EC_: versione curata linguistico ed breve rivista ed corretta del mio LibriCino Ing.calcolo strutturali con il mezzo del deformarsi per Elmer schwimmendes Gebaeude, stessa del Vol.I che precedente pubblicata estempore. 900minuti versione estempore ed 480 minuti correggere ed riscrivere computerizzato. grazie ed buon LaVOrO.
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GE_: verbesserte italienische version von meines Buch : schwimmendes Gebaede Elmer gegenErdbeben Ing.berechnen Vol.I Zeit fuer erste Version, gleichzeitig gedacht und geschrieben 900 minuten, wiederohlen und schrieftlich korregieren 480 minuten ingesamt 1380 minuten.
Dott(2°).Ing.Arch.giovanni Colombo A1360 Ord.Ing.PG_I_1995 09171 Arch.kammer B_de_2003_2011
Giornata Tecnica da Piave Servizi, 11 aprile 2024 | SERRA Giorgio
Ex_: italian version of my Buch Ing.calcul to antisismic structur
1. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Il mezzo del deformarsi
come nuovo mezzo di
calcolodi telai complessi
ed
“schwimmendes
Gebaeude”
Version complety
Vol. I basi di
Ing._calcolo
2. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Queste lezioni brevi mirano ad il Ing.calcolo che si
trae da scienza ed Tecnica delle Costruzioni
rapportato ad LaVOrO che quello non DEL TECNICO perO'
dell'Ing.
Per come esposte per cui il passaggio piu' frequente
sarà :
● Scienza delle costruzioni ed calcolo differenziali
integrali
● Tecnica delle Costruzioni ed calcolo differenziali
ed integrali degli elementi costruttivi
● Calcolo semiprobabilistico ed Ing._calcolo
3. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Ad ogni degli livelli sovradescritti seguirà il
conseguente approccio pratico esecutivo:
● Scienza delle costruzioni ed calcolo differenziali
integrali
==
● Scienza esatta
● Tecnica delle Costruzioni ed calcolo differenziali
ed integrali degli elementi costruttivi
==
● Costruire calcolando come scienza esatta
● Calcolo semiprobabilistico ed Ing._calcolo
==
● Costruire ottimizzando ogni influire per cui usando
il calcolo probabilistico che scienza esatta ed
riportandolo ad miglior risultato reale cioè
semiprobabilstico applicato nel costruire
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Ad ogni degli livelli sovradescritti seguirà il
conseguente approccio pratico esecutivo:
● Scienza delle costruzioni ed calcolo differenziali
integrali
==
● Teorico approccio ad elementi
strutturali ed insegnare il calcolo
differenziali integrali
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● Tecnica delle Costruzioni ed calcolo differenziali
ed integrali degli elementi costruttivi
==
● Teorico approccio ad come si preparano
progetti da convertire ad eseguibili,
non DISSOCIABILITA' tra autore di
questo livello esecutivo ed quello
successivo
IL TECNICO non COME SGALOPPINO DELL' Ing.
non FARE ad Altri CIO' CHE non Vuoi sia FATTO ad te stesso
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● Calcolo semiprobabilistico ed Ing._calcolo
==
● Il solo che porta ad progetti
eseguibili, ed che solo apportabile
dall'autore stesso del punto
precedente, se capace di intendere ed
Volere per procedere senza ERRORI, in
risultati di questo punto che, per cui
probabile, verranno eseguiti.
Ing. non è un TECNICO,
ed esercita ottimizzare secondo calcolo semiProbabilistico,
Anche se non TUTTI CHI iscritto all'Albo degli Ingegneri è Ing.
Vedi Decreto Presidenziale Dott.Dr.Prof.giorgio napolitano
che chiamato riforma degli Ordini
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Quivi per cui cominceremo da:
● Scienza delle costruzioni: lastre piane ed metodo
delle deformazioni
● Tecnica delle Costruzioni: Sistemi di dettaglio ed
calcolo differenziale di come possibili costruibili
gli sistemi di lastre piane ed telai complessi
● Calcolo semiprobabilistico ed Ing.calcolo: Solai ed
pareti riconducibili ad Ing._calcolo lastre piane ed
elementi di dettaglio costruttivo Ing._calcolato
corrispondente, Ing._calcolo con mezzo del
deformarsi.
8. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Quivi:
La Tecnica delle costruzioni stabilisce come
distinguere lastre piane sottili da membrane, ancora
piu' sottili, ed da elementi solidi piani.
Per essere lastra piana lo spessore deve essere
parecchio piu' piccolo della luce piu' piccola.
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Il sistema nOrmativo stabilisce secondo livello attuale
come di calcolo semiprobabilistico l'elemento
strutturali si puo' chiamare lastra piana.
Solo chi Iscritto all'Ordine degli Ing., può motivare Ing.calcolo, anche
migliOrando il livello minimo normativo. Chi Controllore per Ente pubblico, ha
allora il compito di ContrOllare se migliora in quelle circostanze il livello
normativo, ed si assume complete responsabilità civili ed penali se boccia, mentre
distribuita con l'autore del progetto se concede l'eseguire.
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Secondo scienza delle Costruzioni per cui avremo due
direzionali dimensionali geometrici maggiori ed uno
parecchio piu' limitato.
Quindi sulla base delle sollecitazioni incidenti
sull'elemento avremo gli conseguenti sforzi ed,
(attenzione ad gli differenziali di ordini superiori
che vengono approssimati togliendoli come si introduce
il modulo elastico sulla sezione considerata),
demormazioni risultanti.
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In questa lastra piana per cui si evidenziano:
Sforzi normali espressi tra sezione longitudinale ed
sezione longitudinale nOr
Sforzi di taglio che suddivisi tra:
Perpendicolari gli sforzi normali ed, ad secondo quali
direzioni della sezione longitudinale considerata,
perpendicolari la lastra piana stessa Tp
Ed perpendicolari la direnzione della sezione
longitudinale considerata Tl
12. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Le sollecitazioni per cui incidenti sulla lastra piana
verranno tradotte ad livello locale sulle sezioni
ortogonali alle direzioni di dimensioni piu' grandi:
Per cui avremo:
Sollecitazione baricentriche le sezioni
Taglio che carico diffuso locali assommatosi ad
precedente la sezione considerata che
q
Momento flettente mf
Momento torcente mt
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Conseguente:
stabilendo gli differenziali esatti di q, mf, mt,
Ed Con ơ(s)ds, che variare dello sforzo normale
puntuali ad differenziali di lunghezza lineare ds,
ed che quivi coincidererà od con direzionali dx od dy, se di traslate sezioni, od
dz, se altezza della singola sezione.
Arriviamo ad:
● mf = ʃơ(s)ds ove s è z per cui tra limiti di integrali h/2 ed -h/2
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Conseguente:
● Essendo τ il taglio che esistente puntuali ne deriva
che per il momento torcente:
● mt = ʃτp(s)ds ove s è z per cui tra limiti di integrali h/2 ed -h/2
Da cui deriva anche per coincidere delle
sollecitazioni puntuali nella singola sezione che:
● mtx == mty
● Inoltre per il taglio invece:
● q = ʃτo(s)ds ove s è z per cui tra limiti di integrali h/2 ed -h/2
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Conseguente:
gli momenti principali vengono per cui distinti tra:
● Momenti in giacitura che normali secondo direzioni
principali che m1 ed m2 essendo bidimensionale il problema di lastra
piana
● Momento in giacitura che secondo angolo che tra
direzioni principali
Ed da cui ____________________________
m12 == (mfx+mfy)/2 +/- √(((mfx-mfy)/2)^2 + mtx^2))
16. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Conseguente:
_________________________
m12 == (mfx+mfy)/2 +/- √(((mfx-mfy)/2)^2 + mtx^2))
ed per direzionare il modulo del vettore nello
spazio bidimensionali
tan(2Ang) == 2*mtx / (mfx - mfy)
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Conseguente:
_________________________
esempio di lastra piana appoggiata ad perimetro ed
con carico distribuito costanti
18. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Conseguente:
con le conseguenze che se solido omogeneo anisotropo
conseguono da deformarsi verso fessurazione ad
rottura.
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Considerando che:
si trascurano differenziali superiori ad secondo nello sviluppo di equazioni
differenziali inerenti il modulo elastico G ed come questo da tensore degli
sforzi si esplicita ad tensore delle deformazioni, abbiamo anche che un
qualsiasi punto su una verticale nella lastra piana, rimane sulla stessa linea
segmento anche come la lastra piegandosi sposta gli punti ad secondo del
profondo coordinata z. Ciò Che è possibile ravvisare sia con Solido di
santVenantche che con solido tridiensionali.
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Considerando che:
questo trascurare differenziali risulta speciali
importanti qualora si calcolano strutturali che
vedono giunti elementi lineari ad lastre piane ed ad
solidi tridimensionali come spesso ogni degli nodi
strutturali sia di telai che di strutturali
complessi.
21. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
consegue che se l'angolo di inclinarsi ad piegarsi deformato rimane costanti è
anche così approssimato che lo spessore rimane costanti.
● εz == 0
Ed da cui
● σz == 0 .
22. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
da cui l' equazioni d'equilibrio della teoria di
Kircoff per lastre piane mettono le derivate degli
sollecitanti puntuali nelle sezioni paragonate ad
carico sollecitanti ed suoi derivati nelle sezioni
come sollecitanti puntuali.
23. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
che si riassumono con l'equazione differenziale
generali:
●
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Continuando ad
generico teorico:
● Considerando l'approccio cinematico passando dal valore angolare
ad quello della tangente si arriva ad spostarsi relativo sulla
proiezione ortogonale della piastra ad secondo del valore profondo
z spessore d questa.
p((u, v), z)
25. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
● Considerando per cui dagli spostarsi relativi ad Gli
deformarsi relativi raggiungiamo gli valori :
che valori di deformarsi normali ed tangenziali.
26. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Le quali equazioni correlano deformarsi ad sforzi
secondo modulo di Elasticità di Yung, coefficiente
veiscoso, ed il deficitario d'approssimarsi ad solo
differenziali 2° grado che G modulo di elastcità
ortogonali.
27. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Usando le relazioni momento_traslare abbiamo gli valori di momento flettente mfx
ed mfy ed momento torcente
mtx == mty
basati sulla derivazione di traslarsi dei punti poiche si considerano le
condizione ad limiti non cedevoli ad spostarsi verticali.
Conseguente viene stabilito che la rigidezza della piastra piana venga
considerata valutabile da viscoso coefficinete ed chiamata
K.
28. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi risultano invece correlati gli sollecitanti paralleli alla sezione ed
spostarsi relativi con equazioni differenziali di ordine 3.
29. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Questa equazione differenziali di Ordine 4 esprime come per ogni punto secondo
spessore risulta lo sostarsi da cui il deformarsi secondo porsi ad spessore nella
lastra piana in base ad valori del carico distribuito ed della rigidezza della
lastra piana,
ed si calcola come inomogenea ad monovariabile ed bipotenziali. Dovendo gli
potenziali fare riferirsi ad campi potenziali di che considerati quivi costanti,
cioe' carico distribuito costanti ed rigidezza del solido anisotropo omogeneo
costtanti, da cui assente il carico proprio secondo Legge gravitazionale (z).
30. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si pone lo stesso problema secondo sistema coordinato angolari.
Si puo' da cio' dedurre anche il distribuirsi che riconduce ad cerchi si mohr od
sfera di mohr.
RicOrdO quivi gli miei Insegnanti Dott.Dr.Prof.con Dott.esse Dr.Prof. Di analisi
matematica: calogero Vinti, Salvadori, Pucci, pantaleo Calabrese.
31. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Consegue un equazione differenziali che spesso più facile da calcolare poiché
soprattutto se la piastra circolare puo' avere
w( r, Ang) ==> w( r ), se circolare come continuo omogeneo
anisotropo
==> w( r(Ang)) per simmetriche angolari, di
materiali continui come differenziali isotropi
==> w( r, Ang ) per materiali che od non
omogenei od isotropi con differenziali continui
32. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Per piastra circolare di materiali omogeneo anisotropo
w( r, Ang) == w( r )
33. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
All'esempio di lastra piana con vincolo perimetrale costante,
si puo' procedere con equazioni differenziali di Kirchoff dove gli vincoli agendo
su taglio q momento flettente mf ed momento torcente mt
si riducono ad due equazioni differenziali che condizionate dall'eseguibile
vincolo preposto.
34. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi per cui con basanti il distribuirsi localizzato di sollecitanti in lastra
piana, ed degli spostarsi relativi connessi ad rigidezza della lastra ed al
coefficiente viscono del materiale.
È evidente che sia rigidezza che ceofficiente viscoso non variano con (x, y, z)
poiché in tal caso bisogna porli non costanti ed cio' implica che solo ed solo se
materiali continui omogenei anisotropi per essere lastra simmetrica continua
radiale ed angolare.
35. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si pone il problema di come si riequilibrano le forze sollecitanti puntuali
si riconducono ad derivata da dividere per differenziale ed integrare, che se di
relazione lineare si riconduce al valore di derivata stessa. Ovvio che tale
approcciio è simile ad applicare il metodo di calcolo dell'integrale ad elementi
finiti, se invece viene dimostrato secondo teoricodi limiti tendente ad 0 degli
distanziali x, il risultato è esatto matematico.
36. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si esplicita il come all'angolo della lastra piana abbiamo un fenomeno
speciali dovuto all' enfasi di sollecitanti che coincidente con rafforzo d'angolo:
37. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si esplicita il come all'angolo della lastra piana abbiamo un fenomeno
speciali dovuto all' enfasi di sollecitanti che coincidente con rafforzo d'angolo:
38. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi avendo TRASCURATO quegli differenziali che risultavano piccoli per criteri
generici di calcolo ed che avevano conseguenze nel modulo di elasticità
superficiale, BISOGNA INTRODURRE UN COEFFICIENTE DI SICUREZZA.
ed per cui se si procede senza eliminare quegli differenziali che frequente
approssimabili si puo' anche eliminare il coefficiente di sicurezza lasciando ad
il semiprobabilistico lo stabilire quali frequenziali rilevanti per Ing._calcolo
strutturali.
39. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Dott(2°).Ing.Arch.giovanni Colombo
A1360 Ord.Ing.PG_I_1995
09171 Arch.kammer B_de_2003_2011
Continuando ad
generico teorico:
Quivi si riportano esempi pratici di sviluppo del calcolo integrali ad livello
semplice di considerare la rigidezza come numeri attribuibili ed non di
Ing._calcolo semi_probabilistici.
40. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Dott(2°).Ing.Arch.giovanni Colombo
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si riportano esempi pratici di sviluppo del calcolo integrali ad livello
semplice di considerare la rigidezza come numeri attribuibili ed non di
Ing._calcolo semi_probabilistici.
41. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si riportano esempi pratici di sviluppo del calcolo integrali ad livello
semplice di considerare la rigidezza come numeri attribuibili ed non di
Ing._calcolo semi_probabilistici.
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si riportano esempi pratici di sviluppo del calcolo integrali ad livello
semplice di considerare la rigidezza come numeri attribuibili ed non di
Ing._calcolo semi_probabilistici.
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi si riportano esempi pratici di sviluppo del calcolo integrali ad livello
semplice di considerare la rigidezza come numeri attribuibili ed non di
Ing._calcolo semi_probabilistici.
44. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Per cui ricordando il valore ricavabile come risultato con equazione generali ed
integrali speciali che si ricavano da condizioni ad limiti.
45. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Per cui ricordando il valore ricavabile come risultato con equazione generali ed
integrali speciali che si ricavano da condizioni ad limiti.
l'equazione risultato dell'equazione differenziali omogenea bipolare, ed
integrali speciali che si ricava sostituendo w con F.
46. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Quivi riporto inoltre un calcolo più complesso
che le lastre piane caricate in senso paretali ed
che tratta da relazionato di Ing._calcolo per mio
progetto in Bozen 35 Wohnungen.
La lastra piana che si va ad considerare da
calcolare è quella posta ad secondo piano
laterali.
Di fatto il complessivo da calcolare è un
involucro abitativo che costruibile tramite
sistema di mattoni ad doppio strato di
conglomerato cementati ferrato laterali in
sezione,
ed che soggetto ad sollecitanti sia da travetti,
che connettono ad ulteriore lastra piana
parietale vicina (che da condizione ad limiti che
semincastro con lastre piane).
il tetto invece è sistema che con trave di
cordolo flessibile racccorda travi ed travetti,
ed il pavimento della scatola è ad sua volta di
sistema ad travetti.
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Continuando ad
generico teorico:
Per procedere al calcolo
precedente si considereranno che
gli ripiani che travi ad sbalzo
per cui eseguenti lo scarico degli sforzi
normali trasferitisi dagli solai ed degli
flettenti dovuti ad come il sistema ad cerniera
d'appoggio dei solai che ad sbalzo sulla parete
stessa
Ed conseguente anche come le travi di
cordolo
che sorreggenti gli solai precostruiti lignei ad
appoggio cerniera trasmettono alla stessa lastra
piana
Da cui la lastra piana posta verticale è
trasferente il momento di distanziali tra
appoggio di solai come precostruiti su travi
cordolari ad sbalzo ad solai ad travetti
precompressi.
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Continuando ad
generico teorico:
Gli travetti di solaio fuzionano ad doppio_precomresso,
che implica che il loro vincolo scambiato con le lastre
sottili parietali va scomposto:
tra un momento flettante tra travetto ed parietale,
un momento torcente sul travetto che diventa anche
torcente puntuali parietali,
ed un reagire vincolare verticale che taglio sul
parietale,
con un reagire vincolare orizzontale che taglio su
parietale.
.
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Continuando ad
generico teorico:
Equazioni risultanti per travetti:
. Carichi Verticali :
Su parietali implicano possibile spostarsi relativo
al vincolo
Su travetto implica taglio ed momento flettante
variabile secondo come rigido il vincolo
Su solaio tra travetti imlica oltre il carico
aggiuntivo su travetto come verticali anche il
possibile innescare il momento torcente
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Continuando ad
generico teorico:
Equazioni risultanti per travetti:
. Carichi Orizontali :
Su parietali implicano possibile spostarsi relativo
al vincolo
Conseguente
normali ad travetto
Tangenziali ad travetto
Su travetto se pavimenti con passaggio veicoli od
sisma
Su solaio che spingente ad flettere ed ad taglio gli
travetti per sessi motivi che per travetto
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Continuando ad
generico teorico:
Equazioni risultanti per travetti:
Per cui considerando possibili momenti diffusi che mnf
mnt ed con carichi scomposti pv po pn, di cui l'ultimo
essendo diffuso sulla sezione dei travetti spesso se si
fa il solito approssimato ad differenziali di secondo
ordine si pone come Fn, l'equazioni si possono riassumere
come:
L'equivalere tra spostarsi che deformarsi cioè arpulito
da spostarsi complessivo il travetto pone:
∂2° w
------ ==
∂z ^2
Che viene riscritto per ogni direzionali u, v, w
Che valide qualora gli strutturali da calcolare non
oggetto
x
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Continuando ad
generico teorico:
Per cui se non si considerano spostarsi complessivi del
travetto rimangono solo spostarsi relativi tra punti del
travetto che appunto deformarsi sotto sollecitare:
n
== ---
EA ove E famoso modulo elastico è PURTROPPO parecchio astratto
mf
== ---
EI ove I momento inerziale
mt
== --- ove J fattore inerziale torsionale
GJ
53. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Ed per come l'elemento lineare con un suo sezionabile
ortogonale implica:
∂2° F ∂2° F
------ + ----- == - 2*G*Ɵ
∂x ^2 ∂y ^2
Ove Ɵ angolo unitario di torsione
x
z
54. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Ed si arriva alle equazioni differenziali secondo
direzionali che di anisotropo omogeneo materiali
3d_solido:
X
∂2° u
------ ==
∂z ^2
Y
∂2° v
------ ==
∂z ^2
Z
∂2° w
------ ==
∂z ^2
55. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Che implicano che non consideriamo che prevalente gli
direzionali x == s che come tali direzionali lineari,
ed che per cui trascurabili il combinarsi deformativo
tra gli stati sollecitanti come provocano distinti Sforzi
n ed T ed momenti flettenti mf ed mt.
Perchè si tralscia precedente l'ipotizzare che se anche
il corpo solido lineare od lastra piana bidimensionale
non tali nel calcolo;
perchè al nodo il solido tridimensionale non
riconducibile ad tali sistemi piu' semplici.
Cio' è ancora piu' evidente come la trattazionne di
solidi materiali che considera sollecitanti oscillatori
ciclici, per cui innescanti il fenomeno ad fatica di
materiali.
Ciò che evidente non riscontra problemi nelle ipotesi
ormai lasciate al passato del uso di materiali solo ad il
loro campo elastico.
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Continuando ad
generico teorico:
Per cui viene ad essere necessario che si procede con il
valutare gli sollecitanti, gli sforzi ed gli deformarsi
al nodo,
per consentire successivo lo sviluppo degli operatori
in equazioni differenziali di elementi strutturali
lineari ed bidimensionali.
Suggerisco che ad tal propo al posto del concetto si
prenda come elemento basanti non finito dal mio Teorico
strutturali , Ovettoide:
Se ne ricava
Un tensore di
Moduli elastico
Energetico
equopollenti
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Continuando ad
generico teorico:
Per paragonare gli risultati che vedremo come
Ing._calcolare che più complesso;
precedente eseguiremo gli calcoli semplici adottando il
mezzo delle deformazioni elasto_plastiche approssimate ad
2° ordine nel modulo elastico.
Per il travetto consideremo per cui il sollecitare la
trave lineare ed scomponendo poi dal sollecitare la
sezione il riportare tramite trave lineare il momento
torcente ed tagli conseguenti.
Analisi della trave lineare non dipendenti dal tipo di
sezione:
Abbiamo solo gli direzionali Z :
∂2° v mf(z) z
------ == ------ ---
∂z ^2 E I l
z
y
58. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Per paragonare gli risutati che vedremo come
Ing._calcolare che più complesso precedente eseguiremo
gli calcoli semplici adottando il mezzo delle
deformazioni elasto_plastiche approssimate ad 2° ordine
nel modulo elastico.
Precedente andiamo ad stabilire quali carichi incidenti
sul travetto possono essere permanenti ed quali invece
possono essere variabili:
Carichi permanenti:
Solo gli pesi propri di materiali strutturali
SEMPLICISMO:
TRAMITE LA STATISTICA FAREMO di carichi variabili CARICHI
PERMANENTI
x
z
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO:
Ogni carico accidentale va Ing._calcolato
semiprobabilistico ed valutato nelle sue possibili
incidenze su distinti elementi strutturali che si possono
assommare od ridurre tra loro.
Per cui non si calcolerà SOLO UNA VARIANTE STATICA come
ad esempio di normative si impone per il vento sotto una
certa quota pero' si procede come gli carichi accidentali
di carattere d'uso dello spazio per il calcolo di telai.
Cio premesso diciamo che su travetto incidono :
Carichi verticali permanenti == Cvp
Carichi verticali Oscillatoriociclici == Cvo
Carichi verticali Bassofrequenti == Cvb
Per Orizzontali
Cop
Coo
Cob
mf(z)
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Citiamo quivi inoltre che solo per la soletta di CCF
detto anche CLS ARMATO, dei parcheggi interrati esistono
da considerare da carichi incidenti che pneumatici sul
pavimento per cui prevalente tangenziali si innescano
anche mf ed mt come Cmo. Siccome siamo ad travetti ad
piani superiori calpestabili prevalente solo da esseri
umani al limite da biciclette, vedi rampe 6%, od da
carrellli trasporta oggetti, non risulta quivi per
travetti di involucro spazio appartamenti, incidere
sufficiente che permette di introdurre ne carichi
accidentali ne permanenti di carattere momenti
sollecitanti diffusi ed/od concentrati orizzontali.
Per cui stabiliremo funzionali che permettono di
registrare Cvo, Cvb, ed Coo, Cob che con variabili tempi.
Non mi dilungo quivi ad chiarire come questi funzionali
sono discontinui ed continui ad tratti per il momento
considereremo gli nostri calcoli riportati ad istante t1.
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per cui calcoleremo con
Cvp Cvo(t1) Cvb(t1)
Ed
Cop Coo(t1) Coo(t1)
Ed da questi possiamo suddividere che considerando :
Con PITonBri gli carichi si
distribuiscono prevalente
sul travetto come carichi
distribuiti sul estradosso
del travetto è facile
constatare perchè non si
ATTIVANO mt tranne che
trascurabili.
non lo stesso per quelli
orizzontali laterali che
invece si ripartiscono su
PITonBri ed
parecchio
attenuati anche
su travetti.
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Calcolati gli valori di:
Cvp Cvo(t1) Cvb(t1) Cop Coo(t1) Coo(t1)
Scriveremo le equazioni differenziali derivanti dal
considerare:
mfA mfB mtA mtB VA VB OrA OrB che le sollecitazioni
scambiabili come sforzi interni in nodo A ed B ed ad cui
imporremmo corrispondenti deformarsi coincidenti
spostarsi in ogni degli elementi strutturali ad ogni
singolo nodo. Ed
p == Cvp + Cvo(t1) + Cvb(t1)
so == Cop + Coo(t1) + Cob(t1)
∂2° v mfvA mfvB p*z^2 p*l*z
------ == ----- - ----- + ------ - ------
∂z ^2 E I E I 2 EI 4 EI
∂2° u mfoA mfoB so*z^2 so*l*z
------ == ----- - ----- + ------ - ------
∂z ^2 E I E I 2 EI 4 EI
x
z
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Inoltre considerando la sezione avremo che il mt si
distribuisce lungo la trave, anche se per come mio
progetto di solaio possiamo vedere che di verticali
carichi non corrispondono asimmetrie che consentono
momenti torcenti ingenti, per cui per quivi, ed non per
gli miei Ing.calcoli, non li consideremo.
mentre da carichi orizzontali possiamo descrivere che il
momento torcente al limite puo' arrivare dalle pareti che
premono per sisma ed/od vento. Io considero anche questi
mt non sufficienti con il mio
Ing.Timbrato_brevetto, in cui al
limite giunti verticali dei
longheroni orizzontali riempibili di
malta.
64. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per cui non essendo quivi da considerare gli approfondire
più complessi scriveremo per ogni travetto le due
equazioni differenziali chi quivi di seguito:
∂2° v mfvA mfvB p*z^2 p*l*z
------ == ----- - ----- + ------ - ------
∂z ^2 E I E I 2 EI 4 EI
∂2° u mfoA mfoB so*z^2 so*l*z
------ == ----- - ----- + ------ - ------
∂z ^2 E I E I 2 EI 4 EI
Dal progetto si deduce che se interesse dei travetti 50cm
ed la parete da calcolare di 7,60 m implica che ogni
piano avra' 13 travetti per 7 piani dello scatolare
involucro per appartamenti sono 81 che per due == 162
equazioni differenziali in, così semplicizzato, 324
variabili.
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generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Le variabili vengono calcolate imponedo che il
deformarsi del punto estremo del travetto va ad
coincidere con il medesimo punto sulla lastra piana
parietale.
Ed quivi il problema al nodo che di fatto se considerato
solo come pezzo superficiali di lastra piana parietale
risulta forte compromesso.
Infatti come ogni nodo per poter Ing._calcolare come si
comporta va isolato come solido tridimensionale con
condizioni al contorno imposta dal lineare elemento
travetto da una parte ed il bidimensionale elemento
lastra piana dall'altra. solo che questo ritOrna ad
essere mio LaVOrO parecchio piu' esatto ed che non
richiesto con INTRINSECI SPRECHI DEL sistema nOrmativo
ATTUALE CHE ANCORA LEGATO ALLA POSSIBILITA' DI CALCOLO AD
ELEMENTI FINITI.
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generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Certo nel caso di un edificio IL CALCOLO AD ELEMENTI
FINITI E' COMODO, ANCHE PERCHE' SIA SOVRADIMENSIONA IL
CONSUMO DI materiali, CHE AUMENTA DRASTICO IL RISCHIO DI
CROLLO.
Quivi pero' ci interessa porre le basi del calcolo
generico per successivo poter paragonare di QUANTO SI
SOVRADIMENSIONA ED DI QUANTO AUMENTA IL RISCHIO DI
CROLLO; per cui mi limito ad far vedere quali equazioni
sono di calcolo generico; per il momento.
Per cui passiamo al calcolo delle travi di cordolo per
sostenere solai di OSB_ ed Lagno_massivo _elementi
precostruiti ad reticolo spaziali.
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generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Quivi espongo con il mio Ing.Timbrato brevetto di
elementi precostruiti la sezione generica della trave di
cordolo che anche parte della lastra piana parietali.
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Poiché quivi non sede di come si costruisce pero' di
come si calcola precede il fatto che tale dettaglio si
scompone tra trave elemento lineare ed nodo lineare di
ancoraggio.
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generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Poiché quivi non sede di come si costruisce pero' di
come si calcola precede il fatto che tale dettaglio si
scompone tra trave elemento lineare ed nodo lineare di
ancoraggio.
nodo
Travedicordolo
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Conseguente ad come il dettaglio quivi disegnato
abbiamo che ad carico incidente lineare che trasmesso da
solaio precostruito; ed per cui anche reazioni vincolari
continue, quelle orizzonati ad equolibrio del momento
dovuto ad carico ed reazione verticale.
Travedicordolo
71. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
tradottoedamliatoda:LehrstuehlfuerBaustatikUni_Siegen2019
Dott(2°).Ing.Arch.giovanni Colombo
A1360 Ord.Ing.PG_I_1995
09171 Arch.kammer B_de_2003_2011
Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Le equazioni differenziali della trave diventano per
cui:
∂4 Vv ∂4 Vv ∂4 Vv
------ + --------- + -------
∂x^4 ∂x^2 ∂y^2 ∂y^4
==
Questo prosegue in Volume II, III, IV
Travedicordolo
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Dott(2°).Ing.Arch.giovanni Colombo
A1360 Ord.Ing.PG_I_1995
09171 Arch.kammer B_de_2003_2011
Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per gli nodi che sono si applica ancora il mezzo del
deformarsi solo che si considerano solidi
tridimensionali, per l'approccio piu' semplice, quello
piu' complesso rimane tridimensionali solo nel caso di
materiali anisotropi omogenei, per isotropi omogenei
diventa quasi tridimensionale dipende se con uso di
equazioni parametriche ed per solidi isotropi od
anisotropi non omogenei, n_dimensionali.
Per cui gli equazionali di riferirsi diventano:
∂ơ_x ∂τ_yx ∂τ_zx
---- + ----- + ----- + X == 0
∂x ∂y ∂z
∂ơ_y ∂τ_xy ∂τ_zy
---- + ----- + ----- + Y == 0
∂x ∂y ∂z
∂ơ_z ∂τ_yz ∂τ_zy
---- + ----- + ----- + Z == 0
∂x ∂y ∂z
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A1360 Ord.Ing.PG_I_1995
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per gli nodi che sono si applica ancora il mezzo del
deformarsi solo che si considerano solidi
tridimensionali, per l'approccio piu' semplice, quello
piu' complesso rimane tridimensionali solo nel caso di
materiali anisotropi omogenei, per isotropi omogenei
deiventa quasi tridimensionale dipende se con uso di
equazioni parametriche ed per solidi isotropi od
anisotropi non omogenei, n_dimensionali.
Per cui gli equazionali di riferirsi diventano:
∂u 1 ∂u ∂v
---- == –- {ơ_x - ν * ( ơ_y + ơ_z )} --- + --- ==
∂x E ∂y ∂x
1
== – * ∂τ_xy
G
∂v 1 ∂u ∂Vv
---- == –- {ơ_y - ν * ( ơ_x + ơ_z )} --- + --- ==
∂y E ∂z ∂x
1
== – * ∂τ_xz
G
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
∂Vv 1 ∂v ∂Vv
---- == –- {ơ_z - ν * ( ơ_x + ơ_y )} --- + --- ==
∂z E ∂z ∂y
1
== – * ∂τ_yz
G
Che valide solo per E=cost.ed ν=cost.
con queste equazioni è possibile calcolare sforzi di
materiali ed deformarsi di ogni tipo di solido comunque
vincolato.
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
∂Vv 1 ∂v ∂Vv
---- == –- {ơ_z - ν * ( ơ_x + ơ_y )} --- + --- ==
∂z E ∂z ∂y
1
== – * ∂τ_yz
G
Con
σ_x*α_x + τ_yx*α_y + τ_yx*α_y == p_x
τ_xy*α_x + σ_y*α_y + τ_zy*α_z == p_y
τ_xz*α_x + τ_yz*α_z + σ_z*α_z == p_z
Si impone parziali, poichè si descrivono pressioni ed non
qualsiasi distribuito sollecitare, che gli superficiali
che limitano spaziali il volume sono ad considerare
insieme equazioni di congruenza che:
u == v == Vv
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Continuando ad
generico teorico:
Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Adesso considereremo solo gli nodi come solidi
tridimensionali, caso più semplice del mio Teorico, che
anche il solo quivi considerato.
Per tali nodi solidi non è possibile scrivere equazionali
di congruenza come
p == v == Vv == 0
Poichè questi punti si muovono anche assoluto ed non solo
relativo è necessario che gli equazionali di congruenza
si scrivono solo come:
u_n == u_e1 == u_e2° == ….... == u_en
v_n == v_e1 == v_e2° == ….... == v_en
Vv_n == Vv_e1 == Vv_e2° == ….... == Vv_en
Ove n Elementi strutturali convergono al nodo.
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per cui Dott.Dr.Prof.Ing. Michele Capurso che solo mio
insegnate di Scienza delle Costruzioni, non errava
neanche nel suo libro “lezioni di scienza delle
costruzioni” nel non evidenziare che con quelle equazioni
di congruenza non necessitava riportare anche gli momenti
carichi diffusi su superficiali limitanti spaziali il
solido considerato come elemento non finito.
Dal momento che si considera un nodo strutturali invece
non è permesso perchè per quanto lo si considera
matematico non finito, è di fatto di scienza delle
costruzioni ed tecnica delle costruzioni da mettere ad
esatto equolibrio con ogni elemento che singolo ci
converge. Per cui risulta essenziale anche il trasmettere
sia momenti puntuali che come carichi diffusi.
Da cui non ci acconteremo di quelle equazioni di
equilibrio ed partendo dagli equazionali congruenti che
sovradescritti procederemo al secondo membro con:
Per essere un sollecitare pressorico puntuali il momento
per cui andrà riportato ad premere, da cui il nodo riceve
un momento che posto da un sollecitare per il braccio da
considerare come posto ad limite con il nodo pero'
sull'elemento che lo trasferisce.
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Per cui non applicando come nella teoria degli volumetti
il fatto che gli volumetti si considerano di un volume
complessivo che sotto sollecitzioni non si muove, da cui
che ogni degli muoversi relativi è solo deformarsi
dell'oggetto.
Quivi essendo invece il volumetto un nodo strutturali gli
suoi muoversi vanno posti ad congruente muoversi come per
calcolo al mezzo di formarsi, che in altri casi chiamato
metodo delle deformazioni.
Per cui avendo per ogni elemento strutturali convergente
al nodo un esprimersi che:
mf ( s( x, y, z) ) che secondo Vmf ( s(x, y, z) ) che di
braccio bmf (s (x, y, z) ) di elemento convergente
Per il nodo abbiamo un sollecitare che:
mf (s (x, y, z))
------------------
bmf (s (x, y, z))
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Da cui gli equazionali di nodo si riducono ad 6
equazionali aumentate di 3 per ogni elemento convergente
al nodo.
σ_x*α_x + τ_yx*α_y + τ_yx*α_y ==
mf_x (s (x, y, z)) mt_x (s (x, y, z))
p_x + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
τ_xy*α_x + σ_y*α_y + τ_zy*α_z ==
mf_y (s (x, y, z)) mt_y (s (x, y, z))
p_y + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
τ_xz*α_x + τ_yz*α_z + σ_z*α_z ==
mf_z (s (x, y, z)) mt_z (s (x, y, z))
p_z + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
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Da cui gli equazionali di nodo si riducono ad 6
equazionali aumentate di 3 per ogni elemento convergente
al nodo.
σ_x*α_x + τ_yx*α_y + τ_yx*α_y ==
mf_x (s (x, y, z)) mt_x (s (x, y, z))
p_x + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
τ_xy*α_x + σ_y*α_y + τ_zy*α_z ==
mf_y (s (x, y, z)) mt_y (s (x, y, z))
p_y + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
τ_xz*α_x + τ_yz*α_z + σ_z*α_z ==
mf_z (s (x, y, z)) mt_z (s (x, y, z))
p_z + ------------------- + --------------------------
bmf (s (x, y, z)) bmt ( s (x,y,z); angS (s))
81. Lezioni di staticaedIng.egneriainerenti adelementi strutturalipiani
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Che si risolvono ponendo gli equazionali completi anche
ad rotare relativi:
Essendo du / dx == tan ang_sx
dv / dy == tan ang_sy
dVv/ dz == tan ang_sz
Puo' anche essere che si accontenti dell'angolo stesso,
solo che considerando l'operatore vettoriale rotore rot
dello spostarsi del punto, questo ad secondo degli
direzionali comporta non solo variare du/dx derivante dal
come varia ang_sx rispetto ad x pero' il suo variare ad
istante successivo dipende anche dai valori d ( du/dx) dy
ed d ( du/dx) / dz ed non solo da d (du/dx) / dx … per
cui per come non implichiamo equolibrio Energetico ci si
puo' accontentare dello statico imporre du/dx come
condizionare istantaneo, come pero' si osa coinvolgere
l'equolibrio energetico, ad esempio coinvolgendo gli
lavori virtuali.
Allora scriveremo senza coinvolgere lavori ne energie
dVv / dz
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Continuando ad
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Senza SEMPLICISMO: Cvp, Cvo, Cvb Cop, Coo, Cob
Allora scriveremo senza coinvolgere lavori ne energie
d u_n / d x == d u_e1 / dx + d u_e2° / dx …. d u_en / dx
d u_n / d y == d u_e1 / dy + d u_e2° / dy …. d u_en / dy
d u_n / d z == d u_e1 / dz + d u_e2° / dz …. d u_en / dz
dVv / dz
Ad Vol. II
Ove apprOfondiremo il solido 3_ ed n_Dimensionali
mfvA mfvB p*x^2 p*l*x
----- - ----- + ------ - ------
E I E I 2 EI 4 EI