2. UN PO’ DI STORIA...
Nata nel 1919, su iniziativa di Walter Gropius (1883-1969), architetto di orientamento politico socialista, dalla
fusione dell'Accademia delle belle arti e della Scuola di arti applicate di Weimar, lo Staatliches Bauhaus fu
una delle più importanti scuole d'arte del XX secolo.
Fondata sul principio democratico della collaborazione tra maestri e allievi, sviluppò un importantissimo lavoro
di ricerca, il cui scopo era quello di realizzare il miglior rapporto possibile tra forma e materia, tra forma e
funzione dell'oggetto, nonché tra forma e produzione industriale. La convinzione di Gropius, infatti, era quella
che soltanto attraverso una ricerca di questo genere fosse possibile attribuire all'arte una nuova funzione
entro il quadro della civiltà moderna, contribuendo, al tempo stesso, a conferire un valore estetico ai nuovi
processi di produzione industriale.
Tra il 1923 e 1925, a causa dell'ostilità degli ambienti tradizionalisti di Weimar, il Bauhaus dovette trasferirsi a
Dessau, nei pressi di Lipsia, dove nel 1926 venne inaugurata la nuova sede della scuola. Progettato da
Gropius e dai collaboratori ed allievi del Bauhaus, l'edificio, adibito al tempo stesso a scuola, fabbrica e
residenza, è considerato il capolavoro della comunità di ricerca. In esso si realizza, infatti, in un perfetto
equilibrio tra la razionalità delle forme e delle strutture, la perfetta aderenza alle esigenze funzionali, la misura
umana degli spazi, l'intero programma (artistico, pedagogico e sociale) del Bauhaus.
3. ASCESA DEL NAZISMO E LA FINE DELLA SCUOLA DELLA
BAUHAUS
Nel 1928 Gropius lasciò la direzione della scuola all'architetto svizzero Hannes Meyer, al quale subentrò,
nel 1930, Mies van der Rohe. In questi anni, la scuola venne presa di mira dai nazisti, che vedevano
nella scuola una delle più limpide realizzazioni della cultura democratica e, di conseguenza, uno dei
principali obiettivi della loro propaganda distruttiva.
Nel 1932 Mies van der Rohe cercò di attuare un ultimo tentativo per far sopravvivere la scuola,
trasferendola a Berlino, ma nel 1933, dopo l'ascesa al potere dei nazisti, Hermann Göring ne decretò la
chiusura, definendo il Bauhaus un «covo di bolscevismo culturale», centro di diffusione dell'arte
"degenerata".
4. Simbolo della scuola era il “sigillo” del Bauhaus,
disegnato da Oskar Schlemmer, grande artista e
insegnante nella scuola.
In una sola immagine, come un modernissimo art
director, Schlemmer sintetizza tutte le
caratteristiche della suola: razionalità,
essenzialità delle forme, efficienza, centralità
dell’uomo ma anche della macchina (l’uomo
sembra quasi un robot).
SIGILLO DEL BAUHAUS
5. LA DIDATTICA: I CORSI
Al Bauhaus si seguiva un preciso percorso di studi, peculiare e unico nel suo genere. Fedele ai suoi
assunti, la scuola aveva come caratteristica principale la fusione arte, tecnologia e artigianato: l’unione
delle arti, non più divise tra loro, si fa simbolo ed espressione di un’unica volontà ‘creatrice’, di un’unica
ispirazione; per questo, ogni corso era tenuto da un artista e da un maestro artigiano insieme.
Un’altra novità era costituita dal Corso Propedeutico, che durava sei mesi e nel quale gli allievi, di diversa
estrazione e provenienza, studiavano materiali, colore. Non solo: i partecipanti al corso imparavano anche
a curare il corpo, il vestiario e l’alimentazione anche attraverso le filosofie orientali.
Seguivano poi tre intensi anni di Seminari e soprattutto di Laboratori nei quali si apprendevano e si
sperimentavano le caratteristiche tecniche e di lavorazione di ogni tipo di materiale e tecnica dalla
lavorazione di metalli e legno alla decorazione del vetro, dall’arredamento alla decorazione parietale dalla
tessitura alla grafica pubblicitaria. Fondamentale, infine, lo studio della progettazione architettonica, che
per il Bauhuas era di fatto la materia principale, che prevedeva anche tirocini nei cantieri edili.
6. CARATTERISTICHE
PRINCIPALI
Il Bauhaus dei giorni nostri può essere riassunta in
poche parole: la funzione e l'armonia secondo
natura.
Per questo i materiali usati possono essere naturali
come il legno, o tecnologici come l'acciaio, il vetro
o la plastica, purché rispondano a requisiti di
leggerezza, trasparenza, bellezza del design e totale
razionalità.
Il Bauhaus non trascura alcuna arte o professione;
la fotografia, il disegno, il collage, l'editoria e
perfino l'abbigliamento, riservano un ruolo
importante allo stile Bauhaus.
7. ARCHITETTURA
Bauhaus rivoluziona la filosofia della costruzione il cui aspetto
diventa secondario all'uso per cui viene realizzata.
Il lavoro dell'Architetto parte dallo studio analitico ragionando
sulle funzioni dell'edificio e sulle varie parti di esso.
Le funzioni diventano il motore primo della creazione della forma,
la tensione dell’architettura non è solo legata alla
rappresentazione, ma anche e soprattutto all’uso.
La nuova scuola di Dessau e le villette costruite per gli insegnanti
diventano il modello Architettonico della Corrente.
Questo rivoluzionario modo di costruire, chiamato a pianta libera,
consente di arretrare i pilastri rispetto alle facciate che possono
essere vetrate fino agli spigoli, creando incredibili scatole
trasparenti.
La presenza delle vetrate continue non ha solo connotati
funzionali( consentono una maggiore illuminazione e condizioni
di maggior igiene), ma anche ideologici, in quanto vetro e cristallo
simboleggiano la chiarezza di pensiero e la pulizia morale.
8. BAUHAUS
NELL’ARREDAMENTO
I prodotti d'arredo del Bauhaus furono seme del
design moderno: oggetti funzionali, dalle forme
semplici e geometriche, destinati ad entrare nelle
case della gente comune, inserendosi nella loro vita
quotidiana.
Questi oggetti comuni vengono connessi,
attraverso le applicazioni dello stile Bauhaus, alla
realtà tecnologica e industriale, sempre in
evoluzione, senza perdere la cura dei dettagli e
l'attenzione per la qualità dei materiali.
Il Bauhaus non riuscì concretamente a divenire un
movimento popolare, a conciliare arte, artigianato
ed industria, ma si rivelò un ottimo punto di
partenza del nuovo design modernamente inteso.
9. ALCUNI DEI PROTAGONISTI DEL BAUHAUS
Tra i pittori più noti che hanno usato lo stile pittorico Bauhaus possiamo contare: Vasilij V. Kandinskij,
Paul Klee, Josef Albers e lo scultore Oskar Schlemmer, quest'ultimo impegnato anche nella sezione delle
scenografie teatrali; l'ungherese Laszlo Moholy-Nagy insegnava nella sezione della lavorazione dei
metalli, occupandosi inoltre della grafica: gran parte della grafica moderna e dello stile d'impaginazione
dei nostri libri deriva dal Bauhaus!