Il tentativo di segnare un percorso di cambiamento attorno alla provocazione che vuole salvare la biblioteca cambiando i bibliotecari anche con la musica e le poesia e con altro ancora in un confronto partecipato.
1. LA BIBLIOTECA DELLA MODERNITA’ TRA
CULTURA DIGITALE E BENE COMUNE
Spunti per una riflessione sul cambiamento delle organizzazioni culturali
Cagliari/Sassari, 18/22 settembre 2017
3. OBIETTIVI - Verificare l'urgenza di una nuova teoria generale delle
professioni culturali, in rapporto alla cultura digitale ed
alla sua dimensione di massa, che possa trovare interesse
dove opera una comunità professionale sensibile al
cambiamento e disposta al rinnovamento.
- Verificare la necessità di costruire un nuovo modello di
azione per le strutture culturali pubbliche e per quelle
private analizzando la natura e le possibili fruizioni del
sistema della cultura alla ricerca di una nuova matrice
identitaria per gli operatori.
4. Only connect!
That was the whole of her sermon.
Only connect the prose and the passion
and both will be exalted,
and human love will be seen at its height.
Live in fragments no longer.
E. M. Forster, Casa Howard (1910)
“
6. Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione, un nuovo cammino,
della caduta, un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno, un ponte,
del bisogno, un incontro.
Fernando Pessoa
“
10. La biblioteca è il media dei media?
"Cultura di massa" è quella veicolata dai mass media (cinema, TV, discografia, fumetti).
Non per forza deve essere consumata da grandi masse, anzi oggi viviamo in un mondo di infinite
nicchie e sottogeneri.
La nostra attenzione dovrebbe fermarsi sulle pratiche culturali emergenti per capire la logica
sottostante che dà forma a questo momento di transizione dei media.
“cultura di massa” indica come viene trasmessa questa cultura (attraverso i mass media)
“cultura popolare” pone l'accento su chi la recepisce e se ne appropria
Queste caratteristiche sono trasversali alle diverse piattaforme mediatiche e alle diverse comunità
culturali: ci dicono qualcosa sul modo in cui viviamo in rapporto con i media di oggi.
Avviamo un confronto tra i modelli di biblioteca e i nuovi modelli comunicativi propri della cultura
digitale e del mondo di produzione culturale dei media digitali 10
11. La sfida
La sfida non è quella di ricreare in biblioteca realtà esistenti con nuovi linguaggi, ma quella di
garantire modalità inedite di rappresentazione e fruizione dell’informazione da parte di nuove
utenze verso le quali la biblioteca è un’organizzazione aperta con una cultura open:
open source: diffusione del codice sorgente dei programmi
open application: applicazioni aperte, web services fruibili da tutti
open data: le basi dati e gli archivi di informazione sono costruiti con la collaborazione degli
utenti
open content: i contenuti sono generati dagli utenti e distribuiti liberamente in rete in vari modi
(blog, wiki, podcast...) e in vari formati (Web, RSS, ...)
11
14. DEFINIZIONI i DATI
sono frammenti d'informazioni allo stato grezzo
le INFORMAZIONI
sono costituite dall'organizzazione contestualizzata dei dati
la CONOSCENZA
è l'assimilazione delle informazioni
e la comprensione del modo in cui vanno utilizzate
la CULTURA
è un dispositivo per la creazione, la trasmissione e
lo stoccaggio di informazioni
15. CULTURA/CREATIVITÀ
CULTURA [dispositivo per la creazione, la trasmissione e lo stoccaggio di informazioni]
SCOPO produrre un apparato efficiente ed efficace di
mediazione discorsiva tra opere chiuse
CREATIVITÀ
SCOPO non (più) produrre qualcosa, bensì fare spazio al gesto
di produrre
[produzione di informazioni prima inesistenti, che si basano su informazioni precedenti e che
sono nuove perché hanno in sé elementi d'informazione estranei]
17. Attraverso il medium digitale noi siamo riprogrammati, senza
comprendere pienamente questo radicale cambiamento di
paradigma.
Arranchiamo dietro al medium digitale che, agendo sotto il livello
di decisione cosciente, modifica in modo decisivo il nostro
comportamento, la nostra percezione, la nostra sensibilità, il
nostro pensiero, il nostro vivere insieme.
Oggi ci inebriamo del medium digitale, senza essere in grado di
valutare del tutto le conseguenze di una simile ebbrezza.
Questa cecità e il simultaneo stordimento rappresentano la crisi dei
nostri giorni.
Byung-Chul Han, Nello sciame (2013)
“
20. Il paesaggio dei media contemporanei
INNOVATIVO: ci troviamo oggi in un periodo di cambiamento tecnologico profondo, e tutte queste
trasformazioni ampliano i mezzi dell’espressione personale e collettiva.
CONVERGENTE: tutto si distenderà sulla più ampia gamma possibile di canali mediatici; la
convergenza viene forgiata dall’alto verso il basso (dalle decisioni prese dai grandi conglomerati
mediatici) e dal basso verso l’alto (dagli impulsi partecipativi dei consumatori).
QUOTIDIANO: Oggi le tecnologie dei media sono integrate nelle nostre interazioni sociali quotidiane.
INTERATTIVO: le nuove tecnologie facilitano il campionamento e il riorientamento delle immagini dei
media (pratica della riscrittura creativa).
PARTECIPATIVO: le tecnologie dei media sono interconnesse, la comunicazione si svolge a tanti livelli
diversi, da molti a molti.
GLOBALE: il contenuto dei media scorre oltre i confini nazionali, tramite le nuove reti di
comunicazione, le persone possono interagire fra loro in tutto il mondo.
GENERAZIONALE: le tradizioni e le norme culturali sono state trasferite da una generazione all’altra.
INEGUALE la partecipazione a queste comunità rappresenta anche una nuova sorgente di privilegio e
disuguaglianza.
23. Diritti legati ai beni comuni
immateriali
ACCESSO: il diritto di entrare in un’area fisica definita e di godere di benefici non
sottrattivi.
CONTRIBUTO: il diritto di contribuire al contenuto.
ESTRAZIONE: il diritto di ottenere unità di risorsa o prodotti di un sistema di risorse.
RIMOZIONE: il diritto di rimuovere i propri artefatti dalla risorsa.
GESTIONE/PARTECIPAZIONE: il diritto di regolare le modalità di uso interne e di
trasformare la risorsa apportando migliorie.
ESCLUSIONE: il diritto di determinare chi avrà diritti di accesso, contributo, estrazione e
rimozione, e le modalità di trasferimento di quei diritti.
ALIENAZIONE: il diritto di vendere o dare in affitto i diritti di estrazione,
gestione/partecipazione ed esclusione.
24. Risultati negativi Risultati positivi
Database scientifici proprietari
(recinzione)
Biblioteche di ricerca ad accesso libero
(accesso)
Digital divide e iniquità delle informazioni
(iniquità)
Uso, fornitura e produzione globali
(equità)
Mancanza di standard uniformi per le
collezioni di dati (degradazione)
Standard ed interoperabilità delle
informazioni digitali (varietà e ricchezza
dei beni comuni)
Conflitto e mancanza di cooperazione Cooperazione e reciprocità (capitale
sociale)
Mancanza di controllo di qualità
(inquinamento)
Controllo di qualità del contenuto
(ricchezza)
Iperbrevettazione e anticommons
(recinzione)
Scienza libera (accesso/comunicazione
migliorati)
Non conformità (risorsa debole) Conformità e partecipazione
(repository ben popolati)
Revoca di informazioni
(instabilità, degradazione, esaurimento)
Preservazione delle informazioni
(accesso)
Spam
(inquinamento)
Blog accademici
(migliore qualità di informazione e
comunicazione)
27. Caratteristiche del “terzo luogo”_1
Campo neutro
I frequentatori di “terzi luoghi” hanno quasi nessun o nessun obbligo di essere lì.
Livella
Nei “terzi luoghi” lo status dell’individuo nella società non ha importanza.
La conversazione è l'attività principale
L'obiettivo principale dell'attività nei “terzi luoghi”, anche se non è richiesto che sia
l'unico, è una conversazione gradevole e allegra.
Accessibili e accomodanti
I “terzi luoghi” devono essere aperti e facilmente accessibili per coloro che li
frequentano. Devono anche essere accoglienti, nel senso che rispondono ai i bisogni dei
loro frequentatori, e tutti sentono che le loro esigenze sono soddisfatte.
I frequentatori abituali
I “terzi luoghi” hanno un forte numero di frequentatori abituali che contribuiscono a
dare allo spazio il suo tono ed a crearne l'atmosfera e definirne le caratteristiche.
28. Caratteristiche del “terzo luogo”_2
Un profilo basso
I “terzi luoghi” sono tipicamente sani. L'interno di un “terzo luogo” è senza
stravaganza o grandiosità, e ha un'atmosfera familiare.
L'umore è giocoso
Il tono della conversazione nei “terzi luoghi” non è mai contrassegnato da tensioni o
ostilità. Al contrario, la conversazione arguta e le battute frivole non sono solo
comuni, ma molto apprezzate.
Una casa lontano da casa
I frequentatori dei “terzi luoghi” hanno spesso le stesse sensazioni di calore, di
possesso, e di appartenenza che avrebbero a casa propria.
Un'idea ulteriore comunemente accettata sul "terzo luogo":
Un posto di lavoro lontano dal lavoro
Le persone possono venire a lavorare su progetti, recuperare il ritardo su e-mail,
possono gestire online attività come incontri e confronti di lavoro.
31. RAZIONALITÀ DIGITALE_1
E' possibile pensare e praticare la democrazia senza far ricorso ad uno scambio comunicativo e
argomentativo?
Internet ha perso o sta perdendo la sua carica democraticizzante per divenire un meccanismo di
ulteriore controllo e depoliticizzazione della società?
La fine delle ideologie e dei partiti, la fine dell’agire comunicativo porterà all’affermarsi di una
democrazia digitale e diretta?
Quando ci si confronta con la convergenza tra interconnessione digitale e le forme di espressione
e di linguaggio completamente nuove, sta forse cominciando una forma diversa di democrazia,
che prima non esisteva, che finora era oscurata dalla rappresentanza?
Ma il web non rende pensabile una nuova razionalità? Cioè una razionalità precomunicativa,
prediscorsiva, che forse potrebbe generare più giustizia, così come più democrazia, rispetto alla
razionalità comunicativa?
32. RAZIONALITÀ DIGITALE_2
Lo sciame digitale consiste in tanti ego singoli che non si costituiscono secondo una forma
politica. Gli sciami possono però generare, rispetto alle forme in cui si possono invece costituire le
masse, determinati modelli dei quali probabilmente non sono a conoscenza: si può immaginare la
formazione di una decisione attraverso il voto espresso su un tema da singoli individui isolati
L’unità e la totalità di un’ideologia indietreggia di fronte alla dispersa moltitudine e molteplicità
di desideri, bisogni, opinioni. A causa di questa diversità non è più possibile la sussunzione sotto
un programma politico unico. Una possente forza centrifuga attraversa la politica e nessun partito
può calcolarla.
Non viene costruito nessuno spazio pubblico I media digitali fanno sì che la società divenga
sempre più povera di discorso. Impediscono la costruzione di una comunità in senso empatico. Si
producono solo casualmente folle o moltitudini di individui isolati, di ego, e nessuna assemblea
nel senso di “luogo del discorso”.
I singoli non sono più un soggetto politico in grado di produrre un noi.
33. RAZIONALITÀ DIGITALE_3
I big data registrano già obiettivati e materializzati le nostre inclinazioni, opinioni, interessi, bisogni,
paure, desideri, speranze di cui nemmeno noi siamo espressamente coscienti. Il nostro habitus digitale,
che si rappresenta sul web, rivela su di noi più di quanto noi stessi sappiamo. Così esso procura
l’accesso al nostro inconscio. Un’ermeneutica digitale sarà presto in grado di rendere visibili attraverso i
big data i nostri modelli comportamentali, di ricercare la distribuzione normale del desiderio e di
metterla in relazione con il processo politico decisionale.
I media digitali ritrarrebbero quindi la società e in questo modo porterebbero alla luce lo spazio
inconscio del sociale.
Il passaggio dal discorso sintetico alla distribuzione sindetica, dalla riunione pubblica all’accumulo privato
di folle , genera una nuova forma di democrazia.
Infatti si sa che chi prende parte al discorso si reca in uno spazio pubblico e dibatte, e che chiunque
non vi partecipi, poiché è fondamentalmente non in grado di partecipare al discorso, viene escluso dal
processo decisionale comunicativo e dal processo di costruzione di volontà politica.
La razionalità digitale può, al contrario, includere tutti quelli che utilizzano Internet e lasciano tracce
digitali.
34. FOCUS
CULTURA
non sui sistemi di comunicazione ma su coloro che li usano per comunicare
CONOSCENZA
ricostruire il circuito diritti-doveri di cittadinanza culturale
SPAZIO
riconoscere e sostenere una vita pubblica informale e vitale
PARADIGMA
affrontare l’essere in rete come una nuova condizione di azione politica
37. UN PENSIERO UTOPICO
SIAMO NEL FASCIO RELAZIONALE SE FACCIAMO DELL’ALTRO UN
NODO SU CUI INCARDINARE LA DISTANZA NECESSARIA A LEGGERE
L’OPPOSTO, A FARE DELLA OPPOSIZIONE DA SÉ LA NOSTRA
GRANDE FORZA PERCHÉ LE COSE SONO ANIMATE PROPRIO DAL
LORO CONTRARIO
40. MODELLO INDIPENDENTE DAI PROCESSI
INDIPENDENTE DAL MEDIUM
CAPACE DI FORNIRE UNA VISIONE GLOBALE
E COERENTE DEL MONDO
CAPACE DI OFFRIRE GIUSTIFICAZIONI CONVINCENTI A
SOSTEGNO DELL’INVESTIMENTO PUBBLICO
41. VALORI
I CITTADINI SONO IL FATTORE CHIAVE
L’ EDUCAZIONE PERMANENTE E L’ IDENTITÀ
LE DIFFERENZE TRA COOPERAZIONE E NETWORK
CULTURA ED ESPERIENZA
COLLEGARE CITTADINI_TECNOLOGIA_CONOSCENZA
ORGANIZZAZIONE PROFESSIONALE FLESSIBILE
ESSERE UN’ICONA DEL TERRITORIO