1. 2014 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza
in urbanistica
Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience
in Planning
Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti,
Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani
2. Ma c'è un fenomeno ancora
più grave:
il consumo "inutile" di suolo
3. IL TERRITORIO SPRECATO.
INDAGINE E VALUTAZIONI SULLE
OPERE INCOMPIUTE
IN ITALIA
Tesi di laurea di Chiara Accattini, matricola n. 740514
Relatore Prof.ssa Annapaola Canevari
Anno Accademico 2010-2011
4.
5. 4 /24
Privatizzazione dei paesaggi italiani
Abbandono,
abusivismo,
incompiuto
Mercato
dell’invenduto
Privatizzazione
come concept
di progetto
Mafie e edilizia
6. 7 /24
Italia abbandonata, abusiva, incompiuta
PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA PIERO GRASSO
• 357 opere incompiute
Tesi di Laurea Chiara Accattini
• 633 opere incompiute
Incompiuto Siciliano
Atlante delle Opere incompiute
9. Localizzazione
Regione
n. opere
incompiute
Regione
n. opere
incompiute
Valle d'Aosta
3
Marche
6
Piemonte
26
Lazio
28
Lombardia
46
Abruzzo
29
Trentino Alto Adige
2
Molise
5
Friuli Venezia Giulia
14
Campania
54
Veneto
11
Puglia
31
Liguria
20
Basilicata
12
Emilia Romagna
16
Calabria
66
Toscana
30
Sicilia
204
Umbria
4
Sardegna
26
10. Indagine sui motivi per cui il nostro paese è “ricco”
di opere incompiute.
[…] “la carenza di programmazione, eccessiva
frammentazione dei centri decisionali, complessità
delle procedure di progettazione, dilatazione dei tempi
di esecuzione imputabili alle imprese committenti ed
alle amministrazioni aggiudicatrici, carenze ed
inadeguatezze dei controlli tecnici ad amministrativi”
[…].
(Relazione annuale della Corte dei Conti - 2010)
11. - inchieste
sull’uso di materiali non idonei;
- inchieste
per concorsi in concussione delle persone coinvolte;
- ricorsi
amministrativi e processi;
- fallimento
- errori
delle ditte appaltatrici e contenziosi in atto;
di progettazione;
- impossibilità
- situazione
di effettuare collaudi e dare quindi omologazioni;
geologica e geomorfologica dei terreni;
- mancanza di denaro pubblico e nuovi finanziamenti.
12. “DINAMICA, STRUTTURA E CRITERI DI GOVERNO DELLA SPESA
PUBBLICA: UN RAPPORTO PRELIMINARE”
Parte 2.1 Riduzione dell’inefficienza produttiva.
classificazione degli sprechi
Sprechi di tipo 7.
progettazione di opere incomplete,
mancato completamento di opere iniziate,
tempi di esecuzione molto superiori ai tempi programmati.
A queste tipologie si possono aggiungere
progettazione di opere di dimensione eccessiva rispetto alla capacità
realisticamente sfruttabile,
a volte eseguite con materiali troppo pregiati (opere utili che potrebbero
essere costruite a costi minori).
prof. PIERO GIARDA settembre 2011
13. Diga di Blufi, Palermo
Struttura abbandonata Gibellina - TP Scheletro abbandonato Scala dei Turchi
Ospedale incompiuto a Siracusa
3
16. CITTA’ DELLO SPORT - Tor Vergata
Progetto avviato nel 2005,
costo iniziale: 60.000.000 €.
Avvio lavori nel 2008,
Subito bloccati perché in ritardo per i
mondiali.
Spesa ad oggi:
607.983.772 €
Stato: impianto MAI terminato
17. POLO NATATORIO - Valco San Paolo
A otto giorni dalle gare, spazi non terminati
ed opere non collaudate
Utilizzato per Mondiali, subito chiuso e
abbandonato
SPESA: 16.000.000 €
20. Conseguenze di tale fenomeno:
Spreco di territorio
non si punta sul recupero dell’ esistente
ma sulla trasformazione di nuove aree
Nonostante i numeri allarmanti, eventi disastrosi e numerose
denunce, questa idea di cementificazione non è considerata un
problema.
22. Ricerca delle associazioni, autorità o enti che hanno denunciato
e analizzato il problema proponendo delle soluzioni.
1998 – 2003 indagine da parte dell’ A.V.C.P. (
2001 campagna “Bruttitalia” del sito Corriere.it e Wwf
2004 costituzione dell’ “Ufficio nuove opere incompiute” (chiuso dopo un anno)
2007 relazione del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso
2008 Campagna “Hai visto un Ecomostro?” Ecoradio, Legambiente e
Repubblica.it
2009 Relazione annuale della Corte dei Conti
Striscia la Notizia
Report
Legambiente
FAI
23. Le soluzioni presentate hanno lo scopo di risolvere il problema delle opere
incompiute esistenti.
Ma se, in futuro, volessimo evitare che si parli ancora di questo
fenomeno e volessimo cancellare il problema alla radice?
Ipotesi di soluzione:
PREVENZIONE
MONITORAGGIO
24. Monitoraggio inteso come prima fase del meccanismo che
comporta la realizzazione delle opere pubbliche con lo scopo
di evidenziare i problemi in tempo utile e se necessario
attivarsi in modo tale da mettere in atto le azioni per evitare la
creazione di un’ opera incompiuta.
Controllo preventivo e continuativo sulle fasi di
progettazione, realizzazione e gestione dell’opera.
25. 15 /24
Da privatizzazione dei paesaggi a paesaggio come bene comune
Rete contro
il consumo
di suolo
Memoria,
legalità,
creatività
Liberazione
degli spazi
Educazione
alla
cittadinanza
Forza
dell’esempio
26. 22 /24
La rete contro il consumo di suolo
• il riutilizzo dei beni culturali e dei centri storici
abbandonati ottimizza l’uso delle risorse disponibili senza
dover espandere i confini cittadini
• l’educazione alla legalità previene i fenomeni di
costruzioni in aree protette
• l’educazione alla cittadinanza agevola i sentimenti di
appartenenza e la fruizione e manutenzione di spazi
pubblici esistenti
• gli esempi antimafia sono fondamentali per sostenere
la convenienza della legalità e del rispetto dell’ambiente
Strategie bottom-up
27. 23 /24
Considerazioni conclusive
•
Collaborazione •
•
•
•
•
cittadini
architetti
urbanisti
paesaggisti
amministratori
finanza
Sinergie da mettere in pratica
• non consumare nuovo territorio,
• coinvolgere la cittadinanza,
• scegliere di utilizzare materiali
ecocompatibili ,
• dialogare con le amministrazioni
28. «
Guadagnarsi la vita non può essere l’unico scopo di un giovane che
vuole soprattutto realizzare le proprie idee creative. Perciò il vostro
problema è come serbare intatta l’integrità delle vostre convinzioni,
come vivere quel che propugnate e, nello stesso tempo,
guadagnare. Può darsi che non riusciate a trovare un posto presso
un architetto che vi formi fin dai vostri primi passi nel comporre e
che sia in grado di farvi ulteriormente da guida.
Allora vi suggerirei di cercarvi un lavoro che vi dia da vivere
comunque e dovunque possiate impiegare le vostre capacità
personali, ma di mantenere vivi i vostri interessi in un lavoro effettivo
proseguito nelle ore libere.
Walter Gropius
»
29. Questi principi sono in sintonia con alcuni
contenuti del cosiddetto
approccio “SMART”
che oggi caratterizza l’azione di molte
amministrazioni
La differenza riguarda il campo di applicazione
dell’approccio…..
32. Smart city
come tema di politica europea
Gennaio 2008: la Commissione Europea lancia il Patto dei Sindaci (Covenant
of Mayors) ‐ città europee verso la sostenibilità energetica e ambientale entro il
2020
Ottobre 2009: European Strategic Energy Technology Plan SET Plan ‐ Towards a
low‐carbon future (Roadmap al 2020)
Smart city come tema di politica locale
iniziative UE sulla sostenibilità ambientale
priorità data, a livello governativo, allo sviluppo dell’Agenda Digitale Italiana,
fase attuale di contrazione delle risorse: emerge come strada quasi obbligata
l’utilizzo “intelligente” e integrato delle tecnologie
36. I passi verso un master plan per le smart
cities italiane
1.
Analisi dell’as is e dei bisogni, in termini di dotazione infrastrutturale materiale e
immateriale, dati disponibili e relativi sistemi di integrazione, livello di offerta e utilizzo dei
servizi
2. Definizione degli obiettivi strategici di sviluppo urbano: pochi e chiari, sui quali sia
possibile generare consenso nella cittadinanza
3. Definizione degli indicatori di misurazione relativi agli obiettivi strategici
4. Individuazione delle aree di intervento, in termini progettuali, di dimensionamento, di
localizzazione
5. Redazione e riorientamento degli strumenti di programmazione e pianificazione,
finalizzandoli al raggiungimento degli obiettivi strategici
6. Ridefinizione di competenze e funzionamento delle strutture amministrative coinvolte, con
relativi atti di indirizzo
7. Strutturazione di un modello di governance all’interno del quale definire ruoli e azioni degli
attori istituzionali, di mercato, della ricerca, della società civile, e relative regole di ingaggio
8. Definizione delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi e della relativa
strumentazione finanziaria
9. Individuazione delle possibili forme di partenariato pubblico‐privato, sia in termini di
nuove attivazioni sia in termini di ridefinizione di accordi già in essere
10. Avvio di forme di partecipazione attiva della cittadinanza sugli interventi previsti
37. I parametri di una smart city
…parametri di identificazione e misura delle smart cities, analizzati nel rapporto "European
Smart Cities" realizzato dall’Università di Vienna in collaborazione con quelle di Lubiana e Delf
(www.smart-cities.eu)
38. “È il termine anglosassone che indica “quando una società o un’organizzazione impiega più
tem-po e denaro ad affermare di essere verde attraverso la pubblicità e il marketing,
piuttosto che nel mettere in atto misure che riducano al minimo il suo impatto ambientale”.
Il greenwashing è un neologismo coniato da attivisti ambientali americani ispirandosi al
whitewashing che in inglese vuol dire nascondere, coprire o dissimulare fatti spiacevoli ed è
utilizzato soprattutto in politica.”
La sostenibilità è, prima di tutto, un valore, un’emergenza che chiama a raccolta, un
movimento culturale che va diffondendosi. Dal punto di vista della comunicazione è
un’opportunità di aggregazione, di condivisione di valori e di dialogo”
“La Società Digitale”
39.
40. Smart City e Smart Community: 200 milioni di
euro dalla UE
Horizon 2020 prevede finanziamenti per due annipubblicato il bando.
La Commissione Europea ha messo in bilancio 200 milioni
di euro per i prossimi due anni, per promuovere progetti
destinati allo sviluppo delle Smart City e Smart Community.
Obiettivo è incentivare lo sviluppo delle Smart City grazie
alle energie rinnovabili, al miglioramento della qualità e
dell’efficienza degli edifici e puntando su sistemi di trasporto
più ecologici per una gestione sostenibile della città.
Entro la primavera del 2014 la Commissione Europea
presenterà un nuovo “Invitation for Smart City and
Community Commitments” per incentivare le comunità
urbane europee a realizzare progetti integrati destinati alle
città intelligenti, secondo le linee guida “Smart Cities
Strategic Implementation Plan“.
http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html
(pubblicata il 13 febbraio 2014)
41. …un ulteriore approccio alle
questioni legate alla crisi
dell’ecosistema contemporaneo è
quello delle transition towns
42. LE CITTÁ IN TRANSIZIONE
CONCETTI ED ESPERIENZE
giovanna saporiti
43. IL NEOECOSISTEMA CONTEMPORANEO
1.
- occupazione di suolo rilevante
- voracità energetica
- concentrazione agenti inquinanti
- consumo di risorse non rinnovabili
- impronta ecologica molto elevata
- crescita esponenziale della
- vulnerabilità di alcuni gruppi sociali
(bambini, anziani...), relazionata
all’aumento della povertà.
inizio della città
città contemporanea
la vulnerabilità ambientale e sociale è
determinata dalla dipendenza sempre
maggiore dei contesti urbani a flussi
energetici, alimentari, di materiali e di
informazioni, che provengono da
sistemi interscalari (area comunale,
regionale, nazionale...).
44. I RISCHI DEL NEOECOSISTEMA: Global Risks Landscape 2011
1.
47. TRANSIZIONE
0.
… di chi? comunità urbane e rurali
.......Il motto è “pensare globalmente e attuare localmente”, assimilabile allo «sviluppo locale
autosufficiente», (Magnaghi, 2010), alla scala degli abitanti......
… verso cosa? aumento della RESILIENZA
«(...) insieme di capacità adattative di un sistema urbano a fronte di fattori di stress e,
in particolare, ai fenomeni di cambiamento climatico e scarsità energetica» (UNEP,
2005. Un neocosistema resiliente è in grado di «assorbire shock e/o perturbazioni
senza subire alterazioni rilevanti nella sua organizzazione funzionale, nel suo assetto e
nelle sue caratteristiche identitarie» (Hopkins, 2010)
48.
49. LA RESILIENZA
… di chi? neoecosistema urbano
«organismo vivente ad alta complessità […] in continua trasformazione, prodotto dall'incontro di
eventi culturali e naturali, composto da luoghi (o regioni o ambienti insediativi) dotati di identità,
storia, carattere di struttura di lungo periodo». (Magnaghi, 2010
… verso cosa? aumento della QUALITA’ e dell’AUTOSUFFICIENZA delle comunità
«capacità di rispondere agli aspetti di comfort degli spazi urbani, ma anche alle esigenze psicofisiche umane e di vivibilità sociale». Esiste infatti una relazione forte tra i valori dell’uomo e la
forma fisica della città, intendendo appunto come forma della città «la struttura spaziale che
ospita le attività delle persone, il flussi di persone, materia, merci e informazioni che ne deriva e
le configurazioni fisiche che intervengono a modificare lo spazio in modo significativo in rapporto
a quelle attività, superfici canali ambienti e oggetti». (Lynch, 1980)
«sviluppo locale autosufficiente», (Magnaghi, 2010),
2.
50. 2.
RESILIENZA
«Il livello di resilienza delle nostre città e dei nostri paesi è dipendente dalla qualità e
dal rendimento del sistema urbano complessivo, non solamente dall’adattazione ai
cambiamenti climatici dei singoli elementi infrastrutturali»
(Congresso Resilience Cities 2011)
la valutazione della resilienza è strettamente connessa alla qualità urbana
considerando gli stessi parametri descrittivi
benessere individuo
biodiversità
auto- organizzazione
identità territorio/ individuo
capacità imparare/ adattarsi
51. 2.
I 12 PASSI
creazione di relazioni
formazione
costruire il gruppo e
le successioni
piano di decrescita energetica
52. LE AZIONI
- Diffusione delle informazioni relative alle tematiche che stanno alla base delle TT e
alla necessità di intraprendere delle azioni promosse dalla comunità
- Collegamento con le realtà già esistenti e attive nella comunità
- Creazione di relazioni con l’amministrazione locale
- Collegamento con le altre iniziative di Transizione
- Formazione di gruppi che si occupino di tutte le tematiche importanti per la vita
della comunità (alimentazione, energia, trasporti, salute, aspetti psicologici,
economia e sostentamento…)
- Realizzazione di progetti mirati a far comprendere l’importanza del coinvolgimento
della comunità nei processi di costruzione della resilienza della riduzione delle
emissioni di anidride carbonica
- Arrivare alla definizione del Piano di decrescita Energetica in 15/ 20 anni
2.
55.
Transition in Italia
001 Monteveglio (BO)
007 S. Lazzaro (BO)
009 Torino
015 Lame (BO)
020 Urbania (PU)
025 Pianoro (BO)
029 La Nuova Terra EV (UD)
www.transitionnetwork.org
56.
Transition in Italia
001 Monteveglio (BO)
007 S. Lazzaro (BO)
009 Torino
015 Lame (BO)
020 Urbania (PU)
025 Pianoro (BO)
029 La Nuova Terra EV (UD)
www.transitionnetwork.org
57. I “principi base” delle
Smart Cities e Transition Towns
derivano da quelli già enunciati
nella Carta di Aalborg (’94)
58. Conferenza Mondiale sull‛ambiente e
sullo sviluppo (1992, Rio De Janeiro)
cinque differenti documenti,
AGENDA 21 LOCALE
DICHIARAZIONE DI RIO
CONVENZIONE SULLA BIODIVERSITÀ
CONVENZIONE SUL CLIMA
DICHIARAZIONE SULLE FORESTE
60. Le fasi di A21L:
• elaborazione di una filosofia
condivisa della sostenibilità
della specifica realtà locale;
• identificazione delle criticità
ambientali locali e delle loro
cause;
• individuazione delle diverse
opzioni d‛intervento e dei
target specifici d‛intervento;
61. • elaborazione di programmi
d’azione
• adozione formale del piano
da parte dell‛a. l.;
• realizzazione del piano
• monitoraggio dei risultati;
• valutazione degli effetti
dell‛applicazione del piano
sullo stato dell‛ambiente.