2. Gli uomini sono ineguali per natura e pertanto
non
bisogna cercare di renderli uguali.
E’ la diversità degli uomini, la differenziazione
delle
loro qualità e delle loro tendenze che costituisce
la
grande ricchezza del genere umano.
(Martin Buber)
3. PER QUESTI RAGAZZI E’
NECESSARIO:
• IL DURO LAVORO
• L’APPOGGIO
• L’INCORAGGIAMENTO
DA PARTE DEGLI INSEGNANTI, DELLE FAMIGLIE E DEI
PROFESSIONISTI.
“Se l’ho fatto io può farlo chiunque”
(dopo il primo lancio dal paracadute)
4. COME renderli autonomi?
• PERMETTIAMO di CORRERE RISCHI
• DISCIPLINIAMO
• AIUTIAMO A SVILUPPARE UNA BUONA
IMMAGINE DI SE’
• INCORAGGIAMO LA CRESCITA
SOCIALE.
5. Il docente e l’educatore deve portare il
soggetto diversamente abile allo sviluppo
dell’autonomia attraverso la:
• Componente cognitiva
• Componente affettiva.
Non normalizzare ma
PERSONALIZZARE.
6. FACCIAMO IN MODO CHE:
• NON DIPENDANO DALL’ADULTO
• RICEVANO DOMANDE ADEGUATE
E/O STRUTTURATE
• VENGANO GRATIFICATI DOPO una
ESECUZIONE POSITIVA
• CONCORDINO LA SCELTA
DELL’ATTIVITA’
• VENGANO TRATTATI DA ADULTI.
7. DOMANDIAMOCI:
• CHI SONO
• LE COSE CHE PIACCIONO
• LE COSE CHE TROVANO DIFFICILI
• MODI COI QUALI POSSONO COMUNICARE
CON TE
• MODI COI QUALI PUOI AIUTARLI
• QUELLO CHE DEVI CONOSCERE DI LEI/LUI
• QUELLO CHE VOGLIONO TU SAPPIA DI
LEI/LUI.
8. TASK ANALYSIS: ridurre la difficoltà
dell’obiettivo attraverso l’analisi del compito: sia
in senso sequenziale- descrittivo, elencando le
serie di risposte singole che compongono quel
compito, sia in senso strutturale- gerarchico,
individuando le abilità più semplici e
prerequisite che costituiscono la struttura di
base di quell’obiettivo e che vanno costruite per
prime.
9. CHIEDIAMOCI:
-le abilità che cerchiamo di far acquisire
all’alunno sono davvero significative per lui?
-migliorano in modo reale la sua competenza
quotidiana?
- elevano la reale qualità della sua vita
attraverso il loro costante utilizzo negli
ecosistemi di vita e di relazione in cui
l’alunno si trova?
-Sono congruenti con il suo
“PROGETTO DI VITA?”.
10. Il Prof. IANES afferma:
È necessario scegliere obiettivi da
competenze orientate alle autonomie
(Es: Aree della Partecipazione sociale
dall’ICF, qualità della vita, ecc.)
11. Aree PARTECIPAZIONE SOCIALE
DALL’ICF
Aree DI VITA PRINCIPALI
•Istruzione (Istruzione informale-
Istruzione prescolastica-Istruzione
scolastica-Formazione professionale-
Istruzione superiore
•Lavoro e impiego
•Vita economica
12. Aree di vita SOCIALE, CIVILE E DI
COMUNITA’
• Vita nella comunità
• Ricreazione e tempo libero
• Vita politica e cittadinanza
• autoprogettuale
13. COMPETENZE CHE COSTRUISCONO
LA QUALITA’DELLA VITA
competenze legate:
- all’autodeterminazione
- competenze legate alla libera scelta
- competenze legate al mantenimento di
una buona rete di supporto sociale
14. Una prima linea di azione concreta
sarà quella di estendere e rendere
più ricca la rete di rapporti e
opportunità di relazione e di aiuto
in cui è inserito il soggetto.
15. “ Le reti sociali cambiano durante l’arco
della vita.
Negli anni prescolari: i membri della propria
famiglia, gli amici della famiglia, i caregivers.
Durante le elementari, le scuole secondarie: i
compagni di classe, gli insegnanti, gli amici
intimi, i vicini e varie persone nella comunità.
Nell’età adulta: i colleghi di lavoro, le persone
presenti all’interno delle nostre esperienze
professionali, di volontariato, di tempo libero e
all’interno della comunità..
16. Ad ogni stadio, noi cerchiamo di
adattarci, rispondendo ai cambiamenti,
alle difficoltà ed ai rischi che
incontriamo, utilizzando i supporti e le
protezioni che emergono da una ampia
gamma di risorse personali e sociali. ”.
David R. Beukelman, Università del
Nebraska