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SIAMO UOMINI O CAPORALI?
PERSONAGGI
Maria – donna di circa 40 anni, bracciante agricola
Alessadra – figlia maggiorenne di Maria
Giorgio – figlio di Maria (6-7 anni)
Veronica - bracciante agricola, amica e collega di Maria
Capo – datore di lavoro, imprenditore agricolo
PROLOGO
(compare sul proscenio Maria, donna di circa 40 anni, vestita e pettinata in modo
semplice e composto)
Ciao, sono Maria e vivo in un quartiere popolare in un paesino del Salento. Non ho
un’occupazione stabile, mi arrangio come posso: lavori stagionali in campagna,
servizio ai tavoli o in cucina nei ristoranti, pulizie nelle case private, anche per poche
ore … sono un'onesta lavoratrice e, anche se i miei guadagni non sono modesti,
sono felice di quello che ho! La cosa più cara che ho sono i mie due figli. Sono due
angeli. La più grande, Alessandra, mi aiuta ogni mattina nelle faccende di casa e si
prende cura di suo fratello.
ATTO UNICO
Scena I
(Maria si sposta sulla scena, composta da un’ambientazione domestica: una cucina
con un tavolo, apparecchiato per la colazione e 4 sedie intorno)
Maria: (rimanendo a lato) Stamattina a svegliarmi è stato il più piccolo di tutti,
Giorgio, che prima di andare a scuola, avvicinatosi al mio letto, mi ha posto una
domanda con la sua solita vocina timida.
(Maria si avvicina al tavolo della colazione)
Giorgio: Mamma! Mamma! Nella mia classe tutti i miei compagni giocano sempre
con una bellissima macchinina rosso fuoco. Puoi comprarla anche a me?
Maria: Ehi Giorgino, la mamma adesso non può, ma farà di tutto per accontentarti,
non ti preoccupare, intanto fa’ colazione e poi va’ a sciacquarti la faccia, che è già
tardi per la scuola!
(Maria guarda Alessandra sta preparando la colazione al fratello)
Maria: Alessandra, cosa farei senza il tuo aiuto! (si avvicina e le dà un bacio sulla
fronte). Volevo avvisarti che oggi farò più tardi del previsto.
Alessandra: (con tono dispiaciuto) Come mai farai tardi?
Maria (a bassa voce e con tono afflitto): Shhh, parla piano, così ti sente! (cercando
di non farsi sentire dall’altro figlio che fa colazione) Voglio comprargli il giocattolo che
tanto mi ha chiesto. Non mi importa se spenderò qualcosa in più, non voglio fargli
mancare niente dopo che è morto papà.
(Alessandra annuisce e le rivolge un sorriso caloroso)
Maria: A più tardi, ragazzi! Buona giornata (prende con se giacca e borsa)
Alessandra e Giorgio (quasi in coro): Buona giornata, mamma!
(Si salutano con un cenno di mano e Maria esce di scena)
Scena III
(La scena si svolge in campagna: Maria incontra Veronica, una bracciante agricola,
collega e confidente di Maria).
Maria: Buongiorno, Veronica, sei pronta per questa giornata di lavoro?
Veronica: Finalmente Maria, sei arrivata, ti stavo proprio aspettando! Anche tu hai
avuto difficoltà ad arrivare a causa della pioggia di ieri? Le strade e i campi sono tutti
bagnati!
Maria: Sì e sinceramente non mi aspettavo di lavorare anche oggi. Il terreno non è
nelle condizioni adatte, ha piovuto troppo e ora non si può nemmeno camminare!
Veronica (con tono rassegnato): Perché sei così sorpresa? Sai come la pensa per
queste cose il nostro capo... ormai siamo abituate alle sue continue pretese. Non fa
altro che lamentarsi di tutto il lavoro che c’è ancora da fare…
(le voci si sovrappongono e i toni si alzano)
Maria: Dobbiamo accontentarci, questo è il lavoro che abbiamo e dobbiamo
svolgerlo senza se e senza ma. Non possiamo permetterci di perderlo! Tu cerca di
non mostrarti stanca e svogliata davanti a lui, cerchiamo di fare del nostro meglio,
altrimenti possiamo dimenticare pure quei pochi spiccioli che intaschiamo.
(le due cominciano a lavorare e a prendere tutte le attrezzature)
Maria: (in disparte, verso il pubblico) Effettivamente il mio lavoro non è uno dei più
sicuri, le attrezzature e i materiali di lavoro non sono sempre sicuri, come dire … a
norma … spesso ci forniscono attrezzi vecchi e in pessime condizioni. Anche in
questo caso però non mi lamento … ho bisogno di lavorare, non posso permettermi
di farmi licenziare ...
(Maria va a prendere la scala che le servirà per la potatura dei rami)
Veronica (riferendosi a Maria): Maria, la scala è instabile, non pensare
minimamente di salirci. Dovremmo avvisare il capo, non possiamo rischiare
specialmente con queste condizioni del terreno, è tutto umido...
(Nel frattempo arriva il capo, datore di lavoro)
Capo (con tono autoritario) Perché state perdendo tempo in chiacchiere invece di
lavorare? A quest’ora avreste già dovuto essere a metà dell’opera, avreste già
dovuto potare metà di questi alberi!
Veronica: In realtà Le vorremmo chiedere di rimandare il lavoro a domani, mi
sembra che le condizioni del terreno non siano buone e anche i pioli della scala
dovrebbero essere controllati.
Capo (con tono irritato): Non vedo nessun problema in realtà. Le attrezzature che
fornisco sono sempre in buone condizioni, funzionanti e messe in sicurezza … non
vedo il motivo delle vostre lamentele.
Maria (lanciando uno sguardo di disapprovazione a Veronica): Ci scusi, ci mettiamo
subito al lavoro stia tranquillo, vedrà che prima che tramonti il sole avremmo finito.
Capo (con tono altezzoso): Lo spero per voi. Dopo pranzo tornerò per
supervisionare i lavori.
(Il datore di lavoro va via e lascia in scena le due donne)
Scena III
Maria: Eh, Veronica … che ci vogliamo fare! Siamo uomini o caporali?
(Le due donne sorridono con amarezza e si danno una pacca di incoraggiamento
sulle spalla)
Maria: Dai, ora sistemo al meglio la scala, nonostante nemmeno io sia molto
convinta di volerci salire.
Veronica (intenta a estirpare le erbacce): Fa’ attenzione, Maria, mi raccomando.
(Maria prende la scala ed esce; calano le tende sulla scena)
EPILOGO
(Maria è sul proscenio)
Maria: Guardo Veronica e le sorrido per l’ultima volta. Salgo sulla scala e sento i
gradini sotto ai miei piedi cigolare. Comincio ad aver paura, comincio a tremare …
ma devo in qualche modo portare a termine il mio lavoro.
(Pausa)
Continuo a salire, a salire, a salire … che strana sensazione
Poi, improvvisamente, il vuoto…. sento il mio corpo rigido e leggero allo stesso
tempo, non riesco più a muovere le mie gambe, anzi no, le mie gambe si muovono
da sole e poi si bloccano. Sento il mio respiro sempre più debole, i miei occhi
stentano a rimanere ancora aperti.
L’ultima cosa che vedo è il volto di Veronica .. piange … perché è in lacrime? È
disperata, si dimena, chiede aiuto, aiuto, aiutoooooooo
Sento il battito del mio cuore sempre più lento ma vicino … che strana sensazione
… vedo una macchinina rossa … è quella che tanto desiderava Giorgio … oh
piccolo mio … vedo la Alessandra che mi sorride … che strana sensazione …. Ho
voglia di chiudere gli occhi … ma sì, ora gli chiudo e continuerò a sognare … a
sognare per sempre!

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  • 1. SIAMO UOMINI O CAPORALI? PERSONAGGI Maria – donna di circa 40 anni, bracciante agricola Alessadra – figlia maggiorenne di Maria Giorgio – figlio di Maria (6-7 anni) Veronica - bracciante agricola, amica e collega di Maria Capo – datore di lavoro, imprenditore agricolo PROLOGO (compare sul proscenio Maria, donna di circa 40 anni, vestita e pettinata in modo semplice e composto) Ciao, sono Maria e vivo in un quartiere popolare in un paesino del Salento. Non ho un’occupazione stabile, mi arrangio come posso: lavori stagionali in campagna, servizio ai tavoli o in cucina nei ristoranti, pulizie nelle case private, anche per poche ore … sono un'onesta lavoratrice e, anche se i miei guadagni non sono modesti, sono felice di quello che ho! La cosa più cara che ho sono i mie due figli. Sono due angeli. La più grande, Alessandra, mi aiuta ogni mattina nelle faccende di casa e si prende cura di suo fratello. ATTO UNICO Scena I (Maria si sposta sulla scena, composta da un’ambientazione domestica: una cucina con un tavolo, apparecchiato per la colazione e 4 sedie intorno) Maria: (rimanendo a lato) Stamattina a svegliarmi è stato il più piccolo di tutti, Giorgio, che prima di andare a scuola, avvicinatosi al mio letto, mi ha posto una domanda con la sua solita vocina timida. (Maria si avvicina al tavolo della colazione) Giorgio: Mamma! Mamma! Nella mia classe tutti i miei compagni giocano sempre con una bellissima macchinina rosso fuoco. Puoi comprarla anche a me?
  • 2. Maria: Ehi Giorgino, la mamma adesso non può, ma farà di tutto per accontentarti, non ti preoccupare, intanto fa’ colazione e poi va’ a sciacquarti la faccia, che è già tardi per la scuola! (Maria guarda Alessandra sta preparando la colazione al fratello) Maria: Alessandra, cosa farei senza il tuo aiuto! (si avvicina e le dà un bacio sulla fronte). Volevo avvisarti che oggi farò più tardi del previsto. Alessandra: (con tono dispiaciuto) Come mai farai tardi? Maria (a bassa voce e con tono afflitto): Shhh, parla piano, così ti sente! (cercando di non farsi sentire dall’altro figlio che fa colazione) Voglio comprargli il giocattolo che tanto mi ha chiesto. Non mi importa se spenderò qualcosa in più, non voglio fargli mancare niente dopo che è morto papà. (Alessandra annuisce e le rivolge un sorriso caloroso) Maria: A più tardi, ragazzi! Buona giornata (prende con se giacca e borsa) Alessandra e Giorgio (quasi in coro): Buona giornata, mamma! (Si salutano con un cenno di mano e Maria esce di scena) Scena III (La scena si svolge in campagna: Maria incontra Veronica, una bracciante agricola, collega e confidente di Maria). Maria: Buongiorno, Veronica, sei pronta per questa giornata di lavoro? Veronica: Finalmente Maria, sei arrivata, ti stavo proprio aspettando! Anche tu hai avuto difficoltà ad arrivare a causa della pioggia di ieri? Le strade e i campi sono tutti bagnati! Maria: Sì e sinceramente non mi aspettavo di lavorare anche oggi. Il terreno non è nelle condizioni adatte, ha piovuto troppo e ora non si può nemmeno camminare! Veronica (con tono rassegnato): Perché sei così sorpresa? Sai come la pensa per queste cose il nostro capo... ormai siamo abituate alle sue continue pretese. Non fa altro che lamentarsi di tutto il lavoro che c’è ancora da fare… (le voci si sovrappongono e i toni si alzano)
  • 3. Maria: Dobbiamo accontentarci, questo è il lavoro che abbiamo e dobbiamo svolgerlo senza se e senza ma. Non possiamo permetterci di perderlo! Tu cerca di non mostrarti stanca e svogliata davanti a lui, cerchiamo di fare del nostro meglio, altrimenti possiamo dimenticare pure quei pochi spiccioli che intaschiamo. (le due cominciano a lavorare e a prendere tutte le attrezzature) Maria: (in disparte, verso il pubblico) Effettivamente il mio lavoro non è uno dei più sicuri, le attrezzature e i materiali di lavoro non sono sempre sicuri, come dire … a norma … spesso ci forniscono attrezzi vecchi e in pessime condizioni. Anche in questo caso però non mi lamento … ho bisogno di lavorare, non posso permettermi di farmi licenziare ... (Maria va a prendere la scala che le servirà per la potatura dei rami) Veronica (riferendosi a Maria): Maria, la scala è instabile, non pensare minimamente di salirci. Dovremmo avvisare il capo, non possiamo rischiare specialmente con queste condizioni del terreno, è tutto umido... (Nel frattempo arriva il capo, datore di lavoro) Capo (con tono autoritario) Perché state perdendo tempo in chiacchiere invece di lavorare? A quest’ora avreste già dovuto essere a metà dell’opera, avreste già dovuto potare metà di questi alberi! Veronica: In realtà Le vorremmo chiedere di rimandare il lavoro a domani, mi sembra che le condizioni del terreno non siano buone e anche i pioli della scala dovrebbero essere controllati. Capo (con tono irritato): Non vedo nessun problema in realtà. Le attrezzature che fornisco sono sempre in buone condizioni, funzionanti e messe in sicurezza … non vedo il motivo delle vostre lamentele. Maria (lanciando uno sguardo di disapprovazione a Veronica): Ci scusi, ci mettiamo subito al lavoro stia tranquillo, vedrà che prima che tramonti il sole avremmo finito. Capo (con tono altezzoso): Lo spero per voi. Dopo pranzo tornerò per supervisionare i lavori. (Il datore di lavoro va via e lascia in scena le due donne)
  • 4. Scena III Maria: Eh, Veronica … che ci vogliamo fare! Siamo uomini o caporali? (Le due donne sorridono con amarezza e si danno una pacca di incoraggiamento sulle spalla) Maria: Dai, ora sistemo al meglio la scala, nonostante nemmeno io sia molto convinta di volerci salire. Veronica (intenta a estirpare le erbacce): Fa’ attenzione, Maria, mi raccomando. (Maria prende la scala ed esce; calano le tende sulla scena) EPILOGO (Maria è sul proscenio) Maria: Guardo Veronica e le sorrido per l’ultima volta. Salgo sulla scala e sento i gradini sotto ai miei piedi cigolare. Comincio ad aver paura, comincio a tremare … ma devo in qualche modo portare a termine il mio lavoro. (Pausa) Continuo a salire, a salire, a salire … che strana sensazione Poi, improvvisamente, il vuoto…. sento il mio corpo rigido e leggero allo stesso tempo, non riesco più a muovere le mie gambe, anzi no, le mie gambe si muovono da sole e poi si bloccano. Sento il mio respiro sempre più debole, i miei occhi stentano a rimanere ancora aperti. L’ultima cosa che vedo è il volto di Veronica .. piange … perché è in lacrime? È disperata, si dimena, chiede aiuto, aiuto, aiutoooooooo Sento il battito del mio cuore sempre più lento ma vicino … che strana sensazione … vedo una macchinina rossa … è quella che tanto desiderava Giorgio … oh piccolo mio … vedo la Alessandra che mi sorride … che strana sensazione …. Ho voglia di chiudere gli occhi … ma sì, ora gli chiudo e continuerò a sognare … a sognare per sempre!