2. •Secondo la FAO ( l’ Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Alimentazione e
l’Agricoltura) ogni anno vengono sprecate circa
1,3 miliardi di tonnellate di cibo.
•Questo provoca annualmente un costo di 750
miliardi di dollari per quanto riguarda lo
smaltimento.
TROPPI SPRECHI!
3. Asia e America del Sud, che insieme
costituiscono l’80% degli sprechi mondiali
di cibo.
I motivi?
•Elevata popolazione
•Cattiva conservazione degli alimenti
•Problemi alla base della produzione
agricola dovuti alla posizione geografica
(intemperie, malattie e infestazioni)
CHI SPRECA DI PIU’?
4. E IN ITALIA?
•Noi italiani sprechiamo circa
46 chilogrammi di cibo per
famiglia all’anno!!
•Questo spreco è anche
elevato a livello economico:
circa 317 euro a testa!!
•Nel 2012 sono stati usati inutilmente 1.226
milioni di m³ di acqua, pari al 2,5% della
portata annua del Po.
5. Dove viene sperperato il cibo
Secondo uno studio FAO, il 54 % degli sprechi alimentari si
verificano "a monte", in fase di produzione, raccolto e
immagazzinaggio. Il 46 % avviene invece a valle, nelle fasi di
trasformazione, distribuzione e consumo.
6. Il rapporto fa notare, però, che, lungo la catena alimentare, quanto
più avanti un prodotto va perduto, maggiori sono le conseguenze
ambientali, dal momento che i costi ambientali sostenuti durante
la lavorazione, il trasporto, lo stoccaggio ed il consumo devono
essere aggiunti ai costi di produzione iniziali.
7. POSSIBILI SOLUZIONI
La FAO presenta un «manuale» per ridurre questi
sprechi e trarre dei vantaggi dal cibo che verrebbe
altrimenti sprecato.
Esso si sviluppa su tre livelli:
•RIDUZIONE
•RIUTILIZZO
•RECUPERO E RICICLAGGIO.
8. RIDUZIONE
•La riduzione degli sprechi dovrebbe diventare una priorità.
Limitando le perdite produttive delle aziende agricole dovute a
cattive pratiche e bilanciando meglio la produzione con la
domanda sarebbe possibile non utilizzare le risorse naturali per la
produzione di cibo non necessario.
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9. •In caso di eccedenze alimentari, il riutilizzo all'interno della
catena alimentare umana - la ricerca di mercati secondari o la
donazione del cibo eccedente ai membri più vulnerabili della
società - rappresenta l'opzione migliore.
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RIUTILIZZO
10. •La seconda alternativa è quella di destinare il cibo
non utilizzato all'alimentazione del bestiame,
preservando risorse che sarebbero altrimenti
utilizzate per produrre mangimi commerciali.
RIUTILIZZO
11. •Laddove il riutilizzo non fosse possibile, si dovrebbe pensare a
riciclare e recuperare l'eccedenza di cibo: riciclaggio dei
sottoprodotti, decomposizione anaerobica, elaborazione dei
composti e incenerimento.
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RICICLAGGIO
12. LA GERARCHIA DI
RICICLAGGIO
A cura dell’ EPA, l’ Agenzia per
la Protezione dell’ Ambiente
Per migliorare il riutilizzo del cibo a livello
domestico vi sono vari livelli consigliati:
1. Evitare surplus di cibo;
2. Donare il cibo extra alle mense della
propria città;
3. Convertire il cibo eccedente in cibo per
animali;
13. 4. Fornire oli e liquidi sprecati come
fonte di energia alle industrie;
5. Creare un terreno ricco di nutrienti
utilizzando la tecnica del composting;
6. Come ultima risorsa è consigliato
incenerire o gettare in discarica il cibo.
LA GERARCHIA DI
RICICLAGGIO