Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 ita
14 giugno 2015
1. Roma, 14 giugno 2015.
Carissime sorelle,
da poco abbiamo celebrato la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. È bello ricordare con gratitudine
che il Cuore del Figlio ha rivelato al mondo la bellezza dell’amore di Dio Padre verso ogni persona. Infatti,
dal cuore di Gesù Buon Pastore, Don Bosco ha imparato a sognare il mondo - sempre bisognoso di
“salvezza” -, a sognare i suoi giovani, il futuro della Congregazione, la nostra storia.
Oggi, mi soffermerò a riflettere con voi su alcuni aspetti del quinto e ultimo sogno missionario di Don
Bosco. Dicono le Memorie Biografiche: «Questo quinto sogno missionario Don Bosco lo ebbe a Barcellona
nella notte dal 9 al 10 aprile del 1886. Lo raccontò a Don Rua, a Don Branda, direttore della Casa, e al
segretario Don Viglietti, con voce rotta dai singhiozzi».
Nel sogno «Don Bosco vide un’immensa quantità di giovani che, correndo intorno a lui, gli andavano
dicendo: “Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e non ci
sfuggirai!”»
Ancora una volta, Don Bosco ha uno sguardo allargato, vede lontano, vede e intuisce, ma soprattutto
ascolta. Ascolta il rumore dei ragazzi e fa attenzione alle loro parole: “ti abbiamo aspettato!”. Ancora una
volta, Don Bosco si lascia guidare verso la missione, sia dai giovani sia dalla presenza di Maria, la
Pastorella, la quale lo invita a far memoria del sogno dei 9 anni.
La Pastorella, con l’aiuto dei giovani, fa spingere e allargare lo sguardo a don Bosco fino a contenervi tutto
il mondo (Valparaiso - Santiago, Cina - Pechino - Hong Kong, Calcutta, Africa - Madagascar), tutto il
mondo presente in quel sogno, in cui Don Bosco si accorge che «le distanze sono immense, i luoghi sono
difficili e i Salesiani sono pochi».
Ed ecco la parola che porta serenità e conforto: «Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi
figli e dei figli loro; ma si tenga fermo nell’osservanza delle Regole e nello spirito della
Congregazione».
La Pastorella assicura a Don Bosco che i missionari ci sono, e sono pronti! E sono una moltitudine.
Ma… «E dove trovare tanta gente? E come inviare Missionari in quei luoghi?». «Guarda - rispose la
Pastorella, mettiti di buona volontà. Vi è una cosa sola da fare: raccomandare che i miei figli coltivino
costantemente la virtù di Maria».
2. E Don Bosco finisce il sogno impegnandosi a predicare a tutti le parole della Pastorella.
Carissime sorelle,
Oggi, più che mai, non basta soltanto allargare il nostro sguardo, è necessario aprire mente, cuore e orecchi
verso la missione ad gentes per vedere, per intuire, per ascoltare … Vedere i grandi bisogni dell’umanità,
quella che abita vicino a noi, che frequenta i nostri ambienti, quella che non può stare con noi, quella a cui
non ci arriviamo! Quella che ancora ci aspetta, perché aspetta di conoscere Gesù e la sua proposta di vita.
Tutte siamo coscienti che c’è tanto da fare, ma “il numero degli operai non è tuttora sufficiente!”. Crediamo
che il Signore ancora oggi chiama tante di noi e tante persone di buona volontà a vivere la dinamica della
missione: testimonianza e annuncio! Il Signore ancora oggi ci chiama a metterci di buona volontà nella
missione che ci è stata affidata. E se non possiamo essere missionarie ad gentes, possiamo esserlo con il
cuore, con le mani, con la mente nella nostra missione “tra la gente”, nella risposta quotidiana alla volontà di
Dio Padre che ci indica, attraverso Maria, i luoghi dove i giovani, i bambini, gli adolescenti, le famiglie
stanno ancora aspettando. Dove ci aspettano giorno dopo giorno … senza stancarsi!
Ci auguriamo a vicenda di non sfuggire mai alla chiamata di Dio che diventa concreta nella chiamata dei
giovani e delle giovani: «Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e
non ci sfuggirai!»
«Il senatore Valledor di Santiago aveva pregato i Salesiani di accettare la direzione dell’Orfanotrofio
governativo. Mons. Cagliero e mons. Fagnano, andati a visitare l’Istituto, si sentirono rivolgere da un
orfanello queste parole: “Sono due anni che piangiamo e preghiamo perché Don Bosco ci dia un padre”.
A Valparaiso, quando i Salesiani arrivarono, più di 200 ragazzi correvano dietro a loro gridando:
“Finalmente sono arrivati i nostri padri! Oh, che piacere!”»
Questi due episodi riportati dal Bollettino Salesiano (settembre 1887), oltre ad aiutarci a capire il sogno di
Barcellona, ci fanno sentire il desiderio delle/i giovani di trovare una casa, una famiglia, un cuore spazio di
accoglienza e di presenza.
Carissime sorelle,
il Signore e la Pastorella dei sogni di Don Bosco ci spingono ad avere uno sguardo mondiale e ad agire
sempre con un cuore di predilezione per la gioventù, specialmente quella delle nostre periferie geografiche
ed esistenziali, periferie visibili e invisibili.
Il quinto sogno missionario ci invita a condividere «il sogno di essere comunità aperte e accoglienti: spazi di
Vangelo in cui Gesù sia al centro; dove con i giovani possiamo vivere lo spirito di famiglia tipico di
Valdocco e Mornese nel rispetto di ogni persona e nella corresponsabilità; spazi che preparino ad un
inserimento attivo nella società.» (Atti n. 58)
Con affetto di sorella, un forte abbraccio e un ricordo nella preghiera.
Sr. Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni
((MMBB XXVVIIIIII,, pp.. 7711 --7744))