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L’AMORE (un commento a Elisabetta Rasy)
di Clara Arosio
Argomento privilegiato della poesia, fin dall’antichità (e Catullo lo dimostra) è sempre stato
l’amore… e nonostante Edgar Lee Masters, autore dell’Antologia di Spoon River sia un po’
anomalo in questo, descrivendo più in generale drammi, disillusioni, odi e mancate realizzazioni,
ma anche gioie e soddisfazioni degli abitanti di un piccolo paese americano, l’amore non può certo
mancare. Ecco cosa ci dice Francis Turner:
Io non potevo correre né giocare
Quand’ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere –
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
Blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c’è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti –
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary –
mentre la baciavo con l’anima sulle labbra,
l’anima d’improvviso mi fuggì.
(Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, trad. di Fernanda Pivano, Einaudi, Torino, 2009)
L’amore, il bacio, provoca un’emozione forte, intensa, dolce. E se da una parte tale sentire è la
causa della morte del debole Francis, è anche ciò che ha dato senso a una vita vissuta solo
“sorseggiando alla coppa”. L’anima, prima di fuggire via, ha trovato una sua comunione con
un’altra.
Dall’amore solo assaggiato, accennato, la citazione di Romeo e Giulietta ci porta nel regno
dell’amore contrastato, indubbiamente pieno di protagonisti. Si pensi qui al celebre Dottor Zivago,
di Boris Pasternak. Il romanzo che faticò a essere pubblicato ma che ebbe poi un enorme successo,
così come il film, con Omar Sharif. L’amore del Dottor Zivago (già sposato) per Lara è qualcosa
che non si fa fermare dalle immense distanze della terra di Russia né dai lunghi periodi di
separazione che i due devono affrontare.
E cosa dire dell’amore non corrisposto, altro fenomeno così diffuso (letterariamente e non). Una
sorta di pedaggio che ciascuno sembra dover pagare. È forse il caso del protagonista de Il giardino
dei Finzi Contini di Giorgio Bassani. Certo, il contesto storico (l’emissione delle leggi razziali in
Italia nel 1938) e la differenza di classe fra i due protagonisti ha un suo peso. Ma Micol non sente lo
stesso trasporto che il protagonista ha per lei, nonostante li leghi una sorta di comune sentire.
La storia acquista potenza da questo suo non essere consumata, dal conservare, nel ricordo
dell’adulto protagonista, le sue potenzialità ancora intatte.
Henry James, grandissimo narratore inglese a cavallo fra ’800 e ’900, ci porta invece su un terreno
arido, infido, che può compromettere una vita, o due. Quello della non consapevolezza dell’amore.
La paura di vederlo, di lasciarsi andare a esso, viene spinta alle sue estreme conseguenze nel
magistrale racconto La tigre nella giungla, presente nell’antologia Americana (Bompiani, Milano,
1942), curata da Elio Vittorini. Amare significa vivere, anche se l’amore è tenuto nascosto, anche se
si muore per esso. Vivere tenendo lontano da sé l’amore è invece già morte. Per amare bisogna
avere coraggio, quello che si ritiene mancò a James stesso.
Se si rimane in Inghilterra, tornando un po’ indietro nel tempo, si trovano una serie di romanzi che
dell’amore e del matrimonio sembrano fare il loro perno, quelli di Jane Austen. Il suo romanzo più
celebre è naturalmente Orgoglio e Pregiudizio, ma se si deve parlare specificamente di amore, di
attitudini nel viverlo, è Ragione e Sentimento il libro che fa al caso nostro. Due sorelle, Elinor e
Marianne, hanno nei confronti della vita e dell’amore due atteggiamenti opposti e complementari.
Marianne è il sentimento, la passione romantica, che la porterà tuttavia a innamorarsi di una persona
scarsamente affidabile. Elinor è la ragione e la pacatezza, che sembrano condurla alla rinuncia nel
coronare il suo amore; ma un colpo di scena regalerà un lieto fine anche alla sensata Miss. A
seconda del carattere del lettore (o più probabilmente della lettrice) si sarà portati a identificarsi con
l’una o con l’altra sorella, con gli slanci dell’una, o con il misurato, ma non meno intenso, sentire
dell’altra.
Elisabetta Rasy parla poi di Una questione privata di Fenoglio. Restando in Italia e in ambito
neorealista, l’esponente più celebre del neorealismo letterario, Italo Calvino, ha dedicato all’amore
una specifica raccolta di racconti: Gli amori difficili. Al loro interno una narrazione commovente
quale è L’avventura di due sposi. Elide e Arturo sono sposati, eppure anche un amore come questo,
coniugale, e quindi in qualche modo “stabilizzato”, può essere “difficile”; i due sposi infatti si
incrociano, si sfiorano, nei brevi intervalli di tempo concessi loro dai turni della fabbrica. Lui lavora
di notte, lei di giorno. Nel poco tempo che possono condividere li assale a tratti struggimento,
malinconia, irritazione. Ma Calvino ci mostra anche una tenerezza infinita nell’abitudine dei due
giovani che finiscono sempre per dormire dove l’altro ha lasciato nel letto il tepore del proprio
corpo.
Viene citata poi L’isola di Arturo di Elsa Morante. E del marito dell’autrice, il grande Alberto
Moravia, si può menzionare Agostino, anch’esso un libro sulla prima adolescenza, sull’amore,
venerazione di un ragazzino per la madre che va trasformandosi in qualcosa di torbido e indistinto,
perché Agostino sta crescendo e in lui nascono i primi desideri di essere un uomo.
E se si parla di amore fra uomo e cane, o in questo caso fra donna e cane, viene alla mente Flush di
Virginia Woolf, la storia del cane della poetessa Elizabeth Barret Browning (che sposò appunto il
poeta Robert Browning). A quanto pare il cane Flush fu un prezioso amico e sostegno per la
giovane donna, cagionevole di salute e oppressa dalla figura paterna, soprattutto finché visse in
Inghilterra nella casa dei genitori. La particolarità di questo romanzo sta nel fatto che gli
avvenimenti sono filtrati il più possibile dal punto di vista del cane, e anche il lettore finisce per
avere una prospettiva delle cose “dal sotto in su”.
Chiudendo la rassegna di libri e spostandosi decisamente nella contemporaneità a noi più vicina si
possono infine ricordare due film significativi sull’argomento “amore”; un po’ commerciali certo,
ma piuttosto ben fatti.
Uno è Se mi lasci ti cancello, con Kate Winslet e Jim Carrey. La fine di un amore è dolore per il
ricordo di tempi felici passati insieme, irrimediabilmente compromessi perché il rapporto si è chiuso
male. Cosa succederebbe se, una volta che una storia d’amore finisce, si potesse cancellare dalla
propria memoria l’ex partner e tutto ciò che lo riguarda? Non ci eviteremmo forse sofferenze inutili
che oltretutto ci rendono difficile lasciarci andare di nuovo in futuro? O al contrario bisogna fare
tesoro di tutto ciò che abbiamo vissuto, gioie e dolori…e forse tornando indietro rivivremmo
comunque quell’amore che ci ha regalato momenti felici? Il film risulta a tratti confuso ma fa ben
riflettere su questi temi.
L’altro film è Love Actually, interpretato fra gli altri da Emma Thompson, Liam Neeson, Hugh
Grant, Colin Firth. Mi sembra calzante perché indaga diversi tipi di amore e di relazioni. C’è
l’amore ancora vivo di un uomo per la moglie morta troppo presto, c’è il classico amore che sboccia
fra due giovani, c’è l’amore di una sorella per il fratello disabile, e c’è quello che nasce nonostante
l’impossibilità di comunicare a parole, data la differenza di lingua. C’è poi l’amore di un’eccentrica
star per il suo fedele agente, e quello di un ragazzo, innamorato della neosposa del suo migliore
amico. E c’è infine la coppia sposata da tempo, che forse necessita di ravvivare un sentimento un
po’ appannato. Le storie e i protagonisti si intrecciano, finiscono per essere tutti legati. Ma i legami
sono tutti di affetto.
Quindi partendo dall’amore con la A maiuscola, quello a cui tutti pensano quando la parola viene
pronunciata, quello fra un uomo e una donna, si può passare alle altre molteplici declinazioni di
questo sentimento complesso, affascinante, potente.
CLARA AROSIO

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  • 1. L’AMORE (un commento a Elisabetta Rasy) di Clara Arosio Argomento privilegiato della poesia, fin dall’antichità (e Catullo lo dimostra) è sempre stato l’amore… e nonostante Edgar Lee Masters, autore dell’Antologia di Spoon River sia un po’ anomalo in questo, descrivendo più in generale drammi, disillusioni, odi e mancate realizzazioni, ma anche gioie e soddisfazioni degli abitanti di un piccolo paese americano, l’amore non può certo mancare. Ecco cosa ci dice Francis Turner: Io non potevo correre né giocare Quand’ero ragazzo. Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere – perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Eppure giaccio qui Blandito da un segreto che solo Mary conosce: c’è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole addolcite da viti – là, in quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary – mentre la baciavo con l’anima sulle labbra, l’anima d’improvviso mi fuggì. (Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, trad. di Fernanda Pivano, Einaudi, Torino, 2009) L’amore, il bacio, provoca un’emozione forte, intensa, dolce. E se da una parte tale sentire è la causa della morte del debole Francis, è anche ciò che ha dato senso a una vita vissuta solo “sorseggiando alla coppa”. L’anima, prima di fuggire via, ha trovato una sua comunione con un’altra. Dall’amore solo assaggiato, accennato, la citazione di Romeo e Giulietta ci porta nel regno dell’amore contrastato, indubbiamente pieno di protagonisti. Si pensi qui al celebre Dottor Zivago, di Boris Pasternak. Il romanzo che faticò a essere pubblicato ma che ebbe poi un enorme successo, così come il film, con Omar Sharif. L’amore del Dottor Zivago (già sposato) per Lara è qualcosa che non si fa fermare dalle immense distanze della terra di Russia né dai lunghi periodi di separazione che i due devono affrontare. E cosa dire dell’amore non corrisposto, altro fenomeno così diffuso (letterariamente e non). Una sorta di pedaggio che ciascuno sembra dover pagare. È forse il caso del protagonista de Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani. Certo, il contesto storico (l’emissione delle leggi razziali in Italia nel 1938) e la differenza di classe fra i due protagonisti ha un suo peso. Ma Micol non sente lo stesso trasporto che il protagonista ha per lei, nonostante li leghi una sorta di comune sentire. La storia acquista potenza da questo suo non essere consumata, dal conservare, nel ricordo dell’adulto protagonista, le sue potenzialità ancora intatte. Henry James, grandissimo narratore inglese a cavallo fra ’800 e ’900, ci porta invece su un terreno arido, infido, che può compromettere una vita, o due. Quello della non consapevolezza dell’amore. La paura di vederlo, di lasciarsi andare a esso, viene spinta alle sue estreme conseguenze nel magistrale racconto La tigre nella giungla, presente nell’antologia Americana (Bompiani, Milano, 1942), curata da Elio Vittorini. Amare significa vivere, anche se l’amore è tenuto nascosto, anche se
  • 2. si muore per esso. Vivere tenendo lontano da sé l’amore è invece già morte. Per amare bisogna avere coraggio, quello che si ritiene mancò a James stesso. Se si rimane in Inghilterra, tornando un po’ indietro nel tempo, si trovano una serie di romanzi che dell’amore e del matrimonio sembrano fare il loro perno, quelli di Jane Austen. Il suo romanzo più celebre è naturalmente Orgoglio e Pregiudizio, ma se si deve parlare specificamente di amore, di attitudini nel viverlo, è Ragione e Sentimento il libro che fa al caso nostro. Due sorelle, Elinor e Marianne, hanno nei confronti della vita e dell’amore due atteggiamenti opposti e complementari. Marianne è il sentimento, la passione romantica, che la porterà tuttavia a innamorarsi di una persona scarsamente affidabile. Elinor è la ragione e la pacatezza, che sembrano condurla alla rinuncia nel coronare il suo amore; ma un colpo di scena regalerà un lieto fine anche alla sensata Miss. A seconda del carattere del lettore (o più probabilmente della lettrice) si sarà portati a identificarsi con l’una o con l’altra sorella, con gli slanci dell’una, o con il misurato, ma non meno intenso, sentire dell’altra. Elisabetta Rasy parla poi di Una questione privata di Fenoglio. Restando in Italia e in ambito neorealista, l’esponente più celebre del neorealismo letterario, Italo Calvino, ha dedicato all’amore una specifica raccolta di racconti: Gli amori difficili. Al loro interno una narrazione commovente quale è L’avventura di due sposi. Elide e Arturo sono sposati, eppure anche un amore come questo, coniugale, e quindi in qualche modo “stabilizzato”, può essere “difficile”; i due sposi infatti si incrociano, si sfiorano, nei brevi intervalli di tempo concessi loro dai turni della fabbrica. Lui lavora di notte, lei di giorno. Nel poco tempo che possono condividere li assale a tratti struggimento, malinconia, irritazione. Ma Calvino ci mostra anche una tenerezza infinita nell’abitudine dei due giovani che finiscono sempre per dormire dove l’altro ha lasciato nel letto il tepore del proprio corpo. Viene citata poi L’isola di Arturo di Elsa Morante. E del marito dell’autrice, il grande Alberto Moravia, si può menzionare Agostino, anch’esso un libro sulla prima adolescenza, sull’amore, venerazione di un ragazzino per la madre che va trasformandosi in qualcosa di torbido e indistinto, perché Agostino sta crescendo e in lui nascono i primi desideri di essere un uomo. E se si parla di amore fra uomo e cane, o in questo caso fra donna e cane, viene alla mente Flush di Virginia Woolf, la storia del cane della poetessa Elizabeth Barret Browning (che sposò appunto il poeta Robert Browning). A quanto pare il cane Flush fu un prezioso amico e sostegno per la giovane donna, cagionevole di salute e oppressa dalla figura paterna, soprattutto finché visse in Inghilterra nella casa dei genitori. La particolarità di questo romanzo sta nel fatto che gli avvenimenti sono filtrati il più possibile dal punto di vista del cane, e anche il lettore finisce per avere una prospettiva delle cose “dal sotto in su”. Chiudendo la rassegna di libri e spostandosi decisamente nella contemporaneità a noi più vicina si possono infine ricordare due film significativi sull’argomento “amore”; un po’ commerciali certo, ma piuttosto ben fatti. Uno è Se mi lasci ti cancello, con Kate Winslet e Jim Carrey. La fine di un amore è dolore per il ricordo di tempi felici passati insieme, irrimediabilmente compromessi perché il rapporto si è chiuso male. Cosa succederebbe se, una volta che una storia d’amore finisce, si potesse cancellare dalla propria memoria l’ex partner e tutto ciò che lo riguarda? Non ci eviteremmo forse sofferenze inutili che oltretutto ci rendono difficile lasciarci andare di nuovo in futuro? O al contrario bisogna fare tesoro di tutto ciò che abbiamo vissuto, gioie e dolori…e forse tornando indietro rivivremmo comunque quell’amore che ci ha regalato momenti felici? Il film risulta a tratti confuso ma fa ben riflettere su questi temi.
  • 3. L’altro film è Love Actually, interpretato fra gli altri da Emma Thompson, Liam Neeson, Hugh Grant, Colin Firth. Mi sembra calzante perché indaga diversi tipi di amore e di relazioni. C’è l’amore ancora vivo di un uomo per la moglie morta troppo presto, c’è il classico amore che sboccia fra due giovani, c’è l’amore di una sorella per il fratello disabile, e c’è quello che nasce nonostante l’impossibilità di comunicare a parole, data la differenza di lingua. C’è poi l’amore di un’eccentrica star per il suo fedele agente, e quello di un ragazzo, innamorato della neosposa del suo migliore amico. E c’è infine la coppia sposata da tempo, che forse necessita di ravvivare un sentimento un po’ appannato. Le storie e i protagonisti si intrecciano, finiscono per essere tutti legati. Ma i legami sono tutti di affetto. Quindi partendo dall’amore con la A maiuscola, quello a cui tutti pensano quando la parola viene pronunciata, quello fra un uomo e una donna, si può passare alle altre molteplici declinazioni di questo sentimento complesso, affascinante, potente. CLARA AROSIO