Slide per fare una prima sintesi del lavoro fin qui svolto con le classi terze delle medie. Una storiella per classificare 3 idee di felicità e orientare il nostro sguardo.
2. Ripartiamo da qui…
Tutti esprimiamo,
dentro i nostri
desideri, un unico
desiderio:
l’irresistibile
tendenza alla
felicità!
3. Tempo di sintesi
Concorso «le carte della felicità». Eleggiamo tra
tutte le carte realizzate nel laboratorio appena
concluso le tre migliori di ogni classe. Queste
passeranno alle fasi finali.
Puoi votare la tua carta preferita sul sito
quellodireligione.it
5. Già gli egizi credevano che in punto
di morte il dio Osiris avrebbe posto
loro due domande e dalle risposte
sarebbe dipeso il viaggio nell’aldilà:
1. Hai dato felicità?
2. Hai trovato la felicità?
Questi traguardi erano un obbligo
sacro e anche l’unico modo di
entrare nella vita eterna.
1. Felicità… dare o avere?
6. I molti trattati sulla felicità
scritti lungo i secoli si sono
susseguiti senza mai
raggiungere l’unanimità della
«ricetta».
› La felicità è una questione di
gusti personali e libere scelte?
Ad ognuno la sua felicità: chi i
soldi, chi le auto, chi l’amore…
› Oppure la felicità sottostà ad
una legge universale, a delle
regole?
2. Felicità… regole o improvvisazione?
7. La felicità spesso è raccontata
come un luogo perduto, una
condizione primordiale della
quale abbiamo memoria nel
profondo di noi stessi
(principio).
La felicità viene pensata
come destino a cui tutti sono
chiamati (fine)
3. Felicità… principio o fine?
8. Si può misurare la felicità?
Intensità e durata.
La felicità è di un attimo? Intensa
e sfuggente? Oppure è il
risultato di una vita ben vissuta,
un’esperienza complessiva,
lungo la linea del tempo?
E l’intensità da cosa è certificata?
Dall’emozione? Dallo stato
d’animo? Dai ricordi? Dalle
persone con cui si è condivisa?
Dalla ripetibilità?
4. Felicità… attimo o vita intera?
10. Un gruppo di amici ha deciso di compiere
un’escursione in montagna. Dopo alcune ore di
salita la comitiva si divide in tre gruppetti.
1. Alcuni rimpiangono di aver lasciato
l’albergo. Le fatiche sono senza
proporzione in confronto al paesaggio e al
resto. Decidono di tornare in albergo.
2. Altri sono piacevolmente sorpresi dalla
giornata. Il sole è splendido, il panorama
incantevole. Perché faticare ancora? È
meglio godersi la montagna dove si è, in
mezzo ai prati. Così si sdraiano sull’erba
aspettando l’ora del picnic.
3. Altri, infine, non staccano gli occhi dalla
vetta che si sono prefissati di raggiungere
e continuano la salita, incuranti della
fatica e dei rischi.
Una storiella illuminante…
11. Un ritratto di chi vive sempre stanco e
disperato
Un cuore piccolo, non è abituato a
grandi emozioni né a grandi slanci
Poco entusiasmo
Sempre a chiedersi.. Ne vale al pena?
Sempre fuori posto: era meglio se stavo
a casa…
Chiusi in un guscio
Per queste persone la felicità è:
Tranquillità
Niente preoccupazioni
A. I nati stanchi
12. Locked In di Gustavson
Per tutta la vita ho vissuto in una noce di cocco.
Non è un posto meraviglioso per viverci? C’era poco spazio
ed era buio, soprattutto la mattina quando dovevo farmi la
barba. Ma ciò che mi dispiaceva di più era che non avevo
modo di mettermi in contatto con il mondo esterno. Se
nessuno avesse trovato la noce di cocco o non l’avesse
aperta, sarei stato condannato a passare tutta la mia vita lì
dentro. Forse a morire lì dentro.
Morii in quella noce di cocco. Dopo un paio d’anni la
trovarono e la aprirono; dentro trovarono me,
rimpicciolito e sgretolato. «Che peccato» dissero. «Se
l’avessimo trovato prima, forse avremmo potuto salvarlo.
Forse ce ne sono altri, chiusi dentro come lui». E andarono
in giro e aprirono tutte le altre noci di cocco che
trovarono. Ma fu inutile. Fu tempo sprecato. Di persone
che scelgono di vivere in una noce di cocco ce n’è una su
un milione.
Ma ho un cognato che vive i una ghianda.
13. Per le persone di questa specie è certamente
meglio fare il pieno di tutto ciò che può dare
soddisfazione, godere dell’attimo, non
perdere l’occasione.
L’ideale della vita per queste persone
assetate non è estinguere la sete… ma
continuare a bere.
Per queste persone la felicità è sintetizzata
nel piacere. Vivere è godere della vita e la
felicità è un attimo.
La scoperta amara sta però nel vedere che
più si cerca di afferrarla e più essa è
sfuggente, come stringere la sabbia in un
pugno.
B. I buontemponi
14. L’attimo fuggente
«Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento». Perché il poeta usa
questi versi? [...] Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a
dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare:
diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi
del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai
guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli...
pieni di ormoni come voi... e invincibili, come vi sentite voi... Il mondo è la
loro ostrica, pensano di esser destinati a grandi cose come molti di voi. I
loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso
finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro
potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma
se ascoltate con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio,
accostatevi! Ascoltate! Sentite? "Carpe", "Carpe diem", "Cogliete l'attimo,
ragazzi", "Rendete straordinaria la vostra vita"!
John Keating, dal film L’attimo fuggente
15. Non c’è dubbio la felicità è una
salita, ma è per questo che
merita di essere scalata.
Conquistatori appassionati di
verità e giustizia. Certi che ciò
che non si suda non vale… Che
la felicità non è un traguardo
ma un cammino.
C. Gli appassionati
16. Esiste la vera felicità?
Fu in quel momento che cominciai a pensare a
Thomas Jefferson e alla Dichiarazione di
Indipendenza, quando parla del nostro diritto
«alla felicità» […] «e ricerca della felicità». E
ricordo d'aver pensato: «Come sapeva di dover
usare la parola Ricerca»?
Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo
inseguire... e che forse non riusciremo mai a
raggiungere qualunque cosa facciamo.
Come faceva a saperlo?
Chris Gardner, dal film La ricerca della felicità