Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 ita
14 gennaio 2015
1. Roma, 14 gennaio 2015.
Carissime Sorelle,
Ancora un augurio di Buon Anno, con lo sguardo allargato e particolarmente rivolto a
don Bosco nella celebrazione del Bicentenario della sua nascita.
Questo è il primo 14 del 2015. Vogliamo proporvi in questo tempo speciale alcune
riflessioni sul cuore missionario di don Bosco.
Le Memorie Biografiche raccontano che don Bosco sentiva un vivo desiderio di farsi
missionario per portare al mondo il Vangelo, specialmente ai più piccoli e bisognosi: «… il
pensiero di essere missionario non lo abbandonava mai. Sentiva in sé una forte inclinazione di
portare la luce del Vangelo [a tutti i popoli]. Anche là avrebbe incontrato le migliaia e i milioni di
fanciulli.» (MB II – cap 22). I giovani gli stavano proprio a cuore, erano la massima ragione della
sua scelta di vita: per loro studiava, pregava, lavorava e si era consacrato a Dio!
Don Cafasso, direttore spirituale di don Bosco al tempo del Convitto Ecclesiastico,
accompagnava il giovane sacerdote con paterna bontà, ma anche con molta chiarezza e verità.
Raccontano, sempre le Memorie Biografiche, che don Cafasso «gli lasciò studiare la lingua
francese e gli elementi della spagnola; e quando vide che incominciava a prendere la
grammatica inglese, senz'altro gli disse: - Voi non dovete andare nelle missioni!
- Si può sapere il perché? domandò don Bosco.
- Andate, se potete; non vi sentite di fare un miglio, anzi di stare un minuto in vettura
chiusa senza gravi disturbi di stomaco, come avete tante volte sperimentato, e vorreste passare
il mare? Voi morireste per via!».
Sebbene don Bosco non abbia realizzato la vocazione missionaria come se la immaginava,
e questo non tanto per una difficoltà insuperabile ma in obbedienza al consiglio di don Cafasso,
continuò a sentirsi missionario. Nutriva e coltivava in sé il fuoco del da mihi animas, custodiva il
dono di un cuore missionario, che in seguito, nel 1875, vedrà partire il primo gruppo dei suoi
Salesiani verso “le missioni”, partire per portare la gioia del Vangelo – come dice Papa
Francesco. Perché «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si
incontrano con Gesù.» (EG 1). Chi veramente ha incontrato Gesù non può restare immobile, non
può trattenere questa notizia per sé, ma con lo sguardo allargato da quell’incontro si mette in
cammino, parte, annuncia, porta il messaggio della vita e della sua piena realizzazione.
Per tutte noi FMA il 2015 non può essere altro che un anno con forte impronta
missionaria. Nel mese di dicembre verrà celebrato il cinquantesimo del Decreto sull’Attività
Missionaria della Chiesa - Ad Gentes1. Vi propongo, carissime sorelle, di approfondire la
conoscenza di questo documento nato dal Concilio Vaticano II, e di fare una verifica su ‘come’
stiamo vivendo la dimensione missionaria nelle nostre comunità. Possiamo chiederci: vivo la
missione a me affidata con cuore di discepola missionaria? Annuncio la Buona Notizia con la mia
vita? Aiuto i bambini, i giovani, gli adulti a conoscere la realtà di quanti non hanno ancora
sentito parlare di Gesù? Sono capace di sostenere con la preghiera e con gesti concreti quelli che
si trovano in frontiere missionarie, nelle periferie esistenziali? Come Don Bosco, sento una “forte
inclinazione di portare la luce del Vangelo” a quanti mi sono vicini?
Mentre vi ringrazio per la condivisione di queste riflessioni, auguro a ognuna, e a tutte
noi, di poter dire a Gesù, come Santa Teresina patrona delle Missioni: «Voglio amarti e farti
amare». E, se necessario, se mi chiami, partire per annunciarti.
Con affetto di sorella, un forte abbraccio!
Sr. Alaide Deretti
Consigliera per l’Ambito Missioni
1 In allegato nelle diverse lingue.