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Mostra
   “Dove il Tevere snoda il tempo… Czesław Miłosz 1911-2004”
                               a cura di Monika Woźniak

                       1 dicembre 2011 – 30 gennaio 2012
                     Biblioteca Nazionale Centrale di Roma




                           Inaugurazione della mostra
                                 giovedì, 1 dicembre
                                       Ore 17.30
                             Spazio Espositivo Galleria
                                  Via Castro Pretorio, 105

Saluti:
Osvaldo Avallone, Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Lucjan Bąbolewski, Direttore dell‟Ente Autonomo per la Cultura “Książnica Pomorska” di
Stettino
Grażyna Borkowska, Redattore Capo di “Pamiętnik Literacki”: Miłosz oggi e domani, dal
punto di vista della più antica rivista letteraria polacca
Monika Woźniak, Paratesti italiani di Czesław Miłosz. Introduzione alla mostra

                                        Drink
(frammento)




Cala il buio su Castel Sant‟Angelo
In un immobile punto del globo, dove il Tevere snoda il tempo.
La terra languente, toccata dal vento, respira nelle ceneri.
È percettibile il fruscìo della lucertola,
Il calpestìo del topo e il pianto del mondo.



New York, 1946
Traduzione Pietro Marchesani
La poesia è una parola che corre per l’universo gridando il suo no al nulla e al
nonsenso…

Appunti del mio sentirmi vivere, respirare. Queste sono state le mie poesie…

Cominciare dalla fine. E una vita lunga quasi un secolo presuppone un punto di vista
alto, uno sguardo ampio, come il volo di un‟aquila che volteggia sovrana sui cerchi
concentrici della vita e della Storia, fino a calare in precipitosa picchiata in un punto
preciso. Lì, e fortunatamente a contatto con la nostra stessa terra, stanno alcuni versi e
pensieri terragni, appunto, e al tempo stesso “religiosi” di Czesław Miłosz. Di una
religione professata in tutte le sue possibili accezioni etimologiche: rileggere (il
mondo), riunire (la forma e la sostanza della vita), vincolare (il singolo a un‟idea
collettiva dell‟esistenza), relegare (ciò che ci è “sacro” in spazi inviolabili della
memoria e del cuore) e rieleggere (la Realtà interiore a senso vero dell‟essere):

Cos’è la poesia che non salva i popoli né le persone?...
Mia lingua fedele, ti ho servito…
Quando fa male torniamo su certi fiumi…
…

Per chi sa leggere e respirare, quel punto in cui l‟aquila colpisce è lì, vicinissimo, sono i
ricordi più belli, o più brutti, l‟infanzia (Il canto dell’innocenza e il canto
dell’esperienza hanno lo stesso tema), l‟amore, il sesso, i morti, la morte che, con tutta
la loro vitalistica idiozia e ipocrisia, le “termiti della mediocrità” cercano di rimuovere:

Il vero oppio dei popoli è credere nel nulla dopo la morte…
e non è colpa mia se la letteratura contemporanea non si è avventurata in acque così
vaste e profonde…
e ne risulta inevitabile sentirsi diversi, sempre e comunque, per chi cerca di non
rimuovere:

Fingere tutta la vita che il loro sia il mio mondo,
e sapere quanto infamante sia tale finzione…

e poi, alla fine, tornare all‟inizio e – chissà? – sentirsi

Salvo da beni e onori,
Salvo da felicità e pena,
Salvo da vita e durata,
Salvo.
                                        (Luigi Marinelli)
Czesław Miłosz 1911-2004: una vita, un secolo di storia



      Uno dei più grandi scrittori polacchi del Novecento, premio Nobel per
la letteratura nel 1980, Czesław Miłosz, ha conosciuto in prima persona i
tormenti e i drammi del suo secolo: sopravvissuto a due guerre mondiali,
testimone della Shoà, evaso – non senza profonde ferite spirituali – dal
sistema totalitario del regime comunista del dopoguerra e poi esule alienato
nella lontana America, ha fatto in tempo a vedere il crollo del sistema
comunista in Europa nel 1989 che gli aveva permesso di tornare in patria e
di passare gli ultimi anni della sua vita in una Polonia ormai proiettata
verso il ventunesimo secolo. Vittorio Strada scrisse di Miłosz che egli
“appartiene a una categoria eterna (…) ma tremendamente attuale per il
ventesimo secolo che ha sradicato dal loro suolo non solo interi popoli ma
anche singole personalità e, in particolare, grandi poeti: la categoria
dell‟esiliato dalla propria terra e da un intero continente.” Ed è proprio
questa condizione umana alla base della perspicacia e della profondità del
pensiero dello scrittore, che nelle sue poesie e nei suoi saggi trascende una
specifica connotazione storica e culturale, aprendosi alla riflessione
universale e filosofica. “La sua poesia non risponde alla domanda „come
vivere‟, ma a quella „per cosa vivere‟” disse Iosif Brodskij, cogliendo un
aspetto fondamentale dell‟opera di Miłosz: quello di instaurare con il
lettore un dialogo su fondamentali quesiti esistenziali, di guidarlo oltre la
superficie delle faccende quotidiane verso la riflessione sul senso stesso del
nostro essere umani.


1911 Czesław Miłosz nasce il 30 giugno 1911 a Szetejnie, “in una famiglia di lingua
polacca sulle rive d‟un fiume dal nome lituano”, ma il nome della Polonia è da più di
cento anni cancellato dalle mappe politiche d‟Europa e la regione si trova sotto il
dominio russo.

1914-1922 durante la guerra la Lituania subisce l‟occupazione tedesca. Nel 1918 la
Polonia rinasce come stato indipendente, ma sul territorio lituano gli scontri e le
contese per la nuova frontiera durano fino al 1922. La famiglia Miłosz si trasferisce a
Vilna (Vilnius) che diventa parte dello stato polacco, mentre la casa natale dello
scrittore, trovandosi entro i confini dello stato lituano che chiude le frontiere ai polacchi,
non può più essere visitata dai Miłosz che illegalmente.
1929-1934 Miłosz studia legge all‟Università di Vilna. È il momento della grande crisi
economica e anche della svolta a destra nella politica del governo polacco e
dell‟intensificazione dei conflitti interni. L‟atmosfera opprimente si fa sentire in modo
particolarmente intenso in una città multietnica e provinciale come Vilna. La crescente
inquietudine per l‟instabile situazione geo-politica della Polonia nel contesto europeo
viene riflessa dal tono catastrofico delle prime raccolte del giovane poeta.

1935-1939 Ottiene un primo impiego alla radio di Vilna, dove si trova molto male,
soprattutto per via del suo orientamento politico di sinistra, visto sfavorevolmente dai
suoi superiori. Riesce però a compiere i suoi primi viaggi in Europa, prima in Francia,
poi anche in Italia, che diventano per lui fonte di molti stimoli letterari. Nel 1937 riesce
a trasferirsi a Varsavia, dove lavora, sempre come dipendente, alla radio e incontra la
sua prima moglie, Janina Dłuska (1909-1986).

1939 Il 1° settembre scoppia la seconda guerra mondiale. La Germania occupa la parte
ovest della Polonia, mentre le truppe sovietiche invadono i suoi territori orientali.
Miłosz riesce a tornare a Vilna che provvisoriamente si ritrova sotto la giurisdizione
lituana, ma quando nel giugno del 1940 le truppe sovietiche entrano sul territorio
lituano, lo scrittore fugge per evitare la deportazione e, attraversata illegalmente la
frontiera, raggiunge di nuovo Varsavia.

1940-1944 nonostante le molteplici angherie e i pericoli dell‟occupazione nazista
nonché le condizioni economiche estremamente precarie, per lui questo è un periodo di
intensa attività letteraria.

1944 Il 1° agosto scoppia l‟Insurrezione di Varsavia. Mentre tentano di fuggire dalla
città in fiamme, Miłosz e la moglie sono arrestati dai tedeschi e rinchiusi in un campo di
internamento, dal quale saranno poi rilasciati in seguito all‟intervento di un amico.

1945-1950 Con la fine della guerra, la Lituania diventa parte dell‟Unione Sovietica.
Miłosz cerca di ambientarsi nella nuova realtà politico-sociale post-bellica e pubblica
uno dei più importanti volumi poetici della sua carriera, La salvezza (1945) ma trova
insopportabile il clima soffocante del regime comunista instauratosi in Polonia.
Cercando una via d‟uscita dal paese, riesce ad ottenere un posto di addetto culturale
dell‟Ambasciata Polacca: prima a Washington, poi a Parigi.

1951 Chiede asilo politico al governo francese. La sua decisione provoca una grande
campagna di diffamazione in Polonia, dove il suo nome finisce per scomparire dalla
circolazione e le sue opere sono per lunghi anni messe al bando, ma viene accolta
negativamente anche dall‟ambiente dell‟emigrazione polacca che gli rinfaccia la
precedente collaborazione con il governo comunista. Temendo il rapimento da parte dei
servizi segreti, senza mezzi di sostentamento, diviso dalla moglie e dai due figli rimasti
negli Stati Uniti, si nasconde per diversi mesi nella sede del più influente mensile
letterario dell‟emigrazione, “Kultura”, profondamente depresso e spesso tentato dal
suicidio.
1953 Riesce a farsi raggiungere in Francia dalla moglie e dai figli. A Parigi esce in
polacco il saggio La mente prigioniera, in contemporanea con le sue traduzioni in
inglese, in tedesco e in francese, e la versione francese del romanzo La presa del potere
che ottiene il Prix Littéraire Européen. Dedicati all‟analisi dei meccanismi del potere
totalitario, i due libri ottengono un notevole successo internazionale, ma mentre
migliorano la situazione finanziaria dello scrittore, allo stesso tempo gli assegnano la
scomoda etichetta di scrittore politico, che all‟estero metterà per lunghi anni in ombra la
sua produzione poetica.

1960 Viene invitato a insegnare letterature slave all‟Università di Berkeley e si
trasferisce con la famiglia in California.

1961-1978 Il lavoro universitario gli assicura una stabilità economica e soddisfazioni
professionali, ma lo scrittore si trova alienato, sospeso nel vuoto nell‟ambiente
americano che gli è lontano mentalmente e culturalmente. “L‟America è un paese di
grande solitudine” confessa. Anche se continua a pubblicare molto con la stampa
dell‟emigrazione di Parigi, negli Stati Uniti la sua produzione poetica rimane
praticamente sconosciuta. Solo nel 1973 esce la prima traduzione inglese delle sue
poesie, il volume Selected Poems.

1976 Riceve il premio Guggenheim per la poesia.

1978 Riceve il prestigioso Neustadt International Prize for Literature.

1980 Gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura con la motivazione “A chi,
con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell’uomo in un
mondo di duri conflitti”. In Polonia, dopo la svolta politica dell‟agosto 1980 e la
creazione del sindacato “Solidarność” guidato da Lech Wałęsa, le poesie di Miłosz
ottengono finalmente il permesso ufficiale di essere pubblicate.

1981-1992 Nel giugno del 1981 lo scrittore fa una visita in Polonia dopo trent‟anni di
esilio. Il 13 dicembre il generale Jaruzelski dichiara però in Polonia lo Stato di Assedio,
e la successiva visita di Miłosz nella patria sarà possibile solo dopo la svolta politica del
1989 che segnerà la fine del regime comunista in Polonia.

1992-2004 Morta nel 1986 la prima moglie Janina, nel 1992 lo scrittore si risposa con
l‟americana Carol Thigpen (1944-2002). Dal 1993 Miłosz soggiorna per periodi sempre
più lunghi a Cracovia, dove nel 2000 si trasferisce definitivamente. Nonostante l‟età
avanzata continua un‟intensa attività letteraria e partecipa alla vita culturale in Polonia e
all‟estero. Il poeta si spegne a Cracovia il 14 agosto 2004, due anni dopo la morte
improvvisa della moglie. Partecipano al funerale diverse migliaia di persone. Viene
sepolto nella cripta della chiesa dei Frati Paolini di Cracovia, dove riposano le spoglie di
altri celebri artisti e letterati polacchi.


                                                             (Monika Woźniak)
Opere di Czesław Miłosz pubblicate in italiano:


1955 La mente prigioniera / trad. dall‟inglese di Olga Ceretti Borsini. - Milano: Aldo Martello
      Editore; 1981 La mente prigioniera / trad. di Giorgio Origlia. - Milano: Adelphi;
1961 Europa familiare / trad. di Riccardo Landau. - Milano: Silva; 1985 La mia Europa / trad.
      F.Bovoli. - Adelphi; 1986 La mia Europa - Poesie / pref. di Pietro Marchesani, trad. di F.
      Bovoli, Pietro Marchesani. - Torino: UTET, 1986;
1981 Poesie del mondo illuminato / trad. di: Aleksandra Kurczab e Margherita Guidacci; introd.
      Stanisław Grygiel. - Roma : Prospettive nel Mondo;
1981 Il poeta ricorda : 24 poesie / a cura di Pietro Marchesani ; introd. di Iosif Brodskij. - Milano :
      Libri Scheiwiller;
1981 Il castigo della speranza : 20 poesie / a cura di Pietro Marchesani. - Milano : All'Insegna del
      Pesce d'Oro;
1983 Poesie / a cura di Pietro Marchesani. - Milano : Adelphi;
1983 Storia della letteratura polacca / trad. dall‟inglese di Lella Faberi. - Bologna: CSEO;
1988 Il secolo dell’esilio. Le poesie / trad. di Maria Grazia Borsalino, Anna Lia Guglielmi. -
      Milano : Centro culturale S. Carlo;
1996 La fodera del mondo / trad. di Valeria Rossella. - Roma : Fondazione Piazzolla;
1999 Tak mało - Così•poco / trad. di Pietro Marchesani, Valeria Rossella, Aleksandra Kurczab e
      Margherita Guidacci. Ed. bilingue. – Kraków : Wydawnictwo Literackie;
2000 La terra di Ulro / a cura di Pietro Marchesani. - Milano: Adelphi;
2002 Il cagnolino lungo la strada / trad. Andrea Ceccherelli, Adelphi;
2011 Abbecedario / a cura di Andrea Ceccherelli. Milano: Adelphi.
Epitaffio


           Tu, che vuoi vedere Roma in Roma, pellegrino,
           e Roma non puoi vedere nella stessa Roma…

                 Mikołaj Sęp Szarzyński (da Giano Vitale palermitano)




A Roma, vale davvero la pena di cercare Roma?
Gli imperi cadono e questa sia la loro gloria.
Muoiono i fasti dei marmi lavorati
e con il lauro sulle fronti di cesari crudeli.
Adorava se stessa l‟insaziata lupa,
le rassegne dell‟esercito, le feste e le parate,
ed è giusto, che ora sia cenere, che cosa ce ne importa.
Noi sentiamo nell‟aria il pianto di genti incarcerate,
che non giunsero a vedere l‟agonia della bestia
e portano ciò che è rimasto dei ricordi cari.
Non archi trionfali, non la cerchia delle mura,
per loro scudi di legno, fragili dèi d‟argilla
e il tempo, col suo giudizio sprezzante e tardivo.




Roma, 1986
Traduzione di Valeria Rossella
Collaborazione Beata Brózda, Sofia d’Angelo, Agnieszka Cichoń, Silvia Wolski
Allestimento: Eliza Olszańska
tel./ fax - (0039) 06 49917250
e-mail - mondo.familiare@gmail.com
www.mondofamiliare.wordpress.com




Si ringraziano la casa editrice Adelphi e la Fondazione Piazzolla per aver gentilmente autorizzato la
pubblicazione dei frammenti delle poesie di Miłosz, Agnieszka Kosińska, Renata Gorczyńska per i
materiali concessi per la mostra.

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  • 1. Mostra “Dove il Tevere snoda il tempo… Czesław Miłosz 1911-2004” a cura di Monika Woźniak 1 dicembre 2011 – 30 gennaio 2012 Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Inaugurazione della mostra giovedì, 1 dicembre Ore 17.30 Spazio Espositivo Galleria Via Castro Pretorio, 105 Saluti: Osvaldo Avallone, Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Lucjan Bąbolewski, Direttore dell‟Ente Autonomo per la Cultura “Książnica Pomorska” di Stettino Grażyna Borkowska, Redattore Capo di “Pamiętnik Literacki”: Miłosz oggi e domani, dal punto di vista della più antica rivista letteraria polacca Monika Woźniak, Paratesti italiani di Czesław Miłosz. Introduzione alla mostra Drink
  • 2. (frammento) Cala il buio su Castel Sant‟Angelo In un immobile punto del globo, dove il Tevere snoda il tempo. La terra languente, toccata dal vento, respira nelle ceneri. È percettibile il fruscìo della lucertola, Il calpestìo del topo e il pianto del mondo. New York, 1946 Traduzione Pietro Marchesani
  • 3. La poesia è una parola che corre per l’universo gridando il suo no al nulla e al nonsenso… Appunti del mio sentirmi vivere, respirare. Queste sono state le mie poesie… Cominciare dalla fine. E una vita lunga quasi un secolo presuppone un punto di vista alto, uno sguardo ampio, come il volo di un‟aquila che volteggia sovrana sui cerchi concentrici della vita e della Storia, fino a calare in precipitosa picchiata in un punto preciso. Lì, e fortunatamente a contatto con la nostra stessa terra, stanno alcuni versi e pensieri terragni, appunto, e al tempo stesso “religiosi” di Czesław Miłosz. Di una religione professata in tutte le sue possibili accezioni etimologiche: rileggere (il mondo), riunire (la forma e la sostanza della vita), vincolare (il singolo a un‟idea collettiva dell‟esistenza), relegare (ciò che ci è “sacro” in spazi inviolabili della memoria e del cuore) e rieleggere (la Realtà interiore a senso vero dell‟essere): Cos’è la poesia che non salva i popoli né le persone?... Mia lingua fedele, ti ho servito… Quando fa male torniamo su certi fiumi… … Per chi sa leggere e respirare, quel punto in cui l‟aquila colpisce è lì, vicinissimo, sono i ricordi più belli, o più brutti, l‟infanzia (Il canto dell’innocenza e il canto dell’esperienza hanno lo stesso tema), l‟amore, il sesso, i morti, la morte che, con tutta la loro vitalistica idiozia e ipocrisia, le “termiti della mediocrità” cercano di rimuovere: Il vero oppio dei popoli è credere nel nulla dopo la morte… e non è colpa mia se la letteratura contemporanea non si è avventurata in acque così vaste e profonde… e ne risulta inevitabile sentirsi diversi, sempre e comunque, per chi cerca di non rimuovere: Fingere tutta la vita che il loro sia il mio mondo, e sapere quanto infamante sia tale finzione… e poi, alla fine, tornare all‟inizio e – chissà? – sentirsi Salvo da beni e onori, Salvo da felicità e pena, Salvo da vita e durata, Salvo. (Luigi Marinelli)
  • 4. Czesław Miłosz 1911-2004: una vita, un secolo di storia Uno dei più grandi scrittori polacchi del Novecento, premio Nobel per la letteratura nel 1980, Czesław Miłosz, ha conosciuto in prima persona i tormenti e i drammi del suo secolo: sopravvissuto a due guerre mondiali, testimone della Shoà, evaso – non senza profonde ferite spirituali – dal sistema totalitario del regime comunista del dopoguerra e poi esule alienato nella lontana America, ha fatto in tempo a vedere il crollo del sistema comunista in Europa nel 1989 che gli aveva permesso di tornare in patria e di passare gli ultimi anni della sua vita in una Polonia ormai proiettata verso il ventunesimo secolo. Vittorio Strada scrisse di Miłosz che egli “appartiene a una categoria eterna (…) ma tremendamente attuale per il ventesimo secolo che ha sradicato dal loro suolo non solo interi popoli ma anche singole personalità e, in particolare, grandi poeti: la categoria dell‟esiliato dalla propria terra e da un intero continente.” Ed è proprio questa condizione umana alla base della perspicacia e della profondità del pensiero dello scrittore, che nelle sue poesie e nei suoi saggi trascende una specifica connotazione storica e culturale, aprendosi alla riflessione universale e filosofica. “La sua poesia non risponde alla domanda „come vivere‟, ma a quella „per cosa vivere‟” disse Iosif Brodskij, cogliendo un aspetto fondamentale dell‟opera di Miłosz: quello di instaurare con il lettore un dialogo su fondamentali quesiti esistenziali, di guidarlo oltre la superficie delle faccende quotidiane verso la riflessione sul senso stesso del nostro essere umani. 1911 Czesław Miłosz nasce il 30 giugno 1911 a Szetejnie, “in una famiglia di lingua polacca sulle rive d‟un fiume dal nome lituano”, ma il nome della Polonia è da più di cento anni cancellato dalle mappe politiche d‟Europa e la regione si trova sotto il dominio russo. 1914-1922 durante la guerra la Lituania subisce l‟occupazione tedesca. Nel 1918 la Polonia rinasce come stato indipendente, ma sul territorio lituano gli scontri e le contese per la nuova frontiera durano fino al 1922. La famiglia Miłosz si trasferisce a Vilna (Vilnius) che diventa parte dello stato polacco, mentre la casa natale dello scrittore, trovandosi entro i confini dello stato lituano che chiude le frontiere ai polacchi, non può più essere visitata dai Miłosz che illegalmente.
  • 5. 1929-1934 Miłosz studia legge all‟Università di Vilna. È il momento della grande crisi economica e anche della svolta a destra nella politica del governo polacco e dell‟intensificazione dei conflitti interni. L‟atmosfera opprimente si fa sentire in modo particolarmente intenso in una città multietnica e provinciale come Vilna. La crescente inquietudine per l‟instabile situazione geo-politica della Polonia nel contesto europeo viene riflessa dal tono catastrofico delle prime raccolte del giovane poeta. 1935-1939 Ottiene un primo impiego alla radio di Vilna, dove si trova molto male, soprattutto per via del suo orientamento politico di sinistra, visto sfavorevolmente dai suoi superiori. Riesce però a compiere i suoi primi viaggi in Europa, prima in Francia, poi anche in Italia, che diventano per lui fonte di molti stimoli letterari. Nel 1937 riesce a trasferirsi a Varsavia, dove lavora, sempre come dipendente, alla radio e incontra la sua prima moglie, Janina Dłuska (1909-1986). 1939 Il 1° settembre scoppia la seconda guerra mondiale. La Germania occupa la parte ovest della Polonia, mentre le truppe sovietiche invadono i suoi territori orientali. Miłosz riesce a tornare a Vilna che provvisoriamente si ritrova sotto la giurisdizione lituana, ma quando nel giugno del 1940 le truppe sovietiche entrano sul territorio lituano, lo scrittore fugge per evitare la deportazione e, attraversata illegalmente la frontiera, raggiunge di nuovo Varsavia. 1940-1944 nonostante le molteplici angherie e i pericoli dell‟occupazione nazista nonché le condizioni economiche estremamente precarie, per lui questo è un periodo di intensa attività letteraria. 1944 Il 1° agosto scoppia l‟Insurrezione di Varsavia. Mentre tentano di fuggire dalla città in fiamme, Miłosz e la moglie sono arrestati dai tedeschi e rinchiusi in un campo di internamento, dal quale saranno poi rilasciati in seguito all‟intervento di un amico. 1945-1950 Con la fine della guerra, la Lituania diventa parte dell‟Unione Sovietica. Miłosz cerca di ambientarsi nella nuova realtà politico-sociale post-bellica e pubblica uno dei più importanti volumi poetici della sua carriera, La salvezza (1945) ma trova insopportabile il clima soffocante del regime comunista instauratosi in Polonia. Cercando una via d‟uscita dal paese, riesce ad ottenere un posto di addetto culturale dell‟Ambasciata Polacca: prima a Washington, poi a Parigi. 1951 Chiede asilo politico al governo francese. La sua decisione provoca una grande campagna di diffamazione in Polonia, dove il suo nome finisce per scomparire dalla circolazione e le sue opere sono per lunghi anni messe al bando, ma viene accolta negativamente anche dall‟ambiente dell‟emigrazione polacca che gli rinfaccia la precedente collaborazione con il governo comunista. Temendo il rapimento da parte dei servizi segreti, senza mezzi di sostentamento, diviso dalla moglie e dai due figli rimasti negli Stati Uniti, si nasconde per diversi mesi nella sede del più influente mensile letterario dell‟emigrazione, “Kultura”, profondamente depresso e spesso tentato dal suicidio.
  • 6. 1953 Riesce a farsi raggiungere in Francia dalla moglie e dai figli. A Parigi esce in polacco il saggio La mente prigioniera, in contemporanea con le sue traduzioni in inglese, in tedesco e in francese, e la versione francese del romanzo La presa del potere che ottiene il Prix Littéraire Européen. Dedicati all‟analisi dei meccanismi del potere totalitario, i due libri ottengono un notevole successo internazionale, ma mentre migliorano la situazione finanziaria dello scrittore, allo stesso tempo gli assegnano la scomoda etichetta di scrittore politico, che all‟estero metterà per lunghi anni in ombra la sua produzione poetica. 1960 Viene invitato a insegnare letterature slave all‟Università di Berkeley e si trasferisce con la famiglia in California. 1961-1978 Il lavoro universitario gli assicura una stabilità economica e soddisfazioni professionali, ma lo scrittore si trova alienato, sospeso nel vuoto nell‟ambiente americano che gli è lontano mentalmente e culturalmente. “L‟America è un paese di grande solitudine” confessa. Anche se continua a pubblicare molto con la stampa dell‟emigrazione di Parigi, negli Stati Uniti la sua produzione poetica rimane praticamente sconosciuta. Solo nel 1973 esce la prima traduzione inglese delle sue poesie, il volume Selected Poems. 1976 Riceve il premio Guggenheim per la poesia. 1978 Riceve il prestigioso Neustadt International Prize for Literature. 1980 Gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura con la motivazione “A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell’uomo in un mondo di duri conflitti”. In Polonia, dopo la svolta politica dell‟agosto 1980 e la creazione del sindacato “Solidarność” guidato da Lech Wałęsa, le poesie di Miłosz ottengono finalmente il permesso ufficiale di essere pubblicate. 1981-1992 Nel giugno del 1981 lo scrittore fa una visita in Polonia dopo trent‟anni di esilio. Il 13 dicembre il generale Jaruzelski dichiara però in Polonia lo Stato di Assedio, e la successiva visita di Miłosz nella patria sarà possibile solo dopo la svolta politica del 1989 che segnerà la fine del regime comunista in Polonia. 1992-2004 Morta nel 1986 la prima moglie Janina, nel 1992 lo scrittore si risposa con l‟americana Carol Thigpen (1944-2002). Dal 1993 Miłosz soggiorna per periodi sempre più lunghi a Cracovia, dove nel 2000 si trasferisce definitivamente. Nonostante l‟età avanzata continua un‟intensa attività letteraria e partecipa alla vita culturale in Polonia e all‟estero. Il poeta si spegne a Cracovia il 14 agosto 2004, due anni dopo la morte improvvisa della moglie. Partecipano al funerale diverse migliaia di persone. Viene sepolto nella cripta della chiesa dei Frati Paolini di Cracovia, dove riposano le spoglie di altri celebri artisti e letterati polacchi. (Monika Woźniak)
  • 7. Opere di Czesław Miłosz pubblicate in italiano: 1955 La mente prigioniera / trad. dall‟inglese di Olga Ceretti Borsini. - Milano: Aldo Martello Editore; 1981 La mente prigioniera / trad. di Giorgio Origlia. - Milano: Adelphi; 1961 Europa familiare / trad. di Riccardo Landau. - Milano: Silva; 1985 La mia Europa / trad. F.Bovoli. - Adelphi; 1986 La mia Europa - Poesie / pref. di Pietro Marchesani, trad. di F. Bovoli, Pietro Marchesani. - Torino: UTET, 1986; 1981 Poesie del mondo illuminato / trad. di: Aleksandra Kurczab e Margherita Guidacci; introd. Stanisław Grygiel. - Roma : Prospettive nel Mondo; 1981 Il poeta ricorda : 24 poesie / a cura di Pietro Marchesani ; introd. di Iosif Brodskij. - Milano : Libri Scheiwiller; 1981 Il castigo della speranza : 20 poesie / a cura di Pietro Marchesani. - Milano : All'Insegna del Pesce d'Oro; 1983 Poesie / a cura di Pietro Marchesani. - Milano : Adelphi; 1983 Storia della letteratura polacca / trad. dall‟inglese di Lella Faberi. - Bologna: CSEO; 1988 Il secolo dell’esilio. Le poesie / trad. di Maria Grazia Borsalino, Anna Lia Guglielmi. - Milano : Centro culturale S. Carlo; 1996 La fodera del mondo / trad. di Valeria Rossella. - Roma : Fondazione Piazzolla; 1999 Tak mało - Così•poco / trad. di Pietro Marchesani, Valeria Rossella, Aleksandra Kurczab e Margherita Guidacci. Ed. bilingue. – Kraków : Wydawnictwo Literackie; 2000 La terra di Ulro / a cura di Pietro Marchesani. - Milano: Adelphi; 2002 Il cagnolino lungo la strada / trad. Andrea Ceccherelli, Adelphi; 2011 Abbecedario / a cura di Andrea Ceccherelli. Milano: Adelphi.
  • 8. Epitaffio Tu, che vuoi vedere Roma in Roma, pellegrino, e Roma non puoi vedere nella stessa Roma… Mikołaj Sęp Szarzyński (da Giano Vitale palermitano) A Roma, vale davvero la pena di cercare Roma? Gli imperi cadono e questa sia la loro gloria. Muoiono i fasti dei marmi lavorati e con il lauro sulle fronti di cesari crudeli. Adorava se stessa l‟insaziata lupa, le rassegne dell‟esercito, le feste e le parate, ed è giusto, che ora sia cenere, che cosa ce ne importa. Noi sentiamo nell‟aria il pianto di genti incarcerate, che non giunsero a vedere l‟agonia della bestia e portano ciò che è rimasto dei ricordi cari. Non archi trionfali, non la cerchia delle mura, per loro scudi di legno, fragili dèi d‟argilla e il tempo, col suo giudizio sprezzante e tardivo. Roma, 1986 Traduzione di Valeria Rossella
  • 9. Collaborazione Beata Brózda, Sofia d’Angelo, Agnieszka Cichoń, Silvia Wolski Allestimento: Eliza Olszańska tel./ fax - (0039) 06 49917250 e-mail - mondo.familiare@gmail.com www.mondofamiliare.wordpress.com Si ringraziano la casa editrice Adelphi e la Fondazione Piazzolla per aver gentilmente autorizzato la pubblicazione dei frammenti delle poesie di Miłosz, Agnieszka Kosińska, Renata Gorczyńska per i materiali concessi per la mostra.