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MALATTIE DELLA FEIJOA
Dott.ssa Agr. Trop. e subtr. irenebagl@inwind.it
1
MALATTIE DELLA FEIJOA
Feijoa sellowiana, è una mirtacea subtropicale originaria del sud – America che si è
adattata nei nostri ambienti, particolarmente nelle zone del centro- sud (Pugliano, 1987).
In Italia, fin dal secolo scorso, era conosciuta esclusivamente come pianta ornamentale.
solo in questi ultimi anni, visto il crescente interesse per la frutticoltura tropicale, la feijoa è
coltivata in pieno campo per la produzione dei frutti.
Le principali avversità di questa specie descritte all’estero, sono i marciumi basali del fusto
e i marciumi radicali dovuti a funghi del genere Phytophthora, Pythium e Rosellinia.
Patogeni polifagi abbastanza comuni anche nei nostri ambienti.
Funghi del genere Phyllosticta, Pestalotiopsis, Pseudocercospora causano maculature
fogliari.
Sui frutti si riscontrano marciumi quali muffa grigia dovuta a Botrytis cinerea, muffa a
circoli dovuta a Monilia fructigena, antracnosi causata da Colletotrichum
gloeosporioides.
2
ANTRACNOSI (ANTRACHNOSE)
Sintomi - I frutti sono gli organi più sensibili: sulla superficie compaiono macchie scure,
quasi nere, rotondeggianti, depresse, con diametro di 8-10 mm, tendenti a confluire.
Anche sulle foglie si differenziano macchie similari, ma di dimensioni ridotte 3-4 mm.
Epidemiologia - Nel frutteto il microrganismo è reperibile sulle foglie, sui peduncoli
fogliari, sulle brattee, sia vivi che marcescenti.
A seguito di una precipitazione, si ha la liberazione dei conidi, a cui segue la
disseminazione per mezzo della stessa acqua o delle correnti aeree. I conidi, non
appena raggiungono i frutti, immaturi, se è presente un velo d’acqua, ed una
temperatura di 20-32°C, con un optimum tra 26° e 28°C, germinano .
Se il frutto ha subito lesioni, la penetrazione è più rapida.
3
Misure di lotta – il danno causato, da questo fungo è
modesto.
In funzione preventiva è bene permettere un buon
arieggiamento dell’impianto, per abbattere il tenore d’umidità.
E’ opportuno eliminare le parti infette, cadute e a terra.
Talvolta si rendono necessari interventi diretti ad eventuali
presenze entomatiche per evitare lesioni ai frutti.
L’immagazzinamento deve avvenire a 7°C, temperature più
basse possono danneggiare il frutto.
4
Sintomi :
caratteristico è l’imbrunimento della corteccia a livello del colletto e
l’emissione di essudati mucillaginosi.
Decorticando la zona, si possono osservare imbrunimenti anche a
livello xilematico.
L’apparato radicale va incontro a rapida marcescenza.
Le foglie ingialliscono, e l’intera pianta intristisce rapidamente.
L’agente causale di questa malattia è la Phytophthora cactorum.
5
Marciume del colletto e delle radici (Collar and Root Rot)
Epidemiologia – il fungo sopravvive per mezzo delle clamidospore
nel terreno.
L’infezione avviene sulle foglie basali, vicino al suolo, sulle quali il
microrganismo è veicolato dalle gocce della pioggia.
Le infezioni secondarie sono favorite dalla disseminazione anemofila.
È favorito dalla presenza di un velo d’acqua a temperatura di 25 °C.
Misure di lotta – il danno provocato da questo patogeno è molto
grave, si può verificare la morte dell’intera pianta.
Occorre evitare ristagni d’acqua.
6

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fejoa

  • 1. MALATTIE DELLA FEIJOA Dott.ssa Agr. Trop. e subtr. irenebagl@inwind.it 1
  • 2. MALATTIE DELLA FEIJOA Feijoa sellowiana, è una mirtacea subtropicale originaria del sud – America che si è adattata nei nostri ambienti, particolarmente nelle zone del centro- sud (Pugliano, 1987). In Italia, fin dal secolo scorso, era conosciuta esclusivamente come pianta ornamentale. solo in questi ultimi anni, visto il crescente interesse per la frutticoltura tropicale, la feijoa è coltivata in pieno campo per la produzione dei frutti. Le principali avversità di questa specie descritte all’estero, sono i marciumi basali del fusto e i marciumi radicali dovuti a funghi del genere Phytophthora, Pythium e Rosellinia. Patogeni polifagi abbastanza comuni anche nei nostri ambienti. Funghi del genere Phyllosticta, Pestalotiopsis, Pseudocercospora causano maculature fogliari. Sui frutti si riscontrano marciumi quali muffa grigia dovuta a Botrytis cinerea, muffa a circoli dovuta a Monilia fructigena, antracnosi causata da Colletotrichum gloeosporioides. 2
  • 3. ANTRACNOSI (ANTRACHNOSE) Sintomi - I frutti sono gli organi più sensibili: sulla superficie compaiono macchie scure, quasi nere, rotondeggianti, depresse, con diametro di 8-10 mm, tendenti a confluire. Anche sulle foglie si differenziano macchie similari, ma di dimensioni ridotte 3-4 mm. Epidemiologia - Nel frutteto il microrganismo è reperibile sulle foglie, sui peduncoli fogliari, sulle brattee, sia vivi che marcescenti. A seguito di una precipitazione, si ha la liberazione dei conidi, a cui segue la disseminazione per mezzo della stessa acqua o delle correnti aeree. I conidi, non appena raggiungono i frutti, immaturi, se è presente un velo d’acqua, ed una temperatura di 20-32°C, con un optimum tra 26° e 28°C, germinano . Se il frutto ha subito lesioni, la penetrazione è più rapida. 3
  • 4. Misure di lotta – il danno causato, da questo fungo è modesto. In funzione preventiva è bene permettere un buon arieggiamento dell’impianto, per abbattere il tenore d’umidità. E’ opportuno eliminare le parti infette, cadute e a terra. Talvolta si rendono necessari interventi diretti ad eventuali presenze entomatiche per evitare lesioni ai frutti. L’immagazzinamento deve avvenire a 7°C, temperature più basse possono danneggiare il frutto. 4
  • 5. Sintomi : caratteristico è l’imbrunimento della corteccia a livello del colletto e l’emissione di essudati mucillaginosi. Decorticando la zona, si possono osservare imbrunimenti anche a livello xilematico. L’apparato radicale va incontro a rapida marcescenza. Le foglie ingialliscono, e l’intera pianta intristisce rapidamente. L’agente causale di questa malattia è la Phytophthora cactorum. 5 Marciume del colletto e delle radici (Collar and Root Rot)
  • 6. Epidemiologia – il fungo sopravvive per mezzo delle clamidospore nel terreno. L’infezione avviene sulle foglie basali, vicino al suolo, sulle quali il microrganismo è veicolato dalle gocce della pioggia. Le infezioni secondarie sono favorite dalla disseminazione anemofila. È favorito dalla presenza di un velo d’acqua a temperatura di 25 °C. Misure di lotta – il danno provocato da questo patogeno è molto grave, si può verificare la morte dell’intera pianta. Occorre evitare ristagni d’acqua. 6