Siamo due alunni della scuola secondaria di primo grado e grazie alla nostra professoressa di arte siamo riusciti a realizzare un presentazione riguardante Picasso.
2. Pablo Picasso (Malaga 1881 –Mougins 1973)
era il primogenito di Don José Ruiz y Blasco,
pittore di modesta levatura che lavorava come
insegnante di disegno alla Scuola di Belle Arti e
conservatore del Museo della città, e María
Picasso y López, donna di origine genovese
dalla quale prenderà il nome d'arte (Picasso). E’
stato un pittore, scultore e litografo spagnolo di
fama mondiale, considerato uno dei protagonisti
assoluti della pittura del XX secolo. Picasso è
stato un artista innovatore e poliedrico, che
lasciò un segno indelebile nell’arte.
3. UN GIOVANE ARTISTA
Picasso rivelò precocemente uno spiccato talento artistico: secondo la
madre, le sue prime parole furono «piz, piz», abbreviazione di lápiz, che in
spagnolo significa «matita».
Si avviò al mestiere di pittore durante il proprio apprendistato presso il padre,
realizzando già nel 1888-9 il suo primo dipinto, Il picador: ne seguirono molti
altri, tutti caratterizzati da un'eccezionale abilità tecnica che si dice abbia
spinto il padre, ormai superato dal giovane allievo, a rinunciare alla tavolozza
e ai pennelli.
4. Picasso da bambino con la
sorella Dolores. 1889 Picador (1° dipinto) 1890
5. A Malaga e La Coruña
Nel 1891 la famiglia di Picasso si trasferì a La Coruña, in Galizia, dove don José aveva accettato
l'impiego più redditizio di insegnante in una scuola d'arte locale. Pablo, a differenza del padre, ricorderà
con molta gioia il soggiorno quadriennale nella città galiziana, dove ebbe modo di perfezionare le
proprie doti artistiche frequentando, a partire dal 1892, i corsi di disegno della Scuola di Belle Arti.
Picasso, in questo stesso periodo, diede prova del suo talento anche attraverso l'ideazione e la
raffigurazione di riviste con nomi puramente di fantasia, quali La torre de Hercules, La Coruna, e Azul y
Blanco.
La torre de Hercules
6. Adolescenza a Barcellona e Madrid
Intanto, la madre María concepì altre due figlie: Dolores e Concepción, destinata a morire
nel 1895 di tisi a soli nove anni di età. Nell'ottobre dello stesso anno, inoltre, Don José
venne nominato professore a La Lonja, e la famiglia Ruiz si trasferì a Barcellona. Pablo
approdò insomma in una metropoli ricca di suggestioni culturali, animata dai nuovi fermenti
del Modernismo catalano e da una sostanziale «indipendenza politica, stabilità economica
e prosperità artistica». Venne incoraggiato sia dal successo ottenuto, che soprattutto dai
crescenti attriti con il padre, che lo voleva a Monaco di Baviera. Picasso decise di
imprimere un più decisivo impulso alla propria formazione artistica trasferendosi a Madrid.
Nella città madrilena il giovane pittore venne rapidamente ammesso ai corsi
dell'Accademia Reale San Fernando. La permanenza madrilena di Picasso, tuttavia, durò
per un solo, duro inverno, dopo il quale venne colto da un feroce attacco di scarlattina che
lo costrinse, nella primavera del 1898, a trascorrere ben otto mesi a Horta de Ebro e poi
finalmente a fare ritorno a Barcellona.
7. Primo viaggio a Parigi
Picasso maturò il desiderio di andare a Parigi, malgrado un iniziale interesse a visitare
Londra per studiare i Preraffaelliti. Pablo nel 1900 si recò nella Ville Lumière, dove era
esposto un suo dipinto, nelle collezioni del padiglione della Spagna.
Il giovane Pablo, in compagnia dell'amico Carlos Casagemas, arrivò nella capitale
francese in una brumosa mattina d'autunno di fine settembre 1900. In una lettera
datata 25 ottobre dello stesso anno, data del suo diciannovesimo compleanno,
Picasso descrive a un suo amico catalano la vita che conduce nella capitale francese,
le sue intenzioni di esporre al Salon, la vita notturna trascorsa tra i caffè-concerto e i
teatri.
Picasso, Soto e Casagemas
8. L’Arte Joven
Il soggiorno francese di Picasso, tuttavia, non fu di lunga durata. L'amico Casagemas, infatti,
aveva vissuto un amore tragico e non ricambiato con Germaine Gargallo, una bella ragazza
in cerca di fortuna, e Pablo si affrettò a ritornare insieme a lui a Malaga, sperando che la
mitezza del clima iberico potesse giovargli; i due arrivarono in Andalusia il 30 dicembre
1900.
Picasso fu totalmente deluso dall'infelice esito del Capodanno a Malaga: nessuno dei suoi
parenti, dallo zio Salvador a don José, parve felice di rivederlo, e soprattutto Casagemas
non trovò ristoro nei caldi raggi del sole mediterraneo, affogando la propria disperazione
negli alcolici, per poi fare nuovamente ritorno a Parigi. Fu per questo motivo che Picasso, in
un accesso di scoraggiamento, decise nel 1901 di recarsi per una seconda volta a Madrid,
dove ebbe l'idea di fondare insieme all'amico anarchico Francisco de Asís Soler una rivista
intitolata Arte Joven [Arte giovane]. La rivista però morì dopo cinque puntate, e per questo
motivo Picasso ritornò nuovamente a Barcellona.
Fu proprio in questo periodo, inoltre, che Pablo decise di adottare il cognome materno -
Picasso - come nome d'arte, forse perché era meno comune di Ruiz, ma soprattutto per
ribadire la propria indipendenza artistica
9. Alcuni volumi della rivista con gli articoli di Francisco e le illustrazioni di Picasso.
10. IL PERIODO BLU
Intanto, quand'era ancora in Spagna, Picasso fu colto da un grave lutto: l'amico
Casagemas, reso folle dalla consapevolezza dei tradimenti messi in atto dall'amata
Germaine, proprio il 17 febbraio 1901 si suicidò con un colpo di pistola alla tempia
destra, mentre stava cenando a Parigi in un ristorante. Pablo, rimanendo
profondamente scosso dalla tragica notizia, iniziò a tormentarsi e per colmare il
proprio vuoto tornò ossessivamente sul dramma di Carlos, in quadri malinconici e
inquieti che fanno ricorso a un impianto monocromatico azzurro. È l'inizio del
cosiddetto «periodo blu»,
La Vita (titolo originale: La Vie) è un'opera
realizzata nel 1903 dal pittore spagnolo Pablo
Picasso. La tecnica utilizzata è quella dell'olio
su tela.
L'uomo raffigurato ha le sembianze di
Casagemas, un suo amico morto suicida a
Parigi nel 1901 mentre Picasso si trovava a
Madrid. Quest'opera può essere considerata
un tributo e un ricordo all'amico scomparso.
11. IL PERIODO ROSA
Picasso smise di usare il blu, colore
freddo ed impersonale, e adotta una
tavolozza composta da gradazioni più
calde e delicate, dando così avvio a
quelli che i critici definiscono «periodo
rosa». Il colore qui impiegato, come si
può facilmente dedurre, è il rosa nelle
sue sfumature più tenere e chiare, così
da dare vita a un'atmosfera ingenua,
fanciullesca, quasi dolcificata,
enfatizzata dalla morbidezza e
dall'eleganza del disegno.
Ragazzo con un tubo
12. Les demoiselles d'Avignon e il protocubismo
Nel frattempo, Picasso si recò nell'estate 1905 nei Paesi Bassi, per fare visita ad un amico
che viveva a Schooredam. Esattamente un anno dopo, visitò un villaggio spagnolo
incastonato lungo i Pirenei, Gosol, dove venne a contatto con la statuaria iberica
preromana, che non badava né alle proporzioni, né alla prospettiva e all'armonia; si trattò
di una scoperta assai feconda, in quanto presagì la nascita di un nuovo concetto estetico,
il cubismo.
Fu così che, nella primavera del 1907, nacque un'opera colossale, destinata ad inaugurare
la stagione cubista di Picasso: si tratta de Les demoiselles d'Avignon. Il soggetto
dell'opera è l'interno di un bordello barcellonese in cui figurano cinque donne nude,
realizzate però con un linguaggio clamorosamente innovativo: le forme e i volumi del
dipinto, infatti, sono scomposti, e le singole figure sono costruite secondo il criterio della
visione simultanea da più lati, presentando in questo modo un aspetto che ignora qualsiasi
legge anatomica.
Les demoiselles d'Avignon suscitò scandalo ed espose l'artista all'incomprensione:
nessuno, da Leo Stein e Matisse all'amico Apollinaire, riusciva a comprendere il senso
della nuova strada intrapresa da Picasso.
14. LA NASCITA DEL CUBISMO
Ideò un nuovo modo di dipingere,
cristallizzato nella definizione di
«cubismo».
Quello cubista è stato un modo di
dipingere totalmente inedito ed
originale. Picasso , infatti, dipinge
oggetti della realtà quotidiana
(chitarre, violini, boccali, frutta)
frammentandoli in diverse
schegge di realtà
15. I BALLETTI RUSSI
La prima guerra mondiale colse Picasso mentre era in vacanza ad
Avignone; furono anni difficili, in quanto egli dovette separarsi dai suoi
amici francesi, tutti mobilitati per lo scoppio del conflitto.
Picasso, essendo cittadino spagnolo, rimase invece a Parigi: fu qui che
conobbe Jean Cocteau, che coinvolse l'artista nella realizzazione di
sipari, scene e costumi per Parade, il balletto che stava realizzando per
la famosa compagnia dei Balletti russi. Il 17 febbraio 1917 i due (J.C.)
partirono alla volta di Roma, dove la compagnia stava dando le prove
per il balletto; nell'Urbe Picasso ebbe l'opportunità di conoscere i
futuristi e gli artisti della Secessione e di venire a contatto con l'arte
rinascimentale e classica. Nel frattempo, si invaghì di una delle ballerine
del Balletto a tal punto da farla sua sposa: era costei Ol'ga Chochlova,
figlia di un colonnello dell'esercito imperiale russo.
La commedia dell'arte e la pittura italiana avvicinarono Picasso a una
nuova svolta stilistica, verso il cosiddetto «periodo neoclassico».
Ol’ga Chochlova
16. Il Cubismo Originario (1907-1909)
Pablo Picasso e Georges Braque danno vita al cubismo;
il cubismo originario ha la particolarità di rappresentare in modo schematico e
semplificato le forme. i temi
frequenti sono i paesaggi, mare, edifici ecc…
17. Il Cubismo Analitico (1909-1912)
Gli artisti sperimentano un linguaggio artistico che consente loro di rappresentare in
modo totale la realtà, ponendosi di fronte ad essa con un atteggiamento scientifico e,
appunto, analitico.
I cubisti come Picasso puntano ad una riorganizzazione dello spazio pittorico,
potenziando la sintesi plastica delle forme e moltiplicando i punti di vista secondo cui il
soggetto rappresentato viene osservato. Per raggiungere questo obiettivo il cubista
spezza la superficie pittorica in tasselli, piccole superfici che registrano ognuna un
punto di vista diverso, Il cubismo reagisce direttamente all'Impressionismo
accentuando il valore del volume su quello del colore, che viene eliminato quasi
totalmente utilizzando colori terrosi. Il colore infatti è visto come componente solo
decorativa, come elemento di disturbo per l'artista quanto per lo spettatore, capace di
distogliere entrambi dalla necessità di analizzare ed indagare sul quadro.
19. Il Cubismo Sintetico (1912-1920)
Tra il 1910 e il 1920 Picasso e Braque si rendono conto che spezzando troppo la
superficie pittorica, i suoi singoli frammenti non sono più ricomponibili virtualmente e
l'opera si avvicina sempre più ai caratteri dell'astrattismo. Per far sì che la loro pittura
non sconfinasse mai all'astrazione, cioè in qualcosa di puramente mentale, i due
artisti incominciano a introdurre nelle loro opere anche le lettere dell'alfabeto e numeri.
In questo modo ogni fuga verso l'astrazione viene volontariamente bloccata dalla
immediata riconoscibilità di questi elementi, subito riconducibili alla concretezza del
quotidiano . Picasso cominciò ad usare nuove tecniche, quella del collage e molte
altre aggiungendo l'effetto delle venature del legno con la tecnica del pettine passato
sul colore fresco; Inoltre si assiste al ritorno del colore e Gli oggetti sulla tela non sono
più copia del reale, esistono nel momento in cui vengono concretizzati nell'immagine
pittorica, di essi c'è solo il concetto formale.
21. LA MORTE
Pablo Picasso, infine, morì a Mougins l'8 aprile 1973, stroncato da un edema
polmonare acuto, alla veneranda età di 91 anni; le sue ultime parole furono «Bevete
alla mia salute». Fu sepolto nel parco del castello di Vauvenargues, nel sud della
Francia