di Alfredo Paternoster
Università di Bergamo
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
di Alfredo Paternoster
Università di Bergamo
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
Febbraio 2011
Materiale didattico utilizzato durante il corso "Mappe mentali e concettuali" realizzato nell'Isola Imparafacile da Imparafacile Runo (aka Giovanni Dalla Bona)
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1Riva Giuseppe
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 1. Punto di incontro tra scienze umane e nuove tecnologie, questa disciplina ha come oggetto la comprensione, la previsione e l'attivazione dei processi di cambiamento individuali e sociali che scaturiscono dall'interazione con i media digitali. Proposto qui in una nuova edizione riveduta e aggiornata, il volume risulta essere un utile strumento che interseca diversi corsi formativi: dalla psicologia alle scienze della formazione alle scienze della comunicazione, fino al commercio elettronico e all'area dell'informatica applicata.
Il corpo parla: com'è possibile interpretarne il linguaggio? La kinesiologia ...Lorenzo Capello
Il corpo parla: com'è possibile interpretarne il linguaggio? La kinesiologia Estimologica.
La frammentazione del sapere in troppe specializzazioni ha avuto come conseguenzalo studio del Paziente in pezzi.Perdendo la visione dell’insieme,l’interpretazione delle patologierisulta spesso incomprensibile,nonostante le tante tecniche d’indagine tecnologicamente avanzatedi cui dispone la Medicina.
1. Apprendimento e memoriaApprendimento e memoria
V. Cap.6 Manuale di Psicologia GeneraleV. Cap.6 Manuale di Psicologia Generale
PSICOLOGIA GENERALE
Introduzione alla Psicologia: Storia modelli e metodi
Prof.ssa Carla Tinti
3. CONDIZIONAMENTO CLASSICOCONDIZIONAMENTO CLASSICO
((Pavlov, 1927)
CONDIZIONAMENTO CLASSICOCONDIZIONAMENTO CLASSICO
((Pavlov, 1927)
Prima del condizionamento
Nessuna risposta
Risposta incondizionata
Durante il condizionamento
StimoloincondizionatoStimolo neutro
Dopo il condizionamento
Risposta condizionata
Risposta incondizionata
Stimolo neutro
Stimoloincondizionato
Stimolo neutro
4. Fattori che influenzano la velocità di apprendimentoFattori che influenzano la velocità di apprendimentoFattori che influenzano la velocità di apprendimentoFattori che influenzano la velocità di apprendimento
• Quantità di cibo
• Intensità dello stimolo neutro
• Intervallo tra stimolo neutro e stimolo
incondizionato
5. Stimoli simili allo stimolo condizionato tenderanno
anch’essi a suscitare la risposta condizionata
E’ possibile addestrare un animale a non rispondere a
stimoli simili tra loro
GeneralizzazioneGeneralizzazioneGeneralizzazioneGeneralizzazione
DiscriminazioneDiscriminazioneDiscriminazioneDiscriminazione
6. LEGGE DELL’EFFETTOLEGGE DELL’EFFETTO
Thorndike (1905)
LEGGE DELL’EFFETTOLEGGE DELL’EFFETTO
Thorndike (1905)
I comportamenti seguiti da effetti positivi tendono a
essere ripetuti quando l’animale si trova in situazione
simili
7. • comportamenti
rispondenti :derivanti
da riflessi innati o
appresi tramite
condizionamento
classico
• Associazione SC-SI
• comportamenti
operanti: emessi
spontaneamente
dall’individuo
• Associazione S-R
Distinzione tra
CONDIZIONAMENTO OPERANTECONDIZIONAMENTO OPERANTE
((Skinner, 1938)
CONDIZIONAMENTO OPERANTECONDIZIONAMENTO OPERANTE
((Skinner, 1938)
8. TIPI DI RINFORZOTIPI DI RINFORZO
cessazione di uno stimolo avversivo in seguito alla
risposta dell’animale
presentazione di uno stimoli piacevole in seguito
alla risposta dell’animale
Rinforzo positivoRinforzo positivoRinforzo positivoRinforzo positivo
Rinforzo negativoRinforzo negativoRinforzo negativoRinforzo negativo
9. stimolo avversivo presentato allo scopo di sopprimere
la risposta
Apprendimento di una risposta che impedisce il
verificarsi della punizione, che la previene
PunizionePunizionePunizionePunizione
EvitamentoEvitamentoEvitamentoEvitamento
10. Intervallo tra risposta e rinforzoIntervallo tra risposta e rinforzoIntervallo tra risposta e rinforzoIntervallo tra risposta e rinforzo
Per rendere efficace il condizionamento operante il
rinforzo deve essere dato subito dopo la risposta
Intervallo fisso (es. ogni 20 sec per 5 min.)
Intervallo variabile
Rapporto fisso ( es. ogni 10 risposte)
Rapporto variabile (es. in media ogni 10 risposte)
Schemi di rinforzoSchemi di rinforzoSchemi di rinforzoSchemi di rinforzo
11. Rinforzare tutti quei comportamenti spontanei che
portano a quello desiderato (volgersi verso la leva,
avvicinarsi ecc.)
Modellamento delle risposteModellamento delle risposteModellamento delle risposteModellamento delle risposte
12. “Lo scopo degli studi psicologici è stabilire delle leggi e
dei dati tali che, dato lo stimolo, la psicologia possa
prevedere quale sarà la reazione; e che, d’altra parte,
data la reazione, essa possa determinare quale fosse la
natura dello stimolo”.
Watson (Behaviorism, 1924)
14. Si deve solo cominciare a perdere la memoria,
anche solo brandelli di ricordi per capire che in
essa consiste la nostra vita…la nostra memoria è
la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro
sentimento, persino il nostro agire, senza di essa
non siamo nulla…
(Luis Bunũel)
16. PROVE CONTRARIE A UNA VISIONE UNITARIAPROVE CONTRARIE A UNA VISIONE UNITARIA
DELLA MEMORIADELLA MEMORIA
PROVE CONTRARIE A UNA VISIONE UNITARIAPROVE CONTRARIE A UNA VISIONE UNITARIA
DELLA MEMORIADELLA MEMORIA
• Capacità limitata
• Compiti a due componenti
• Evidenze neuropsicologiche
• Specificità di codifica
17. Esistono delle differenze nella capacità di mantenere
informazioni:
A breve termine A lungo termine
Capacità limitataCapacità limitataCapacità limitataCapacità limitata
18. Nella ripetizione immediata di una lista di termini
vi é la tendenza a ripetere con precisione i primi e
gli ultimi elementi della lista, effetto che viene
definito rispettivamente "primacy" e "recency "
(Glanzer e Cunitz,1966)
Compiti a due componentiCompiti a due componentiCompiti a due componentiCompiti a due componenti
20. • Evidenze a favore di una distinzione tra due
sistemi vengono da studi su pazienti amnesici in cui
si può osservare ad es. una MBT normale accanto
ad una MLT deficitaria
(Milner,1966)
Evidenze neuropsicologicheEvidenze neuropsicologicheEvidenze neuropsicologicheEvidenze neuropsicologiche
21. I due magazzini sembrano differire per quanto
riguarda il codice con cui l'informazione viene elaborata e
immagazzinata.
(Sacks, 1967)
MaBT
codice di tipo fonologico
MaLT
codifica di tipo semantico
Specificità di codificaSpecificità di codificaSpecificità di codificaSpecificità di codifica
23. Resoconto totale:
rievocare il maggior
numero di lettere
Resoconto parziale:
rievocare una delle
tre righe in base
all’indicazione fornita
da un suono
Esp. di Sperling (1960)Esp. di Sperling (1960)Esp. di Sperling (1960)Esp. di Sperling (1960)
F T X
M P R
D L V
F T X
M P R
D L V
24. MEMORIA A BREVE TERMINEMEMORIA A BREVE TERMINEMEMORIA A BREVE TERMINEMEMORIA A BREVE TERMINE
• quantità di informazione
• formato dell’informazione
• Durata dell’informazione
• Perdita dell’informazione
• Modalità d’ingresso
dell’informazione
LIMITATA
ELABORATA
DECINE DI SEC
DECADIMENTO/
SOSTITUZIONE
ATTENTIVA
25. Sistema che contiene e manipola l’informazione e che
partecipa ad un vasto numero di compiti cognitivi
(apprendimento, ragionamento, comprensione)
Sistema che contiene e manipola l’informazione e che
partecipa ad un vasto numero di compiti cognitivi
(apprendimento, ragionamento, comprensione)
MBT come Memoria di LavoroMBT come Memoria di LavoroMBT come Memoria di LavoroMBT come Memoria di Lavoro
28. Metodologia del doppio compito eMetodologia del doppio compito e
dell’interferenza selettivadell’interferenza selettiva
Metodologia del doppio compito eMetodologia del doppio compito e
dell’interferenza selettivadell’interferenza selettiva
Risulta più facile svolgere contemporaneamente due
compiti che utilizzano sistemi separati piuttosto che
gravanti sullo stesso sistema
*
29. Componente della ML che si occupa del
mantenimento temporaneo di materiale codificato
fonologicamente con l'aiuto di un meccanismo di
reiterazione delle tracce che ha la funzione di
impedirne il decadimento
Componente della ML che si occupa del
mantenimento temporaneo di materiale codificato
fonologicamente con l'aiuto di un meccanismo di
reiterazione delle tracce che ha la funzione di
impedirne il decadimento
CICLO FONOLOGICOCICLO FONOLOGICOCICLO FONOLOGICOCICLO FONOLOGICO
30. • Apprendimento della lettura
• Comprensione del linguaggio
• Apprendimento di una lingua straniera
• Acquisizione del lessico
funzioni del ciclo fonologicofunzioni del ciclo fonologicofunzioni del ciclo fonologicofunzioni del ciclo fonologico
31. • Contiene rappresentazioni visive le cui
caratteristiche sono simili ai percetti per ciò che
riguarda ad es.
- dimensione relativa
- scansione
• Contiene rappresentazioni visive le cui
caratteristiche sono simili ai percetti per ciò che
riguarda ad es.
- dimensione relativa
- scansione
TACCUINO VISUO-SPAZIALETACCUINO VISUO-SPAZIALETACCUINO VISUO-SPAZIALETACCUINO VISUO-SPAZIALE
Componente della ML che si occupa
dell’elaborazione del materiale visuo-spaziale.
Componente della ML che si occupa
dell’elaborazione del materiale visuo-spaziale.
• E’ importante per l’orientamento geografico e la
pianificazione dei compiti spaziali
• E’ importante per l’orientamento geografico e la
pianificazione dei compiti spaziali
33. • Componente che controlla il sistema nel suo complesso
• In un certo senso può essere considerato più come
sistema attentivo che come magazzino di memoria
• Componente che controlla il sistema nel suo complesso
• In un certo senso può essere considerato più come
sistema attentivo che come magazzino di memoria
ESECUTIVO CENTRALEESECUTIVO CENTRALEESECUTIVO CENTRALEESECUTIVO CENTRALE
34. • quantità di informazione
• formato dell’informazione
• Durata dell’informazione
• Perdita dell’informazione
• Modalità d’ingresso
dell’informazione
ENORME
ELABORATA
INDEFINITA
CAUSE ORGANICHE
FACILITATA DAI
PROCESSI DI MBT
MEMORIA A LUNGO TERMINEMEMORIA A LUNGO TERMINEMEMORIA A LUNGO TERMINEMEMORIA A LUNGO TERMINE
37. in generale più lungo è l’intervallo di ritenzione
(intercorrente cioè tra l’apprendimento e la rievocazione),
minore è la probabilità di ricordare qualcosa.
TempoTempoTempoTempo
Se si è distratti quando l’informazione viene presentata la
prima volta potreste non riuscire più a recuperarla.
DistrazioneDistrazioneDistrazioneDistrazione
FATTORI CHE CAUSANO L’OBLIOFATTORI CHE CAUSANO L’OBLIOFATTORI CHE CAUSANO L’OBLIOFATTORI CHE CAUSANO L’OBLIO
38. La capacità di ricordare qualcosa può essere danneggiata
dal ricordo di altre cose, soprattutto se queste sono simili
o legate concettualmente al materiale da ricordare.
Intereferenza di altri ricordiIntereferenza di altri ricordiIntereferenza di altri ricordiIntereferenza di altri ricordi
Fattori emozionaliFattori emozionaliFattori emozionaliFattori emozionali
Ci sono casi in cui gli eventi emotivi possono far
dimenticare degli eventi fortemente spiacevoli
Le amnesie organiche possono essere causate dal danno
di una serie di strutture cerebrali che può essere
provocato da malattie, traumi cranici o interventi
chirurgici al cervello
Cause organicheCause organicheCause organicheCause organiche
39. 2356753
Parigi
è la capitale
della Francia
I disturbi di memoria sono generalmente selettiviI disturbi di memoria sono generalmente selettiviI disturbi di memoria sono generalmente selettiviI disturbi di memoria sono generalmente selettivi
40. • Amnesia anterograda
• Amnesia retrograda
• Normale livello di intelligenza
• Buona memoria a breve termine
• Presenza capacità di apprendimento residue
• Memoria e apprendimento procedurale intatti
• Prestazioni normali in test di memoria implicita
Caratteristiche della sindrome amnesicaCaratteristiche della sindrome amnesica
piu’ frequentemente osservatepiu’ frequentemente osservate
Caratteristiche della sindrome amnesicaCaratteristiche della sindrome amnesica
piu’ frequentemente osservatepiu’ frequentemente osservate
41. Il ricordo è facilitato dall’elaborazione e
riorganizzazione dell’informazione, che comportano
molteplicità di associazioni e di indizi di
rievocazione
MIGLIORAMENTO DELLA MEMORIAMIGLIORAMENTO DELLA MEMORIAMIGLIORAMENTO DELLA MEMORIAMIGLIORAMENTO DELLA MEMORIA
42. Termine coniato da Flavell negli anni '70 per
indicare la consapevolezza che l'individuo ha
della memoria e in particolare della propria.
Due categorie principali:
• Sensibilità: il soggetto avverte che la situazione
richiede l’utilizzo della memoria e delle strategie
• Variabili: conoscenza dei fattori che influenzano la
memoria
(Flavell e Wellman, 1977)
METAMEMORIAMETAMEMORIAMETAMEMORIAMETAMEMORIA
43. • personali: conoscenza delle proprie abilità, limiti,
capacità di valutare se lo sforzo è sufficiente
• legate al compito : conoscenza delle variabili che
influenzano la difficoltà di un compito (es. la
lunghezza)
• legate alle strategie: conoscenza dei modi per
facilitare sia l'immagazzinamento che il recupero.
• personali: conoscenza delle proprie abilità, limiti,
capacità di valutare se lo sforzo è sufficiente
• legate al compito : conoscenza delle variabili che
influenzano la difficoltà di un compito (es. la
lunghezza)
• legate alle strategie: conoscenza dei modi per
facilitare sia l'immagazzinamento che il recupero.
VariabiliVariabiliVariabiliVariabili
44. La metamemoria così come la metacognizione in
generale può essere distinta in:
La metamemoria così come la metacognizione in
generale può essere distinta in:
• conoscenza: consiste
nel sapere come si
memorizza, e
• conoscenza: consiste
nel sapere come si
memorizza, e
Le conoscenze metacognitive di questo tipo
differiscono da altre di tipo dichiarativo per il
fatto di non essere facilmente verbalizzabili e
di venire acquisite attraverso l'esperienza
Le conoscenze metacognitive di questo tipo
differiscono da altre di tipo dichiarativo per il
fatto di non essere facilmente verbalizzabili e
di venire acquisite attraverso l'esperienza
• processi di controllo:
si riferiscono alla
possibilità di
intervenire per
facilitare il processo.
• processi di controllo:
si riferiscono alla
possibilità di
intervenire per
facilitare il processo.
45. Stratagemmi o metodi per ricordare qualcosaStratagemmi o metodi per ricordare qualcosa
Esempi di memnotecniche
• Metodo dei loci
Esempi di memnotecniche
• Metodo dei loci
memnotecnichememnotecnichememnotecnichememnotecniche
46. • Acronimo (dal greco ακρον, akron, "estremità" +
ονυμα, onyma, "nome"), è una parola formata con le
iniziali delle parole di una frase o di una
definizione.
Es. FIAT
• Acrostico (dal greco akròstichon che significa "ciò
che sta all'inizio del verso"). Esso si distingue
dall'acronimo in quanto si scrive avendo come
scopo la formazione di una parola esistente.
Es. Come Quando fuori piove
• Rime
Es. 30 dì conta novembre…
• Acronimo (dal greco ακρον, akron, "estremità" +
ονυμα, onyma, "nome"), è una parola formata con le
iniziali delle parole di una frase o di una
definizione.
Es. FIAT
• Acrostico (dal greco akròstichon che significa "ciò
che sta all'inizio del verso"). Esso si distingue
dall'acronimo in quanto si scrive avendo come
scopo la formazione di una parola esistente.
Es. Come Quando fuori piove
• Rime
Es. 30 dì conta novembre…
47. Esiste una stretta relazione tra memoria e immagini
mentali
in particolare:
l’utilizzo delle immagini interattive migliora la
prestazione in determinati compiti di memoria
Immagini mentali