Presentazione Libro “Democede di Crotone e Udjahorresnet di Sais” - Roma 22 n...
Resoconto Convegno Altilia e i Barracco Stampa ilCrotonese
1. CENTROMARCHESATO 27il CROTONESE 19 - 20 GENNAIO 2010 N. 7
Convegno sui rapporti tra la chiesa ed i Barracco
IsignoridiAltilia
Illegametralafamigliaedilmonastero
dellaCalabromariaesistedalXVIsecolo
Giovanni Barracco; in basso, a sinistra, il palazzo Barracco
che ha ospitato il monastero della Calabromaria e, a destra,
un momento del convegno organizzato dal centro studi
‘Cornelio Pelusio Parisio’
ALTILIA DI SANTA SEVERINA - Or-
ganizzato dal Centro studi
‘Cornelio Pelusio Parisio’, lo
scorso 30 dicembre si è svol-
tol’incontro-dibattito“IBar-
racco e il Monastero Cala-
bromariadiAltilia”.Attentoe
qualificato l’uditorio. Accan-
to alle personalità religiose e
ai rappresentanti dell’Arma,
che hanno presenziato all’i-
niziativa, numerosi sono sta-
ti gli studiosi di storia patria
e gli archeologi intervenuti.
Ospiti di riguardo il barone
Maurizio Barracco e la ba-
ronessa Mirella Barracco,
presidente della Fondazione
Napoli Novantanove e di
Oldcalabria.
I lavori hanno preso avvio
conl’interventodiFrancesco
Lopez,presidentedelCentro
studiPelusio.Dopoavertrac-
ciato rapidamente la storia
delMonasteroCalabromaria
dalle sue origini, attorno alla
metà dell’XI sec., sotto l’au-
torità normanna, al periodo
svevo (Federico II era della
badia di Altilia il patronum
principalem), lo studioso si è
soffermato a delineare il le-
game che, sin dalla metà del
XVI secolo, unì i Barracco al
Monastero della Madonna
della Calabria.
I privilegi dell’abbazia
Nel 1542 abate e perpetuo
commendatario fu designa-
to, da papa Paolo III, Mario
Barracco.Nell’anno1581Ti-
berio Barracco, Abas Sancte
MariealiasdeCalabroMarie,
presentò in Cosenza presso
pubbliconotaioiprivilegipiù
antichi dell’abbazia di Altilia
scritti in carta pergamena,
acchévenisseroredattiinfor-
mapubblica.L’interocorpus,
trascritto alla metà del Sei-
cento, è oggi custodito pres-
so l’Archivio Storico di Na-
poli.All’anno1606risalel’in-
nalzamento e la dedica di u-
nacampana,ancoroggicon-
servatainAltilia,peroperadi
Marcello Barracco. L’iscri-
zione reca: + Verbum caro
factum est et abitavit in nobis
a.d. MDCVI s.m. de Altilia
Marcello Barracco.
Con la soppressione del
monastero, all’inizio del
1800, i beni e le strutture del-
l’antica badia passarono alla
famiglia Barracco. La pro-
prietà delle strutture e dei
fondi si sviluppò fino alla
metà del 1900.
Il convegno è proseguito
con l’intervento di Riccardo
Succurro, presidente del
Centro internazionale di stu-
di Gioachimiti. Forte e spe-
ciale era il connubio che u-
niva l’abbazia di Fiore ed il
monastero Calabromaria di
Altilia, elevato agli inizi del
XIII sec. a sede vicaria della
badia florense. Con sentenza
da Grottaferrata del 31 ago-
sto 1211 papa Innocenzo III
riconobbel’adesionedeimo-
naci di Calabromaria all’or-
dinediFiore.Dilìabrevenel
1213 l’abate florense Matteo
Vitariattuòilpassaggioperil
tramite della comune o di-
stinta unione, nel rispetto
della reciproca autonomia.
Si stabilì inoltre che in caso
di sciagura Flos in Calabro
Mariam: i monaci di Fiore
dovevano trasferirsi ad Alti-
lia. A giudizio di Valeria De
Frajaquestoavvennenelcor-
so del 1214-15, allorché il
protocenobio florense fu in-
teressato da un devastante
incendio. Nel 1249 fu tra-
sportato ad Altilia in proces-
sione devozionale il braccio
sinistro di Gioacchino.
Collegato in videoconfe-
renza da Firenze, Gregorio
Aversa,dellaSoprintendenza
per i beni archeologici della
Calabria, ha di seguito rico-
struito le attività di indagine
avviate dallo Stato dal 2006.
“Altilia è assai importante in
piùmomentidellasuastoria,
a partire dal sito brettio, che
data, grazie agli scavi effet-
tuati, certamente tra IV e III
sec. a.C.; ma anche per la fa-
cies culturale medievale, che
si sviluppa sin dalla fonda-
zione dell’abbazia di Cala-
bromaria intorno all’anno
mille, e a seguire nei secoli
successivi,finoalmenoalXV-
XVI sec., momento in cui a-
batecommendatariodell’ab-
bazia divenne l’abate Bar-
racco”.
A riguardo, l’archeologo
ha ricordato come “per la
reale valorizzazione del sito
sia ovviamente imprescindi-
bile l’acquisizione da parte
pubblica di tutto l’edificio di
Palazzo Barracco, così da
farne una sede degna come
luogo di cultura, di centro di
ricerca e museale”. “La So-
printendenza – ha concluso
Aversa – ha portato avanti
con impegno tutte queste at-
tività e continuerà sicura-
mente a portarle avanti con
grande interesse”.
La fabbrica di liquirizia
Francesco Cosco della De-
putazionedistoriapatriadel-
la Calabria si è quindi occu-
pato di illustrare le differenti
posizioni critiche che ad og-
gi hanno animato il dibattito
storiograficosullanaturadel
latifondo nel Marchesato di
Crotone ed in special modo
sullesuericadutenell’econo-
mia popolare. Dietro la spin-
ta dei progetti di rinnova-
mento fondiario dei grossi
proprietariterrieri,unostuo-
lo di braccianti e mezzadri
trovava lavoro e la popola-
zione, in tempi bui, aveva di
chesfamarsi.IlbaroneAlfon-
soBarraccoepoiilfiglioLui-
gi costruirono in territorio di
Altilia una fabbrica o concio
per la lavorazione della li-
quirizia. Essa occupava nu-
merosi operai ed i proprieta-
ri la potenziarono con im-
portanti miglioramenti tec-
nici.
I Barracco estesero poi la
coltivazione del gelso e del-
l’olivo e misero a frutteto ed
ad orto numerosi terreni.
D’altra parte vi sono quanti
ritengonoche,accaparratoil
latifondo, fu soffocato il pos-
sesso popolare delle terre e
venne meno la piccola im-
presa contadina. A riguardo
il brigantaggio – ha concluso
Cosco – non fu una reazione
alle vessazioni ataviche e
nemmeno un movimento di
guerrigliafiloborbonica,ben-
sì, un desiderio di superare
tramite l’illegalità il proble-
ma della miseria, la voglia
dell’impunità, l’amore per la
violenza, la strumentalizza-
zione degli sconvolgimenti
politici a fini personali.
Il convegno ha fatto quin-
di registrare il commento di
monsignor Pino Covelli. Di
là dalle diverse forme di or-
ganizzazionedellavoroedel-
l’economia, rimangono gli
uomini.Segliuominisonoil-
luminati anche il latifondo
assume una connotazione
positiva e feconda, come fu
nelcasodeiBarracco.Eque-
sto in un contesto storico dif-
ficile, allorché la piemonte-
sizzazione del sud non era
compresa e finì per soffoca-
re molte risorse del Mezzo-
giorno. Oggi solo la cultura
può offrire un futuro, alla lu-
ce soprattutto del fatto che le
nuove generazioni appaiono
sempre di più preda dell’i-
gnoranza e della superficia-
lità.
La gestione del latifondo
Di particolare rilievo si è
di seguito rivelato l’interven-
to del barone Maurizio Bar-
racco.L’illustreospitesièsof-
fermato a descrivere la natu-
ra del latifondo Barracco co-
me esperienza preindustria-
le,grazieall’innovazionetec-
nicaeallatrasformazionera-
dicale della gestione dell’im-
presa. Lo scopo della fami-
glia Barracco è stato sempre
quello di collocare il Mezzo-
giorno nel mercato interna-
zionale. Tuttavia con l’intro-
duzione delle tariffe dogana-
li del 1887 le leggi protezio-
nistiche ebbero ricadute ne-
gative sul movimento com-
merciale dei prodotti agrari:
in Italia fu particolarmente
dannoso per i prodotti tipici
del Sud. La famiglia Barrac-
co sostenne, attraverso la fi-
gura di Giovanni Barracco,
lacausadell’unificazionena-
zionale e del Risorgimento.
Impiegò ingenti fortune a fa-
vore di Casa Savoia e fu tra i
principali finanziatori della
spedizionediGaribaldi.Sia-
doperò costantemente per la
caduta del Regno Borboni-
co. Oggi il progetto di mo-
dernizzare la Calabria inse-
rendola nei circuiti naziona-
li ed internazionali continua
attraverso la promozione
dellosviluppoculturaledella
regione. A tal fine opera la
FondazioneNapoliNovanta-
nove. Per il medesimo obiet-
tivoèstatacostituitalaretedi
Oldcalabria, con sede in Sila
a Torre Camigliati.
L’annullo postale
Uno dei momenti più si-
gnificatividell’iniziativapro-
mossa dal Centro studi Pelu-
sio è stata la presentazione,
dapartedidonFrancescoDe
Simone dell’Ufficio diocesa-
no turismo, sport e spettaco-
lo, della cartolina e dell’an-
nullo postale dedicati a Gio-
vanni Barracco.
Insigne archeologo e col-
lezionista, Giovanni Barrac-
co (1829-1914) fu senatore
durante la formazione del
Regno d’Italia e nel primo
ParlamentodellaNazione.Al
suo operato si deve la fonda-
zione del Museo Barracco,
consedeaRoma,unodeipiù
prestigiosi musei della Capi-
tale. Fu altresì valente alpini-
sta e scalatore: il primo ita-
liano ad arrivare in vetta al
MonteBiancoealMonteRo-
sa; con Quintino Sella parte-
cipòallaprimaascensioneal
Monviso. Fu, assieme allo
stesso Sella, socio fondatore
nel 1863 del Club Alpino Ita-
liano. Per l’occasione è stata
realizzata una mostra filate-
lica, la sesta finora allestita
ad Altilia, con esposte le col-
lezionidiGiuseppeD’Ettoris
“Isolati per l’estero”; G. Bat-
tista Borza “Luogotenenza”;
Francesco De Simone “Ros-
sa Calabria”; Giuseppe De
Simone “La Ferrari”; Luigi
Fonte “Natale in Vaticano”;
Gaetano Salviati e Antonio
Lavenia “Immaginette sacre
a tema Natale”.
La manifestazione orga-
nizzata dall’Associazione Pe-
lusio è stata corredata dall’e-
sposizione di dipinti e scul-
ture dei maestri Francesco
Bitonti, Domenico Scarcelli,
PietroSpina.Lamostraèsta-
ta curata da Francesco Bi-
tonti, uno dei più significati-
vi esponenti dell’arte in Ca-
labria ed in Italia, fondatore,
insieme a Stefanos Armako-
las e Pier Paolo Nudi, del
Neointrospezionismo, cor-
rente di pensiero e di arte
contemporanea presentata
nelfebbraio2008inVaticano
presso l’Accademia Angelica
Costantiniana.
Il convegno di Altilia ha a-
vuto termine con l’esibizio-
ne,apprezzatadalpubblicoe
veramente incantevole, di u-
na rappresentanza del coro
polifonico San Pio dell’Asso-
ciazione culturale ‘Anemos’
di San Giovanni in Fiore.
Sotto la guida illuminata
del maestro Luigi Beninca-
sa, il gruppo, nato nell’au-
tunno del 2006 ma con al-
l’attivo già successi conse-
guiti nelle Basiliche di Pado-
va, Vicenza, San Giovanni
Rotondo ed Assisi, ha ese-
guito anche composizioni o-
riginali queste ultime del
medesimomaestroBeninca-
sa.
Alla buona riuscita della
manifestazione hanno con-
tribuito, fornendo supporto
logistico ed organizzativo, il
Centro Servizi per il Volon-
tariato Aurora di Crotone,
l’Avis di Castelsilano, il Cir-
colo filatelico San Francesco
di Paola di Crotone, il Grup-
po Poste Italiane.
(g.p.)
Nel 1542 il papa
Paolo III designò
Mario Barracco
abate di Altilia
Giovanni Barracco
fu tra i finanziatori
della spedizione
di Garibaldi