È stato diffuso lo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario” (lo si rende disponibile in allegato).
Il giudizio complessivo è positivo, anche se per alcuni passaggi si intravede la necessità di un ulteriore sforzo di approfondimento e chiarificazione.
Il decreto intende chiudere quel percorso di riforma che si è aperto anni fa con il D. Lgs. n. 56-2000 (il cosiddetto “Giarda”), e che è stato portato avanti, attraverso difficoltà di varia natura, con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 e la Legge n. 42-2009 sull’attuazione dell’articolo 119 della stessa Costituzione, passando per le varie edizioni del Patto per la Salute.
Le innovazioni di maggior rilievo appaiono due:
1. la saldatura macrofinanziaria tra il totale delle risorse dedicabili a finanziamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i Lea) e la capacità di stanziamento alla luce delle vincolo complessivo di finanza pubblica;
2. il ricorso, per la standardizzazione, al confronto dei livelli di efficienza e di appropriatezza su macrocapitoli di prestazioni/spesa.
Si presenta, in allegato, un commento ragionato ai diversi articoli dello schema di decreto con, in evidenza, gli snodi che appaiono ancora problematici.
Nc Salerno, Federalismo e Perequazione infrastrutturale (commento allo schema...Nicola_C_Salerno
Allego un mio brevissimo commento allo schema di decreto sulla perequazione infrastrutturale.
Mettere in evidenza criticità e incompletezze serve a sostenere il dibattito e a farsi trovare pronti alla riscrittura e al completamento delle norme. Il decreto sulla perequazione delle infrastrutture presenta, allo stato attuale della bozza, alcuni aspetti critici che può essere utile sottolineare. Elenco quattro snodi, di cui uno, quello sulla “confusione” tra asset pubblici e asset privati, vedrei di particolare rilievo per la sanità.
Data: 12 Febbraio 2011
Il decreto sugli standard in sanità - Il punto sul dibattito e sull\'iter nor...Nicola_C_Salerno
Se ne riparlerà dopo il voto di fiducia del 14 Dicembre. Così ha stabilito la Conferenza delle Regioni del 9 Dicembre 2010.
In attesa, questo documento CeRM fa il punto sullo stato dell’arte della discussione.
Sullo sfondo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri, si passano al vaglio le proposte di variazione/integrazione pervenute nei giorni scorsi dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato (documento bipartizan "Cosentino-Calabrò") e dalla Conferenza delle Regioni. Entrambi questi documenti sono riproposti in allegato.
Alcune cose sono condivisibili; altre proposte aprono criticità che andrebbero discusse; altre ancora appaiono irricevibili se non si vuol del tutto snaturare la riforma del finanziamento della sanità.
Il Sommario della Short Note contiene un riepilogo delle considerazioni che il CeRM ha maturato sulle posizioni del Senato e della Conferenza delle Regioni in merito al decreto sulla standardizzazione in sanità.
DATA = 10 Dicembre 2010
Presentazione di Nicola Salerno a Simposio AFI, Rimini, 10 Giugno 2011Nicola_C_Salerno
Il giorno 14 Giugno 2011, a Rimini, Nicola C. Salerno rappresenta il CeRM al Simposio AFI - Associazione Farmaceutici Industria. Nel suo intervento, Salerno descrive le argomentazioni e le posizioni maturate nel corso del lavori CeRM sulla trasformazione federalista e sulla standardizzazione dei fabbisogni sanitari. Come si collocherà la governance della farmaceutica nel nuovo assetto federalista? In occasione del convegno, saranno rese disponibili le slide dell\'intervento.
L’integrazione pubblico-privato nel finanziamento della sanità e dell’assiste...Nicola_C_Salerno
Il Quaderno contiene una dettagliata ricostruzione dell’evoluzione del quadro normativo relativo agli strumenti di copertura della spesa privata per sanità e assistenza alla persona: dall’out-of-pocket, ai fondi sanitari vecchi e nuovi, alle società di mutuo soccorso, alle assicurazioni.
Le conclusioni si svolgono attorno a tre questioni su cui si vorrebbe sollecitare il dibattito:
(1) L’introduzione di fondi welfare, che perseguono nel contempo finalità previdenziali sia in ambito pensionistico che sanitario;
(2) La razionalizzazione della fiscalità agevolata, facendo perno sullo schema della detrazione “a piramide”;
(3) La distinzione “doc” / “non doc” di cui si stanno, forse, sottovalutando alcune problematicità, attuali e prospettiche.
Assieme al Quaderno (liberamente scaricabile su www.cermlab.it), si rendono disponibili le slide della presentazione sullo stesso tema tenuta da in Ania il 16 Giugno 2010. Queste slide sono utili anche per una visione sintetica dei contenuti del Quaderno.
Riparto del Fsn 2011: Il gioco è valso la candela? (21 Aprile 2011, Cerm)Nicola_C_Salerno
Le previsioni fatte da CeRM nei giorni scorsi sembrano esser state lungimiranti. Ieri (20 Aprile 2011)la Conferenza Stato-Regioni ha espresso consenso sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2011. Sono stati suddivisi tra le Regioni 104,867 miliardi di Euro come risorse non vincolate, oltre a 1,6 miliardi di Euro come risorse vincolate agli obiettivi di Piano Sanitario 2011.
Nell’ultima Tavola in allegato (pagina 6) si descrive il confronto tra le quote (%) concordate per il riparto delle risorse complessive (non vincolate e vincolate), e le quote che sarebbero emerse se si fossero utilizzati, come pesi per il riparto, i rapporti di fabbisogno pro-capite per fascia di età rilevabili nelle Regioni benchmark.
Le differenze tra le quote spettanti alle varie Regioni (19 Regioni più 2 Province Autonome) appaiono molto contenute. Addirittura, dieci differenze restano nell’ordine di centesimi di punto percentuale, con tre Regioni (Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto) che di fatto non vedono nessun cambiamento nelle loro quote di riparto. La differenza massima è quella della Campania, con un miglioramento di 0,76 p.p., seguita dalla Toscana, con un peggioramento di 0,34 p.p.. I rimanenti nove scarti sono, in valore assoluto, al di sotto dei tre decimi di punto percentuale.
La domanda è quella già proposta nei giorni scorsi: “Il gioco è valso la candela?”. Mesi di interazione tra Regioni, faticosa, costosa, per molti versi anche non perfettamente trasparente, sostituibili con una regola di riparto codificata ex-ante, chiara e che, oltre alla proprietà di efficienza che le deriva dal benchmarking, mette in atto una strutturale perequazione tra territori. Questa qualità redistributiva è già stata commentata in vari lavori CeRM (l’ultimo segnalato in nota in calce) e, adesso, trova conferma nei valori sui quali si è assestato l’equilibrio tra le diverse esigenze delle varie Regioni.
Questa regola potrebbe essere adottata subito e mantenuta nel medio periodo (con manutenzione ordinaria ogni 5-7 anni); e gli sforzi di Stato e Regioni concentrati sulla perequazione infrastrutturale, sul riassorbimento dei gap di efficienza di gestione corrente, e sul rientro dalle posizioni debitorie esistenti nei Ssr.
21 Aprile 2011
Prezzi di Benzina e Gasolio: l\'Anomalia dell\'Italia e Cinque Proposte di Po...Nicola_C_Salerno
Con i nuovi picchi di benzina e gasolio per autotrazione, torna a riaccendersi il dibattito su quale sia l\'effettiva posizione dell\'Italia nel confronto internazionale, e quali passi intraprendere per migliorare il sistema di approvvigionamento e distribuzione dei carburanti.
In allegato, si propone un confronto Italia vs. Europa su dati mutuati dal sito dell\'Unione Petrolifera e di fonte DG Energy della Commissione Europea (cfr. anche all\'interno della rubrica "Grafici e Schede per Capire").
Benzina verde a gasolio costano di più in Italia, sia rispetto all\'Ue-15 che rispetto all\'Europa allargata.
MA DOVE NASCE LO "STACCO" ITALIA?
Rispetto all\'Europa allargata, lo stacco deriva in primo luogo dal prezzo industria (il prezzo alla pompa, al netto delle componenti fiscali). Nelle rilevazioni del 1° di Marzo 2011 (le più recenti disponibili per la comparazione internazionale) il prezzo industria sovrasta la media Ue di oltre 6 centesimi di Euro/litro per la benzina, e di oltre 4 centesimi per il gasolio.
Rispetto all\'Ue-15, invece, lo stacco origina esclusivamente nel prezzo industria, dal momento la componente fiscale (accise e Iva) è inferiore alla media di quasi 4 centesimi di Euro/litro per la benzina, e di oltre 3 centesimi per il gasolio.
Il maggior costo dei carburanti per autotrazione non è da imputare al peso della fiscalità, ma ai margini di ricavo richiesti dalla filiera, dal produttore, al grossista, al distributore al dettaglio.
Due domande:
Quanto pesa questo stacco sui bilanci delle famiglie, sulle imprese e sullo sviluppo?
Come mai sul sito di Eurostat (parte public domain) non sono più disponibili, come solo qualche mese fa, le serie storiche dei prezzi dei carburanti per autotrazione, con spaccato per la parte industria e la parte fiscale, e sia in Euro nominali che in Euro corretti per la PPP?
Sulla base di quei dati Eurostat, CeRM ha già proposto tempo fa una riflessione sull\'andamento dei prezzi dei carburanti, in prospettiva comparata internazionale. Il documento di allora viene riproposto allegato in calce.
Emergeva la stessa evidenza rinvenibile nei dati giornalieri del 1° di Maggio 2011.
LE CINQUE PROPOSTE DI POLICY che allora si sono lanciate al dibattito conservano tutt\'affatto la loro validità, e potrebbero entrare a far parte di quell’agenda di riforme strutturali "a costo zero" cui il Programma Nazionale delle Riforme affida il rilancio dell\'economia e del Paese:
In primo luogo, alleggerire i vincoli amministrativi sull’apertura dei punti vendita e sui comportamenti dei distributori al dettaglio (delle pompe di rifornimento), mantenendo solo quelli effettivamente necessari a perseguire l’interesse generale. In particolare, il contingentamento numerico dovrebbe capovolgersi in un obiettivo di copertura territoriale minima;
Poi, migliorare la compatibilità tra la normativa che presiede alla distribuzione dei carburanti e quella riguardante la GDO (a cominciare dagli orari di servizio), per dare impulso alla penetrazione della GDO nel mercato;
Quindi rafforzare (lungo il tracciato già imboccato dall’articolo 5 del D. Lgs. n. 32 dell’11 Febbraio 2008) le previsioni normative che obblighino le società petrolifere e i titolari dei servizi di logistica (nella maggior parte dei casi de facto coincidenti) a riservare a distributori non verticalmente integrati (la GDO o le cosiddette “pompe bianche”) una quota del prodotto raffinato e della capacità di approvvigionamento. L’esperienza insegna che schemi di product/service release non sono semplici da disegnare e da far funzionare (contrastano con gli incentivi individuali), ma proprio su questo fronte potrebbe risultare doppiamente utile l’impegno della GDO e lo sviluppo di catene distributori al dettaglio di massa tale da avere sufficiente potere contrattuale o addirittura da affacciarsi sui mercati internazionali, anch
Si solleva una criticità, a prima vista di secondà ordine rispetto ad altri snodi più evidenti della trasformazione federalista, ma dalla quale potrebbero scaturire non poche complicazioni. Si tratta del disallineamento, ad oggi possibile, tra residenza formale e residenza di fatto. Tale disallineamento può diventare motivo di confusione nella finanza pubblica federalista (sia dal lato delle spese); oltre ad indebolire, sotto molteplici punti di vista, proprio quel legame tra cittadino,comunit di appartenenza e governanti/amministratori, che la trasformazione federalista vorrebbe, invece, rafforzare. La residenza è il rapporto giuridico primo che collega il cittadino alla sua comunità: una normativa chiara e inderogabile e una anagrafica sempre aggiornata appaiono condizioni necessarie.
Nc Salerno, Federalismo e Perequazione infrastrutturale (commento allo schema...Nicola_C_Salerno
Allego un mio brevissimo commento allo schema di decreto sulla perequazione infrastrutturale.
Mettere in evidenza criticità e incompletezze serve a sostenere il dibattito e a farsi trovare pronti alla riscrittura e al completamento delle norme. Il decreto sulla perequazione delle infrastrutture presenta, allo stato attuale della bozza, alcuni aspetti critici che può essere utile sottolineare. Elenco quattro snodi, di cui uno, quello sulla “confusione” tra asset pubblici e asset privati, vedrei di particolare rilievo per la sanità.
Data: 12 Febbraio 2011
Il decreto sugli standard in sanità - Il punto sul dibattito e sull\'iter nor...Nicola_C_Salerno
Se ne riparlerà dopo il voto di fiducia del 14 Dicembre. Così ha stabilito la Conferenza delle Regioni del 9 Dicembre 2010.
In attesa, questo documento CeRM fa il punto sullo stato dell’arte della discussione.
Sullo sfondo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri, si passano al vaglio le proposte di variazione/integrazione pervenute nei giorni scorsi dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato (documento bipartizan "Cosentino-Calabrò") e dalla Conferenza delle Regioni. Entrambi questi documenti sono riproposti in allegato.
Alcune cose sono condivisibili; altre proposte aprono criticità che andrebbero discusse; altre ancora appaiono irricevibili se non si vuol del tutto snaturare la riforma del finanziamento della sanità.
Il Sommario della Short Note contiene un riepilogo delle considerazioni che il CeRM ha maturato sulle posizioni del Senato e della Conferenza delle Regioni in merito al decreto sulla standardizzazione in sanità.
DATA = 10 Dicembre 2010
Presentazione di Nicola Salerno a Simposio AFI, Rimini, 10 Giugno 2011Nicola_C_Salerno
Il giorno 14 Giugno 2011, a Rimini, Nicola C. Salerno rappresenta il CeRM al Simposio AFI - Associazione Farmaceutici Industria. Nel suo intervento, Salerno descrive le argomentazioni e le posizioni maturate nel corso del lavori CeRM sulla trasformazione federalista e sulla standardizzazione dei fabbisogni sanitari. Come si collocherà la governance della farmaceutica nel nuovo assetto federalista? In occasione del convegno, saranno rese disponibili le slide dell\'intervento.
L’integrazione pubblico-privato nel finanziamento della sanità e dell’assiste...Nicola_C_Salerno
Il Quaderno contiene una dettagliata ricostruzione dell’evoluzione del quadro normativo relativo agli strumenti di copertura della spesa privata per sanità e assistenza alla persona: dall’out-of-pocket, ai fondi sanitari vecchi e nuovi, alle società di mutuo soccorso, alle assicurazioni.
Le conclusioni si svolgono attorno a tre questioni su cui si vorrebbe sollecitare il dibattito:
(1) L’introduzione di fondi welfare, che perseguono nel contempo finalità previdenziali sia in ambito pensionistico che sanitario;
(2) La razionalizzazione della fiscalità agevolata, facendo perno sullo schema della detrazione “a piramide”;
(3) La distinzione “doc” / “non doc” di cui si stanno, forse, sottovalutando alcune problematicità, attuali e prospettiche.
Assieme al Quaderno (liberamente scaricabile su www.cermlab.it), si rendono disponibili le slide della presentazione sullo stesso tema tenuta da in Ania il 16 Giugno 2010. Queste slide sono utili anche per una visione sintetica dei contenuti del Quaderno.
Riparto del Fsn 2011: Il gioco è valso la candela? (21 Aprile 2011, Cerm)Nicola_C_Salerno
Le previsioni fatte da CeRM nei giorni scorsi sembrano esser state lungimiranti. Ieri (20 Aprile 2011)la Conferenza Stato-Regioni ha espresso consenso sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale per il 2011. Sono stati suddivisi tra le Regioni 104,867 miliardi di Euro come risorse non vincolate, oltre a 1,6 miliardi di Euro come risorse vincolate agli obiettivi di Piano Sanitario 2011.
Nell’ultima Tavola in allegato (pagina 6) si descrive il confronto tra le quote (%) concordate per il riparto delle risorse complessive (non vincolate e vincolate), e le quote che sarebbero emerse se si fossero utilizzati, come pesi per il riparto, i rapporti di fabbisogno pro-capite per fascia di età rilevabili nelle Regioni benchmark.
Le differenze tra le quote spettanti alle varie Regioni (19 Regioni più 2 Province Autonome) appaiono molto contenute. Addirittura, dieci differenze restano nell’ordine di centesimi di punto percentuale, con tre Regioni (Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto) che di fatto non vedono nessun cambiamento nelle loro quote di riparto. La differenza massima è quella della Campania, con un miglioramento di 0,76 p.p., seguita dalla Toscana, con un peggioramento di 0,34 p.p.. I rimanenti nove scarti sono, in valore assoluto, al di sotto dei tre decimi di punto percentuale.
La domanda è quella già proposta nei giorni scorsi: “Il gioco è valso la candela?”. Mesi di interazione tra Regioni, faticosa, costosa, per molti versi anche non perfettamente trasparente, sostituibili con una regola di riparto codificata ex-ante, chiara e che, oltre alla proprietà di efficienza che le deriva dal benchmarking, mette in atto una strutturale perequazione tra territori. Questa qualità redistributiva è già stata commentata in vari lavori CeRM (l’ultimo segnalato in nota in calce) e, adesso, trova conferma nei valori sui quali si è assestato l’equilibrio tra le diverse esigenze delle varie Regioni.
Questa regola potrebbe essere adottata subito e mantenuta nel medio periodo (con manutenzione ordinaria ogni 5-7 anni); e gli sforzi di Stato e Regioni concentrati sulla perequazione infrastrutturale, sul riassorbimento dei gap di efficienza di gestione corrente, e sul rientro dalle posizioni debitorie esistenti nei Ssr.
21 Aprile 2011
Prezzi di Benzina e Gasolio: l\'Anomalia dell\'Italia e Cinque Proposte di Po...Nicola_C_Salerno
Con i nuovi picchi di benzina e gasolio per autotrazione, torna a riaccendersi il dibattito su quale sia l\'effettiva posizione dell\'Italia nel confronto internazionale, e quali passi intraprendere per migliorare il sistema di approvvigionamento e distribuzione dei carburanti.
In allegato, si propone un confronto Italia vs. Europa su dati mutuati dal sito dell\'Unione Petrolifera e di fonte DG Energy della Commissione Europea (cfr. anche all\'interno della rubrica "Grafici e Schede per Capire").
Benzina verde a gasolio costano di più in Italia, sia rispetto all\'Ue-15 che rispetto all\'Europa allargata.
MA DOVE NASCE LO "STACCO" ITALIA?
Rispetto all\'Europa allargata, lo stacco deriva in primo luogo dal prezzo industria (il prezzo alla pompa, al netto delle componenti fiscali). Nelle rilevazioni del 1° di Marzo 2011 (le più recenti disponibili per la comparazione internazionale) il prezzo industria sovrasta la media Ue di oltre 6 centesimi di Euro/litro per la benzina, e di oltre 4 centesimi per il gasolio.
Rispetto all\'Ue-15, invece, lo stacco origina esclusivamente nel prezzo industria, dal momento la componente fiscale (accise e Iva) è inferiore alla media di quasi 4 centesimi di Euro/litro per la benzina, e di oltre 3 centesimi per il gasolio.
Il maggior costo dei carburanti per autotrazione non è da imputare al peso della fiscalità, ma ai margini di ricavo richiesti dalla filiera, dal produttore, al grossista, al distributore al dettaglio.
Due domande:
Quanto pesa questo stacco sui bilanci delle famiglie, sulle imprese e sullo sviluppo?
Come mai sul sito di Eurostat (parte public domain) non sono più disponibili, come solo qualche mese fa, le serie storiche dei prezzi dei carburanti per autotrazione, con spaccato per la parte industria e la parte fiscale, e sia in Euro nominali che in Euro corretti per la PPP?
Sulla base di quei dati Eurostat, CeRM ha già proposto tempo fa una riflessione sull\'andamento dei prezzi dei carburanti, in prospettiva comparata internazionale. Il documento di allora viene riproposto allegato in calce.
Emergeva la stessa evidenza rinvenibile nei dati giornalieri del 1° di Maggio 2011.
LE CINQUE PROPOSTE DI POLICY che allora si sono lanciate al dibattito conservano tutt\'affatto la loro validità, e potrebbero entrare a far parte di quell’agenda di riforme strutturali "a costo zero" cui il Programma Nazionale delle Riforme affida il rilancio dell\'economia e del Paese:
In primo luogo, alleggerire i vincoli amministrativi sull’apertura dei punti vendita e sui comportamenti dei distributori al dettaglio (delle pompe di rifornimento), mantenendo solo quelli effettivamente necessari a perseguire l’interesse generale. In particolare, il contingentamento numerico dovrebbe capovolgersi in un obiettivo di copertura territoriale minima;
Poi, migliorare la compatibilità tra la normativa che presiede alla distribuzione dei carburanti e quella riguardante la GDO (a cominciare dagli orari di servizio), per dare impulso alla penetrazione della GDO nel mercato;
Quindi rafforzare (lungo il tracciato già imboccato dall’articolo 5 del D. Lgs. n. 32 dell’11 Febbraio 2008) le previsioni normative che obblighino le società petrolifere e i titolari dei servizi di logistica (nella maggior parte dei casi de facto coincidenti) a riservare a distributori non verticalmente integrati (la GDO o le cosiddette “pompe bianche”) una quota del prodotto raffinato e della capacità di approvvigionamento. L’esperienza insegna che schemi di product/service release non sono semplici da disegnare e da far funzionare (contrastano con gli incentivi individuali), ma proprio su questo fronte potrebbe risultare doppiamente utile l’impegno della GDO e lo sviluppo di catene distributori al dettaglio di massa tale da avere sufficiente potere contrattuale o addirittura da affacciarsi sui mercati internazionali, anch
Si solleva una criticità, a prima vista di secondà ordine rispetto ad altri snodi più evidenti della trasformazione federalista, ma dalla quale potrebbero scaturire non poche complicazioni. Si tratta del disallineamento, ad oggi possibile, tra residenza formale e residenza di fatto. Tale disallineamento può diventare motivo di confusione nella finanza pubblica federalista (sia dal lato delle spese); oltre ad indebolire, sotto molteplici punti di vista, proprio quel legame tra cittadino,comunit di appartenenza e governanti/amministratori, che la trasformazione federalista vorrebbe, invece, rafforzare. La residenza è il rapporto giuridico primo che collega il cittadino alla sua comunità: una normativa chiara e inderogabile e una anagrafica sempre aggiornata appaiono condizioni necessarie.
La regolamentazione delle farmacie in Italia (Fabio Pammolli e Nicola C. Sale...Nicola_C_Salerno
All’indomani dell’audizione del Presidente dell’Agcm Antonio Catricalà in Commissione Igiene e Sanità del Senato, questo Wp fa il punto sullo stato della distribuzione al dettaglio del farmaco in Italia.
Si ripercorre l’evoluzione normativa e regolamentare di settore, dal “Bersani-1” sino alle ipotesi, ancora in via di definizione, di multiservice e di fee-for-service, passando per il Ddl “Tomassini-Gasparri” che ad oggi sembra essere il testo base per i lavori parlamentari da cui dovrebbe prendere forma il riordino del sistema di distribuzione.
Emergono chiaramente gli snodi di natura corporativistica e le difficoltà e le contraddizioni del Legislatore nell’affrontarli.
Al di là delle ultime evoluzioni normative, sono direttamente questi snodi a impedire che multiservice e fee-for-service possano, se realizzati, esprimere appieno le loro potenzialità. Nell’attuale contesto di chiusura e protezione per gli incumbent, queste due innovazioni si prestano a distorsioni a danno della concorrenza, dei professionisti outsider, e dei cittadini.
L’augurio è che l’introduzione dell’esercizio multiservice e il passaggio alla fee possano essere parti di una riflessione più ampia e complessiva sulle diverse dimensioni rilevanti: pianta organica, bundling di proprietà e gestione, divieto di incorporation, divieto di catene, pianificazione degli orari, etc..
Senza una visione di insieme, multiservice e fee-for-service difficilmente sarebbero all’altezza di generare gli effetti positivi che ci si attende e anzi, al contrario, aprirebbero altri fronti di criticità, sia sul piano economico che su quello del diritto.
In particolare, si desidera sollecitare riflessioni sul contenuto dei due capitoli “Verso la farmacia dei servizi” e “L’ipotesi di fee-for-service”.
Data = 12 NOvembre 2010
Autori: Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno
Il primo passo obbligato per la spending review in sanità è l\'inserimento di principi di selettività nell\'offerta delle prestazioni. Dall\'universalismo assoluto all\'universalismo selettivo.
Short Summary SaniRegio2011 Bb CeRM (Pammolli e Salerno)Nicola_C_Salerno
Nel complesso, emergono quattro considerazioni in chiave di policy, coerenti con il benchmarking tra Regioni sulla base dei profili di spesa pro-capite per fasce di età (l’altro approccio sviluppato da CeRM accanto alla modellizzazione econometrica):
1.
I profondi gap di efficienza e di qualità tra Regioni hanno natura strutturale e trovano conferma impiegando metodologie di analisi diverse. Le cinque Regioni più devianti potrebbero liberare risorse per circa 9,4 miliardi/anno, più del 77% delle risorse, oltre 12 miliardi equivalenti a circa lo 0,8% del Pil, che si libererebbero a livello Paese se tutte le Regioni si posizionassero sulla frontiera efficiente e condividessero le stesse performance dell’Umbria, la Regione che si qualifica come benchmark;
2.
La sfida di policy è quella di disegnare i percorsi di convergenza delle varie Regioni verso il benchmark. È una sfida complessa, perché per alcune Regioni il percorso da compiere è particolarmente lungo e difficile. Leve essenziali saranno: piena responsabilizzazione fiscale; maggior responsabilizzazione di mandato/ufficio per politici e amministratori; deospedalizzazione; integrazione socio-sanitaria; prevenzione; riforma della distribuzione al dettaglio dei farmaci e sviluppo delle farmacie dei servizi; universalismo selettivo. Lungo queste dimensioni dovranno impostarsi ed essere valutati i programmi di convergenza delle Regioni verso gli standard;
3.
La coerenza tra i risultati dell’approccio econometrico e quelli dell’approccio per profili di spesa avvalora l’impostazione generale che i decreti attuativi della Legge n. 42-2009 stanno seguendo, con gli standard di spesa corrente da ricavare tramite benchmarking sulle Regioni più virtuose e, in parallelo, l’azione di perequazione/rafforzamento infrastrutturale dei Ssr;
4.
Nella difficoltà di dare copertura finanziaria certa e a medio-lungo termine alle risorse per gli investimenti infrastrutturali, dovrebbe essere opportunamente considerata anche la possibilità di una soluzione endogena, che riallochi in conto capitale una quota delle risorse che i guadagni di efficienza mano mano liberano sul fronte corrente.
Ma nell’immediato, l’attuale situazione di finanza pubblica, unitamente all’alto stock di debito e alle prospettive di basa crescita che accompagneranno il Paese nei prossimi anni, potrebbe suggerire di dedicare una parte dei guadagni di efficienza al consolidamento dei conti. Alcune Regioni (Campania e Lazio in testa) hanno, attraverso successivi disavanzi di gestione, accumulato uno stock di debito nel comparto sanitario che ha assunto dimensioni tali da attirare l’attenzione della società internazionali di rating. La magnitudine delle risorse liberabili con l’efficientamento dei Ssr è tale da permettere di vagliare loro riallocazioni multiple, in grado di portare avanti, in maniera equilibrata e consapevole, innalzamenti di adeguatezza/qualità delle prestazioni, rafforzamento dell’infrastrutturazione e consolidamento dei conti.
13 Giugno 2011
Ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici al primo pilastro. Una prim...Nicola_C_Salerno
La prima quantificazione di una ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici obbligatori per gli under 40 lavoratori dipendenti regolari (pubblici e privati, full time e part time).
Le elaborazioni sono descritte passo passo.
CeRM, Settembre 2012
Programma del Welfare Day, II Edizione, Roma, 5 Giungo 2012Nicola_C_Salerno
Nicoloa C. Salerno interviene al Welfare Day a Roma, il 5 Giugno 2012. Tema: la riorganizzazione strutturale del finanziamento di pensioni, sanità e assitenza ai non autosufficienti (Ltc).
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per etàNicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per età (F. Pammolli, N...Nicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Il riparto del FSN per il 2011: Much Ado About Nothing? (Aprile 2011, Fabio P...Nicola_C_Salerno
- Federalismo in costruzione -
Questo Working Paper risponde a due quesiti:
Quale distribuzione di risorse tra Regioni emergerebbe se i 106,4 miliardi di Euro del Fsn-2011 fossero ripartiti in maniera tale da riconoscere, su tutto il territorio nazionale, i medesimi rapporti di fabbisogno pro-capite tra fasce di età che si registrano nelle Regioni benchmark (senza introdurre un esplicito indicatore di deprivazione)?; Quanto differirebbero le proporzioni di riparto così determinate da quelle sulla cui base è stato suddiviso il Fsn-2010?
La sostanziale corrispondenza tra proporzioni del riparto del Fsn nel 2010 e proporzioni che sarebbero derivate dal benchmarking sulle Regioni più virtuose spinge a riflettere su un preciso punto di policy: adottare da subito (senza transizione) come regola di riparto del Fsn quella dei ratio tra fabbisogni interfascia di età delle Regioni benchmark …… e dedicare la transizione ad un percorso di riduzione sia delle sperequazioni infrastrutturali sia delle sovraspese rispetto agli standard.
Il vantaggio sarebbe duplice.
Da un lato, si metterebbero subito in chiaro le regole di riparto che devono guidare la suddivisone del Fsn nella prospettiva di finanziamento top-down. Queste regole non sarebbero “sporcate” dall’inclusione di parametri di riparto che tentassero di inglobare correttivi di transizione, e così avrebbero un forte valore informativo e simbolico, esse stesse un benchmark.
Dall’altro lato, la transizione si concentrerebbe sulle due azioni che effettivamente devono andare ad esaurimento/realizzazione nel corso della stessa transizione, e che, condotte ad hoc e “fuori linea” rispetto alla programmazione del Fsn e alla sua ripartizione, possono guadagnare in capacità di verifica, concretezza, efficacia, e irreversibilità. Tra l’altro, l’adeguatezza infrastrutturale influenza il livello di efficienza/qualità della spesa, così come l’efficienza/qualità della spesa libera risorse reinvestibili nell’ammodernamento infrastrutturale.
A questi due vantaggi se ne aggiungerebbe un altro, tutt’altro che trascurabile: la profonda semplificazione delle procedure istituzionali attraverso cui, ogni anno, è necessario passare per concordare la ripartizione del Fsn tra Stato e Regioni. Sarebbe possibile ridurre i costi della politica e dell’apparato burocratico, circoscrivere meglio la sfera di discrezionalità della politica, dare tempi certi e funzionali alla formazione dei capitoli del bilancio dello Stato e delle Regioni. Tutti progressi di cui si avverte necessità anche al di là della sanità.
Il Working Paper contiene un proposta chiara su cui si sollecita il dibattito, in concomitanza con la definizione del riparto per il 2011 che proprio nei prossimi giorni dovrebbe essere perfezionato. Sarà sicuramente interessante controllare quanto le proporzioni di riparto del Fsn-2011 saranno diverse da quelle emerse dalla simulazione di riparto qui simulata.
Grazie per l’attenzione e vive cordialità,
CeRM
---
CeRM – Competitività, Regole, Mercati
Viale Regina Margherita, 216 A1 - 00198 Roma
348 - 81.20.691
347 - 90.23.927
cermlab@cermlab.it
www.cermlab.it
18 Aprile 2011
Sostenibilità Sistemi Sanitari Regionali Cerm 2013 2010 Sommario EstesoNevio Boscariol
Questo lavoro è il primo di una serie che CeRM, http://www.cermlab.it/, dedica alla proiezione della spesa sanitaria pubblica a carico del Servizio Sanitario Regionale. Partendo dai profili di spesa tariffaria pro-capite per fascia di età delle Regioni benchmark, di fonte Ministero della Salute, si costruiscono i profili di spesa pro-capite calibrati sulla spesa effettivamente transitata sul conto di tesoreria, così come risultante dalla Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese.
Un Test sulle Ipotesi delle Proiezioni a medio-lungo termine della Spesa Farm...Nc Salerno
Se si applica al medio-lungo periodo passato (1988-2012) la metodologia che Ecofin-Ocse utilizzano per le proiezioni nel medio-lungo periodo futuro, si può confrontare la serie storica della spesa farmaceutica territoriale pubblica lorda con la ricostruzione della stessa serie. Come già per la spesa sanitaria nel lavoro “Un test sulle ipotesi delle proiezioni a medio-lungo termine della spesa sanitaria”, la ricostruzione permette di isolare la serie sia dall’influenza della politica di bilancio sia dalle riforme strutturali avvenute nell’ultimo ventennio.
Nicola C. Salerno
In tema di federalismo, facendo seguito al commento sul decreto per la perequazione infrastrutturale (Short Note n. 1-2011), CeRM propone una analisi del decreto "gemello", quello che dovrebbe guidare la rimozione, o quantomeno il riassorbimento, degli squilibri economico-sociali territoriali.
Si intravedono alcune criticità che meriterebbero attenzione, soprattutto perché andrebbero ad incidere anche sul buon funzionamento degli altri decreti delegati dalla Legge n. 42-2009.
Queste criticità sono riassunte in otto punti e argomentate.
Si tratteggiano, inoltre, possibili correzioni/emendamenti all\'articolato, e su questi si sollecita l\'approfondimento del dibattito.
30 Mazro 2011 (Ncs)
La regolamentazione delle farmacie in Italia (Fabio Pammolli e Nicola C. Sale...Nicola_C_Salerno
All’indomani dell’audizione del Presidente dell’Agcm Antonio Catricalà in Commissione Igiene e Sanità del Senato, questo Wp fa il punto sullo stato della distribuzione al dettaglio del farmaco in Italia.
Si ripercorre l’evoluzione normativa e regolamentare di settore, dal “Bersani-1” sino alle ipotesi, ancora in via di definizione, di multiservice e di fee-for-service, passando per il Ddl “Tomassini-Gasparri” che ad oggi sembra essere il testo base per i lavori parlamentari da cui dovrebbe prendere forma il riordino del sistema di distribuzione.
Emergono chiaramente gli snodi di natura corporativistica e le difficoltà e le contraddizioni del Legislatore nell’affrontarli.
Al di là delle ultime evoluzioni normative, sono direttamente questi snodi a impedire che multiservice e fee-for-service possano, se realizzati, esprimere appieno le loro potenzialità. Nell’attuale contesto di chiusura e protezione per gli incumbent, queste due innovazioni si prestano a distorsioni a danno della concorrenza, dei professionisti outsider, e dei cittadini.
L’augurio è che l’introduzione dell’esercizio multiservice e il passaggio alla fee possano essere parti di una riflessione più ampia e complessiva sulle diverse dimensioni rilevanti: pianta organica, bundling di proprietà e gestione, divieto di incorporation, divieto di catene, pianificazione degli orari, etc..
Senza una visione di insieme, multiservice e fee-for-service difficilmente sarebbero all’altezza di generare gli effetti positivi che ci si attende e anzi, al contrario, aprirebbero altri fronti di criticità, sia sul piano economico che su quello del diritto.
In particolare, si desidera sollecitare riflessioni sul contenuto dei due capitoli “Verso la farmacia dei servizi” e “L’ipotesi di fee-for-service”.
Data = 12 NOvembre 2010
Autori: Fabio Pammolli e Nicola C. Salerno
Il primo passo obbligato per la spending review in sanità è l\'inserimento di principi di selettività nell\'offerta delle prestazioni. Dall\'universalismo assoluto all\'universalismo selettivo.
Short Summary SaniRegio2011 Bb CeRM (Pammolli e Salerno)Nicola_C_Salerno
Nel complesso, emergono quattro considerazioni in chiave di policy, coerenti con il benchmarking tra Regioni sulla base dei profili di spesa pro-capite per fasce di età (l’altro approccio sviluppato da CeRM accanto alla modellizzazione econometrica):
1.
I profondi gap di efficienza e di qualità tra Regioni hanno natura strutturale e trovano conferma impiegando metodologie di analisi diverse. Le cinque Regioni più devianti potrebbero liberare risorse per circa 9,4 miliardi/anno, più del 77% delle risorse, oltre 12 miliardi equivalenti a circa lo 0,8% del Pil, che si libererebbero a livello Paese se tutte le Regioni si posizionassero sulla frontiera efficiente e condividessero le stesse performance dell’Umbria, la Regione che si qualifica come benchmark;
2.
La sfida di policy è quella di disegnare i percorsi di convergenza delle varie Regioni verso il benchmark. È una sfida complessa, perché per alcune Regioni il percorso da compiere è particolarmente lungo e difficile. Leve essenziali saranno: piena responsabilizzazione fiscale; maggior responsabilizzazione di mandato/ufficio per politici e amministratori; deospedalizzazione; integrazione socio-sanitaria; prevenzione; riforma della distribuzione al dettaglio dei farmaci e sviluppo delle farmacie dei servizi; universalismo selettivo. Lungo queste dimensioni dovranno impostarsi ed essere valutati i programmi di convergenza delle Regioni verso gli standard;
3.
La coerenza tra i risultati dell’approccio econometrico e quelli dell’approccio per profili di spesa avvalora l’impostazione generale che i decreti attuativi della Legge n. 42-2009 stanno seguendo, con gli standard di spesa corrente da ricavare tramite benchmarking sulle Regioni più virtuose e, in parallelo, l’azione di perequazione/rafforzamento infrastrutturale dei Ssr;
4.
Nella difficoltà di dare copertura finanziaria certa e a medio-lungo termine alle risorse per gli investimenti infrastrutturali, dovrebbe essere opportunamente considerata anche la possibilità di una soluzione endogena, che riallochi in conto capitale una quota delle risorse che i guadagni di efficienza mano mano liberano sul fronte corrente.
Ma nell’immediato, l’attuale situazione di finanza pubblica, unitamente all’alto stock di debito e alle prospettive di basa crescita che accompagneranno il Paese nei prossimi anni, potrebbe suggerire di dedicare una parte dei guadagni di efficienza al consolidamento dei conti. Alcune Regioni (Campania e Lazio in testa) hanno, attraverso successivi disavanzi di gestione, accumulato uno stock di debito nel comparto sanitario che ha assunto dimensioni tali da attirare l’attenzione della società internazionali di rating. La magnitudine delle risorse liberabili con l’efficientamento dei Ssr è tale da permettere di vagliare loro riallocazioni multiple, in grado di portare avanti, in maniera equilibrata e consapevole, innalzamenti di adeguatezza/qualità delle prestazioni, rafforzamento dell’infrastrutturazione e consolidamento dei conti.
13 Giugno 2011
Ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici al primo pilastro. Una prim...Nicola_C_Salerno
La prima quantificazione di una ipotesi di riduzione dei contributi pensionistici obbligatori per gli under 40 lavoratori dipendenti regolari (pubblici e privati, full time e part time).
Le elaborazioni sono descritte passo passo.
CeRM, Settembre 2012
Programma del Welfare Day, II Edizione, Roma, 5 Giungo 2012Nicola_C_Salerno
Nicoloa C. Salerno interviene al Welfare Day a Roma, il 5 Giugno 2012. Tema: la riorganizzazione strutturale del finanziamento di pensioni, sanità e assitenza ai non autosufficienti (Ltc).
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per etàNicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Benchmarking e Standard su profili di spesa sanitaria per età (F. Pammolli, N...Nicola_C_Salerno
Questo Working Paper porta un esempio di criterio di ripartizione del Fsn tra le Regioni. Il criterio rimane coerente, in termini generali, con le indicazioni contenute nel “Decreto legislativo in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.
La scelta della regola di riparto operata dal Decreto appare conservativa rispetto agli equilibri raggiunti nel Patto per la Salute. Il Wp si propone di illustrare gli effetti di una modalità di fissazione del benchmark e di una regola di riparto in parte diverse rispetto a quelle richiamate dal Decreto, illustrando gli effetti distributivi che da tali ipotesi discenderebbero. Naturalmente, il Wp sviluppa una tra le ipotesi possibili, insistendo sulla definizione di standard di spesa basati su variabili demografiche (ripartizione della popolazione per fasce di età e livelli di spesa pro-capite). Indipendentemente dalla convergenza di opinioni sul criterio adottato, l’esercizio svolto consente di richiamare i requisiti di semplicità, di trasparenza e di stabilità nel tempo degli indicatori da adottare.
Per determinare gli standard di spesa sanitaria si selezionano le Regioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno rispettato la programmazione realizzando condizioni di sostanziale equilibrio di bilancio e, inoltre, hanno erogato prestazioni di qualità, testimoniate da rilevazioni e riflesse da un saldo attivo dei flussi di mobilità. Queste Regioni sono assunte come benchmark: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto.
Per le Regioni benchmark è possibile calcolare i profili di spesa pro-capite per fascia di età e i rapporti tra fabbisogni di spesa pro-capite di persone appartenenti alle diverse fasce di età.
I rapporti tra fabbisogni consentono di costruire il sistema di ponderazione della popolazione residente necessario per la ripartizione del Fsn.
I profili assoluti di spesa pro-capite delle Regioni benchmark sono applicati alla struttura demografica di tutte le Regioni, per calcolare la spesa standard e confrontarla con la spesa contabile a consuntivo.
Per data programmazione di medio periodo delle risorse dedicate alla sanità, una regola chiara e stabile di ripartizione del Fsn tra le Regioni da un lato e, dall’altro, una cognizione dei gap di partenza, sono gli elementi necessari per fissare i termini di discussione sul periodo di transizione e sul funzionamento di un fondo ad hoc per la perequazione infrastrutturale, anch’esso parte integrante della transizione.
Il riparto del FSN per il 2011: Much Ado About Nothing? (Aprile 2011, Fabio P...Nicola_C_Salerno
- Federalismo in costruzione -
Questo Working Paper risponde a due quesiti:
Quale distribuzione di risorse tra Regioni emergerebbe se i 106,4 miliardi di Euro del Fsn-2011 fossero ripartiti in maniera tale da riconoscere, su tutto il territorio nazionale, i medesimi rapporti di fabbisogno pro-capite tra fasce di età che si registrano nelle Regioni benchmark (senza introdurre un esplicito indicatore di deprivazione)?; Quanto differirebbero le proporzioni di riparto così determinate da quelle sulla cui base è stato suddiviso il Fsn-2010?
La sostanziale corrispondenza tra proporzioni del riparto del Fsn nel 2010 e proporzioni che sarebbero derivate dal benchmarking sulle Regioni più virtuose spinge a riflettere su un preciso punto di policy: adottare da subito (senza transizione) come regola di riparto del Fsn quella dei ratio tra fabbisogni interfascia di età delle Regioni benchmark …… e dedicare la transizione ad un percorso di riduzione sia delle sperequazioni infrastrutturali sia delle sovraspese rispetto agli standard.
Il vantaggio sarebbe duplice.
Da un lato, si metterebbero subito in chiaro le regole di riparto che devono guidare la suddivisone del Fsn nella prospettiva di finanziamento top-down. Queste regole non sarebbero “sporcate” dall’inclusione di parametri di riparto che tentassero di inglobare correttivi di transizione, e così avrebbero un forte valore informativo e simbolico, esse stesse un benchmark.
Dall’altro lato, la transizione si concentrerebbe sulle due azioni che effettivamente devono andare ad esaurimento/realizzazione nel corso della stessa transizione, e che, condotte ad hoc e “fuori linea” rispetto alla programmazione del Fsn e alla sua ripartizione, possono guadagnare in capacità di verifica, concretezza, efficacia, e irreversibilità. Tra l’altro, l’adeguatezza infrastrutturale influenza il livello di efficienza/qualità della spesa, così come l’efficienza/qualità della spesa libera risorse reinvestibili nell’ammodernamento infrastrutturale.
A questi due vantaggi se ne aggiungerebbe un altro, tutt’altro che trascurabile: la profonda semplificazione delle procedure istituzionali attraverso cui, ogni anno, è necessario passare per concordare la ripartizione del Fsn tra Stato e Regioni. Sarebbe possibile ridurre i costi della politica e dell’apparato burocratico, circoscrivere meglio la sfera di discrezionalità della politica, dare tempi certi e funzionali alla formazione dei capitoli del bilancio dello Stato e delle Regioni. Tutti progressi di cui si avverte necessità anche al di là della sanità.
Il Working Paper contiene un proposta chiara su cui si sollecita il dibattito, in concomitanza con la definizione del riparto per il 2011 che proprio nei prossimi giorni dovrebbe essere perfezionato. Sarà sicuramente interessante controllare quanto le proporzioni di riparto del Fsn-2011 saranno diverse da quelle emerse dalla simulazione di riparto qui simulata.
Grazie per l’attenzione e vive cordialità,
CeRM
---
CeRM – Competitività, Regole, Mercati
Viale Regina Margherita, 216 A1 - 00198 Roma
348 - 81.20.691
347 - 90.23.927
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18 Aprile 2011
Sostenibilità Sistemi Sanitari Regionali Cerm 2013 2010 Sommario EstesoNevio Boscariol
Questo lavoro è il primo di una serie che CeRM, http://www.cermlab.it/, dedica alla proiezione della spesa sanitaria pubblica a carico del Servizio Sanitario Regionale. Partendo dai profili di spesa tariffaria pro-capite per fascia di età delle Regioni benchmark, di fonte Ministero della Salute, si costruiscono i profili di spesa pro-capite calibrati sulla spesa effettivamente transitata sul conto di tesoreria, così come risultante dalla Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese.
Un Test sulle Ipotesi delle Proiezioni a medio-lungo termine della Spesa Farm...Nc Salerno
Se si applica al medio-lungo periodo passato (1988-2012) la metodologia che Ecofin-Ocse utilizzano per le proiezioni nel medio-lungo periodo futuro, si può confrontare la serie storica della spesa farmaceutica territoriale pubblica lorda con la ricostruzione della stessa serie. Come già per la spesa sanitaria nel lavoro “Un test sulle ipotesi delle proiezioni a medio-lungo termine della spesa sanitaria”, la ricostruzione permette di isolare la serie sia dall’influenza della politica di bilancio sia dalle riforme strutturali avvenute nell’ultimo ventennio.
Nicola C. Salerno
In tema di federalismo, facendo seguito al commento sul decreto per la perequazione infrastrutturale (Short Note n. 1-2011), CeRM propone una analisi del decreto "gemello", quello che dovrebbe guidare la rimozione, o quantomeno il riassorbimento, degli squilibri economico-sociali territoriali.
Si intravedono alcune criticità che meriterebbero attenzione, soprattutto perché andrebbero ad incidere anche sul buon funzionamento degli altri decreti delegati dalla Legge n. 42-2009.
Queste criticità sono riassunte in otto punti e argomentate.
Si tratteggiano, inoltre, possibili correzioni/emendamenti all\'articolato, e su questi si sollecita l\'approfondimento del dibattito.
30 Mazro 2011 (Ncs)
Intervento di Raffaele Colaizzo in occasione del LAB Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) del 16-04-13 organizzato da FormezPA all’interno della Linea A.2 del progetto Capacity SUD
Le slides, curate da Assofondipensione, che illustrano il documento varato dalla Commissione di vigilanza sui Fondi pensione (Covip), con delibera del 16 marzo 2012, su "Disposizioni sul processo di attuazione della politica di investimento".
Intervento di Raffaele Colaizzo in occasione del WS Trasporti, Mobilità e Territorio del 15-11-12 organizzato da FormezPA all’interno della Linea A.2 del progetto Capacity SUD
Slide dell’intervento “La strategia di Europa 2020 e le politiche di coesione” in occasione del Workshop “Europa 2020: strategia, metodi e strumenti” tenutosi a Napoli il 14-11-12. L’attività è stata realizzata da FormezPA all’interno della Linea A.2 PROGETTARE del progetto Capacity SUD.
L'articolo a colonna sul lato destro, con titolo evidenziato in verde, riporta alcuni commenti degli esperti. Tra questi, anche il mio (Nicola Salerno, CeRM), riguardante il contributo applicabile alle pensioni per riassorbire, almeno in parte, i generosi vantaggi elargiti dalle regole di calcolo retributive.
Vi racconto perchè ho votato FARE-FiD alla Camera e M5S al Sento.
Me lo chiedono in tanti.
A tutti rispondo con queste poche righe, mano alla coscienza.
Non è stato un voto facile.
Che viva l'Italia! nicola
Tra il Gennaio 2001 e il Settembre 2012, sono poste a confronto le seguenti tre serie:
1) Commercio al dettaglio a valori nominali;
2)Prezzi al consumo (indice armonizzato Europa, HICP);
3) Commercio al dettaglio in termini reali (depurato dalla dinamica dei prezzi).
Ne emerge una forbice impressionante, con in mezzo le famiglie.
Le serie sono quelle Istat destagionalizzate. Valori del Gennaio 2011 normalizzati all\'unita\'.
::: IL VIAGGIO ::: Una versione moderna dell\'ippogrifo. Un po\' vascello un po\' lampara, un po\' macchina fuoristrada un po\' pullman a più piani, un po\' casa semovente un po\' Carro della Bruna. Ce n\'è per tutti i gusti. Sembra lì lì per collassare su di sè, ma poi dura finchè va. Più o meno è così la mia valigia quando parto. Un grazie all\'immaginazione e alla mano di Paolo Freuli.
1) Long term projections show healthcare spending as a percentage of GDP could double or more than double by 2060 in industrialized countries due to new drugs and technology.
2) In Italy, governance of spending on cancer drugs remains incomplete, with regulation fragmented between the national, regional, and hospital levels.
3) This leads to unequal access to drugs for citizens depending on where they live, and differences in how therapies are monitored and costs managed between regions and hospitals.
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Nicola_C_Salerno
PROPOSTA CERM DI <<Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di raccordo con il mercato del lavoro e il welfare system>>
Articolo per ALTROCONSUMO - Tassare gli alimenti dannosi per la salute e per ...Nicola_C_Salerno
Tassare o non tassare le bibite analcoliche zuccherine e i superalcolici? La domanda è parte della più generale questione se ricorrere o meno alla leva fiscale per correggere abitudini alimentari dannose per il singolo e, attraverso le esternalità e le interconnessioni economiche tra singolo e società, dannose per tutti i cittadini.
Se il discorso resta su un piano teorico-filosofico, la contrapposizione tra sovranità del consumatore nelle sue scelte quotidiane e principi di “raccordo” con equilibri collettivi è condannata a rimanere insoluta. È quanto ha dimostrato il rapido e incompleto dibattito che si è svolto in Italia nel mese di Agosto 2012, dopo la proposta, poi abbandonata, di adottare una “tassa pro salute”.
Bisogna cambiare prospettiva, e contestualizzare il più possibile per tenere conto della complessità dei mercati (potere del marketing, sollecitazioni multimediali, mode globalizzate, etc.), delle proporzioni macroeconomiche che le singole azioni di consumo possono raggiungere quando sono diffuse e frequenti (in primis sui conti della sanità e del welfare), e soprattutto delle interdipendenze sempre più forti che legano tra loro i comportamenti dei cittadini nelle società moderne, anche al di là dei confini nazionali.
Se così si procede, la tassa sugli alimenti dannosi smette di far paura e di apparire un residuato di qualche passato illiberale, e può trovare le sue fondamenta economiche e giuridiche. Bisogna, però, saperla disegnare e utilizzare bene, magari impostandola nella forma di una rimodulazione delle aliquote Iva e, visto che la materia Iva è da tempo oggetto di tentativi di convergenza europea, dandole da subito un respiro europeo.
Commento allo schema di decreto sulla standardizzazione della spesa in sanità (Lea)
1. SHORT NOTE n. 9 | 2010
Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno
COMMENTO ALLO SCHEMA DI DECRETO
SUGLI STANDARD IN SANITÀ
2. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
COMMENTO ALLO SCHEMA DI DECRETO
SUGLI STANDARD IN SANITÀ
È stato diffuso lo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di
determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario” (cfr.
allegato). Il giudizio complessivo è positivo, anche se per alcuni passaggi si
intravede la necessità di un ulteriore sforzo di approfondimento e chiarificazione.
Il decreto intende chiudere quel percorso di riforma che si è aperto anni fa con il D.
Lgs. n. 56-2000 (il cosiddetto “Giarda”), e che è stato portato avanti, attraverso
difficoltà di varia natura, con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 e
la Legge n. 42-2009 sull’attuazione dell’articolo 119 della stessa Costituzione,
passando per le varie edizioni del Patto per la Salute.
Le innovazioni di maggior rilievo appaiono due:
⎯ la saldatura macrofinanziaria tra il totale delle risorse dedicabili a
finanziamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i Lea) e la
capacità di stanziamento alla luce delle vincolo complessivo di
finanza pubblica;
⎯ il ricorso, per la standardizzazione, al confronto dei livelli di
efficienza e di appropriatezza su macrocapitoli di prestazioni/spesa.
Si presenta, di seguito, un commento ai diversi articoli dello schema di decreto.
2 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
3. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
Articolo 1 – Oggetto
La standardizzazione viene estesa, opportunamente, anche alle Regioni a statuto Nessuna distinzione
tra statuto ordinario
speciale. Non v’è ragione per cui anche queste non debbano essere richieste di e statuto speciale
rispettare parametri di efficienza e di efficacia e, più in generale, di esser coinvolte
nel ridisegno della fiscalità federalista1.
Articolo 2 – Determinazione del fabbisogno nazionale standard
Si condivide che il totale delle risorse dedicabili ai Lea sanitari debba rappresentare Programmazione del
totale delle risorse
una scelta politica e di programmazione di politica economica, che ricomponga in (Fsn) da dedicare
annualmente al
termini certi e univoci gli obiettivi di assistenza sanitaria (e, più in generale, di sanità Lea, su scala
nazionale
welfare) e i vincoli di finanza pubblica, questi ultimi parte della costituzione
economica europea e obbligatori tra Partner Ue. Utile sarebbe una revisione della
terminologia utilizzata: in luogo di fabbisogno sanitario nazionale standard, sarebbe
preferibile finanziamento dei Lea a livello nazionale, o Fondo sanitario nazionale
(dando per assodato che non si tratta del Fsn di vecchia accezione, posta esogena La programmazione
deve essere coerente
nel bilancio dello Stato). Le risorse messe in programmazione devono, infatti, con il perimetro dei
Lea; ma sia
derivare sia dalla valutazione del fabbisogno necessario per implementare i Lea in programmazione
che scelta del
condizioni standard, sia dal rispetto del vincolo macrofinanziario (cfr. infra, perimetro dei Lea
devono rispettare il
commento ad articolo 3, comma 4, lettera f)). Non di solo fabbisogno si tratta, vincolo di bilancio
dunque.
1
La distinzione tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale ha realizzato, di fatto, un federalismo ante
litteram per l’Italia. Adesso che, a distanza di più di sessanta anni, si stanno riesaminando funzioni da svolgere e
risorse allo scopo necessarie, non v’è ragione per cui le Regioni a statuito speciale debbano essere trattate secondo
principi diversi.
3 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
4. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
commi 1-3 e comma, lettera g)
La frequenza annuale per la (ri)determinazione dei costi e dei fabbisogni standard
regionali è troppo elevata. Il rischio è di non superare l’impasse connesso al
bargaining Stato-Regioni e Regione-Regioni. Proprio perché ci si propone di
Le regole di
ancorare il riparto del complesso delle risorse Lea a fattori strutturali (numero dei assegnazione alle
singole Regioni della
residenti, composizione per età, peso relativo dei fabbisogni), l’aggiornamento delle loro quota di Fsn
devono rimanere
regole dovrebbe realizzarsi su un orizzonte almeno di medio periodo. L’interazione stabili nel tempo
politica dovrebbe rimanere il più possibile circoscritta alla scelta di quante risorse
dedicare, su scala nazionale, ai Lea sanitari. Successivamente, il riconoscimento a
ciascuna Regione della propria quota parte dovrebbe rispondere a regole codificate
e stabili nel tempo.
Inoltre, discutibile appare l’ipotesi che le risorse programmate debbano, a livello
nazionale e in prospettiva in ogni singola Regione, ripartirsi, secondo percentuali
Evitare suddivisioni
date, tra i tre macrolivelli (1) assistenza sanitaria collettiva in ambiente di lavoro, (2) ex-ante e delle
risorse tra capitoli di
assistenza distrettuale e (3) assistenza ospedaliera. La costruzione delle regole di spesa. L’allocazione
dovrebbe essere
standardizzazione (l’oggetto stesso dello schema di decreto) consiste nella ricerca guidata il più
possibile
di proporzioni di fabbisogno sanitario (per individuo componente le diverse fasce dall’evidenza
empirica sui
di età, per capitolo di spesa) da utilizzare, successivamente, in sede di suddivisione fabbisogni per fasce
di età
del programma aggregato di finanziamento (quello di cui al precedente Articolo 2).
Accettare come parametro acquisito in partenza una ripartizione standard dei tre
macrolivelli comporta il rischio di una sorta di vizio di “inizializzazione”, di
“loop”.
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
comma 4, premessa
Si sceglie di adottare delle Regioni benchmark, e dai conti sanitari di queste È corretto, concreto
e costruttivo
Regioni derivare la standardizzazione da applicare su scala nazionale. L’approccio l’approccio di
impostare la
è pienamente condivisibile, e segna una chiara quanto auspicata inversione rispetto standardizzazione su
un confronto tra
all’impianto sinora perseguito: non una standardizzazione minuta (per singole Regioni
(benchmarking
classi di prestazione) e assoluta (costo in Euro di un processo produttivo virtuale, in interno)
4 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
5. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
condizioni di ideale efficienza); ma una standardizzazione da benchmarking
interno, da confronto cum granu salis tra Regioni
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
comma 4, lettere a) e c)
Le Regioni benchmark sono quelle che erogano i Lea in condizioni di efficienza e Le Regioni
benchmark sono
appropriatezza, avvalendosi delle risorse ordinarie stabilite dalla vigente quelle che erogano
prestazioni in
legislazione, ivi comprese le entrate proprie regionali effettive. Come debbano regime di efficienza
e appropriatezza
intendersi le condizioni di efficienza e appropriatezza è descritto solo in parte. Non
c’è un riferimento esplicito alla qualità, anche se sarà necessario introdurlo (è parte
Manca il riferimento
integrante dell’appropriatezza). Si introduce direttamente, invece, il concetto di esplicito alle
modalità di
equilibrio economico del sistema sanitario regionale. Dal dettato delle lettere a) e misurazione della
c), sono in equilibrio economico le Regioni che non presentano scostamenti tra le qualità
risorse ordinarie a finanziamento dei Lea (derivanti sia dal Fsn che dalla fiscalità
regionale) e la spesa a consuntivo per i Lea. In altri termini, le Regioni per le quali
si è raggiunto un punto di equilibrio tra il gettito degli strumenti ordinari di
finanziamento e la spesa a consuntivo. Il criterio è condivisibile, salvo il fatto che la
condizione di equilibrio la si ricerca soltanto nel secondo esercizio precedente a
L’efficienza è
quello di riferimento (un solo anno). Poiché si sta cercando di costruire nuove definita come
equilibrio puntuale
regole strutturali per il finanziamento della sanità, meglio sarebbe raccogliere tra spesa Lea a
consuntivo e risorse
maggior evidenza della strutturalità di quell’equilibrio economico. A tal fine, dedicate ai Lea a
programma (sia
sarebbe utile allungare il periodo di osservazione durante il quale misurare gli risorse del Fsn che
risorse proprie
scostamenti tra risorse programmate e spesa a consuntivo; e, nel contempo
regionali tenute in
richiedere, non il perfetto equilibrio anno per anno (forse utopico su sistemi considerazione al
momento della
complessi come i Ssr), bensì un sostanziale equilibrio del bilancio sanitario che, programmazione e
della ripartizione del
qualora in qualche anno si mostri in disavanzo, dovrà essere stato pareggiato (e lo Fsn, quelle
cosiddette
dovrà sempre in futuro) con leve regionali straordinarie (una sorta di almost close to “incardinate”)
balance clause).
5 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
6. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
Rispetto ad una versione precedente del decreto, adesso si limita il novero delle Meglio sarebbe
scegliere il
Regioni benchmark alle migliori - almeno una e al massimo tre - scelte dalla benchmark secondo
una condizione di
“Conferenza Stato-Regioni tra le cinque indicate dal Ministero della Salute, di almost close to
balance applicata
concerto con il Ministero dell’Economia”. Sarebbe preferibile, su di un piano di agli ultimi 5-6 anni
principio, fissare i criteri di identificazione e accettare nel gruppo benchmark tutte
le Regioni che li soddisfano.
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
comma 4, lettera f)
La richiesta di equilibrio economico perfetto in un solo predefinito anno (cfr. Passaggio critico.
Decurtare quote di
commento precedente) obbliga ad introdurre la lettera f). In mancanza di un spesa in capo alle
Regioni più virtuose
numero sufficiente di Regioni (o in assenza di una Regione) che soddisfi (per allineare la
spesa al
pienamente l’equilibrio, il benchmark per la spesa è dato da quelle/a Regioni/e con finanziamento) può
implicare la
il miglior risultato economico (il minor scostamento), ma solo dopo aver decurtato decurtazione di
la spesa di quell’ammontare necessario ad allinearla al finanziamento a quote di Lea. Con
conseguenti effetti a
programma. Questo passaggio introduce una criticità. In fase di inizializzazione del cascata
sull’algoritmo di
finanziamento federalista, e in mancanza di benchmark assoluti di costo/spesa, benchmarking
decurtare quote di spesa in capo alle Regioni più virtuose2 può implicare la
decurtazione di quote di Lea. Se non si è in grado di valutare – come non lo si è
adesso – se la sovraspesa rispetto al programma è imputabile a inefficienze e
mancata ottimizzazione di Lea/Lep/Liveas, oppure ad un sottodimensionamento
delle risorse dedicate a programma, allineare la spesa al finanziamento ai fini del
benchmarking può condurre a sottostimare il fabbisogno3. Meglio sarebbe
selezionare come benchmark le Regioni che, sull’arco degli ultimi 5-6 anni, hanno
2
Fossero quelle per le quali si ha evidenza di sacche di inefficienza … Sono, invece, proprio le Regioni che si vuol
portare a benchmark.
3
Dallo schema di decreto: “[…] qualora nella selezione delle migliori cinque regioni di cui alla lettera a) del presente
comma, si trovi nella condizione di equilibrio economico come definito alla medesima lettera a) un numero di regioni
inferiore a 5, le regioni benchmark sono individuate anche tenendo conto del miglior risultato economico registrato
nell’anno di riferimento, depurando i costi della quota eccedente rispetto a quella che sarebbe stata necessaria
garantire l’equilibrio […]”.
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7. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
mantenuto un sostanziale, ancorché non puntuale, equilibrio di bilancio, e partire
dai dati di spesa di queste stesse Regioni per svolgere gli algoritmi di
benchmarking. Meglio sarebbe, in altri termini, selezionare gli esempi migliori tra
le Regioni italiane, per poi utilizzare i dati di spesa di queste Regioni, senza L’algoritmo di
standardizzazione
decurtazioni o abbattimenti. Si avrebbe la certezza che, con quei dati di spesa, i dovrebbe prendere
in considerazione la
Lea sono effettivamente implementabili nelle Regioni benchmark. L’unico aspetto spesa Lea a
consuntivo, senza
che dovrebbe rilevare è che la spesa maturi a fronte di prestazioni Lea. Se, poi, il nessuna rilevanza
per la composizione
problema è che un finanziamento inferiore alla spesa è sintomo (soprattutto quando delle fonti di
in capo a Regioni con sanità ben governata) di risorse non all’altezza di finanziamento.
Unica condizione
implementare i Lea, allora il problema andrebbe osservato e risolto da altra dovrebbe essere la
almost close to
prospettiva, ovvero agendo sul perimetro dei Lea e sulla selettività balance clause
dell’universalismo.
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
comma 4, lettera b) e c)
La lettera b) specifica alcuni aspetti dell’algoritmo di benchmarking. Il decreto fa
riferimento all’aggregato dei tre macrolivelli (1) assistenza sanitaria collettiva in
ambiente di lavoro, (2) assistenza distrettuale e (3) assistenza ospedaliera. Ciascuno
di questi macrolivelli dovrebbe ricevere quote del Fsn pari alle percentuali indicate
all’articolo 3, comma 3 (5%, 51%, 44%; dopodiché, la ripartizione tra Regioni dei
La
tre sottofondi dovrebbe avvenire a quota capitaria pesata, con i pesi utilizzati nel standardizzazione è
proposta per
“secondo esercizio precedente a quello di riferimento”. Qui si tende ad eludere la macrolivelli, con
ponderazione a pesi
definizione di un vero e proprio nuovo sistema di ponderazione. già dati. Meglio
sarebbe stato
Passando, per dare chiarezza all’algoritmo, dall’aggregato al pro-capite, i costi delineare
esplicitamente la
standard (da intendersi come i fabbisogni standard) dovrebbero consistere, per costruzione di
benchmark a livello
ciascun macrolivello, in valori pro-capite per fascia di età, calcolati come media di spesa per
individuo
della spesa pro-capite per fascia di età registrata nelle Regioni benchmark. Il
componente le varie
metodo generale, non solo appare condivisibile, ma sembra anche la scelta più fasce di età, in
maniera tale da fare
logica e più trasparente. Con alcuni caveat, però, che riguardano la specifica emergere
endogenamente la
applicazione proposta dallo schema di decreto: ponderazione …
7 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
8. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
⎯ Innanzi tutto, una riflessione se la ripartizione in macroaree non
possa essere diversa; con la separata evidenza, per esempio, del
capitolo della farmaceutica territoriale (extra Dgr ospedalieri), e del
capitolo delle spese di gestione/amministrazione e del personale
(ovvero altro gruppo di macrovoci);
⎯ È utile, finché la base dati lo permette, costruire profili pro-capite per Utile costruire
profili pro-capite per
età per i principali capitoli di spesa. Si hanno più possibilità di età per i principali
capitoli, ma …
confrontare le realtà regionali alla ricerca di virtuosità e
malfunzionamenti, o di mettere a fuoco effetti di eventuali interventi
di policy di cui è bene avere contezza precisa, o di rinvenire
conferme sulle valutazioni complessive dei Ssr. Tuttavia, la
valutazione finale non può essere che aggregata, non può non
svolgersi sul totale delle voci di spesa per condurre al totale del
fabbisogno regionale standardizzato. Le prestazioni sanitarie
costituiscono un sistema altamente integrato in cui, a seconda delle
caratteristiche espresse dal territorio e delle richieste dei cittadini,
medesimi obiettivi possono essere perseguiti con mix diversi di
offerta, oltretutto influenzabili anche dall’offerta che Regioni, … la valutazione
finale (la
Province e Comuni attivano nell’ambito delle prestazioni sociali e standardizzazione)
dovrebbe avvenire a
socio-sanitarie (Liveas e Lep socio-sanitari). Un benchmarking svolto partire dal dato
complessivo di spesa
separatamente macrovoce di spesa per macrovoce (anche per le
stesse tre indicate nello schema di decreto) potrebbe fornire risultati
fuorvianti; potrebbe evidenziare come devianza quello che in realtà
è l’esito di scelte positive di policy o, per converso, portare in primo
piano realtà che, pur facendo bene su un singolo ambito (una
macrovoce), difettano di una sistemazione organica del complesso
del Ssr4;
4
Se il benchmark viene portato avanti macrovoce per macrovoce, di fatto si estendono a tutte le Regioni le
proporzioni tra macrovoci prevalenti nelle Regioni benchmark. Questo soft constraint potrebbe non essere ottimale,
soprattutto in previsione dell’integrazioni, che ogni Regione dovrà curare in collaborazione con gli Enti Locali, tra Lea
sanitari, Liveas e Lea socio-sanitari (a prevalenza sanitaria e a prevalenza sociale).
8 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
9. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
⎯ Non v’è dubbio che la spesa da considerare è quella al lordo della
mobilità passiva e al netto di quella attiva (la spesa per prestazioni di
cui beneficia il residente, ovunque costui le riceva). Come non v’è
dubbio che la spesa debba essere quella che origina dall’offerta di
prestazioni Lea (è questo il perimetro di prestazioni cui si sta
applicando la standardizzazione);
⎯ Non si condivide, invece, il passaggio in cui si chiede di “depurare” Quel che rileva per
il benchmarking è la
la spesa di quella quota finanziata dalle maggiori entrate proprie (di spesa Lea delle
Regioni prese a
ogni singola Regione) “rispetto alle entrate proprie considerate ai fini modello. La
distinzione che il
della determinazione del finanziamento nazionale”. Finché la spesa decreto fa lato
finanziamento - tra
ha natura Lea, essa andrebbe tenuta integralmente in considerazione risorse Fsn, risorse
proprie
ai fini dell’algoritmo di benchmarking; soprattutto perché è spesa “incardinate” nella
che matura in Regioni selezionate come punti di riferimento per programmazione
Fsn, e risorse proprie
efficienza e adeguatezza. Quella distinzione, tra 1) risorse Fsn, 2) ulteriori - non può
tradursi in
risorse proprie considerate al momento della programmazione e “aggiustamenti” di
spesa, fintantoché la
della ripartizione del Fsn5, e 3) risorse proprie ulteriori, è frutto di spesa ha natura
esclusivamente Lea.
come si sono evolute nel tempo (spesso anche in maniera rapsodica Altrimenti si rischia
di decurtare il
e contraddittoria) le scelte di compartecipazione e/o devoluzione del perimetro dei Lea …
gettito a fronte della richiesta di incaricarsi di funzioni. Non c’è una
ragione vera e propria perché quella categorizzazione tra fonti di
entrata non debba essere rimessa in discussione adesso che si cerca
di posizionare lo starting point del federalismo in sanità. Come già
affermato a proposito del comma 4, lettera f), decurtare la spesa di
quella quota finanziata da entrate proprie aggiuntive rispetto a quelle
considerate in sede di programmazione del Fsn espone, di fatto, al
Si rischia di
rischio di decurtare i Lea, ovvero di restringere implicitamente il decurtare il
perimetro dei Lea,
perimetro dei Lea senza una chiara assunzione di responsabilità senza il passaggio di
una esplicita scelta
politica. Per inciso, ad oggi, in Italia, il perimetro dei Lea è politica …
praticamente onnicomprensivo;
5
Le cosiddette fonti di entrata “incardinate” nel sistema di finanziamento Lea (più per prassi che per scelta ragionata).
9 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
10. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
⎯ Quella tripartizione tra fonti di entrata andrebbe superata. Da un … Si dovrebbe
superare la categoria
lato, ci dovrebbero essere le regole ordinarie di finanziamento dei delle risorse proprie
“incardinate” nel
Lea su scala nazionale. Dall’altro, la leva delle risorse regionali Fsn. Confonde ed
espone a
aggiuntive, attivabile da ciascuna Regione in caso di necessità. Le rivendicazioni
postume
regole ordinarie nazionali dovrebbero provvedere sia a raccogliere
le risorse complessive da dedicare ogni anno ai Lea su scala
nazionale (quali basi imponibili?, quali aliquote?), sia a ripartire
queste risorse tra le Regioni (compartecipazione di gettito,
devoluzione di imposta, accesso a fondo perequativo);
⎯ Non si condivide neppure che la spesa venga depurata dalle quote di Non si dispone di
una contabilità che
ammortamento. C’è una ragione tecnica: la sanità non dispone di permetta di dare
separata evidenza
contabilità economica di qualità e di omogenità tale da permettere agli ammortamenti.
La contabilità Ssn
di scorporare questa partita senza commettere errori e creare non è ancora
attrezzata come
disparità di trattamento. E c’è anche una ragione di metodo. Perché contabilità
scorporarli, se gli ammortamenti sono parte delle spese di economico-
industriale …
funzionamento, e risponde ad una logica corretta (una logica
federalista) responsabilizzare le Regioni nelle scelte degli
investimenti (quali? e dove?) e nella programmazione delle risorse
necessarie a rinnovare lo stock di capitale fisico installato? Piuttosto
appare necessario affrontare altri aspetti, come l’attribuzione degli … Ma, al di là di
dello scoglio tecnico
ammortamenti alle fasce di età (per la costruzione del benchmark di della contabilità: il
depurare la spesa
spesa pro-capite per fascia di età); e l’individuazione stessa degli dagli ammortamenti
corrisponde davvero
ammortamenti all’interno della spesa annuale dei Ssr. Per ad una logica di
standardizzazione in
quest’ultima questione - e in attesa che la contabilità del sistema prospettiva di
sanitario compia i necessari progressi - una proposta potrebbe essere federalismo e
sussidiarietà?
quella di far riferimento a dati di cassa (registrabili sui conti di
tesoreria, come quelli della Relazione Generale sulla Situazione
Economica del Paese), e considerare gli ammortamenti all’interno
della più grande voce delle spese amministrative, gestionali e del
personale, voce ottenibile come differenza tra la spesa di cassa
complessiva e le voci di spesa per macrolivelli di prestazione per le
quali si dispone di una contabilità specifica e relativamente
affidabile (per esempio: ospedaliera, farmaceutica, diagnostica e
specialistica). Per quanto riguarda la prima questione, invece,
10 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
11. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
l’attribuzione alle varie età della grande voce di spese
amministrative, gestionali e del personale potrebbe avvenire
seguendo la distribuzione per età della spesa ospedaliera, dal
momento che il dimensionamento infrastrutturale dovrebbe essere
scelto in considerazione della domanda potenziale di prestazioni
che dipende, a sua volta, dalla composizione per età della
popolazione residente;
⎯ Da ultimo, la questione già sollevata: perché, se è possibile Esistono dati di
spesa regionale che
individuare la spesa pro-capite per fascia di età (e per macrolivelli) permetterebbero di
fondare il
delle Regioni benchmark, si richiede (lettera c)) il ricorso alla benchmarking sui
profili di spesa pro-
ponderazione per fasce di età già considerata “ai fini della capite per fasce di
età delle Regioni
determinazione del fabbisogno sanitario relativo al secondo prese a modello ….
esercizio precedente a quello di riferimento”? Perché, in altri
termini, se è possibile far emerge endogenamente la pesatura tramite
la costruzione di profili di spesa per età e per macrolivelli, lo schema
di decreto chiede di prendere a riferimento pesi esogeni? Se si
applicasse oggi l’algoritmo, questi pesi esogeni sarebbero quelli con
cui è stato ripartito il Fsn nel 2008. La critica è dello stesso tipo di … Anche con una
diversa suddivisione
quella già mossa alla assegnazione ex-ante delle percentuali per la in capitoli di spesa,
rispetto a quella
tripartizione del finanziamento (e riconoscimento del fabbisogno proposta dal decreto
(es.: ospedaliera,
relativo) nei tre macrolivelli (1) assistenza sanitaria collettiva in farmaceutica
territoriale,
ambiente di lavoro, (2) assistenza distrettuale e (3) assistenza specialistica-
diagnostica,
ospedaliera. Così facendo, lo schema di decreto tende ad eludere il gestione-
compito stesso che è chiamato a svolgere; perché quello di cui si è amministrazione).
Posto, ad ogni
alla ricerca è proprio un sistema di pesi espressivi delle proporzioni modo, che la
valutazione finale
di fabbisogno tra fasce di età e che, applicati alla popolazione di avvenga sul dato
complessivo di spesa
ogni Regione, forniscano le quote del Fsn spettanti a ciascuna …
Regione.
11 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
12. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
Articolo 3 – Determinazione dei costi e dei fabbisogni standard regionali,
comma 4, lettera d) ed e)
Lo schema di decreto appare giustamente consapevole che il punto di approdo è un Serve “legare le
mani” alla politica
sistema di pesatura, e che la costruzione dei profili di spesa pro-capite per fasce di sulle questioni di
natura prettamente
età ha una valenza puramente strumentale. Per sua natura, un siffatto sistema di tecnica. Se le regole
di ponderazione,
pesatura non può essere variato ad alta frequenza, ed ha validità almeno nel medio standardizzazione e
assegnazione di
periodo. Esso coglie, infatti, aspetti strutturali (la demografia e i rapporti di quote Fsn restano di
facile
fabbisogno tra individui di età diverse). Questa enunciazione dovrebbe comparire ricontrattabilità …
espressamente nel decreto, a tutela della nuova governance che si vuole
inaugurare, e del nuovo ruolo della Politica e delle Istituzioni di governo e
amministrazione. Si tratterebbe di una vera e propria clausola di salvaguardia.
Articolo 4 – Revisione a regime dei fabbisogni standard
Proprio alla luce di quest’ultima considerazione (natura strutturale della I vantaggi del “tying
one’s hands”. I
ponderazione almeno nel breve e medio periodo), la facoltà che qui viene prevista parametri più
importanti
(rideterminazione dell’algoritmo di ponderazione previa intesa Stato-Regioni) dovrebbero essere
trattati come parti di
dovrebbe essere molto più circoscritta. Dopo la definizione iniziale, la una Costituzione
economica
ricontrattazione dovrebbe avvenire o a scadenze lunghe, o in presenza di eventi
che facciano davvero ritenere l’algoritmo (e la connessa pesatura) non più
espressivo dei sottostanti fabbisogni.
12 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010
13. Fabio Pammolli, Nicola C. Salerno | Commento a schema di decreto sugli standard in sanità
Articolo 5 – Disposizioni finali ed entrata in vigore
Lo schema si chiude con: […] dal decreto non devono derivare né minori entrate
né maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Rispetto a cosa? In relazione a
quale esercizio, a quale orizzonte temporale? Sembra attestazione solo pro forma
(la chiosa “classica” di salvaguardia). In realtà, variazioni di gettito, derivanti dalla
leva fiscale regionale, potrebbero essere necessarie in fase di riequilibrio dei conti.
In allegato:
- lo schema di decreto circolato al 25 Settembre 2010
- l’editoriale di Fabio Pammolli sul Corriere della Sera del 25 Settembre 2010
13 | CeRM – Competitività, Regole, Mercati | Short Note n. 9 | 25 Settembre 2010