04. legge 107-del-13-luglio-2015-riforma-della-scuola-con-note
3. pedagogia della famiglia
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La pedagogia dell’handicap. La famiglia
Le “buone prassi” ci aiutano.
Afferma IANES: «In genere siamo più carenti a livello empirico sperimentale, ma
soprattutto a livello applicativo-sociale. Le cose pensatee sentite facciamo fatica a
dimostrarle e a utilizzarle su larga scala, a costruire una forte comunità di prassi
sufficientemente buone, un sistema coeso e coerente di integrazione inclusione».
La scoperta del deficit e l’impatto psicologico sulla famiglia.
La famiglia è una componente essenziale e insostituibile dell’educazione. La
famiglia possiede una scienza (Pedagogia dei Genitori) e una competenza che
devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative.
Quando un figlio è “diverso.
Il problema fondamentale è rivedere le “aspettative” e i progetti di vita immaginati:
• il bambino reale non corrispondeal bambino fantasticato• crollo delle aspettative
• come investire nuovamente
Fondamentale è l’accettazione della diversità. Dall’accettazione riparte tutto il processo
di reinvestimento sul bambino reale:
•a partire dalla sua diversità
• dalla comprensione dei limiti reali del deficit
• senza volere trasformare il bambinoin “normale”
• rispettando la sua vera identità.
La raccolta delle testimonianza è strumento di valorizzazione degli apporti
educativi e della funzione insostituibile dei genitori:
• sollecitati ad analizzare le difficoltà affrontate e le scelte compiute,
• si riappropriano di competenze non “sempre” riconosciute a livello
sociale
• arricchiscono la loro soggettività e scoprono risorse di cui non erano
consapevoli.
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Margherita, figlia con disabilità, sostiene questa ipotesi:“ I miei genitori sia con i loro
atteggiamenti, sia attraverso le parole, mi hanno sempre dato una forte fiducia in me
stessa, poiché hanno saputo della mia minorazione vedere soprattutto gli aspetti
positivi”.