2. L’amministrazione dello stato
Giustiniano, nato in Macedonia da
origini molto umili, ereditò il trono nel
527 dallo zio Giustino. Si circondò di
fidati collaboratori, tra cui è
importante ricordare
la moglie Teodora, e operò un
profondo riordinamento
dell’amministrazione statale e del
sistema giuridico grazie alla sua
opera, il Corpus iuris civilis.
3. Teodora
Una vicenda particolare però fu quella di
Teodora. Lavorò a lungo in un ambiente di
bassa considerazione sociale: il teatro.
Di lei si invaghì Giustiniano, il quale modificò
la legge che impediva ai membri del Senato di
sposare attrici ed ex attrici.
524: Teodora e Giustiniano si sposano e
quando Giustiniano divenne imperatore al
posto dello zio, Teodora diventò imperatrice
coregnante (527).
La sua figura su determinante all’epoca della
rivolta di Nika contro il potere imperiale
(532).
Si interessò molto di questioni religiose: fu lei
a promuovere l’elezione di papa Virgilio.
Morì di cancro nel 565.
Nella società bizantina la donna era considerata come
generatrice di figli e poche donne avevano il privilegio di
coprire cariche pubbliche e/o amministrative.
Una vicenda particolare però fu quella di Teodora.
4. Corpus iuris civilis
Era diviso in quattro parti e fu pubblicato tra il 533 e il 534 e ognuna di queste
aveva una diversa funzione:
1. Il Codice è la raccolta delle costituzioni che
dovevano essere considerate ancora valide;
2. Il Digesto è la parte dove vennero riuniti per
materia (matrimonio, contratti, proprietà,..) i
frammenti delle opere dei giuristi classici ritenuti
adattabili al periodo;
3. Le Istituzioni cioè un libro di testo destinato
agli studenti del primo anno di giurisprudenza
contenente le nozioni fondamentali del diritto privato
4. Le Novelle, la raccolta delle costituzioni emanate da Giustiniano dopo il 534.
Questo codice ha avuto un ruolo fondamentale dopo l’XI secolo, con la fine delle
invasioni barbariche e la nascita dei comuni ma anche attraverso i secoli, infatti ad
esso sono ispirati il Codice civile francese, quello tedesco, italiano fino ad arrivare a
quello anglosassone, turchese e svizzero.
Con questo sistema di leggi voleva mettere ordine alle norme
giuridiche che vigevano a quel tempo.
5. Le opere
Giustiniano promosse grandi lavori,
destinati a fare di Costantinopoli la
città più splendida al mondo, tra
questi primeggia la Chiesa di Santa
Sofia, ancora oggi un monumento
alla grandezza dell’impero e alla fede
cristiana, di cui l’imperatore si
faceva protettore.
A questo scopo Giustiniano fece
chiudere la scuola di filosofia di Atene
dove insegnarono gli ultimi filosofi pagani, per fare in modo di
riportare la città alle tradizioni e alle glorie della vera civiltà, cioè lo
Stato, il diritto, l’arte e la religione cristiana.
6. La fine dei regni dei Vandali e dei Visigoti
Giustiniano era considerato una svolta verso l’eliminazione di tutti i re barbari.
Approfittando della instabile
situazione degli stati romano-
barbarici d’occidente, prese
come primo obiettivo il regno
dei Vandali.
Mandò il generale Belisario
che, sbarcato in Africa, in
pochissimo tempo pose fine al
regno vandalo (532 dC).
In seguito le armate attaccarono la Spagna e riuscirono a toglierne
una parte ai Visigoti, l’Impero d’Oriente tornò così il più potente
Stato del Mediterraneo.
7. La guerra tra Bizantini e Ostrogoti
La guerra ha inizio con l'assassinio della regina
Amalasunta da parte di suo marito Teodato,
L'imperatore d'Oriente Giustiniano coglie al volo il
pretesto per intervenire: invia in Italia le sue
truppe al comando del generale Belisario. I greci,
sbarcati in Calabria, conquistano con relativa
facilità l'Italia meridionale, risalendo la penisola
fino a Roma. Qui si scontrano con i goti di Vitige
che cingono di assedio la città per quasi un anno;
sono tuttavia costretti a ritirarsi quando Belisario
arriva a minacciare la città di Ravenna. Contando
sull'appoggio dei Franchi - che devastano e
saccheggiano l'Italia settentrionale – Belisario
costringe Vitige ala resa, facendolo prigioniero e
conducendolo a Costantinopoli. Nonostante ciò i
535-553 dC
Goti si riorganizzano sotto la guida di Totila ed iniziano la riconquista dei
territori. Tutto ciò creò grande devastazione. Totila arruolò anche i contadini
per contrastare i bizantini ma, quando Narsete fu sostituito a Belisario nel 522,
anche egli fu ucciso. Dal 554 l’Italia fu dunque nelle mani di Giustiniano, che
inasprì a dismisura le tasse e causò la perdita di ogni importanza politica.
8. Le pestilenze del VI secolo
In concomitanza con la fine
della guerra Gotica, nel 542
ebbe inizio un epidemia di
peste. Dopo le prime vittime
in Egitto, il contagio si spinse
fino ad Alessandria, alle
regioni mediorientali, tramite
mare fin in Sicilia e a
Costantinopoli dove uccise
più di diecimila persone al
giorno.
Un’altra epidemia colpì
Costantinopoli nel 558 che
però causò danni meno gravi
e colpì più uomini che donne. Anche dopo che la situazione si
stabilizzò, nelle regioni già in crisi economica lasciò un ulteriore
impoverimento e aggravamento delle condizioni di vita .