Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 por
14 ottobre 2015
1. Roma, 14 ottobre 2015.
Carissime sorelle,
vi saluto con affetto e vi ricordo con gioia perché siamo proprio nel CUORE del mese missionario.
Stiamo preparandoci a vivere, la prossima domenica 18 ottobre, l’89ª Giornata Missionaria
Mondiale. Quest’anno nel suo messaggio Papa Francesco collega missione ad gentes e Vita
consacrata: «tra la vita consacrata e la missione sussiste un forte legame». Afferma che tutta
l’esistenza di Gesù ha un carattere missionario. Chi decide di seguirlo non può essere altro che
missionario e missionaria. «Chi segue Cristo non può che diventare missionario, e sa che Gesù
“cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo
dell’impegno missionario”».
Per Papa Francesco il missionario è veramente missionario nella misura in cui vive una grande
passione: passione per Dio e passione per la gente. E questa passione ha il suo fondamento nel
Vangelo, nell’ascolto attento della voce dello Spirito che non grida ma sussurra “vieni” e “vai”. È
sempre lo Spirito che spinge, che dà nuovo impulso e ci fa camminare verso le periferie della
missione, perché lì si trovano «i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e
dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti». «Chi, con la grazia di Dio, accoglie la missione, è
chiamato a vivere di missione».
Continuando le nostre riflessioni su Don Bosco e le missioni ad gentes, vorrei oggi soffermarmi
sull’ultima spedizione missionaria benedetta dal nostro fondatore e diretta all’Equatore, nel 1887.
Il racconto completo potete trovarlo nel volume XVIII delle Memorie Biografiche, a pagina 426 e
seguenti. Intanto, ne sottolineo alcuni aspetti.
Don Bosco, quando gli viene chiesto di inviare i suoi missionari in Equatore è molto malato, anzi “è
consumato” dalla passione per Dio e per la gioventù. È l’anno 1877. Nonostante la mancanza di
risorse umane ed economiche, Don Bosco si affida alla Provvidenza e fa in modo che il 6 dicembre
1887 possano partire per l’Equatore otto Salesiani: Don Luigi Calcagno, ritornato dall'Uruguay
dov'era approdato con la spedizione del 1878 ancora semplice chierico, i sacerdoti Don Fusarini,
Don Santinelli e Don Mattana, due chierici e due coadiutori.
È bene ricordare che nel 1887 viene ultimata e consacrata la Chiesa del Sacro Cuore a Roma, che
ha procurato non poche preoccupazioni a Don Bosco. In questo periodo, anche la Missione della
Terra del Fuoco richiedeva da Don Bosco attenzioni particolari.
«I preparativi per questa partenza imponevano nuovi sacrifici. Al tragitto non si doveva pensare;
ma per tutto il resto ci voleva non poco danaro».
Comunque, Don Bosco si fa aiutare e prepara questa spedizione missionaria che inizialmente
avrebbe dovuto pensare all’educazione ed istruzione della gioventù povera ed abbandonata. Ma
poi, lo sguardo allargato di Don Bosco, raggiunge anche gli indigeni. Pure essi appartengono alle
“periferie della missione”!
Dicono le Memorie Biografiche che il 6 dicembre 1887, nella Basilica di Maria Ausiliatrice si svolge
«con la consueta solennità la cerimonia dell'addio». I partenti si erano radunati prima intorno a
Don Bosco nella sua camera e avevano ricevuto da lui gli ultimi ricordi. Chiedeva ai missionari di
amare la povertà e la carità fraterna, di leggere spesso le Regole e obbedirle sempre.
Con molta fatica, «estenuato di forze» e «sostenuto dai segretari», Don Bosco scende poi nel
santuario. Chi fa la predica è Don Bonetti. Ma, scrive Don Viglietti nel suo diario, “la predica più
bella e più efficace la fece il povero Don Bosco, così strascinantesi sulla sua persona”.
2. I Missionari dopo 53 giorni di viaggio arrivarono a Quito il 28 gennaio 1888, vigilia di S. Francesco
di Sales. Don Calcagno, capospedizione, «telegrafò a Don Bosco il felice arrivo. Il telegramma gli fu
letto la mattina del 30. Egli capì e benedisse: fu l'ultima benedizione da lui inviata ai suoi figli di là
dai mari.»
Carissime sorelle,
credo che Don Bosco abbia accolto veramente in tutta la sua vita la missione che Dio gli ha
affidato, per cui non ha fatto altro che vivere di missione!
In questa 89ª Giornata Missionaria Mondiale, giorno in cui saranno proclamati Santi Luigi Martin
e Zelia Guerin - genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona delle Missioni, e mentre è in
corso il Sinodo dei Vescovi su La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo
contemporaneo”, vi auguro di essere missionarie dallo sguardo allargato, che camminano
decisamente verso le periferie della missione, fedeli all’annuncio del Vangelo, «ricordando che,
prima di essere un bisogno per coloro che non lo conoscono, l’annuncio del Vangelo è una
necessità per chi ama il Maestro».
Con Papa Francesco vi saluto tutte e, in modo particolare, le FMA missionarie ad gentes: «non
lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di Gesù che implichi il dono totale di
sé».
In comunione di preghiera, imploriamo i nuovi Santi per le vocazioni missionarie ad gentes e per
tutti i missionari e le missionarie che si trovano in situazioni di disagio, di guerra, di malattia o
scoraggiati di fronte alle sfide e ai dolori del mondo.
Con affetto,
Consigliera per le Missioni ad gentes
Carlo Felice Deasti, Don Bosco con un gruppo di missionari salesiani in partenza per l'allora Repubblica
dell'Equatore, Torino, 1887