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M A N G O
1
๏ I primi studi sullo stato sanitario del mango in Sicilia,
avviati nel 1998 e tutt’ora in corso presso l’ex Istituto di
Patologia vegetale dell’Università degli Studi di Palermo,
hanno evidenziato sia un ridotto sviluppo delle piante,
rispetto al tipico rigoglio vegetativo dei tradizionali areali
colturali, sia una maggiore suscettibilità a patogeni
primari o patogeni “di debolezza”;
๏ nell’ambito delle cultivars saggiate la Kensington Pride è
risultata una tra le più adattabili agli ambienti isolani
fornendo produzioni quali-quantitativamente
apprezzabili.
2
๏ Le indagini, condotte in mangheti di 5-10 anni di età in zone
costiere in provincia di Agrigento (Sciacca), Catania (Giarre,
Fiumefreddo), Messina (Acquedolci, Caronia), Palermo
(Balestrate e Partinico), Trapani (Campobello di Mazzara)
hanno rilevato la presenza di numerose sintomatologie a
carico di tutti gli organi vegetali, diffuse sulla quasi totalità
delle piante.
๏ Recenti ricerche (2009), condotte presso la sezione di
Patologia Vegetale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Fitosanitarie (DISTEF) dell’Università di Catania, sia in alcuni
dei campi già monitorati che in altri di nuova realizzazione,
hanno confermato la notevole varietà di alterazioni sulle
piante.
๏ Tra le numerose alterazioni fungine riscontrate, le più
diffuse risultano essere l’antracnosi causata da
Colletotrichum spp., i marciumi da Alternaria
alternata, i marciumi dell’estremità peduncolare da
Pestalotiopsis spp., i disseccamenti da
Botryodiplodia spp., i marciumi da Phytophthora e
da Armillaria, la verticillosi (Verticillium albo-atrum), e
la necrosi apicale causata dal batterio Pseudomonas
syringae pv. syringae.
4
B A C T E R I A L B L A C K S P O T ( B A C T E R I A L
C A N K E R )
๏ Il batterio che causa questa malattia sul mango è lo
Xanthomonas campestris pv. mangiferae-indicae .
Può attaccare foglie, rami e frutti.Generalmente, non
causa gravi perdite, ma in certe condizioni può farlo
(pioggie durante lo sviluppo dei frutti).
S I N T O M I
๏ Sulle foglie produce macchie nere e sollevate.
๏ Le lesioni sui ramoscelli sono nere e incrinate e possono essere un importante mezzo di sopravvivenza per il
batterio.
๏ Macchie nere si formano anche sui frutti, spesso con crepe a forma di stella al loro interno.
๏ I batteri ospitati nei cancri dei rametti delle piantine e sulle gemme fungono da serbatoi per la sopravvivenza del
batterio, da qui
la malattia può diffondersi a foglie e frutti.
๏ I batteri possono essere presenti senza che i sintomi siano visibili sulle giovani piantine, fino a quando la pianta di
mango cresce in questa modo il batterio può essere introdotto in nuove aree.
๏ La malattia può diffondersi da un albero all'altro nel campo con la pioggia veicolata dal vento e anche attraverso
gli attrezzi di lavoro utilizzati senza essere sterilizzati dopo il loro utilizzo (ad es. con la potatura).
๏ L'infezione è favorita da condizioni di caldo umido con pioggia intermittente.
๏ l'infezione può iniziare attraverso le aperture naturali di foglie, frutta e steli. I danni causati del vento, come le
abrasioni, forniscono dei punti di ingresso aggiuntivi per l'infezione.
๏ L’utilizzo di frangiventi in tal senso riduce l'incidenza e la gravità della malattia.
6
7
8
M I S U R E D I L O T TA
๏ Trattamenti con ossicloruri di rame Utilizzare piante sane certificate.
๏ Potare per rimuovere rami infetti (fonti di inoculo) e migliorare
l'areazione all'interno dell'albero.
๏ Sterilizzazione delle attrezzature per la potatura e la raccolta.
๏ Frangiventi per minimizzare i danni da vento (creazione di siti di
infezione) e la diffusione del batterio dal vento.
๏ Utilizzare cultivar resistenti laddove possibile. Sfortunatamente
Kensington Pride, la cultivar più richiesta sul mercato è
relativamente sensibile.
B A C T E R I A L F R U I T R O T
๏   Batteriosi del mango causata da Erwinia carotovora, (precedentemente segnalata
come E. mangiferae) è frequentemente osservato nei frutteti commerciali e nelle zone
di produzione del Venezuela. La malattia è uno dei fattori limitanti del raccolto, poiché
le varietà commerciali sono le più colpite.
๏ La sintomatologia della malattia si manifesta sotto forma di lesioni o "cancri" sul
tronco, con essudato gommoso. Nei frutti i sintomi iniziano nella porzione
peduncolare, dove si osserva una zona sommersa di colore marrone scuro, nel cui
interno appare una necrosi che progredisce verso il seme, potendo arrivare
all'embrione.
๏ Il batterio si perpetua in forma epifita in vari organi della pianta, l'agente patogeno
aumenta quando favorito l'umidità relativa è elevata superiore all'80%, temperature tra
24-con 32 ° C.
๏ La malattia è diffusa dalla pioggia, dalle talee infette e dagli insetti. La penetrazione
dei batteri avviene attraverso ferite e aperture naturali: stomi, idatodi e lenticelle.
10
A LT R E M A L AT T I E B AT T E R I C H E D E L
M A N G O
๏ La necrosi apicale del mango (NAM) è una bacteriosi osservata e descritta
per la prima volta in Spagna. La NAM infetta il mango solo nelle aree
mediterranee stata descritta, además de en España (sur peninsular e Islas
Canarias), in Portogallo, Italia, Israele, Egitto e Australia. Tuttavia, solo in
casi eccezionali, può causare la morte dell'albero, altera la sua crescita
vegetativa in modo grave nei giovani alberi.
๏ Causa importanti perdite di produzione.
๏ Le maggiori popolazioni di Pseudomonas syringae sono associate a
periodi freddi e umidi, periodi che coincidono con la più alta gravità
della malattia.
๏ P. syringae viene rilevato solo occasionalmente su alberi sani.
11
S I N T O M I
๏ I sintomi più caratteristici appaiono come macchie necrotiche sugli apici vegetativi , che a volte si estendono verso il fusto e le foglie
lungo il nervo centrale.
๏ L’alterazione è particolarmente dannosa su piante con accrescimento stentato o in seguito ad aventi meteorologici avversi, (vento,
grandine, gelate, ecc.) favorevoli alla penetrazione del patogeno.
๏ Le gemme apicali dei rami inizialmente imbruniscono per poi necrotizzare, arrestando la crescita del ramo e lo sviluppo delle gemme
secondarie. La rosetta fogliare mostra imbrunimenti e necrosi alla base dei piccioli che, procedendo lungo la nervatura centrale della
foglia, interessano aree limitrofe della lamina, più o meno estese. Le foglie così infette si accartocciano assumendo una colorazione e una
consistenza cuoiosa a cui segue generalmente la filloptosi. I rametti completamente avvizziti mostrano, sia a livello della gemma apicale
che a carico delle cicatrici fogliari, formazioni cancerose a cui sono associati flussi gommosi. L’aggressività del patogeno e la critica
situazione per la difesa della coltura in assenza di battericidi alternativi alle formulazioni a base di rame, costituiscono, oltre ai fattori di
natura ambientale ed agronomica un’ulteriore limitazione ala diffusione della coltura del mango in Sicilia.
๏ Al fine di contenere l’insorgenza della malattia è utile:
๏ la messa in posa di piante sane ottenute in vivaio seguendo rigide pratiche fitosanitarie, previo allestimento di campi di piante madri
esenti da infezione;
๏ l’impiego di formulati rameici per ridurre la densità delle popolazioni batteriche sul filloplano (che nel caso di questi patogeni possono
raggiungere valori elevati), proteggendo quindi, le eventuali nicchie di infezione;
๏ la protezionedelle piante in campo con formulati a base di rame evitando la pressione selettiva sulla popolazione del patogeno e, quindi,
l’insorgenza di ceppi resistenti al rame;
๏ l’individuazione di cultivar tolleranti/resistenti alla batteriosi.
๏ ……….A volte si possono vedere gocce di essudato bianco lattiginoso, che più tardi si scuriscono e assumono l'aspetto della resina (foto
5 e copertina). In caso di forti attacchi, germogli, steli e foglie, può diventare completamente nero e secco. Generalmente, le macchie
iniziano nei boccioli e scendono lungo il gambo, passano ai pezioli e infine al limbus (foto 1, 2 e 3). La foto 6 mostra il contrasto tra un
germoglio terminale sano (a sinistra) e uno morto (a destra). Nessun danno al frutto è stato osservato. In casi estremi, è stato visto che
può causare la morte dell'intero ramo (foto 7), e anche, raramente, dell'intero albero.
12
13
14
M I S U R E D I L O T TA
๏ Applicazioni fogliari di gel di silice o poltiglia bordolese. I trattamenti dovrebbero essere effettuati da
novembre, una volta raccolto il frutto, al ritmo di un'applicazione ogni tre o quattro settimane da novembre
a marzo, a seconda dell'ora, più fresco e umido, più frequente.
๏ Questi prodotti formano uno strato protettivo sulla superficie della pianta che impedisce l'ingresso dei
batteri al suo interno. Non ci sono prodotti in grado di uccidere i batteri nelle gemme, quindi il metodo di
controllo deve essere preventivo, cercando di impedire l'ingresso dei batteri. I trattamenti si devono
effettuare dopo l'ultima raccolta e prima che inizi il freddo, perché altrimenti, si macchia il frutto che
perderà valore commerciale.
๏ La propagazione avviene naturalmente, i batteri vivono sulla pianta e su altre piante ospiti e provocheranno
infezioni quando le condizioni meteorologiche sono ottimali per la loro diffusione (clima fresco e umido).
penetrano negli alberi attraverso le ferite, quindi è conveniente evitarle.
๏ Pertanto non è sufficiente evitare la potatura in autunno-inverno, si dovrebbe anche evitare l'esposizione a
forti venti che possono causare micro-lesioni sulle foglie, negli steli o sui germogli teneri. Per questo è
conveniente usare dei frangiventi.
๏ A livello preventivo è molto importante l’utilizzo di materiale di propagazione sano.
๏ La potatura deve essere fatta al momento opportuno, per eliminare i focolai di infezione ed evitare la
proliferazione di batteri nelle gemme. Sugli alberi giovani, Sarà conveniente fare qualche applicazione
preventiva fogliare prima di impiantarli.
15
๏ Al fine di contenere l’insorgenza della malattia è utile:
➡ la messa in posa di piante sane ottenute in vivaio seguendo rigide
pratiche fitosanitarie, previo allestimento di campi di piante madri
esenti da infezione;
➡ l’impiego di formulati rameici per ridurre la densità delle
popolazioni batteriche sul filloplano (che nel caso di questi patogeni
possono raggiungere valori elevati), proteggendo quindi, le
eventuali nicchie di infezione;
➡ la protezione delle piante in campo con formulati a base di rame
evitando la pressione selettiva sulla popolazione del patogeno e,
quindi, l’insorgenza di ceppi resistenti al rame;
➡ l’individuazione di cultivar tolleranti/resistenti alla batteriosi.
16
A N T R A C N O S I
๏ Agenti causali : Colletotrichum gleosporioides, C. acutatum
๏ La malattia crittogamica più diffusa e dannosa a livello mondiale è l’antracnosi. L’incidenza di tale malattia può raggiungere il
100% nei frutti prodotti in ambienti a clima umido o molto umido.
๏ L’agente causale dell’antracnosi è un ascomicete, Glomerella cingulata, comunemente presente nella forma anamorfa
Colletotrichum gloeosporioides.
๏ L’infezione si manifesta sulle infiorescenze, sulle foglie, sui rami, sui frutti in tutte le fasi di sviluppo, sia prima che dopo la
raccolta. Sugli organi colpiti si formano macchie nere con aree irregolari, che riducono le funzioni vitali della pianta e
danneggiano il valore qualitativo e commerciale dei frutti. Nella stagione umida i conidi del fungo vengono prodotti in
abbondanza in acervuli erompenti da tessuti morti (rametti e foglie soprattutto) e, trasportati dagli schizzi di pioggia, infettano
tutti i tessuti dell’ospite, in particolare infiorescenze e frutti. In presenza di acqua liquida i conidi germinano e producono un
appressorio da cui si sviluppa un’ifa di penetrazione che consente l’infezione.
๏ Negli ambienti poco umidi i danni sono minori.
๏ Le cultivar sono variamente sensibili.
๏ Più frequentemente il fungo rimane latente per mesi fino all’inizio della maturazione, nel corso della quale i sintomi sono
molto più evidenti e consistono in lesioni irregolari di colore marrone scuro o nero, maggiormente diffuse in prossimità del
peduncolo.
๏ Inizialmente le lesioni sono superficiali, ma con il tempo diventano infossate e, in condizioni di umidità elevata, si ricoprono di
micelio fungino con spore di colore variabile dal rosa-salmone al marrone scuro. In alcuni casi i tessuti carnosi in
corrispondenza delle lesioni sviluppano un marciume molle.
17
18
19
M I S U R E D I L O T TA
๏ I frutti quindi apparentemente sani e con piccole lesioni al
momento della raccolta, possono sviluppare gravi infezioni da
antracnosi durante le fasi di conservazione e commercializzazione.
๏ I trattamenti in campo con sali cuprici e acuprici, soprattutto in
condizioni di elevata umidità,
๏ Dopo la raccolta si può invece intervenire mediante immersione
dei frutti in acqua calda,Per i trattamenti post raccolta non
bisogna in generale mai superare i 55°C per 5 min. (50–55°C for 3–
15 min).
๏ Utilizzo di varietà resistenti.
20
M A R C I U M E D A A LT E R N A R I A ( A LT E R N A R I A
R O T- B L A C K S P O T: A LT E R N A R I A A LT E R N ATA )
๏ Il patogeno responsabile di questa malattia, è A. alternata
๏ La malattia, particolarmente diffusa in Israele, India ed Egitto, si manifesta con piccole
macchie nere circolari intorno alle lenticelle, che con il progredire della maturazione si
estendono, confluiscono e interessano una gran parte del frutto.
๏ Nelle fasi avanzate della malattia la parte centrale delle macchie si presenta infossata e
i tessuti della polpa imbruniscono e in parte rammolliscono. In condizioni di elevata
umidità le lesioni vengono ricoperte dalle spore del patogeno.
๏ Il patogeno , è ampiamente diffuso in natura dove sopravvive su foglie marcescenti e
su altri residui colturali, sui quali vengono prodotti conidi liberi, responsabili delle
infezioni, penetra nei frutti non ancora maturi attraverso le lenticelle e rimane latente
fino alla maturazione.
๏ L’entità delle perdite in post-raccolta è strettamente correlata con i prolungati periodi
di elevata U.R.
21
M A R C I U M E D E L L’ E S T R E M I TÀ P E D U N C O L A R E
( S T E M - E N D R O T S )
๏ Agenti causali: Lasiodiplodia theobromae, Dothiorella dominicana, Pestalotiopsis mangiferae
๏ Gli agenti fungini dello “stem-end rot”, causano una marcescenza che interessa tanto l’epicarpo che la polpa sottostante dei
frutti maturi.
๏ È un malattia ad eziologia multipla, diffusa in tutti gli areali di coltivazione del mango.
๏ I sintomi variano in funzione dell’agente patogeno.
๏ Quelli più comuni consistono in lesioni marcescenti di colore marrone scuro in prossimità dell’estremità peduncolare che con il
tempo si irradiano alle restanti parti del frutto.
๏ Sulla superficie delle lesioni può comparire il micelio fungino e/o i picnidi, sotto forma di piccoli corpi nerastri erompenti
dall’epidermide.
๏ Numerosi altri funghi patogeni possono contribuire allo sviluppo della malattia. Questi microrganismi sopravvivono in campo
sui residui colturali, colonizzando le infiorescenze del mango.
๏ Dopo alcune settimane i patogeni raggiungono il peduncolo e lo infettando dando origine a infezioni latenti che mostreranno
sintomi evidenti solo dopo la piena maturazione dei frutti e in particolare dopo la raccolta.
๏ Le infezioni possono realizzarsi anche al momento della raccolta o subito dopo, attraverso la superficie di taglio del peduncolo.
๏ Le infezioni in fase di post-raccolta possono essere ridotte con l’uso di materiali che tengano separati i frutti, evitando il
contagio dagli infetti ai sani.
๏ La rimozione del peduncolo consente di ridurre l’incidenza di questa malattia, ma ne può favorire altre quali l’antracnosi.
22
23
๏ Necrosi fogliare (Leaf Spot: Pestalotiopsis mangiferae, Phyllosticta anacardeacearum)
Entrambi i funghi causano macchie sulle foglie del mango, ma di aspetto differente. Le macchie dovute a P.
mangiferae sono di colore grigio e di forma irregolare e possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri di
diametro;puelle generate da P. anacardeacearum sono di colore bianco e possono interessare numerose foglie.
Entambi i funghi formano strutture riproduttive evidenti come punti neri al centro delle lesioni.
๏ Marciume nero (Aspergiullius niger)
La malattia, diffusa nelle Filippine e in India, è caratterizzata dalla comparsa di piccole macchie sui frutti, di colore
marrone chiaro o grigiastre, che confluiscono a formare ampie lesioni mollicce, infossate, di colore nero o marrone.
Con il progredire della malattia le lesioni tendono a ricoprirsi di una massa polverulenta di spore nere. In alcuni casi
sulle lesioni mature sono presenti piccoli sclerozi di colore marrone scuro che rappresentano gli organi di
sopravivenza del fungo.
L’agente eziologico A. niger , produce spore in grande quantità, trasportate dal vento.
La maggior parte delle infezioni si realizzano al momento o dopo la raccolta attraverso la superficie di taglio del
peduncolo o attraverso ferite di varia natura.I trattamenti in campo con i fungicidi possono aiutare a ridurre
l’incidenza delle infezioni latenti. Dove la legislazione lo consente si può intervenire con trattamenti chimici post-
raccolta.
24
๏ Oidio (Powdery Mildew: Oidium mangiferae)
La malattia si manifesta sulle foglie e sui fiori con la comparsa di di efflorescenze di colore bianco-cenere. Gravi
attacchi si verificano, in genere, in annate fresche ed asciutte; in tal caso può essere colpito l'intera pannocchia
fiorale, così da compromettere la produzione. I fiori, gli steli e i giovani frutti infetti vengono ricoperti dalle
strutture miceliari del patogeno: le foglie più giovani possono deformarsi, mentre quelle vecchie e i frutti
assumono un colore violaceo - bruno. I sintomi dell'infezione, che si evidenziano come macchie biancastre,
appaiono dapprima sulla faccia superiore delle giovani foglie o sui frutti in via di maturazione; successivamente,
tali macchie possono ingrandirsi e confluire, fino a coprire l’intera superficie dell’organo attaccato. I frutti infetti
possono mostrare macchie irregolari, assumereun colore bruno e cadere dall'albero. Allo scopo di contenere i
danni, oltre che l’impiego di cultivar più resistenti al patogeno, si consigliano trattamenti a base di polvere di
zolfo.
๏ Marciume da fitoftora (Phytophthora Diseases: Phytophthora spp.)
La malattia, causata da P. palmivora e da altre specie dello stesso genere, è assai diffusa in numerose aree di
coltivazione del mango dove si manifesta con disseccamento, marciume del colletto, delle radici e avvizzimento
dei semenzali. Le piante colpite evidenziano anche lesioni corticali associate ad imbrunimento xilematico e
gommosi, soprattutto nelle zone prossime alla base del tronco. Più raramente, il patogeno attacca I frutti e le
foglie, causando imbrunimenti e filloptosi. La malattia è favorita da ristagno idrico e da eccessivi eventi piovosi.,
mentre il drenaggio e gli opportuni apporti idrici possono contrastare l’instaurarsi dell’infezione.
25
26
๏ Verticillosi (Verticillium Wilt: Verticillium albo-atrum)
L’agente è un fungo vascolare che penetra all'interno della pianta attraverso lesioni
radicali, da cui ha inizio il processo d'infezione. Si sviluppa all'interno dei vasi legnosi,
occludendoli ed impedendo, quindi, il normale trasporto della linfa grezza agli organi
della pianta. Scortecciando l'albero, è possibile osservare, nel tessuto vascolare,
striature di colore marrone o grigio. Anche i germogli appassiscono e nel complesso si
ha un graduale deperimento della pianta per la mancanza d’acqua. Le foglie, una volta
appassite, possono rimanere attaccate ai rami per qualche tempo (“a bandiera”); gli
stessi alberi disseccati, possono germogliare nuovamente diversi mesi dopo il collasso,
apparendo guariti dall'infezione. I sintomi sono visibili durante la stagione estiva, da
luglio in avanti, quando la temperatura inizia a salire e il contenuto idrico del suolo è
basso. La difesa da tale fitopatia è unicamente di tipo preventivo: eliminare le piante
malate, dalle quali l'infezione potrebbe propagarsi a quelle sane; evitare di impiantare
nuovi alberi su terreni precedentemente occupati da piante infette (per questo può
essere utile disinfestare il terreno con prodotti fumiganti).
27
M A L AT T I E A D E Z I O L O G I A S C O N O S C I U TA E D I S O R D I N I
F I S I O L O G I C I
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37
AV V E R S I TÀ A N I M A L I
๏ Più di 492 specie di insetti, 17 specie di acari e 26 specie di nematodi sono state segnalate come
infestanti del mango.
๏ Tra questi circa una dozzina possono danneggiare gravemente il raccolto in misura considerevole
causando gravi perdite e, pertanto, possono essere definiti come parassiti principali del mango.
๏ Ortotteri: tra tutti i parassiti del mango, le cavallette (?) è considerata il parassita più grave e diffuso.
Idioscopus clypealis Lethierry, Idioscopus nitidulus (Walker) e Amritodus atkinsoni Lethierry sono le
specie più comuni e distruttive di cavallette che causano gravi danni al raccolto di mango. Un gran
numero di ninfe e insetti adulti forano e succhiano la linfa delle parti tenere, riducendo così il vigore
delle piante. Forature pesanti e drenaggio continuo della linfa causano l'arricciamento e
l'essiccazione del tessuto infestato. Inoltre danneggiano il raccolto secernendo una sostanza
appiccicosa dolce che favorisce lo sviluppo del fungo Maliola mangiferae, comunemente noto
come muffa fuligginosa che influisce negativamente sulle attività fotosintetiche delle foglie. Le
condizioni di ombra e alta umidità sono favorevoli alla loro moltiplicazione. Tali condizioni di solito
prevalgono in frutteti vecchi, trascurati e piantati a stretto contatto. Le tramogge femminili
depongono 100-200 uova a metà costola di foglie tenere, gemme e infiorescenza. In estate il ciclo
di vita totale occupa 2-3 settimane.
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Mango

  • 1. M A N G O 1
  • 2. ๏ I primi studi sullo stato sanitario del mango in Sicilia, avviati nel 1998 e tutt’ora in corso presso l’ex Istituto di Patologia vegetale dell’Università degli Studi di Palermo, hanno evidenziato sia un ridotto sviluppo delle piante, rispetto al tipico rigoglio vegetativo dei tradizionali areali colturali, sia una maggiore suscettibilità a patogeni primari o patogeni “di debolezza”; ๏ nell’ambito delle cultivars saggiate la Kensington Pride è risultata una tra le più adattabili agli ambienti isolani fornendo produzioni quali-quantitativamente apprezzabili. 2
  • 3. ๏ Le indagini, condotte in mangheti di 5-10 anni di età in zone costiere in provincia di Agrigento (Sciacca), Catania (Giarre, Fiumefreddo), Messina (Acquedolci, Caronia), Palermo (Balestrate e Partinico), Trapani (Campobello di Mazzara) hanno rilevato la presenza di numerose sintomatologie a carico di tutti gli organi vegetali, diffuse sulla quasi totalità delle piante. ๏ Recenti ricerche (2009), condotte presso la sezione di Patologia Vegetale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie (DISTEF) dell’Università di Catania, sia in alcuni dei campi già monitorati che in altri di nuova realizzazione, hanno confermato la notevole varietà di alterazioni sulle piante.
  • 4. ๏ Tra le numerose alterazioni fungine riscontrate, le più diffuse risultano essere l’antracnosi causata da Colletotrichum spp., i marciumi da Alternaria alternata, i marciumi dell’estremità peduncolare da Pestalotiopsis spp., i disseccamenti da Botryodiplodia spp., i marciumi da Phytophthora e da Armillaria, la verticillosi (Verticillium albo-atrum), e la necrosi apicale causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. syringae. 4
  • 5. B A C T E R I A L B L A C K S P O T ( B A C T E R I A L C A N K E R ) ๏ Il batterio che causa questa malattia sul mango è lo Xanthomonas campestris pv. mangiferae-indicae . Può attaccare foglie, rami e frutti.Generalmente, non causa gravi perdite, ma in certe condizioni può farlo (pioggie durante lo sviluppo dei frutti).
  • 6. S I N T O M I ๏ Sulle foglie produce macchie nere e sollevate. ๏ Le lesioni sui ramoscelli sono nere e incrinate e possono essere un importante mezzo di sopravvivenza per il batterio. ๏ Macchie nere si formano anche sui frutti, spesso con crepe a forma di stella al loro interno. ๏ I batteri ospitati nei cancri dei rametti delle piantine e sulle gemme fungono da serbatoi per la sopravvivenza del batterio, da qui la malattia può diffondersi a foglie e frutti. ๏ I batteri possono essere presenti senza che i sintomi siano visibili sulle giovani piantine, fino a quando la pianta di mango cresce in questa modo il batterio può essere introdotto in nuove aree. ๏ La malattia può diffondersi da un albero all'altro nel campo con la pioggia veicolata dal vento e anche attraverso gli attrezzi di lavoro utilizzati senza essere sterilizzati dopo il loro utilizzo (ad es. con la potatura). ๏ L'infezione è favorita da condizioni di caldo umido con pioggia intermittente. ๏ l'infezione può iniziare attraverso le aperture naturali di foglie, frutta e steli. I danni causati del vento, come le abrasioni, forniscono dei punti di ingresso aggiuntivi per l'infezione. ๏ L’utilizzo di frangiventi in tal senso riduce l'incidenza e la gravità della malattia. 6
  • 7. 7
  • 8. 8
  • 9. M I S U R E D I L O T TA ๏ Trattamenti con ossicloruri di rame Utilizzare piante sane certificate. ๏ Potare per rimuovere rami infetti (fonti di inoculo) e migliorare l'areazione all'interno dell'albero. ๏ Sterilizzazione delle attrezzature per la potatura e la raccolta. ๏ Frangiventi per minimizzare i danni da vento (creazione di siti di infezione) e la diffusione del batterio dal vento. ๏ Utilizzare cultivar resistenti laddove possibile. Sfortunatamente Kensington Pride, la cultivar più richiesta sul mercato è relativamente sensibile.
  • 10. B A C T E R I A L F R U I T R O T ๏   Batteriosi del mango causata da Erwinia carotovora, (precedentemente segnalata come E. mangiferae) è frequentemente osservato nei frutteti commerciali e nelle zone di produzione del Venezuela. La malattia è uno dei fattori limitanti del raccolto, poiché le varietà commerciali sono le più colpite. ๏ La sintomatologia della malattia si manifesta sotto forma di lesioni o "cancri" sul tronco, con essudato gommoso. Nei frutti i sintomi iniziano nella porzione peduncolare, dove si osserva una zona sommersa di colore marrone scuro, nel cui interno appare una necrosi che progredisce verso il seme, potendo arrivare all'embrione. ๏ Il batterio si perpetua in forma epifita in vari organi della pianta, l'agente patogeno aumenta quando favorito l'umidità relativa è elevata superiore all'80%, temperature tra 24-con 32 ° C. ๏ La malattia è diffusa dalla pioggia, dalle talee infette e dagli insetti. La penetrazione dei batteri avviene attraverso ferite e aperture naturali: stomi, idatodi e lenticelle. 10
  • 11. A LT R E M A L AT T I E B AT T E R I C H E D E L M A N G O ๏ La necrosi apicale del mango (NAM) è una bacteriosi osservata e descritta per la prima volta in Spagna. La NAM infetta il mango solo nelle aree mediterranee stata descritta, además de en España (sur peninsular e Islas Canarias), in Portogallo, Italia, Israele, Egitto e Australia. Tuttavia, solo in casi eccezionali, può causare la morte dell'albero, altera la sua crescita vegetativa in modo grave nei giovani alberi. ๏ Causa importanti perdite di produzione. ๏ Le maggiori popolazioni di Pseudomonas syringae sono associate a periodi freddi e umidi, periodi che coincidono con la più alta gravità della malattia. ๏ P. syringae viene rilevato solo occasionalmente su alberi sani. 11
  • 12. S I N T O M I ๏ I sintomi più caratteristici appaiono come macchie necrotiche sugli apici vegetativi , che a volte si estendono verso il fusto e le foglie lungo il nervo centrale. ๏ L’alterazione è particolarmente dannosa su piante con accrescimento stentato o in seguito ad aventi meteorologici avversi, (vento, grandine, gelate, ecc.) favorevoli alla penetrazione del patogeno. ๏ Le gemme apicali dei rami inizialmente imbruniscono per poi necrotizzare, arrestando la crescita del ramo e lo sviluppo delle gemme secondarie. La rosetta fogliare mostra imbrunimenti e necrosi alla base dei piccioli che, procedendo lungo la nervatura centrale della foglia, interessano aree limitrofe della lamina, più o meno estese. Le foglie così infette si accartocciano assumendo una colorazione e una consistenza cuoiosa a cui segue generalmente la filloptosi. I rametti completamente avvizziti mostrano, sia a livello della gemma apicale che a carico delle cicatrici fogliari, formazioni cancerose a cui sono associati flussi gommosi. L’aggressività del patogeno e la critica situazione per la difesa della coltura in assenza di battericidi alternativi alle formulazioni a base di rame, costituiscono, oltre ai fattori di natura ambientale ed agronomica un’ulteriore limitazione ala diffusione della coltura del mango in Sicilia. ๏ Al fine di contenere l’insorgenza della malattia è utile: ๏ la messa in posa di piante sane ottenute in vivaio seguendo rigide pratiche fitosanitarie, previo allestimento di campi di piante madri esenti da infezione; ๏ l’impiego di formulati rameici per ridurre la densità delle popolazioni batteriche sul filloplano (che nel caso di questi patogeni possono raggiungere valori elevati), proteggendo quindi, le eventuali nicchie di infezione; ๏ la protezionedelle piante in campo con formulati a base di rame evitando la pressione selettiva sulla popolazione del patogeno e, quindi, l’insorgenza di ceppi resistenti al rame; ๏ l’individuazione di cultivar tolleranti/resistenti alla batteriosi. ๏ ……….A volte si possono vedere gocce di essudato bianco lattiginoso, che più tardi si scuriscono e assumono l'aspetto della resina (foto 5 e copertina). In caso di forti attacchi, germogli, steli e foglie, può diventare completamente nero e secco. Generalmente, le macchie iniziano nei boccioli e scendono lungo il gambo, passano ai pezioli e infine al limbus (foto 1, 2 e 3). La foto 6 mostra il contrasto tra un germoglio terminale sano (a sinistra) e uno morto (a destra). Nessun danno al frutto è stato osservato. In casi estremi, è stato visto che può causare la morte dell'intero ramo (foto 7), e anche, raramente, dell'intero albero. 12
  • 13. 13
  • 14. 14
  • 15. M I S U R E D I L O T TA ๏ Applicazioni fogliari di gel di silice o poltiglia bordolese. I trattamenti dovrebbero essere effettuati da novembre, una volta raccolto il frutto, al ritmo di un'applicazione ogni tre o quattro settimane da novembre a marzo, a seconda dell'ora, più fresco e umido, più frequente. ๏ Questi prodotti formano uno strato protettivo sulla superficie della pianta che impedisce l'ingresso dei batteri al suo interno. Non ci sono prodotti in grado di uccidere i batteri nelle gemme, quindi il metodo di controllo deve essere preventivo, cercando di impedire l'ingresso dei batteri. I trattamenti si devono effettuare dopo l'ultima raccolta e prima che inizi il freddo, perché altrimenti, si macchia il frutto che perderà valore commerciale. ๏ La propagazione avviene naturalmente, i batteri vivono sulla pianta e su altre piante ospiti e provocheranno infezioni quando le condizioni meteorologiche sono ottimali per la loro diffusione (clima fresco e umido). penetrano negli alberi attraverso le ferite, quindi è conveniente evitarle. ๏ Pertanto non è sufficiente evitare la potatura in autunno-inverno, si dovrebbe anche evitare l'esposizione a forti venti che possono causare micro-lesioni sulle foglie, negli steli o sui germogli teneri. Per questo è conveniente usare dei frangiventi. ๏ A livello preventivo è molto importante l’utilizzo di materiale di propagazione sano. ๏ La potatura deve essere fatta al momento opportuno, per eliminare i focolai di infezione ed evitare la proliferazione di batteri nelle gemme. Sugli alberi giovani, Sarà conveniente fare qualche applicazione preventiva fogliare prima di impiantarli. 15
  • 16. ๏ Al fine di contenere l’insorgenza della malattia è utile: ➡ la messa in posa di piante sane ottenute in vivaio seguendo rigide pratiche fitosanitarie, previo allestimento di campi di piante madri esenti da infezione; ➡ l’impiego di formulati rameici per ridurre la densità delle popolazioni batteriche sul filloplano (che nel caso di questi patogeni possono raggiungere valori elevati), proteggendo quindi, le eventuali nicchie di infezione; ➡ la protezione delle piante in campo con formulati a base di rame evitando la pressione selettiva sulla popolazione del patogeno e, quindi, l’insorgenza di ceppi resistenti al rame; ➡ l’individuazione di cultivar tolleranti/resistenti alla batteriosi. 16
  • 17. A N T R A C N O S I ๏ Agenti causali : Colletotrichum gleosporioides, C. acutatum ๏ La malattia crittogamica più diffusa e dannosa a livello mondiale è l’antracnosi. L’incidenza di tale malattia può raggiungere il 100% nei frutti prodotti in ambienti a clima umido o molto umido. ๏ L’agente causale dell’antracnosi è un ascomicete, Glomerella cingulata, comunemente presente nella forma anamorfa Colletotrichum gloeosporioides. ๏ L’infezione si manifesta sulle infiorescenze, sulle foglie, sui rami, sui frutti in tutte le fasi di sviluppo, sia prima che dopo la raccolta. Sugli organi colpiti si formano macchie nere con aree irregolari, che riducono le funzioni vitali della pianta e danneggiano il valore qualitativo e commerciale dei frutti. Nella stagione umida i conidi del fungo vengono prodotti in abbondanza in acervuli erompenti da tessuti morti (rametti e foglie soprattutto) e, trasportati dagli schizzi di pioggia, infettano tutti i tessuti dell’ospite, in particolare infiorescenze e frutti. In presenza di acqua liquida i conidi germinano e producono un appressorio da cui si sviluppa un’ifa di penetrazione che consente l’infezione. ๏ Negli ambienti poco umidi i danni sono minori. ๏ Le cultivar sono variamente sensibili. ๏ Più frequentemente il fungo rimane latente per mesi fino all’inizio della maturazione, nel corso della quale i sintomi sono molto più evidenti e consistono in lesioni irregolari di colore marrone scuro o nero, maggiormente diffuse in prossimità del peduncolo. ๏ Inizialmente le lesioni sono superficiali, ma con il tempo diventano infossate e, in condizioni di umidità elevata, si ricoprono di micelio fungino con spore di colore variabile dal rosa-salmone al marrone scuro. In alcuni casi i tessuti carnosi in corrispondenza delle lesioni sviluppano un marciume molle. 17
  • 18. 18
  • 19. 19
  • 20. M I S U R E D I L O T TA ๏ I frutti quindi apparentemente sani e con piccole lesioni al momento della raccolta, possono sviluppare gravi infezioni da antracnosi durante le fasi di conservazione e commercializzazione. ๏ I trattamenti in campo con sali cuprici e acuprici, soprattutto in condizioni di elevata umidità, ๏ Dopo la raccolta si può invece intervenire mediante immersione dei frutti in acqua calda,Per i trattamenti post raccolta non bisogna in generale mai superare i 55°C per 5 min. (50–55°C for 3– 15 min). ๏ Utilizzo di varietà resistenti. 20
  • 21. M A R C I U M E D A A LT E R N A R I A ( A LT E R N A R I A R O T- B L A C K S P O T: A LT E R N A R I A A LT E R N ATA ) ๏ Il patogeno responsabile di questa malattia, è A. alternata ๏ La malattia, particolarmente diffusa in Israele, India ed Egitto, si manifesta con piccole macchie nere circolari intorno alle lenticelle, che con il progredire della maturazione si estendono, confluiscono e interessano una gran parte del frutto. ๏ Nelle fasi avanzate della malattia la parte centrale delle macchie si presenta infossata e i tessuti della polpa imbruniscono e in parte rammolliscono. In condizioni di elevata umidità le lesioni vengono ricoperte dalle spore del patogeno. ๏ Il patogeno , è ampiamente diffuso in natura dove sopravvive su foglie marcescenti e su altri residui colturali, sui quali vengono prodotti conidi liberi, responsabili delle infezioni, penetra nei frutti non ancora maturi attraverso le lenticelle e rimane latente fino alla maturazione. ๏ L’entità delle perdite in post-raccolta è strettamente correlata con i prolungati periodi di elevata U.R. 21
  • 22. M A R C I U M E D E L L’ E S T R E M I TÀ P E D U N C O L A R E ( S T E M - E N D R O T S ) ๏ Agenti causali: Lasiodiplodia theobromae, Dothiorella dominicana, Pestalotiopsis mangiferae ๏ Gli agenti fungini dello “stem-end rot”, causano una marcescenza che interessa tanto l’epicarpo che la polpa sottostante dei frutti maturi. ๏ È un malattia ad eziologia multipla, diffusa in tutti gli areali di coltivazione del mango. ๏ I sintomi variano in funzione dell’agente patogeno. ๏ Quelli più comuni consistono in lesioni marcescenti di colore marrone scuro in prossimità dell’estremità peduncolare che con il tempo si irradiano alle restanti parti del frutto. ๏ Sulla superficie delle lesioni può comparire il micelio fungino e/o i picnidi, sotto forma di piccoli corpi nerastri erompenti dall’epidermide. ๏ Numerosi altri funghi patogeni possono contribuire allo sviluppo della malattia. Questi microrganismi sopravvivono in campo sui residui colturali, colonizzando le infiorescenze del mango. ๏ Dopo alcune settimane i patogeni raggiungono il peduncolo e lo infettando dando origine a infezioni latenti che mostreranno sintomi evidenti solo dopo la piena maturazione dei frutti e in particolare dopo la raccolta. ๏ Le infezioni possono realizzarsi anche al momento della raccolta o subito dopo, attraverso la superficie di taglio del peduncolo. ๏ Le infezioni in fase di post-raccolta possono essere ridotte con l’uso di materiali che tengano separati i frutti, evitando il contagio dagli infetti ai sani. ๏ La rimozione del peduncolo consente di ridurre l’incidenza di questa malattia, ma ne può favorire altre quali l’antracnosi. 22
  • 23. 23
  • 24. ๏ Necrosi fogliare (Leaf Spot: Pestalotiopsis mangiferae, Phyllosticta anacardeacearum) Entrambi i funghi causano macchie sulle foglie del mango, ma di aspetto differente. Le macchie dovute a P. mangiferae sono di colore grigio e di forma irregolare e possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri di diametro;puelle generate da P. anacardeacearum sono di colore bianco e possono interessare numerose foglie. Entambi i funghi formano strutture riproduttive evidenti come punti neri al centro delle lesioni. ๏ Marciume nero (Aspergiullius niger) La malattia, diffusa nelle Filippine e in India, è caratterizzata dalla comparsa di piccole macchie sui frutti, di colore marrone chiaro o grigiastre, che confluiscono a formare ampie lesioni mollicce, infossate, di colore nero o marrone. Con il progredire della malattia le lesioni tendono a ricoprirsi di una massa polverulenta di spore nere. In alcuni casi sulle lesioni mature sono presenti piccoli sclerozi di colore marrone scuro che rappresentano gli organi di sopravivenza del fungo. L’agente eziologico A. niger , produce spore in grande quantità, trasportate dal vento. La maggior parte delle infezioni si realizzano al momento o dopo la raccolta attraverso la superficie di taglio del peduncolo o attraverso ferite di varia natura.I trattamenti in campo con i fungicidi possono aiutare a ridurre l’incidenza delle infezioni latenti. Dove la legislazione lo consente si può intervenire con trattamenti chimici post- raccolta. 24
  • 25. ๏ Oidio (Powdery Mildew: Oidium mangiferae) La malattia si manifesta sulle foglie e sui fiori con la comparsa di di efflorescenze di colore bianco-cenere. Gravi attacchi si verificano, in genere, in annate fresche ed asciutte; in tal caso può essere colpito l'intera pannocchia fiorale, così da compromettere la produzione. I fiori, gli steli e i giovani frutti infetti vengono ricoperti dalle strutture miceliari del patogeno: le foglie più giovani possono deformarsi, mentre quelle vecchie e i frutti assumono un colore violaceo - bruno. I sintomi dell'infezione, che si evidenziano come macchie biancastre, appaiono dapprima sulla faccia superiore delle giovani foglie o sui frutti in via di maturazione; successivamente, tali macchie possono ingrandirsi e confluire, fino a coprire l’intera superficie dell’organo attaccato. I frutti infetti possono mostrare macchie irregolari, assumereun colore bruno e cadere dall'albero. Allo scopo di contenere i danni, oltre che l’impiego di cultivar più resistenti al patogeno, si consigliano trattamenti a base di polvere di zolfo. ๏ Marciume da fitoftora (Phytophthora Diseases: Phytophthora spp.) La malattia, causata da P. palmivora e da altre specie dello stesso genere, è assai diffusa in numerose aree di coltivazione del mango dove si manifesta con disseccamento, marciume del colletto, delle radici e avvizzimento dei semenzali. Le piante colpite evidenziano anche lesioni corticali associate ad imbrunimento xilematico e gommosi, soprattutto nelle zone prossime alla base del tronco. Più raramente, il patogeno attacca I frutti e le foglie, causando imbrunimenti e filloptosi. La malattia è favorita da ristagno idrico e da eccessivi eventi piovosi., mentre il drenaggio e gli opportuni apporti idrici possono contrastare l’instaurarsi dell’infezione. 25
  • 26. 26
  • 27. ๏ Verticillosi (Verticillium Wilt: Verticillium albo-atrum) L’agente è un fungo vascolare che penetra all'interno della pianta attraverso lesioni radicali, da cui ha inizio il processo d'infezione. Si sviluppa all'interno dei vasi legnosi, occludendoli ed impedendo, quindi, il normale trasporto della linfa grezza agli organi della pianta. Scortecciando l'albero, è possibile osservare, nel tessuto vascolare, striature di colore marrone o grigio. Anche i germogli appassiscono e nel complesso si ha un graduale deperimento della pianta per la mancanza d’acqua. Le foglie, una volta appassite, possono rimanere attaccate ai rami per qualche tempo (“a bandiera”); gli stessi alberi disseccati, possono germogliare nuovamente diversi mesi dopo il collasso, apparendo guariti dall'infezione. I sintomi sono visibili durante la stagione estiva, da luglio in avanti, quando la temperatura inizia a salire e il contenuto idrico del suolo è basso. La difesa da tale fitopatia è unicamente di tipo preventivo: eliminare le piante malate, dalle quali l'infezione potrebbe propagarsi a quelle sane; evitare di impiantare nuovi alberi su terreni precedentemente occupati da piante infette (per questo può essere utile disinfestare il terreno con prodotti fumiganti). 27
  • 28. M A L AT T I E A D E Z I O L O G I A S C O N O S C I U TA E D I S O R D I N I F I S I O L O G I C I 28
  • 29. 29
  • 30. 30
  • 31. 31
  • 32. 32
  • 33. 33
  • 34. 34
  • 35. 35
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  • 38. AV V E R S I TÀ A N I M A L I ๏ Più di 492 specie di insetti, 17 specie di acari e 26 specie di nematodi sono state segnalate come infestanti del mango. ๏ Tra questi circa una dozzina possono danneggiare gravemente il raccolto in misura considerevole causando gravi perdite e, pertanto, possono essere definiti come parassiti principali del mango. ๏ Ortotteri: tra tutti i parassiti del mango, le cavallette (?) è considerata il parassita più grave e diffuso. Idioscopus clypealis Lethierry, Idioscopus nitidulus (Walker) e Amritodus atkinsoni Lethierry sono le specie più comuni e distruttive di cavallette che causano gravi danni al raccolto di mango. Un gran numero di ninfe e insetti adulti forano e succhiano la linfa delle parti tenere, riducendo così il vigore delle piante. Forature pesanti e drenaggio continuo della linfa causano l'arricciamento e l'essiccazione del tessuto infestato. Inoltre danneggiano il raccolto secernendo una sostanza appiccicosa dolce che favorisce lo sviluppo del fungo Maliola mangiferae, comunemente noto come muffa fuligginosa che influisce negativamente sulle attività fotosintetiche delle foglie. Le condizioni di ombra e alta umidità sono favorevoli alla loro moltiplicazione. Tali condizioni di solito prevalgono in frutteti vecchi, trascurati e piantati a stretto contatto. Le tramogge femminili depongono 100-200 uova a metà costola di foglie tenere, gemme e infiorescenza. In estate il ciclo di vita totale occupa 2-3 settimane. 38
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