centro”
e.book
3. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 3
1. Introduzione e Indice
Indice
1. Introduzione generale ed Indice
2. Distanza si dice in molti modi
3. La tecnologia muta organizzazioni e relazioni
4. Chi si fa carico delle relazioni? Una Leadership diversa
5. Postfazione. Tecnologia/ Persona Tecnopersona
6. Riferimenti Minimi
Introduzione
Proprio in questa epoca di cambiamenti accelerati, buona parte indotti dalla innovazione tecnologica, si
nota nelle organizzazioni un incremento dell’attenzione ai bisogni dei collaboratori in quanto persone,
attenzione bene esemplificata dal motto: “Persone al Centro”.
Solo in apparenza il binomio Tecnologia/ Persona appare come una coppia di opposti.
Naturalmente potrebbe diventarlo se, come accade nell’approccio neo-liberista in economia, per
privilegiare uno dei poli si semplifica sino al paradosso il secondo, la Persona.
Nel modello neo-liberista, per comodità di trattamento teorico e per ideologia, si negano le dimensioni
sociali ed emotive della Persona, riducendola ad un atomo individualista, spinto solo da un calcolo
razionale di perdita/ profitto («There is no such thing as society. There are individual men and women,
and there are families» 1987, attribuita a M.Teatcher, dove l’ultimo inciso sembra più che altro una
concessione allo spirito del suo elettorato legato alla famiglia).
Una ideologia neo-tech con una impronta similare, non solo negherebbe le medesime dimensioni
(socialità ed emotività), ma sminuirebbe progressivamente anche quella intellettivo - razionale, perché
sempre più emulabile delle macchine, a costi e difficoltà gestionali inferiori.
Per nostra fortuna, al momento sembra accadere l’esatto opposto. Nessuno si sogna (per il momento) di
proporre una ideologia neo-tech, con lo scopo di fare efficienza sullo svilimento di valore e dignità del
contributo umano al fare.
Un lavoro del 2003 di G .Marramao sulla globalizzazione (Rif.1) cerca di dimostrare come binomi
apparentemente in opposizione, in realtà si auto-producono e si rinforzano vicendevolmente. Nel caso
di Marramao, questa tesi veniva applicata ai due poli Globalizzazione/ Localizzazione, per proporre una
lettura che li integra entrambi in un unico processo ciclico di rinforzo e mutua influenza: la
Glocalizzazione.
Penso che qualcosa di simile stia accadendo per il binomio Tecnologia/ Persona. Da un lato, banalmente
l’uomo sviluppa le tecnologie e ne inventa gli impieghi al di là della loro pensata finalità iniziale.
Dall’altro, le tecnologie stesse dispiegano tutto il loro potenziale in termini di potenziamento ed efficacia
dell’azione umana (visto che completamente autonome non sono) solo se l’uomo stesso viene esaltato
4. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 4
in alcune delle sue capacità più caratteristiche e non condivise dalle macchine: Emozioni, Creatività e
Relazioni.
In questo breve ebook, non pretendo di dimostrare compiutamente questa tesi del mutuo rinforzo. Però
proverò a testarla in un caso specifico: le tecnologie di comunicazione e collaborazione a distanza che
hanno portato, da almeno un ventennio, allo sviluppo di quelle modalità di collaborazione fra piccoli
gruppi di persone distribuite geograficamente, note come Team Virtuali (TV).
In particolare, proverò a riflettere sul come queste tecnologie, e le modalità di lavoro che hanno
abilitato (i TV), hanno progressivamente migliorato la loro efficacia grazie ad una esaltazione di alcune
delle capacità più peculiari delle persone: sviluppare relazione e fiducia reciproca.
Sviluppo di capacità che si è rilevato necessario per tutti i componenti di un TV, ma soprattutto da parte
di chi, di volta in volta, ricopre un ruolo di leadership. In tal modo, in questi contesti si è generato un
diffuso emergere di uno stile di leadership che ha nelle capacità relazionali il suo punto di forza.
Questo trend sta convergendo con uno similare in ambiti organizzativi più estesi (che arriva a
coinvolgere intere aziende *) e che è uno dei fattori abilitanti di quelle forme di organizzazione meglio
note come Olocrazia (in modo più semplificatorio dette anche “Organizzazioni Senza Capi”) (Rif. 2, 3).
2. Distanza si dice in molti modi
Fin dalla fine degli anni 90, con l’introduzione delle tecnologie di comunicazione e collaborazione e col
loro utilizzo per organizzare il lavoro in team virtuali (TV), sono emersi tutta una serie di problemi
relazionali che limitavano l’efficacia di queste soluzioni organizzative.
La tecnologia prometteva numerosi vantaggi. Ad esempio:
riduzione costi (azzeramento delle trasferte, soprattutto quelle su lunga distanza),
maggiore efficienza nella gestione dei progetti (comunicazioni in sincrono senza limiti di spazio e
tempo, estrema focalizzazione sugli obiettivi, sui compiti),
incremento della flessibilità nell’utilizzo delle capacità dei collaboratori (es.: assemblaggio ad hoc dei
team sulla base delle risorse aziendali disponibili in tutto il mondo, rapido passaggio da un task al
successivo e possibilità di coinvolgimento su più progetti in time sharing)
Non solo col senno del poi, ma già ad un primo rapido esame del linguaggio con cui questi vantaggi
vengono descritti è evidente la tentazione di un approccio riduttivo (l’Uomo Macchina).
Il collaboratore come “plug-in di capacità on demand, per cui vengono azzerati tempi e costi di set up”:
la trasferta per incontrare gli altri plug-in,
l’attivazione e lo switching su e fra progetti o attività,
i tempi morti dello scambio di informazioni fra plug-in con tabelle di priorità disallineate (il progetto
comune non è detto che abbia la stessa priorità ne per le persone che vi partecipano ne per le loro
organizzazioni di appartenenza).
(*) Ne sono esempi: Gore (US), Morning Star (US), Patagonia (US), Cooperativa Monserrat (E), Buurtzorg (NL). Vedi Anche Rif.2
5. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 5
Le prime esperienze sul campo mostravano il limite di questo approccio e si scopriva (una sorpresa !?)
che i colleghi che partecipavano ad un TV basato su queste premesse non contribuivano a realizzare un
gruppo con una prestazione adeguata. Sembrava mancare loro la relazione personale, la fiducia
reciproca, la professionalità per contribuire al lavoro comune dispiegando tutte e con continuità le
capacità possedute.
Col tempo, è stata introdotta tutta una serie di miglioramenti nelle fasi di pianificazione, preparazione,
avvio e conduzione di queste organizzazioni. La maggioranza di questi interventi erano focalizzati sulla
relazione e sulla costruzione della fiducia. L’analisi delle esperienze di miglioramento, ha portato anche
ad affinare la nozione di “distanza”, fino allo schema riportato in Tabella 1 (Rif.4).
Tabella 1: La distanza è un concetto multidimensionale.
Per una descrizione dettagliata delle 11 dimensioni della Distanza si rimanda al Rif.4
Nel seguito vedremo che alcune di queste dimensioni sono state introdotte, o esaltate in modo
particolare rispetto al passato, dalle tecnologie di comunicazione/ condivisione. Le altre sono diventate
in ogni caso più rilevanti per la capacità dei TV di raggiungere gli obiettivi.
Questo fenomeno emergeva proprio perché veniva a mancare quel “contesto naturale di relazione
interpersonale”, costruzione graduale della fiducia, feedback non verbale, ecc. che invece proprio quelle
tecnologie neutralizzavano impedendo/ riducendo il contatto personale di prossimità.
In altri termini, la tecnologia portava a consapevolezza la necessità, progettando interventi e modalità,
di agire comportamenti che con organizzazioni del lavoro più tradizionali erano più trascurati. La
compresenza fisica permetteva di agirli inconsapevolmente, bene o male, potendo passare molto più
inosservati.
I modelli di leadership erano già da tempo evoluti per tenerne conto, ma nelle organizzazioni
tradizionali erano un’opzione, più che una necessità (malgrado tutte le dichiarazioni di principio e gli
investimenti in corsi di formazione fatti nei decenni precedenti), come invece accade nei TV efficaci.
6. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 6
3. La tecnologia muta organizzazioni e relazioni
La disponibilità di una nuova tecnologia, utilizzabile in ambito organizzativo, è utile proprio perché
cambia il funzionamento delle organizzazioni, rendendolo meno costoso e più veloce/ flessibile. A
questo punto la maggior parte delle analisi organizzative si arresta e passa alla fase di implementazione.
Solo successivamente ci si avvede di non aver finito i compiti. Il cambiamento del funzionamento delle
organizzazioni cambia anche ruoli, relazioni, compiti, competenze rilevanti, aspettative dei collaboratori.
In questo ambito, se ci sono interventi tempestivi, solitamente riguardano alcune competenze tecnico-
professionali ritenute prioritarie. Segue la gestione del cambio di ruolo/ posizione organizzativa.
Vengono rimandati ad un momento successivo, o non considerati per nulla, gli altri aspetti più
caratteristici del Collaboratore-Persona anziché del Contributore-Individuo:
come cambiano i compiti e come si evita che si generino confusione, conflitti ed inefficienza,
se si generano nuove aspettative (o paure) e come influiscono sulla motivazione a collaborare,
che ruolo giocano le relazioni interpersonali ,per rendere efficace e fluido il funzionamento reale
delle organizzazioni e la velocità e precisione con cui le attività avanzano verso l’obiettivo.
Prima di affrontare questi ultimi aspetti, estendiamo la Tabella 1 e vediamo in Tabella 2 le dimensioni
della distanza che vengono esaltate in modo particolare introducendo le tecnologie in esame (terza
colonna) e che tipologia di disfunzione queste dimensioni rischiano di attivare nel lavoro di team (quarta
colonna).
Tabella 2: Dimensioni esaltate/introdotte dalle tecnologie di comunicazione/ collaborazione.
Nota 1 - Non è imputabile al Rif.4 l’estensione della Tabella 1 qui mostrata.
Nota 2 - Nella quarta colonna sono evidenziati alcune delle principali carenze per cui si attiva una disfunzione nel team –
modello di P.Lencioni.
A mio parere sono quattro quelle più enfatizzate (“X” nella terza colonna). Anche le rimanenti fanno
sentire il loro peso, ma generavano un similare rischio di malfunzionamento anche per i “team in
presenza”). Due dimensioni emergono proprio a causa dell’uso delle tecnologie di comunicazione /
7. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 7
collaborazione: la distanza geografica e quella operativa data dal reale grado di disponibilità / affidabilità
delle tecnologie. Altre due vengono fortemente enfatizzate: quella temporale e quella operativa dovuta
al multi tasking, in cui la maggioranza di noi è immersa.
Un breve commento su ciascuna di esse. Prima dell’uso di queste tecnologie nei TV, la distanza
geografica veniva neutralizzata tramite le trasferte che facevano convergere i partecipanti in uno stesso
luogo. Naturalmente anche la disponibilità tecnologica era molto meno critica: un proiettore o un pc
non funzionanti venivano più rapidamente sostituiti .
La distanza temporale agiva anche prima, ma l’effetto era solo quello di un ritardo nella risposta (flussi
asincroni di informazioni, ad esempio tramite mail). Oggi si azzera il tempo di risposta, ma si
introducono effetti di disturbo molto più personali. Ad esempio l’essere coinvolti in attività di lavoro nel
tempo di pausa o di vita (a causa di un eccessiva differenza di fuso orario, oppure nel caso di part time
per uno o più dei partecipanti, ecc).
Anche il multi tasking era presente prima. Però il suo effetto di disturbo poteva essere neutralizzato
almeno durante la riunione (quelle in presenza di solito hanno luogo in sale riunioni riservate, in cui
ognuno è lontano dalla sua postazione). Coi TV, ogni partecipante raramente ha a disposizione salette
da utilizzare per isolarsi ed è costretto alla sua postazione normale. Quindi è più facilmente preda di
interruzioni da altri task in cui è coinvolto. Inoltre, in genere si lavora in open space per cui si aggiungono
le distrazioni ed i disturbi dalle attività di sottofondo. Ne risulta una facile perdita di concentrazione e di
informazioni (tanto più se la discussione nel TV è in un’altra lingua).
Questi inconvenienti nella comunicazione, tramite i disturbi, i nervosismi, le perdite di informazioni ecc.
generano equivoci ed incomprensioni fra i partecipanti ai TV, minando alla base la costruzione delle
relazioni, la fiducia reciproca, la costruzione di una comune visione. Viene a mancare una comunanza di
intenti e la fiducia nella comune capacità di raggiungere gli obiettivi. La collaborazione e la motivazione
divengono scarsi e non si realizza un adeguato ingaggio delle capacità e dell’iniziativa personali di ogni
partecipante.
4. Chi si fa carico delle relazioni? Una Leadership diversa
Quanto visto sino ad ora, pone una esplicita domanda su chi/come si deve fare carico del problema del
rischio di degrado delle relazioni in un TV, e tramite la gestione di questo tipo di rischio della sua
capacità complessiva di raggiungere gli obiettivi.
E’ un fattore di rischio chiave per il risultato atteso (Key Risk). Come il più tradizionale fattore della
disponibilità di risorse (persone in numero e competenza adeguate al task, investimenti in beni e
attrezzature, ecc.). Pertanto è del tutto naturale attribuirne la responsabilità al leader del team (nei
team di progetto il PM), il cui compito a questo punto diviene anche quello di valutare per il team nel
suo complesso e per ognuno dei partecipanti, i possibili impatti di ciascuna delle 11 dimensioni della
distanza (Tabella 1).
Per ogni dimensione, deve valutare il rischio medio per il team e se c’è una esposizione particolare per
qualcuno dei partecipanti. Ogni rischio individuato va gestito, prevedendo azioni di mitigazione,
pianificandole ed attuandole sistematicamente. I risultati vanno monitorati con continuità. Azioni
correttive di emergenza vanno attuate tempestivamente, al primo segnale di imprevisti. Tutto questo
8. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 8
richiede una attenzione continua alla qualità della relazione, al clima di fiducia ed al livello di impegno di
ogni partecipante.
Se una stima degli oneri di gestione delle relazioni per un manager in team tradizionali (“in presenza”)
può oscillare fra il 5 ed il 10% del suo tempo di lavoro, è facile rendersi conto di come questo onere può
facilmente arrivare sino al 50% (ed oltre) del tempo dedicato ad un TV. Questo “profilo della job” è
completamente diverso dal passato e porta a dover esprimere una leadership completamente diversa.
Tuttavia, neppure questo può bastare, soprattutto nel caso in cui il TV operi con occasioni di “incontro”
(riunioni a distanza) diradate nel tempo ed i suoi obiettivi siano debolmente correlati con quelli delle
organizzazioni in cui la maggioranza dei suoi membri è normalmente inserita. Come avvicinarsi a quella
sensazione di consuetudine e vicinanza nel quotidiano che rende “team un team”, colleghi con una
comune visione, reciprocamente fiduciosi, ecc.?
Può essere necessario che si affianchi un secondo livello di gestione delle relazioni, più di tipo peer-to-
peer, fra i vari membri del TV ed il cui scopo, oltre allo scambio di informazioni, visioni ed aiuto fra una
riunione e la successiva, è quella di “non lasciare nessuno da solo” cioè isolato rispetto alla community
d’intenti e scopo (per quanto virtuale) che è necessario creare e portare al risultato.
Questa dinamica orizzontale di ascolto e mutuo aiuto, inevitabilmente porta ad emergere altre
leadership. Ad esempio quelle dei donatori, dei mentori, della competenza. Se questa rete di relazioni
orizzontali funziona, i leader formali del gruppo da un lato ne trarranno vantaggio (alleggerendo i loro
oneri sulla dimensione relazionale).
Dall’altro, dovranno imparare a confrontarsi con leadership multiple, sebbene specializzate, e dinamiche
nel tempo. Senza sentirsi sminuiti nel ruolo, anzi sapendo fare leve su queste capacità emergenti per
ottenere un TV in grado di fornire prestazioni ancora migliori. Insomma, oltre che leader relazionali,
anche “leader di leader”. Anzi, vista la ristrettezza del gruppo: “leader fra leader”, in cui un eventuale
primato va continuamente guadagnato sul campo.
Leadership diffusa, Leadership relazionale, Leadership aperta: siamo arrivati ben lontani dagli approcci
comando/ controllo, o al più paternalistici, ancora così diffusi in moltissime organizzazioni. Così come da
una visione delle organizzazioni in cui i collaboratori sono percepiti come poco autonomi e capaci.
5. Postfazione. Tecnologia/ Persona Tecnopersona
La tecnologia favorisce modi di lavorare diversi e più efficienti. Quindi: cambia l’organizzazione.
La nuova organizzazione a sua volta fa emergere inefficienze ci rendono più consapevoli di problemi, in
genere già sperimentati in altri contesti, sul lato dell’agire umano.
Questi ultimi, proprio a causa dei vincoli della tecnologia disponibile, pretendono soluzioni diverse da
quelle a cui siamo abituati. Alcune di queste soluzioni hanno impatto sui ruoli, sulle professioni, sui
comportamenti organizzativi.
Al limite, la necessità di risolverli, in toto o in parte, farà rimettere mano alle tecnologie ed il ciclo si
ripeterà (Figura 1), ma più in generale la tecnologia porta l’attenzione su dimensioni dell’essere e
9. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 9
dell’agire delle persone prima magari trascurate, ma ora essenziali per l’uso efficace della tecnologia. La
tecnologia porta l’attenzione sulla Persona che va curata/ rispettata nei suoi bisogni per fruire dei
vantaggi promessi dalla tecnologia.
Non a caso, l’osservatorio sull’innovazione tecnologica del Poli MI (Rif.8), focalizza la sua ricerca e la sua
offerta formativa anche su un’area di competenze digitali trasversali, a professioni ruoli e funzioni, che
definisce: Soft Digital Skill.
Mentre, dal suo ultimo sondaggio presso gli HRD, emerge che tra le loro priorità 2017 ci sono anche:
Creazione di competenze ed una cultura digitale (45% dei partecipanti); Nuovi modelli culturali e di
leadership (36%).
Figura 1 – Tecnologia e Persona. Un ciclo di integrazione
La rete di influenze fra i vari elementi in Figura 1 è semplificata: nella realtà quotidiana, ognuno di essi
influisce con intensità variabile con quasi tutti gli altri. Ho introdotto anche un ciclo semplificato che
rappresenta gli utilizzi delle medesime tecnologie esterni alle organizzazioni, per ricordare quanto
diventino sempre più importanti per i funzionamenti aziendali le “user experience” esterne.
Fra i mille casi, basti ricordare:
l’influenza orizzontale, fra settori diversi, della customer experience;
la trasparenza organizzativa alla opinione pubblica, grazie alle varie tipologie di social, con le sue
conseguenze di mutamento delle strategie di marketing e brand protection, di maggiore attenzione
a taluni processi di interfaccia come la selezione delle risorse (candidati, fornitori, partner, materie
prime, processi, …), ecc.
10. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 10
L’innovazione tecnologica di fatto fa raggiungere due scopi. Il primo, è di rendere disponibili possibilità
prima non accessibili all’uomo in alcuno modo (prima di introdurre la “barca” l’uomo poteva percorrere
solo brevi distanze tramite le vie d’acqua, date dal limite fisiologico delle sue energie).
Il secondo è quello di rendere più efficienti attività già realizzate dall’uomo in precedenza. In questo
secondo caso, l’effetto sulle attività rese più efficienti è sempre duplice: 1) ridurre, se non eliminare del
tutto, il numero di persone che vi partecipano; 2) mutare in modo più o meno ampio la tipologia di
contributo delle persone che vi rimangono coinvolte, col suo corredo di cambio dei compiti, delle
competenze, dei ruoli, ecc.
Sino ad oggi, sul lungo termine sono state recuperate le riduzioni di occupazione generate dalla
maggiore efficienza nel breve termine (il gap temporale fra effetti di breve e recupero di lungo termine,
sono stati trattati come “costi sociali” del cambiamento). Tuttavia, si è ancora ben lontani dall’aver
dimostrato che questo effetto di bilanciamento oneroso dei cambiamenti è un automatismo: ogni volta
sarà verificabile solo ex post.
Quindi, se l’uomo non viene escluso dalla sua creazione, come del resto è accaduto fin dagli albori della
nostra specie, si avrà sempre a che fare con una Tecnopersona, una persona che aumenta le sue
capacità grazie agli strumenti che inventa nel rispetto di ciò che l’evoluzione l’ha portata ad essere.
Viceversa, come abbiamo accennato nell’introduzione e come è intrinseco in ogni processo che
persegue una maggiore efficienza, esiste il rischio di una polarizzazione “Tecnologia contro le Persone”.
Ma questo può accadere solo per una precisa scelta dell’uomo stesso. Ad esempio segregando in
maniera netta chi trae profitto dai vantaggi tecnologici da chi ne ricava principalmente o solo svantaggi .
Sarebbe il caso in cui il costo del mancato adattamento Persone-Tecnologia viene completamente
ribaltato sul primo polo, imponendo un surplus di oneri e sofferenze (vedi ad esempio: Rif.6 sulla
seconda rivoluzione industriale a Londra).
Nel breve termine, come sarebbe successo se l’inadeguato funzionamento dei TV, anziché ad una
revisione del ruolo di leader e ad una maggior importanza nella cura delle relazioni, portasse a dure
sanzioni nei confronti dei partecipanti.
Nel lungo termine, come potrebbe succedere se una eventuale disoccupazione strutturale causata dagli
impatti tecnologici fosse considerata solo un problema degli individui, al limite da fronteggiare con
sistemi repressivi e detentivi. Non è un’idea balzana: a partire dal 600, in parallelo al trend di
accentramento delle monarchie, in diversi paesi europei l’indigenza cominciava ad essere gestita in
questo modo (vedi ad esempio: Rif.7).
Un tema distributivo. Ancora una volta non solo dei ricavi economici, ma anche del benessere in senso
lato. Benessere che deriva da una vita attiva, che permette ad ognuno di realizzarsi secondo le sue
capacità, senza dover impegnare tutte le proprie risorse nella sola lotta per la sopravvivenza ad ogni
giorno.
L’innovazione tecnologica offre, ancora una volta, l’opportunità di riflettere sulle peculiarità dell’umano.
Rimane, come sempre, all’uomo se accettare il suggerimento o usare la tecnologia per calpestare i nuovi
deboli ed insistere con la costruzione dell’uomo-nuovo che non esiste: individuo, pura-ragione,
efficienza.
11. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 11
6. Riferimenti minimi
Rif. 1 “Passaggio ad Occidente – Filisofia e Globalizzazione”, G.Marramao, 2003, Boringhieri
Rif. 2 “Il futuro del management”, Gary Hamel, Harvard Business School Press/ ETAS, 2007
Rif.3 “Open leadership manifesto”: http://www.openleadership.it/
Rif.4 “Uniting the Virtual Workforce”, K.Sobel Lojeski, RR Reilly, 2008, Wiley & Sons
Rif.5 “Mastering Virtual Teams”, DL Duarte, N. Tennant Snyder, 2006, Wiley & Sons
Rif.6 “Il popolo dell’abisso”, Jack London (1902), 2001, Alice ed.
Rif.7 “La rébellion francaise – 1661/ 1789”, J.Nicolas, 2008, Gallimard
[in particolare il paragrafo: “Les depots de mendicité”, pg 570]
Rif.8 www.osservatori.net
[piattaforma multicanale dell’Osservatorio sulla Innovazione Ditale del Poli MI: rapporti, webinar, formazione ecc.]
12. E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” Domenico Famà
E.book – Trasformazione digitale e “Persone al Centro” – Giugno 2017 12
L’autore
Domenico Famà è HR Business Partner dal 2004 ed ha ricoperto questo ruolo in diverse aziende
multinazionali, dopo aver cominciato a lavorare nella funzione HR nel 2000. In precedenza ha svolto
attività tecniche, dopo una laurea in Fisica all’Università di Pisa nel 1986.
Domenico è un utente appassionato di social networks, di cui cerca di esplorare le potenzialità,
compatibilmente coi limiti di tempo di una vita sola.
Appassionato dei temi del lavoro nelle organizzazioni e nella società, cerca di seguire affannosamente la
sua evoluzione sempre più veloce. In particolare dedicandosi ad alcune tematiche: etica ed innovazione
della cultura manageriale; inclusione delle diversità e relazioni interculturali; auto-orientamento nelle
transizioni di vita-lavoro.
Con lo scopo di diffondere una cultura manageriale innovativa ed etica, supporta attivamente alcune
associazioni no profit, ad esempio l’European Foundation for Quality Management: www.efqm.org, per
cui svolge opera volontaria di Assessor per le aziende che desiderano impegnarsi in un percorso per
l’Eccellenza.
Sulle tematiche dell’inclusione delle differenze e delle relazioni interculturali, interviene volentieri ad
incontri e seminari ed ha pubblicato, con A.Cilona, il capitolo sulla gestione della Diversity (“Diversity:
Prospettive e Criticità”) in “Persone, Organizzazioni e Lavoro”, Franco Angeli 2009, curato dal Prof. A
Cocozza della LUISS.
In tema di orientamento nelle transizioni di vita-carriera, per giovani in fase di inserimento nel mondo
del lavoro o per profili più senior, ha spesso collaborato in partnership con Fondazioni come quelle di
Adecco o ATM, nell’ambito delle attività di Citizenship delle aziende in cui lavora.
Coltiva (nel senso più proprio del termine) un sogno: avviare una attività di trasformazione
agroalimentare, sviluppando un piccolo fondo di proprietà seguendo criteri di sostenibilità (ambientale,
sociale), di biodiversità (salvaguardia di specie native), di innovazione tecnologica (micro agricoltura) e
di accoglienza di eccellenza, dando corpo nel suo piccolo al detto “dalle stelle alle stalle” (dalla fisica
all’agricoltura)