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La famiglia di Carlo IV
Francisco Goya
Francisco José de Goya y Lucientes è stato un pittore e incisore spagnolo.
Compiuti i diciassette anni Goya, spinto dalla volontà di dipingere autonomamente, si
trasferì a Madrid al seguito del condiscepolo Francisco Bayeu. Madrid all'epoca era
una città ricca di fermenti artistici, grazie all'illuminato regno di Carlo III di Spagna, che
vi aveva accentrato artisti di grande nome.
Alla morte del Tiepolo, nel 1770, Goya decise di allontanarsi da Madrid e di recarsi a
proprie spese a Roma, epicentro di quel classicismo che costituiva il modello di
riferimento di tutta la cultura accademica del tempo. Un tempo non si sapevano molti
dettagli su questo soggiorno, anche perché all'epoca Goya era un semisconosciuto.
Dopo il rimpatrio, Goya, forte del credito acquisito con il viaggio in Italia, ricevette la
commissione di decorare a fresco la basilica di Nostra Signora del Pilar a Saragozza,
cui seguirono altre committenze altrettanto prestigiose con le quali riuscì a
consolidare la propria notorietà. Nel frattempo il pittore si sposò con Josefa, la sorella
di Francisco Bayeu. Le nozze, celebrate il 25 luglio 1773 e coronate dalla nascita di
Antonio Juan Ramon Carlos nel 1774, non si rivelarono tuttavia molto felici; Josefa,
infatti, era notoriamente di sgradevole aspetto ed ebbe poca o nulla influenza sulla
vita affettiva del Goya, costellata da numerose amanti.
Nel frattempo la notorietà raggiunta dal Goya iniziò ad essere accompagnata
dai riconoscimenti ufficiali. È del 1786 la nomina a pintor del rey da parte del
nuovo re, Carlo IV; si tratta di una carica già assegnata illo tempore a Ramón
Bayeu, proprio quel pittore che anni addietro entrò in Accademia al posto suo.
virtù di questa qualifica Goya poté finalmente coronare le proprie ambizioni di
di partecipare alla vita mondana della corte spagnola, appagando così la sua
indole focosa e determinata: la sua presenza, infatti, era ormai divenuta
indispensabile nei ricevimenti e nelle varie riunioni galanti.
Negli anni 1790 e successivi Goya lavorò instancabilmente, eseguendo una
cospicua mole di ritratti raffiguranti amici, parenti, nobili: a essere immortalati
pennello del pittore aragonese furono Sebastián Martinez, l'amico che lo
durante gli anni della malattia.
Nel frattempo, l'intera Spagna venne colta da una grande instabilità geopolitica
che, ovviamente, coinvolse anche il Goya. Sul trono spagnolo, infatti, era stato
imposto Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone: benché il popolo
spagnolo non fosse nuovo a monarchi stranieri, questo evento suscitò una
grandissima indignazione, che sarebbe poi culminata nella rivolta popolare
antinapoleonica del 2 maggio 1808 e con la Guerra d'Indipendenza, conclusasi
nel 1814 con il ritorno sul trono iberico di Ferdinando VII. Le conseguenze del
conflitto, tuttavia, furono catastrofiche: le truppe napoleoniche, infatti, si resero
colpevoli di brutali violenze sulla popolazione civile. Durante gli anni tremendi
della guerra d'indipendenza Goya avrebbe disperatamente denunciato queste
atrocità dipingendo. Nel 1819 Goya, decaduto dai propri privilegi e
allontanatosi dalla corte in seguito al feroce assolutismo di Ferdinando VII, si
ritirò presso una casa di campagna alla periferia di Madrid. Colto il 2 aprile
1828 da una paralisi, Goya sarebbe morto la notte tra il 15 e il 16 aprile, alla
veneranda età di ottantadue anni.
Storia del dipinto
Nel 1789 Goya fu nominato «Pintor de Cámera del rey» dal
nuovo sovrano Carlo IV, asceso al trono spagnolo proprio in
quell'anno. Già prima di questa qualifica il pittore aveva avuto
l'opportunità di ritrarre i re - si pensi al Ritratto di Carlo III in
abito di corte - ma sempre individualmente e mai in gruppo.
Nell'aprile 1800, invece, Carlo IV commissionò a Goya
l'esecuzione di un ritratto di famiglia.
Grazie al denso carteggio tra Maria Luisa di Parma, consorte
del sovrano, e il suo amante Manuel Godoy, possiamo
ricostruire con grande precisione le varie tappe della
gestazione dell'opera. Goya vi iniziò a lavorare nel maggio del
1800, spostandosi per quell'occasione nel palazzo di Aranjuez,
dove la famiglia reale stava risiedendo in quel periodo
dell'anno. Proseguì poi realizzando un totale di dieci studi
parziali di ognuno dei personaggi da comporre poi
globalmente nel ritratto finale.
Goya presentò questi dieci studi di fisionomie singole al
sovrano il 23 luglio: dopo varie vicissitudini, tuttavia, a noi ce
ne sono giunte cinque, nella fattispecie La infanta María
Josefa, El infante Carlos María Isidro, El infante Francisco de
Paula, El infante Antonio Pascual e Luis, rey de Etruria. Goya
completò quindi La famiglia di Carlo IV nel giugno del 1801.
Infanta María Josefa
Infante Carlos María Isidro
Infante Francisco de Paula
Infante Antonio Pascual
Luis de Borbón, príncipe de
Parma y rey de Etruria
Analisi
L'opera, come già detto, ritrae la famiglia di Carlo IV di Borbone. Questo dipinto, tuttavia, colpisce soprattutto per l'occulto proposito espressivo di
Goya, che scruta i vari membri della famiglia reale con grandissima tensione psicologica e spietatezza d'occhio.
Lo sguardo indagatore di Goya, infatti, guarda oltre l'apparente dignità della famiglia reale e vi scorge uno stato di grande ottusità e miseria morale,
nonostante le varie onorificenze e le mise ricercate ed eleganti. È in questo modo che Goya, andando oltre la loro pompa superficiale, mette in risalto
il loro lato più miserabile e mette così a nudo il loro animo.
L’ambiente in cui l’artista inserisce i protagonisti è spoglio. Manca di dettagli, si vedono solo due quadri in lontananza. La luce penetra dall’esterno ed
evidenzia i personaggi, ad eccezione dell’uomo in penombra con la parrucca in secondo piano. Si tratta di un autoritratto di Goya, mentre sta
dipingendo una tela.
Carlo IV, figura emergente del gruppo di destra, viene ritratto con un volto ordinario, di persona sciocca, insignificante e non sembra mostrare la sua
potenza di re.
È infatti Maria Luisa di Borbone-Parma, la moglie di Carlo IV, al centro del secondo gruppo, tra i due figli minori, la figura dominante nonché la
potenza della famiglia; ciò malgrado, ella appare comunque sgradevole, animalesca, inutilmente provocante, restituendo l'effetto grottesco di una
scimmia vestita da donna.
Tra i due, inoltre, vi è l'infante Francesco; la pubblica voce attribuiva la paternità del piccolo a Manuel Godoy, onnipotente primo ministro, dato che
Maria Luisa era molto screditata agli occhi dell'opinione pubblica e Carlo IV passava per un marito compiacente.
Analogamente don Ferdinando presenta il busto rigido e il petto sporgente in fuori e, pur volendo trasmettere una sensazione di boria, presenta una
fisionomia inespressiva; l'infante Carlo e l'infanta Maria Giuseppina, invece, hanno le sembianze di un «bambino precocemente invecchiato» e di una
«vecchia megera ingioiellata».
Alle spalle di Carlo, infine, troviamo il fratello don Antonio, che scruta l'osservatore con uno sguardo fisso, lievemente straniante.
Gli unici a salvarsi dallo spietato verdetto di Goya sono i bambini più piccoli e la coppia di destra, formata da Maria Luisa di Borbone e dal piccolo
Carlo, i quali «apportano una nota di freschezza in questa polverosa famiglia reale». Ben distanti dalle figure adulte, stereotipate e cacofoniche, i
bambini rappresentano per Goya uno stato ideale non ancora corrotto, simbolo dell'innocenza e della purezza e quindi incolpevoli della sconvolgente
situazione della Spagna di quegli anni.
Molto particolare, infine, il ruolo assegnato da Goya alla luce, il vero elemento unificante del dipinto: alla luce, infatti, viene assegnato il duplice
compito di sottolineare il lusso degli abiti e il brillio dei gioielli e delle decorazioni, ma anche di far risaltare, che l'artista l'abbia voluto o no, la
bruttezza, la follia e la presunzione degli illustri effigiati.
Schema identificativo
1. Infante Carlo Maria Isidoro
2. Autoritratto di Goya
3. Futuro Ferdinando VII di Spagna
4. Infanta Maria Giuseppina
5. Futura moglie di Ferdinando VII
6. Infanta Maria Isabella
7. Regina Maria Luisa di Borbone-Parma
8. Infante Francesco di Paola
9. Re Carlo IV
10. Antonio Pasquale di Borbone-Spagna
11. Infanta Carlotta Gioacchina
12. Ludovico I di Etruria
13. Infante Carlo
14. Infanta Maria Luisa di Borbone-Spagna

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La famiglia di Carlo IV

  • 1. La famiglia di Carlo IV
  • 2. Francisco Goya Francisco José de Goya y Lucientes è stato un pittore e incisore spagnolo. Compiuti i diciassette anni Goya, spinto dalla volontà di dipingere autonomamente, si trasferì a Madrid al seguito del condiscepolo Francisco Bayeu. Madrid all'epoca era una città ricca di fermenti artistici, grazie all'illuminato regno di Carlo III di Spagna, che vi aveva accentrato artisti di grande nome. Alla morte del Tiepolo, nel 1770, Goya decise di allontanarsi da Madrid e di recarsi a proprie spese a Roma, epicentro di quel classicismo che costituiva il modello di riferimento di tutta la cultura accademica del tempo. Un tempo non si sapevano molti dettagli su questo soggiorno, anche perché all'epoca Goya era un semisconosciuto. Dopo il rimpatrio, Goya, forte del credito acquisito con il viaggio in Italia, ricevette la commissione di decorare a fresco la basilica di Nostra Signora del Pilar a Saragozza, cui seguirono altre committenze altrettanto prestigiose con le quali riuscì a consolidare la propria notorietà. Nel frattempo il pittore si sposò con Josefa, la sorella di Francisco Bayeu. Le nozze, celebrate il 25 luglio 1773 e coronate dalla nascita di Antonio Juan Ramon Carlos nel 1774, non si rivelarono tuttavia molto felici; Josefa, infatti, era notoriamente di sgradevole aspetto ed ebbe poca o nulla influenza sulla vita affettiva del Goya, costellata da numerose amanti.
  • 3. Nel frattempo la notorietà raggiunta dal Goya iniziò ad essere accompagnata dai riconoscimenti ufficiali. È del 1786 la nomina a pintor del rey da parte del nuovo re, Carlo IV; si tratta di una carica già assegnata illo tempore a Ramón Bayeu, proprio quel pittore che anni addietro entrò in Accademia al posto suo. virtù di questa qualifica Goya poté finalmente coronare le proprie ambizioni di di partecipare alla vita mondana della corte spagnola, appagando così la sua indole focosa e determinata: la sua presenza, infatti, era ormai divenuta indispensabile nei ricevimenti e nelle varie riunioni galanti. Negli anni 1790 e successivi Goya lavorò instancabilmente, eseguendo una cospicua mole di ritratti raffiguranti amici, parenti, nobili: a essere immortalati pennello del pittore aragonese furono Sebastián Martinez, l'amico che lo durante gli anni della malattia. Nel frattempo, l'intera Spagna venne colta da una grande instabilità geopolitica che, ovviamente, coinvolse anche il Goya. Sul trono spagnolo, infatti, era stato imposto Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone: benché il popolo spagnolo non fosse nuovo a monarchi stranieri, questo evento suscitò una grandissima indignazione, che sarebbe poi culminata nella rivolta popolare antinapoleonica del 2 maggio 1808 e con la Guerra d'Indipendenza, conclusasi nel 1814 con il ritorno sul trono iberico di Ferdinando VII. Le conseguenze del conflitto, tuttavia, furono catastrofiche: le truppe napoleoniche, infatti, si resero colpevoli di brutali violenze sulla popolazione civile. Durante gli anni tremendi della guerra d'indipendenza Goya avrebbe disperatamente denunciato queste atrocità dipingendo. Nel 1819 Goya, decaduto dai propri privilegi e allontanatosi dalla corte in seguito al feroce assolutismo di Ferdinando VII, si ritirò presso una casa di campagna alla periferia di Madrid. Colto il 2 aprile 1828 da una paralisi, Goya sarebbe morto la notte tra il 15 e il 16 aprile, alla veneranda età di ottantadue anni.
  • 4. Storia del dipinto Nel 1789 Goya fu nominato «Pintor de Cámera del rey» dal nuovo sovrano Carlo IV, asceso al trono spagnolo proprio in quell'anno. Già prima di questa qualifica il pittore aveva avuto l'opportunità di ritrarre i re - si pensi al Ritratto di Carlo III in abito di corte - ma sempre individualmente e mai in gruppo. Nell'aprile 1800, invece, Carlo IV commissionò a Goya l'esecuzione di un ritratto di famiglia. Grazie al denso carteggio tra Maria Luisa di Parma, consorte del sovrano, e il suo amante Manuel Godoy, possiamo ricostruire con grande precisione le varie tappe della gestazione dell'opera. Goya vi iniziò a lavorare nel maggio del 1800, spostandosi per quell'occasione nel palazzo di Aranjuez, dove la famiglia reale stava risiedendo in quel periodo dell'anno. Proseguì poi realizzando un totale di dieci studi parziali di ognuno dei personaggi da comporre poi globalmente nel ritratto finale. Goya presentò questi dieci studi di fisionomie singole al sovrano il 23 luglio: dopo varie vicissitudini, tuttavia, a noi ce ne sono giunte cinque, nella fattispecie La infanta María Josefa, El infante Carlos María Isidro, El infante Francisco de Paula, El infante Antonio Pascual e Luis, rey de Etruria. Goya completò quindi La famiglia di Carlo IV nel giugno del 1801. Infanta María Josefa Infante Carlos María Isidro Infante Francisco de Paula Infante Antonio Pascual Luis de Borbón, príncipe de Parma y rey de Etruria
  • 5. Analisi L'opera, come già detto, ritrae la famiglia di Carlo IV di Borbone. Questo dipinto, tuttavia, colpisce soprattutto per l'occulto proposito espressivo di Goya, che scruta i vari membri della famiglia reale con grandissima tensione psicologica e spietatezza d'occhio. Lo sguardo indagatore di Goya, infatti, guarda oltre l'apparente dignità della famiglia reale e vi scorge uno stato di grande ottusità e miseria morale, nonostante le varie onorificenze e le mise ricercate ed eleganti. È in questo modo che Goya, andando oltre la loro pompa superficiale, mette in risalto il loro lato più miserabile e mette così a nudo il loro animo. L’ambiente in cui l’artista inserisce i protagonisti è spoglio. Manca di dettagli, si vedono solo due quadri in lontananza. La luce penetra dall’esterno ed evidenzia i personaggi, ad eccezione dell’uomo in penombra con la parrucca in secondo piano. Si tratta di un autoritratto di Goya, mentre sta dipingendo una tela. Carlo IV, figura emergente del gruppo di destra, viene ritratto con un volto ordinario, di persona sciocca, insignificante e non sembra mostrare la sua potenza di re. È infatti Maria Luisa di Borbone-Parma, la moglie di Carlo IV, al centro del secondo gruppo, tra i due figli minori, la figura dominante nonché la potenza della famiglia; ciò malgrado, ella appare comunque sgradevole, animalesca, inutilmente provocante, restituendo l'effetto grottesco di una scimmia vestita da donna. Tra i due, inoltre, vi è l'infante Francesco; la pubblica voce attribuiva la paternità del piccolo a Manuel Godoy, onnipotente primo ministro, dato che Maria Luisa era molto screditata agli occhi dell'opinione pubblica e Carlo IV passava per un marito compiacente. Analogamente don Ferdinando presenta il busto rigido e il petto sporgente in fuori e, pur volendo trasmettere una sensazione di boria, presenta una fisionomia inespressiva; l'infante Carlo e l'infanta Maria Giuseppina, invece, hanno le sembianze di un «bambino precocemente invecchiato» e di una «vecchia megera ingioiellata». Alle spalle di Carlo, infine, troviamo il fratello don Antonio, che scruta l'osservatore con uno sguardo fisso, lievemente straniante. Gli unici a salvarsi dallo spietato verdetto di Goya sono i bambini più piccoli e la coppia di destra, formata da Maria Luisa di Borbone e dal piccolo Carlo, i quali «apportano una nota di freschezza in questa polverosa famiglia reale». Ben distanti dalle figure adulte, stereotipate e cacofoniche, i bambini rappresentano per Goya uno stato ideale non ancora corrotto, simbolo dell'innocenza e della purezza e quindi incolpevoli della sconvolgente situazione della Spagna di quegli anni. Molto particolare, infine, il ruolo assegnato da Goya alla luce, il vero elemento unificante del dipinto: alla luce, infatti, viene assegnato il duplice compito di sottolineare il lusso degli abiti e il brillio dei gioielli e delle decorazioni, ma anche di far risaltare, che l'artista l'abbia voluto o no, la bruttezza, la follia e la presunzione degli illustri effigiati.
  • 6. Schema identificativo 1. Infante Carlo Maria Isidoro 2. Autoritratto di Goya 3. Futuro Ferdinando VII di Spagna 4. Infanta Maria Giuseppina 5. Futura moglie di Ferdinando VII 6. Infanta Maria Isabella 7. Regina Maria Luisa di Borbone-Parma 8. Infante Francesco di Paola 9. Re Carlo IV 10. Antonio Pasquale di Borbone-Spagna 11. Infanta Carlotta Gioacchina 12. Ludovico I di Etruria 13. Infante Carlo 14. Infanta Maria Luisa di Borbone-Spagna