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E-learningformazioneeMooc|07/01/2017
E-learning formazione e Mooc
Università e formazione professionale
La tecnologia, da sempre, rappresenta un fattore chiave per la crescita dell'umanità e delle sue ambizioni. Da
questo punto di vista, però, è normale che una crescita tecnologica equivalga, di riflesso, ad una modifica delle
abitudini: ed ecco che la digitalizzazione dei processi ha invaso anche il settore della didattica, portando molti
studenti ad abbandonare le università tradizionali per migrare verso gli atenei online.
La didattica cambia, ma cambia in base ai nuovi linguaggi di comunicazione e apprendimento prediletti dai giovani
studenti. Oggi, infatti, la classica lezione frontale sta perdendo l'efficacia che aveva avuto negli anni passati: gli
studenti hanno una soglia di attenzione sempre più bassa, e necessitano di uno stimolo multimediale che la
formazione online puo' fornire in modo efficace, grazie alle potenzialità tecnologiche dell'e-learning
In Italia abbiamo un grave ritardo per l'università online. Il fatto è tanto più grave se si considera che il gap
metodologico didattico e infrastrutturale del sistema formativo italiano, rispetto all’innovazione digitale, è stato
stimato dall’OCSE, già nel 2013, in 15 anni rispetto alla Gran Bretagna.
La diffusione dell’E-learning e dei Mooc è stata a lungo bloccata e inibita, all'interno degli Atenei pubblici
italiani, da due fattori. Il primo e forse il più rilevante è di natura culturale. Gli strumenti tecnologici di
apprendimento sono spesso ancora considerati, nell’opinione comune della classe dirigente (umanistica e non) del
nostro sistema formativo, come un strumento di reificazione e alienazione della relazione didattica, quando non
una strumento di asservimento di insegnanti e studenti, al “Grande Fratello” del mercato globalizzato. La nostra
classe dirigente e nostri intellettuali “umanisiti” o “post-moderni”, sulla scorta del retaggio del “crocio-
gramscianesino”, considerano ancora la tecnologia e i suoi strumenti come pericolosi corpi estranei da esorcizzare.
Il secondo fattore è legato alla storia specifica dell’innovazione digitale nel sistema universitario e formativo
italiano ed è legato “all’ombra grigia” dei corsi di laurea erogati online dalle cosiddette “università “telematiche”
private. Salvo rare eccezioni, si tratta, infatti, di esamifici virtuali che a fronte di pagamenti ingenti garantiscono
lauree in tempi rapidi. Atenei “virtuali” che agiscono spesso vicino o oltre il limite della legalità.
Il vero problema è che le università telematiche, molte delle quali non avrebbero nemmeno i requisiti minimi per
esistere, si sono trasformate in pochi anni in luoghi dove ottenere con facilità una laurea, che serve poi a farsi
strada nella pubblica amministrazione. A tal proposito è interessante da leggere questo articolo che anche se datato
da un esempio dell'elearning in ITALIA. Esami facili, prof fantasma com'è facile la laurea online
http://www.repubblica.it/scuola/2010/04/02/news/universit_telematica-3078781/
I Mooc - rispetto ai corsi in E-learning e Blended Learing, rivolti fino a questa data solo agli studenti iscritti
alle università erogatrici - offrono corsi o percorsi di formazione aperti e disponibili in rete, strumenti formativi
disponibili per tutti gli interessati a prescindere dalla loro carriera accademica o professionale. Questo tipologia di
corsi è pensata per coinvolgere un numero molto elevato di utenti: Massive On-line Open Courses. Si tratta di
moduli formativi generalmente basati su video e attività interattive online sostenute dai corsisti.
I Mooc (Massive Open Online Courses) sono dei corsi on-line aperti pensati per una formazione a distanza che
coinvolga un numero elevato di utenti (i primi Moocs hanno coinvolto docenti fama internazionale che vi hanno
dedicato un impegno notevole). I partecipanti accedono ai contenuti e alle verifiche dell’apprendimento via web.
Si tratta di uno dei più recenti sviluppi della didattica digitale universitaria.
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E-learningformazioneeMooc|07/01/2017
In estrema sintesi, un Mooc è un corso o un insieme di corsi diffusi via Web, prodotti ed erogati utilizzando una
suite di tecnologie 2.0, nella maggior parte dei casi utilizzando il video per la erogazione e piattaforme e strumenti
di content e learning management, prevalentemente open source.
I Mooc hanno cominciato a diffondersi nel 2007 – 2008. Nel 2011 l’Universita’ di Stanford lancia tre corsi, di cui
l’Introduction to Artificial Intelligence, di Thrun e Norvig, raggiunse rapidamente i 160.000 utenti. Sì 160.00
utenti. Rapidamente, visto il successo delle iniziative pionieristiche si è passati a forme più strutturate di
governance, tra cui vanno citate:
a. quelle totalmente non-for-profit, come ad es. il MITx del MIT, successivamente evoluta in edX (vedi
www.edx.org), a cui hanno rapidamente aderito diverse importanti Università sia americane che di altri
continenti (per l’Europa, ad es., Delft e Ecole Politechnique di Losanna), consorzio che recentemente ha
annunciato una partnership con Google per sviluppare una piattaforma open source per Mooc.
b. quelle prevalentemente private, con la creazione di spin-off quali Coursera e Udacity.
In realtà in Italia l’innovazione digitale è riuscita a fatica a farsi largo egualmente ma si sta svolgendo in maniera
spesso “inavvertita” dalla stessa classe dirigente del sistema universitario.
quasi tutti gli Atenei hanno Centri e-learning o offrono ai loro docenti i supporto di piattaforme on-line per
l’apprendimento come Moodle o Blackboard. Sul totale delle università italiane, secondo quanto dichiarato sui siti
delle università stesse, ormai solo 8 università non propongono formazione veicolata da metodologie ICT.
Se questi sono i dati del 2012 dobbiamo pensare che il dato del 2016 copra quasi il 100% degli Atenei, ovviamente
in forma ancora sperimentale e poco riconosciuta dall’establishment accademico.
E’ nato da poco per iniziativa del Centro Edunova dell’Università di Modena e Reggio Emilia diretto dal Professor
Tommaso Minerva, il consorzio Eduopen piattaforma di progettazione ed erogazione creata da quindici Università
pubbliche italiane (tra le quali Reggio Emilia, Venezia, Milano-Bicocca, Padova, Parma, Bari, Bolzano, Ferrara, Genova,
Catania e il politecnico di Ancona). Il Consorzio nasce per offrire a tutti (studenti, lavoratori e interessati) e
gratuitamente l'opportunità di seguire percorsi formativi digitali di alta qualità. Il portale è realizzato in
collaborazione con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che ne ha sostenuto e finanziato
l'avvio in collaborazione con i consorzi Cineca e Garr
Per la formazione professionale le cose sono più complicate. Gli ultimi accordi stato regioni hanno finalmente
individuato un primo concetto di e-learning ma manca ancora tanto per essere minimamente sufficienti sul piano
regolamentare, uno perchè gli stessi ispettore e/o organi di controllo sono lontanissimi nell'avere le conoscenze
necessarie a valutare cos'è elearning e cos'è un sito web e/o repository di file. Oltremodo, secondo noi, l'utilizzo
di piattaforme e-learning open-source mancano dei requisiti minimi stabiliti dagli ultimi accordi, questo perchè
sono sostanzialmente legate al mondo universitario e poi vengono da metodologie della didattica made in U.S.A..
Sicuramente quando parliamo di e-learning la difficoltà maggiore è nella costruzione di oggetti didattici SCORM
e/o tracciabili. L'utilizzo di alcuni applicati open source, in questo caso, facilita la costruzione di oggetti didattici
SCORM o simil-SCORM anche avendo conoscenze informatiche minime.
Le istituzioni universitarie e legislative italiane, rispetto a quelle internazionali sono, nella loro classe dirigente,
ancora molto arretrate dal punto di vista della digitalizzazione dell’offerta formativa e hanno sicuramente una
minore consapevolezza, rispetto alle concorrenti straniere, delle opportunità e delle prospettive di questa
rivoluzione “necessaria” e ineludibile… . Tuttavia nessuno potrà nel medio periodo evitare di adeguarsi alle
pratiche e le attività di molti dei loro docenti e studenti che stanno innovando la “sostanza”, se non la forma, della
trasmissione del sapere e delle ricerca anche nelle Università e nella formazione professionale.