Sceneggiatura realizzata dall'IISS Padre AM Tannoia di Ruvo di Puglia nell'ambito del progetto-concorso "Dal palcoscenico alla realtà @ scuola di prevenzione".
Per saperne di più
www.scuoladiprevenzione.it
1. IL VINO DEI CAPORALI
SCENA 1
Agosto. Vigneto nelle campagne di Corato. E’ mattina presto e fa’ già caldo. Gli operai (
KALIDU E OMAR( SENEGAL) - YARI(ARABO)- ANGELA (ITALIA) - JAMADA(PAKISTAN)-
SVEVA(RUSSIA) )stanno lavorando alla raccolta dell’uva osservati dal caporale di turno.
OMAR(sbuffando):madò che caldo oggi! Quanto ci manca ancora da fare,pà!?"
KALIDU:" Omar non lamentarti e pensa a lavorare"
OMAR:" ma abbiamo almeno un po' d'acqua?"
KALIDU:" controlla se è rimasto qualcosa nel mio zaino"
OMAR: "madò pure l'acqua non c'è!" (Omar assetato si
dirige dal Caporale per chiedere un bicchiere d'acqua)
CAPORALE: "c ste a fa’ do tu?"
OMAR: "scusa! scusa! voglio un po' d'acqua"
CAPORALE: "e c'è vu pur nu cafè? vattin va!"
(KALIDU si accorge della lontananza del figlio, e mentre trasporta una cassetta d'uva verso il
camion inciampa. Ha lo sguardo distratto sul figlio)
CAPORALE: "(urla) oooh! Ce de?" (il caporale si dirige verso Kalidu)
KALIDU: "scusa! scusa! metto a posto"
CAPORALE: "nan si bun a nud! Raccogli! Muvt !" (il caporale si gira e
se ne va)
OMAR: "Pà, tutto bene?"
(Omar gli porge una mano e Kalidu la allontana con uno schiaffo)
KALIDU: "Ma che fai?! Non devi chiedere queste cose al caporale! Cosa ti ho sempre
imparato!?"
ANGELA: "ma Omar potevi chiedere a me se ne avevi bisogno!!"
SVEVA: "non devi mai chiedere al caporale…"
OMAR: "mi dispiace, non sapevo..." (Omar a testa bassa torna a lavorare)
JADAMA: "Ragazzino stai tranquillo tu! tuo padre è solo preoccupato"
2. YARI: "Si, non gli succederà niente, fidati"
KALIDU (fa un passo avanti e si rivolge al pubblico):
"In realtà no. Il mio errore mi costerà caro perché il
caporale mi darà meno soldi. Tutti abbiamo un numero
che viene messo sulle nostre cassette di uva. A fine
giornata il caporale controlla tutte le cassette raccolte e
vedrà che quel numero era il mio."
SCENA 2
Il caldo si fa sempre più asfissiante. Angela sta andando a lasciare una delle sue casse
appena riempite sul camion. Mentre cammina chiede aiuto.
ANGELA: madò è pesante assai! Nan la fazz’!
YARI: Aspetta vengo io!
CAPORALE: ada vè tu! Statt do! Ehi tu (rivolgendosi ad Angela) mnè, muvt!
(Angela cerca di raggiungere il camion con il peso della cassetta, ma si sente male.
Nell’immediatezza del fatto nessuno si accorge che Angela è caduta. Angela è a terra che
grida aiuto)
YARI: Angela! Angela che è successo?!
ANGELA: Stavo trasportando la cassetta e ho sentito una fitta al cuore.
YARI: Aspetta chiamo il caporale.
(Yari corre dal caporale in cerca di aiuto)
CAPORALE: C de ca vu?!
YARI: Mi serve aiuto, Angela si è sentita male!
CAPORALE: E c ama fa?
YARI: Sta male aiutala.
CAPORALE: Ein mo voc.
(il caporale raggiunge Angela)
ANGELA: Non riesco ad alzarmi, aiutami per favore!!
CAPORALE: Me mnè muvt alzt ca nan chiam nsciun.
YARI: Fai qualcosa! fai qualcosa! sta morendo!
(nel mentre Angela per le forti fitte si piega dal dolore e piange disperata)
ANGELA: stoc mal! stoc mal!
CAPORALE: ma vit a chess. (si gira e se ne va)
(Yari si accovaccia accanto ad Angela e inizia a piangere)
YARI: Forza! forza! (Angela si lascia andare tra le braccia di Yari e muore)
3. YARI (rivolto al pubblico sulla scena): “Dovevo gridare con il caporale anche se avrei
sicuramente perso la guerra! Infatti se ti lamenti e fai la guerra la perdi perché il giorno dopo
non vai più a lavorare! Angela in fin di vita non è stata aiutata! Spero che qualcosa si muova,
che vengano fatti i controlli perché Angela, come tutti noi, non è mai stata sottoposta alla
visita medica iniziale. Noi braccianti viviamo tutti i giorni con questa gente! Siamo sfruttati e
sottopagati; viviamo condizioni di vita da schiavi. Nessuna tutela ci è riconosciuta.
ANGELA (si alza sulla scena e si rivolge al pubblico): “Angela bracciante agricola di 49 anni è
morta di fatica nel vigneto sfruttata come tanti altri braccianti. L’autopsia accertò che si era
trattato di una “sindrome coronarica acuta”. Era affetta da ipertensione (la stava curando) e
cardiopatia! Non era stata sottoposta alla visita medica. I braccianti sfruttati nei campi,
schiavizzati, secondo le indagini svolte dalle autorità competenti, venivano pagati 30 euro per
essere a servizio dei caporali per 12 ore: dalle 3:30 del mattino, quando si ritrovano per
essere portati nei campi a bordo dei pullman, alle 15:30, quando ritornavano a casa."
Il LAVORO non come DIRITTO ma come schiavitù per la realizzazione degli interessi dei più
forti che approfittano di situazioni di povertà!