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M A L AT T I E D E L B A N A N O
D O T T. S S A A G R . T R O P. E S U B T R O P. I R E N E B A G L I E R I
1
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M A L AT T I E D E L B A N A N O
• Il luogo di origine del banano è da collocare nel Sud – Est asiatico.
• Tutti i platani e i banani si possono fare ascendere alle specie spontanee
Musa acuminata Colla e Musa balbisiana Colla.
• La pianta è impropriamente chiamata albero, giacché in realtà si tratta di
pianta erbacea, che può raggiungere dimensioni considerevoli (anche 7 – 9
m).
• Essa è provvista di un rizoma sotterraneo (vero caule), al cui apice si
formano le foglie e la gemma a fiore.
• Nelle varietà coltivate l’ovario si sviluppa partenogeneticamente, dando vita
al frutto, che volgarmente è chiamato “dito”. L’intero racemo si chiama
volgarmente casco o regime (“bunch”).
2
L A C O LT U R A D E L B A N A N O I N S E R R A
• La coltivazione del banano in serra si è sviluppata in questi
ultimi anni in alcune aree marginali per effetto delle basse
temperature.
• Nel Mediterraneo i paesi interessati a questo tipo di coltura
sono principalmente il Marocco, la Grecia (isola di Creta),
l’Italia (Sardegna e Sicilia).
• Il banano ha molti parassiti, e il pericolo di epidemie, è
molto grave per questa coltura (Robinson 1996). Trattandosi
di una pianta perenne sempreverde, le epidemie possono
essere continue.
3
M A L D I PA N A M A ( PA N A M A D I S E A S E )
• L’agente che provoca la malattia è un fungo: il Fusarium oxysporum f. sp. Cubense, di cui
esistono 4 razze (Foc). È stata descritta per la prima volta nel 1874 in Australia.
• La malattia è da considerarsi una delle più gravi del banano nonostante vengano, ormai
impiegate, le varietà, tipo “Cavendish”, ritenute resistenti a seguito delle occlusioni vasali
che impediscono la traslocazione del fungo nella pianta.
• danneggia gli stessi banani del gruppo “Cavendish”, tolleranti alle altre razze, soprattutto
nelle regioni subtropicali.
• È principalmente trasmessa, attraverso l’utilizzo di materiale di propagazione infetto. Dove
si coltivano i platani la malattia riveste una minore importanza, perché le cultivar di tipo
“Plantain”, che rappresentano le cultivar dominanti, sono resistenti a questo patogeno.
• Oltre al banano questo patogeno attacca anche altre Musacee, è particolarmente
frequente sulle specie del gruppo triploide (AAA, AAB, ABB), oltre ad erbacee spontanee.
4
S I N T O M I
➡ Il primo sintomo visibile coincide con la comparsa di macchie, o strisce giallastre,
alla base delle foglie più vecchie, a partire dai margini verso la nervatura
mediana. In taluni casi le foglie collassano mentre sono ancora verdi.
➡ Ai primi sintomi clorotici segue un ingiallimento totale della lamina con perdita di
turgescenza del picciolo, tanto che la foglia, non più sostenuta, reclina lungo lo
pseudofusto e tende a disseccare.
➡ In seguito anche le altre foglie subiscono uguale sorte, ad eccezione di quella più
interna che per lungo tempo si mantiene sana.
➡ I frutti si presentano spugnosi, con pigmentazioni e distorsioni.
➡ Il rizoma appare scuro, distorto, con radici sofferenti, scure. Attraverso sezioni
dello pseudofusto e del rizoma è possibile osservare l’intera superficie di taglio
pigmentata in rosso-scuro;
5
6
Fusarium wilt (Panama Disease)
➡ Fusarium wilt, è causato da un fungo terricolo Fusarium oxysporum, una specie di caratteristiche
estremamente variabili, che comprende sia forme saprofitiche che forme patogeniche.
➡ Sebbene la forma patogenica, sia capace di attaccare un largo numero di specie, esiste una
specializzazione in forme speciali e razze.
➡ Non è possibile distinguere dalla morfologia l’agente del “Mal di Panama” da forme saprofitiche di F.
oxysporum.
➡ Epidemiologia - L’organismo è un tipico abitante del terreno, ove sopravvive per molti anni anche in
assenza degli ospiti, in quanto capace di alternare la fase parassitaria a quella saprofitaria.
➡ Le clamidospore possono resistere a lungo in condizioni estreme, e poi germinare in poche ore in seguito a
stimoli chemiotropici (essudati radicali).
➡ La trasmissione avviene per mezzo dei polloni infetti (che rappresentano la prima è più importante fonte di
infezione), delle foglie morte, dell’acqua di irrigazione, dei detriti vegetali e delle particelle di terreno
portanti conidi o altro.
➡ Il patogeno si può diffondere in un intero bananeto attraverso l’utilizzo di succhioni infetti, ma asintomatici.
➡ Le caratteristiche del terreno che favoriscono l’infezione sono: pH 6, scarso drenaggio e scarsa fertilità.
➡ Le piante vengono invase attraverso ferite presenti o su radici o al colletto; il fungo, dal sito di penetrazione,
si diffonde rapidamente all’interno della pianta, sino alle parti aeree, attraverso un’abbondante produzione
di microconidi.
8
Epidemiologia
M I S U R E D I L O T TA
➡ Controllo biologico - Il ruolo di “suppressive soils” nel controllo delle specie di
Fusarium è stato riconosciuto da lungo tempo (Louvety et al. 1981, Alabouvette e
Harby 1990), e suoli che sopprimono lo sviluppo della Malattia di Panama, sono
stati descritti in alcune aree (Stover 1990).
➡ La soppressione nei confronti della malattia può essere attribuito a fattori chimici
fisici o microbiologici, non si tratta di un fenomeno statico, e può essere
migliorata, ridotta o anche annullata, da cambiamenti nell’ambiente (Stover 1990,
Alabouvette et al. 1993).
➡ La manipolazione delle condizioni del suolo attraverso l’utilizzo di pratiche
colturali ha dato come risultato, l’ottenimento di suoli più soppressivi nei
confronti delle malattie causate da patogeni fungini, incluse quelle causate da F.
oxysporum (Louvet et al. 1981), l’applicazione di ceneri e melasse può essere un
esempio nel caso del banano. Le possibilità che emergono a proposito della lotta
biologica, stanno dando dei risultati interessanti.
9
M I S U R E D I L O T TA
➡ Le pratiche colturali possono essere effettivamente efficaci nel contenere le perdite dovute a questa patologia. La loro
azione si esplica nel:
➡ ridurre il periodo di sopravvivenza del patogeno nel terreno,
➡ la trasmissione nel suolo, su frammenti di pianta e sulle attrezzature dell’azienda, e riducendo nel complesso l’inoculo
del parassita nel bananeto.
➡ La rimozione e la distruzione delle piante morte (o dei frammenti di queste), sortisce un buon effetto, soprattutto se
l’infezione è confinata ad una o poche piante.
➡ La solarizzazione del suolo, può essere efficace nell’eliminare l’inoculo del fungo presente nel terreno, ma sia i costi che
la sua realizzazione pratica ne precludono, l’applicazione alle piccole aziende, ed inoltre la ricolonizzazione del terreno da
parte del fungo può essere molto rapida (Katon et al. 1993).
➡ L’utilizzo di piante resistenti, È certamente il mezzo più efficace, economico e praticabile a lungo termine .L’ibridazione
tradizionale, utilizzata al FHIA (Fundation Hondureña De Investigation Agricola, Honduras) e dall’IITA (International
Institute Of Tropical Agriculture, Nigeria), ha prodotto un numero di cloni che hanno mostrato, resistenza alla Malattia di
Panama. Tra questi: FHIA – 01 e FHIA – 03, che hanno mostrato resistenza nei confronti della razza 1 e 4 del FOC, che
possono essere utilizzati per rimpiazzare delle cultivar suscettibili in qualche area.
➡ La variabilità del patogeno è una delle ragioni per cui la resistenza al Wilt manifestata da alcune cultivar di banano in
alcune aree, non è stata tale in altre aree (Stover e Buddenhagen 1986).
➡ Si è visto, che Parassiti di origine animale, come i nematodi, pare abbiano un effetto considerevole nello sviluppo del
Fusarium Wilt. È stato constatato, che le infestazioni sulle radici da Radopholus similis e Meloidogyne incognita,
aumentano l’incidenza di questa malattia su molte colture, comprese il banano (Lous 1959), ciò è dovuto probabilmente ai
danni causati dai nematodi sulle radici, che aumentano il numero di punti di entrata per il patogeno. Tali effetti non solo
possono annullare la resistenza ma, possono anche limitare l’efficacia delle pratiche agronomiche e del controllo biologico.
10
M A L AT T I E F O G L I A R I D E L L E S I G AT O K A ( S I G AT O K A L E A F
S P O T D I S E A S E S )
➡ Comprende due malattie causate da due ascomiceti: Mycosphaerella
fijiensis Morelet, la quale causa la malattia chiamata “Black leaf streak
disease” (BLSD), e M. musicola Leach ex Mulder, che causa la malattia
chiamata invece: “Sigatoka disease” (o Yellow sigatoka, SD).
➡ BLSD e SD, sono diffuse localmente, per mezzo di ascospore e conidi.
➡ La diffusione sulla lunga distanza è dovuta al trasporto di materiale infetto
(succhioni, polloni e foglie malate) e alle ascospore ad opera del vento.
➡ Nel Pacifico e in America Latina ed Africa, i sintomi di “Sigatoka Disease”,
sono osservati solo di rado, essa è stata sostituita dalla BLSD.
➡ La SD predilige, climi più freschi e spesso domina ad altitudini di 1200 –
1400 m, dove invece la BLSD è raramente riscontrata.
11
S I N T O M I
➡ I sintomi delle due malattie a volte, sono difficilmente distinguibili.
➡ In generale, il primo sintomo si manifesta sulla superficie superiore della foglia con striature giallo
pallido (SD) o striature brune sulla superficie inferiore (BLSD).
➡ Entrambi della larghezza di 1 – 2 mm di lunghezza, che si allargano a formare lesioni necrotiche
con aloni giallo e grigio chiaro al centro.
➡ Le lesioni possono unirsi al centro, e distruggere grandi aree di tessuto fogliare. Che hanno
l’effetto, di ridurre le rese e di anticipare la maturazione dei frutti.
➡ La BLSD provoca danni più gravi rispetto alla SD, perché i sintomi compaiono sulle foglie più
giovani, contenenti una più alta concentrazione d'inoculo, provocando maggiori danni
all’apparato fotosintetico rispetto all’altro agente patogeno.
➡ Il danno consiste in una seria filloptosi, ed in una anticipata maturazione dei frutti. I due patogeni
possono essere distinti morfologicamente in base alle caratteristiche dei conidi e dei conidiofori.
➡ Procedimenti molecolari sono stati sviluppati per la determinazione delle specie.
12
13
Black leaf streak disease (BLSD)
causato da Mycosphaerella fijensis
Black leaf streak disease (BLSD)
o Yellow sigatoka
➡ Epidemiologia - Per quanto riguarda la BLSD, gli aspetti
epidemiologici non sono ben conosciuti: la sporulazione avviene molto
presto e le infezioni secondarie avvengono sulle foglie vecchie.
➡ Le ascospore rappresentano la forma primaria d’infezione e sono
rilasciate con alti valori di umidità o con tempo piovoso.
➡ I periteci si sviluppano nelle zone più colpite di foglie mature, con
forti variazioni stagionali o dovute al microclima. Il massimo si ha nei
periodi caldi, umidi e piovosi. La dispersione dei conidi è dovuta
principalmente a pioggia e rugiada, le distanze percorse sono in
genere brevi.
➡ I due tipi di propaguli hanno quindi cicli, optima e picchi in parte
differenti, e ciò spiega la presenza continua e massicci di inoculo. In
generale, ai conidi viene attribuita una maggiore capacità infettiva.
14
M I S U R E D I L O T T TA
➡ Il potenziale di 29 isolati di Trichoderma spp. è stato studiato per il controllo della malattia di
Sigatoka nera. Quattro isolati sono stati in grado di ridurre significativamente la gravità della
malattia.
➡ il miglior isolato è stato identificato come Trichoderma atroviride.
➡ Trichoderma atroviride SC1 è la sostanza attiva di un nuovo prodotto fitosanitario registrato
contro alcune malattie del legno della vite.
➡ Il microrganismo è stato isolato in nord Italia da legno di nocciolo e presenta un’ottima efficacia
contro alcuni patogeni vascolari della vite (mal dell’esca e eutipiosi).
➡ La sua efficacia è dovuta all’abilità ed alla velocità del fungo nel colonizzare substrati legnosi
quali le ferite di potatura, impedendo l’insediamento dei patogeni attraverso una
competizione per spazio e nutrienti.
➡ E’ inoltre, in grado di antagonizzare altri microrganismi mediante la produzione di enzimi litici.
➡ L'uso di cultivar resistenti è la strategia ideale, tuttavia, fattori come il periodo di tempo per
sviluppare nuove cultivar di fronte al ciclo di vita della banana, la sua stretta base genetica e la
variabilità dell'agente patogeno che potrebbe adattarsi rapidamente ai nuovi geni di resistenza a
causa della sua riproduzione sessuale è un fattore complicante.
15
A N T R A C N O S I D E I F R U T T I D E L B A N A N O ( A N T H R A C N O S E )
➡ L’agente, che si ritrova quasi esclusivamente con la forma conidica,
Colletothrichum musae, è causa di una alterazione, su Musa spp.
(Banano) e M. textilis (Abaca), che va sotto il nome di “malattia da
trasporto”, poiché può manifestarsi appunto a seguito di condizioni
non idonee della stiva delle navi.
➡ La temperatura della stiva non deve, infatti, superare i 12°C affinché i
frutti non inizino a maturare, concentrando il contenuto zuccherino e
riattivando il fungo presente tra cuticola ed epidermide, ove si era
insediato già prima della raccolta.
➡ Il fungo è presente in tutte le aree bananicole da quando si è diffuso
l’uso delle varietà tipo “Cavendish”, suscettibilissime, ma resistenti alla
fusariosi.
16
S I N T O M I
➡ diverse sono le manifestazioni sintomatologiche, legate all’aggressione di C. musae, ma due
in particolare devono essere ricordate, entrambe a carico dei frutti:
➡ la più diffusa è quella nota con il nome di “antracnosi” (Skin Antrachnose), che si
manifesta sotto forma di macchie ellittiche, profonde, nere, sulla dorsale dei frutti, isolate
o in numero di 2 – 3 (in questo caso le estremità possono toccarsi), e sulle quali si
differenziano gli acervuli di colore rosa salmone.
➡ L’altra, temuta quanto la prima, è nota con il nome di “marciume della corona” (Crown
Rot) e consiste in un imbrunimento dei tessuti della corona della mano, che tendono ad
annerire e marcire.
➡ A C. musae si associano spesso altri funghi: Botryodiplodia theobromae, Ceratocystis
paradoxa, Fusarium rosae, Thielaviopsis sp., Alternaria sp. Fusarium pallidoroseum,
Verticillium sp. e altri. Le infezioni si verificano nei capannoni durante le operazioni di
impacchettamento, dove frammenti di fiori e foglie, si accumulano.
➡ Rappresenta un problema maggiore quando le banane sono trasportate sui mercati lontani.
17
18
➡ Epidemiologia - La sopravvivenza avviene, per mezzo del micelio e dei conidi presenti sulla pianta,
su foglie e piccioli; ed anche sui tessuti delle foglie marcescenti cadute a terra. I conidi rimangono
vitali, negli acervuli, per lunghi mesi.
➡ I conidi, essendo avvolti in una massa mucillaginosa, per essere liberati necessitano di acqua.
Pertanto, a seguito di una precipitazione, si ha appunto la liberazione, a cui segue la
disseminazione a mezzo della stessa acqua o delle correnti aree.
➡ Non appena raggiungono i frutti, immaturi, se è presente un velo d’acqua, ad una temperatura
di 20 – 32 °C, con un optimum tra 26 e 28°C, germinando formando un appressorio dal quale
l’ifa infettiva prende origine e penetra il frutto rimanendo in uno stato di dormienza fino alla
maturazione del frutto stesso.
➡ Se il frutto ha subito lesioni, la penetrazione è più rapida.
➡ Un altro momento di infezione è rappresentato dai bagni ai quali i frutti vengono sottoposti:
nelle vasche di lavaggio possono essere presenti dei conidi i quali vanno a penetrare
attraverso la superficie di taglio della mano.
➡ La temperatura ha un ruolo molto importante nello stabilirsi e nello sviluppo della malattia:
nelle zone tropicali, dopo il taglio, a temperature di 25 – 30°C, i sintomi possono mostrarsi
dopo 5 – 6 giorni.
19
M I S U R E D I L O T TA
➡ È opportuno porre attenzione a non provocare ferite alle dita;
➡ raccogliere i caschi al giusto momento di maturazione (3/4
pieno);
➡ somministrare alle piante elementi nutritivi;
➡ utilizzare imballaggi appropriati: si sta assistendo ad un
ritorno dell’uso della carta al posto dei sacchi o pellicole di
polietilene; regolare la temperatura della stiva a 12°C, non
oltre per non attivare i processi di maturazione, e non meno
per evitare i danni da difetto di temperatura.
20
M A R C I U M I D E I F R U T T I E D E L C O R M O ( F R U I T A N D C O R M
R O T )
➡ Il fungo che causa questa malattia si chiama Ceratocystis paradoxa
(famiglia: Ophiostomaceae). Si tratta di una specie estremamente
polifaga, particolarmente frequente su ananas, Mango, Palma da cocco,
papaia.
➡ Il danno causato da questo patogeno è variabile, in funzione delle
modalità di raccolta e delle condizioni di trattamento e trasporto.
➡ La penetrazione avviene attraverso ferite, quali sono i tagli alla corona
per separare le mani dal racemo.
➡ L’incidenza può essere stagionale (massima nei periodi caldi ed asciutti).
➡ La lotta consiste, nell’eliminazione delle piante e dei frutti infetti.
21
C I G A R E N D R O T
➡ “Cigar end rot” è causata sia da Verticillium theobromae, che da Trachysphaera frutctigena. Il danno
causato da questo patogeno è modesto si ha la perdita di pochi frutti.
➡ Sintomi :
➡ Trachysphaera fructigena: il primo sintomo, e comunque quello più evidente, consiste nella comparsa alla
estremità distale del frutto di un’area decolorata, molle, con colore verde oliva tendente ad imbrunire. Il
frutto poco dopo imbrunisce interamente. I frutti non ancora maturi sono i più sensibili, ma l’infezione
passa rapidamente anche ai frutti più maturi.
➡ Verticillium theobromae: gli organi più sensibili sono i frutti immaturi. L’infezione ha origine dalla cicatrice
distale e corre lungo il frutto che rapidamente annerisce per una estensione di 2 – 4 cm, si raggrinzisce e va
incontro a profonde distorsioni. Sul frutto compaiono, in atmosfera umida, abbondanti conidiofori.
➡ La polpa si disidrata e assume un aspetto spugnoso.
➡ Misure di lotta - Eliminazione delle parti infette. Questa operazione è tuttavia poco efficace per i frutti del
gruppo “Cavendish”, molto sensibili.
➡ Per questi ultimi, onde evitare l’infezione, si possono proteggere i caschi con sacchetti di polietilene prima
dell’emissione dei frutti stessi.
22
23
C AV I TÀ N E R E ( B L A C K P I T O P I T T I N G D I S E A S E )
➡ L’agente causale di questa malattia è la Pyricularia grisea, Oltre a questa malattia sul
banano questo patogeno causa il brusone parassitario o piriculariosi del riso.
➡ Questa è una malattia che causa nel mondo le più drastiche decurtazioni di risorse
alimentari.
➡ Sul banano invece, causa danni modesti.
➡ Sui frutti compaiono piccole macchie rosse, tendenti ad approfondirsi nella polpa e
ad imbrunire, formando “Pit” (cavità) larghe 2 – 5 mm l’insieme delle cavità è più
numeroso sui frutti della parte superiore del casco. Le cavità tendono a fessurarsi.
➡ La principale fonte di inoculo è rappresentato dalle fruttificazioni presenti sulle parti
fogliari sfrangiate. Il vento diffonde i conidi sino ai frutti. La temperatura ottimale per
l’infezione è di circa 24°C.
➡ È bene distruggere le foglie e i frutti infetti.
24
A P I C E N E R O ( B L A C K T I P O F R U I T S P E C K L E )
➡ La malattia causata da Deightoniella torulosa è presente: in Africa, Asia
Australia e Oceania, Nord America, America Centrale, in Suda America, e
Indie Occidentali.
➡ Si tratta di una patologia di secondaria importanza, in quanto causa danni
modesti.
➡ Sintomi - Il sintomo caratteristico è rappresentato da una punteggiatura
color rosso bruno, tendente al nero, diffusa su tutto il frutto. Le piccole
macchie sono contornate da un alone verde scuro. Il numero delle
punteggiature aumenta in funzione della maturità del frutto.
➡ Misure di lotta - Si consiglia di proteggere i caschi con sacchi di polietilene,
avendo l’accortezza di praticare sui sacchi stessi delle piccole aperture per
arieggiare. Inoltre bisogna eliminare le porzioni fogliari infette.
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26
Apice nero (black tip)
S Q U I RT E R
➡ Questa malattia è causata da Nigrospora sphaerica, (e da Nigrospora
musae) il cui solo ospite è il banano, è presente in Australia, Brasile, Nuova
Guinea. Il danno prodotto è modesto, può risultare grave in caso di colpi di
freddo.
➡ Sintomi - A maturità completa, generalmente dopo il trasporto e durante lo
stivaggio in camera di maturazione, si manifesta un marciume che parte
dall’estremità prossimale della polpa, che diviene bruna o nera, semifluida e
gelatinosa.
➡ La buccia appare nera o bluastra. Alla fine il frutto risulta molle ed
inconsistente.
➡ In casi di infezioni molto intense, la buccia presenta un colore bluastro ancor
prima della maturazione.
27
➡ Epidemiologia :
➡ Conidi disseminati dalle correnti aeree e spesso presenti come
inoculo potenziale sui regimi verdi già prima della raccolta.
➡ Penetrazione a livello di ferite e del taglio.
➡ Il fungo può mantenersi saprofiticamente sui tessuti morti, ed
approfittare del minore vigore vegetativo in corrispondenza
della stagione più fresca (optimum di crescita: 19 – 22 °C, a
32°C cessa di crescere). L’attacco è spesso associato a colpi di
freddo (Chilling).
➡ Misure di lotta - adottare sistemi di raccolta che minimizzano i
tagli al racemo.
28
F R E C K L E
➡ Guignardia musae, (famiglia:Dothideaceae; sinonimo: Phyllosticta musarum) causa questa patologia sia sul
banano che sul platano. Il danno causato in seguito all’infezione, è variabile.
➡ Dipende dal gruppo varietale (spesso è serio per le Cavendish AAA ed alcuni cloni AAB), ed è costituito dal
deprezzamento dei frutti.
➡ Sintomi:
➡ sul frutto compaiono, minute, numerose macchie di 1 – 2 mm, rossastre o brunastre, leggermente solevate, a
margine sfumato ed alone verde scuro, traslucido, a maturazione, il centro delle macchie annerisce.
➡ Sulle foglie, si manifestano strisce screziate, brune o nerastre, estese dalla nervatura verso i margini, specie
sulle foglie senescenti, composte di minute macchioline (simili a lentiggini) d’aspetto simile a quello
manifestato sul frutto.
➡ Conidi disseminati dalle acque meteoriche. La massima espulsione avviene in periodi umidi. La germinazione
richiede un film liquido.
➡ Misure di lotta:
➡ scelta di varietà resistenti ("Cavendish");
➡ rimozione delle foglie malate;
➡ insacchettamento del casco di banane.
29
30
M A C U L AT U R A F O G L I A R E ( L E A F B L O T C H )
➡ l’agente patogeno di questa coltura è la Cordana musae, che attacca sia il banano che il
platano.
➡ Il danno da esso causato è modesto, in quanto è una tipica malattia da debolezza e da ferita.
➡ Può divenire seria su genotipi suscettibili di platano ed in periodi molto umidi.
➡ Sintomi :
➡ macchie inizialmente piccole, brune poi estese a forma di ovale o di mandorla, con
margine rosso – brunastro e circondate da alone clorotico, specie sulla pagina inferiore.
➡ I tessuti fogliari possono necrotizzare dal bordo verso l’interno in modo irregolare, a zig –
zag, con una banda giallo brillante che li separa da quelli sani.
➡ Epidemiologia : la dispersione dell’inoculo conidico avviene attraverso correnti d’aria da
sorgenti d’infezione primarie (residui colturali o infetti).
➡ Misure di lotta : I trattamenti contro il “Mal di Sigatoka” sono efficaci anche per C. musae.
31
32
leaf blotch causato da Cordana musae
AV V I Z Z I M E N T O B AT T E R I C O ( B A C T E R I A L W I LT )
➡ Moko disease – Causato da Ralstonia solanacearum (sinonimo Pseudomonas s.), Il moko è una
grave malattia di natura batterica riscontrata in tutte le regioni bananicole.
➡ È una delle malattie di più vecchie data del banano, la prima descrizione risale al 1911.
➡ È diffusa e provoca ingenti danni nei paesi dell’America centromeridionale, nelle Filippine e
nell’Africa settentrionale.
➡ Gli ospiti di Pseuodomonas solanacearum sono numerosissimi e, tra questi, le specie del genere
Musa sono particolarmente sensibili.
➡ Il batterio è aerobio, gram – negativo
➡ Si conoscono, all’interno della specie, tre razze:
➡ Razza 1, che infetta le Solanacee ed altre piante.
➡ Razza 2, che interessa il genere Musa ed il genere Heliconia.
➡ Razza 3 , che attacca la patata.
33
34
➡ Epidemiologia :
➡ Risiede nel suolo, la sopravvivenza può variare da alcuni mesi a
diversi anni in funzione soprattutto del ceppo batterico, della
presenza di vegetazione spontanea potenzialmente suscettibile,
delle misure di risanamento adottate.
➡ Tranne che in condizioni di umidità relativa molto elevata, il batterio
non si diffonde molto nel terreno motu proprio, ma può essere
trasportato passivamente dalle acque d’irrigazione od inondazione,
dalle pratiche colturali che prevedono tagli (potature, trapianti ecc.),
e dal materiale di propagazione infetto.
➡ Alcuni ceppi sono adattati alla trasmissione entomofila, grazie alla
capacità di infettare e di trasudare colonie dalle infiorescenze
maschili.
35
M I S U R E D I L O T TA
➡ Si devono rispettare rigide norme di quarantena, ed occorre procedere alla
immediata distruzione delle piante infette, costituendo nel contempo una zona di
sicurezza (zona tampone).
➡ L’ampiezza della zona varia in funzione della virulenza del ceppo presente. La
piantagione deve essere pertanto ispezionata ad intervalli di 2 – 4 settimane.
➡ Laddove esiste la possibilità di formazione degli essudati batterici in esterno, e di
conseguenza la disseminazione entomofila, occorre ampliare la zona tampone.
➡ Gli strumenti di taglio devono essere disinfettati.
➡ Le malerbe vanno eliminate.
➡ Un nuovo impianto su terreno già adibito a bananeto va effettuato dopo un
riposo 6 – 18 mesi, in funzione della persistenza del ceppo presente.
36
➡ Bugtok (È un termine locale per nel sud delle Filippine usato per descrivere il frutto infetto, scolorito
e sodo quando maturo.
➡ una malattia endemica ed estesamente distribuita, delle cultivar di “banano cooking” nelle Filippine.
➡ E’ causato da Ralstonia solanacearum. Il batterio può essere isolato dal lattice che fuoriesce
dall’infiorescenza infetta.
➡ Sintomi:
➡ Il sintomo più evidente della malattia è la decolorazione della polpa del frutto che è più intensa
al centro.
➡ Tutti i frutti un grappolo possono essere senza colore in casi di infezione grave, la distribuzione di
questi nel grappolo è casuale nelle piante che sono infette in maniera meno grave.
➡ A differenza del “Moko”, le piante infette da bugtok, appaiono normali ad un occhio non
allenato, le foglie rimangono verdi, i frutti sembrano appaiono normali.
➡ Le striature brune sui tessuti vascolari possono essere osservate nel peduncolo del frutto, e nello
pseudofusto.
➡ Ci sono molte probabilità che l’infezione possa essere trasmessa all’infiorescenza, e che la “bugtok
disease” sia diffusa per mezzo di insetti, probabilmente tripidi.
37
38
M I S U R E D I L O T TA
➡ coprire con un telo o con un sacco l’infiorescenza,
dopo l’emergenza, può essere utile per evitare la
trasmissione da parte degli insetti.
➡ Il materiale da utilizzare a questo scopo può essere
una borsa di polietilene, stoffa, o un sacco di nylon.
➡ Una volta che i frutti si sono formati, il sacco si può
rimuovere, insieme all’infiorescenza maschile.
39
➡ Blood Disease – Fù riportata la prima volta circa 80 anni fa nel Sulawesi, nell’Indonesia dove causò l’abbandono delle
piantagioni di “banana dessert”.
➡ il batterio che causa la malattia si chiama: Pseuodomonas celebensis, oltre che sul banano osservò i sintomi su Heliconia e
Musa spp.
➡ Le restrizioni di quarantena adottate dai vari stati, sono il motivo per cui la malattia non si è diffusa fino al 1987.
➡ si verifica comunemente sulla cultivar “Pisang Kapoke” (ABB/BBB “Saba”). Ma altri gruppi possono anche essere infettati. I
sintomi sono simili a quelli causati dal “Moko” in America Latina, e variano secondo lo stadio di crescita in cui si trova la
pianta.
➡ Le foglie espanse di tute le età mostrano un cospicuo e passeggero, ingiallimento.
➡ Seguito da perdita di turgore, essiccazione e necrosi.
➡ Nelle piante mature la base del picciolo collassa lasciando cadere le foglie lungo lo pseudofusto.
➡ Le giovani foglie cessano di svilupparsi e successivamente la loro lamina diventa necrotica.
➡ Sintomi possono anche manifestarsi su succhioni, ma l’infezione non è sempre sistemica, e succhioni sani possono essere
prodotti.
➡ Molto probabilmente l’infezione si verifica attraverso l’infiorescenza.
➡ La diffusione può avvenire anche per mezzo di materiale di propagazione infetto.
➡ Il patogeno può persistere nel suolo o su frammenti di pianta.
➡ I frutti delle piante infette possono anche essere una fonte di infezione visto che il grappolo infetto si presenta normale.
40
41
➡ Rigide norme di quarantena devono essere adottate
dagli stati per evitare l’introduzione di questo batterio.
➡ Finora la diffusione della malattia è stata molto
limitata.
42
M A R C I U M E M O L L E D E L R I Z O M A ( R H I Z O M E S O F T R O T )
➡ Erwinia carotovora, è la specie batterica più universalmente diffusa
quale agente di marciume molle degli organi carnosi, ma spesso
anche di foglie e fusti verdi, di numerose specie vegetali (orticole,
ornamentali , fruttiferi e graminacee) in campo e post – raccolta.
➡ Nel caso del banano, questo patogeno è dannoso specialmente nei
terreni limo –alluvionali dell’America Centrale.
➡ Il danno causato sul banano è variabile, la malattia colpisce giovani
impianti, e nei casi più gravi obbliga al reimpianto totale.
➡ Nei casi di attacco lieve, la perdita di prodotto commerciale è
contenuta (pezzatura inferiore del frutto).
43
➡ Sintomi :
➡ esternamente i sintomi sono simili a quelli causati da E. musa, e da
alcuni ritenuti indotti dallo stesso agente eziologico: fallanza
crescita stentata, ingiallimenti.
➡ Rizoma interessato da marciumi locali (inizialmente in prossimità
della corteccia, poi generalizzati) in forma di macchie soffici,
spugnose, giallo – brunastre, che estendendosi lasciano delle
cavità.
➡ Le piante mature spesso non mostrano sintomi ma sono instabili,
ed allorché si fessurano presentano alla base dello pseudofusto
porzioni di rizoma marcio.
44
45
manca xanthomonas
➡ Epidemiologia - Risiede nel suolo, colonizza i rizomi, si
diffonde da quelli infetti a quelli sani durante le operazioni
di preparazione e messa a dimora, soprattutto nei mesi più
piovosi, ed anche durante i trattamenti a caldo per
disinfestare dai nematodi.
➡ È frequentemente associato all’insetto minatore del rizoma
, Cosmoplites sordidus, L’optimum di temperatura è 27°C.
➡ Misure di lotta - effettuare le operazioni di impianto
durante i mesi più asciutti, assicurare buone condizioni di
drenaggio, usare rizomi ben sviluppati e provenienti da
piantagioni sane.
46
M A R C I U M E D A E R W I N I A M U S A ( H E A D R O T )
➡ Causata dal batterio Erwinia musa, è presente nell’America Centrale.
➡ Il danno causato è variabile la malattia è poco diffusa, e di importanza locale.
➡ In condizioni di favorevoli (alta umidità relativa, ristagni idrici) può essere assai grave.
➡ I sintomi tipici sono rappresentati, da: fallanza, o crescita stentata e brachimorfa dei rizomi piantati,
associata a clorosi fogliare, instabilità meccanica delle piante infette, possibile spaccatura del rizoma e
parziale distacco dallo pseudofusto.
➡ Sul rizoma tessuti superficialmente acquosi, bruni, molli ed odorosi, con estensione del marciume verso
l’interno a chiazze circondate da alone più scuro. Il marciume progredisce verso lo pseudofusto
distruggendo l’apice vegetativo e provocando degenerazione interna, spesso con decolorazione dei
vasi. A volte può essere confuso con l’avvizzimento da Fusariosi.
➡ Si conosce poco sull’epidemiologia di questo patogeno.
➡ Si diffonde con rizomi infetti, mentre i polloni possono sfuggire all’infezione.
➡ Bisogna predisporre condizioni favorevoli allo sviluppo vigoroso della pianta, evitare ristagni, usare
materiale di moltiplicazione sano.
47
C I M A C E S P U G L I O S A D E L B A N A N O ( B A N A N A B U N C H Y
T O P )
➡ È considerata la più grave virosi del banano, è stata
segnalata per la prima volta alle isole Fiji nel 1889.
➡ Il virus causa grandi epidemie se l’afide vettore,
Pentalonia nigronervosa, è presente.
➡ Alcune nazioni (Australia, Taiwan, Filippine) hanno
attuato dei programmi di risanamento – ed
eradicazione.
➡ Trattasi di una malattia specifica del genere musa
48
➡ Sintomi :
➡ l’infezione e lo sviluppo dei sintomi possono avvenire in ogni fase di crescita, le
foglie sono gli organi che presentano la massima espressione sintomatologica,
➡ e soprattutto le apicali che, anziché piegarsi lungo lo pseuodofusto, restano
unite in un ciuffo.
➡ Sulle stesse compaiono sottili linee internervali di colore verde scuro, larghe
circa 1 mm, “ad alfabeto morse”.
➡ Spesso a tale situazione si associano marciumi radicali dell’interno dello
pseudofusto.
➡ Le piante malate si mostrano sofferenti, con riduzione di crescita, mentre le
foglie infette, con il progredire dell’età, presentano margini clorotici ed iniziano
a necrotizzare.
➡ È stata segnalata la presenza del virus in piante asintomatiche
50
➡ Epidemiologia - BBTD è trasmesso in maniera persistente, circolativa
dell'afide (Pentalonia nigronervosa).
➡ La distribuzione sulla lunga distanza avviene ad opera di materiale di
propagazione infetto, anche per mezzo di piante ottenute da colture
meristematiche.
➡ La diffusione per mezzo di attrezzi di lavoro, è improbabile.
➡ La presenza del virus può essere diagnosticata attraverso il metodo ELIZA.
➡ La particella si conserva nei polloni infetti, presumibilmente nel floema e
nei parenchimi adiacenti, la diffusione degli stessi contribuisce
all’estensione dell’area infetta.
➡ L’incidenza e la trasmissione delle malattie si esaltano nei periodi caldo
umidi, con alte precipitazioni e in suoli ad alta fertilità.
51
M I S U R E D I L O T TA
➡ La base della lotta consiste nel prevenire l’infezione e nel distruggere
le piante infette, sia quelle abbandonate e delle Musacee spontanee.
➡ Impiegare esclusivamente materiale di propagazione libero da virus,
attuare una rigida esclusione del virus nelle aree ancora esenti.
➡ Tutte le specie e le cultivars di Musa sono suscettibili attualmente,
anche se il periodo di incubazione può essere molto variabile.
➡ La coltura di apici meristematici, possibilmente combinata con la
termoterapia (Ramos e Zamora 1990, Wu e Su 1991), è stata utilizzata
con successo nella realizzazione di piante libere da virus. Bisogna in
ogni caso testare le colture dopo il trattamento.
52
M O S A I C O D E L B A N A N O ( B A N A N A M O S A I C )
➡ La malattia è causata da “Cucumber Mosaic Cucumovirus” (CMV). Si tratta di un virus cosmopolita.
➡ Sintomi :
➡ gravità e tipo di sintomi possono variare molto con i ceppi (più o meno virulenti), con la varietà e le condizioni
ambientali.
➡ La manifestazione più frequente associata al CMV è l’apparizione sulle foglie più mature di striature gialle
parallele alle venature, dalla nervatura centrale verso i margini, continue o interrotte, a volte in bande ed altre “a
macchia anulare”, possibilmente distintive di diversi ceppi.
➡ Le piante possono rimanere brachimorfe, con foglie disposte a rosettta, strette a forma di cinghia, clorotiche .
➡ Le guaine esterne possono separarsi dallo pseudofusto, e l’ultima foglia “a sigaro” emergere già necrotica.
➡ Nei casi più gravi (ceppi severi) si ha necrosi interna.
➡ I frutti possono apparire normali ma essere di formato ridotto, o presentare striature clorotiche e necrosi interna,
localizzata nella polpa in macchie nerastre, le deformazioni sono rare.
➡ Nei casi più lievi, i sintomi sono quasi inavvertibili, le piante possono recuperare e non presentare alcun
sintomo, salvo poi dare nuove manifestazioni in seguito. In casi incerti, è opportuno effettuare test immuno-
diagnostici con kits per ELISA disponibili in commercio.
➡ I sintomi sono spesso confusi con quelli causati da Banana Streak Virus (BSV).
53
54
Banana Mosaic
(cucumber mosaic Cucumovirus
➡ Epidemiologia - il virus è trasmesso in maniera non
persistente dagli afidi, tra cui: Aphis Gossypii,
Rhopalosiphum maidis, R. prunifoliae e Myzus
persicae. In studi sperimentali condotti associando
BBTV, e CMV, il virus è stato trasmesso, da Pentalonia
nigronervosa.
➡ È stata segnalata, la trasmissione per seme (Gold
1972),
➡ e Anche la trasmissione meccanica è possibile.
55
M I S U R E D I L O T TA
➡ Estirpazione delle piante infette e loro distruzione, con
o senza “zona tampone” circostante (30-80 piante);
➡ in caso di frequenza elevata di infezioni in piantagione,
associare l’eliminazione dei focolai alla lotta contro
contro gli afidi vettori.
56
S T R I AT U R E D E L B A N A N O ( B A N A N A S T R E A K )
➡ Questa patologia è stata descritta in Costa d’Avorio sul banano (Lassoudiere
1974).
➡ Successivamente in un periodo relativamente breve la malattia è stata osservata
ed indentificata in molte aree di produzione di banani e platani, in tutto il mondo.
➡ Questo, suggerisce che il virus che causa la malattia (banana streak virus), è
stato largamente distribuito per molti anni, e le sue origini geografiche sono
ancora incerte. I
➡ n passato i sintomi causati da questo virus venivano confusi con quelli causato da
CMV, quindi era presente già da prima, e durante la sua lunga storia non ha
ancora causato grosse epidemie.
➡ Anche se le infezioni causate da BSV, causano significative perdite in qualche
zona.
57
58
➡ La diffusione sulla lunga distanza è affidata all’uso di materiale di
propagazione infetto,
➡ includendo in questo anche le piante micropropagate.
➡ Le cocciniglie diffondono la malattia a livello locale, ciò si verifica molto
lentamente e su brevi distanze.
➡ Un largo range di cultivar di tutti i genotipi, da “Cavendish” a “Plantain
landraces,” possono essere infettati.
➡ Una caratteristica dell’infezione causata da questa forma di BSV, è la
periodica comparsa e scomparsa dei sintomi.
➡ Studi sul problema in questione, portano alla conclusione che ci siano
delle forme integrate di BSV, le quali in alcune Cultivar possono essere
attivate da stress e dare il via alle infezioni.
59
➡ Sintomi :
➡ possono essere molto variabili, ma generalmente consistono in strie clorotiche e
necrotiche sui tessuti della lamina.
➡ In casi molto gravi, sintomi addizionali includono distorsione del grappolo,
fenditure dello pseudofusto, marciume del cuore e morte della pianta.
➡ I sintomi in alcuni casi possono per qualche tempo essere moderati e/o irregolari,
comparendo solo su qualche foglia o sporadicamente durante l’anno.
➡ L’espressione dei sintomi, nel minore dei casi, in qualche cultivar e con qualche
ceppo del virus dipende dalle condizioni climatiche.
➡ Da esperimenti effettuati all’International Institute of Tropical Agriculture (IITA),
i sintomi si sono presentati con più frequenza e gravità a temperature più basse (22
– 24 °C) rispetto alle temperature più alte (28 – 32 °C).
➡ Si raccomanda in caso di introduzione del materiale, di ispezionare bene se sono
presenti sintomi di BSV, e le piante che esibiscono sintomi devono essere distrutte.
60
M I S U R E D I L O T TA
➡ Misure di lotta – “Banana streak” può essere
controllata tramite l’eradicazione delle piante infette,
ed usando materiale di propagazione libero da virus.
61
M O S A I C O D E L L E B R AT T E E D E L B A N A N O ( B A N A N A
B R A C T M O S A I C D I S E A S E )
➡ “Banana Bract Mosaic Disease” (BBrMD), è stata descritta per la prima volta, nel 1979 nelle
Filippine.
➡ Perdite superiori al 40 % si sono verificate nelle Filippine, dove dei programmi di
eradicazione e risanamento, sono stati avviati (Magnaye 1994).
➡ Sui frutti destinati all’esportazione, la presenza di striature è motivo di rifiuto.
➡ La malattia è causata da un Potyvirus (da Potato Y potyvirus = PVY, virus Y della patata). È
la famiglia di fitovirus più ampia in assoluto poiché ne comprende quasi un terzo, fra cui
molti economicamente importanti per la gravità dei danni, l’importanza delle colture
colpite e la facilità di trasmissione.
➡ Inoltre le piante virosate sono più facilmente e più gravemente affette da infezioni fungine.
➡ il virus è trasmesso in modo non persistente da alcune specie di afidi (Rhopalosiphum
maidis, Aphis gossypii e Pentalonia nigronervosa).
➡ Il virus è diffuso anche per mezzo di materiale di propagazione infetto (comprese colture di
tessuti succhioni ecc.), la diffusione per mezzo di attrezzi da taglio è improbabile.
62
➡ Sintomi :
➡ Un sintomo caratteristico è rappresentato dal mosaico scuro rossastro – marrone, sulle brattee
dell’infiorescenza, ciò distingue questa malattia da tutti gli altri virus conosciuti del banano.
➡ I sintomi sulla lamina fogliare possono o no essere presenti, questi sono più prominenti sulle
foglie più giovani nelle infezioni recenti.
➡ Se sono presenti, consistono in strisce clorotiche lungo le venature parallele.
➡ Se si staccano le guaine fogliari dallo pseudofusto, si distinguono delle zone a mosaico di colore
scuro.
➡ BBrMV, infetta una gran varietà di c.v. di banano con diversi genotipi, e diffuso specialmente nelle
varietà Cordaba (ABB/BBB), Saba (BBB) e Abuhon (BB).
➡ I sintomi causati da BBrMV, possono essere difficili da scoprire su piante senza grappolo in pieno
campo.
➡ I sintomi sulle foglie possono essere poco visibili (o assenti) anche all’occhio più allenato e in
assenza di quelli sulle brattee, i soli sintomi sono rappresentati da quelli sullo pseudofusto.
➡ Per la diagnosi del BBrMV, si può usare il test ELISA, prove di cDNA15 e la tecnica PCR.
➡ Misure di lotta - le misure di lotta sono quelle adottate per gli altri virus del banano.
63
64
B A N A N A B R A C T M O S A I C
AV V E R S I TÀ A B I O T I C H E
➡ Clima - I fattori atmosferici avversi condizionano la produttività e la stessa vita del banano.
➡ Riguardo alle temperature, quando queste si portano al di sotto di certi valori, variabili da cultivar
a cultivar (ma in modo generale al di sotto dei 16°C), anche se la moltiplicazione cellulare non si
arresta, nel racemo si verifica il fenomeno noto come “strozzatura”, in inglese chiamato “choke”.
➡ Esso si manifesta con la difficoltà del racemo ad emergere.
➡ Basse temperature al momento della differenziazione a fiore conducono al manifestarsi di quel
fenomeno che è chiamato “November dumps”, il quale consiste nella formazione di racemi
stentati, con mani distanziate (Robinson, 1982).
➡ Le basse temperature, inoltre, favoriscono i marciumi dei frutti.
➡ In coincidenza di temperature al di sotto di 12°C i frutti subiscono un danno irreversibile, dato
che il lattice, presente nelle cellule latticifere del pericarpo, coagula e forma piccoli grumi scuri.
➡ Nel frutto maturo, poi, si producono macchie scure visibili esternamente dopo la raccolta.
65
➡ Carenze ed eccessi nutrizionali :
➡ L’eccesso d’azoto sul banano provoca: clorosi diffusa con accentuazione della stessa sulle foglie più vecchie,
mentre i peduncoli fogliari presentano colorazioni rosate.
➡ Ne deriva una riduzione dei ritmi di crescita, una instabilità dello pseudofusto dovuta all’esilità dello stesso, e una
ridotta produzione dei frutti.
➡ Sintomi da carenza di fosforo sono: le foglie si presentano di un verde intenso, con bronzature o strie bluastre.
➡ Ne consegue una rapida necrosi accompagnata, talvolta, dalla comparsa di macchie scure poste tra la zona sana e
quella già necrosata. La crescita dei polloni e dell’intera pianta è ridotta.
➡ In caso di carenza di ferro su banano si assiste ad una clorosi diffusa delle giovani foglie, che divengono
acuminate ed assumono un aspetto a rosetta, mentre i frutti prodotti sono di dimensioni ridotte. I sintomi sono
estremamente simili a quelli causati da una carenza d’azoto o di zinco.
➡ La carenza di magnesio, unica anomala situazione, frequente nei terreni sabbiosi, può essere accentuata, nei
paesi tropico – equatoriali, dalle abbondanti precipitazioni che possono dilavare la forma ionica.
➡ Su banano i primi sintomi, sotto forma di clorosi marginali, compaiono sulle foglie più basse e si estendono verso
la nervatura centrale.
➡ I sintomi gradualmente si mostrano anche sulle foglie superiori. Il rizoma produce numerosi polloni e il sistema
radicale, ridotto, tende a marcire.
➡ Se la carenza è prolungata, anche i frutti ne risentono, con perdita di peso. L’alterazione è nota come “Blue
Disease”
➡ Su banano la carenza di manganese si manifesta sotto forma di clorosi delle foglie giovani (marginali
ed internervali) e comparsa di macchie scure sulla superficie superiore, soprattutto all’interno dell’area
clorotica.
➡ Spesso ne viene interessata l’intera foglia.
➡ I frutti si presentano scuri, con piccole macchie colore ruggine, lunghe 1 – 6 mm.
➡ Per quanto riguarda il potassio è generalmente la carenza che si manifesta, soprattutto nei terreni
sabbiosi o acidi, rispetto all’eccesso. I sintomi di carenza sul banano sono: le foglie più vecchie
ingialliscono rapidamente, virano in 2 – 3 giorni all’arancione e disseccano. Sulla nervatura centrale
compaiono macchie scuro – violacee. Se la carenza è forte disseccano anche le foglie più giovani.
➡ Su banano la zinco-carenza si presenta, soprattutto sulle varietà del gruppo “Cavendish”, sotto forma
di rosettatura e riduzione di crescita. Le foglie divengono clorotiche e tendono a necrotizzare.
➡ La crescita dei frutti è rallentata ed il casco rimane orizzontale.
➡ Danni da eccessi salini - Su banano si verificano riduzioni dello sviluppo vegetativo, clorosi fogliari e
arrotolamento dei margini fogliari.
➡ Ad Haiti si conosce, su banano, una alterazione nota con il nome “Plant Failure”, che si manifesta circa 10
mesi dopo l’impianto e che consiste in un ingiallimento e disseccamento delle foglie più vecchie;
➡ mentre i caschi rimangono orizzontali, presentano dimensioni ridotte e portano frutti molto arcuati.
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69
D A N N I D A AV V E R S I TÀ A N I M A L I
• Tra le avversità animali, oltre alla Pentalonia nigronervosa (vettore Banana bunchy top virus
(BBTV)), per l’intensità dei danni ci sono alcuni nematodi appartenenti ai generi:
✦Radopholis,
✦Pratylenchus
✦Helicotylenchus
✦Meloidogyne.
Le piante attaccate dai nematodi si presentano debilitate, con foglie pallide e spesso dalle sulle
radici.
La produzione si riduce e nei casi più gravi la pianta non riesce a produrre un corpo fruttifero
normale.
Questi nematodi si controllano disinfestando il suolo (solarizzazione) e applicando la rotazione.
• Tra gli insetti, un curculionide : Cosmpolites sordidus (banana borer) produce larve che forano e si
nutrono dei tessuti del rizoma.
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D A N N I D A AV V E R S I TÀ A N I M A L I
✦ diverse cocciniglie sono state rinvenute sul banano:
✦ Pseudococcus comstocki e altre specie appartenenti allo stesso genere ;
✦ Saissetia nigra
✦ Aspidiotus destructor, A. hederae
✦ Chrisomphalus ficus
✦ Aoinidiella aurantii
✦ varie specie di Iceria , Diaspis, Hemiberlesia.
✦ Aleurothrips howardi (mosca bianca)
✦ ecc…

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Banano

  • 1. M A L AT T I E D E L B A N A N O D O T T. S S A A G R . T R O P. E S U B T R O P. I R E N E B A G L I E R I 1 irenebagl@inwind.it
  • 2. M A L AT T I E D E L B A N A N O • Il luogo di origine del banano è da collocare nel Sud – Est asiatico. • Tutti i platani e i banani si possono fare ascendere alle specie spontanee Musa acuminata Colla e Musa balbisiana Colla. • La pianta è impropriamente chiamata albero, giacché in realtà si tratta di pianta erbacea, che può raggiungere dimensioni considerevoli (anche 7 – 9 m). • Essa è provvista di un rizoma sotterraneo (vero caule), al cui apice si formano le foglie e la gemma a fiore. • Nelle varietà coltivate l’ovario si sviluppa partenogeneticamente, dando vita al frutto, che volgarmente è chiamato “dito”. L’intero racemo si chiama volgarmente casco o regime (“bunch”). 2
  • 3. L A C O LT U R A D E L B A N A N O I N S E R R A • La coltivazione del banano in serra si è sviluppata in questi ultimi anni in alcune aree marginali per effetto delle basse temperature. • Nel Mediterraneo i paesi interessati a questo tipo di coltura sono principalmente il Marocco, la Grecia (isola di Creta), l’Italia (Sardegna e Sicilia). • Il banano ha molti parassiti, e il pericolo di epidemie, è molto grave per questa coltura (Robinson 1996). Trattandosi di una pianta perenne sempreverde, le epidemie possono essere continue. 3
  • 4. M A L D I PA N A M A ( PA N A M A D I S E A S E ) • L’agente che provoca la malattia è un fungo: il Fusarium oxysporum f. sp. Cubense, di cui esistono 4 razze (Foc). È stata descritta per la prima volta nel 1874 in Australia. • La malattia è da considerarsi una delle più gravi del banano nonostante vengano, ormai impiegate, le varietà, tipo “Cavendish”, ritenute resistenti a seguito delle occlusioni vasali che impediscono la traslocazione del fungo nella pianta. • danneggia gli stessi banani del gruppo “Cavendish”, tolleranti alle altre razze, soprattutto nelle regioni subtropicali. • È principalmente trasmessa, attraverso l’utilizzo di materiale di propagazione infetto. Dove si coltivano i platani la malattia riveste una minore importanza, perché le cultivar di tipo “Plantain”, che rappresentano le cultivar dominanti, sono resistenti a questo patogeno. • Oltre al banano questo patogeno attacca anche altre Musacee, è particolarmente frequente sulle specie del gruppo triploide (AAA, AAB, ABB), oltre ad erbacee spontanee. 4
  • 5. S I N T O M I ➡ Il primo sintomo visibile coincide con la comparsa di macchie, o strisce giallastre, alla base delle foglie più vecchie, a partire dai margini verso la nervatura mediana. In taluni casi le foglie collassano mentre sono ancora verdi. ➡ Ai primi sintomi clorotici segue un ingiallimento totale della lamina con perdita di turgescenza del picciolo, tanto che la foglia, non più sostenuta, reclina lungo lo pseudofusto e tende a disseccare. ➡ In seguito anche le altre foglie subiscono uguale sorte, ad eccezione di quella più interna che per lungo tempo si mantiene sana. ➡ I frutti si presentano spugnosi, con pigmentazioni e distorsioni. ➡ Il rizoma appare scuro, distorto, con radici sofferenti, scure. Attraverso sezioni dello pseudofusto e del rizoma è possibile osservare l’intera superficie di taglio pigmentata in rosso-scuro; 5
  • 7.
  • 8. ➡ Fusarium wilt, è causato da un fungo terricolo Fusarium oxysporum, una specie di caratteristiche estremamente variabili, che comprende sia forme saprofitiche che forme patogeniche. ➡ Sebbene la forma patogenica, sia capace di attaccare un largo numero di specie, esiste una specializzazione in forme speciali e razze. ➡ Non è possibile distinguere dalla morfologia l’agente del “Mal di Panama” da forme saprofitiche di F. oxysporum. ➡ Epidemiologia - L’organismo è un tipico abitante del terreno, ove sopravvive per molti anni anche in assenza degli ospiti, in quanto capace di alternare la fase parassitaria a quella saprofitaria. ➡ Le clamidospore possono resistere a lungo in condizioni estreme, e poi germinare in poche ore in seguito a stimoli chemiotropici (essudati radicali). ➡ La trasmissione avviene per mezzo dei polloni infetti (che rappresentano la prima è più importante fonte di infezione), delle foglie morte, dell’acqua di irrigazione, dei detriti vegetali e delle particelle di terreno portanti conidi o altro. ➡ Il patogeno si può diffondere in un intero bananeto attraverso l’utilizzo di succhioni infetti, ma asintomatici. ➡ Le caratteristiche del terreno che favoriscono l’infezione sono: pH 6, scarso drenaggio e scarsa fertilità. ➡ Le piante vengono invase attraverso ferite presenti o su radici o al colletto; il fungo, dal sito di penetrazione, si diffonde rapidamente all’interno della pianta, sino alle parti aeree, attraverso un’abbondante produzione di microconidi. 8 Epidemiologia
  • 9. M I S U R E D I L O T TA ➡ Controllo biologico - Il ruolo di “suppressive soils” nel controllo delle specie di Fusarium è stato riconosciuto da lungo tempo (Louvety et al. 1981, Alabouvette e Harby 1990), e suoli che sopprimono lo sviluppo della Malattia di Panama, sono stati descritti in alcune aree (Stover 1990). ➡ La soppressione nei confronti della malattia può essere attribuito a fattori chimici fisici o microbiologici, non si tratta di un fenomeno statico, e può essere migliorata, ridotta o anche annullata, da cambiamenti nell’ambiente (Stover 1990, Alabouvette et al. 1993). ➡ La manipolazione delle condizioni del suolo attraverso l’utilizzo di pratiche colturali ha dato come risultato, l’ottenimento di suoli più soppressivi nei confronti delle malattie causate da patogeni fungini, incluse quelle causate da F. oxysporum (Louvet et al. 1981), l’applicazione di ceneri e melasse può essere un esempio nel caso del banano. Le possibilità che emergono a proposito della lotta biologica, stanno dando dei risultati interessanti. 9
  • 10. M I S U R E D I L O T TA ➡ Le pratiche colturali possono essere effettivamente efficaci nel contenere le perdite dovute a questa patologia. La loro azione si esplica nel: ➡ ridurre il periodo di sopravvivenza del patogeno nel terreno, ➡ la trasmissione nel suolo, su frammenti di pianta e sulle attrezzature dell’azienda, e riducendo nel complesso l’inoculo del parassita nel bananeto. ➡ La rimozione e la distruzione delle piante morte (o dei frammenti di queste), sortisce un buon effetto, soprattutto se l’infezione è confinata ad una o poche piante. ➡ La solarizzazione del suolo, può essere efficace nell’eliminare l’inoculo del fungo presente nel terreno, ma sia i costi che la sua realizzazione pratica ne precludono, l’applicazione alle piccole aziende, ed inoltre la ricolonizzazione del terreno da parte del fungo può essere molto rapida (Katon et al. 1993). ➡ L’utilizzo di piante resistenti, È certamente il mezzo più efficace, economico e praticabile a lungo termine .L’ibridazione tradizionale, utilizzata al FHIA (Fundation Hondureña De Investigation Agricola, Honduras) e dall’IITA (International Institute Of Tropical Agriculture, Nigeria), ha prodotto un numero di cloni che hanno mostrato, resistenza alla Malattia di Panama. Tra questi: FHIA – 01 e FHIA – 03, che hanno mostrato resistenza nei confronti della razza 1 e 4 del FOC, che possono essere utilizzati per rimpiazzare delle cultivar suscettibili in qualche area. ➡ La variabilità del patogeno è una delle ragioni per cui la resistenza al Wilt manifestata da alcune cultivar di banano in alcune aree, non è stata tale in altre aree (Stover e Buddenhagen 1986). ➡ Si è visto, che Parassiti di origine animale, come i nematodi, pare abbiano un effetto considerevole nello sviluppo del Fusarium Wilt. È stato constatato, che le infestazioni sulle radici da Radopholus similis e Meloidogyne incognita, aumentano l’incidenza di questa malattia su molte colture, comprese il banano (Lous 1959), ciò è dovuto probabilmente ai danni causati dai nematodi sulle radici, che aumentano il numero di punti di entrata per il patogeno. Tali effetti non solo possono annullare la resistenza ma, possono anche limitare l’efficacia delle pratiche agronomiche e del controllo biologico. 10
  • 11. M A L AT T I E F O G L I A R I D E L L E S I G AT O K A ( S I G AT O K A L E A F S P O T D I S E A S E S ) ➡ Comprende due malattie causate da due ascomiceti: Mycosphaerella fijiensis Morelet, la quale causa la malattia chiamata “Black leaf streak disease” (BLSD), e M. musicola Leach ex Mulder, che causa la malattia chiamata invece: “Sigatoka disease” (o Yellow sigatoka, SD). ➡ BLSD e SD, sono diffuse localmente, per mezzo di ascospore e conidi. ➡ La diffusione sulla lunga distanza è dovuta al trasporto di materiale infetto (succhioni, polloni e foglie malate) e alle ascospore ad opera del vento. ➡ Nel Pacifico e in America Latina ed Africa, i sintomi di “Sigatoka Disease”, sono osservati solo di rado, essa è stata sostituita dalla BLSD. ➡ La SD predilige, climi più freschi e spesso domina ad altitudini di 1200 – 1400 m, dove invece la BLSD è raramente riscontrata. 11
  • 12. S I N T O M I ➡ I sintomi delle due malattie a volte, sono difficilmente distinguibili. ➡ In generale, il primo sintomo si manifesta sulla superficie superiore della foglia con striature giallo pallido (SD) o striature brune sulla superficie inferiore (BLSD). ➡ Entrambi della larghezza di 1 – 2 mm di lunghezza, che si allargano a formare lesioni necrotiche con aloni giallo e grigio chiaro al centro. ➡ Le lesioni possono unirsi al centro, e distruggere grandi aree di tessuto fogliare. Che hanno l’effetto, di ridurre le rese e di anticipare la maturazione dei frutti. ➡ La BLSD provoca danni più gravi rispetto alla SD, perché i sintomi compaiono sulle foglie più giovani, contenenti una più alta concentrazione d'inoculo, provocando maggiori danni all’apparato fotosintetico rispetto all’altro agente patogeno. ➡ Il danno consiste in una seria filloptosi, ed in una anticipata maturazione dei frutti. I due patogeni possono essere distinti morfologicamente in base alle caratteristiche dei conidi e dei conidiofori. ➡ Procedimenti molecolari sono stati sviluppati per la determinazione delle specie. 12
  • 13. 13 Black leaf streak disease (BLSD) causato da Mycosphaerella fijensis Black leaf streak disease (BLSD) o Yellow sigatoka
  • 14. ➡ Epidemiologia - Per quanto riguarda la BLSD, gli aspetti epidemiologici non sono ben conosciuti: la sporulazione avviene molto presto e le infezioni secondarie avvengono sulle foglie vecchie. ➡ Le ascospore rappresentano la forma primaria d’infezione e sono rilasciate con alti valori di umidità o con tempo piovoso. ➡ I periteci si sviluppano nelle zone più colpite di foglie mature, con forti variazioni stagionali o dovute al microclima. Il massimo si ha nei periodi caldi, umidi e piovosi. La dispersione dei conidi è dovuta principalmente a pioggia e rugiada, le distanze percorse sono in genere brevi. ➡ I due tipi di propaguli hanno quindi cicli, optima e picchi in parte differenti, e ciò spiega la presenza continua e massicci di inoculo. In generale, ai conidi viene attribuita una maggiore capacità infettiva. 14
  • 15. M I S U R E D I L O T T TA ➡ Il potenziale di 29 isolati di Trichoderma spp. è stato studiato per il controllo della malattia di Sigatoka nera. Quattro isolati sono stati in grado di ridurre significativamente la gravità della malattia. ➡ il miglior isolato è stato identificato come Trichoderma atroviride. ➡ Trichoderma atroviride SC1 è la sostanza attiva di un nuovo prodotto fitosanitario registrato contro alcune malattie del legno della vite. ➡ Il microrganismo è stato isolato in nord Italia da legno di nocciolo e presenta un’ottima efficacia contro alcuni patogeni vascolari della vite (mal dell’esca e eutipiosi). ➡ La sua efficacia è dovuta all’abilità ed alla velocità del fungo nel colonizzare substrati legnosi quali le ferite di potatura, impedendo l’insediamento dei patogeni attraverso una competizione per spazio e nutrienti. ➡ E’ inoltre, in grado di antagonizzare altri microrganismi mediante la produzione di enzimi litici. ➡ L'uso di cultivar resistenti è la strategia ideale, tuttavia, fattori come il periodo di tempo per sviluppare nuove cultivar di fronte al ciclo di vita della banana, la sua stretta base genetica e la variabilità dell'agente patogeno che potrebbe adattarsi rapidamente ai nuovi geni di resistenza a causa della sua riproduzione sessuale è un fattore complicante. 15
  • 16. A N T R A C N O S I D E I F R U T T I D E L B A N A N O ( A N T H R A C N O S E ) ➡ L’agente, che si ritrova quasi esclusivamente con la forma conidica, Colletothrichum musae, è causa di una alterazione, su Musa spp. (Banano) e M. textilis (Abaca), che va sotto il nome di “malattia da trasporto”, poiché può manifestarsi appunto a seguito di condizioni non idonee della stiva delle navi. ➡ La temperatura della stiva non deve, infatti, superare i 12°C affinché i frutti non inizino a maturare, concentrando il contenuto zuccherino e riattivando il fungo presente tra cuticola ed epidermide, ove si era insediato già prima della raccolta. ➡ Il fungo è presente in tutte le aree bananicole da quando si è diffuso l’uso delle varietà tipo “Cavendish”, suscettibilissime, ma resistenti alla fusariosi. 16
  • 17. S I N T O M I ➡ diverse sono le manifestazioni sintomatologiche, legate all’aggressione di C. musae, ma due in particolare devono essere ricordate, entrambe a carico dei frutti: ➡ la più diffusa è quella nota con il nome di “antracnosi” (Skin Antrachnose), che si manifesta sotto forma di macchie ellittiche, profonde, nere, sulla dorsale dei frutti, isolate o in numero di 2 – 3 (in questo caso le estremità possono toccarsi), e sulle quali si differenziano gli acervuli di colore rosa salmone. ➡ L’altra, temuta quanto la prima, è nota con il nome di “marciume della corona” (Crown Rot) e consiste in un imbrunimento dei tessuti della corona della mano, che tendono ad annerire e marcire. ➡ A C. musae si associano spesso altri funghi: Botryodiplodia theobromae, Ceratocystis paradoxa, Fusarium rosae, Thielaviopsis sp., Alternaria sp. Fusarium pallidoroseum, Verticillium sp. e altri. Le infezioni si verificano nei capannoni durante le operazioni di impacchettamento, dove frammenti di fiori e foglie, si accumulano. ➡ Rappresenta un problema maggiore quando le banane sono trasportate sui mercati lontani. 17
  • 18. 18
  • 19. ➡ Epidemiologia - La sopravvivenza avviene, per mezzo del micelio e dei conidi presenti sulla pianta, su foglie e piccioli; ed anche sui tessuti delle foglie marcescenti cadute a terra. I conidi rimangono vitali, negli acervuli, per lunghi mesi. ➡ I conidi, essendo avvolti in una massa mucillaginosa, per essere liberati necessitano di acqua. Pertanto, a seguito di una precipitazione, si ha appunto la liberazione, a cui segue la disseminazione a mezzo della stessa acqua o delle correnti aree. ➡ Non appena raggiungono i frutti, immaturi, se è presente un velo d’acqua, ad una temperatura di 20 – 32 °C, con un optimum tra 26 e 28°C, germinando formando un appressorio dal quale l’ifa infettiva prende origine e penetra il frutto rimanendo in uno stato di dormienza fino alla maturazione del frutto stesso. ➡ Se il frutto ha subito lesioni, la penetrazione è più rapida. ➡ Un altro momento di infezione è rappresentato dai bagni ai quali i frutti vengono sottoposti: nelle vasche di lavaggio possono essere presenti dei conidi i quali vanno a penetrare attraverso la superficie di taglio della mano. ➡ La temperatura ha un ruolo molto importante nello stabilirsi e nello sviluppo della malattia: nelle zone tropicali, dopo il taglio, a temperature di 25 – 30°C, i sintomi possono mostrarsi dopo 5 – 6 giorni. 19
  • 20. M I S U R E D I L O T TA ➡ È opportuno porre attenzione a non provocare ferite alle dita; ➡ raccogliere i caschi al giusto momento di maturazione (3/4 pieno); ➡ somministrare alle piante elementi nutritivi; ➡ utilizzare imballaggi appropriati: si sta assistendo ad un ritorno dell’uso della carta al posto dei sacchi o pellicole di polietilene; regolare la temperatura della stiva a 12°C, non oltre per non attivare i processi di maturazione, e non meno per evitare i danni da difetto di temperatura. 20
  • 21. M A R C I U M I D E I F R U T T I E D E L C O R M O ( F R U I T A N D C O R M R O T ) ➡ Il fungo che causa questa malattia si chiama Ceratocystis paradoxa (famiglia: Ophiostomaceae). Si tratta di una specie estremamente polifaga, particolarmente frequente su ananas, Mango, Palma da cocco, papaia. ➡ Il danno causato da questo patogeno è variabile, in funzione delle modalità di raccolta e delle condizioni di trattamento e trasporto. ➡ La penetrazione avviene attraverso ferite, quali sono i tagli alla corona per separare le mani dal racemo. ➡ L’incidenza può essere stagionale (massima nei periodi caldi ed asciutti). ➡ La lotta consiste, nell’eliminazione delle piante e dei frutti infetti. 21
  • 22. C I G A R E N D R O T ➡ “Cigar end rot” è causata sia da Verticillium theobromae, che da Trachysphaera frutctigena. Il danno causato da questo patogeno è modesto si ha la perdita di pochi frutti. ➡ Sintomi : ➡ Trachysphaera fructigena: il primo sintomo, e comunque quello più evidente, consiste nella comparsa alla estremità distale del frutto di un’area decolorata, molle, con colore verde oliva tendente ad imbrunire. Il frutto poco dopo imbrunisce interamente. I frutti non ancora maturi sono i più sensibili, ma l’infezione passa rapidamente anche ai frutti più maturi. ➡ Verticillium theobromae: gli organi più sensibili sono i frutti immaturi. L’infezione ha origine dalla cicatrice distale e corre lungo il frutto che rapidamente annerisce per una estensione di 2 – 4 cm, si raggrinzisce e va incontro a profonde distorsioni. Sul frutto compaiono, in atmosfera umida, abbondanti conidiofori. ➡ La polpa si disidrata e assume un aspetto spugnoso. ➡ Misure di lotta - Eliminazione delle parti infette. Questa operazione è tuttavia poco efficace per i frutti del gruppo “Cavendish”, molto sensibili. ➡ Per questi ultimi, onde evitare l’infezione, si possono proteggere i caschi con sacchetti di polietilene prima dell’emissione dei frutti stessi. 22
  • 23. 23
  • 24. C AV I TÀ N E R E ( B L A C K P I T O P I T T I N G D I S E A S E ) ➡ L’agente causale di questa malattia è la Pyricularia grisea, Oltre a questa malattia sul banano questo patogeno causa il brusone parassitario o piriculariosi del riso. ➡ Questa è una malattia che causa nel mondo le più drastiche decurtazioni di risorse alimentari. ➡ Sul banano invece, causa danni modesti. ➡ Sui frutti compaiono piccole macchie rosse, tendenti ad approfondirsi nella polpa e ad imbrunire, formando “Pit” (cavità) larghe 2 – 5 mm l’insieme delle cavità è più numeroso sui frutti della parte superiore del casco. Le cavità tendono a fessurarsi. ➡ La principale fonte di inoculo è rappresentato dalle fruttificazioni presenti sulle parti fogliari sfrangiate. Il vento diffonde i conidi sino ai frutti. La temperatura ottimale per l’infezione è di circa 24°C. ➡ È bene distruggere le foglie e i frutti infetti. 24
  • 25. A P I C E N E R O ( B L A C K T I P O F R U I T S P E C K L E ) ➡ La malattia causata da Deightoniella torulosa è presente: in Africa, Asia Australia e Oceania, Nord America, America Centrale, in Suda America, e Indie Occidentali. ➡ Si tratta di una patologia di secondaria importanza, in quanto causa danni modesti. ➡ Sintomi - Il sintomo caratteristico è rappresentato da una punteggiatura color rosso bruno, tendente al nero, diffusa su tutto il frutto. Le piccole macchie sono contornate da un alone verde scuro. Il numero delle punteggiature aumenta in funzione della maturità del frutto. ➡ Misure di lotta - Si consiglia di proteggere i caschi con sacchi di polietilene, avendo l’accortezza di praticare sui sacchi stessi delle piccole aperture per arieggiare. Inoltre bisogna eliminare le porzioni fogliari infette. 25
  • 27. S Q U I RT E R ➡ Questa malattia è causata da Nigrospora sphaerica, (e da Nigrospora musae) il cui solo ospite è il banano, è presente in Australia, Brasile, Nuova Guinea. Il danno prodotto è modesto, può risultare grave in caso di colpi di freddo. ➡ Sintomi - A maturità completa, generalmente dopo il trasporto e durante lo stivaggio in camera di maturazione, si manifesta un marciume che parte dall’estremità prossimale della polpa, che diviene bruna o nera, semifluida e gelatinosa. ➡ La buccia appare nera o bluastra. Alla fine il frutto risulta molle ed inconsistente. ➡ In casi di infezioni molto intense, la buccia presenta un colore bluastro ancor prima della maturazione. 27
  • 28. ➡ Epidemiologia : ➡ Conidi disseminati dalle correnti aeree e spesso presenti come inoculo potenziale sui regimi verdi già prima della raccolta. ➡ Penetrazione a livello di ferite e del taglio. ➡ Il fungo può mantenersi saprofiticamente sui tessuti morti, ed approfittare del minore vigore vegetativo in corrispondenza della stagione più fresca (optimum di crescita: 19 – 22 °C, a 32°C cessa di crescere). L’attacco è spesso associato a colpi di freddo (Chilling). ➡ Misure di lotta - adottare sistemi di raccolta che minimizzano i tagli al racemo. 28
  • 29. F R E C K L E ➡ Guignardia musae, (famiglia:Dothideaceae; sinonimo: Phyllosticta musarum) causa questa patologia sia sul banano che sul platano. Il danno causato in seguito all’infezione, è variabile. ➡ Dipende dal gruppo varietale (spesso è serio per le Cavendish AAA ed alcuni cloni AAB), ed è costituito dal deprezzamento dei frutti. ➡ Sintomi: ➡ sul frutto compaiono, minute, numerose macchie di 1 – 2 mm, rossastre o brunastre, leggermente solevate, a margine sfumato ed alone verde scuro, traslucido, a maturazione, il centro delle macchie annerisce. ➡ Sulle foglie, si manifestano strisce screziate, brune o nerastre, estese dalla nervatura verso i margini, specie sulle foglie senescenti, composte di minute macchioline (simili a lentiggini) d’aspetto simile a quello manifestato sul frutto. ➡ Conidi disseminati dalle acque meteoriche. La massima espulsione avviene in periodi umidi. La germinazione richiede un film liquido. ➡ Misure di lotta: ➡ scelta di varietà resistenti ("Cavendish"); ➡ rimozione delle foglie malate; ➡ insacchettamento del casco di banane. 29
  • 30. 30
  • 31. M A C U L AT U R A F O G L I A R E ( L E A F B L O T C H ) ➡ l’agente patogeno di questa coltura è la Cordana musae, che attacca sia il banano che il platano. ➡ Il danno da esso causato è modesto, in quanto è una tipica malattia da debolezza e da ferita. ➡ Può divenire seria su genotipi suscettibili di platano ed in periodi molto umidi. ➡ Sintomi : ➡ macchie inizialmente piccole, brune poi estese a forma di ovale o di mandorla, con margine rosso – brunastro e circondate da alone clorotico, specie sulla pagina inferiore. ➡ I tessuti fogliari possono necrotizzare dal bordo verso l’interno in modo irregolare, a zig – zag, con una banda giallo brillante che li separa da quelli sani. ➡ Epidemiologia : la dispersione dell’inoculo conidico avviene attraverso correnti d’aria da sorgenti d’infezione primarie (residui colturali o infetti). ➡ Misure di lotta : I trattamenti contro il “Mal di Sigatoka” sono efficaci anche per C. musae. 31
  • 32. 32 leaf blotch causato da Cordana musae
  • 33. AV V I Z Z I M E N T O B AT T E R I C O ( B A C T E R I A L W I LT ) ➡ Moko disease – Causato da Ralstonia solanacearum (sinonimo Pseudomonas s.), Il moko è una grave malattia di natura batterica riscontrata in tutte le regioni bananicole. ➡ È una delle malattie di più vecchie data del banano, la prima descrizione risale al 1911. ➡ È diffusa e provoca ingenti danni nei paesi dell’America centromeridionale, nelle Filippine e nell’Africa settentrionale. ➡ Gli ospiti di Pseuodomonas solanacearum sono numerosissimi e, tra questi, le specie del genere Musa sono particolarmente sensibili. ➡ Il batterio è aerobio, gram – negativo ➡ Si conoscono, all’interno della specie, tre razze: ➡ Razza 1, che infetta le Solanacee ed altre piante. ➡ Razza 2, che interessa il genere Musa ed il genere Heliconia. ➡ Razza 3 , che attacca la patata. 33
  • 34. 34
  • 35. ➡ Epidemiologia : ➡ Risiede nel suolo, la sopravvivenza può variare da alcuni mesi a diversi anni in funzione soprattutto del ceppo batterico, della presenza di vegetazione spontanea potenzialmente suscettibile, delle misure di risanamento adottate. ➡ Tranne che in condizioni di umidità relativa molto elevata, il batterio non si diffonde molto nel terreno motu proprio, ma può essere trasportato passivamente dalle acque d’irrigazione od inondazione, dalle pratiche colturali che prevedono tagli (potature, trapianti ecc.), e dal materiale di propagazione infetto. ➡ Alcuni ceppi sono adattati alla trasmissione entomofila, grazie alla capacità di infettare e di trasudare colonie dalle infiorescenze maschili. 35
  • 36. M I S U R E D I L O T TA ➡ Si devono rispettare rigide norme di quarantena, ed occorre procedere alla immediata distruzione delle piante infette, costituendo nel contempo una zona di sicurezza (zona tampone). ➡ L’ampiezza della zona varia in funzione della virulenza del ceppo presente. La piantagione deve essere pertanto ispezionata ad intervalli di 2 – 4 settimane. ➡ Laddove esiste la possibilità di formazione degli essudati batterici in esterno, e di conseguenza la disseminazione entomofila, occorre ampliare la zona tampone. ➡ Gli strumenti di taglio devono essere disinfettati. ➡ Le malerbe vanno eliminate. ➡ Un nuovo impianto su terreno già adibito a bananeto va effettuato dopo un riposo 6 – 18 mesi, in funzione della persistenza del ceppo presente. 36
  • 37. ➡ Bugtok (È un termine locale per nel sud delle Filippine usato per descrivere il frutto infetto, scolorito e sodo quando maturo. ➡ una malattia endemica ed estesamente distribuita, delle cultivar di “banano cooking” nelle Filippine. ➡ E’ causato da Ralstonia solanacearum. Il batterio può essere isolato dal lattice che fuoriesce dall’infiorescenza infetta. ➡ Sintomi: ➡ Il sintomo più evidente della malattia è la decolorazione della polpa del frutto che è più intensa al centro. ➡ Tutti i frutti un grappolo possono essere senza colore in casi di infezione grave, la distribuzione di questi nel grappolo è casuale nelle piante che sono infette in maniera meno grave. ➡ A differenza del “Moko”, le piante infette da bugtok, appaiono normali ad un occhio non allenato, le foglie rimangono verdi, i frutti sembrano appaiono normali. ➡ Le striature brune sui tessuti vascolari possono essere osservate nel peduncolo del frutto, e nello pseudofusto. ➡ Ci sono molte probabilità che l’infezione possa essere trasmessa all’infiorescenza, e che la “bugtok disease” sia diffusa per mezzo di insetti, probabilmente tripidi. 37
  • 38. 38
  • 39. M I S U R E D I L O T TA ➡ coprire con un telo o con un sacco l’infiorescenza, dopo l’emergenza, può essere utile per evitare la trasmissione da parte degli insetti. ➡ Il materiale da utilizzare a questo scopo può essere una borsa di polietilene, stoffa, o un sacco di nylon. ➡ Una volta che i frutti si sono formati, il sacco si può rimuovere, insieme all’infiorescenza maschile. 39
  • 40. ➡ Blood Disease – Fù riportata la prima volta circa 80 anni fa nel Sulawesi, nell’Indonesia dove causò l’abbandono delle piantagioni di “banana dessert”. ➡ il batterio che causa la malattia si chiama: Pseuodomonas celebensis, oltre che sul banano osservò i sintomi su Heliconia e Musa spp. ➡ Le restrizioni di quarantena adottate dai vari stati, sono il motivo per cui la malattia non si è diffusa fino al 1987. ➡ si verifica comunemente sulla cultivar “Pisang Kapoke” (ABB/BBB “Saba”). Ma altri gruppi possono anche essere infettati. I sintomi sono simili a quelli causati dal “Moko” in America Latina, e variano secondo lo stadio di crescita in cui si trova la pianta. ➡ Le foglie espanse di tute le età mostrano un cospicuo e passeggero, ingiallimento. ➡ Seguito da perdita di turgore, essiccazione e necrosi. ➡ Nelle piante mature la base del picciolo collassa lasciando cadere le foglie lungo lo pseudofusto. ➡ Le giovani foglie cessano di svilupparsi e successivamente la loro lamina diventa necrotica. ➡ Sintomi possono anche manifestarsi su succhioni, ma l’infezione non è sempre sistemica, e succhioni sani possono essere prodotti. ➡ Molto probabilmente l’infezione si verifica attraverso l’infiorescenza. ➡ La diffusione può avvenire anche per mezzo di materiale di propagazione infetto. ➡ Il patogeno può persistere nel suolo o su frammenti di pianta. ➡ I frutti delle piante infette possono anche essere una fonte di infezione visto che il grappolo infetto si presenta normale. 40
  • 41. 41
  • 42. ➡ Rigide norme di quarantena devono essere adottate dagli stati per evitare l’introduzione di questo batterio. ➡ Finora la diffusione della malattia è stata molto limitata. 42
  • 43. M A R C I U M E M O L L E D E L R I Z O M A ( R H I Z O M E S O F T R O T ) ➡ Erwinia carotovora, è la specie batterica più universalmente diffusa quale agente di marciume molle degli organi carnosi, ma spesso anche di foglie e fusti verdi, di numerose specie vegetali (orticole, ornamentali , fruttiferi e graminacee) in campo e post – raccolta. ➡ Nel caso del banano, questo patogeno è dannoso specialmente nei terreni limo –alluvionali dell’America Centrale. ➡ Il danno causato sul banano è variabile, la malattia colpisce giovani impianti, e nei casi più gravi obbliga al reimpianto totale. ➡ Nei casi di attacco lieve, la perdita di prodotto commerciale è contenuta (pezzatura inferiore del frutto). 43
  • 44. ➡ Sintomi : ➡ esternamente i sintomi sono simili a quelli causati da E. musa, e da alcuni ritenuti indotti dallo stesso agente eziologico: fallanza crescita stentata, ingiallimenti. ➡ Rizoma interessato da marciumi locali (inizialmente in prossimità della corteccia, poi generalizzati) in forma di macchie soffici, spugnose, giallo – brunastre, che estendendosi lasciano delle cavità. ➡ Le piante mature spesso non mostrano sintomi ma sono instabili, ed allorché si fessurano presentano alla base dello pseudofusto porzioni di rizoma marcio. 44
  • 46. ➡ Epidemiologia - Risiede nel suolo, colonizza i rizomi, si diffonde da quelli infetti a quelli sani durante le operazioni di preparazione e messa a dimora, soprattutto nei mesi più piovosi, ed anche durante i trattamenti a caldo per disinfestare dai nematodi. ➡ È frequentemente associato all’insetto minatore del rizoma , Cosmoplites sordidus, L’optimum di temperatura è 27°C. ➡ Misure di lotta - effettuare le operazioni di impianto durante i mesi più asciutti, assicurare buone condizioni di drenaggio, usare rizomi ben sviluppati e provenienti da piantagioni sane. 46
  • 47. M A R C I U M E D A E R W I N I A M U S A ( H E A D R O T ) ➡ Causata dal batterio Erwinia musa, è presente nell’America Centrale. ➡ Il danno causato è variabile la malattia è poco diffusa, e di importanza locale. ➡ In condizioni di favorevoli (alta umidità relativa, ristagni idrici) può essere assai grave. ➡ I sintomi tipici sono rappresentati, da: fallanza, o crescita stentata e brachimorfa dei rizomi piantati, associata a clorosi fogliare, instabilità meccanica delle piante infette, possibile spaccatura del rizoma e parziale distacco dallo pseudofusto. ➡ Sul rizoma tessuti superficialmente acquosi, bruni, molli ed odorosi, con estensione del marciume verso l’interno a chiazze circondate da alone più scuro. Il marciume progredisce verso lo pseudofusto distruggendo l’apice vegetativo e provocando degenerazione interna, spesso con decolorazione dei vasi. A volte può essere confuso con l’avvizzimento da Fusariosi. ➡ Si conosce poco sull’epidemiologia di questo patogeno. ➡ Si diffonde con rizomi infetti, mentre i polloni possono sfuggire all’infezione. ➡ Bisogna predisporre condizioni favorevoli allo sviluppo vigoroso della pianta, evitare ristagni, usare materiale di moltiplicazione sano. 47
  • 48. C I M A C E S P U G L I O S A D E L B A N A N O ( B A N A N A B U N C H Y T O P ) ➡ È considerata la più grave virosi del banano, è stata segnalata per la prima volta alle isole Fiji nel 1889. ➡ Il virus causa grandi epidemie se l’afide vettore, Pentalonia nigronervosa, è presente. ➡ Alcune nazioni (Australia, Taiwan, Filippine) hanno attuato dei programmi di risanamento – ed eradicazione. ➡ Trattasi di una malattia specifica del genere musa 48
  • 49. ➡ Sintomi : ➡ l’infezione e lo sviluppo dei sintomi possono avvenire in ogni fase di crescita, le foglie sono gli organi che presentano la massima espressione sintomatologica, ➡ e soprattutto le apicali che, anziché piegarsi lungo lo pseuodofusto, restano unite in un ciuffo. ➡ Sulle stesse compaiono sottili linee internervali di colore verde scuro, larghe circa 1 mm, “ad alfabeto morse”. ➡ Spesso a tale situazione si associano marciumi radicali dell’interno dello pseudofusto. ➡ Le piante malate si mostrano sofferenti, con riduzione di crescita, mentre le foglie infette, con il progredire dell’età, presentano margini clorotici ed iniziano a necrotizzare. ➡ È stata segnalata la presenza del virus in piante asintomatiche
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  • 51. ➡ Epidemiologia - BBTD è trasmesso in maniera persistente, circolativa dell'afide (Pentalonia nigronervosa). ➡ La distribuzione sulla lunga distanza avviene ad opera di materiale di propagazione infetto, anche per mezzo di piante ottenute da colture meristematiche. ➡ La diffusione per mezzo di attrezzi di lavoro, è improbabile. ➡ La presenza del virus può essere diagnosticata attraverso il metodo ELIZA. ➡ La particella si conserva nei polloni infetti, presumibilmente nel floema e nei parenchimi adiacenti, la diffusione degli stessi contribuisce all’estensione dell’area infetta. ➡ L’incidenza e la trasmissione delle malattie si esaltano nei periodi caldo umidi, con alte precipitazioni e in suoli ad alta fertilità. 51
  • 52. M I S U R E D I L O T TA ➡ La base della lotta consiste nel prevenire l’infezione e nel distruggere le piante infette, sia quelle abbandonate e delle Musacee spontanee. ➡ Impiegare esclusivamente materiale di propagazione libero da virus, attuare una rigida esclusione del virus nelle aree ancora esenti. ➡ Tutte le specie e le cultivars di Musa sono suscettibili attualmente, anche se il periodo di incubazione può essere molto variabile. ➡ La coltura di apici meristematici, possibilmente combinata con la termoterapia (Ramos e Zamora 1990, Wu e Su 1991), è stata utilizzata con successo nella realizzazione di piante libere da virus. Bisogna in ogni caso testare le colture dopo il trattamento. 52
  • 53. M O S A I C O D E L B A N A N O ( B A N A N A M O S A I C ) ➡ La malattia è causata da “Cucumber Mosaic Cucumovirus” (CMV). Si tratta di un virus cosmopolita. ➡ Sintomi : ➡ gravità e tipo di sintomi possono variare molto con i ceppi (più o meno virulenti), con la varietà e le condizioni ambientali. ➡ La manifestazione più frequente associata al CMV è l’apparizione sulle foglie più mature di striature gialle parallele alle venature, dalla nervatura centrale verso i margini, continue o interrotte, a volte in bande ed altre “a macchia anulare”, possibilmente distintive di diversi ceppi. ➡ Le piante possono rimanere brachimorfe, con foglie disposte a rosettta, strette a forma di cinghia, clorotiche . ➡ Le guaine esterne possono separarsi dallo pseudofusto, e l’ultima foglia “a sigaro” emergere già necrotica. ➡ Nei casi più gravi (ceppi severi) si ha necrosi interna. ➡ I frutti possono apparire normali ma essere di formato ridotto, o presentare striature clorotiche e necrosi interna, localizzata nella polpa in macchie nerastre, le deformazioni sono rare. ➡ Nei casi più lievi, i sintomi sono quasi inavvertibili, le piante possono recuperare e non presentare alcun sintomo, salvo poi dare nuove manifestazioni in seguito. In casi incerti, è opportuno effettuare test immuno- diagnostici con kits per ELISA disponibili in commercio. ➡ I sintomi sono spesso confusi con quelli causati da Banana Streak Virus (BSV). 53
  • 55. ➡ Epidemiologia - il virus è trasmesso in maniera non persistente dagli afidi, tra cui: Aphis Gossypii, Rhopalosiphum maidis, R. prunifoliae e Myzus persicae. In studi sperimentali condotti associando BBTV, e CMV, il virus è stato trasmesso, da Pentalonia nigronervosa. ➡ È stata segnalata, la trasmissione per seme (Gold 1972), ➡ e Anche la trasmissione meccanica è possibile. 55
  • 56. M I S U R E D I L O T TA ➡ Estirpazione delle piante infette e loro distruzione, con o senza “zona tampone” circostante (30-80 piante); ➡ in caso di frequenza elevata di infezioni in piantagione, associare l’eliminazione dei focolai alla lotta contro contro gli afidi vettori. 56
  • 57. S T R I AT U R E D E L B A N A N O ( B A N A N A S T R E A K ) ➡ Questa patologia è stata descritta in Costa d’Avorio sul banano (Lassoudiere 1974). ➡ Successivamente in un periodo relativamente breve la malattia è stata osservata ed indentificata in molte aree di produzione di banani e platani, in tutto il mondo. ➡ Questo, suggerisce che il virus che causa la malattia (banana streak virus), è stato largamente distribuito per molti anni, e le sue origini geografiche sono ancora incerte. I ➡ n passato i sintomi causati da questo virus venivano confusi con quelli causato da CMV, quindi era presente già da prima, e durante la sua lunga storia non ha ancora causato grosse epidemie. ➡ Anche se le infezioni causate da BSV, causano significative perdite in qualche zona. 57
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  • 59. ➡ La diffusione sulla lunga distanza è affidata all’uso di materiale di propagazione infetto, ➡ includendo in questo anche le piante micropropagate. ➡ Le cocciniglie diffondono la malattia a livello locale, ciò si verifica molto lentamente e su brevi distanze. ➡ Un largo range di cultivar di tutti i genotipi, da “Cavendish” a “Plantain landraces,” possono essere infettati. ➡ Una caratteristica dell’infezione causata da questa forma di BSV, è la periodica comparsa e scomparsa dei sintomi. ➡ Studi sul problema in questione, portano alla conclusione che ci siano delle forme integrate di BSV, le quali in alcune Cultivar possono essere attivate da stress e dare il via alle infezioni. 59
  • 60. ➡ Sintomi : ➡ possono essere molto variabili, ma generalmente consistono in strie clorotiche e necrotiche sui tessuti della lamina. ➡ In casi molto gravi, sintomi addizionali includono distorsione del grappolo, fenditure dello pseudofusto, marciume del cuore e morte della pianta. ➡ I sintomi in alcuni casi possono per qualche tempo essere moderati e/o irregolari, comparendo solo su qualche foglia o sporadicamente durante l’anno. ➡ L’espressione dei sintomi, nel minore dei casi, in qualche cultivar e con qualche ceppo del virus dipende dalle condizioni climatiche. ➡ Da esperimenti effettuati all’International Institute of Tropical Agriculture (IITA), i sintomi si sono presentati con più frequenza e gravità a temperature più basse (22 – 24 °C) rispetto alle temperature più alte (28 – 32 °C). ➡ Si raccomanda in caso di introduzione del materiale, di ispezionare bene se sono presenti sintomi di BSV, e le piante che esibiscono sintomi devono essere distrutte. 60
  • 61. M I S U R E D I L O T TA ➡ Misure di lotta – “Banana streak” può essere controllata tramite l’eradicazione delle piante infette, ed usando materiale di propagazione libero da virus. 61
  • 62. M O S A I C O D E L L E B R AT T E E D E L B A N A N O ( B A N A N A B R A C T M O S A I C D I S E A S E ) ➡ “Banana Bract Mosaic Disease” (BBrMD), è stata descritta per la prima volta, nel 1979 nelle Filippine. ➡ Perdite superiori al 40 % si sono verificate nelle Filippine, dove dei programmi di eradicazione e risanamento, sono stati avviati (Magnaye 1994). ➡ Sui frutti destinati all’esportazione, la presenza di striature è motivo di rifiuto. ➡ La malattia è causata da un Potyvirus (da Potato Y potyvirus = PVY, virus Y della patata). È la famiglia di fitovirus più ampia in assoluto poiché ne comprende quasi un terzo, fra cui molti economicamente importanti per la gravità dei danni, l’importanza delle colture colpite e la facilità di trasmissione. ➡ Inoltre le piante virosate sono più facilmente e più gravemente affette da infezioni fungine. ➡ il virus è trasmesso in modo non persistente da alcune specie di afidi (Rhopalosiphum maidis, Aphis gossypii e Pentalonia nigronervosa). ➡ Il virus è diffuso anche per mezzo di materiale di propagazione infetto (comprese colture di tessuti succhioni ecc.), la diffusione per mezzo di attrezzi da taglio è improbabile. 62
  • 63. ➡ Sintomi : ➡ Un sintomo caratteristico è rappresentato dal mosaico scuro rossastro – marrone, sulle brattee dell’infiorescenza, ciò distingue questa malattia da tutti gli altri virus conosciuti del banano. ➡ I sintomi sulla lamina fogliare possono o no essere presenti, questi sono più prominenti sulle foglie più giovani nelle infezioni recenti. ➡ Se sono presenti, consistono in strisce clorotiche lungo le venature parallele. ➡ Se si staccano le guaine fogliari dallo pseudofusto, si distinguono delle zone a mosaico di colore scuro. ➡ BBrMV, infetta una gran varietà di c.v. di banano con diversi genotipi, e diffuso specialmente nelle varietà Cordaba (ABB/BBB), Saba (BBB) e Abuhon (BB). ➡ I sintomi causati da BBrMV, possono essere difficili da scoprire su piante senza grappolo in pieno campo. ➡ I sintomi sulle foglie possono essere poco visibili (o assenti) anche all’occhio più allenato e in assenza di quelli sulle brattee, i soli sintomi sono rappresentati da quelli sullo pseudofusto. ➡ Per la diagnosi del BBrMV, si può usare il test ELISA, prove di cDNA15 e la tecnica PCR. ➡ Misure di lotta - le misure di lotta sono quelle adottate per gli altri virus del banano. 63
  • 64. 64 B A N A N A B R A C T M O S A I C
  • 65. AV V E R S I TÀ A B I O T I C H E ➡ Clima - I fattori atmosferici avversi condizionano la produttività e la stessa vita del banano. ➡ Riguardo alle temperature, quando queste si portano al di sotto di certi valori, variabili da cultivar a cultivar (ma in modo generale al di sotto dei 16°C), anche se la moltiplicazione cellulare non si arresta, nel racemo si verifica il fenomeno noto come “strozzatura”, in inglese chiamato “choke”. ➡ Esso si manifesta con la difficoltà del racemo ad emergere. ➡ Basse temperature al momento della differenziazione a fiore conducono al manifestarsi di quel fenomeno che è chiamato “November dumps”, il quale consiste nella formazione di racemi stentati, con mani distanziate (Robinson, 1982). ➡ Le basse temperature, inoltre, favoriscono i marciumi dei frutti. ➡ In coincidenza di temperature al di sotto di 12°C i frutti subiscono un danno irreversibile, dato che il lattice, presente nelle cellule latticifere del pericarpo, coagula e forma piccoli grumi scuri. ➡ Nel frutto maturo, poi, si producono macchie scure visibili esternamente dopo la raccolta. 65
  • 66. ➡ Carenze ed eccessi nutrizionali : ➡ L’eccesso d’azoto sul banano provoca: clorosi diffusa con accentuazione della stessa sulle foglie più vecchie, mentre i peduncoli fogliari presentano colorazioni rosate. ➡ Ne deriva una riduzione dei ritmi di crescita, una instabilità dello pseudofusto dovuta all’esilità dello stesso, e una ridotta produzione dei frutti. ➡ Sintomi da carenza di fosforo sono: le foglie si presentano di un verde intenso, con bronzature o strie bluastre. ➡ Ne consegue una rapida necrosi accompagnata, talvolta, dalla comparsa di macchie scure poste tra la zona sana e quella già necrosata. La crescita dei polloni e dell’intera pianta è ridotta. ➡ In caso di carenza di ferro su banano si assiste ad una clorosi diffusa delle giovani foglie, che divengono acuminate ed assumono un aspetto a rosetta, mentre i frutti prodotti sono di dimensioni ridotte. I sintomi sono estremamente simili a quelli causati da una carenza d’azoto o di zinco. ➡ La carenza di magnesio, unica anomala situazione, frequente nei terreni sabbiosi, può essere accentuata, nei paesi tropico – equatoriali, dalle abbondanti precipitazioni che possono dilavare la forma ionica. ➡ Su banano i primi sintomi, sotto forma di clorosi marginali, compaiono sulle foglie più basse e si estendono verso la nervatura centrale. ➡ I sintomi gradualmente si mostrano anche sulle foglie superiori. Il rizoma produce numerosi polloni e il sistema radicale, ridotto, tende a marcire. ➡ Se la carenza è prolungata, anche i frutti ne risentono, con perdita di peso. L’alterazione è nota come “Blue Disease”
  • 67. ➡ Su banano la carenza di manganese si manifesta sotto forma di clorosi delle foglie giovani (marginali ed internervali) e comparsa di macchie scure sulla superficie superiore, soprattutto all’interno dell’area clorotica. ➡ Spesso ne viene interessata l’intera foglia. ➡ I frutti si presentano scuri, con piccole macchie colore ruggine, lunghe 1 – 6 mm. ➡ Per quanto riguarda il potassio è generalmente la carenza che si manifesta, soprattutto nei terreni sabbiosi o acidi, rispetto all’eccesso. I sintomi di carenza sul banano sono: le foglie più vecchie ingialliscono rapidamente, virano in 2 – 3 giorni all’arancione e disseccano. Sulla nervatura centrale compaiono macchie scuro – violacee. Se la carenza è forte disseccano anche le foglie più giovani. ➡ Su banano la zinco-carenza si presenta, soprattutto sulle varietà del gruppo “Cavendish”, sotto forma di rosettatura e riduzione di crescita. Le foglie divengono clorotiche e tendono a necrotizzare. ➡ La crescita dei frutti è rallentata ed il casco rimane orizzontale. ➡ Danni da eccessi salini - Su banano si verificano riduzioni dello sviluppo vegetativo, clorosi fogliari e arrotolamento dei margini fogliari. ➡ Ad Haiti si conosce, su banano, una alterazione nota con il nome “Plant Failure”, che si manifesta circa 10 mesi dopo l’impianto e che consiste in un ingiallimento e disseccamento delle foglie più vecchie; ➡ mentre i caschi rimangono orizzontali, presentano dimensioni ridotte e portano frutti molto arcuati. 67
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  • 70. D A N N I D A AV V E R S I TÀ A N I M A L I • Tra le avversità animali, oltre alla Pentalonia nigronervosa (vettore Banana bunchy top virus (BBTV)), per l’intensità dei danni ci sono alcuni nematodi appartenenti ai generi: ✦Radopholis, ✦Pratylenchus ✦Helicotylenchus ✦Meloidogyne. Le piante attaccate dai nematodi si presentano debilitate, con foglie pallide e spesso dalle sulle radici. La produzione si riduce e nei casi più gravi la pianta non riesce a produrre un corpo fruttifero normale. Questi nematodi si controllano disinfestando il suolo (solarizzazione) e applicando la rotazione. • Tra gli insetti, un curculionide : Cosmpolites sordidus (banana borer) produce larve che forano e si nutrono dei tessuti del rizoma. 70
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  • 79. D A N N I D A AV V E R S I TÀ A N I M A L I ✦ diverse cocciniglie sono state rinvenute sul banano: ✦ Pseudococcus comstocki e altre specie appartenenti allo stesso genere ; ✦ Saissetia nigra ✦ Aspidiotus destructor, A. hederae ✦ Chrisomphalus ficus ✦ Aoinidiella aurantii ✦ varie specie di Iceria , Diaspis, Hemiberlesia. ✦ Aleurothrips howardi (mosca bianca) ✦ ecc…